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“È stato un bel torneo: per noi è importante trovare il meglio della condizione fisica in vista dell´inizio del campionato”. È positivo il bilancio che Gigi Buffon fa della tournée americana della Juventus, conclusa con il pareggio per 1-1 contro la Roma. “Credo che sarà una stagione molto più difficile – aggiunge il capitano al sito internet del club bianconero – Milan, Roma, Napoli e Inter si sono rinforzate, ma crediamo in noi stessi, nella nostra forza e nei valori che ci hanno portato a vincere. Quindi, pensiamo di poter fare bene”.
Il prossimo obiettivo è la Supercoppa con la Lazio. “Aver vinto fa piacere – osserva Claudio Marchisio – ma in questo periodo si deve guardare soprattutto al lavoro quotidiano e ai progressi che dobbiamo fare per arrivare pronti alla partita con la Lazio. Sono contento per questo inizio di stagione. Aver fatto le vacanze dopo due anni mi ha aiutato molto. Quando sono rientrato dall´infortunio, avevo fatto bene, ma poi ho vissuto degli alti e bassi e non mi andava giù”.

Fonte: ansa.it

 

«Iheanacho andrà al Leicester». L´annuncio di Pep Guardiola, che libera la sua ala nigeriana, è la conferma indiretta del prossimo arrivo di Riyad Mahrez alla Roma. Perché Iheanacho non è solo un cognome, è anche un profilo: esterno offensivo di piede mancino, è esattamente l´omologo del giocatore che Di Francesco sta aspettando.

TEMPERATURA – E così forse stavolta siamo davvero alle battute finali. Ieri si era sparsa addirittura la voce di una chiusura dell´affare ma, anche se l´attesa sarà leggermente più lunga, diventa difficile immaginare che si esca dal sentiero luminoso. Anche per questo Monchi in conferenza stampa annunciava di aver presentato al Leicester un´offerta «molto, molto importante». Sapeva, in cuor suo, che con un altro piccolo sforzo gli inglesi, e in particolare il connazionale spagnolo Macia, si sarebbero convinti a vendere. Del resto, dopo che Mahrez aveva trovato l´accordo con la Roma per un contratto di cinque anni a cifre simili rispetto a quelle che guadagnava Salah (circa 3 milioni netti a stagione), il problema era esclusivamente economico, non ideologico. Mahrez comunque non sarebbe rimasto al Leicester e il Leicester stesso, al di là delle dichiarazioni ufficiali dell´allenatore Shakespeare, aveva promesso di accontentarne le ambizioni.

SBARCO – Sarà dunque un algerino di passaporto francese, salvo colpi di scena, il più caro acquisto della gestione di James Pallotta, che sabato al campo gongolava proprio con Monchi, definito «un dono del cielo» per aver saputo ristrutturare la squadra abbassando i costi del personale (leggasi monte ingaggi) e favorito nuove plusvalenze con le cessioni di Salah, Rüdiger e Paredes. Mahrez dovrebbe costare circa 35 milioni, con bonus ancora da definire così come la percentuale di un´eventuale futura rivendita che spetterebbe al Leicester. C´è addirittura chi, in Inghilterra, ipotizza una partenza del giocatore per Roma mercoledì, per la firma e le visite mediche. Staremo a vedere. In ogni caso, aspettiamoci novità a breve.

Fonte: corrieredellosport.it

 

 

Antonio Cassano non lascia il calcio. Lo ribadisce dopo l´addio prematuro al Verona, in un´intervista a La Stampa in cui racconta la sua verità. Anche sui tormentati giorni con l´Hellas, tra annunci e ripensamenti, fino all´addio definitivo: “La vita è fatta di scelte. Anche professionali. Si può farne una che si ritiene giusta e poi ripensarci, è successo miliardi di volte nel mondo. Ma se capita a un calciatore fa più clamore – spiega -. Se poi è Cassano, allora è matto. Nella mia vita di c…e ne ho fatte tante, ma non sono scemo. E soprattutto sono sempre stato coerente. Per il resto, sono abituato a convivere con la pressione mediatica. Sono diventato un k-way, la pioggia mi scivola via. Con l´Hellas Verona non è scattata la scintilla, l´ho capito subito… è come stare con una donna e accorgersi di non avere voglia di passarci del tempo insieme. Una questione di feeling, di aria. L´ho detto al presidente Setti, al direttore sportivo Fusco, all´allenatore Pecchia. Ho pensato fosse meglio interrompere, anziché trascinare la cosa”.

