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Brasile-Peru-di-Coppa-America“Mi auguro sia una buona Italia, serve una buona Italia. L´Albania, al di là del valore tecnico, è una squadra di livello. Quanto saremo aggressivi, lo dirà il campo”. Lo ha detto Giampiero Ventura, in conferenza stampa, alla vigilia di Italia-Albania, a Palermo. “Mi hanno colpito la disponibilità e la voglia di partecipare dei giocatori, mi aspetto un passo avanti rispetto all´ultima partita, anche se questa volta l´avversario è diverso. Tengo molto a questa sfida, so quanto sia importante e difficile per noi”, aggiunge. “Se l´Albania centra il risultato entra nella storia, noi abbiamo grande rispetto dei nostri avversari. Vincere sarebbe importantissimo per noi, lo stesso cercherà di fare Gianni De Biasi. Sicuramente ci saranno albanesi allo stadio, non so quanti saranno, ma saranno tanti. A Genova erano di più. Mi hanno mandato tanti messaggi e mi hanno scritto degli amici: ´stiamo arrivando´”. Lo ha detto Giampiero Ventura, alla vigilia di Italia-Albania. “Non penso che la Spagna sia attesa da una partita facile, perché Israele ha perso solo contro di noi”, ha sottolineato il ct.
Nell´ultimo allenamento a Coverciano prima della partenza gli azzurri hanno lavorato al completo, presente in gruppo anche Leonardo Bonucci ormai recuperato dopo il virus influenzale (che gli ha fatto perdere due chili) che lo ha fermato due giorni fa. Il ct Ventura è sempre più intenzionato ad affidarsi al modulo 4-2-4, con De Rossi e Verratti davanti alla difesa e la coppia d´attacco formata da Belotti e Immobile.

Fonte: ansa.it

LOSAIL (QATAR) – Prepotente, imprendibile, Maverick Viñales domina la prima sessione di prove libere della nuova stagione e mette subito in chiaro le cose dopo aver strapazzato tutti nei test invernali: quest´anno il favorito per il titolo è chiaramente lui, il ventiduenne spagnolo che è appena arrivato alla Yamaha ma è come se quella moto gliel´avessero cucita addosso.

A lasciare a bocca aperta sono soprattutto i distacchi rifilati agli avversari e in particolare al suo compagno di squadra, Valentino Rossi, che ha chiuso nono ad un secondo e mezzo. Ma anche Marc Marquez, che pure ha chiuso secondo con la Honda, arranca a poco meno di 6 decimi: il campione del mondo uscente ha preceduto il suo storico “secondo”, Dani Pedrosa.

Poi tocca ad un´altra Yamaha ma satellite, quella di Folger. E a Jorge Lorenzo, comunque il migliore sulla Ducati, che nel finale aveva fatto emozionare tutti sul lungo rettilineo e per qualche momento il miglior tempo è stato pure suo, però era un´illusione: il maiorchino termina quinto a circa un secondo e 3 decimi, attenzione perché l´altra Rossa – quella di Andrea Dovizioso – finisce lontanissima, undicesima. Maluccio anche Andrea Iannone, solo tredicesimo con la Suzuki. Vale la pena di segnalare che da domani sul deserto del Qatar è prevista pioggia, e se fosse così questi tempi rischiano di essere decisivi per domenica, quando i primi dieci classificati passeranno direttamente alle Q2.

Viñales il modesto: “Ancora tanto da fare”. Maverick Viñales fa il modesto. “Il buon lavoro fatto nei test comincia a pagare, ma la strada è ancora lunghissima e non abbiamo corso neppure una gara”. Però non s´era mai visto nessuno dominare così. “Il passo è molto buono, nel finale abbiamo provato la gomma da gara e la moto ha risposto bene. Una domenica da solo al comando? “No, qui ci sono tanti piloti forti. E io dovrò fare grande attenzione”. Dalla felicità di Maverick alla delusione di Andrea Iannone: “Non ci aspettavamo di stare così indietro, anche se sapevo che c´era da lavorare. Non siamo a posto, per il momento non riesco a sfruttare le cose buone di questa Suzuki”. Andrea Dovizioso invece vede il bicchiere mezzo pieno: “Ho deciso di non usare la gomma morbida anche perché – visto il meteo – in gara metteremo la media. E allora va benino, perché sono rimasto abbastanza vicino a Viñales”.

