Ore 20:45 Leverkusen-Atl. Madrid
Ore 20:45 Manchester City-Monaco
Le partite di domani:
Ore 20:45 Porto-Juventus
Ore 20:45 Siviglia-Leicester City
Fonte: radiosportiva.com
PORTO – “Bello stadio, bell´ambiente, parliamo di una squadra che gioca la Champions League da sempre: forte e cattiva, sportivamente. Dobbiamo stare attenti”.
CASILLAS – “Qualche volta ci parliamo, l´altro giorno mi ha stuzzicato sui social, ma abbiamo un buon rapporto. E poi fa sempre piacere fare goal ai grandi portieri (ride, ndr)”.BUFFON – “Giocare con i più forti ti fa migliorare, è logico. Chiunque tu sia, puoi sempre imparare. Basta guadare Gigi. È uno che ha vinto tutto, eppure si allena come fosse un bambino. E così Dani Alves e altri compagni: è quella fame che ti fa vincere, anche se l´hai già fatto. Non è facile”.
MENTALITA´ – “Vincere non è importante, è l´unica cosa che conta: non è una frasetta, ma l´esempio più chiaro dell´essenza di questa squadra. Arrivi in un modo, e non è che ti cambiano, ma cercano di migliorare il tuo punto debole. E poi ci sono tanti collaboratori che non sbagliano mai e tu devi solo preoccuparti di giocare: è una cosa fondamentale. Mi sento felicissimo, per l´affetto che mi danno i compagni, i tifosi, la società, la città: mi sento parte di loro. E ho capito di aver fatto la scelta giusta”.
90 MILIONI – “Non sento nessuna pressione. Anzi, per me è un privilegio sapere che mi hanno preso pensando di vincere in Europa”.
CHAMPIONS LEAGUE – “Possiamo arrivare in fondo, ma dobbiamo stare tranquilli”.
SERENITA´ – “A 29 anni ho trovato il punto di tranquillità mentale della mia vita, nel lavoro e fuori. Gioco in una squadra che lotterà per la Champions League e ho trovato una città bellissima, nella quale mi piace da morire passeggiare”.
NON SOLO CALCIO – “Non siamo robot, è giusto viversi la vita: siamo giovani, ma gli anni passano in fretta. Certo, se non gioco bene o la partita va male ne vorrei subito fare un´altra, ma non muoio”.
NUOVO MODULO – “Anche prima segnavo: dovevo solo abituarmi, era la prima volta che giocavo in quel modo. Per anni ho giocato in un 4-2-3-1 e ora il mister ha avuto il coraggio di cambiare, pensando di avere i giocatori adatti”.
A LEZIONE DA… – “Ho imparato da Raúl, van Nistelrooy, Cassano e Ronaldo. Quando hai 18-19 anni e puoi giocare con grandissimi campioni, è un gran privilegio. Guardare quel che fanno e sentire quel che dicono, serve”.
MODELLO – “Ronaldo, il brasiliano, è stato il più forte di tutti. L´unico di cui guardassi i video, ma non provavo a fare le stesse cose: era molto difficile (ride, ndr)”.
TRA TALENTO E LAVORO – “Puoi non muovere un dito se sei Maradona, Messi, Ronaldo e forse qualcun altro che dimentico: ma il lavoro è fondamentale, in tutto. È per questo che sono riuscito a fare quello che sognavo da bambino”.
DYBALA – “Sa leggere molto bene la partita: insomma, vede il calcio come sanno fare i grandi, anche se è giovanissimo. Il nuovo Messi? Odio i paragoni, allora dico che Dybala deve diventare Dybala, uno che ha il potenziale per essere tra i migliori del mondo. Ma bisogna lasciarlo stare”.
RIGORI – “Avevo parlato con Paulo, era un momento in cui voleva calciarli e per me non c´è problema. Qualche volta li tira lui, altre volte posso farlo io o un altro compagno”.
MAMMA – “Mi ripeteva sempre: ´Bene o male, meglio che si parli di te. Preoccupati quando non lo faranno più´”.
PAPA´ – “Da lui ho preso la forza mentale e la cattiveria. E il modo di disturbare i difensori: ma questo è un segreto”.
JUVENTUS STADIUM – “Giocare allo Juventus Stadium è spettacolare. Prima di entrare in campo vedi le foto di Platini, Baggio, Zidane, Del Piero e ti dici: ´con la stessa maglia posso non dare il massimo?´. La mia faccia sui muri? Sarebbe un grandissimo onore, ma prima devo fare e vincere ancora tanto. C´è la Champions League, per esempio”.
Fonte: itasportpress.it
L´Insigne maestro che prende in giro chiunque, magari pure se medesimo, di certo (innanzitutto) le parabole per la Storia s´è rimesso in testa (e l´ha detto giovedì scorso al Corriere dello Sport-Stadio) di provare a vincere «altri trofei importanti con questa maglia». Nella bacheca personale c´è posto: una promozione in serie A con il Pescara, una coppa Italia e una Supercoppa da principe azzurro. Ma gli scugnizzi, si sa, pensano in Grande.
