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“Come Roberto Baggio, anche mio figlio potrebbe giocare nella Juventus. Un sogno per ciascun calciatore che possieda le giuste ambizioni. Cambieremmo autostrada e direzione. Con la gioia nel cuore”. Parole (presunte) di papà Bernardeschi, smentite però dal fuoriclasse della Fiorentina, con un post su Facebook. “Mi corre la necessità di fare chiarezza in merito ai numerosi articoli di stampa e non,che riportano presunte dichiarazioni mie o della mia famiglia,che in realtà,non sono mai state rilasciate”.

BERBARDESCHI NON ANDRA´ IN RITIRO
Ma, smentite a parte, la Juve è sempre più vicina. Infatti Bernardeschi non si presenterà al ritiro di Moena: il numero 10 della Fiorentina ha inviato al club gigliato un certificato medico per giustificare la propria assenza dopo aver esaurito le ferie. E a stretto giro di posta è arrivato il comunicato ufficiale della Fiorentina che ha precisato che “Bernardeschi non raggiungerà il ritiro di Moena in quanto affetto da gastroenterite acuta. Tale patologia costringe il calciatore ad osservare 4 giorni di riposo, come attestato dalla certificazione medica inviata.
IL POST DI BERNARDESCHI

L´INTERVISTA INCRIMINATA
L´intervista ´incriminata´ al sito ilbianconero.com era soprattutto incentrata sulle tappe che hanno portato Bernardeschi a indossare la maglia numero 10 della Fiorentina. “Sono un papà felice e orgoglioso, al di là di ciò che potrebbe accadere tra breve – le parole di Alberto Bernardeschi -. La parola sacrificio, per me e per la mia famiglia, è la base della vita. Ne valeva la pena anche per ciò che ha saputo fare Federico e per i traguardi che sono convinto saprà raggiungere nel corso di una carriera da lui voluta fortemente. Siamo partiti dalle nostre biciclette. Lui con la sua per andare a scuola. Io con la mia per raggiungere il posto di lavoro. Poi, insieme, andavamo al campo di pallone quando faceva sera. La sua passione è quella da quando aveva sei anni. L´Atletico Carrara è stata la sua prima scuola. Poi siamo passati al treno. Per andare e tornare da Empoli, al Ponzano. Addirittura l´aereo, qualche volta, per raggiungere Crotone. Infine la Fiorentina. Una società della quale posso solo parlare bene, perché dopo l´incidente subito da Federico lo ha seguito e curato come un figlio, consentendogli persino di vestire la maglia della Nazionale. Un poco come fece Pier Cesare Baretti con Baggio quando era in viola con un ginocchio a pezzi”.

Fonte: sportmediaset.mediaset.it

 

 

Inizia l´avventura alla Roma per Gregoire Defrel, che lascia il Sassuolo dopo due stagioni per seguire in giallorosso Eusebio Di Francesco. Era lui il grande obiettivo per l´attacco del direttore sportivo Monchi, operazione chiusa dopo una lunga trattativa. Al Sassuolo vanno 5 milioni per il prestito oneroso, più 15 milioni per il riscatto e 3 milioni di bonus. Gregoire Defrel ha lasciato nella giornata di ieri il ritiro dei neroverdi per raggiungere la Capitale e questa mattina ha superato le visite mediche con la società giallorossa.

Adesso gli Stati Uniti
Dopo le visite mediche Gregoire Defrel è partito verso gli USA per raggiungere i suoi compagni nella tournée americana. Insieme a lui a Fiumicino il direttore generale Mauro Baldissoni e Cengiz Under: il giocatore turco ha risolto i problemi burocratici e ha ottenuto il visto per poter volare negli States. Di Francseco abbraccia così i due nuovi rinforzi offensivi, in attesa del grande colpo che potrebbe regalargli il direttore sportivo Monchi.

Arriva l´ufficialità
La società capitolina ha annunciato sul proprio l´accordo con il Sassuolo: “L´AS Roma è lieta di annunciare di aver sottoscritto con il Sassuolo FC il contratto per l´acquisizione a titolo definitivo di Gregoire Defrel, a fronte di un corrispettivo fisso di 5 milioni di euro, e l´obbligo di acquisizione a titolo definitivo per 15 milioni di euro, condizionato al verificarsi di determinate situazioni sportive. L´accordo – si legge – prevede inoltre il pagamento di un corrispettivo variabile, fino ad un massimo di 3 milioni di euro, per bonus legati al raggiungimento da parte della Roma e del calciatore di determinati obiettivi sportivi”.