DIVERTIRSI — Poi uno sguardo al futuro: “Ritirarmi? Quando ho parlato col Verona non ho mai detto ´mi ritiro´. Sfido chiunque a sostenere il contrario. Poi sono state scritte altre cose, ma la verità è questa – assicura Antonio -. Infatti al momento della rescissione mi hanno proposto di inserire la clausola di risarcimento, nel caso trovassi un´altra squadra. E io ho accettato. La nostalgia di casa non c´entra. Di sicuro voglio continuare, ho più di qualche idea, ma non ho offerte. La cosa fondamentale è che mi diverta. Come ho sempre fatto in 18 anni di carriera. Entella? La sfida sarebbe grande, tentare il ´miracolo´ Serie A. Sono stato a un passo a febbraio, avevo accettato, ma la notte ho riflettuto, non me la sentivo ancora di scendere in Serie B. Sono rimasto fermo fino alla firma con l´Hellas Verona. Il rapporto umano tra me e Gozzi non è cambiato, è ottimo. Sampdoria? In questo momento della mia carriera mi sarebbe piaciuto essere allenato da Giampaolo, nel suo modo di giocare avrei reso alla grande. Chi mi vuole deve chiamare me, non ho procuratori. Data limite? Settembre, altrimenti resto a casa”.

Fonte: gazzetta.it

 

Parla ancora blucerchiato, il futuro di Lucas Torreira, centrocampista uruguaiano da settimane nel mirino di molte “big”: il giocatore ha rinnovato il contratto che lo lega alla società del presidente Ferrero sino al 30 giugno 2022.

«Sono molto contento di essere qui e di essere rimasto in questa squadra e in questa famiglia, perché ormai per me la Sampdoria è come una famiglia – ha detto lui a SampTv – Sono contento soprattutto che si sia trovato un accordo tra i miei agenti e la Sampdoria, perché era quello che volevamo tutti. Nell´ultimo mese ho sentito tante parole sul mio futuro, ma la verità era solo che avevo voglia di rimanere e non vedo l´ora di iniziare il campionato».

Fonte: ilsecoloxix.it

 

Quattro medaglie d´oro, tre d´argento e nove di bronzo, per un totale di 16. E´ da record per numero di podi il bottino dell´Italia ai Mondiali di sport acquatici conclusisi ieri a Budapest. Nel medagliere gli azzurri hanno chiuso la rassegna iridata al sesto posto, preceduti solo da Stati Uniti, Cina, Russia, Francia e Gran Bretagna. E davanti ad una potenza come l´Australia, settima. L´ultimo oro l´ha portato nel tardo pomeriggio Gregorio Paltrinieri, confermandosi il più veloce nei 1.500 metri stile libero. Il primo era arrivato il 17 luglio dal nuoto sincronizzato, con il duo misto tecnico di Manila Flamini e Giorgio Minisini. In mezzo gli ori di Gabriele Detti negli 800 stile libero, sabato 26 luglio, e di Federica Pellegrini nei 200, sempre stile libero, il giorno dopo. Un fine settimana che resterà nella storia del nuoto italiano.

Fonte: ansa.it

 

MILANO – “Abbiamo fatto un buon lavoro e cominciato a regionale su quello che sarà l´atteggiamento da avere. L´aspetto più importante è che non si sia fatto male nessuno, perché giocare a questi ritmi non è semplice. Noi guardiamo il risultato e le prestazioni, ma ci sono giocatori che devono lavorare forte e diventa anche rischioso”. Sono le prime parole di Luciano Spalletti, appena atterrato a Malpensa dopo la tournee di Singapore. “E´ venuta la voglia a Perisic? Secondo me l´ha fatta venire un po´ a tutti che hanno giocato da squadra e si sono comportati da squadra avendo delle soddisfazioni, perché al di là delle vittorie la palla in determinati momenti delle partite ha girato ad alta intensità, anche con qualità e con bellissimi gol. Futuro Jovetic? Secondo me possono restare tutti, bisogna vedere quella che è la loro intenzione perché oltre alle qualità ci deve essere la disponibilità e la voglia a far parte di una squadra”.

ANTONELLO: “OBIETTIVO CHAMPIONS” – “Il principale obiettivo è la Champions, poi dopo questo primo obiettivo si potrà parlare di altro” ha detto il neo ad Alessandro Antonello. “E´ stata una trasferta molto importante per noi abbiamo avuto modo di incontrare il presidente e abbiamo trovato un grande entusiasmo dei tifosi i Cina e a Singapore. Dobbiamo fare risultati soprattutto per loro”.

