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Soccer: Italy Cup; Lazio-RomaQuarta vittoria di fila per la Lazio che supera di slancio il Torino, sorpassa in classifica l´Inter e riconquista il quarto posto. Gara decisa nella ripresa. Inzaghi esulta grazie ai suoi attaccanti: Immobile giunto al 17esimo gol in campionato, Keita (subentrato a Biglia) e Felipe Anderson. La rete di Maxi Lopez dà il momentaneo pareggio ai granata, che soffrono gli avversari per larghi tratti dell´incontro. Gioco frizzante, tre gol con diverse occasioni sciupate: la Lazio continua a meravigliare e fa sognare.

MURO GRANATA — Inzaghi conferma in blocco i titolari della vittoria di Bologna. Mihajlovic fa rientrare in difesa l´ex De Silvestri e in mediana Benassi mentre in attacco rilancia Ljajic e dà spazio per la prima volta dall´inizio a Iturbe. Il primo sussulto arriva al 7´ con una girata di Immobile di poco a lato della porta di Hart. Lazio catapultata all´attacco, Torino attento a controllare. La rapidità dei biancocelesti sulle fasce crea affanni ai granata. Al 16´ Biglia in uno scontro con Iturbe accusa un colpo al ginocchio sinistro, abbandona il campo ma poi rientra tra gli applausi dell´Olimpico. Il Torino esce dal guscio. Una ripartenza di Iturbe viene arginata da Hoedt. Ma si ferma Radu che risente di una botta al costato subita da Iturbe: al 27´ Inzaghi inserisce Lukaku al posto del romeno. Due minuti dopo Immobile non trova il tocco giusto davanti alla porta: rimediano Rossettini e Hart. Al 33´ fuori bersaglio un tentativo di Parolo. Poi chance per Milinkovic: tiro ribattuto. Sgomma la Lazio a caccia dello spunto per schiodare la partita. Il Torino regge senza andare in ansia. Assalto biancoceleste nel finale del primo tempo, ma l´ultima conclusione è del Torino con Ljajic che calcia fuori.

IL TRIS BIANCOCELESTE — Subito due cambi al rientro in campo. Nella Lazio Wallace rileva De Vrij (k.o per una contusione al ginocchio), nel Torino al posto di Baselli c´è Molinaro che rientra cinque mesi dopo lo stop al crociato. Al 10´, guizzo di Lukaku sulla sinistra e pallone invitante per Parolo che non inquadra la porta. Un minuto dopo la Lazio va a segno. Sul traversone dalla destra di Basta, deviato da Moretti, si avventa Immobile che, come all´andata, colpisce la sua ex squadra senza esultare. I granata tentano di reagire. Al 18´ Mihajlovic sostituisce Ljajic con Maxi Lopez per scuotere la fase offensiva. Una mossa che si rivelerà azzeccata. Perché prima ci prova Benassi dalla distanza con Strakosha pronto a intervenire e poi al 27´ sbuca l´incornata di Maxi Lopez, sfuggito a Milinkovic e innescato da una punizione di Iturbe. È il pareggio del Torino. L´argentino bissa il gol segnato all´Olimpico nel k.o di tre giornate fa con la Roma. La Lazio riprende a macinare gioco. Mihajlovic fa entrare Iago Falque per Iturbe e Inzaghi risponde con Keita al posto del malconcio Biglia. Anche quest´ultima mossa incide sul tabellino. Al 42´, si assist di Lukaku, l´attaccante spagnolo-senegalese inventa la parabola giusta per infilare Hart. Lazio di nuovo un vantaggio con l´ottavo gol in questo campionato dell´ex Barcellona. E al 46´ arriva il tris della squadra di Inzaghi. Con Felipe Anderson che si lancia nel corridoio giusto su un bel lancio di Lulic. La festa finale è tutta della Lazio che corre verso l´Europa.

Fonte: gazzetta.it

E´ il Chelsea la quarta e ultima semifinalista di Fa Cup. I Blues di Conte centrano l´obiettivo battendo 1-0 il Manchester United a Stamford Bridge: il match winner è Kanté, a segno al 51´ con un destro da fuori. Partita vibrante, ricca di emozioni e condizionata dall´espulsione di Herrera che lascia i Red Devils in dieci uomini al 35´ rimediando ingenuamente un doppio cartellino giallo. Scintille in panchina tra Conte e Mourinho.