Valentino: “Forse abbiamo risolto il problema”. “Niente di che”, riconosce Valentino. “Però nell´ultima parte abbiamo provato una modifica che mi è piaciuta: e se da domani continuiamo nei progressi, possiamo stare nel gruppo alle spalle di Viñales. Sì, perché Maverick in questo momento è troppo forte sul passo e nel giro secco”. Il Doc sostiene che con la gomma morbida montata nel finale le cose siano andate abbastanza bene e che il tempo poteva essere migliore, “però mi manca ancora qualcosa sul passo”. Le difficoltà patite durante i test invernali “ci hanno fatto perdere troppo tempo”, confessa, e allora nel box Yamaha ci sono 2 diversi telai per Rossi. “Vediamo di capire quale sia il migliore per superare i problemi che ho con la Michelin anteriore, che per il mio modo di guidare è troppo morbida. Speriamo di ritrovare presto il feeling”.

Lorenzo e la Ducati: “Serve più velocità”. Marquez si dice “abbastanza soddisfatto” anche se Maverick è andato “abbastanza veloce”. Se mente, il catalano sa farlo benissimo. “Rispetto agli ultimi test su questa pista sono comunque andato molto meglio: siamo lì, anche se ci sono ancora tante cose da fare”.

E Jorge Lorenzo? “Non male”, spiega il maiorchino della Ducati. “Pure se Viñales è parecchio lontano e anche le Honda di Marquez e Pedrosa sono andate forte”. A differenza di Dovizioso, lui ha messo le gomme ´morbide´. “Perché con le ´durè non ho abbastanza fiducia, e allora dobbiamo fare presto qualcosa per ritrovare un buon feeling: serve più velocità e costanza, dobbiamo risolvere i problemi in frenata”.

Fonte: repubblica.it/sport

MILANO – Non c´era nulla in palio al Mediolanum Forum, con il ritorno di Nicolò Melli da avversario come unico spunto tra due squadre già ampiamente fuori dalla corsa playoff. L´EA7 Emporio Armani Milano, decimata dalle assenze – fuori Dragic, Simon, Sanders, Cerella e Fontecchio – e tristemente ultima nella classifica dell´Eurolega, cede in casa al Bamberg di Andrea Trinchieri (anche lui ex Olimpia, una vita in panchina tra giovanili e prima squadra come assistente), che domina per larghi brani di gara prima dell´abbozzato tentativo di rimonta dell´Olimpia, guidata da Raduljica. Un sussulto che non basta: Milano perde 76-84.

LA PARTITA – Miniparziale milanese in avvio di gara, con Raduljica che domina nel pitturato (7-2). Causeur prende per mano i tedeschi per il primo sorpasso, controparziale Bamberg fino al 9-17 con Zisis, Melli e Staiger. Il Brose arriva anche al +15, aiutato dall´altro ex di giornata, Leon Radosevic. Alla prima sirena la sfida è già parzialmente compromessa (14-29), Hickman prova a tenere a galla l´Olimpia ma al Bamberg non manca la qualità di gioco: i tedeschi puniscono puntualmente la difesa milanese, all´intervallo lungo il distacco è praticamente immutato (36-50).

Agli ospiti basta gestire l´ampio vantaggio nella ripresa, anche se le bombe di Hickman e il canestro di Kalnietis riportano Milano a sole nove lunghezze (57-66 dopo il terzo quarto chiuso sul 52-64). Raduljica si infiamma nel finale, l´EA7 ci crede a 2′ dalla fine, volando a -5 (72-77). La tripla di Causeur gela le speranze di Pascolo e compagni, Zisis trova i punti della staffa.

