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33e8154734fb0ba241f20fffbbbfe347-71751-03d276bbf3483d49c628943546200fdbEmozioni, dubbi, errori e spettacolo. Contraddizioni che vivono e appassionano sotto il sole dell´Olimpico. La pienezza di quello che potrebbe essere stato l´ultimo derby della folgorante carriera di Francesco Totti va alla Lazio che per opera di Keita sigilla il risultato sul definitivo 3-1: doppietta del senegalese, gol di Basta e momentaneo pareggio di De Rossi. Il rigore realizzato dal centrocampista giallorosso, però, arriva in seguito alla simulazione di Strootman che cade in area senza essere stato toccato da Wallace. Orsato e l´addizionale non se ne accorgono, ma la svista è colossale. La Roma non approfitta del pareggio della Juve a Bergamo, i punti di distacco sono nove, e Spalletti firma un delizioso assist al Napoli direttamente dalla panchina: Sarri avrà la possibilità di portarsi a una sola lunghezza.

SCUSI, CHI HA DATO IL RIGORE? – Pressing alto con la possibilità di portarsi in vantaggio per ben due volte. L´inganno della Roma ha vita con le conclusioni di Dzeko e Salah: il primo controlla in modo straordinario e poi manda tutto all´aria sparando addosso a Strakosha, il secondo è neutralizzato dall´allungo dello stesso portiere albanese. Si parla d´inganno perché per tutto il resto dei 45 minuti è la Lazio a condurre la gara. Keita fa le veci di Immobile (forfait dell´ultima ora per un virus intestinale) sbloccando al 12´ bevendosi Fazio con una semplice finta e lasciando passare il pallone sotto le gambe del colpevole Emerson. Altre chance per Parolo non prima del dubbio episodio in area tra Lukaku e il centrale argentino: i biancocelesti chiedono a gran voce il rigore. Ma quello che succede al 45´ va oltre. La chiara simulazione di Strootman (cade senza che ci sia il minimo contatto con Wallace) tradisce Orsato e l´addizionale regalando a De Rossi il penalty che vale l´1-1 e a Biglia il giallo per proteste. In apertura di ripresa il copione si ripete. Dzeko sbaglia ancora, la squadra di Inzaghi no. Il gol del nuovo sorpasso è firmato da Basta (50´) con la complicità di Fazio. Il laterale non segnava da ben 79 partite, l´ultima rete nel marzo del 2014 quando indossava la maglia dell´Udinese. Anche lì contro la Roma. L´avvicendamento tra bandiere s´inscena al 73´ con l´ingresso in campo di Totti al posto di De Rossi, ma il derby è virtualmente chiuso dalla doppietta di Keita: praterie per Lulic, appoggio all´attaccante e agevole tris del campioncino già grande. Nel recupero saltano pure i nervi, Rüdiger entra in maniera scomposta su Djordjevic e si becca il rosso.

Fonte: tuttosport.com

Ivan Juric ha abbandonato la sala stampa del Ferraris anzitempo, quasi a conclusione dopo una decina di domande. E´ scappato via piangendo, le ultime parole ai colleghi delle carta stampata pronunciate con la voce rotta. Lacrime da vero genoano, lacrime di rabbia di un uomo che sta dando tutto per questa squadra.

“I primi quindici minuti della ripresa non me li spiego, non me li spiego … non me li spiego” ha ripetuto più volte, come se fosse mesmerizzato, ipnotizzato dagli eventi.
Un episodio che emoziona chiunque, tocca le corde del sentimento genoano, lacerato da questa dannata stagione. In tali pochi secondi c´è il dramma del Genoa. Una squadra che ha bisogno di una sola cosa nel decisivo mese di maggio: aiuto da parte di tutti.

Il tecnico aveva ammesso poco prima ai microfoni di Mediaset Premium: “Certo che ho paura della B, il calcio è così. Oggi non dovevamo concedere niente, invece abbiamo regalato quindici minuti”. Juric ha cercato “spiegazioni ma non le trovo. La mia sensazione era che la squadra fosse sostenuta dai tifosi dall´inizio. Poi c´è stato un lancio di fumogeni di qualcuno, ma non sentivo aria di contestazione durante la partita. Qualcuno voleva fare quello che ha fatto” ha concluso.