PERISIC E LO UNITED – Gli sarà pure tornata la voglia di Inter, Luciano Spalletti ha parlato di discorso chiuso, ma secondo quanto scrive questa mattina il Dayly Star Ivan Perisic è vicino al Manchester United. Josè Mourinho vuole il croato e i Red Devils sarebbero sul punto di chiudere l´affare per una cifra vicina ai 48 milioni di sterline (circa 53 milioni di euro). Secondo il tabloid i contatti tra club e agenti continuano.

Fonte: repubblica.it/sport

 

 

L´azzurro perde la testa e si rende protagonista insieme a Kok di una rissa nella vittoria dell´Italia contro l´Olanda, procurandosi la frattura della base del metacarpo della mano destra: stop di circa 40 giorni, salta gli Europei. “Chiedo scusa a tutti”, scrive su Facebook.

Italia promossa: piegata l´Olanda 66-57 nel test di Trento Eurobasket, al via l´avventura dell´Italia: il programma dell´estate Italia, tutto facile nella prima uscita: Bielorussia travolta 96-36
Brutte notizie da Trento per la Nazionale di basket che si sta preparando per gli Europei in programma a fine agosto. Durante la partita contro l´Olanda Danilo Gallinari rifila un pugno a Kok e chiude in anticipo la serata, venendo espulso insieme al giocatore olandese. Ma il peggio arriva dopo: gli accertamenti medici evidenziano una frattura della base del primo metacarpo della mano destra. I tempi di recupero vengono stimati in circa 40 giorni, significa niente Europei. Al posto del nuovo giocatore dei Clippers viene convocato Diego Flaccadori.

Fonte: sport.sky.it

 

 

Quinto titolo in carriera, primo della stagione, per Fabio Fognini. Il numero uno azzurro, alla 13esima finale, ha trionfato sulla terra rossa di Gstaad, in Svizzera (montepremi 482mila euro) battendo in finale il tedesco Yannick Hanfmann, numero 170 Atp e proveniente dalle qualificazioni. Fognini, numero 31 del mondo e testa di serie numero 4, si è imposto 6-4, 7-5 tornando a festeggiare un titolo ad un anno dal successo di Umago, in Croazia.

Fognini, che in questa stagione ha centrato una storica semifinale a Miami, è partito forte salendo 4-0 con due break. Il tedesco si è pian piano ripreso, dopo aver salvato due palle del 5 a 0 ha recuperato un break all´ottavo gioco e da 5-1 si è portato sul 5-4. Fognini non si è smarrito e con un game perfetto ha chiuso il primo set. Molto equilibrato il secondo set, nel decimo gioco Hanfmann è arrivato a due punti dal set ma l´azzurro è riuscito a recuperare e a portarsi sul 5 pari. Il break decisivo è arrivato nell´undicesimo gioco, Fognini è salito 6-5 e poi ha messo la parola fine al match sul suo servizio mettendo in bacheca il quinto trionfo dopo Amburgo e Stoccarda (entrambi nel 2013), Vina del Mar (2014) e Umago (2016).

´´VITTORIA SPECIALE´´ – Umago lo scorso anno era stato il primo trofeo “da marito” (di Flavia Pennetta), quello a Gstaad è il primo trofeo “da papà” (del piccolo Federico). “Sono molto contento. E´ una vittoria che voglio condividere con mia moglie e mio figlio che purtroppo non hanno potuto essere qui oggi: questo è un trofeo speciale perchè è il mio primo da papà”, ha detto Fognini durante la premiazione. “E´ stata una settimana abbastanza complicata soprattutto nel primo match, poi però le cose sono andate meglio partita dopo partita. Dopo aver perso il primo set nel torneo ho detto al mio team ´Di questo passo domani sono a casa´”, ha ricordato l´azzurro ringraziando il suo coach Franco Davin. Al numero uno d´Italia luglio “porta bene”, visto che quattro dei suoi cinque titoli internazionali li ha conquistati proprio in questo mese. Quest´ultimo in un torneo che non avrebbe nemmeno dovuto giocare. “E´ incredibile: grazie al direttore del torneo che mi ha concesso la wild card”, le ultime parole di Fognini, prima delle foto di rito con il bacio al trofeo (una pallina da tennis incastonata nella roccia).

