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Un altro colpo clamoroso del Psg. Dopo Neymar, anche la stella del Monaco Mbappé arriva alla corte del presidente Nasser Al-Khelaifi. La cifra è di quelle importanti: 180 milioni di euro, suddivisi in 160 + 20 di bonus. Il trasferimento di Mbappé si colloca subito al secondo posto della classifica degli affari più cari di sempre, alle spalle del brasiliano Neymar.

Il RUOLO DEL PADRE – Le indiscrezioni sulla conclusione dell´affare arrivano dalla Spagna. Secondo il quotidiano “Marca” il Psg ha vinto la concorrenza del Real Madrid accettando di versare anche i 20 milioni di bonus. Il padre di Mbappé, inoltre, spingeva per la soluzione parigina, così come il giocatore, che sognava di giocare nella città dove è nato. Le volontà di Mbappé e del padre avrebbero fatto capire al Real che non ci sarebbe stato niente da fare per convincerli.

Fonte: corrieredellosport.it

 

 

 

Prime parole da calciatore della Fiorentina per Marco Benassi, al sito ufficiale viola:
“Sono molto felice di essere arrivato qua, molto orgoglioso di venire in una società come la Fiorentina. Non vedo l´ora di cominciare e di iniziare ad allenarmi con mister e compagni per conoscerli subito. Ho già cominciato a vedere un po´ anche la città. Sono prontissimo e molto carico, per dare un contributo importante alla squadra. De Silvestri e Moretti mi hanno parlato bene di società e città, ci sono i presupposti per fare benissimo. Pioli l´ho sentito per telefono, devo ringraziare anche Corvino, mi segue da quando ho 15 anni, si vede che era destino che dovevo venire alla Fiorentina”.

Fonte: violanews.com

 

 

“Quando ho visto quella volée di Mario Mandzukic superare il portiere ho pensato ´Wow, forse è la nostra occasione´. Quando sono uscito dallo stadio di Cardiff ero in pace con me stesso. Quando sono tornato in Italia, la sera dopo, mi sono chiesto se quella fosse la fine della nostra strada”. Sono tre passaggi del racconto di Massimiliano Allegri a “The Players´ Tribune”, piattaforma media che ospita testimonianze di atleti ed allenatori scritti in prima persona. Allegri racconta la notte della finale di Champions, quelle che sono seguite e la sua scelta di continuare, con flash-back ai momenti che lo hanno portato ad essere un allenatore o ai passaggi chiave della sua carriera.

CARDIFF — Il racconto parte dalla finale di Champions: “Quando ho visto quella volée di Mario Mandzukic superare il portiere ho pensato ´Wow, forse è la nostra occasione´. Era una magnifica sequenza tecnica, un gol irripetibile. Mostra quello che serve per essere in finale di Champions: non devi solo essere grande, ma speciale. Noi avevamo giocatori speciali, purtroppo il Real ne aveva tanti. Nel secondo tempo sapevo che non avevamo i mezzi, i pezzi giusti di cui avevamo bisogno. C´erano due giocatori che a stento potevano stare in piedi per gli infortuni, e il Real giocava una gara intelligente e rilassata. Può sembrare strano, ma sono uscito dal campo in pace con me stesso: non eravamo la squadra migliore. La sera successiva, a casa, mi sono dovuto fare la domanda più dura: era la fine della strada, era il massimo a cui potevo portare questa squadra?”

DIMISSIONI O NO — Allegri si chiede se “scrivere la parola fine sulla mia storia alla Juve. Una parte di me voleva andare in sede lunedì e dare le dimissioni”. Per rispondere a quei dubbi Allegri racconta di aver pensato a quando era ragazzo e ai motivi che lo avevano portato ad essere un allenatore. “A 14 anni a scuola odiavo la scuola. Non pensavo di poter essere un buon studente, ma pensavo di poter essere il preside. Forse tutti gli allenatori lo hanno sognato. Anche da giovane giocatore volevo insegnare”. E poi racconta di aver pensato a quando il nonno lo veniva a vedere giocare e non commentava mai la partita, ma si curava solo che si fosse divertito: “Cerco di ricordarmi quell´insegnamento, mi vedo come un tecnico della giovanili: amo insegnare e amo far diventare i giocatori migliori e più intelligenti”