Alta tensione a Stamford Bridge: c´è Chelsea-Manchester United, ma soprattutto c´è Conte contro Mourinho, uno spettacolo nello spettacolo. Il primo tempo è incandescente e sono i Blues a sfiorare il vantaggio al 16´: De Gea è superlativo a opporsi, nell´arco di una manciata di secondi, a due conclusioni velenose di Hazard e Cahill. Poi, al minuto 35, l´episodio che fa svoltare il match. Herrera, già ammonito per un fallo su Hazard, commette un altro intervento irregolare sul belga e viene espulso da Oliver tra le proteste dei Red Devils. La temperatura sale anche nelle due panchine e quando, al 41´, Valencia entra duro su Marcos Alonso si scatena il finimondo: Conte e Mourinho si precipitano in contemporanea a protestare dal quarto uomo che si trova stretto tra le urla dei due tecnici, letteralmente indemoniati.

In inferiorità numerica e per giunta privo dello squalificato Ibrahimovic, lo United fa fatica a contenere il Chelsea a inizio ripresa e i Blues sbloccano il risultato al 51´: Kanté si libera al limite dell´area e lascia partire un destro rasoterra, De Gea si tuffa in leggero ritardo e stavolta non ci arriva. La reazione dei Red Devils è tutta in una fiammata di Rashford che al 59´ approfitta di uno svarione di David Luiz, evita Cahill in dribbling e spara a colpo sicuro col sinistro trovando però la miracolosa risposta di Courtois in uscita. Resterà questa l´unica vera occasione creata dallo United che paga anche un´altra prestazione tutt´altro che memorabile di Pogba. Il Chelsea sfiora il raddoppio nel finale con Fabregas poi, dopo quattro minuti e mezzo di recupero, Oliver manda tutti negli spogliatoi. Tensione alle stelle anche nell´immediato post partita con Mourinho e Conte che si incrociano sul terreno di gioco ma si ignorano.

La festa è tutta del Chelsea che vola in semifinale e, saldamente al comando della Premier League, inizia a sognare il Double. Finisce invece l´Fa Cup del Manchester United che, dopo avere rimediato un secco 0-4 in campionato, torna ancora una volta a mani vuote da Stamford Bridge. I Red Devils non potranno quindi difendere il titolo conquistato lo scorso anno. Semifinali in programma il 22 e 23 aprile a Wembley: saranno, nell´ordine, Chelsea-Tottenham e Arsenal-Manchester City.

Fonte: sportmediaset.mediaset.it

Ci sarà bisogno ancora una volta di qualche ripetizione di matematica per Fabio Fognini, che con Pablo Cuevas ha mancato la prova del nove dopo la splendida affermazione contro Tsonga nel BNP Paribas Open. Non era una partita semplice, lo si sapeva, e oltre alle difficoltà psicologiche del match dopo una importante affermazione c´erano anche le incertezze legate alla condizione fisica ed agonistica di Fognini.

Purtroppo il ligure è stato tradito su tutta la linea dal suo diritto, deficitario ed inaffidabile, che lo ha inguaiato fin da subito per poi affossarlo definitivamente nel momento decisivo del secondo parziale.
Fuori dalla canicola pomeridiana nella quale era sembrato a suo agio nel match precedente, Fognini ha subìto quasi sempre il palleggio di Cuevas, certamente molto ordinato e disciplinato durante tutto il match, ma aiutato senza dubbio dalla scarsa vena dell´italiano che nonostante tutto è riuscito a mantenere per (quasi) tutta la partita la calma evitandosi anche l´ammonizione per una pallata ai teloni di fondo ed un lancio di racchetta.

Eppure l´inizio è incoraggiante per Fognini, che proprio con il diritto che da lì a poco l´avrebbe abbandonato si procura il break in apertura di match. Il vantaggio è effimero però, perché è il rovescio che fatica a carburare, e con quattro errori gratuiti il controbreak è servito. Con la battuta Cuevas cancella una nuova opportunità break per Fabio, che però non riesce a tenere in campo la risposta. Sarà quella l´ultima occasione avuta dall´italiano sul servizio dell´avversario, sempre molto efficace con la prima di servizio (82% la sua percentuale di realizzazione) e bravo a non far trovare il ritmo all´avversario in risposta.