Defrel, che ha firmato un contratto fino al 2022 con i giallorossi, ha parlato della sua nuova avventura: “Per me significa tanto poter giocare con la Roma, significa fare parte di un gruppo fortissimo, di una squadra tra le migliori d´Italia. Sono quindi molto contento di essere qui e ora darà tutto per questa squadra”.

La prima intervista da romanista
Il francese ha prlato del suo ruolo in campo al sito ufficiale della Roma: “Diciamo che in passato ho fatto anche l´esterno, anche se al Sassuolo il mister mi ha sempre schierato da prima punta. Quindi il primo anno ho forse fatto un po´ più di fatica ad assimilare bene i movimenti, ma lui mi ha aiutato tanto, ho imparato tanto, migliorandomi. Ho ancora da apprendere ma mi sento prima punta”.

Defrel ha anche parlato del rapporto con Pellegrini, suo compagno anche nel Sassuolo: “Sì, molto. Già prima che c´era l´accordo con il club Lorenzo mi chiamava per sapere se c´erano novità. Anche adesso, dopo la firma, mi ha scritto un messaggio dall´America, scrivendomi ´Ti aspetto´. Quindi anche io sono contento di ritrovarlo perché è una brava persona e un grande giocatore”.

Infine si è soffermato sulla possibilità di giocare in Champions League per la prima volta: “Sì, per un giocatore è la competizione più importante da giocare con un club. Sono quindi davvero contento per questo. Da quando sono arrivato in Italia ogni anno ho fatto qualche passo in più. Quest´anno questo passo è rappresentato dalla Champions League: darò tutto per essere pronto e non vedo l´ora di iniziare”.

Fonte: sport.sky.it

 

 

Il successo dello spirito di squadra, emblema dell´eccellente stato di salute di un gruppo o meglio di un intero movimento. Le acque del Lago di Balaton, venerate dagli ungheresi e attrazione per i turisti della Mitteleuropa, entusiasmano l´Italfondo che conquista il bronzo, al termine di una remuntada spettacolare, con la staffetta 4×1,25 km mixed, in apertura della settima giornata dei Mondiali di Budapest. Rachele Bruni (14´32´´7), Giulia Gabbrielleschi (14´14´´8), Federico Vanelli (13´23´´0) e Mario Sanzullo (12´20´´5) nuotano in 54´31´´0, preceduti dalla Francia con Aurelie Muller (oro nella 10 km e argento nella 5) e Marc-Antoine Olivier (oro nella 5, bronzo nella 10), che vince in 54´05´´9, e dagli Stati Uniti di Ashley Twichell (oro nella 5) e Jordan Wilimovsky (argento nella 10), secondi in 54´18´´10.

Per l´Italia una medaglia raggiunta con una scelta tattica tanto rischiosa quanto perfetta: Bruni e Gabbrielleschi di contenimento al via e poi Vanelli e Sanzullo a riprendere gli avversari poco per volta.

Entusiasmo alle stelle per Mario Sanzullo, unico dei quattro azzurri già salito sul podio iridato con l´argento nella 5 chilometri.”Ho raschiato il fondo del barile ma non potevo vanificare tutto. Con le energie residue ho mantenuto la posizione, ma ho svolto il lavoro minore di un quartetto di alto livello, come diciamo a Napoli. È una medaglia super – conclude il ventiquattrenne campano di Volla, tesserato per Fiamme Oro e Canottieri Napoli – che rappresenta lo spirito che ci unisce, sprona, conforta ed entusiasma”.

