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Beppe Marotta sarebbe atterrato a Monaco di Baviera per chiudere l´affare Douglas Costa col Bayern Monaco. L´esterno d´attacco brasiliano è ormai prossimo ad indossare la maglia della Juventus, con cui firmerà una volta sancito l´accordo tra i due club per un´operazione che dovrebbe aggirarsi su una cifra attorno ai 46 milioni di euro: 6 milioni di euro subito per il prestito, con obbligo di riscatto fissato a 40 milioni di euro.

ULTIME ORE – «Al momento posso confermare che stiamo parlando con la Juventus», aveva rivelato ieri l´amministratore delegato del Bayern, Rummenigge. In giornata quindi l´incontro da cui si attende l´esito definitivo della trattativa, con l´ad juventino Marotta (e l´agente intermediario Branchini) in Germania per l´ultima accelerata: l´obiettivo è portare Douglas Costa a Torino domani se non addirittura entro la serata, lo attenderebbero poi soltanto le visite mediche al JMedical prima della firma e dell´ufficialità.

Fonte: corrieredellosport.it

 

 

Secondo quanto riportato dal Daily Star, nonostante Zlatan Ibrahimovic si stia curando presso il Centro Medico del Manchester United, non arriverà il rinnovo di contratto con i Red Devils. Il suo destino resta ancora in dubbio, con gli Stati Uniti in pole per il suo futuro.

Fonte: tuttomercatoweb.com

 

“Sara´ un anno speciale per me. E´ arrivato il mio momento, la Roma e i tifosi hanno fiducia in me. Voglio fare il mio meglio sempre, per i miei compagni e per i tifosi”. Dopo un anno da vice di Wojciech Szczesny, Alisson Becker e´ pronto a prendersi le proprie responsabilita´: il portiere brasiliano e´ chiamato a un ruolo da titolare della Roma in campionato e Champions League. “Quest´anno il livello si sta alzando, dobbiamo avere la testa giusta e lavorare forte – afferma in un´intervista a ´Roma TV´ -. Il campionato non inizia ad agosto, e´ gia´ iniziato oggi. Nel calcio prima si comincia, meglio e´. Si impara tanto in un anno, ho cambiato anche un po´ il mio stile. A Savorani piace lavorare molto sul piazzamento e questo mi piace molto. Il modo di gestire la palla e´ quello che cambia di piu´ tra Brasile ed Europa”. Alisson si descrive come “un bravo ragazzo, sempre cattivo in campo, dove cerco di dare il meglio. Poi lavoro tanto e ho una grandissima voglia di vincere”. I migliori portieri della scuola brasiliana hanno affinato la loro tecnica in Europa: “Si´, a quelli che mi chiedono com´e´ giocare qui dico che tutti dovrebbero fare questa esperienza – sottolinea il portiere della Seleçao -. Mio fratello ora gioca in Europa. Anche il modo di vivere e´ diverso, si lavora in modo piu´ tranquillo e questa esperienza e´ molto importante per la mia vita. Quando giocavo ero il piu´ piccolo e mi mettevano in porta. Poi e´ iniziato a piacermi, anche guardando mio fratello grande che era portiere. Andavo a vedere i suoi allenamenti. Ho giocato un po´ anche in campo ma poi sono andato in porta”.

Fonte: italpress.com

 

´Mbappè e il Psg-La grande seduzione´: è il titolo dell´articolo del quotidiano sportivo francese L´Equipe sulle grandi manovre del club parigino per assicurarsi il giovane attaccante del Monaco, nel mirino anche del Real Madrid. L´Equipe, che aveva già dato notizia di un incontro tra il presidente del Psg Nasser al-Khelaifi e il direttore sportivo Antero Henrique con Mbappè e i suoi collaboratori, scrive che la settimana scorsa è stato lo stesso allenatore del club parigino Unai Emery a incontrare il padre del giocatore, Wilfried Mbappè. Obiettivo convincerlo ad accettare un´eventuale offerta. Sempre per quanto riguarda il mercato del Monaco, l´Equipe parla anche dell´interesse dell´Atletico Madrid per il laterale brasiliano Fabinho e di diversi club inglesi – tra cui il Tottenham – per il difensore polacco Kamil Glik, ex capitano del Torino.

