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tifosinapoliSarà Daniele Orsato della sezione Aia di Schio a dirigere il big match del San Paolo tra Napoli e Juventus, valida per la 30ª giornata di Serie A. Nelle altre sfide Davide Massa è stato scelto per Roma-Empoli mentre Sassuolo-Lazio, gara che apre il 30° turno, sarà arbitrata da Piero Giacomelli.

TUTTE LE DESIGNAZIONI – Ecco il quadro completo delle sfide della 30ª giornata:

SASSUOLO – LAZIO Sabato 01/04 h.18.00
GIACOMELLI
VALERIANI – PERETTI
IV: CRISPO
ADD1: PAIRETTO
ADD2: ABISSO

ROMA – EMPOLI Sabato 01/04 h.20.45
MASSA
PAGANESSI – TASSO
IV: RANGHETTI
ADD1: TAGLIAVENTO
ADD2: SERRA

TORINO – UDINESE h.12.30
GHERSINI
DI IORIO – MONDIN
IV: TEGONI
ADD1: FABBRI
ADD2: MINELLI

CHIEVO – CROTONE
CALVARESE
SCHENONE – PRENNA
IV: VIVENZI
ADD1: BANTI
ADD2: MANGANIELLO

FIORENTINA – BOLOGNA
DOVERI
LA ROCCA – CARBONE
IV: GAVA
ADD1: GUIDA
ADD2: PEZZUTO

GENOA – ATALANTA
GAVILLUCCI
GIALLATINI – VUOTO
IV: PEGORIN
ADD1: MARIANI
ADD2: DI PAOLO

PALERMO – CAGLIARI
VALERI
POSADO – DE MEO
IV: MARZALONI
ADD1: DI BELLO
ADD2: SACCHI

PESCARA – MILAN
MAZZOLENI
DI VUOLO – DE PINTO
IV: COSTANZO
ADD1: RIZZOLI
ADD2: AURELIANO

NAPOLI – JUVENTUS h.20.45
ORSATO
DI FIORE – MANGANELLI
IV: CARIOLATO
ADD1: ROCCHI
ADD2: DAMATO

INTER – SAMPDORIA Lunedì 03/04 h.20.45
CELI
PRETI – LONGO
IV: LO CICERO
ADD1: IRRATI
ADD2: LA PENNA

Fonte: corrieredellosport.it

Contro le attese e contro l´opinione di quasi tutto il mondo Arsenal, Arsene Wenger sembra sempre più vicino a rinnovare per altre due stagioni il contratto che lo lega al club londinese. Così riporta in Inghilterra il Daily Mail, che riferisce come il tecnico francese abbia informato la società che, dopo i dubbi degli ultimi mesi, intende prolungare la sua esperienza ormai ventennale sulla panchina dei Gunners. L´incontro sarebbe avvenuto la scorsa settimana durante un meeting con i vertici del club, che a più riprese ha comunicato come il futuro di Wenger sarà oggetto di una scelta condivisa.

SANCHEZ PARTE? — Decisive per la decisione le ultime settimane appena trascorse, periodo in cui l´allenatore francese ha maturato la convinzione di poter essere ancora utile all´Arsenal. Certo una vittoria nel big match di domenica contro il Manchester City di Guardiola potrebbe aiutare la causa. E poco importa che il pubblico del´Arsenal abbia espresso a più riprese la sua contrarietà alal permanenza di Wenger sulla panchina dei Gunners. Il destino sembra ormai segnato e prevederà conseguenza. Una su tutte la sempre più probabile cessione di Alexis Sanchez, che ha da poco dichiarato senza troppi problemi: “Ho 28 anni e molto tempo ancora davanti a me: sono felice a Londra e spero di finire il mio contratto all´Arsenal ma voglio giocare in un club che abbia aspirazioni. Mi piacerebbe far parte di un team vincente e continuare a giocare in questa città”. La pista Chelsea si fa concreta, ma dall´Italia non si sta a guardare, Juve in primis.