Amarezza alle spalle, dopo il decimo posto nella dieci chilometri, per Vanelli (Fiamme Oro/CC Aniene), allenato come Sanzullo da Emanuele Sacchi a Roma.´´Sapevo di dover risalire e ho svolto bene il compito. Le ragazze sono state bravissime a darmi il cambio in buona posizione – racconta il ventiseienne di Lodi, vice campione europeo a Hoorn 2016 nella 5 km, un successo in Coppa del Mondo a Viedma, in Argentina a febbraio – Dopo la 10 km volevo riscattarmi e dimostrare Il mio valore´´.
Quasi incredula la matricola Giulia Gabbrielleschi (Fiamme Oro Napoli/Nuotatori Pistoiesi), sesta nella cinque chilometri, che chiude la sua prima rassegna iridata nel migliore dei modi. “Sono contentissima. Quando sono partita non avevo scia, – spiega la 21enne di Firenze, seguita da Massimiliano Lombardi e nell´ultimo mese di prepaarazione dal vice cittì Valerio Fusco al centro federale di Ostia – Appena ho visto un uomo mi sono incollata ai piedi e sono risalita. Vanelli è stato mitico e Sanzullo ha completato l´opera aperta da Bruni che aveva tanta voglia di rivalsa”.
Finalmente sfatato il tabù iridato per Rachele Bruni – tesserata per Esercito e Unicusano Aurelia Nuoto e allenata dal tecnico federale Fabrizio Antonelli – che ha deciso di cambiare look e tagliare i capelli dopo l´amaro quinto posto nella 10 chilometri. “Ho dato un taglio netto ai pensieri della gara individuale e ho trasformati la rabbia in energia. Sapevo che dovevo stare il più vicino possibile agli uomini – afferma la vice campionessa olimpica, vincitrice delle ultime due World Cup Fina e di molteplici medaglie europee – Nel finale ho recuperato qualche posizione. Sono soddisfata della gara e della reazione. Siamo stati concentrati, focalizzati sull´obiettivo. Abbiamo lavorato da squadra e conquistato un bellissimo bronzo”.

Più felice di così non potrebbe essere il direttore tecnico Massimo Giuliani, artefice con lo staff di un piccolo capolavoro tattico: le due venticinque chilometri ancora da disputare e un medagliere che in quantità già eguaglia quello di Kazan 2015. “Avevamo provato questa formazione, con due femmine al via, già agli Assoluti. Abbiamo spiegato ad ognuna quali sarebbero stati i rispettivi avversari, una sorta di marcamento a uomo: Rachele è riuscita a tenere la scia dei migliori e Giulia, pur soffrendo un po´, ha tenuto botta. Federico e Mario avevano il compito di attaccare per recuperare il gap. Sono stati tutti all´altezza della situazione”.

Venerdì, partenza alle 8.30, le due venticinque chilometri con Simone Ruffini, campione del mondo uscente, Matteo Furlan, bronzo in carica, Arianna Bridi, già di bronzo nella 10 km, e l´oro di Barcellona Martina Grimaldi l´anno successivo al bronzo olimpico conquistato a Londra 2012.

Fonte: federnuoto.it

 

 

Intromissioni, ingerenze e tanto, tanto disordine. Eppure siamo in Germania. Al Bayern Monaco però sembrano avere le idee un po´ confuse. Al punto che il lavoro di Ancelotti, colpevole di non aver vinto il triplete al primo tentativo, viene analizzato al microscopio da tutti. Giornalisti, ex calciatori, e dirigenti. Ognuno dice la sua, quasi come fosse la verità assoluta. Il problema, in realtà, è che da Guardiola in poi il Bayern è stato sempre più “de-bavarizzato”, e ora che perfino Thomas Müller rischia di doversi accontentare di un ruolo marginale, c´è sempre più agitazione.

LA SITUAZIONE — Già l´anno scorso Müller ha giocato meno del solito. Oddio, 42 presenze stagionali non sono poche, ma nelle gare più importanti è sempre partito dalla panchina. È successo il 21 dicembre scorso, quando il Bayern giocò lo scontro diretto col Lipsia (che in quel momento era a pari punti coi bavaresi) e Thomas restò 90´ in panchina. È successo in Coppa di Germania, dove dagli ottavi in poi ha totalizzato appena 11´, ed è successo perfino in Champions League, dove ha giocato appena 4´ su 180 contro l´Arsenal, partendo dalla panchina pure contro il Real Madrid ai quarti. Ora con l´acquisto di James Rodriguez, pupillo di Carletto, la posizione di Müller potrebbe essere ancor più in bilico: come punta non può giocare (Lewandowski è insostituibile), sugli esterni non si trova ed è chiuso da Robben, Ribery e Coman, mentre sulla trequarti rischia di essere solo la terza scelta dopo Thiago e James appunto. E i puristi si agitano: troppo poco spazio per l´ultimo bavarese rimasto in rosa.