EA7 EMPORIO ARMANI MILANO – BROSE BAMBERG 76-84
(14-29, 36-50, 52-64)
EA7 Emporio Armani Milano – McLean 8, Hickman 20, Kalnietis 8, Macvan 1, Pascolo 7, Cinciarini 9, Abass

4. All.: Repesa
Brose Bamberg – Causeur 17, Melli 9, Zisis 4, Nikolic 5, Staiger 6, Theis 8, Lo 7, Veremeenko, Miller 7, McNeal 12, Heckmann, Radosevic 9. All.: Trinchieri
Tiri: Milano 17/42 da 2, 8/26 da 3, 18/25 ai liberi; Bamberg 19/36 da 2, 10/21 da 3, 16/23 ai liberi
Rimbalzi: Milano 36 (13 offensivi), Bamberg 34 (5 offensivi)
Assist: Milano 17 (Hickman e Kalnietis 4) Bamberg 22 (Zisis 7)

Fonte: repubblica.it/sport

Il rugby francese è sull´orlo di una crisi totale, anzi, forse ha già passato il limite. Se ne parla da tempo, fra scandali di vario tipo, ma dopo l´enorme scalpore suscitato dalla annunciata fusione fra due delle squadre più famose e blasonate di Francia, Stade Francais e Racing Metro (per ora bloccata dallo sciopero dei giocatori e dall´indignazione dei politici parigini) il bubbone è scoppiato apertamente e oggi l´Equipe dedica al caso un lungo dossier.

Sotto accusa la crescita sregolata e selvaggia di uno sport che predicava rigore, sostegno e solidarietà e oggi conosce quasi ogni giorno un nuovo allarme: dai debiti che hanno travolto lo Stade Francais, all´uso di cocaina che secondo la stampa francese è ormai diffusissimo nei team, dall´utilizzo di doping pesante – vedi la positività ai corticosteroidi del divo neozelandese Dan Carter e dei suoi compagni di squadra al Racing Imhoff e Rokocoko resa pubblica a fine 2016, seguita da quella di Dulin e Nyanga dello scorso gennaio -; dalla disinvoltura con cui un altro mito ex All Blacks, Ali Williams, e del suo compagno del Tolone James O´Connors si sono fatti beccare ad acquistare di di cocaina in discoteca all´accusa di stupro mossa due giorni fa da una ragazza a sei giocatori del Grenoble che sono finiti sotto custodia della Polizia.

Notti brave, soldi spesi con troppa facilità da mecenati come Boudjellal a Tolone e Lorenzetti a Parigi, che hanno gonfiato gli stipendi attirando stelle straniere da tutto il mondo – e infatti la nazionale ne soffre – e creato ´bolle´ finanziare destinate ad esplodere come quelle dello Stade Francais (il budget medio di un club del Top14 è passato dai 2,6 milioni del ´98 ai 21,3 del 2015…). Sostanze stupefacenti più o menio ricreative che circolano anche con la funzione di ansiolitici per giocatori sottoposti a pressioni sempre più grandi, a traumi spesso sottovalutati che possono portare a danni permanenti. E poi le guerre di ´ego´ fra i vari Boudjellal, Lorenzetti e Bernard Laporte ex ct della nazionale diventato presidente della federazione che intende rivoluzionare il sistema, e i continui cambi di allenatori che fino a qualche anno fa erano impensabili nella palla ovale.

Il Top14 è l´equivalente della premier League nel calcio, attira grandi nomi e capitali enormi, fa gola a tv e appassionati ma rischia di implodere sotto il proprio peso. E soprattutto di perdere l´anima, il contatto con i valori e i principi che hanno sempre rappresentato la forza di uno sport che oggi non può certo fare la morale al calcio sul piano dei comportamenti, della integrità morale e del fair-play finanziario. «Mi chiedo se questo è ancora rugby», ha dichiarato Jean Monribot, capitano del Bayonne, che in campo pochi giorni fa ha incitato i compagni a ribellarsi «a questo professionismo di merda». Ormai, secondo Monribot, «conta solo avere un contratto, dei soldi, e se hai quelli sei costretto a essere in forma ogni domenica. L´elemento umano e dei sentimenti non c´è più e noi giocatori abbiamo l´impressione a volte di essere trattati come bestiame».