AMBURGO, “DERBY MAYER” A LEONARDO – Leonardo vince il “derby dei Mayer” e concede il bis ad Amburgo. L´argentino si è infatti aggiudicato il trofeo del “German Open”, torneo Atp 500 dotato di un montepremi complessivo pari a 1.499.940 euro bissando il titolo vinto nel 2014. In finale Leonardo Mayer, numero 138 del mondo, ripescato in tabellone come lucky loser, ha sconfitto per 6-4 4-6 6-3, in poco meno di due ore di partita, l´omonimo tedesco Florian Mayer, numero 101 del ranking Atp. Per il 30enne di Corrientes si tratta del secondo titolo Atp vinto in carriera – sempre sui campi di Amburgo – su quattro finali disputate.

NANCHANG, PENG TRIONFA IN PATRIA – E´ Shuai Peng la vincitrice del “JiangXi Open”, torneo del circuito Wta con montepremi complessivo pari a 226.750 dollari disputato sui campi in duro di Nanchang, in Cina. La cinese, numero 2 del seeding e 32 del ranking internazionale, ha battuto in finale la giapponese Nao Hibino, numero 92 del mondo, col punteggio di 6-3 6-2, in poco meno di un´ora e mezza di partita. Per la 31enne di Hunan è il secondo titolo in carriera dopo quello conquistato a Tianjin nel 2016.

Fonte: repubblica.it/sport

 

Nell´ultima sfida dell´International Champions Cup, la Juventus si aggiudica il big match d´oltreoceano battendo 6-5 la Roma ai calci di rigore. Dopo 90 minuti la gara era finita 1-1 grazie alle reti di Mandzukic al 28´ del primo tempo (imbeccato da Alex Sandro) e al pareggio di Dzeko nella ripresa (assist di Kolarov). Dal dischetto è decisivo l´errore del giovane Tumminello. Esordio in maglia bianconera per Bernardeschi (che realizza il penalty). Nel secondo tempo i bianconeri calano e si fa notare per le sue incursioni soprattutto Douglas Costa.

LA PARTITA
Il primo big match è della Juve: a Foxborough, nello stadio dei mitici Patriots, la squadra di Allegri batte quella di Di Francesco ai calci di rigore dopo una gara equilibrata dove i bianconeri sono stati superiori nel primo tempo e i giallorossi nella ripresa. La Juve in assetto standard ha prevalso grazie soprattutto alle giocate in verticale di un prezioso Alex Sandro e alla regia di Pjanic e Marchisio. La girandola di cambi di uomini e moduli però ha finito per togliere equilibrio e certezze ai campioni d´Italia che hanno subito la maggior aggressività romanista. Esordio con la nuova maglia per Bernardeschi che fallisce una buona occasione ma poi non sbaglia dal dischetto dove invece risulta fatale, per la Roma, l´errore del giovane Tumminello, stregato da Pinsoglio.

Difficile parlare di semplice amichevole quando Juve e Roma, la prima e la seconda dell´ultimo campionato, nonchè due delle aspiranti al prossimo Tricolore, riaprono il capitolo della loro sfida infinita. Allegri e Di Francesco, in attesa che il mercato regali loro ancora un paio di rinforzi a testa, si affidano ai moduli che danno maggiori garanzie: i bianconeri col 4-2-3-1 d´ordinanza con la coppia Rugani-Benatia al centro della difesa e il trio Cuadrado-Dybala,-Mandzukic alle spalle di Higauin. Di Francesco si affida all´amato 4-3-3 con Strootman, De Rossi (preferito a Gonalons) e Nainggolan a centrocampo mentre in avanti Defrel va a completare il tridente con Dzeko e Perotti.

I ritmi non sono indiavolati come è logico a fine luglio durante un assolato pomeriggio in Massachusetts: la Roma parte bene senza lasciare alla Juve profondità di passaggio e rimanendo sempre compatta. Gli esterni d´attacco provano ad accentrarsi e nel gitro di pochi minuti Dzeko e Nainggolan sfiorano il gol. Ma piano piano esce la squadra di Allegri che fa valere il suo essere più collaudata e un gioco che i bianconeri conoscono ormai a memoria. E´ partita vera nel tempio del football americano con contrasti duri e pochi spazi lasciati da entrambe le parti. Nel centrocampo juventino Marchisio e Pjanic sono già in ottima forma e dettano spesso i tempi: molto palleggio che cerca anche di coinvolgere gli uomini della difesa poi, col passare del tempo, la Juve inizia a verticalizzare con maggior frequenza ed è proprio questo il tipo di giocata che fa la differenza. Un lancio perfetto di Alex Sandro trova lo scatto di Mandzukic che si lascia i difensori avversari alle spalle e dribbla Alisson sulla sinistra per il gol del vantaggio. Sono proprio le verticalizzazioni di Alex Sandro e Pjanic a mettere in difficoltà una Roma che paga la lentezza dei suoi difensori, oltre che un Nainggolan quasi mai nel vivo del gioco, e chiude i primi 45 minuti meritatamente in svantaggio.

