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Napoli dai due volti nel match contro il Bournemouth. Gli azzurri sono scintillanti per un tempo, ma trovano un solo gol con Mertens che devia fortunosamente la conclusione di Insigne. Gli inglesi cambiano marcia nella ripresa, complice il calo del Napoli. Afobe e Francis ribaltano il risultato. Ci pensa Zielinski a salvare il Napoli firmando il 2-2. Prossimo appuntamento giovedì con l’Espanyol. La squadra di Sarri dovrà migliorare dal punto di vista della brillantezza.

BOURNEMOUTH (4-4-1-1): Begovic (1′ st Boruc); Francis, S. Cook (3′ st Simpson), Mings, Daniels; Ibe, Gosling, L. Cook, Gradel; King (42′ st Ndjoli); Afobe (26′ st Mahoney) All. Howe.

NAPOLI (4-3-3): Reina (26′ st Rafael); Hysaj, Albiol (37′ st Maksimovic), Koulibaly (26′ st Chiriches), Ghoulam (37′ st Rui); Allan (16′ st Rog), Jorginho (38′ st Diawara), Hamsik (26′ st Zielinski); Callejon (33′ st Giaccherini), Mertens (26′ st Milik), Insigne (43′ st Pavoletti). All. Sarri.

radiomarte

 

Momento difficile per Sara Errani. Un controllo antidoping risalente ai primi mesi dell´anno, infatti, ha accertato un caso di non negatività che la riguarda e che la Federtennis internazionale (Itf), alla fine di un lungo iter, starebbe per rendere pubblico. Nelle urine della azzurra sarebbero state trovate tracce di arimidex, nome commerciale anastrozolo, riconducibile a un principio attivo farmacologico inquadrabile nella classe S4 degli “stimolatori ormonali e metabolici”, lo stesso a cui fu trovato positivo il canottiere Mornati.
Secondo indiscrezioni dalla Itf, la squalifica potrebbe essere di soli due mesi (il minimo) perché la federazione internazionale avrebbe creduto nella buona fede dell´atleta. Il controllo di febbraio è stato effettuato a casa della Errani, la sostanza è uno stimolante ed è probabile che gli inquirenti abbiano creduto all´ingestione involontaria.
IL 2017 — Sara Errani in questo scorcio di stagione ha giocato a Parigi, qualificazioni e due turni nel tabellone principale, Bol, Maiorca, Eastbourne, Wimbledon, Bastad e Washington. Era presente anche a Washington, dove è uscita al secondo turno. Proprio in questa settimana era rientrata nelle top 100 della classifica Wta.

Fonte: gazzetta.it

 

 

Niente tabellone principale per Camila Giorgi a Toronto. La marchigiana, che ieri aveva impressionato contro l´americana Julia Boserup, lasciandole la miseria di un solo game, non è riuscita a ripetersi nel decisivo turno di qualificazione cedendo in due set da Sorana Cirstea, no 54 WTA, con un doppio 6-4.

La numero due di Romania conferma un buon feeling con questo torneo. Qui nel 2013, prima della lunga serie di infortuni alla spalla che ne hanno compromesso le successive due stagioni, Cirstea giocò il miglior torneo della carriera, superando Wozniacki, Jankovic e Kvitova prima di cedere malamente in finale contro Serena Williams. Discorso inverso per Camila Giorgi, che in Canada ha giocato solo due volte, superando il primo turno in una sola occasione.

Fuori anche la numero uno del seeding e semifinalista a Wimbledon Magdalena Rybarikova, crollata nel secondo set contro l´americana Lepchenko.