Fonte: lastampa.it

Piero Calabrò, magistrato per 37 anni, ora presidente della Commissione Rischi della Figc e presidente di SDL Centrostudi, il giovane team che sfida gli illeciti bancari a danno dei correntisti italiani, nonché attivissimo calciatore e organizzatore di eventi benefici e di legalitá in tutta Italia con la Nazionale Magistrati.

Buongiorno Calabrò, la vicenda “biglietti” che coinvolge la Juventus si sta evolvendo. E´ arrivato, per esempio, un deferimento di una certa gravità, che parla apertamente di rapporti di collaborazione con la criminalità organizzata. Cosa ne pensa?

«Penso che la Juventus e in particolare il suo presidente abbiano giustamente rifiutato una richiesta di patteggiamento iniqua arrivata dalla Procura Figc. A me risulta che il procuratore federale abbia proposto un´inibizione di un anno che, al di là dell´implicita assunzione di responsabilità, rappresenta un´oggettiva ammissione che non ci sarebbe stata solo la vendita di biglietti al di là delle regole formali, ma qualcosa di più grave, qualcosa che nessuno vorrebbe ammettere. Oltretutto un´inibizione di quel genere potrebbe avere conseguenze pratiche minime in Italia, ma ne avrebbe ben altre a livello internazionale, nel quale Agnelli ricopre ruoli importanti . Correttamente, a mio parere, la proposta di patteggiamento è stata rifiutata e così è arrivato, quale ovvia conseguenza, un deferimento di quel genere, coerente con la proposta di patteggiamento. Ma, vorrei richiamare l´attenzione, sul fatto che in Italia qualsiasi processo prevede che la pubblica accusa sia una “parte del processo”, non è un elemento giudicante e neppure super partes. Insomma, quello che dice la Procura non ha più valore di quello che dice la difesa, sarà un organo terzo che deciderà. Riportare e rimarcare in modo eccessivo la richiesta dell´accusa è contrario ai principi stessi della giustizia e del processo».

Forse se ne parla perché l´accusa è clamorosa: “collaborazione con la N´drangheta”.

«C´è una cosa che non mi quadra. Finché si tratta di illeciti sportivi, gli unici che rientrano nelle competenze della giustizia sportiva, riconosco agli organi la competenza non solo di decidere, ma anche di parlare. Ma quando si tratta di abbozzare una complicità di qualsiasi voglia natura con la criminalità organizzata, in particolare con la N´drangheta, non esiste alcuna competenza giuridica da parte della giustizia sportiva. Si pensi che neppure i giudici ordinari possono occuparsi di mafie, compito riservato alle sole Procure distrettuali antimafia (in generale una sola Procura all´interno di ogni regione). Insomma, se l´unica istituzione deputata a occuparsi di mafie, in questo caso la Procura di Torino, non ha ritenuto esistere alcun accostamento rilevante fra la Juventus e la N´drangheta, io credo che l´organo di giustizia sportiva non possa farlo, nemmeno de relato. E´ un modo di procedere che mi sorprende come ex magistrato».

Eppure in questo momento l´opinione pubblica associa in modo molto naturale la Juventus e la N´drangheta.

«Ne approfitto per dire qualcosa di scomodo, forse. Credo che questa situazione, soprattutto a livello mediatico, stia facendo un grande favore proprio alla N´drangheta, che agli occhi di chi deve sottomettersi a lei assume un potere virtuale che non ha. La N´drangheta non è fatta solo di spacciatori o assassini, ma anche di colletti bianchi che vogliono penetrare nei gangli dell´economia. Questo potere di infiltrazione viene aumentato dall´idea che la N´drangheta abbia contatti perfino con la Juventus. E questo meccanismo mentale non lo sto inventando io, ma l´ho appreso da magistrati come Piero Grasso, Giancarlo Caselli o professori che studiano il fenomeno come Dalla Chiesa, che io invito per incontri con l´imprenditoria lombarda per spiegare il fenomeno di infiltrazione nell´economia del Nord Italia».