CRITICHE — Oltre ai media e ai tifosi, i quali si stanno interrogando sul ruolo di Müller, ieri perfino Matthias Sammer, che fino a un anno fa era direttore sportivo del Bayern (ruolo rimasto vacante), ha criticato apertamente Ancelotti: “Thomas non può giocare largo sulla fascia – ha spiegato -, gli manca il ritmo per farlo. Ogni tanto può partire largo e accentrarsi, ma non è quello il suo ruolo. Thomas è uno spirito libero e deve sentire questa libertà”. Secondo Sammer Ancelotti non sarebbe abituato ad allenare giocatori con le caratteristiche di Müller: “Probabilmente è un giocatore diverso da quelli che ha allenato fino ad ora, per questo non lo capisce. Ma Rummenigge e Hoeness dovrebbero trasmettergli l´ importanza di Muller per la storia di questo club. Lui è l´emblema della società, nonché il futuro”. Ancelotti però non ha apprezzato il commento di Sammer: “Nessuno mi deve spiegare né la storia del giocatore né quella del club”. E c´è anche una discussione interna. Perché dopo il ritiro di Lahm, Rummenigge vorrebbe che fosse Kimmich a ereditarne il ruolo. Confessione pubblica che però non è affatto piaciuta a Rafinha: “Credo che Rummenigge abbia dei compiti ben precisi. L´allenatore è Ancelotti, non lui. La formazione quindi la fa Ancelotti, non lui. Ho giocato 6 anni con Lahm e ho 200 presenze col Bayern. Ora spero di avere più spazio. Ne ho le qualità”. Intromissioni, ingerenze e tanto, tanto disordine. Perfino in Germania può tornare utile l´ordine di Ancelotti.

Fonte: gazzetta.it

 

La classe non è acqua. E di classe Raul Albiol ne ha da vendere. Il difensore spagnolo ha cominciato la sua quinta stagione con il Napoli con un solo obiettivo: vincere. È rimasto ancora in azzurro perché vuole sapere cosa si prova nel conquistare lo scudetto. Avrebbe potuto tranquillamente tornare in patria viste le varie offerte arrivate. Tra cui quella del Valencia. Ma con Sarri si trova bene, ha scoperto un calcio bello e non vede l´ora di concretizzarlo in successi. Sì perché è motivo di soddisfazione ricevere complimenti dal punto di vista dell´estetica della pedata ma quando poi vedi gli altri esultare ci resti male. Ecco, quindi, che Albiol si allinea a tutti quelli che hanno parlato di tricolore nel ritiro di Dimaro Folgarida. Dall´alto della sua esperienza sa che ci sono le premesse per arrivare prima di tutti. Al tempo stesso ha la consapevolezza che non sarà facile perché ci sono delle dirette concorrenti molto agguerrite. In primis la Juve. Bisogna stare attente anche alle due milanesi made in China e alla Roma che non si arrende mai. Qualcosa ha vinto Albiol in carriera. In Nazionale ha portato a casa due Europei e un Mondiale. Ha vestito la maglia del Real dopo essere stato protagonista con il Valencia e il Getafe. Quando giocava con quest´ultima rischiò di dire addio al calcio dopo un grave incidente automobilistico. Gli asportarono la milza ma la forza di volontà ebbe la meglio su tutto riuscendo a diventare un campione. Un campione che oggi si godono i napoletani.

Allora Raul è al suo quinto anno in maglia azzurra, può essere quello buono per lo scudetto?«Sì. Sappiamo che abbiamo una squadra per competere per lo scudetto. È difficile ma se ripetiamo il girone di ritorno con continuità tutto è
possibile. Ci sono Juve, Roma, Milan e Inter molto agguerrite e quindi desiderose di vincere e giocare in Champions».

Quanto è cresciuto il Napoli dal primo anno di Sarri ad oggi? «Molto. Siamo cresciuti tecnicamente e mentalmente. Lo abbiamo dimostrato nel girone di ritorno. Siamo preparati bene per competere per lo scudetto».