Fonte: ubitennis.com

 

 

A metà settimana Patrik Schick si presenterà al Policlinico Gemelli di Roma per le visite programmate dopo le cinque settimane di stop forzato per l´infiammazione cardiaca che ha congelato il suo passaggio alla Juventus. Dovesse – come è convinzione comune – ottenere l´idoneità, si riaprirebbe la partita che ha come protagoniste, oltre ai bianconeri, Inter e la stessa Sampdoria. Eh sì perché la prima scelta del ragazzo (grazie alla buona stella di Nedved) è sempre la Juventus ma Marotta preferirebbe che Schick rimanesse alla Samp almeno fino a gennaio avendo in questo momento altre priorità sul mercato. La Samp, al contrario, vorrebbe monetizzare e l´Inter è pronta a garantirgli 30,5 milioni pagabili in tre anni: Ferrero – non a caso – ha dato mandato a un intermediario di fiducia di prendere un attaccante che possa sostituire in rosa Schick. Ma c´è dell´altro perché l´Inter – che ha iniziato un pressing costante sull´entourage del giocatore – ha pareggiato l´offerta economica della Juventus, mettendo sul piatto un quinquennale da 1,8 milioni a stagione, corteggiamento che sta alquanto lusingando chi cura gli interessi del ragazzo, ovvero quel Pavel Paska che è pure agente del neo-interista Skriniar.

Fonte: tuttosport.com

 

 

ROMA – E´ cresciuto nel mito di Alex Del Piero, era il suo idolo da bambino, lo conobbe a Napoli quando il numero 10 della Juve stava prestando servizio militare presso la Compagnia Atleti. Lo accompagnò papà Antonio, Ciro conserva quella fotografia scattata all´inizio dei suoi sogni: un giorno lo avrebbe sostituito per debuttare in serie A con la Juve e pochi mesi dopo persino in Champions. S´era affacciato al grande calcio, non riuscì mai a imporsi in bianconero, dove era arriva-to quindicenne dagli Allievi del Sorrento, era stato segnalato a Ciro Ferrara, rapido a battere la concorrenza del Torino. Immobile ha cancellato i rimpianti, ognuno fa le sue scelte, Zeman e Ventura sarebbero diventati i suoi maestri, alla Juve non ha avuto tempo e modo di crescere, troppa concorrenza, invece ha bisogno di sentirsi leader, di essere responsabilizzato.
Ma la Juve è stata una parte importante della sua carriera, non l´ha cancellata e neppure rinnegata, sente ancora Massimiliano Maddaloni, il suo allenatore ai tempi della Primavera, oggi nello staff del ct Lippi in Cina. Chissà perché Ciro condivide con la Lazio lo stesso tipo di tradizione negativa davanti alle maglie bianconere. La squadra biancoceleste viene da una serie ininterrotta di sconfitte, ha perso gli ultimi quattro trofei (2 Coppe Italia, 2 Supercoppe) con la Juve, non riesce a segnare un gol dal 2015 (Radu in finale all´Olimpico). Immobile non ha mai vinto con i bianconeri.

Fonte: corrieredellosport.it

 

 

Giocare in anticipo non è il nostro punto di forza, ma stavolta è accaduto. Stadi, arbitri, tv: tutto è pronto perché la «moviola in campo» entri, di diritto, nella storia. Accadrà sabato 19 agosto: Juventus-Cagliari. La prima volta è pronta, altrove (Spagna o Inghilterra) occorrerà invece aspettare ancora un anno. Da lì in avanti qualcosa cambierà, in serie A e nella coscienza di chi segue il calcio. Cambierà molto, non tutto: l´errore continuerà ad avere spazio, ridotto ma significativo. Errore? Dagli effetti amplificati ma inevitabile, come dimostrato nelle ultime ore.

Sbagliare, per l´arbitro, sarà più difficile: due suoi colleghi, davanti ad almeno sei monitor e in una stanza o pulmino di dieci metri quadrati, avranno la possibilità di correggerne le decisioni o di spingerlo a guardare la tv messa fra le due panchine, a bordo campo. Questione di interpretazione, però. Almeno a volte: e lì si creerà quel terreno fertile perché l´errore si realizzi. Il tempo a disposizione per modificare, o aiutare a modificare, la prima scelta non potrà essere che di pochi secondi: non certo come quell´abisso temporale che ha separato la gioia dei tifosi del Feyenoord dalla loro rabbia, comprensibile, per l´annullamento della rete nella Supercoppa olandese e il riavvolgimento del nastro della partita indietro di oltre 120″ fino all´assegnazione di un rigore contro, per il Vitesse.