Da presidente della Comissione Rischi del calcio non crede tuttavia che, N´drangheta o meno, ci sia un rapporto da rivedere fra le curve, spesso ricettacolo di criminalità non necessariamente organizzata, e le società di calcio?

«La commissione rischi del calcio ha già esaminato questa problematica sotto il profilo del contrasto alla violenza negli stadi e in primis riguardo ai rapporti tra società calcistiche e gruppi ultrà o organizzazioni similari. Il problema è delicatissimo ma non di difficile soluzione, a patto di una partecipazione attiva e fattiva dello Stato. Tutto è legato all´impegno dello Stato, che in questi ultimi dieci anni si è fortemente dispiegato nella produzione normativa. Purtroppo, però, approvare una legge non costa niente, mentre quello che è necessario è l´investimento in sicurezza, invero assai carente. Lo Stato ha abdicato, per ragioni economiche, in materia di sicurezza e prevenzione. E il calcio ne ha pagato le conseguenze. Nelle curve, per esempio, sarebbe necessario anche un lavoro di intelligence per sapere se i personaggi che frequentano le curve abbiano problematiche o contatti con la criminalità. Questo è un lavoro costoso e per mille ragioni deve essere fatto dallo Stato, non dai club che, al massimo, possono mettere in campo un investigatore privato».

Oppure trattare…

«Nella difesa di Agnelli e della Juventus è stato sottolineato che la vendita dei biglietti agli ultrà è servita per calmare e per controllare, non per soggiacere a ricatti di vario genere. Ma questo denota la mancanza di prevenzione di chi deve garantire questa sicurezza».

Quanto è esteso e pericoloso il fenomeno? La sensazione che si sta dando è che sia un problema solo della Juventus.

«La diversità di trattamento è palese. Anche perché mi è stato riferito da presidenti di società importantissime che in alcuni degli stadi delle società più importanti d´Italia non solo esistono esponenti della criminalità, ma gestiscono prostituzione e spaccio di droga. Perché di tutto questo non emerge una volontà di approfondimento da parte delle Procure, ordinarie o sportiva ? I club non hanno poteri formali e reali per limitare quanto avviene. In una mia relazione che ha girato l´Italia ed è finita sui tavoli della Figc, del Coni e sulle riviste giuridiche, scrivo che la Procura di Napoli ha denunciato come alcuni elmenti entrassero allo stadio San Paolo bypassando i tornelli e facendo ogni tipo di altra azione poco commendevole. Per non parlare delle serie minori nelle quali questa penetrazione pesante della criminalità organizzata arriva a imporre presidenti o servizi all´interno dello stadio: si arriva cioè a una vera dittatura di questa marmaglia. Di fronte a tutto ciò non mi sembra di assistere a un proliferare di interventi repressivi o preventivi dello Stato o a provvedimenti sportivi di alcun genere. Invece siamo qui a parlare di biglietti, che di per sé è una cosa risibile, perché vorrei conoscere i numeri di questo presunto business: non credo che abbia cifre così golose per la criminalità organizzata».

Detto ciò, rimane il fatto che ci sono stati incontri fra il presidente della Juventus e gli esponenti della curva, alcuni dei quali con gravi precedenti penali. E´ il caso di organizzare questi incontri a così alto livello?