È motivo di soddisfazione ricevere i complimenti per esprimere il più bel gioco d´Italia e forse d´Europa?«Facciamo un bel calcio ma dobbiamo vincere qualcosa. Dobbiamo anche essere cattivi. Dobbiamo pensare a vincere e a raggiungere gli obiettivi alzando qualche trofeo. La squadra lo sa. L´anno scorso abbiamo giocato alla grande e siamo arrivati terzi».

Lei che ha vinto tanto sa cosa serve per il definitivo salto di qualità? «Serve continuare con questo lavoro. Bisogna sapere soffrire e lavorare con umilità. Dobbiamo credere che siamo forti. Dobbiamo fare uno sforzo tutti affinché si raggiunga l´obiettivo massimo».

Avete iniziato la preparazione così come avete fino lo scorso campionato: sereni, concentrati in gran forma e segnando molto…«Sì ma non mi fido di questo periodo, può tradire le attese. In estate si può fare fatica all´inizio e avendo subito il preliminare di Champions c´è il rischio di sbagliare. Ci giocamo un pezzo di stagione, serve concentrazione massima».

Il suo reparto, quello difensivo, è stato messo qualche volta in discussione per i 39 gol subiti. Come si può migliorare? «Alla fine la squadra ha fatto 86 punti. Con una brutta difesa non li fai. È stata una grande stagione. Possiamo migliorare. Il nostro gioco è d´attacco. L´obiettivo è aumentare i gol e abbassare il numero di reti subite».

Quanto è fondamentale Reina per questo Napoli? «Reina è importante per noi. È esperto. È la quarta stagione per lui col Napoli, lotta dentro e fuori dal campo. Ha le qualità per il nostro gioco. È fondamentale e speriamo che rimanga».

La Juve è ancora scioccata per il ko in Champions, la Roma si è indebolita e le due milanesi, anche se hanno comprato molto, devono prima assemblarsi. Il Napoli, invece, ricomincia con gli stessi uomini. È un vantaggio?
«È un vantaggio avere la stessa squadra. Ma stiamo attenti. Qualcuno pensa che abbiamo finito bene e e quindi lo scudetto ci spetta. Invece dobbiamo fare tanti punti. Dobbiamo lavorare molto di più dello scorso torneo».

A proposito, quanto perde la Juve avendo venduto Bonucci? «Era un giocatore importante per loro. Difficile, però, che uno solo faccia la differenza. Gli attaccanti possono cambiare la squadra. È più facile sostituire un difensore che un attaccante».

L´anno scorso di questi tempi c´era depressione a Dimaro. Oggi c´è entusiasmo e c´è stato un vero e proprio assalto di tifosi mai visto prima. Significa che la gente ci crede…«Per noi è importante che la gente è carica. Noi vogliamo regalare a tutti una gioia. Tutte le società vogliono vincere lo scudetto. Solo una squadra può festeggiare e spero sia la nostra».

Da difensore come spiega l´exploit di Mertens da prima punta?«Tutti sappiamo che era forte. Il primo anno con Benitez faceva la differenza dalla panchina. Ha sorpreso tutti ma sapevamo che era forte. Con le sue caratteristiche è riuscito ad integrarsi bene e a fare tanti gol».

Ad attenderla c´è gran parte della sua famiglia. Quanto conta per lei? «È importantissima. Voglio stare con loro tutto il tempo possibile. Per poter fare il mio lavoro ho bisogno di avere la serenità a casa e io ce l´ho».

Una moglie, cinque figli e qui c´è anche suo fratello Miguel, ma come fa a muoversi? «Ci vuole un pulmino…».

Perché non hai giocato contro il Carpi? «Doveva riposare un difensore e allora è toccato a me. L´altra volta è toccato agli altri. Un po´ di turnover».

Teme un po´ di sana concorrenza? «No, anzi è meglio per tutti. Il mister può stare tranquillo perché siamo ad alti livelli. Alla fine hanno qualità per poter portare benefici alla squadra».

Si è parlato tanto delle sirene spagnole. Ma quale è il suo futuro?«Sto bene qui, il mio pensiero è fare una grande stagione. Poi vedremo. Voglio vincere lo scudetto e poi ci penso».

Ma vorrebbe chiudere la carriera a Napoli? «Può darsi, qui o in Spagna. Vedremo. Ora voglio abbracciare la mia famiglia».