Il protocollo
I due arbitri davanti a sei monitor avranno il compito, dettato dal protocollo, di dialogare con il direttore di gara in campo solo in quattro casi: la natura del gol (c´era fuorigioco, la palla era uscita e così via), lo scambio di persona, un fallo violento non visto, un rigore dubbio. Per il resto, comunicazioni interrotte. Italia, Germania e Portogallo sono le portabandiera di una grande rivoluzione che, dopo il Mondiale in Russia del prossimo giugno, dovrà diventare globale. Noi siamo pronti. La Lega di Serie A ha investito quasi un milione di euro, i club circa 50 mila euro a testa: qualche spesa in più arriverà da un sistema tecnico fatto di cavi, cablaggi, internet da blindare per evitare passi falsi come quello accaduto sabato durante la finale di Supercoppa di Germania, quando la Var (si definisce in questo modo) si è inceppata mandando in tilt lo strumento stesso.

Intoppo a Benevento
La serie A gioca in contropiede e lo ha fatto dal primo momento: il presidente della Figc, Carlo Tavecchio, già dallo scorso autunno aveva in testa la missione di consegnare al nostro calcio di vertice qualcosa che ne raddrizzasse l´umore. Saranno almeno 16, ma in alcuni stadi fino a 22, le telecamere fisse sulla partita e quelle che, a circuito interno, forniranno le immagini da analizzare in fretta (non ci saranno riprese sugli assistenti arbitrali impegnati come Var). Telecamere già presenti in ogni stadio, dove come detto ci dovrà essere una zona, invalicabile, da dedicare ai due assistenti dell´arbitro: Roma, Torino, Milano, Firenze, Bologna ed il resto della compagnia non hanno problemi strutturali per la «casa» della Var da dieci metri quadrati. Qualche piccolo intoppo ce l´ha avuto, ad esempio, il piccolo stadio di Benevento, ma fra poco meno di due settimane la griglia di partenza sarà completa.

Il nostro contropiede è andato a segno: Roberto Rosetti e Nicola Rizzoli, rispettivamente responsabile del progetto per la Lega e la Figc e responsabile degli arbitri, stanno definendo gli ultimi dettagli. Davanti ai monitor si accomoderanno, a turno, tutti i nostri fischietti, accanto alla porta non ci sarà più l´addizionale perché adesso tocca alla moviola in campo provare a mettere un po´ più di ordine nel mondo del pallone.

Fonte: lastampa.it

 

 

LILLE – Non era certo l´esordio che si aspettava. Claudio Ranieri finisce ko alla prima gara ufficiale sulla panchina del Nantes. La sfida tra il tecnico romano e Marcelo Bielsa va all´argentino. Il suo Lille vince 3-0 grazie alle reti di Alonso, De Preville e El-Ghazi.

LA GARA – Il Nantes dura appena un tempo. Al 21′ è della formazione di Ranieri l´occasione più nitida del primo tempo: Nakoulma si divora un gol mandando a lato di testa a porta vuota dopo che Maignan aveva deviato sulla traversa una conclusione dal limite di Traoré. Nella ripresa Bielsa si gioca la carta Kouamé e vince la partita. Al 3′ Alonso porta in vantaggio i padroni di casa dopo aver raccolto una respinta di Dubois. 20′ più tardi il raddoppio del Lille con De Preville su rigore, prima del tris definitivo di El Ghazi. Adesso Ranieri attende rinforzi.

RANIERI: “NOI POCO COMBATTIVI´” – Claudio Ranieri al termine della gara non nasconde la delusione. “Non abbiamo avuto fortuna nel primo tempo e dopo il loro primo gol, ma il Lille, un´ottima squadra con molti giovani, ha meritato la vittoria – ammette l´ex tecnico del Leicester -. Noi dobbiamo fare qualcosa in più sul piano del carattere, il Lille è sembrato più motivato di noi e questo non va bene. Io voglio che i miei ragazzi siano sempre molto motivati e mostrino carattere, anche quando si perde. Abbiamo perso le sfide della combattività e della qualità”. Prima di fare il punto sul mercato mercato, chiedendo ulteriori rinforzi alla società. “Parlo con il presidente di questa situazione, aspettiamo qualche buon giocatore”.