«Ogni cosa è figlia del momento in cui avviene. Quando la Juventus ha realizzato lo Stadium, voleva dare un esempio esterno di bellezza estetica e solidità economica, voleva dare un segnale di curve pacificate, di ritrovata unità di intenti tra club e tifosi. Nella volontà di fare uno stadio bello e accogliente per tutti si è ecceduto nel tentare di marginalizzare i rischi, dando un contentino anche a chi potenzialmente poteva turbare questa rinnovata situazione e probabilmente qualche imprudenza da questo punto di vista può essere stata realizzata. In futuro sarebbe meglio evitarlo, anche se torniamo al discorso dell´impegno dello Stato sul tema. E comunque, proprio la realizzazione dello Juventus Stadium sarebbe stato il vero affare appetibile per la Ndrangheta: il fatto che la società non sia stata neppure sfiorata da indagini o sospetti al riguardo, credo sia la miglior dimostrazione della assurdità di certi accostamenti”

Fonte: tuttosport.com

Secondo turno amaro per la tennista azzurra Sara Errani al torneo di Miami. La 29enne romagnola, numero 102 Wta -rientrata nel circuito a Indian Wells dopo lo stop per l´infortunio all´adduttore della coscia destra rimediato in Fed Cup- ha infatti perso per 4-6 6-4 7-5, dopo due ore e tre quarti di partita, con la cinese Shuai Zhang, 28enne di Tianjin (33) e 30esima testa di serie. Sara ha fallito un match-point sul 5-2 del set decisivo. Oggi esordisce nel torneo la 34enne Roberta Vinci, numero 30 del mondo, che affronterà la 20enne americana Taylor Townsend (111). Le due non si sono mai incontrate. La prima testa di serie del torneo di Miami è la tedesca Angelique Kerber, appena tornata numero uno della classifica mondiale, la seconda favorita è la ceca Karolina Pliskova, numero 3 Wta, seguita nel seeding da Simona Halep e Dominika Cibulkova.

Fonte: corrieredellosport.it

Irresistibile Totti, ieri sera ha infiammato l´Intervista di Maurizio Costanzo e stamattina è stato il super ospite dell´Edicola Fiore di oggi. Prima in regia e poi lo show in “studio”: “Vieni a fare il vecchio in panchina con noi” l´invito di Fiorello al capitano della Roma “tanto so´ abituato” ha subito risposto il n.10, chiaro riferimento al suo scarso utilizzo in campo negli ultimi mesi.

SPASSOSO — Totti a Fiorello non ha mancato di svelare il suo pronostico sulla nazionale impegnata stasera a Palermo con l´Albania “vince l´Italia 2-0 – dice il capitano giallorosso – gol di Belotti e De Rossi”. Poi gli auguri a Buffon per le mille partite proprio in occasione della gara degli azzurri. “Gigi è un grande, tanti auguri. A lui in carriera dieci-quindici gol li ho fatti, ma non solo alla Juve, anche quando stava al Parma. Come si segna a Buffon? Tiro sui cog?” ha scherzato ancora Totti. E mentre Fiorello lo fa giocare con la jingle machine, il capitano legge un´ultima ora del “sequel” del Gladiatore con una doppia foto di Russell Crowe protagonista del film e poi versione beach in evidente sovrappeso. “Al mio segnale scatenate la porchetta” scherza Fiorello.

QUARTO FIGLIO? — In collegamento via Ipad anche il regista Giovanni Veronesi, juventino ma estimatore di Totti: “È un grande attore” dice rivolgendosi al n.10 romanista. Lo show è andato avanti anche con il collegamento telefonico con l´imitatrice Gabriella Germani che ha interagito con Totti nelle vesti prima della Merkel e poi della sindaca di Roma, Virginia Raggi. Spazio anche alla vita privata: “Pronto per il quarto figlio?” chiede Fiorello. “Io ci lavoro, bisogna vedere che dice lei”, sorride Totti. Nella parte che andrà in onda stasera Fiorello annuncia una performance canora con il capitano: “Si suona e si canta De Gregori, con Totti al piano?”.