Fonte: ansa.it

 

 

Cerci all´ala destra, Bessa a sinistra, Cassano regista alto e jolly alle spalle di bomber Pazzini. Fabio Pecchia potrà sbizzarrirsi a disegnare l´attacco del suo Verona in versione Serie A, contando che in panchina ha anche il talento del giovane Verde e l´usato sicuro Siligardi.

PIÙ CHE UN TRIDENTE — Nella scorsa stagione l´allenatore dell´Hellas ha variato modulo a seconda delle esigenze, usando il 4-3-3 come schema base, passando al 4-2-3-1 nei momenti più caldi o coprendosi con un più prudente 4-4-2 in emergenza. Con l´arrivo di Cerci e Cassano, il 4-2-3-1 dovrebbe diventare la tattica di riferimento, per dare a FantAntonio libertà d´azione e soprattutto per sgravarlo da faticosi compiti di rientro. Col 4-3-3, Cassano dovrebbe giocoforza partire a sinistra, ma sarebbe costretto a rincorrere i terzini avversari in fase di non possesso. Così invece Antonio può svariare partendo dal centro, avanzando al posto di Pazzini quando il centravanti si allarga per dare profondità o ritagliandosi lo spazio per ricevere palla tra i piedi e inventare per i compagni di reparto. Saranno piuttosto Cerci e Bessa ad aiutare i mediani quando c´è da difendere. Le due ali giocheranno a piede invertito, per sfruttare la loro dote naturale palla al piede: cross tagliati per Pazzini e accentramenti per tentare la conclusione in porta (grazie anche a terzini di spinta come Romulo e Souprayen) le soluzioni più ovvie. Cerci è più offensivo, Bessa invece può anche spostarsi da centrocampista alto in caso di inserimento di Cassano in avanti.

ALTERNATIVE E DUBBI — È chiaro che il 4-2-3-1 può velocemente trasformarsi in un 4-4-2, con Cassano che si accoppia a Pazzini (come ai tempi della Samp) e Cerci-Bessa da esterni puri di centrocampo. Molto dipenderà però dalle condizioni fisiche degli attori protagonisti. L´incognita non riguarda tanto Cassano, che come detto avrà compiti difensivi limitati in ogni caso, quanto da Cerci. Nell´ultima stagione all´Atletico, il talento cresciuto nella Roma ha messo nelle gambe appena 43´. Riprendere la corsa di un tempo sarà complicato, soprattutto all´inizio. Qui dovranno essere bravi i preparatori atletici gialloblù a gestirlo, mentre Pecchia dovrà recuperarlo mentalmente per convincerlo a sobbarcarsi le fatiche partita dopo partita. Se fosse il Cerci di Torino, sarebbe una mission possible . E allora sì che Verona assomiglierebbe a un luna park.

Fonte: gazzetta.it

 

 

“Ruffiana la proposta delle Olimpiadi a Napoli? Posson dirmi tutto ma non riesco a lisciare il pelo, anzi se fossi meno tranchant nei rapporti a volte sarebbe meglio. Avendo fatto il sindaco, dico che Napoli ha tutte le condizioni per avere un progetto pluriennale davanti, quello che serve è un progetto complessivo. Un´esperienza analoga a quella di Napoli l´ha avuta Barcellona che con le Olimpiadi ha avuto una crescita strepitosa e oggi è uno dei riferimenti in Europa”.
Lo dice Matteo Renzi a Radio Kiss Kiss. “La candidatura sarebbe per il 2028 o per il 2032, ma decide il Coni”. “A Roma ci hanno fatto fare una figuraccia. Aver detto no alle Olimpiadi è stato un errore clamoroso”, aggiunge il segretario del Pd. E ricorda: “A Napoli ci sono state tante polemiche e un po´ di tensione con il sindaco ma quando pensi a Napoli pensi all´enorme potenzialità di questo territorio, a volte sprecate. Noi su Napoli abbiamo messo un sacco di soldi, da Bagnoli alle eco balle a Pompei”.

