NOTIZIE SPORTIVE

Soccer: Serie A; Frosinone-CrotoneLa quarta giornata delle qualificazioni europee al Mondiale 2018 in Russia si chiude oggi con in campo le nazionali dei gruppi A, B e H. Ecco come sono andate le partite.

GRUPPO A — L´Olanda torna alla vittoria e aggancia la Svezia al secondo posto a 7 punti, 3 in meno della Francia capolista.

Bulgaria-Bielorussia 1-0: la Bulgaria vince la sua seconda partita nel girone e sale a 6 punti. Decide un colpo di testa di Popov al 10´ su assist di Delev.

Lussemburgo-Olanda 1-3: la nazionale di Blind porta a casa il secondo successo in 4 partite. Robben festeggia col gol il ritorno in nazionale dopo un anno, portando avanti gli Oranje al 35´ con un sinistro preciso, ma al 44´ arriva il pari di Chanot su rigore. Poi sale in cattedra Depay, entrato a inizio ripresa: al 58´ sigla il nuovo vantaggio olandese e all´84´ mette al sicuro i 3 punti su punizione.

GRUPPO B — Vola la Svizzera: contro le isole Far Oer la selezione di Petkovic centra la quarta vittoria su quattro e comanda con 12 punti. Il Portogallo resta secondo a -3, l´Ungheria è terza.

Ungheria-Andorra 4-0: il muro di Andorra regge fino al 34´, quando Gera ribadisce in rete un pallone deviato centralmente da Gomes in uscita. Nove minuti dopo arriva il raddoppio di Lang; nella ripresa, al 73´, il tris di Gyurcso (esterno destro su assist del solito Gera) e il poker di Szalai con un colpo di tacco all´88´
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Svizzera-Far Oer 2-0: la Svizzera chiude anche la pratica Far Oer e Stephan Lichtsteiner entra nel tabellino dei marcatori, firmando il gol della sicurezza. Apre al 27´ Derdiyok, che di sinistro sfrutta un gran lancio di Behrami, chiude lo juventino all´83´ con un colpo di testa su traversone di Rodriguez. Due i legni colpiti dai padroni di casa, con Djourou e Mehmedi.

Portogallo-Lettonia 4-1: serata ricca di colpi di scena per Cristiano Ronaldo. CR7 sblocca su rigore la gara con la Lettonia, poi centra il palo con un secondo penalty e arriva, inaspettato, il pari ospite con Zjuzins. Al 70´ i campioni d´Europa rimettono la freccia con un colpo di testa di William Carvalho, poi allungano con Ronaldo (che centra anche una traversa) e chiudono con la rete di Bruno Alves.

GRUPPO H — Belgio solitario in vetta a punteggio pieno, la Bosnia spreca l´occasione di agganciare la Grecia, che ora è a -2 dal primo posto. Nello scontro tra fanalini di coda sorride Cipro: primi tre punti in queste qualificazioni.

Cipro-Gibilterra 3-1: padroni di casa avanti al 29´ con Laifis, che segna sugli sviluppi di un calcio di punizione, ma al 51´ Casciaro sfrutta un pasticcio del portiere Panayi e firma il pari. Al 65´, la difesa di Gibilterra ricambia la cortesia: sul cross di Christofi dormono in tre e Sotiriou infila il 2-1.Sielis di testa arrotonda a 3´ dalla fine.

Belgio-Estonia 8-1: prima tripletta in nazionale per Mertens, sia pure con l´aiuto di varie deviazioni della malcapitata difesa estone. Lukaku segna gli ultimi due gol del match, Meunier il primo di testa, e c´è gloria anche per Hazard e Ferreira Carrasco. Estoni a bersaglio con Anier.

Grecia-Bosnia 1-1: che partita al Pireo. La Bosnia si illude con una punizione di Pjanic che sbatte sul palo, poi su Karnezis e s´insacca, ma la Grecia reagisce e Fortounis centra il palo dalla distanza. Pjanic spreca il raddoppio, poi il match s´incattivisce: Dzeko, già ammonito, “sveste” un avversario e viene espulso. Nella rissa che ne nasce, rosso anche per Papadopoulos. Quando sembra fatta per la Bosnia, Tzavellas trova il bolide dell´1-1 al 95´.