Fonte: repubblica.it/sport

 

 

Il Community Shield giocato ieri pomeriggio a Wembley tra Arsenal e Chelsea, più che la vittoria ai calci di rigore dei Gunners, ha messo in luce due squadre ancora incomplete e per nulla pronte a fronteggiare una stagione che si preannuncia lunga ed estenuante. L´Arsenal, privo di Sanchez (esclusione probabilmente dettata, anche qui, dalle numerosi voci di mercato che riguardano il cileno), ha faticato oltremisura a creare occasioni da gol. Lo stesso vale per il Chelsea, con Antonio Conte che non se l´è sentita di lanciare Morata dal 1´.

È Moses, straordinario trascinatore, a segnare il gol che sblocca la gara. E che l´avrebbe anche decisa se due episodi in pochi secondi non avessero rimesso in partita l´Arsenal. Prima il rosso ingenuo rimediato da Pedro, autore di un intervento col piede a martello su Elneny, poi il gol fulmineo di Kolasinac. 1-1 al 90´, si va subito ai calci di rigore dove risultano decisivi gli errori di Courtois e proprio di Morata, entrato assieme a Rudiger nei 20 minuti finali del match.

Conte non è soddisfatto del mercato, nonostante gli acquisti di Bakayoko (out per un problema fisico), di Rudiger e di Morata. Nessuno ha infatti giocato titolare nel primo match ufficiale della stagione. L´Arsenal è stato fin qui spettatore sul mercato, con l´unico colpo di spessore rappresentato da Lacazette e la grana Sanchez che sta di fatto bloccando altri eventuali acquisti. Serve qualcosa a entrambe per non rischiare di fare da spettatori quest´anno, con i due club di Manchester decisi a riconquistare il ruolo da protagonisti.

Fonte: tuttomercatoweb.com

 

 

ROMA – Da quale pulpito viene la predica? Quanti sono i pulpiti dell´atletica mondiale e quanti di questi possono esibire la più totale, immacolata innocenza? Nessuno probabilmente. Nemmeno dallo scranno autorevole della federazione internazionale, così piagata dai recenti scandali e così poco limpida anche nell´attuale gestione di Lord Sebastian Coe, soprattutto in riferimento alla questione maledetta del doping e della chimica criminale, fra Schwazer, bistecche alterate, controlli, passaporti biologici, squalifiche russe, riammissioni e generali incertezze che volano come foglie al vento, si può andar fieri della propria posizione, né sicuri di essere dalla parte del giusto.

Bolt ha perso ma a quanto pare, ascoltando le parole quantomeno inopportune dello stesso Coe (“la sua vittoria non è esattamente la sceneggiatura perfetta”) e della serenata di fischi con i quali è stata accompagnata la sua intera esperienza mondiale nei 100 metri, Justin Gatlin non ha vinto. Perché Gatlin, il nuovo campione del mondo dei 100 metri, quello che in una gara di medio livello ha comunque battuto il Bolt crepuscolare che abbiamo visto e che immaginavamo neppure esistesse, è l´uomo nero. Nel senso più metaforico e distruttivo dell´espressione. E´ il male incarnato che monda le colpe di tutti gli altri. E´ il nemico da inventare per continuare a credere che esista uno spartiacque fra il lecito e l´illecito. Con Gatlin si può mantenere alta l´attenzione sull´etica, spacciando per etica processi da caccia alle streghe. Essendo un atleta pizzicato due volte e per due volte squalificato per doping, quando era giovanissimo e diversi anni dopo quando era già primatista del mondo, non può essere perdonato. Questo era il senso del malanimo dello Stadio Olimpico di Londra, che non poteva evidentemente sopportare la presenza di un demonio nel proprio paradiso. Malanimo che ha trovato la sua più imbarazzante espressione al momento della premiazione.