Fonte: ansa.it

 

 

Avanti con le prove tattiche ad Auronzo di Cadore. Nella seduta pomeridiana mister Inzaghi ha testato ancora una volta il 3-5-2. Da una parte, i fratinati con Vargic in porta, Bastos, de Vrij e Radu in difesa, Marusic, Milinkovic, Luis Alberto, Kishna e Patric a centrocampo più Felipe Anderson e Palombi in attacco. Dall´altra, invece, Strakosha tra i pali, Wallace, Luiz Felipe e Hoedt nel pacchetto arretrato, Basta, Oikonomidis, Murgia, Lulic e Lombardi nel mezzo, più Keita e Immobile in avanti. Durante la partitella sono subentrati Guerrieri, Adamonis, Mohamed, Crecco e Rossi. La sfida si è conclusa con la vittoria dei fratinati per 10-2. In grande spolvero Palombi (doppietta) e Felipe Anderson con 5 gol e 3 assist. Con questa disposizione tattica il brasiliano, svincolato da compiti difensivi, può svariare con più libertà sul fronte offensivo, e i risultati cominciano a vedersi.

Fonte: sport.ilmessaggero.it

 

 

Guardarli negli occhi. Percepire le loro ambizioni, le motivazioni, la grinta che sono disposti a metterci per l´intera stagione. Luciano Spalletti vuole capire su chi potrà fare affidamento e per questo incontrerà faccia a faccia molti dei suoi uomini-mercato, da Perisic a Brozovic, da Jovetic a Gabigol. Colloqui approfonditi, schietti, chiarificatori, come racconta Mirko Graziano sulla Gazzetta di oggi. Ieri a Riscone di Brunico è stato il giorno dei nazionali: in dieci si sono aggregati al gruppo, oltre al neo-acquisto Borja Valero e a un Gabigol molto applaudito a fine allenamento. Chi mancava era invece Gary Medel e non soltanto perché il suo Cile è arrivato fino in fondo in Confederations Cup (e quindi le sue vacanze sono appena iniziate), ma anche perché è dato quasi certamente in uscita: Tigres, Cska, Boca o Trabzonspor le possibili destinazioni.

PERISIC — Il primo contatto, Spalletti l´ha riservato ieri sera a Perisic: il tecnico crede molto in lui, ma in squadra vuole soltanto gente motivata al cento per cento e attende risposte dal 28enne croato che è parso interessato dalle sirene del Manchester United di Mourinho. Dalla stampa inglese rimbalzano indiscrezioni di un rilancio fino a 50 milioni di euro dei Red Devils, offerta che non sarebbe lontana dai 55 richiesti dai nerazzurri.

Fonte: gazzetta.it

 

 

Uno dei primi colpi di mercato del nuovo Milan cinese è stato Ricardo Rodriguez, terzino sinistro svizzero arrivato in rossonero dal Wolfsburg. Il neo acquisto milanista, intervistato dalla Gazzetta dello Sport, ha raccontato che impressione gli hanno fatto i primi giorni a Milanello: “Il Milan mi ha fatto un´ottima impressione. È una squadra molto buona, io so che posso migliorare nella tattica e in mille altre cose. Imparare mi piace. Perché ho scelto il Milan e l´Italia? Volevo l´Italia, ora sono felice. Era il mio sogno. Qui c´è amore per il calcio e io amo il calcio. Su di me c´erano altri due-tre club che mi hanno cercato ma quando è arrivato il Milan non ho avuto dubbi”.

PUNIZIONI – Ricardo Rodriguez ha poi parlato del suo ruolo: “Credo che starò a sinistra, mi hanno cercato per questo e il mio calcio è lì. Il Milan però sa che per sei mesi ho fatto il centrale, se serve sono pronto. Difesa a tre o a quattro? Montella sta provando quella a quattro, sempre a quattro”. Tra le specialità del giocatore svizzero ci sono i calci piazzati: “Chi tirerà le punizione tra io e Calhanoglu? Io o lui, possiamo tirare entrambi… Ne abbiamo segnate tante in passato: chi si sente meglio, calcia. E poi qui c´è tanta qualità: possono tirare anche altri”.

GRANDE AFFETTO – Nei suoi primi giorni da giocatore rossonero, Ricardo Rodriguez ha ricevuto grande affetto da parte dei tifosi milanisti: “Sento che i tifosi qui amano il club, l´ho capito subito, appena sono arrivato. Mi dicono ´vai Ricky che vinciamo quest´anno´ oppure mi scrivono su Instagram, su Facebook: ´Andiamo a vincere tutto´”. Questa sera a Lugano ci sarà il suo esordio con la maglia del Milan e c´è grande curiosità di vedere in campo sia lui che gli altri nuovi acquisti rossoneri.