Fonte: gazzetta.it

Sotto il diluvio di Interlagos la spunta Hamilton che vince il suo primo GP del Brasile. In una gara matta, sospesa per due volte per troppa acqua in pista, Rosberg riesce a difendersi e chiude secondo, rinviando tutti i discorsi per il titolo ad Abu Dhabi (367 punti Nico, 355 Lewis). Uno straordinario Max Verstappen sale sul podio nonostante l´errore di strategia del suo team. Male le Ferrari: Raikkonen fuori nei primi giri, Vettel solo quinto. Quarto Perez.

Tre ore e un quarto di gara, due sospensioni più quattro ingressi della Safety Car. La combinazione Interlagos più pioggia regala un altro Gran Premio dai mille imprevisti che però lascia tutto in sospeso per l´assegnazione del titolo di campione del mondo. Si parte con la Safety Car e pronti via Max Verstappen si beve Kimi Raikkonen con il primo di una serie di sorpassi da fenomeno. Le Ferrari invece con il bagnato fanno fatica e Vettel va subito in testacoda finendo diciannovesimo. Alla seconda ripartenza Raikkonen si schianta in rettilineo rischiando un brutto incidente con le macchine dietro che passano senza vederlo. Il botto del ferrarista mette paura al commissario di gara Charlie Whiting che sospende il Gran Premio per due volte in pochi giri. Il pubblico fischia, i piloti chiedono di correre, ma l´acqua in pista è tanta. Alla fine arriva la decisione più giusta: si torna in macchina per regalare un grande spettacolo ai tifosi.

Lo spettacolo più grande di sicuro lo regala Max Verstappen che riesce anche a superare Nico Rosberg, mettendo in pericolo le sue ambizioni di titolo. Solo una scelta sciagurata della Red Bull non gli permette di lottare con le Mercedes. Nel momento in cui la pioggia sta aumentando, Max viene richiamato ai box per mettere le intermedie. Il baby fenomeno però non si scoraggia e alla fine rimonta fino al podio che vale il sorpasso su Raikkonen in classifica. Rimonta che non riesce a Ricciardo (8°) vittima della stessa strategia suicida del suo team.

Hamilton sotto la pioggia è il solito fenomeno, mai un errore, mai una sbavatura, una prima posizione mai messa in dubbio. Nico Rosberg però, oltre a ringraziare gli strateghi della Red Bull, deve ringraziare il suo self control tedesco che gli permette di gestire tutti gli imprevisti e di chiudere con un rassicurante secondo posto. Ad Abu Dhabi sarà sufficiente una terza posizione per vincere il titolo, una missione assolutamente alla sua portata. La Ferrari butta via un´ottima qualifica perché l´SF16-H si conferma non al livello dei diretti concorrenti con condizioni di pista bagnate. Vettel fa una buona rimonta fino al quinto posto, ma Verstappen che lo passa all´esterno e poi lo accompagna fuori pista è un ricordo piuttosto umiliante. Sotto il diluvio emergono le prestazioni di Sergio Perez quarto con la Force India e Carlos Sainz sesto con la Toro Rosso. In questo turbinio di emozioni c´è anche il tempo per commuoversi di fronte all´addio di Felipe Massa. Il brasiliano va a muro nella seconda metà di gara, scende dalla macchina e riceve una standing ovation dai tifosi e da tutti i meccanici. Per lui è l´ultima gara sul circuito di casa di Interlagos.

Fonte: sportmediaset.mediaset.it

Settima giornata del campionato italiano Serie A1 di basket tra domenica 13 e lunedì 14 novembre.
Ecco i risultati:

Domenica 13 novembre
Avellino-Reggio Emilia 81-86
Venezia-Pistoia 74-62
Brindisi-Brescia 83-91
Cantù-Caserta 82-83
Pesaro-Varese 83-87
Capo d´Orlando-Cremona 79-76
Ore 20.45
Milano-Sassari 86-77

Lunedì 14 novembre ore 20.45
Trentino-Torino

Fonte: radiosportiva.com

Nove settembre 2006, a Parigi si gioca Francia-Italia, parte la corsa ad Euro 2008. Gli azzurri con la testa sono ancora alla finale mondiale di Berlino di due mesi prima, vinta ai rigori proprio contro i transalpini: Donadoni ha rilevato Lippi nel ruolo di ct ed ha il compito, storicamente difficile in casa azzurra, di gestire i postumi del trionfo. I francesi inoltre hanno una voglia matta di rivincita, il pubblico li spinge, finisce 3-1 una partita con poca storia. La solita Italia che si rilassa, senatori appagati ecc. Se ne sentono tante dopo quella sconfitta, eppure… Da quel ko, l´Italia ha giocato ben 54 partite senza mai uscire sconfitta nelle qualificazioni: 40 vittorie e 14 pareggi. Spagna, Germania, Inghilterra, Francia, Olanda: le altre big del calcio europeo hanno numeri lontanissimi.