DYBALA, BUFFON, LE FERITE — Così è maturata la decisione di restare: “Ho pensato che avevo ancora molto da dimostrare. E sapevo di avere ancora molto da insegnare. Così quella sera andando a dormire ho pensato che se il club era con me e la mia strategia e potevamo procedere insieme, avrei continuato. Era una nuova stagione, con nuove opportunità, Guardo a Dybala e Buffon come ai simboli della Juve: uno è un ragazzo che inizia il suo primo anno a scuola, l´altro sta prendendo un Master. Uno con una carriera davanti, l´altro verso la fine. Uno che vuole dimostrare di poter essere fra i grandi d´Europa, l´altro che lo è già, ma vuole lasciare al top. So che possiamo cancellare le ferite di Cardiff e avere una grande stagione. E cercheremo di tornare in finale”.

TESTA DURA E FALLIMENTO — Sui suoi metodi poi racconta: “Forse sono un po´ ´testa dura”, ma credo che sia quello che serve. E la cosa più importante sono gli istinti. Quando non seguo il mio istinto, e dubito, faccio errori. Da allenatore impari sopratutto dai fallimenti: il momento più importante della mia carriera non è una vittoria, ma l´esonero al Milan. Me lo aspettavo, lo hanno fatto con rispetto, ma io ho sentito il fallimento”.

Fonte: gazzetta.it

 

Da Torino… a Torino, cambiando maglia. E´ la storia di Tomas Rincon, che dopo sei mesi alla Juventus vestirà granata. Arrivato nel mercato invernale, l´ex Genoa non ha saputo ritagliarsi lo spazio tanto atteso e adesso cerca una nuova sfida con la maglia del Torino. Affare ai dettagli, ormai manca soltanto l´annuncio ufficiale. Poi sarà granata. Rincon arriva con un prestito oneroso di 2 milioni di euro e un riscatto fissato a 7, ma non è tutto: dopo un certo numero di presenze, infatti, il Toro avrà l´obbligo di riscattarlo dalla Juve. Oggi l´incontro decisivo con l´agente del calciatore per sottoscrivere le ultime pratiche, poi il Torino (Rincon avrà un contratto più lungo di un anno). Nuova avventura per il centrocampista.

Atalanta, torna De Roon
De Roon, andata e ritorno. Dopo una sola stagione in Inghilterra, il centrocampista olandese classe ´91 torna all´Atalanta (36 presenze e 1 gol nella stagione 2015/2016, prima del trasferimento in Premier League). Accordo raggiunto, oggi il calciatore sarà in Italia per sostenere le visite mediche coi nerazzurri. Affare da 15 milioni (13,5 più un altro milione e mezzo di bonus). Dopo il Middlesborough, ecco il ritorno all´Atalanta: De Roon torna in Italia. Ma non è finita. Un nuovo ciclo di giovani promesse. L´Atalanta vuole continuare sulla strada tracciata la scorsa stagione. E stavolta, il talento finito nel mirino dei bergamaschi è quello di Sandoval, attaccante di proprietà del Colon classe 1999 e compagno di Colidio nell´Argentina Sub20. Per il giocatore è stata già avanzata un´offerta da un milione di euro per il prestito con diritto di riscatto. Si attende la risposta del club argentino entro la fine della settimana.

Kondogbia vuole il Valencia
Kondogbia vuole il Valencia, è chiaro. La sua avventura all´Inter è arrivata al capolinea e adesso vuole solo la Liga. Consapevole che il rendimento negli ultimi due anni non è stato all´altezza delle aspettative (e che la prossima stagione dovrebbe giocare poco), il giocatore spera che i club possano trovare l´intesa. Inter e Valencia sono costantemente in contatto e c´è fiducia, ottimismo: sia che si tratti di un´alta percentuale sulla sua futura rivendita, oppure di uno scambio, magari anche di un prestito con obbligo di riscatto a determinate condizioni. Insomma, la volontà di Kondogbia è chiara, ma manca ancora l´accordo tra le due squadre.