Fonte: gazzetta.it

Diego Armando Maradona scende in campo per difendere Leo Messi dopo la squalifica di 4 giornate rimediata per avere insultato un guardalinee durante la sfida contro il Cile. “Leo è un ragazzo eccezionale – ha commentato in un´intervista a La Oral Deportiva – non si lamenta mai di nulla. Ne parlerò con il presidente della Fifa Infantino: è una decisione terribile. Quattro giornate sono tante, anche se le parole sono state forti. Mi auguro che la decisione possa essere cambiata”.
“Con i compagni è un orsacchiotto – aggiunge Maradona – per questo la sua reazione mi ha sorpreso. Gli insulti sono stati un atto istintivo”.
Poi racconta anche di aver tentato più volte di contattare telefonicamente Messi ma senza riuscirvi. “È più facile parlare con il presidente Macri che con Messi. C´è un grande filtro, l´ho chiamato mille volte per problemi che abbiamo in comune, senza ricevere alcuna risposta”. Il Pibe de Oro resta convinto che il commissario tecnico argentino Bauza debba restare al suo posto nonostante i risultati negativi. “Su questo non ci sono dubbi. E poi, chi potrebbe sostituirlo? L´Argentina è un ferro caldo…”.

Fonte: sportmediaset.mediaset.it

ROMA – Non s´offendano il bianco e il rosso, l´Italia tricolore brilla di verde. Il Viareggio, nella prima finale senza metropoli, incorona il Sassuolo nella finale contro l´Empoli. Ma la vecchia coppa carnevale (ormai quasi torneo di Pasqua), da sempre vetrina per le baby star del made in Italy, deve lasciare il passo a altro. I campioni di domani non sfilano più (solo) a Viareggio ma vestono già d´azzurro, e non soltanto quello dell´Under 21. Sfoggiano la maglia brillante della Nazionale di Ventura, che prepara la sfida alla Spagna per prendersi i mondiali.

IN RUSSIA CON UN “UNDICI” U.25 – Gagliardini guida il clan dei debuttanti: cinque in una sera soltanto, ne ha lanciati il ct contro l´Olanda. Oltre al mediano dell´Inter, pure Spinazzola e Petagna, D´Ambrosio e Verdi. Nuove tessere di un mosaico di cui fa già parte Gigio Donnarumma, che all´Amsterdam Arena con 18 anni, un mese e 3 giorni è diventato il più giovane azzurro in campo dal 1´ minuto negli ultimi 116 anni. Ma pure Bernardeschi, Romagnoli e Rugani. Tutti e tre, dovrebbero mettersi a disposizione di Di Biagio per l´Europeo Under 21 di giugno in Polonia, che l´Italia giocherà per vincere dopo troppi anni di anonimato e nonostante un girone di ferro con Germania, Danimarca e Repubblica Ceca. L´età media dell´undici di partenza contro Strootman e compagni era di appena 26,18 anni: prendendo la media delle varie stagioni azzurre, non se ne trova una più “verde” negli ultimi 26 anni. Un segnale importante di rinnovamento: dopo aver toccato il fondo con la doppia eliminazione al primo turno dei Mondiali (nel 20120 e poi nel 2014), qualcosa si muove. E in Russia, se l´Italia strappasse il pass per i prossimi mondiali, potrebbe spedire una formazione interamente sotto i 25 anni. Provate a immaginarla: Donnarumma, Rugani, Caldara, Romagnoli, De Sciglio, Verratti, Gagliardini, Emerson Palmieri (ha appena ricevuto il via libera dalla Fifa), Berardi, Belotti e Bernardeschi.