Fonte: milannews.it

 

 

Anche lo sport, grazie ai suoi eventi e ai suoi personaggi, talvolta riesce a “fare letteratura”. Momenti e uomini i quali entrano a far parte della Storia attraverso le pagine di un libro, i testi di una canzone o la trasposizione cinematografica. Le gesta di Coppi e Bartali, i pugni del gigante buono Primo Carnera, i brividi di quando correva Nuvolari, persino il galoppo del bellissimo Ribot. Il calcio non è da meno come vetrina. Germania-Italia 4 a 3 rappresentò lo spunto per tante leggende. Oggi, 11 luglio, si celebra il trionfo della nostra nazionale azzurra ai Mondiali di Spagna. Trentacinque anni fa. Come se fosse oggi.

E´ cosa normale ed è giusto parlare di coloro che c´erano raccontandone le imprese magari attraverso la loro voce. E´ ancora più sacrosanto, però, ricordare quelli che c´erano ma che oggi non ci sono più. Almeno non qui tra noi. Perché anche loro hanno pieno diritto alla menzione speciale come architetti di un evento che sarà anche lui speciale per sempre. Una sorta di piccola antologia corredata con i nomi e i cognomi di tutti quelli che, ciascuno a modo suo e per il ruolo ricoperto, furono gli artefici di un sogno diventato realtà quella notte al Bernabeu di Madrid. Praticamente l´intera panchina dell´Italia campione del mondo. La nostra “Spoon river” azzurra.

ENZO BEARZOT – Una pipa e dietro il fumo che usciva da quel camino un uomo. Rude e ruvido, trasparente e genuino come le montagne del suo Friuli. Partì per la Spagna con ancora addosso il colpo a tradimento subito da una fanatica tifosa che lo aveva schiaffeggiato e insultato perchè non aveva convocato Beccalossi. Ufficialmente era il Commissario Tecnico. Di fatto fu un padre autentico per i suoi ragazzi al quali, insieme con la collaborazione di Dino Zoff, seppe infondere lo spirito guerriero e vincente. Indimenticabile.

CESARE MALDINI – Se Bearzot era il padre di quel gruppo, Cesare Maldini ne era il fratello maggiore. Un “secondo” per modo di dire perché di fatto era lui a dirigere in pratica ciascun allenamento, mentre il “Vecio” osservata da bordo campo, e a fare da parafulmine per tutte le controversie anche aspre che caratterizzarono la prima e tribolatissima parte del percorso azzurro a Vigo. Svolgeva il suo ruolo di “sentinella” azzurra con discrezione e con quel grande senso di umanità che ha sempre saputo usare e dosare come uomo e come allenatore.

LEONARDO VECCHIET – Il responsabile dello staff medico della nostra nazionale. Profondamente innamorato della sua professione che spesso esercitava come una vera missione a vantaggio di chi non aveva possibilità economiche, ebbe il merito di farsi anche un poco “stregone” durante il Mondiale. Fu lui, infatti, a sperimentare la “carnetina” sui giocatori azzurri come tonico e vitaminico in grado di accelerare il recupero fisico in un torneo così lungo e complicato. Nulla di illegale o di proibito, naturalmente. Forse anche solo un effetto placebo. Ma funzionò a meraviglia.

GUIDO VANTAGGIATO – Era il giovane segretario generale di quella spedizione azzurra. Scapigliato e un poco “beat” dentro il suo abito di ordinanza, dovete suo malgrado assumere il ruolo più complicato e antipatico dell´intero periodo spagnolo. Il silenzio stampa deciso da tutti i giocatori, con il solo capitan Zoff autorizzato a parlare a nome di tutti costrinse il malcapitato Guido a frapporsi tra l´incudine e il martello quotidianamente per difendere la volontà del gruppo azzurro e al contempo per garantire il diritto di cronaca al battaglione dei media.