Una Roma invece più aggressiva e con un giropalla più rapido a inizio ripresa con i giallorossi che, infatti, sfiorano il pari con Dzeko, bloccato da Buffon, e Strootman, fermato dalla traversa. Alisson si guadagna il voto con un doppio intervento notevole su Douglas Costa e Higuain. La Juve si ripresenta in campo con un 4-2-4 inedito che prevede Mandzukic e Higuain attaccanti centrali e Dybala e Douglas Costa ai lati. Modulo che diventa poi un 4-3-3 dopo la girandola di cambi che vede, tra gli altri, l´esordio in maglia bianconera di Bernardeschi che si va a piazzare nel ruolo di ala. Ma i bianconeri soffrono nel mezzo anche perché gli uomini di Di Francesco pressano alto soprattutto con un Under indiavolato. Il pareggio giallorosso porta soprattutto la firma di un Kolarov sontuoso che serve un cioccolatino in area a un Dzeko che beffa Barzagli e non può sbagliare. I tanti cambi fanno perdere compattezza alla Juve che sbaglia molto anche dietro e fatica manovrare. Il pareggio del 90´ (che rispecchia bene l´andamento del match) manda la sfida ai calci di rigore dove l´errore iniziale di Tumminello su cui Pinsoglio è bravissimo e non fa rimpiangere Buffon, è fatale alla Roma.

LE PAGELLE
Alex Sandro 7 – Una spinta costante e palloni preziosissimi in verticale (tra cui l´assist a Mandzukic)

De Sciglio 6,5 – Ordinato e preciso in fase difensiva, non si sbilancia troppo in avanti ma mostra incoraggianti segnali di ripresa

Higauin 5 – Non è nella forma migliore: lento e a volte in ritardo, non punge mai

Kolarov 7 – Un terzino di gran qualità che fa bene entrambe le fasi e ha un piede raffinato (suo l´assit per Dzeko)

Nainggolan 5 – Quasi mai nel vivo dell´azione, un po´ spaesato. Deve adattarsi al gioco di Di Francesco

Gonalons 6,5 – Entra nella ripresa e la Roma viaggia a un altro ritmo, non a caso la partita cambia.
IL TABELLINO
ROMA-JUVENTUS 5-6 dopo i calci di rigore
Roma (4-3-3): Alisson 6,5; Bruno Peres 6, Fazio 5,5, Juan Jesus 6 (1´st Moreno 6), Kolarov 7 (38´ st Castan 6); Strootman 6,5 (17´ st Pellegrini 6,5), De Rossi 6 (1´ st Gonalons 6,5), Nainggolan 5 (17´ st Gerson 6); Defrel 6 (17´ st Under 6,5), Dzeko 7 (37´ st Tumminello 6), Perotti 5,5 (37´ st Iturbe 5,5). A disp.: Skorupski, Lobont, Romagnoli, Nura, Coly, Antonucci, Keba, Sadiq. All.: Di Francesco 6,5
Juventus (4-2-3-1): Buffon 6 (20´ st Pinsoglio 7); De Sciglio 6,5 (1´ st Lichtsteiner 6), Benatia 5,5 (1´ st Chiellini 6 ), Rugani 6 (1´ st Barzagli 5,5), Alex Sandro 7 (20´ st Asamoah 6); Pjanic 6,5 (21´ st Sturaro 5), Marchisio 6,5 (1´ st Khedira 6); Cuadrado 6 (1´ st Douglas Costa 6), Dybala 6 (21´ st Betancur 6 ), Mandzukic 7 (20´ st Bernardeschi 5,5); Higuain 5,5 (30´ st Kean 6). A disp.: Del Favero, Mandragora, Rincon, Lemina, Caligara, Coccolo, Vogliaccio, Szczesny. All.: Allegri 6,5

Arbitro: Gonzalez (Usa)
Marcatori: 28´ Mandzukic (J), 28´ st Dzeko (R)
Ammoniti: Perotti (R), Dzeko (R), Chiellini (J)
Sequenza dei rigori:
Tumminello (R): parato, Lichtsteiner (J): gol
Pellegrini (R): gol, Barzagli (J): gol
Iturbe (R): gol, Bernardeschi (J): gol
Bruno Peres (R): gol, Khedira (J): gol
Under (R): gol, Diego Costa (J): gol

Fonte: sportmediaset.mediaset.it

 

 

Tra la via Emilia e Budapest, uno strano viaggio per sentirsi più italiani che mai in un giorno di inni ed emozioni. Paltrinieri emerge dalla lotta dei 1500 metri e scopre di essere ancora campione e pure le Ferrari hanno vinto nella stessa città, a poche ore di distanza: «Ci abbiamo dato dentro, ci abbiamo messo il cuore».