I SUCCESSI DEI BABY – La prova che il ct può contare su ragazzi pronti già da giovanissimi, e di livello internazionale. Lo dimostrano i risultati: 4 vittorie nelle qualificazioni mondiali e un solo pareggio, contro la grande Spagna, a cui aggiungere il successo con l´Olanda. Ancora più importanti sono poi i traguardi dei baby. L´Under 19 è arrivata la scorsa estate alla finale europea di categoria arrendendosi soltanto alla Francia mostruosa di Mbappé (uno che ha steso da solo o quasi il Manchester City in Champions) e Augustin. Mentre l´Under ha dominato un girone di qualificazione in cui affrontava la temibilissima Serbia, vincendo sette gare su 10 senza perdere mai. E producendo talenti come la coppia di centrali regalata a Ventura, ma pure Benassi, Berardi, Caldara, Cataldi, Chiesa, Conti, Locatelli, Masina, Mazzitelli, Pellegrini. Tutti titolari nei propri club, tutti con una discreta esperienza di serie A a poco più che vent´anni. Addirittura oltre le cento presenze i primi due. E poi ci sono Meret e Scuffet, portieri di proprietà dell´Udinese già entrati nel giro della nazionale maggiore. Il futuro, cara Italia, è nelle tue mani.

Fonte: repubblica.it/sport

ROMA – Morata o Conte? Da una parte il direttore tecnico che spinge per un giocatore, dall´altra l´allenatore che ne vuole un altro: è questa la situazione che si sta profilando in casa Chelsea, con la scelta del prossimo attaccante dei Blues che sembra destinata a diventare banco di prova su chi realmente prenda le decisioni in un club inglese. Secondo quanto riportato dal tabloid The Sun, i Blues starebbero infatti cercando il sostituto di Diego Costa per la prossima stagione (tornerà all´Atletico o accetterà la corte della Super League cinese), e i profili individuati per guidare l´attacco sarebbero Alvaro Morata del Real Madrid e Romelu Lukaku dell´Everton. Da una parte l´endorsement è di Antonio Conte, che vorrebbe puntare sull´ex Juve, chiuso al Real Madrid, mentre dall´altra il principale sponsor sarebbe il dt Michael Emenalo, che vorrebbe riportare l´attaccante belga a Stamford Bridge dopo averlo ceduto nel 2013 (sotto Mourinho). Il club di Abramovich sarebbe pronto a investire una cifra vicina ai 70 milioni di sterline (80 milioni di euro) per una punta alla quale affidare il peso dell´attacco Blues: resta quindi da vedere chi la spunterà tra Emenalo e Conte.

Fonte: corrieredellosport.it

L´infortunio di Pjaca ha messo nei guai Allegri, non solo per questa volata finale. L´attaccante croato, infatti, tornerà quando la prossima stagione sarà abbondantemente iniziata e, come insegna Marchisio, ci vorrà molto tempo prirma che sia al 100%. Così, in estate la Juve dovrà per forza di cose rinforzare il reparto offensivo. Se inizialmente si pensava solo a Bernardeschi, adesso servirà un altro nome: Sanchez, Williams e Asensio in lista.
Ma andiamo con ordine. Lo stop di Pjaca convincerà ancora di più Marotta e Paratici a puntare tutto su Federico Bernardeschi. A Torino sono pronti a fare follie per l´esterno viola, che la Fiorentina sta cercando di blindare. Comunque vada il prolungamento di un contratto in scadenza nel 2019, la Juve vuole muoversi in fretta, pronta a pagare anche una eventuale clausola rescissoria. Bernardeschi a questo punto, però, non basterà più.

Si cercherà un´altra punta che possa essere subito protagonista. E Alexis Sanchez farebbe proprio al caso dei bianconeri. Il cileno non è contento all´Arsenal e come ha detto lui stesso, vorrebbe una squadra “dalla mentalità vincente”. Attorno all´ex Udinese ronzano in tanti, anche perché andrà in scadenza nel 2018. La Juve è interessata da parecchio tempo e potrebbe contare sul desiderio di Sanchez di tornare in Italia. Altrimenti c´è la strada che porta a due giovani spagnoli, recentemente visionati da Paratici con la loro Under 21 a Roma. Inaki Williams dell´Athletic Bilbao e Marco Asensio del Real Madrid. Il primo ha tuttavia una clausola da 50 milioni che lo rendo meno appetibile. Asensio, invece, potrebbe ripetere la strada di Morata visto che a Madrid ha poco spazio e Zidane vedrebbe di buon occhio un´esperienza all´estero per farlo crescere.