La Gran Bretagna guida la crociata contro il doping. Alcuni politici e la quasi totalità del corpo dirigente del mondo sportivo britannico hanno più volte dichiarato di auspicare una riscrittura globale degli almanacchi, cancellando i record del tempo dei sospetti, che diciamo si può allungare proprio ai Giochi di Londra del 2012, se non oltre. Ma è un concetto che potrebbe anche non aver fine, essere illimitato. La mannaia funzionerebbe su tutto senza che col tempo possa contestualmente maturare una certezza sui controlli antidoping del mondo che verrà, a cominciare da ora. E su Gatlin pesa l´incoscienza di chi dimentica, chissà se intenzionalmente o meno, che nella sua condizione corrono, saltano e lanciano decine di atleti ai quali nessuno però, al contrario, riserva trattamenti irriguardosi, di inaudita violenza morale. Più che avviarsi a correre i 100, ogni volta che lo schermo gigante lo inquadrava, esponendolo alla gogna, sembrava che Gatlin stesse per percorrere il suo “miglio verde”, sulla strada verso la “giusta” iniezione letale. Zittirli tutti alla fine di tutto era quasi un dovere.

Gatlin paga perché (anche questo dimentichiamo?) esistono delle regole. E queste regole non prevedono ancora le squalifiche a vita. E sono regole della Iaaf, non quelle di casa Gatlin. Lui ha scontato, quando riprese, alla fine dei quattro anni della seconda sanzione (gli ne abbonarono quattro), venne trattato come un lebbroso. Perse gli sponsor, venne costretto a vagare come uno spettro in giro per il pianeta ad elemosinare partecipazioni a meeting di terza fascia, tipo in Estonia. Nonostante questo è stato capace di rialzare la testa e di insidiare Bolt a Pechino due anni fa, quando correva più forte del giamaicano ma alla fine venne sconfitto. Ha aspettato, nella sua buia galera del cuore. Ma ciò non è bastato perché sul grande palcoscenico dell´ultima sinfonia stonata di Bolt il mondo lo applaudisse. Perché solo lui è il cattivo?

Fonte: repubblica.it/sport

 

 

“Abbiamo vinto, ma sotto l´aspetto del gioco mi aspettavo di più”. Non si accontenta Sinisa Mihajlovic, che commenta così l´amichevole vinta in Germania dal Torino contro il Friburgo.
“Nel primo tempo eravamo prevedibili, arrivavamo sempre dopo sul pallone – è l´analisi fatta dal tecnico al sito internet del club granata -. Nella ripresa abbiamo fatto meglio, difatti abbiamo segnato due gol. Forse il caldo, forse la stanchezza del ritiro dove abbiamo lavorato molto, magari anche la maggiore brillantezza del Friburgo, sono tutte condizioni che non ci hanno permesso di esprimere il nostro calcio”.
Di buono c´è comunque la reazione, dopo lo svantaggio iniziale, e la vittoria in rimonta. “Quando vinci anche giocando poco bene alla fine ti soddisfa – osserva Mihajlovic -, certamente noi abbiamo amplissimi margini di miglioramento. In questa settimana lavoreremo sulla brillantezza, così da essere pronti per la Coppa Italia e per l´inizio del campionato”.

Fonte: ansa.it

 

 

Il solito Napoli. Bello a tratti, ma anche sprecone. Contro il Bournemouth nell´ultima amichevole estiva lontano dal San Paolo gli azzurri non vanno oltre il 2-2 maturato al termine di 90´ nei quali forse avrebbero potuto portare a casa qualcosa di più.

Mertens apre nel primo tempo mettendoci il corpo sulla conclusione di Insigne dal limite dell´area. Sembra che da lì possa venir fuori una goleada perché il Napoli è in possesso del gioco, ma niente.