FAZIO: “VOGLIAMO IL 1° POSTO” — “Sappiamo che il derby è importante per la gente, ma adesso pensiamo solo all´Empoli. Anche perché il giorno dopo c´è Napoli-Juve e noi vogliamo guardare sempre avanti, puntiamo alla prima posizione”. Federico Fazio, ai microfoni di Roma – Radio, parla degli obiettivi della Roma e conferma come a Trigoria allo scudetto ci credano ancora tutti e anche se non dice apertamente di tifare Napoli fa capire come al San Paolo non voglia la vittoria della Juventus: “Abbiamo giocato tante partite e le gambe lo hanno sentito, adesso ci siamo rialzati, vogliamo vincere tutte le gare che ci saranno da qui alla fine ed è il nostro unico pensiero. Per questo pensiamo a chi ci sta davanti e non dietro”. Il difensore della Roma, prima dell´amichevole a porte aperte di oggi pomeriggio a Trigoria (stamattina solo palestra poi due giorni di riposo), conferma: “Mi dispiace tanto che siamo usciti dall´Europa League, pensavo potessimo arrivare in fondo, ma ero e resto convinto che possiamo vincere qualcosa ancora. So che tutti pensano al derby di Coppa Italia contro la Lazio, ma prima c´è l´Empoli in campionato e noi dobbiamo restare concentrati”.

FIORETTO — Alla semifinale di ritorno lui ci crede, e fa anche un fioretto: “Se passiamo il turno per un mese non mangio la mia cosa preferita, il dulce de leche ma, ripeto, guai a distrarci con l´Empoli perché il campionato non è finito e noi miriamo al primo posto. Tutta la squadra ne è convinta”.

Fonte: gazzetta.it

La Colombia ha battuto la Bolivia 1-0 in una gara valida per le qualificazioni mondiali dell´America del sud. Decide la rete su rigore dell´attaccante del Real, James Rodriguez, al 38´ del secondo tempo. Si fa male invece Muriel: il giocatore della Samp è stato infatti costretto a uscire per un infortunio dopo mezzora di gioco.

Fonte: ansa.it

Se Argentina e Brasile la vedono come una brutta notiiza, in casa Juve sicuramente tirano un sospiro di sollievo: Higuain e Dani Alves, infatti, impegnati con le loro Nazionali per le qualificazioni a Russia 2018, sono stati ammoniti e, in quanto diffidati, salteranno il prossimo match delle rispettive selezioni. Probabile, a questo punto, che Allegri posso riabbracciarli a Vinovo prima del previsto: di certo li ritroverà più freschi e riposati.
Un cartellino giallo che inguaia Bauza ma consentirà al tecnico della Juve di avere un Higuain meno stanco in vista della ripresa del campionato: nella sfida tra l´Albiceleste e il Cile, infatti, il Pipita, diffidato, ha rimediato un´ammonizione che lo costringerà a saltare la gara contro la Bolivia. Un guaio per l´Argentina che sta cercando faticosamente di conquistarsi la qualificazione ai prossimi campionati del mondo. Non ne sarà di certo rattristata, invece, la Juve anche perché la trasferta in Bolivia è storicamente nota per le sue difficoltà anche dal punto di vista climatico evitando la quale, Gonzalo potrà sicuramente presentarsi in condizioni migliori in vista della super sfida contro la sua ex squadra, il Napoli, in programma il 2 aprile. Probabile, a questo punto, che Higuain anticipi i tempi del suo rientro a Torino.

Nel frattempo, per ovviare alla sua assenza, il ct Bauza ha deciso di convocare Lucas Alario, attaccante classe 1992 del River Plate e autore, fin qui, di 6 reti nel campionato argentino. Altra porta sbattuta in faccia, dunque, a Mauro Icardi che a questo punto nelle gerarchie si vede superare oltre che da Pratto anche da Alario, la cui convocazione è stata annunciata al termine della sofferta gara vinta contro il Cile.

Nella stessa situazione del Pipita si trovano anche Dani Alves, ammonito durante Uruguay-Brasile e dunque indisponibile per la partita della Nazionale verdeoro contro il Paraguay, e Lucas Biglia: il capitano della Lazio, compagno di squadra di Higuain nell´Argentina, è stato a sua volta sanzionato e sarà indisponibile per la trasferta in Bolivia.