Lui conferma il titolo mondiale in 14´35″85, padrone di una distanza che è solo sua dal 2014 e che pure non era mai stata così prima d´ora. Dalla piscina di Carpi, gestita dal papà, alla vittoria olimpica di Rio è sempre stato un assolo, un crescendo, sempre sul suo ritmo e quando il passo è diventato da numero uno si è fatto il vuoto intorno. Pure Sun Yang, che ancora possiede il record, è sparito dalla circolazione. La supremazia ha dettato la tattica e all´improvviso, alla Duna Arena, Paltrinieri ha dovuto imparare a vincere in un altro modo: «A scrollarmi uno di dosso. Sembrava quasi uno scherzo».

L´ucraino Romanchuk, che l´anno scorso si è allenato a lungo con lui, chiude con l´argento, 14´37″14. Molto dietro Mack Horton, altro amico nel circolo del mezzofondo, e solo quarto un Detti esausto che dovrà meditare sul programma: «Qui ho vinto il primo oro in carriera e pure capito che non si può nuotare tutto».

Detti giù dal podio
Paltrinieri ha chiaro il futuro, il viaggio in Australia, le prove in mare aperto, appuntamenti e calendari programmati per altre imprese. Eppure sul presente non è così lucido: «Ero abituato a pregustare il trionfo, quasi a godermelo in acqua. Adesso non mi rendo conto». Colpa della battaglia di bracciate, dell´ospite inatteso che non si è levato di torno al primo strappo e nemmeno al secondo: «Romanchuk mi ha obbligato a usare la furbizia. Ho cambiato velocità di continuo per stancarlo e lui dietro, ai 1300 metri ho allungato di brutto. Tanto è stato lo sforzo che mi girava la testa, non capivo più nulla, viravo non so dove e pensavo: perché non devo vincere io?».

Strana idea nella mente di chi sta tirando verso il successo eppure un´Olimpiade vinta fa questo effetto. Destabilizza, scatena le domande, toglie le certezze. È l´apice per ogni atleta ed è naturale chiedersi cosa ci sia dopo.

Il duello con l´ucraino
La porta delle incognite si è aperta con il bronzo negli 800 metri: «Mi scocciava non sapete quanto, gli altri sono stati bravi, io no. In mezzo alla lotta ho dato l´anima, ho pestato pesante. È stata la mia vittoria più sofferta e infatti alla fine ho urlato». E tirato un pugno dentro l´acqua altre volte così dolce, un cartone nei denti ai tormenti che potevano anche diventare concreti dopo dieci minuti fuori copione. «Invece sono stato bravo. In questi giorni sono passato dall´euforia per una buona condizione a strane incertezze. È da parecchio che nuoto su cronometri folli. Mi sono tolto tanti pesi quando ho toccato per primo».

I progetti per il futuro
Liberazione, elettricità che passa dalla piastra al cervello, una testata con Detti per celebrare. Ancora d´oro e stavolta senza più paura delle pressioni che arriveranno: «Fosse andata male, mi sarei magari incastrato. Ci saranno altre sfide, ho visto che i giovani crescono e che non sono più io l´ultima generazione in piscina, però ho rimesso la mano davanti, contro gente scatenata». In realtà Romanchuck ha solo due anni meno, Detti forse migrerà sulle specialità più veloci. Paltrinieri è ancora solo, avere compagnia in vasca alla fine lo ha esaltato e gli ha fatto scoprire la cattiveria che serve a destabilizzare chi ti insegue. Tattica nuova, stesso risultato e un´altra bandiera da sventolare: «Che bello, giorno perfetto. Sarei andato a vedere il Gran premio, ma dovevo nuotare». Doveva vincere.

Fonte: lastampa.it

 

 

 

 

Pubblicato da Alessandro Lugli

Alessandro Lugli è nato a Napoli e ivi residente. Poeta, giornalista pubblicista e cantante. Direttore di vari blog da lui creati.