Fonte: sport.sky.it

 

 

Cambio al vertice del ranking mondiale per nazioni della Fifa. Il Brasile torna al comando dopo un mese con un totale di 1604 punti, togliendo lo scettro ai campioni del mondo in carica della Germania, secondi a quota 1549. Terza resta l´Argentina (1399), salgono di un gradino Svizzera (1329) e Polonia (1319), rispettivamente quarta e quinta, mentre il Portogallo perde due posizioni ed è sesto (1332). Settimo il Cile (1250), ottava la Colombia (1208), il Belgio (1194) scavalca al nono posto la Francia (1157), decima. L´Italia del confermato ct Ventura è stabile in dodicesima piazza con un bottino di 1059 punti appena dietro la Spagna (1114), prossima avversaria nella corsa al primato del girone di qualificazione ai Mondiali di Russia2018. Effetti della recente Gold Cup: gli Stati Uniti, campioni, salgono di nove posizioni e sono 26esimi, mentre la finalista Giamaica fa un balzo di 19 posti ed è 57esima. Una menzione speciale per la Namibia, che si laurea ´scalatrice´ del mese con un balzo in avanti di 20 posizioni (136esima).

Fonte: italpress.com

 

Ultimi scampoli di calcio d´agosto prima dell´inizio del campionato. La Roma termina il suo percorso di amichevoli pre-season in Spagna. Stasera i giallorossi affronteranno al Sánchez-Pizjuán il Siviglia per il trofeo in onore di Antonio Puerta, l´ex squadra di Monchi, Perotti e Fazio. Proprio l´attaccante, non a caso, sta affiancando il tecnico Eusebio Di Francesco nella conferenza stampa prepartita. Ecco le parole dei due giallorossi:
Mister, mancano 10 giorni all´inizio del campionato. A che punto è la preparazione atletica e tattica della squadra?
Dal punto di vista atletico e tattico stiamo crescendo tantissimo. Una partita come quella di domani è importante per la condizione, ma lo sarà anche quella successiva. Affronteremo il Siviglia come fosse una partita di campionato, sapendo che in questi giorni abbiamo lavorato tanto. Questi sono gli unici momenti per capire le condizioni della nostra squadra, anche se sono molto soddisfatto della predisposizione al lavoro dei miei ragazzi.
Per Perotti: che sensazioni ti dà tornare qua? In cosa è diverso il Perotti che ha lasciato Siviglia e quello che sei oggi?
Per me tornare qui dopo 7 anni è una grandissima emozione. Ritrovo molti amici e torno in una delle città più belle del mondo, l´ho sempre detto. La partita di domani è molto bella e vale molto, emotivamente parlando, per il Siviglia e per il ricordo di Antonio. Ero partito che ero un bambino, ed ora sono un padre. Sono passati molti anni, sono più maturo ed ho più esperienza, ma è sempre bello tornare in questa città che per me è una seconda casa. Qui sono diventato uomo e sono cresciuto da solo. Sarà una grandissima emozione, è da tanto tempo che non calco il terreno del Pizjuan.
Mister, cosa pensa del Siviglia?
Conosco l´allenatore del Siviglia, Berizzo. L´ho affrontato in una amichevole con il Celta Vigo l´anno scorso e l´ho seguito. Ha uno modo di giocare diverso da quello di Sampaoli. Credo che il Siviglia ha grande tradizione e grande qualità nei giocatori per essere una squadra importante sia in Europa che nella Liga. Ha degli ottimi calciatori ed in più ha acquistato Muriel, che conosco benissimo, che ha aggiunto velocità a questa squadra. E´ una squadra competitiva sotto tutti i punti di vista.

Per Perotti: tu non hai avuto modo di giocare con Antonio Puerta. Adesso, nella Roma adesso ci sono molti ex del Siviglia…
Purtroppo non ho avuto modo di conoscerlo personalmente perché quando sono arrivato giocavo nella squadra Primavera del Siviglia. Puerta era in prima squadra e quindi non mi sono allenato con lui e non ho avuto il piacere di giocarci e condividere lo spogliatoio. Me ne hanno parlato tanto e molto bene che posso quasi dire di averlo conosciuto e domani sarà bello omaggiarlo. Era una bella persona e molto amato dai compagni e dalla gente. Per me tornare per disputare questo torneo è una doppia soddisfazione. Per quanto riguarda la seconda domanda, Federico (Fazio, ndr) è un fratello per me. Già dai tempi di Siviglia eravamo molto uniti, condividiamo la camera da almeno 10 anni. Ed è bello anche aver ritrovato Monchi, con cui ho lavorato 7 anni. So che tipo di professionista è e conosco i suoi risultati ottenuti col Siviglia. Spero che farà lo stesso alla Roma.