Dopo 22 minuti il primo set è già in archivio con sei giochi consecutivi per Cuevas che mette sul cartellino il doppio dei punti di Fognini (28 a 14).

Più equilibrato il secondo set, segnato soltanto da un break, ottenuto dall´uruguaiano al terzo gioco, grazie a due doppi falli e tre errori gratuiti di Fognini: a chiudere il game è, nemmeno a dirlo, l´ennesimo diritto sbagliato dell´azzurro. La situazione potrebbe precipitare quando Cuevas ha la palla del 4-1 pesante, annullata dall´unico scambio ben manovrato da Fabio di diritto e poi chiuso con un vincente. Nel game seguente un doppio fallo e due gratuiti sembrerebbero dare all´italiano un filo di speranza, ma la sua risposta questa sera davvero non c´è, ed il match fila via fino alla inevitabile epilogo in favore dell´uruguaiano.

Davvero un peccato per la ghiotta occasione non sfruttata; rimane comunque la vittoria contro Tsonga e la nuova calma interiore messa in mostra che potrebbe dargli quell´equilibrio che fino ad oggi è mancato a Fognini per larghi tratti della sua carriera. Tecnicamente sappiamo tutti di cosa Fabio è capace, e se la nuova partnership con Franco Davin saprà dargli anche la tranquillità di cui ha spesso difettato, forse potrà regalare a se stesso ed al tennis italiano qualche altra soddisfazione.

Fonte: ubitennis.com

Non è solo il risultato finale, umiliante sul piano sportivo, sconveniente su quello finanziario. Il Psg, dopo la disfatta per 6-1 al Camp Nou, non si è sentito rispettato come un grande club dall´Uefa. Colpa della scelta di un arbitro considerato inadeguato, il tedesco Deniz Aytekin, che avrebbe concesso rigori inesistenti, negandone uno evidente ai parigini, sorvolando su simulazioni, soprattutto di Suarez, che a un certo punto avrebbero potuto meritare pure l´espulsione. Il presidente Nasser Al Khelaifi quindi ha deciso di scrivere direttamente alla massima istituzione calcistica europea, inviando un corposo dossier per dimostrare i torti subiti, nell´ottica che la situazioni non si ripeta in futuro.

MOVIOLA — Il Psg, fanno sapere a Parigi, non contesta infatti l´eliminazione, né chiede che sia rigiocata la partita, come invece invoca una petizione, partita dalla Spagna, che su change.org ha già raccolto circa 250mila firme. Non viene neppure minimizzato il 6-1 finale, frutto di un crollo mentale e tattico inatteso della squadra di Emery dopo il netto 4-0 dell´andata. I vertici parigini considerano invece che durante i 96´ del Camp Nou si siano verificati troppi episodi dubbi. Almeno una decina, documentati con video e moviole commentate con analisi di esperti ed ex arbitri di livello internazionale, raccolti nel dossier già partito per Nyon.

PRESSIONI — La convinzione, maturata in sede del Psg, è che Aytekin si sia lasciato travolgere dagli eventi, facendosi magari condizionare dal peso dell´istituzione Barcellona, dalla pressione del Camp Nou tutto esaurito, rivelandosi così inadeguato per garantire una direzione equilibrata, incapace di decidere con lucidità su azioni che alla fine hanno condizionato il risultato, favorendo solo i catalani. Troppo quindi per il Psg che pretende, tramite il dossier, che la situazione vissuta l´8 marzo non si ripeta in futuro. Sperando poi che il club francese, che ha perso tra l´altro una decina di milioni di euro di introiti Uefa con l´eliminazione agli ottavi, possa comunque far valere sul campo una superiorità espressa solo all´andata, prima di perdere il controllo della situazione al ritorno.

Fonte: gazzetta.it

Pubblicato da Alessandro Lugli

Alessandro Lugli è nato a Napoli e ivi residente. Poeta, giornalista pubblicista e cantante. Direttore di vari blog da lui creati.