Nella ripresa i padroni di casa pareggiano con Afobe e addirittura vanno avanti con Francis. Il capitano del Bournemouth approfitta di un pallone perso da Zielinski per superare Rafael e fare 2-1. Il polacco si fa perdonare nel finale quando sigilla il punteggio sul 2-2 con un destro chirurgico che parte dal limite dell´area e finisce nell´angolino basso della porta avversaria.

BOURNEMOUTH (4-4-1-1)
Begovic (1´ st Boruc); Francis, S. Cook (3´ st Simpson), Mings, Daniels; Ibe, Gosling, L. Cook, Gradel; King (41´ st Ndjoli).; Afobe (26´ st Mahoney). A disposizione: Butcher, Holmes, Worthington, Harfield, Dobre. All. Howe.

NAPOLI (4-3-3)
Reina (26´ st Rafael); Hysaj, Albiol (36´ st Maksimovic), Koulibaly (26´ st Chiriches), Ghoulam (36´ st Mario Rui); Allan (15´ st Rog), Jorginho (36´ st Diawara), Hamsik (26´ st Zielinski); Callejon (33´ st Giaccherini), Mertens (26´ st Milik), Insigne (44´ st Pavoletti). A disposizione: Sepe, Maggio, Ounas, Tonelli. All. Sarri.

ARBITRO: Stewart Atwell (Inghilterra).
RETI: 30´ pt Mertens; 7´ st Afobe, 31´ st Francis, 38´ st Zielinski.
NOTE: ammoniti: Koulibaly e Jorginho.

Fonte: sport.ilmattino.it

 

 

 

Continua nel segno della vittoria il precampionato dell´Inter. A San Benedetto del Tronto, gli uomini di Spalletti battono 3-1 il Villarreal. Nerazzurri avanti nel primo tempo al 25´ con Eder, servito da Candreva, ma Soldado pareggia al 40´. Nella ripresa, Jovetic, appena entrato, riporta in vantaggio i suoi al 66´ con una sforbiciata che finisce all´incrocio dei pali. Al 90´, Brozovic, servito da Icardi, all´esordio stagionale, firma il tris.

LA PARTITA
Altro, convincente successo dell´Inter di Luciano Spalletti, che viaggia spedita verso l´esordio in campionato grazie al 3-1 sul Villarreal. L´avvio, per i nerazzurri, vede protagonista Eder. Il numero 23 sfiora prima il gol al 9´ su lancio di Miranda, poi, al 26´, raccoglie un cross rasoterra di Candreva e, con una zampata, fa 1-0. Non perfetto nell´intervento Fernandez. Al 40´, però, arriva la doccia fredda per l´Inter: Sansone controlla e tira, Handanovic respinge, ma centralmente. Sulla ribattuta arriva Soldado, che fa 1-1.

Nella ripresa, Spalletti lascia negli spogliatoi Candreva e Gagliardini, inserendo Brozovic e Kondogbia. Poco dopo l´ora di gioco, altra girandola di cambi: entrano Murillo, Ansaldi, Vecino (prima partita in nerazzurro per l´uruguaiano) e Jovetic. Proprio il montenegrino, al 67´, firma il 2-1 con una straordinaria sforbiciata che finisce all´incrocio dei pali dopo un recupero del centrocampista della Fiorentina, che sfrutta un errore di Barbosa, entrato al posto di Fernandez, pressato da Kondogbia. Il tecnico nerazzurro, al 72´, fa entrare Icardi, all´esordio stagionale. E il capitano si mette subito in mostra, servendo a Marcelo Brozovic, con un gran filtrante, il pallone del 3-1 al 90´. Nel finale, ci prova anche il Villarreal con Leo Suarez, ma il pallone finisce alto sopra la traversa. L´Inter trova così un´altra vittoria in amichevole, esprimendo anche un buon gioco e ritrovando il suo capitano e abbracciando Vecino, in attesa di Dalbert ed Emre Mor.