SANDRO SELVI – Ufficialmente il massaggiatore capo. In realtà molto di più. Amico e confidente dei giocatori per l´umanità che sapeva usare nei loro confronti. Giancarlo Antognoni pianse come un bambino tra le sue braccia quando dopo essersi infortunato seppe che avrebbe dovuto rinunciare alla finale con la Germania. Selvi era stato partigiano e aveva sofferto le angherie naziste in un campo di concentramento. Per questo non volle mai festeggiare i suoi compleanni, ma soltanto la data di ricorrenza della liberazione sua e dei suoi compagni.

FEDERICO SORDILLO – Presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio e perciò verosimilmente un uomo che arrivava dalla politica. Eppure malgrado il ruolo istituzionale che ricopriva non tentò mai di mascherarsi o di nascondersi abbandonando il carro anche quando, dopo il primo turno in Galizia, le cose sembravano dovessero andare in maniera disastrosa. Un signore di altri tempi che non riuscì magari a raggiungere la statura e il carisma di Artemio Franchi ma che verrà sempre ricordato dal calcio e non solo per il Mondiale vinto.

GIGI PERONACE – Fra tutti decisamente il più sfortunato. Era stato aggregato al gruppo come “accompagnatore”. Uomo di calcio dalla esperienza notevolissima. Italiano trapiantato a Londra e antesignano dei contemporanei direttori sportivi e anche, per la parte nobile, dei procuratori. A lui il calcio italiano deve gli arrivi di campioni come Charles, Sivori, Angelillo e tanti altri. Doveva essere il fiore all´occhiello della nostra nazionale. Un fiore che appassì e morì, la notte prima della partenza, nel ritiro di villa Pamphili a Roma. Gli azzurri andarono in Spagna con il lutto al braccio.

GAETANO SCIREA – Non era il capitano soltanto perché la fascia spettava di diritto al suo grande e inseparabile amico Dino Zoff. Tutto e di più è stato scritto o detto di un giocatore di pallone la cui figura è sempre andata ben oltre gli angusti confini professionali. La sua assenza, ancora oggi e dopo tanto tempo, pesa in maniera enorme per ciò che seppe fare e per quel che di grande avrebbe potuto offrire a un mondo del pallone che oggi lui stesso farebbe fatica a riconoscere come il pianeta che, dopo la sua bella famiglia, aveva amato più di ogni altra cosa.

SANDRO PERTINI – L´altra pipa sempre accesa di quel Mondiale. Il Presidente per antonomasia al cui cospetto tutti i successivi politici del nostro Bel Paese fanno la figura dei poveri nani. Indimenticabile nel momento in cui, dopo il terzo gol dell´Italia, si rivolge al re di Spagna e gli urla: “Non ci prendono più…”. La partita a scopone scientifico con gli azzurri sull´aereo di ritorno rimarrà per sempre un autentico e prezioso cameo da offrire sull´altare di uno fra i momenti più belli e più esaltanti della storia calcistica italiana. Anche nel nome di coloro che dormono sulla collona della nostra “Spoon river” azzurra.

Fonte: calciomercato.com

 

“E´ giusto parlare di scudetto perché ce lo meritiamo, sappiamo che non è facile ma stiamo lavorando tanto per questo e dobbiamo continuare su questa strada”. Il centrocampista del Napoli Jorginho si unisce al patto per lo scudetto e non si tira indietro dopo i primi giorni di ritiro a Dimaro dove, spiega “c´è serenità e voglia di fare bene. Vedo tanta determinazione da parte di tutti”.
Jorginho, parlando a Mediaset Premium, non guarda alla sfida con la Juventus: “Non so se sono i primi avversari – spiega – dobbiamo pensare a fare bene noi, non pensare alla Juve. Credo anche che Inter e Milan possano concorrere al le posizioni di alta classifica, sarà un campionato più bello e competitivo”.
Lo scudetto, però, è lontano, il centrocampista italo-brasiliano è concentrato ora sull´approdo ai gironi di Champions League: “L´appuntamento con i playoff di Champions – spiega – è fondamentale sotto tutti i piani”.
Intanto il tecnico azzurro si prepara ad accogliere domani in allenamento anche Mario Rui.

Fonte: ansa.it

 

 

 

 

Pubblicato da Alessandro Lugli

Alessandro Lugli è nato a Napoli e ivi residente. Poeta, giornalista pubblicista e cantante. Direttore di vari blog da lui creati.