Fonte: pianetagenoa1893.net

Vincenzo Montella difende i suoi, dopo gli allarmi della vigilia. Il tecnico nonostante il pareggio di Crotone ha visto una buona prestazione: “A me oggi la prestazione dei miei giocatori è piaciuta. Certo può dispiacere pareggiare con il Crotone che è terz´ultimo, ma nell´ultimo periodo il Crotone è da Champions. Alla vigilia ero stato nervoso e preoccupato? I miei oggi mi hanno dato una grande risposta. Per fortuna adesso il calendario diventa facile…”. Il tecnico rossonero la butta sull´ironia dopo la sconfitta con l´Empoli, il pari di oggi e le prossime gare con Roma e Atalanta.

ANALISI DEL MATCH — Questa l´analisi del match di Montella: “Abbiamo sofferto il primo quarto d´ora, poi a livello agonistico abbiamo giocato alla pari con gli avversari e ci siamo calati nella partita. Il Crotone ha speso tantissimo nel primo tempo, poi era normale che calasse nella ripresa e infatti abbiamo meritato il pareggio. Gigio ha fatto una grande parata sull´1-1 ma io sul piano dello spirito e della volontà non posso rimproverare nulla ai ragazzi. Penso che abbiamo fatto la gara che dovevamo fare, a livello tecnico potevamo fare meglio. Però vedendo gli altri risultati siamo perfettamente in corsa ancora, queste ultime due partite potevano sembrare facili per alcuni ma abbiamo visto che anche le altre squadre perdono punti con le squadre dietro: complimenti al Crotone. Torniamo a casa con un punto in più ma con un po´ di rammarico perché volevamo vincere”.

CORSA ALL´EUROPA — La corsa all´Europa: “La squadra più temibile per l´Europa League? Non dobbiamo temere nessuno, noi dobbiamo guardare solo noi stessi. Ora sì che avremo due match facili contro Roma e Atalanta. Non penso neanche di guardare Inter-Napoli. Troppa differenza tra i primi e i secondi tempi? Molto spesso dipende anche dagli avversari. Noi siamo una squadra che vuole sempre giocare, gli avversari lo sanno e ci aggrediscano di più nei primi tempi però non vedo uno scarso approccio da parte dei ragazzi

DONNARUMMA — Anche oggi ci sono state un paio di parate decisive di Donnarumma: ” E´ un ragazzo giovane, è un bene quando fa certe parate. Noi vorremmo non fargliele fare però ha compiuto due grandissime parate. Ha dimostrato anche oggi di non essere distratto e farà una scelta matura”.

Fonte: gazzetta.it

Non una semplice vittoria, bensì uno schiaffo in faccia a tutti coloro che per mesi l´hanno bollato come “l´altro pilota Mercedes”, umile scudiero messo di fianco a Hamilton per sostituire, senza disturbare troppo, Nico Rosberg.

Già il nostro Mario Donnini l´aveva scritto dopo Melbourne, Bottas non è paggio di Hamilton, e oggi il finlandese ha dimostrato di poter essere incisivo, dopo tre mesi trascorsi a prendere confidenza col nuovo team e la nuova macchina. Da qui a diventare terzo incomodo nella lotta mondiale ce ne passa: Bottas ha vinto la sua prima gara sul tracciato a lui più congeniale (3° posto nel 2014 con Williams), oggi Hamilton è stato un fantasma e Vettel ha patito 1 secondo di ritardo al pit stop. Tuttavia è doveroso sottolineare il valore della sua gara, iniziata a sorpresa con una partenza da cacciabombardiere e proseguita con un ottimo ritmo, sufficiente a gestire la rimonta di Vettel.

Un successo meritato, conquistato dopo 80 gran premi: “Ci è voluto tempo ma ne è valsa la pena – ha scherzato Bottas dopo il podio -. Ma è stato questo team a rendere possibile la vittoria. Non sono uno emotivo ma sentire l´inno finlandese è stato veramente speciale, bello ma anche surreale. Speriamo sia solo la prima vittoria di una lunga serie”.

Il finlandese ha vinto alla partenza: scattato dalla terza piazzola è riuscito a sfruttare al meglio la scia della SF70H di Vettel, bruciando entrambe le Ferrari e chiudendo poi la porta in faccia al tedesco che cercava di recuperare. “Poi sono riuscito a tenere tutto sotto controllo – ha commentato in conferenza stampa – anche se ho avuto un po´ di problemi a passare i doppiati perché con queste macchine si tende a perdere carico aerodinamico quindi è più complesso avvicinarsi e passare. Poi a 15 o 10 giri dal termine (giro 39, curva 13, Ndr) ho fatto un bloccaggio che mi ha rallentato, perché ho spiattellato una gomma e a causa delle vibrazioni la visibilità non era molto buona. Ma ormai non conta più nulla”.