UEFA: “OBAMA ERA UN SENATORE…” – Un record che non è passato inosservato. Tant´è che sono arrivati i complimenti direttamente dalla Uefa, che ci ha anche scherzato su: “Barack Obama – si legge sul sito della Federcalcio europea – era ancora soltanto un senatore l´ultima volta che gli Azzurri sono stati battuti in una gara ufficiale al di fuori di un torneo finale. E´ successo più di 10 anni fa, il 6 settembre 2006, quando la Francia si è presa la rivincita della finale persa pochi mesi prima nella Coppa del Mondo”.

INGHILTERRA SEGUE A 33 GARE – E´ vero che dopo il trionfo di Germania 2006, per l´Italia non sono arrivate grosse soddisfazioni nelle fasi finali di Mondiali ed Europei: unica eccezione la cavalcata continentale in Ucraina e Polonia chiusa con la sconfitta in finale con la Spagna. Però da Donadoni al ritorno di Lippi, da Prandelli a Conte fino al fresco ciclo di Ventura, il denominatore comune di tutti i ct è stata l´imbattibilità nelle partite di qualificazione. Si tratta di un record ancora più corposo considerando che solo altre due nazionali sono in doppia cifra a riguardo: la Spagna, per anni punto di riferimento, è imbattuta da 12 gare, ma ancora più vicino all´Italia c´è l´Inghilterra, che non perde da 33 partite e oltre sette anni. L´ultima sconfitta degli inglesi risale infatti al 2009, quando persero 1-0 contro l´Ucraina.

I PROSSIMI IMPEGNI – Per gli azzurri ora, dopo il doppio impegno casalingo contro Albania e Liechtenstein (rispettivamente il 24 marzo e 11 giugno) ci sarà il banco di prova chiave il 2 settembre 2017, quando ci sarà la durissima trasferta in Spagna nel match probabilmente decisivo per l´accesso diretto a Russia 2018.

Fonte: repubblica.it/sport

La Repubblica Ceca vince – per il terzo anno di fila – la Fed Cup: nella finale disputata a Strasburgo Karolina Pliskova e Barbora Strycova si sono imposte per 7-5 7-5, dopo due ore ed otto minuti di battaglia, nel doppio decisivo su Caroline Garcia e Kristina Mladenovic.
In precedenza – nel giorno delle commemorazioni degli attentati di Parigi dello scorso anno, in un´atmosfera particolare e con in tribuna la storia del tennis francese (da Mary Pierce a Nathalie Dechy, da Yannick Noah a Nathalie Tauziat) – la Garcia aveva battuto per 6-3 3-6 6-3, in un´ora e 54 minuti di gioco, Karolina Pliskova, portando in vantaggio le padrone di casa, mentre la Strycova, aveva rimesso tutto in discussione superando per 6-2 7-6 (4) Alize Cornet.
La prima giornata si era chiusa in parità: al successo di Karolina Pliskova, che nel primo singolare si era imposta per 6-3 4-6 16-14, in tre ore e 48 minuti, su Kristina Mladenovic, aveva risposto Caroline Garcia, aveva battuto 7-6(6) 6-3 Petra Kvitova.

Fonte: ansa.it

L´emozione è il tempo interminabile dell´avvicinamento. Non c´è gusto se la conquista è data per scontata e se non si apprezza, giornata dopo giornata, il senso dell´impresa. Pensare al traguardo che la Juve potrebbe tagliare al termine di questa stagione, con il sesto scudetto consecutivo, mette i brividi perché nessuno, nei quattro maggiori campionati europei (Inghilterra, Spagna, Germania e Italia), c´è mai riuscito. Massimiliano Allegri, che sa emozionarsi, ha ben chiaro questo percorso e ha ragione nel fermare il pericolo numero uno: la fretta.

ALLEGRI ESCLUSIVO SU TUTTOSPORT
Stesso discorso per la Champions: l´aspettativa che produce stress. Sbagliato farsi consumare quando tutto è ancora aperto e in evoluzione continua. L´allenatore della Juve è uomo che conosce il valore del tempo. C´è un tempo per tutto. Per i giovani, per i “senatori”, per il mercato. C´è un tempo per vincere (l´anno scorso lo ha dimostrato contro ogni falsa partenza e qualsiasi statistica) e uno per parlare, anche quando si ha rabbia in corpo e vanno misurate le parole. Ad Allegri piace amministrare campioni, perché la qualità può esprimersi solo nei tempi giusti. C´è un tempo per la compostezza e uno per la disciplina, come per la gioia e per l´ironia.