Fonte: corrieredellosport.it
Rivedere scorrere le immagini dei primi anni ottanta, fa impressione il colpo d´occhio della gente che riempiva l´Olimpico. “Fa un brutto effetto vedere adesso la Sud vuota. Stava sempre con noi, ovunque. Loro usavano uno striscione “La Roma non si discute si ama” e mi auguro si trovi un accordo, perché
i tifosi devono tornare in curva”. Falcao auspica il ritorno degli ultras e la possibilità di costruire lo stadio. “Non entro in questioni che non conosco, ma posso dire che è importante avere una propria casa. Sarebbe la ciliegina sulla torta. Oggi c´è una società vera, le strutture sono al top e si possono raggiungere grandi risultati. La Roma pensa non solo al presente, ma anche al futuro ed è importante guardare al domani”.
Fonte: sport.repubblica.it
DEMARCUS COUSINS AI PELICANS – Ma non è stato un All Star Game come gli altri. Sia per il ritmi d´allenamento messi in campo dalle stelle che hanno spinto il pubblico a urlare “Defense-Defense” dopo pochi minuti dal fischio d´inizio, sia per la notizia trapelata prima che iniziasse il match, ovvero il passaggio di DeMarcus Cousins da Sacramento ai Pelicans. Lo Smoothie King Center può consolarsi, quindi, con questa bomba di mercato e con la prestazione dell´idolo di casa Anthony Davis che supera il record che apparteneva a Wilt Chamberlain dal 1962 (42 punti) e diventa il primo giocatore Nba a conquistare il titolo di Mvp del match davanti ai propri tifosi dal 2011, quando la stessa sorte era toccata all´immenso Kobe Bryant. Da segnalare anche le prestazione di Westbrook, autore di 41 punti, e i 21 a testa dei due Warriors Durant e Curry. A est, invece, si è messo in mostra Antetokounpo con 30 punti e LeBron James con 23.
Fonte: repubblica.it/sport
LA PARTITA — L´Hellas resta volentieri nella metà campo avversaria ma quasi mai cambia marcia. Pazzini reclama per un abbraccio troppo affettuoso di Bonifazi in piena area, la Spal è spesso tutta dietro la linea della palla ma quando riparte da cosa fare. Fino a confezionare (28´) l´azione più pericolosa della prima mezzora. Schiattarella ruba palla a Fossati, entra in area e la tocca all´indietro per l´apparente comodo piatto di Floccari che però strozza la conclusione. Così un´occasione d´oro si trasforma in un passaggio a Nicolas. Pecchia dà ampia libertà a Bessa, a sinistra Souprayen s´accende di rado, Pazzini fa il diavolo a quattro ma di palloni puliti ne vede pochi. Il ritmo, mai davvero alto, s´abbassa ancor di più col passare dei minuti. Compresi i due di recupero con cui si va all´intervallo. Il Verona riparte con personalità, Zuculini alza i giri del motore e suggerisce i tempi del pressing. Floccari prende il primo giallo della serata, Mora il secondo e salterà la prossima col Perugia. Le squadre si allungano, terreno prediletto anche per uno come Antenucci. La pressione dell´Hellas sale. Bessa (17´) carica con naturalezza un destro che sibila vicinissimo al palo di destra della porta di Meret, colleziona angoli il Verona ma la Spal in fondo non soffre più di tanto.
CHE PAURA — Lo sguardo dei 17.192 del Bentegodi si alterna fra il campo e il settore di Curva Nord per la caduta di un tifoso della Spal che per un attimo tiene tutti col fiato sospeso anche se i primi soccorsi registrano solo qualche frattura, senza ulteriori conseguenze. Semplici (24´) toglie Antenucci ed apre uno dei capitoli della storia del Verona perché fa entrare Gianmarco Zigoni, figlio del Gianfranco idolo incontrastato del Bentegodi che in quello stadio da avversario non ci giocò mai per rispetto verso chi lo ricorda ancora come il più grande di sempre. Proprio Zigoni (31´) fa scattare in piedi Semplici e il papà nella lontana Oderzo quando spara addosso a Nicolas la palla del vantaggio dopo uno dei pochi spunti di Lazzari. Pecchia trasforma l´Hellas aggiungendo alla fase offensiva anche Luppi e Cappelluzzo, che al 36´ chiama Meret al miracolo deviando di giustezza sul primo palo un servizio del sempre più intraprendente Fares. Il finale è emozionante. Vicari (40´) in mischia, tutto solo sul secondo palo, coglie in pieno la traversa. Va dentro anche Ganz per gli ultimi assalti, il Verona le prova tutte ma la Spal è tosta. Cinque minuti di recupero, Zaccagni prende il rosso per un fallo solo duro ma non cattivo su Arini. Ultimo sussulto al 51´ con la punizione dal limite che mette i brividi al Bentegodi. Del Grosso calcia sulla barriera, i minuti di recupero diventano sette. Basta così.
Fonte: gazzetta.it