Mister, come giudica il ritorno di De Sanctis alla Roma e gli insulti a lui rivolti? Il centrocampo deve migliorare?
Non conosco la vicenda di De Sanctis e per quello non mi esprimo. Non so chi ha scritto quegli insulti e non penso di dover parlare io di questa situazione, non essendone a conoscenza. Per quanto riguarda la squadra, non è solo il centrocampo a dover migliorare, ma anche gli altri reparti. Siamo in pre-campionato, un periodo in cui si disputano alcune partite con dietro un lavoro importante. Ci sono meccanismi che sono meno efficaci perché la squadra non è ancora in condizione, quando lo sarà, miglioreremo. Per me, e lo sottolineo, non esistono le singole linee, ma concepisco la squadra come un blocco unico. Se non funziona una parte, tutti soffrono. A me interessa parlare della Roma come collettivo e come squadra.

Per Perotti: come ti stai trovando nel nuovo ruolo che ti ha dato il mister? Senza Salah avete perso imprevedibilità, serve un giocatore come Mahrez?
Mi piace molto questo nuovo sistema di gioco. Faccio movimenti diversi, che in passato ho avuto difficoltà a fare: muovermi tra le linee, accentrarmi, non dover aspettare la palla. Questo mi permetterà di essere più vicino alla porta, di fare più assist e cercare di più la porta, dove devo migliorare. In questo senso avrò anche più opzione e non dovrò fare sempre la stessa cosa come accadeva lo scorso anno. Per quanto riguarda Salah, ci garantiva 15 gol e molti assist. Aveva un cambio di ritmo e di passo importante, ma sono sicuro che Monchi stia lavorando per trovare il sostituto giusto, che sia Mahrez o un altro, per quanto sia difficile fare meglio di lui.

Per il mister: gli ex Siviglia le hanno parlato di Puerta? Com´è lavorare con Monchi?
Me ne ha parlato soprattutto Monchi di Puerta, della sua storia che io conoscevo per averla vista in tv. E´ un onore per noi essere qui e partecipare alla sua memoria. Giocare qui, in questo torneo, è motivo di grande soddisfazione. Lo stesso è lavorare con Monchi, perché stiamo lavorando in un grande club. Ha grandissima esperienza internazionale e posso apprendere tanto da lui. C´è un buon feeling e questo credo sia la cosa migliorare per lavorare insieme.

Fonte: forzaroma.info

 

ROMA – Carlo Tavecchio prosegue il proprio lavoro di continuità. Dopo il rinnovo di Gigi Di Biagio alla guida dell´Under21, anche Gian Piero Ventura rinnova la propria collaborazione con la Figc. L´attuale Ct resterà alla guida della nazionale maggiore fino agli Europei del 2020. “Questa fiducia mi dà ulteriore stimolo per fare qualcosa di importante – ha detto l´ex tecnico del Torino – abbiamo iniziato un cambio generazionale che dev´essere ancora completato. Abbiamo 3 obiettivi: qualificarci per i Mondiali, essere la sorpresa dei Mondiali ed essere fra i favoriti per l´Europeo”.

TAVECCHIO ESALTA VENTURA – Prima, però, bisognerà affrontare la Spagna per decidere chi si qualificherà direttamente ai Mondiali in Russia e chi dovrà fare gli spareggi. L´Italia, nella corsa delle qualificazioni alla rassegna iridata del 2018, è attualmente al comando del girone G insieme alla formazione iberica che affronterà al Santiago Bernabeu in una sfida decisiva dopo l´1-1 dell´andata. “La prossima partita è di importanza notevole – spiega il numero uno della Figc, Tavecchio -, anche se non è la fine del Mondo. Questo appuntamento serve per offrire il nostro riconoscimento al Ct per la proroga del contratto che porteremo fino al 2020. Ha portato avanti un rinnovamento culturale e generazionale, instaurando un rapporto con le società visitandole in maniera costante”.

GIOVANI A BASE DEL PROGETTO – I giovani, come più volte sottolineato da Tavecchio e Ventura, saranno al centro di questo percorso, sia tramite gli stage che con gli esordi in prima squadra. “Non so se gli stage saranno di più in questa stagione. Sono stati fondamentali – ha detto il commissario tecnico -, perché avevano una finalità ben precisa: prendere per mano tutti i giovani di grande potenzialità, senza l´obbligo di risposte immediate. C´è la possibilità di fare molto meglio, ma non sono sicuro che dipenda solo dalla quantità di stage. L´ultimo della scorsa stagione, ad esempio, l´ho abolito per andare incontro ai presidenti che erano stati molto gentili nei miei confronti. Il problema non è quanti ne facciamo, ma come li facciamo”.