TUTTO SULLA JUVENTUS
Guai a sbagliare il tempo. Viene prima di ogni schema. E´ un modo diverso di concepire il calcio. Non c´è dogma, ma superamento di ogni schematismo. La genialità al servizio dell´equilibrio, il ragionamento che forma la regola con continue sovrapposizioni di idee. Carisma, conoscenza, confronto, le tre “C” che eliminano ogni futile antagonismo. Allegri è inventore di una formula nuova. Inutile fare paragoni.

Fonte: tuttosport.com

Gian Piero Ventura ha parlato a Milanello alla vigilia dell´amichevole di domani sera contro la Germania. Il ct azzurro ha sottolineato le difficoltà del match contro i tedeschi e ha parlato di programmazione futura non nascondendo che vorrebbe che anche il prossimo anno l´inizio del campionato fosse anticipato in modo da giocare 2-3 partite ad agosto.

Ventura, non era felice dell´amichevole contro la Germania qualche settimana fa. Ha cambiato idea?
Ho detto che sarebbe stato meglio una partita impegnativa, ma nel momento in cui c´è la Germania questa diventa una partita di cartello e non c´è bisogno di avere stimoli perché questo match te li dà di per sé. Il vero problema è quello che ci dirà questa partita perché poi dovremo fare delle verifiche anche perché incontreremo i campioni del mondo. Sarà una partita difficile e per affrontarla avrei voluto avere due-tre giorni in più per prepararla. Sfruttiamola per quello che è, l´occasione per fare una verifica importante. Il risultato in Italia conta e influenzerà i giudizi, ma dobbiamo anche fare altre valutazioni e vedere i progressi.

Verratti, Bernardeschi e Zaza giocheranno tutti e tre?
Non credo che giocheranno tutti e tre. Dobbiamo verificare Candreva, Eder e altri che non sono al top. Prima voglio vedere quali giocatori ho a disposizione.

Chiederà alla Federcalcio di anticipare l´inizio del campionato?
L´ho già chiesto. Due domeniche di campionato ci sono state anche quest´anno e non sono state molte perché la differenza di gamba tra noi e la Francia era molta perché le grandi vanno in tournée. Io in un momento di follia avevo chiesto tre giornate e l´inizio il 13 agosto. Ormai giocano tutti a metà agosto… Vorrei andare in Spagna a giocarmela ad armi pari. Quando ero allenatore di club non avevo ben chiare le difficoltà che un ct incontra. Ho trovato grande disponibilità da parte di allenatori e presidenti, ma ho trovato una completa assenza di tempo per lavorare. Giocare ad agosto 3 giornate è difficile perché ci sono tanti problemi e interessi da gestire. O la programmazione viene fatta a 360° oppure è difficile creare determinati obiettivi.

C´è stata una chiusura da parte della Lega?
Non c´è stata nessuna chiusura. Io ho detto che sarebbe opportuno iniziare a metà agosto. Non solo il prossimo anno, ma sempre. Ormai a livello internazionale se non hai la stessa condizione fisica degli avversari soffri. Anche se di fronte hai la Scozia che non è la nazionale campione del mondo.

Farà delle prove domani sera?
La prima partita che ho fatto in Nazionale abbiamo giocato contro la Francia dopo 48 ore che ero sulla panchina azzurra. Abbiamo perso 3-1 dopo aver giocato ad armi pari e si è parlato di disastro. Questa è la cultura italiana. Io nella mia carriera ho lanciato tanti giovani, tutelandoli e non buttandoli di sotto senza rete di protezione. Basta pensare a Romagnoli: prima mi si chiedeva di lanciarli, poi alla vigilia qualcuno mi criticava perché lo avrei fatto giocare. E´ vero che i giovani ci sono e che questa è la strada per il futuro, ma vanno gestiti e tutelati perché diventino dei punti fermi della Nazionale. Dobbiamo fare le cose bene per difendere il nostro capitale.

Sarà una rivincita dell´Europeo?
Quando giochi contro i campioni del mondo gli stimoli sono automatici. E, anche se nessuno lo ha detto, molti anche quelli che in Francia non c´erano hanno voglia di riscattare la sconfitta dell´Europeo.