IL TABELLINO
INTER-VILLARREAL 3-1
Marcatori: Eder 26´, Soldado (V) al 40´, Jovetic al 67´, Brozovic al 90´
INTER: Handanovic; D´Ambrosio (64´ Ansaldi), Skriniar (80´ Ranocchia), Miranda (64´ Murillo), Nagatomo; Gagliardini (46´ Kondogbia), Borja Valero (72´ Icardi); Candreva (46´ Brozovic), Joao Mario (64´ Vecino), Perisic (72´ Barbosa); Eder (64´ Jovetic) A disposizione: Padelli, Berni Allenatore: Luciano Spalletti
VILLARREAL: Fernandez (46´ Barbosa), Mario Gaspar (82´ Pau), Victor Ruiz (75´ Semedo), Pablo (66´ Soriano), Soldado (66´ Bakambu), Samu Castillejo (82´ Leo Suarez), Trigueros, Rodrigo (87´ Chuca), Sansone (66´ Unal), Rukavina, Bonera (75´ 3 Alvaro) A disposizione: Ramiro Allenatore: Fran Escribà
Arbitro: Michael Fabbri
Assistenti: Filippo Valeriani – Pasquale De Meo

Fonte: sportmediaset.mediaset.it

 

 

 

Un grande Palermo. E la prima delusione stagionale per il Venezia di Pippo Inzaghi, eliminato dal Pordenone. Il secondo turno di Coppa Italia, senza squadre di serie A, regala alcune partite spettacolari, col Pescara di Zeman che batte la Triestina con un 5-3 che fa molto marchio di fabbrica. Vediamo i risultati in dettaglio:
PALERMO-VIRTUS FRANCAVILLA 5-0 — (13´, 47´ e 72´ Trajkovski, 66´ Aleesami, 80´ Murawski)
NOVARA-PIACENZA 1-2 — (94´ Macheda; 40´ Pederzoli, 72´ Morosini)
VENEZIA-PORDENONE 1-2 — (60´ Moreo; 13´ Martignago, 77´ Burrai)
CITTADELLA-ALBINOLEFFE 2-1 — (31´ Schenetti, 77´ Arrighini; 65´ Ravasio)
AVELLINO-MATERA 1-0 — (11´ D´Angelo)
BRESCIA-PADOVA 1-0 — L´era Cellino comincia con un successo in coppa Italia. Il derby dei Bisoli vede ancora una volta prevalere il figlio sul padre: il Brescia di Dimitri vince di misura, 1-0, ed elimina il Padova del padre Pierpaolo (che non ha mai battuto l´erede). Al quarto d´ora ci pensa Torregrossa a sbloccare il risultato su invito di Coly. Nella ripresa il copione non cambia e anzi è Ndoj a sfiorare il raddoppio con un tiro velenoso dalla lunga distanza. Poi Bindi dice di no a Caracciolo. Nel finale espulso Boscaglia. (Gian Paolo Laffranchi)
CARPI-LIVORNO 4-0 — (5´ e 49´ Mbakogu, 16´ Verna, 24´ Jawo)
ENTELLA-CREMONESE 0-1 — (46´ Pesce)
PESCARA-TRIESTINA 5-3 — (28´ Pettinari, 40´ Brugman, 92´ Ganz, 95´ Coulibaly, 116´ Del Sole; 5´ Fiorillo, 45´ e 76´ Arma)
PISA-FROSINONE 0-1 — (31´ D. Ciofani)
SALERNITANA-ALESSANDRIA 2-1 — (18´ aut. Bocalon, 83´ Sprocati; 36´ Marconi)
VICENZA-FOGGIA 1-3 — (50´ rig. Di Guirgio; 42´ e 67´ Mazzeo, 69´ Milinkovic)
CESENA-SAMBENEDETTESE 2-1 — (16´ rig. Laribi, 55´ Jallow; 91´ Valente)
PERUGIA-GUBBIO 2-1 — (53´ Brighi, 65´ Buonaiuto; 67´ Cazzola)
TERNANA-TRAPANI 0-1 — (86´ Murano)

Fonte: gazzetta.it

 

 

 

Pubblicato da Alessandro Lugli

Alessandro Lugli è nato a Napoli e ivi residente. Poeta, giornalista pubblicista e cantante. Direttore di vari blog da lui creati.