Fonte: sportmediaset.mediaset.it

Notte magica per Russell Westbrook che trascina gli Oklahoma City Thunder al successo sui Magic (114-106) realizzando una tripla doppia con il record assoluto di punti nella storia dell´Nba (57). Gli Hornets si impongono 100-106 sul campo dei Raptors con 21 punti di un ottimo Marco Belinelli. Va a Golden State la sfida al vertice a Ovest contro San Antonio (110-98): gli Warriors, alla nona vittoria di fila, fanno festa dopo una super rimonta.

Altro straordinario show di Russell Westbrook che firma la sua 38esima tripla doppia stagionale con 57 punti, 13 rimbalzi e 11 assist superando così il primato di James Harden che, nella notte di Capodanno, aveva impreziosito la sua tripla doppia con 54 punti. E´ la seconda volta quest´anno che Westbrook supera quota 50 in una tripla doppia. Determinanti i suoi canestri nel successo dei Thunder che vincono 114-106 sul campo degli Orlando Magic rimontando da un massimo svantaggio di -21 nel terzo periodo: l´aggancio avviene a 7 secondi dalla sirena proprio grazie a una tripla di Westbrook, poi Oklahoma City si impone all´overtime. Vince in rimonta anche Charlotte e a brillare è la stella di Marco Belinelli, protagonista con 21 punti (7/11 dal campo e 2/4 da tre): gli Hornets restano ancora in corsa per i playoff anche se la contemporanea vittoria di Miami al Madison Square Garden contro i Knicks (105-88) riduce le chance di Kemba Walker e compagni. I riflettori erano puntati anche e soprattutto sulla sfida al vertice a Ovest tra Golden State e San Antonio. A spuntarla sono gli Warriors nonostante una partenza da incubo con gli Spurs capaci di volare fino a +22: Curry mette a referto 29 punti (+11 assist), Thompson ne aggiunge 23. A San Antonio non bastano i 19 di Leonard, i 18 di Gasol e i 17 di Aldridge. Si fermano dopo quattro vittorie di fila sia Boston sia Washington: i Celtics vengono sgambettati al Td Garden dai Bucks, che vincono 103-100 grazie a un canestro decisivo del rookie Brogdon a tre secondi dalla fine; i Wizards perdono 133-124 sul campo dei Clippers nonostante i 41 punti di Wall e i 27 di Beal. I Pelicans piegano Dallas: finisce 121-118 con le doppie doppie di Davis (30 punti + 13 rimbalzi) e Cousins (29 punti + 16 rimbalzi). Gli Utah Jazz strapazzano Sacramento (112-82), Memphis ha la meglio sui Pacers grazie ai 36 punti di Conley.

Fonte: sportmediaset.mediaset.it

TORINO – Gigi Buffon seppellisce con una risata i soliti sospetti e i mugugni che hanno accompagnato i ritorni anticipati di cinque nazionali bianconeri: “Quelle polemiche non mi hanno fatto alcun effetto, perché non è la prima volta che sentiamo certe cose. Diciamo che manchiamo un po´ di fantasia”. Il capitano della Juventus e della Nazionale, intervenuto a margine di un evento Head&Shoulders (di cui è nuovo testimonial per l´Italia), disinnesca anche il caso-Barzagli: “Non c´è nulla da dire. Andrea non ha lasciato il ritiro della Nazionale per un mal di pancia o perché si era rotto tibia e perone, ma per dei problemi suoi. Se è andato a cena fuori ha fatto bene”. Da Gigi a Gigio, l´eredità azzurra è davvero in ottime mani: “Donnarumma potrebbe essere mio figlio – prosegue Buffon -. Ha qualità enormi, fisiche e mentali. Nessuno è eterno, è giusto che anche gli altri abbiano possibilità di giocare”.