Ritiene di essere vittima di un eccesso di critica?
Sono 30 anni che sono in questo mondo e conosco il meccanismo. Ho ribadito che appena sono arrivato sono partiti i confronti. Non sono simpatici, ma vanno accettati. Io ho solo detto che i confronti vanno fatti in modo giusto perché la qualificazione va confrontata con una qualificazione, non con l´Europeo. Io ovunque sono andato, sono arrivato quando c´era da ricostruire e qui mi trovo a casa mia. Nel calcio le parole lasciano il tempo che trovano perché contano solo i risultati.

Contro la Germania l´Italia ha perso 4-1 in amichevole. Ha paura di una nuova batosta?
Nessuno ha paura di prendere una batosta. Chi gioca a calcio cerca di vincere tutte le partite. Il problema è che se inizi un percorso e porti avanti anche un nuovo modulo, devi avere il tempo di provare. Troveremo difficoltà contro una Germania che è organizzata.

Vista la caratura dell´avversario, ci farà vedere per 60´ la stessa squadra o farà tutti i 6 cambi snaturando la formazione magari all´intervallo?
Schiereremo quelli che daranno le maggiori garanzie anche di tenuta. Non è una partita tra amici. Chi è qui, vuol dire che è meritevole. Non ci sarà uno stravolgimento. Se schiereremo una difesa a tre, uno che non ha giocato sabato giocherà di sicuro perché abbiamo giocato con 2 centrali a Vaduz. Le sostituzioni dipenderanno anche dalla partita, ma all´inizio noi schiereremo la squadra migliore.

Che bilancio fa dei suoi primi mesi in azzurro?
Sono orgoglioso di essere qui, ma capisco sempre di più le parole dei miei predecessori quando dicevano che manca il campo perché è vero, quando uno fa l´allenatore, il campo manca essendo ct. Non abbiamo fatto il massimo perché abbiamo pareggiato contro la Spagna. Se avessimo conquistato i tre punti lì, sarebbe stato il top. Noi abbiamo fatto bene e abbiamo vinto anche contro Israele che poi ha fatto 3 successi. Il rapporto che c´è qui comunque è bello e c´è molta voglia di crescere. Barzagli è un esempio per tutti i giovani come Buffon. C´è disponibilità da parte di tutti quelli che arrivano di imparare. Tutti vogliono diventare qualcuno, non vengono dicendo “io sono…”. Gli stage servono per capire quali giovani possono diventare pronti per la Nazionale maggiore.

Gioca Belotti?
Sì.

Fonte: corrieredellosport.it

Il campionato greco di calcio sarà fermo anche domenica prossima. Lo ha detto il tecnico del Panathinaikos Andrea Stramaccioni. Già ieri le squadre del calcio professionistico greco non sono scese in campo, dopo la sospensione di ogni attività sportiva decretata dal governo in seguito all´attentato al designatore degli arbitri. Per l´ex tecnico dell´Inter “è giusto fermarsi a riflettere su quanto accaduto e ricominciare solo quando si sarà fatta chiarezza. Per quanto ci è stato comunicato non c´è una data per la ripresa delle partite, non giocheremo nemmeno domenica prossima. Con la mia squadra giocheremo invece giovedì in Europa League”. “La situazione è scioccante. Il nuovo designatore degli arbitri è un greco ed era arrivato una settimana fa, designato dall´Uefa, dopo le polemiche e le accuse dell´anno scorso”. Stramaccioni pronto ad andare via ? “Sarei bugiardo se negassi che queste cose fanno male al calcio, sono cose brutte, ha detto il tecnico”.

Fonte: ansa.it

Il gol che ha aperto la “mattanza” del Brasile sull´Argentina è di quelli che rivedremo negli highlights per anni. La quotazione raggiunta sul mercato (75 milioni, secondo gli ultimi fixing) è da superstar. L´interesse del Barcellona è una sorta di certificazione di qualità. La carta d´identità racconta di un giocatore ancora giovanissimo, 24 anni. Philippe Coutinho è definitivamente diventato grande. Ma stiamo davvero parlando di quello “smilzo” visto a San Siro subito dopo il Triplete? Sono passati sei anni: in casa Inter sembrano almeno un decennio per numero di giocatori, allenatori, speranze e persino presidenti avvicendatisi. Il ragazzo è cresciuto, e con lui crescono ormai settimanalmente i rimpianti di buona parte dei tifosi interisti. Cosa andò storto fra l´Inter e Coutinho? Poteva andare diversamente?