Fonte: tuttonapoli.net

 

 

Fra meno di dieci giorni spegnerà 40 candeline, ma non ha alcuna intenzione di lasciare i parquet e appendere le scarpe al fatidico chiodo. Manu Ginobili non lascia: dopo alcune settimane di riflessione, il playmaker argentino, lanciato dal basket italiano, ha deciso di continuare per un´altra stagione e, secondo quanto rivelato dall´emittente americana Espn, starebbe discutendo gli ultimi dettagli del prolungamento del suo contratto con i San Antonio Spurs.

PER GINOBILI 16ESIMA STAGIONE CON LA MAGLIA SPURS – Una notizia confermata poi da un tweet dello stesso campione di Bahía Blanca, in procinto di disputare quindi la sedicesima annata consecutiva con la franchigia texana e continuare ad essere un punto di riferimento nello spogliatoio della squadra di Gregg Popovich ed Ettore Messina: “Continuerò a indossare il numero 20 per un po´ di tempo! Resterò con gli Spurs per un´altra stagione”. Ginobili lo scorso anno aveva prolungato per una stagione a 14 milioni di dollari: l´ex giocatore della Virtus Bologna ha chiuso il 2016-17 con una media punti di 7.5 in 18.7 minuti. Con San Antonio ha vinto 4 volte l´anello (2003, 2005, 2007 e 2014) ed è stato tre volte All Star, totalizzando 992 partite di regular season e 212 di playoff. Ginobili appare nella Top 5 di franchigia in quattro voci statistiche: oltre a partite, punti (13.467), assist (3.838) e palle rubate (1.349).

ANCHE GASOL PRONTO A CONTINUARE CON SAN ANel frattempo arriva anche un´altra buona notizia per gli ´Speroni´, che in questa finestra estiva hanno perso Jonathon Simmons e Dewayne Dedmon e come principale acquisto hanno ingaggiato il 30enne Rudy Gay, oltre a Joffrey Lauvergne e Brandon Paul, vedendo però sfumare il

colpo Chris Paul, andato a Houston. Anche Pau Gasol, due volte campione NBA con i Los Angeles Lakers, firmerà un nuovo contratto con gli Spurs per rivestire la maglia nero-argento: il 37enne spagnolo è pronto a mettere la propria esperienza al servizio di San Antonio, squadra che guarda al futuro contando sul passato. Basterà nella Western Conference per riuscire a contrastare le superpotenze Golden State, Houston e Oklahoma City (ingaggiato Paul George)?

Fonte: sport.repubblica.it

 

 

La novità dell´ultima ora viene dalla Spagna e ha il clamoroso nome del centrocampista del Barcellona Andrès Iniesta. Secondo il quotidiano spagnolo “Don Balon”, solitamente ben informato sulle vicende blaugrana, l´Inter avrebbe già presentato al Barça una prima richiesta di informazioni.

Perché proprio Iniesta? Si tratta di uno dei centrocampisti più forti di sempre, dotato di un tasso tecnico elevatissimo e di una visione di gioco che ne fa uno dei registi – e degli incursori – più forti della sua generazione. Ma il Barcellona non sembra disposto a rinnovargli il contratto in scadenza nel 2018.

Motivi che hanno convinto il dirigente nerazzurro Sabatini a farsi avanti per presentare alla società blaugrana una prima, timida richiesta di informazioni per il 33enne.

L´Inter sembra disposta a offrire al giocatore una cifra superiore a quella eventualmente proposta dal Barcellona, che vorrebbe strappare al giocatore una firma “di compromesso” dato il rapporto che lega da sempre il calciatore alla società blaugrana.

Secondo quanto riportato da Sport Mediaset, potrebbe anche profilarsi un clamoroso scambio tra Inter e Barcellona. I catalani hanno intavolato una trattativa con il procuratore del centrocampista nerazzurro Kondogbia. Non si esclude dunque la nascita di un asse di mercato che potrebbe portare a un´affare che, se perfezionato, avrebbe dell´incredibile.

Fonte: ilgiornale.it

 

 

 

 

 

 

Pubblicato da Alessandro Lugli

Alessandro Lugli è nato a Napoli e ivi residente. Poeta, giornalista pubblicista e cantante. Direttore di vari blog da lui creati.