I 25 punti raccolti sul Mar Nero consentono a Bottas di allentare la pressione e di volare verso Barcellona con maggiore tranquillità, cancellando con un colpo di spugna l´erroraccio commesso in Cina, portandosi a quota 63 punti in classifica generale: “E´ stato un inizio di campionato complesso e oggi non è stata una gara facile da vincere. Questo successo mi dà parecchia fiducia. E ora ho la conferma che per me tutti i risultati sono possibili”.

Fonte: autosprint.corrieredellosport.it

“Facevano i cori contro di me da subito, nel primo tempo ho visto che nel gruppetto c´erano dei bambini e allora mi sono rivolto ai genitori e ho dato loro la mia maglia, per dare l´esempio. Poi in curva la cosa è continuata con un altro gruppo di tifosi: io stavo ragionando con loro, ma l´arbitro mi ha detto che dovevo lasciare perdere.

E lì mi sono arrabbiato. Perché anziché fermare la partita se l´è presa con me?”. Così Muntari al termine della partita Cagliari-Pescara commentando la decisione di abbandonare il campo. “I tifosi hanno sbagliato ma l´arbitro – ha chiarito il giocatore – doveva fare qualcosa di diverso, non accusare me. Io non sono una vittima. Ma se si fermano le partite sono convinto che queste cose non succederanno più”.

Fonte: ansa.it

Perugia non riesce a completare l´opera, nella finale di Champions league al Palalottomatica di Roma crolla sotto i colpi dei russi dello Zenit Kazan 3-0 (25-15, 25-23, 25-14). In effetti al cospetto degli umbri si presenta una squadra stellare che vince la terza Champions league consecutiva, quinta nel suo ricco albo d´oro che contiene trionfi nel 2008, 2010, 2015, 2016 e 2017. Un rullo compresso che alza il trofeo dopo aver fatto percorso netto, senza sconfitte, e nella finale four italiana addirittura senza lasciare set per strada. Insomma lo Zenit Kazan, già favorita dall´inizio della competizione per la sua strepitosa rosa di giocatori, ha il merito di non aver mai abbassato la guardia e soprattutto non ha vissuto sulle individualità dei suoi campioni ma si è confermata squadra e gruppo forte. Una bestia nera per le formazioni italiane. Infatti un anno fa in finale aveva battuto Trento, ma all´epoca servirono cinque set. A Roma contro Perugia sono bastati tre set giocati bene, di cui solo il secondo equilibrato per tenera a bada gli avversari. Dal canto suo la formazione umbra, zeppa di quantità e qualità, ci prova, nonostante le assenze di Russell e Birarelli, ma la differenza da colmare è davvero tanta e in diversi settori della rete. Solo nel terzo set, una volta finiti sotto nel punteggio, i giocatori della Sir mollano, calano il ritmo e lasciano via libera ai russi. La fotografia più bella è sugli spalti: i tanti tifosi provenienti dall´Umbria sono, comunque, tutti in piedi a festeggiare un importante secondo posto, una medaglia d´argento che profuma di vice campioni d´Europa. Il bronzo come un anno fa è ancora della Lube che stende Berlino 3-1 (29-27, 22-25, 25-21, 25-21).

Per la Lube adesso testa di nuovo alla finale scudetto. Giovedì si giocherà gara due a Trento. Invece Perugia chiude una stagione che nei confini nazionali poteva dare altre soddisfazioni e rimanda il successo di un trofeo al futuro. Per quanto riguarda i numeri della finale i padroni di casa ritrovano Ivan Zaytsev (14 punti, 61 per cento in attacco e tre muri) e purtroppo non trovano la solita spinta di Atanasijevic 9 punti, due ace e un muro e solo il 32 per cento in fase offensiva. Una prestazione poco continua che ha dei picchi importanti soprattutto nel secondo parziale quando Perugia rischia seriamente di vincere. Tra i campioni d´Europa, che attaccano con il 63 per cento, spiccano Mikhailov (19 punti, tre muri, un ace e 75 per cento in fase offensiva) e Leon (16 punti, quattro ace e 63 per cento). Vale a dire due campioni che da soli fanno la differenza e passa in secondo piano anche la serata storta di Anderson.