MINORENNE — Philippe arriva all´Inter diciottenne, meno di due mesi dopo la vittoria di Madrid. I nerazzurri lo avevano bloccato due anni prima, quando aveva 16 anni e da due era il chiacchierato talento del settore giovanile del Vasco. Spesa: 3,8 milioni di euro, da pagare in tre rate, col ragazzo che resta in Brasile fino a diventare maggiorenne. Il “bambino” a Rafa Benitez piace: nei sei mesi scarsi della sua gestione Cou gioca se non sempre, molto spesso, anche perché Rafa si trova alle prese con infortuni dei “titolari”. A volte da vice-Sneijder, più spesso sugli esterni (con Biabiany sull´altra fascia). E´ leggero, molto leggero, l´impatto con la A è duro: non spacca subito le partite e non sfonda le reti. Qualcosa di buono si vede, ma si vede anche che bisognerebbe aspettare. Il pubblico di San Siro è ben abituato, in quegli anni, lo boccia senza se e senza ma. Salta due mesi, compreso Mondiale per club, per infortunio: quando torna in panchina c´è Leonardo e lui vedrà poco, pochissimo il campo.

PRESTITO, RITORNO, ADDIO — E´ acerbo, Coutinho: nella stagione successiva parte giocando poco fino a gennaio, quando va in prestito all´Espanyol. E´ la scelta giusta, nella Liga va in campo in 16 gare, segnando 5 gol, finendo come “rivelazione dell´anno”. Quando torna, sembra il suo momento: però con Strama è titolare in Europa League, mentre in campionato fa la riserva di Cassano. Un infortunio a metà ottobre lo fa scalare ulteriormente indietro nei ranking, uno a dicembre chiude il suo 2012: vola in Brasile a sposarsi, a vent´anni. Dieci presenze e un gol in quel pezzo di stagione: intanto è un po´ più “grosso” e più convinto. Non abbastanza, probabilmente. Quanto basta, però, perché il Liverpool presenti un´offerta: 13 milioni di euro, bonus compresi. Sono 10 di plusvalenza: tanti. Sono pochi per un 21enne di talento, pensano i Reds. Tutti contenti, quindi: l´affare si fa, con pochi rimpianti. Anzi, la dirigenza interista usa quei soldi per prendere dalla Dinamo Zagabria Mateo Kovacic: un ´94 per un ´92, un altro su cui “costruire il futuro”.

L´EREDE GABIGOL — Coi Reds trova un impiego costante, i suoi numeri crescono, le sue giocate sono sempre più frequenti, la struttura fisica è ormai da uomo. Il suo “erede” in nerazzurro, Mateo Kovacic, è già finito altrove, con un´altra plusvalenza, ma senza aver mai lasciato davvero il segno in maglia Inter. “Non è pronto”, diceva Mazzarri, Mancini lo ha impiegato con qualche costanza in più, ma i mugugni hanno spesso superato gli applausi. Al Real fa la riserva di lusso, ma l´anagrafe resta ancora dalla sua parte. Intanto ad Appiano è arrivato un altro ragazzo dalle pesanti referenze: Gabigol è costato più dei due predecessori messi insieme, è arrivato con due anni più (20) rispetto a Philippe, sta giocando (in questi primi mesi) molto meno di lui e di Mateo. Avere pazienza è la lezione che arriva dal Mineirao, dove Cou è definitivamente diventato grande.

Fonte: gazzetta.it

E´ tempo di dare i voti ai protagonisti del mondiale 2016 della MotoGP. Un´annata incredibile, divertentissima e incredibilmente incerta, con ben 9 vincitori diversi in 18 gare. Marc Marquez torna meritatamente a vincere il titolo mondiale, portando la Honda a trionfare nel costruttori. Bene Ducati e Cal Crutchlow. Yamaha bocciata.

Lo scorso anno si era chiuso come peggio non poteva. Tra conferenze stampa al veleno, calci, insulti, penalità e biscottoni, il 2015 in fin dei conti si è rivelato un pessimo spot per questa categoria. Ma questa stagione ci ha fatto fare pace con il passato, regalandoci un´annata da incorniciare. Le nuove gomme, la centralina unica e le condizioni meteo ballerine hanno recitato una grossa parte, portandoci a vedere gare intense fino all´ultimo, mai noiose e ben 9 vincitori diversi. Se ci mettiamo tutti i cambi di casacca, il prossimo anno si preannuncia ancora più ricco di fuochi d´artificio!