BUFFON “NAPOLI E BARCELLONA? BATTAGLIA FINO ALLA FINE” – La Juve è sull´uscio di un mese fondamentale, in cui si giocherà un posto in finale di Coppa Italia e in semifinali di Champions League e un´altra grossa fetta di uno scudetto già ipotecato: “Ci giochiamo tanto, ma lavoriamo proprio per questo. Abbiamo lavorato nove mesi per arrivare a questo punto della stagione in questa condizione. Ci alleniamo proprio per vivere da protagonisti dei momenti come questo”. Dietro l´angolo c´è la doppia trasferta a Napoli, prima in campionato e poi in Coppa Italia. All´orizzonte i quarti di Champions contro il Barcellona: “Come arriviamo al match del San Paolo? Proprio come i nostri avversari – prosegue Buffon -. Non c´è nessun appunto da fare, non c´è da lamentarsi di nulla. Se saremo più bravi, vinceremo. Se saremo meno bravi, perderemo. Se saremo bravi uguali, allora pareggeremo. Quanto al Barcellona, ci proviamo. Abbiamo avuto la bravura e la fortuna di aver guadagnato queste due partite. C´è la speranza di poter battagliare fino alla fine. Se poi si dovessimo uscire oppure passare il turno vedremo in quale modo verrà accolto il verdetto”.

“ULTRA´ CITTADINI COME TUTTI GLI ALTRI” – SuperGigi dice la sua anche sulla vicenda delle presunte infiltrazioni della ´ndrangheta nel bagarinaggio e nella curva bianconera dello Stadium, sposando la linea presidenziale: “Non aggiungo nulla alle risposte esaurienti date da Andrea Agnelli. Per quello che riguarda i tifosi in generale, penso che anche loro facciano parte della società civile. Se possono andare allo stadio oppure girare per strada, allora sono cittadini come tutti gli altri”. Buffon torna quindi sulla sua prestazione-monstre del 18 ottobre allo Stade de Gerland di Lione, arrivata dopo due errori grossolani contro Spagna e Udinese: “Lione-Juve è stata una partita che ho giocato con i nervi, prima ancora che con il talento o l´esperienza – ammette Buffon -. Sapevo di essere su un filo, da una parte c´era il burrone e dall´altra il paradiso”.

“MAI CAPITO CERTI DUBBI SULLA MIA PERSONA” – Buffon riavvolge il nastro della sua carriera: “All´inizio ero un buon centrocampista centrale. Non ero né un Pirlo né un Gattuso, ma facevo parte della rappresentativa regionale. Il peso più grosso è stato fare capire chi fossi veramente: nei primi 10-12 anni si aveva un´idea di me non corretta o comunque combattuta. C´erano dei dubbi sulla mia persona che non ho mai capito. Oggi si vede che sono una persona leale e corretta, ma anche un essere umano con pregi e difetti”. Tra le 1.000 presenze della sua carriera infinita, il numero uno dei numeri uno racconta le sue due volte all´Olympiastadion di Berlino, in azzurro nella finale del Mundial 2006 e in bianconero nella finale di Champions del 2015: “Ho un ricordo felicissimo e uno un po´ meno allegro – conclude Buffon -. I rigori di Berlino sono stati la gioia più grande della mia vita, ma la portata di quella partita era talmente grande che l´ansia ha superato la felicità. Il conflitto nervoso mi ha davvero ucciso. Quando sono tornato negli spogliatoi ero quasi svenuto, mi hanno dovuto fare una flebo. Quando ci ripenso provo un misto di ansia e sollievo”.

Fonte: repubblica.it/sport

Pubblicato da Alessandro Lugli

Alessandro Lugli è nato a Napoli e ivi residente. Poeta, giornalista pubblicista e cantante. Direttore di vari blog da lui creati.