SENSO DI APPARTENENZA – Nel corso della conferenza Ventura ha più volte parlato di “gratificazione” per “aver riscattato il senso di appartenenza” alla maglia azzurra. “Andare ai Mondiali e basta non serve a niente, bisogna ritagliarsi uno spazio da protagonisti. Così dimostreremo di aver costruito qualcosa di importante. Possiamo usare la parola ´programmazione´ con concretezza”, ha specificato l´ex allenatore del Torino. Commentando i trasferimenti dei giovani azzurri, Ventura ha espresso la sua preoccupazione affinché questi possano dimostrare il percorso di crescita: “Bernardeschi è andato in una squadra veramente ricca di giocatori in fase offensiva, mi auguro che avrà il maggior spazio possibile. Pellegrini alla Roma, invece, entra a far parte di un centrocampo abbastanza folto. Il senso è quello di giocare per dimostrare chi sei e per ciò che vuoi diventare”. Ventura si è, infine detto “sorpreso” dalle dichiarazioni di Jorginho del Napoli, che aveva espresso i suoi dubbi sui metodi di convocazione: “gli faccio i miei complimenti per tutto quello che ha fatto. Il suo ruolo è quello di metodista ed è un ruolo che al momento non c´è. Se ci sarà un ruolo da metodista, verrà preso in considerazione”.

Fonte: repubblica.it/sport

 

 

Un Milan pieno zeppo di riserve perde al Massimino contro il Betis Siviglia, nell´ultimo test estivo che precede il playoff di Europa League coi macedoni dello Shkendija. In mezzo a tante seconde linee, c´è stata la prima di Bonucci da capitano e la prima rete rossonera di André Silva.

VAR DECISIVA — Due gli episodi in cui la moviola è stata determinante, col gol tolto ad André Silva in avvio e il rigore assegnato nel finale al Betis e che ha fissato il 2-1 finale. Una volta abituatisi alle interruzioni, come ha detto Montella, l´impressione è che il nuovo sistema spegnerà molte, se non proprio tutte, le polemiche. André Silva si è comunque rifatto nella ripresa col rigore dell´1-1, concesso per trattenuta su Gomez. Il portoghese ha fatto intravedere il suo potenziale, anche se ha sbagliato un paio di gol e non tutte le giocate sono state brillanti.

LAVORI IN CORSO — Bene Calabria, ormai vice-Conti a destra, qualche buon lancio di Locatelli e qualche strappo di Suso. Calhanoglu ha mostrato un piede meraviglioso nei calci da fermo, ma la sua condizione complessiva è da perfezionare. Montella, partendo dalla difesa a 4 con Zapata inizialmente vicino a Bonucci, ha provato diversi moduli, in attesa di puntare col tempo alla linea 3, il vestito perfetto per l´ex difensore della Juve.

Fonte: gazzetta.it

 

 

TORINO – Dybala si prende la 10. La Juventus consegna il numero più prestigioso alla Joya scacciando così tutte le voci di una possibile partenza dell´argentino. Dybala, al centro dei rumors di mercato con Barcellona e Real Madrid come possibili destinazioni future, riceve l´investitura ufficiale da parte del club bianconero che lo elegge a futuro leader della squadra.

MOSSA A EFFETTO – Sembrava tutto definito, Dybala avrebbe dovuto iniziare la nuova stagione con il suo 21, un numero altrettanto importante, vestito da campioni del calibro di Pirlo e Zidane. Alla fine, però, ha vinto la magia del “dieci”: l´argentino ha deciso di prendere la maglia di Del Piero, Platini, Sivori, Roberto Baggio, Tevez e per ultimo Pogba. Un segnale di come la Juventus voglia che Dybala rappresenti il centro del progetto futuro del club.

Fonte: tuttosport.com

 

Pubblicato da Alessandro Lugli

Alessandro Lugli è nato a Napoli e ivi residente. Poeta, giornalista pubblicista e cantante. Direttore di vari blog da lui creati.