Il 2015 vuole certamente dimenticarlo anche lui, con una pessima prestazione in pista e un finale alquanto indecente. Quest´anno però si è visto un Marquez diverso, più calmo, meno impulsivo e anche calcolatore. E così in una MotoGP con tantissime cadute lui è quello che cade di meno, pensando sempre ad arrivare. Torna a vincere il mondiale meritatamente, titolo che vale ancora di più se contiamo il fatto che ad inizio stagione la Honda era tutt´altro che la migliore moto del lotto. Ah, dimenticavo: questo è al terzo mondiale in classe regina e ha solo 23 anni.

VOTO 8… Alla Ducati
Una sola parola: finalmente! Era dal 17 ottobre 2010 che la Ducati non vinceva una gara in MotoGP, neanche Valentino Rossi era riuscito a riportarla sul gradino più alto del podio. Ci è voluto un super Andrea Iannone in Austria a rimettere la moto di Borgo Panigale dove mancava da troppo tempo. Un´annata importante quella 2016 per la Rossa di Gigi Dall´Igna, spesso a podio e finalmente vincente. Bravissimo anche il Dovi, che ha sfruttato al meglio Sepang per tornare anche lui a vincere dopo una vita. L´anno prossimo però sarà l´anno della verità per Ducati: con Lorenzo non si può più fallire.

VOTO 7… Al mitico Cal Crutchlow
La storia è veramente di quelle da film. Siamo ad inizio agosto e la bellissima Lucy mette al mondo la piccola Willow Crutchlow, figlia del simpaticissimo Cal, il mitico britannico nativo di Coventry. Qui succede qualcosa, forse di inspiegabile. In tanti hanno sempre raccontato che un figlio toglie qualche decimo in velocità al padre pilota: vuoi per le nuove responsabilità, vuoi per l´incoscenza ormai tramontata, sono molte le storie di fenomeni che, appena diventati genitori, hanno rallentato in pista. Ecco, qui succede l´inverso: dopo la nascita di Willow Cal si risveglia, disputando una seconda parte di stagione col coltello tra i denti, andando addirittura a vincere in ben due occasioni e riportando un team satellite al successo dopo anni di assenza. Un bottino inimmaginabile, per uno che, dati alla mano, meriterebbe veramente una Honda ufficiale…

VOTO 6… Al vice campione del mondo Valentino Rossi
Dipende da che punto di vista si vogliono vedere le cose. Guardando il bicchiere mezzo pieno la stagione del Dottore non è stata per nulla negativa: sempre a combattere per le posizioni che contano, autore di grandi gare e ottimi piazzamenti che gli hanno consentito di battere il compagno di squadra ed essere vice campione del mondo. Ma le tre cadute sono veramente troppe, inoltre la rottura del Mugello lo ha portato ad essere troppo lontano in classifica da Marquez, che ha potuto gestire al meglio la pazza estate della MotoGP. Chiude un 2016 con solo 2 vittorie e una Yamaha per nulla a posto, almeno la sua. Il 2017 sarà la stagione della verità, forse l´ultima possibilità per vincere l´ormai famigerato decimo titolo. L´anno prossimo non avrà più l´odiato Lorenzo nei box, ma rischia di vedere esplodere un Vinales in rampa di lancio.

VOTO 5.. All´ex Ducatista Andrea Iannone
Ha il merito di esser stato l´artefice del ritorno al successo della Ducati in Austria, in condizioni comunque nettamente favorevoli alla moto. Per il resto un inizio anno indecente, condito da errori troppo grossolani. Successivamente è arrivato il brutto infortunio sino al rientro in Malesia. Si congeda dalla Ducati con un bellissimo podio, non senza aver polemizzato nelle intereviste finali.

VOTO 4… Alla Yamaha
Se affronti il mondiale da campione del mondo, e se a Valencia, ultima gara della stagione, domini in lungo e in largo, ma comunque perdi il titolo con ben 3 gare d´anticipo, allora c´è qualcosa che non è andato. La M1 è stata ad inizio anno la migliore moto del lotto, ma questa superiorità non è mai stata veramente messa in mostra, per meriti di Marquez ma, soprattutto, per demeriti dei suoi piloti. Le cadute di Vale e la bruttissima estate di Jorge Lorenzo ha portato la Yamaha a subire la lotta contro la Honda. Se ci mettiamo le gomme spesso sbagliate ecco che anche il mondiale costruttori è perso.

VOTO 3… A Danilo “Petrux” Petrucci
Dopo un 2015 da fenomeno, in tanti si aspettavano un ulteriore step in termini di prestazioni dal mitico Petrux. Invece le cose sono andate in maniera diametralmente opposta. Prima il brutto infortunio ad inizio stagione, successivamente sono arrivate gare sufficienti, ma nell´anno che ha regalato addirittura il successo a Miller, uno come lui doveva sfruttare al meglio le condizioni stranissime di questa MotoGP tra giugno e luglio. Redding è addirittura salito a podio, lui al massimo è arrivato settimo a Brno. L´unica nota positiva è di aver battuto il compagno di squadra nella generale.