Il buon avvio di Perugia nel primo set illude i tifosi umbri. Zaytsev e il muro tengono a bada gli avversari. Ma il confronto alla pari dura poco, Appena Kazan entra in partita, le pedine pregiate russe fanno la differenza a muro e in attacco. Dall´altra parte della rete Atanasijevic non “esplode” come al solito i suoi colpi e la fase offensiva della squadra allenata da Bernardi ne risente. Facile per lo Zenit andare in vantaggio. Nel secondo set è un´altra Perugia. La formazione umbra gioca alla pari degli avversari con uno Zaytsev in avvio di parziale utile e tenere a galla la squadra. A tratti si vede pure Atanasijevic che picchia forte dalla linea dei nove metri e sopra la rete. Al serbo manca un pizzico di continuità. La regolarità dei russi, nonostante la mancanza di apporto da parte di Anderson, mette in difficoltà la Sir, Leon e compagni arrivano al punto a punto finale con un pizzico di autorevolezza in più. E questo fa la differenza. Doppio vantaggio e finale di Champions league in salita per la Sir Sicoma Colussi. Terzo set che vede subito Kazan con un break di vantaggio e Perugia incollata. A spezzare il parziale un turno al servizio di Leon: quattro ace che fanno la differenza. A frenare il braccio cubano una ricezione di Bari e il conseguente punto di Zaytsev. Ora c´è da rimontare per non accontentarsi dell´argento. Mentre lo Zenit si affida a Mikhailov per tenere a bada la reazione della squadra allenata da Lorenzo Bernardi. E alla fine Perugia crolla proprio sui titoli di coda e lascia vita ancora più facile alla super corazzata del volley internazionale. Kazan è ancora campione d´Europa.

Il bronzo conquistato dalla Lube, per la seconda volta consecutiva non cancella del tutto la delusione per aver saltato ancora una volta la finale più importante. Comunque consacra la squadra ai vertici del volley continentale, pur essendo l´ultimo successo ormai datato 2002, un ricordo sempre più lontano. Rispetto al sestetto schierato in semifinale l´allenatore Blengini lascia a riposo Kovar e Candellaro, inserendo al loro posto rispettivamente Cebulj e Cester. La firma più importante sulla finalina è quella di Juantorena (21 punti, 67 per cento in attacco e 5 battute vincenti). La partita sontuosa dell´italo-cubano aumenta le recriminazioni da parte della tifoseria biancorossa che solo ventiquattro ore prima aveva visto all´opera un Juantorena sotto tono, costato caro alla Lube. Nel complesso gli undici ace fanno male a Berlino, anche perché i tedeschi non sono stati capaci di alzare il ritmo nei momenti clou della sfida. Tra i marcatori spicca l´opposto di Civitanova Sokolov autore di 23 punti. Meglio di lui solo il giocatore dei tedeschi Carrol che chiude con 25 punti.