Fonte: sportmediaset.mediaset.it

Dominio Brasile, c´è poco da dire sul successo contro l´Uruguay. Ma il 4-1, per quanto netto, è figlio di una partenza non impeccabile della Seleção che parte male e regala il gol a Cavani. Poi inizia a giocare e soprattutto inizia a farlo Neymar, immarcabile. Con Tite la musica è totalmente cambiata: 7 partite – 7 vittorie, 21 gol fatti solo 2 subiti (di cui un autogol e Cavani su rigore).

Dopo il 3-0 all´Argentina, questo risultato dimostra che sono tornati a dominare in Sud America. E´ stato ammonito Dani Alves, diffidato salterà la gara contro il Paraguay. Una buona notizia per la Juventus.

Tripletta per Paulinho che dopo aver fallito in Inghilterra si è rilanciato in Cina. Soprattutto ha rilanciato il suo conto in banca. L´Uruguay aveva sempre vinto in casa in queste qualificazioni, solo 1 gol subito. In totale non perdeva da 14 partite. 0-1 vs Argentina (Bolatti).

Per Cavani sono 9 gol in queste qualificazioni, miglior marcatore. In stagione sono 46 gol in 48 partite. Per Tabarez, quella di oggi è stata la partita numero 168 sulla panchina dell´Uruguay. Diventa così il Ct più longevo nella storia del calcio. Superato Herberberger.

Le altre: Paraguay ok, Venezuela-Perù pari inutile – Nelle altre partite di qualificazione ai Mondiali 2018 il Paraguay ha superato 2-1 l´Ecuador, mentre Venezuela e Perù hanno pareggiato 2-2.

Ad Asunciòn vittoria importantissima per il Paraguay, che con la vittoria sull´Ecuador terzo in classifica del girone sudamericano, si porta a soli due punti dal quinto posto, ultimo utile per arrivare ai Mondiali attraverso gli spareggi. Brunzo Valdes porta in vantaggio l´Albirroja al 12´ in una mischia nata da un calcio di punizione di Iturbe. Al 65´ arriva il raddoppio con Junior Alonso. Inutile l´1-2 su rigore di Caicedo che accorcia soltanto le distanze per l´Ecuador.

Un pari che non accontenta nessuno tra Venezuela e Perù, con i padroni di casa ancora relegati all´ultimo posto e i peruviani terzultimi. Nel primo tempo ottima prestazione di Romulo Otero, che propizia il gol del vantaggio di Villanueva al 24´ e poi firma personalmente il raddoppio con un tiro dalla distanza al 40´. Nella ripresa il Perù rialza la testa e trova la rimonta: prima accorcia Carrillo su assist di Cueva al 46´. Al 64´ arriva il pareggio di Guerrero su cross da calcio d´angolo. Nell´ultimo quarto d´ora una clamorosa occasione per la “Vinotinto” sprecata da Rondon, ma in pieno recupero Cueva spreca una grande chance per il Perù.

Fonte: sport.sky.it

 Brasile batte 1-4 l’Uruguay e si conferma primo in classifica nelle qualificazioni della Confederazione sudamericana di calcio (Conmebol) per i Mondiali 2018. A Montevideo i padroni di casa si sono prima portati avanti con un rigore segnato da Edison Cavani, poi gli ospiti sono dilagati con tripletta di Paulinho e gol di Neymar.

Nelle altre partite della tredicesima giornata l’Argentina ha vinto 1-0 contro il Cile con rigore di Lionel Messi, il Paraguay ha superato 2-1 l’Ecuador, Venezuela e Perù hanno pareggiato 2-2 e la Colombia ha battuto la Bolivia 1-0.

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Pubblicato da Alessandro Lugli

Alessandro Lugli è nato a Napoli e ivi residente. Poeta, giornalista pubblicista e cantante. Direttore di vari blog da lui creati.