VOTO 2… All´uomo di cristallo Dani Pedrosa
Ok, ha vinto almeno una gara anche quest´anno, cosa che gli è sempre riuscita in MotoGP e questo gli fa assolutamente onore, ma forse è giunto il momento di iniziare a pensare veramente al ritiro. Il ragazzo, ogni tanto, dimostra di avere talento e numeri da primo della classe, ma è troppo incostante e, soprattutto, un fisico di cristallo. Dopo l´infortunio del 2015, paga dazio anche nel 2016 con ben tre gare saltate. Inoltre chiude l´anno con solo tre podi e troppi piazzamenti nelle retrovie. La Honda gli ha comunque confermato fiducia, soprattutto perché è un pilota che mai romperà le scatole a Marc Marquez. L´impressione però è che non merita quella moto e che il suo tempo in MotoGP è passato da un pezzo.

VOTO 1… Alla scelta della KTM
A Valencia abbiamo visto il buon debutto della KTM guidata da Mika Kallio. Una sfida interessante per il team austriaco, che vuole correre in MotoGP subito con buone prestazioni. Ma con tutti i soldi dati dalla Red Bull per essere competitiva, non si poteva prendere di meglio sul mercato che Pol Espargarò e Bradley Smith? Con questi due piloti non si farà certamente il salto di qualità. Scelta alquanto discutibile, soprattutto per il fatto che ad entrambi gli ex alfieri del Team Tech3 gli è stato offerto addirittura un biennale. Con piloti di altra caratura la crescita sarebbe stata maggiore e più costante.

VOTO 0… Al pubblico del Mugello
Il pre weekend del Mugello non era andato per il meglio, con caterve di insulti e minacce di morte a chiunque tifasse per gli spagnoli, ma alla fine tutto era filato liscio. Poi è arrivata la domenica con Rossi in pole position. Chi vi scrive era li, in sala stampa, a godersi lo spettacolo. Una gara pazzesca, con tre fenomeni al vertice a lottare per la vittoria. Poi il colpo di scena: il motore di Rossi è arrosto. Il gelo tra le colline del Mugello, mentre Marquez e Lorenzo si dannavano per la vittoria arrivata al fotofinish. Ma il pubblico cosa ha fatto? Ha abbandonato le gradinate per andarsene! Mancava oltre metà gara, ma le tribune si stavano già svuotando… Ok che Marquez e Lorenzo sono i più odiati dagli italiani, ma andarsene prima della fine dello show è qualcosa che non si può veramente vedere, una mancanza di rispetto nei confronti di due campioni che, anche se non simpatici, al Mugello non hanno fatto nulla di male. Viene veramente da chiedersi: cosa sarà di questo sport quando Valentino Rossi si ritirerà?

Fonte: it.eurosport.com

Risultati della 10/a giornata della Superlega di pallavolo: Diatec Trentino – Lube Civitanova 3-1 (25-19, 23-25, 25-21, 25-20) Calzedonia Verona – Callipo Vibo Valentia 2-3 (23-25, 25-23, 23-25, 25-19, 12-15) Exprivia Molfetta – Azimut Modena 3-1 (25-27, 25-21, 25-20, 26-24) Top Volley Latina – Kioene Padova 2-3 (28-26, 18-25, 25-19, 17-25, 15-17) Gi Group Monza – Sir Safety Perugia 0-3 (21-25, 20-25, 14-25) Lpr Piacenza – Bunge Ravenna 3-0 (25-19, 25-18, 25-23) Biosì Indexa Sora – Revivre Milano 3-0 (25-18, 25-18, 25-22) – Classifica: Diatec Trentino 26; Lube Civitanova 25; Azimut Modena 23; Sir Safety Perugia e Calzedonia Verona 19; Lpr Piacenza e Gi Group Monza 15; Kioene Padova 13; Callipo Vibo Valentia ed Exprivia Molfetta 11; Bunge Ravenna e Revivre Milano 8; Top Volley Latina e Biosì Indexa Sora 7.

Fonte: ansa.it

Pubblicato da Alessandro Lugli

Alessandro Lugli è nato a Napoli e ivi residente. Poeta, giornalista pubblicista e cantante. Direttore di vari blog da lui creati.