Fonte: sport.repubblica.it

(ANSA) – Un’altalena di gol e di emozioni.Non poteva essere più palpitante il derby veneto tra Verona e Vicenza con la squadra scaligera che acciuffa proprio allo scadere del recupero una gara che sembrava persa. Finisce 3-2 ma sono i biancorossi a recriminare, visto che fino all’88’ erano avanti 2-1. Ma l’uno-due di Bessa (88′) e Romulo (95′) capovolge un copione che sembrava scritto, consentendo ai padroni di casa di staccare momentaneamente di 4 punti il Frosinone, impegnato nel posticipo serale a Salerno. Il Verona avanti con Silingardi al 20′ viene raggiunto al 33′ da Bellomo e superato al 14′ st dalla rete di Esposito. Il pareggio arriva solo a due minuti dal termine sul destro di Bessa che fa 2-2. Sembra tutto finito ma nei 5′ di recupero succede di tutto: prima ci prova Valoti, poi Ganz prima del gol-partita di Romulo a pochi secondi dalla fine del recupero e qualche scaramuccia nel finale per il tanto nervosismo.
(ANSA) – Primo maggio di lavoro, conseguenza di una domenica ricca di episodi controversi, per il capo della procura della Figc, Giuseppe Pecoraro. L’ex prefetto di Roma, apprende l’Ansa, ha già deciso di inviare entro la tarda mattinata di domani al giudice sportivo la segnalazione per la prova tv nei confronti di Kevin Strootman per l’episodio del rigore concesso da Orsato, nonostante non ci sia stato contatto tra il laziale Wallace e il giallorosso.
Il procuratore federale nelle prossime ore analizzerà anche audio e video di due vicende, entrambe legate al razzismo nel calcio: i cori razzisti che hanno spinto il pescarese Muntari ad abbandonare il campo a Cagliari, e i ‘buu’ che hanno accompagnato l’uscita dal campo di Rudiger espulso nel finale di partita nel derby romano.
(ANSA) – Il Benevento si aggiudica 2-1 il primo derby cadetto con l’Avellino e risale al quinto posto. Di Ceravolo e Falco le reti decisive che vanificano quella di Eusepi. Il primo squillo giunge al 21′ ma Viola, tutto solo davanti a Radunovic è poco freddo al momento di battere a rete.
Al 32′ Falco sfiora il vantaggio su calcio di punizione, poi manda Ceravolo in porta con un suggerimento in verticale, ma Radunovic sventa. Gli ospiti si fanno vivi solo al 38′: cross di D’Angelo, uscita di Cragno e sassata di prima intenzione di Lasik a fil di palo. Nella ripresa il copione tattico è identico ma stavolta il Benevento è più concreto e al 49′ sblocca il punteggio con Ceravolo di testa su invito di Falco. Al 65′ Falco approfitta di uno svarione di Perrotta, involandosi e siglando il 2-0. Gli ospiti non si arrendono e al 70′ accorciano con l’ex Eusepi di testa ma il punteggio resta immutato fino al triplice fischio.
(ANSA) – Un gol di Mario Balotelli dà il via alla vittoria del Nizza sul PSG, nella 35/a giornata della Ligue 1. Di 3-1 il risultato finale a favore dei padroni di casa sui campioni di Francia in carica: oltre a Balotelli, in gol Pereira al 3′ della ripresa quindi, dopo la rete della bandiera firmato da Marquinhos al 19′, è arrivato il tris di Donis al 93′. Finale convulso, con espulsione di Thiago Motta e Di Maria, ma soprattutto un violento alterco fra Balotelli e Cavani che, durante la partita, si erano già beccati diverse volte. Il Monaco resta da solo in testa alla classifica (83 punti), con tre lunghezze di vantaggio sul PSG e una partita in meno, mentre il Nizza si porta a -3 dai parigini (77 contro 80).
(ANSA) -Un gol di Mario Balotelli dà il via alla vittoria del Nizza sul PSG, nella 35/a giornata della Ligue 1. Di 3-1 il risultato finale a favore dei padroni di casa sui campioni di Francia in carica: oltre a Balotelli, in gol Pereira al 3′ della ripresa quindi, dopo la rete della bandiera firmato da Marquinhos al 19′, è arrivato il tris di Donis al 93′. Finale convulso, con espulsione di Thiago Motta e Di Maria, ma soprattutto un violento alterco fra Balotelli e Cavani che, durante la partita, si erano già beccati diverse volte. Il Monaco resta da solo in testa alla classifica (83 punti), con tre lunghezze di vantaggio sul PSG e una partita in meno, mentre il Nizza si porta a -3 dai parigini (77 contro 80).

ANSA-Continua il duello ravvicinato in Premier fra il Chelsea capolista e il Tottenham, che insegue in classifica a 4 punti (81 punti contro 77). Entrambe le pretendenti al titolo oggi, nella 35/a giornata, hanno vinto: i ‘Blues’ sono passati a Liverpool, contro l’Everton, per 3-0; gli ‘Spurs’ si sono imposti in casa in uno dei tanti derby londinesi per 2-0 sull’Arsenal. Per la squadra di Pochettino hanno risolto il match le reti firmate nel secondo tempo da Alli al 10′ e da Kane, su calcio di rigore, al 13′. Tris del Chelsea sul campo dell’Everton, maturato sempre nel secondo tempo: ha aperto le marcature Pedro all’11’, ha raddoppiato il centrale difensivo Cahill al 34′ e ha chiuso i conti Willian al 41′, su assist di Fabregas. Il Tottenham tornerà in campo venerdì 5 maggio, alle 21, per affrontare l’ennesimo derby di Londra, sul campo del West Ham; il Chelsea sarà chiamato a replicare lunedì 8, in casa, contro il Middlesbrough, penultimo in classifica e con -4 dal terz’ultimo posto dei gallesi dello Swansea.

Pubblicato da Alessandro Lugli

Alessandro Lugli è nato a Napoli e ivi residente. Poeta, giornalista pubblicista e cantante. Direttore di vari blog da lui creati.