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Seconda vittoria di prestigio per l’Inter, la terza all‘International Champions Cup. Dopo il 2-0 al Bayern, i nerazzurri battono anche il Chelsea di Antonio Conte. A Singapore, gli uomini di Spalletti passano in vantaggio sul finire del primo tempo con un rigore, sbagliato e poi ribadito in rete, da Jovetic. Nella ripresa, arriva il raddoppio di Perisic. Nel finale, una clamorosa autorete di Kondogbia riapre la partita, che finisce però 2-1.

Se il successo sul Bayern Monaco è stata una piacevole sorpresa per i tifosi nerazzurri, il 2-1 al Chelsea inizia ad avere il sapore di primo, incoraggiante, indizio. Dopo l’ottima prestazione contro gli uomini di Ancelotti, Spalletti si prende la seconda rivincita “italiana”, battendo il Chelsea di Antonio Conte. Primo tempo diviso a metà: meglio l’Inter nei 20′ iniziali, sugli scudi i Blues nel finale. Al secondo minuto di recupero, però, i nerazzurri passano: lancio di Borja Valero per Jovetic, atterrato da Azpilicueta in area. Dal dischetto va lo stesso montenegrino, che si fa intercettare la conclusione di sinistro da Courtois, per poi ribadire in rete a porta vuota. Esultanza particolare del montenegrino, che con un eloquente gesto conferma la sua voglia di restare all’Inter. I nerazzurri, cinici nel primo tempo, chiudono i primi 45 minuti avanti per 1-0.

Nella ripresa, gli uomini di Spalletti si scatenano ancora di più: nel secondo tempo, un contropiede guidato da Brozovic, rifinito dal montenegrino e finalizzato da Perisic, altro nome caldo del mercato nerazzurro, porta l’Inter avanti di due reti dopo 54 minuti. In difficoltà Marcos Alonso, sostituito da Conte con Rudiger, mentre Joao Mario e Kondogbia rilevano Jovetic e Candreva. L’ex Juve, invece, toglie Morata, all’esordio dal primo minuto, e Willian, inserendo Boga e Musonda. Al 71′, altra girandola di cambi di Spalletti: entrano Ansaldi, Eder, Murillo e Gabigol, rispettivamente al posto di Nagatomo, Brozovic, Miranda e Perisic. Al 74′, con la partita in ghiaccio, arriva la giocata del giorno: Kondogbia tenta un retropassaggio, realizzando però un autogol con un pallonetto quasi da centrocampo che sorprende Padelli e rimette in partita il Chelsea. I Blues, rinfrancati dal 2-1, spingono e mettono in difficoltà l’Inter, che rischia il crollo. Batshuayi troverebbe anche il pareggio, ma l’arbitro annulla per dubbio fuorigioco. Nel finale, i campioni d’Inghilterra spingono, ma non trovano la rete del pareggio. L’Inter chiude così l’International Champions Cup di Singapore al primo posto nel triangolare, davanti al Bayern e al Chelsea. Buone indicazioni anche oggi per Spalletti: i nerazzurri giocano bene in fase di disimpegno e di circolazione del pallone, trovando anche la porta con discreta continuità, frequenza e pericolosità grazie ad un redivivo Jovetic e un Perisic ora finalmente concentrato sulle sorti della squadra nerazzurra.

IL TABELLINO

CHELSEA-INTER 1-2
CHELSEA (3-4-2-1): Courtois; Azpilicueta (90′ Tomori), David Luiz, G. Cahill (90′ Clarke-Salter); Moses (90′ Cuevas), Kanté (90′ Scott), Fabregas (90′ Pasalic) Marcos Alonso (54′ st Rudiger); Willian (65′ Musonda), Batshuayi (90′ Remy); Morata (65′ Boga). Allenatore: Antonio Conte.
INTER (4-2-3-1): Padelli; D’Ambrosio (92′ Ranocchia), Miranda (71′ Murillo), Skriniar, Nagatomo (71′ Ansaldi); Borja Valero (77′ Valietti), Gagliardini; Candreva (58′ Kondogbia), Brozovic (71′ Eder), Perisic (71′ Gabriel Barbosa); Jovetic (58′ Joao Mario). Allenatore: Luciano Spalletti. Marcatori: 48′ pt. Jovetic, 53′ Perisic, 74′ aut. Kondogbia
Ammoniti: nessuno Espulsi: nessuno

 

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Un’altra vittoria prestigiosa per l’Inter, che due giorni dopo il 2-0 al Bayern supera il Chelsea di Antonio Conte per 2-1. “Bene fino al 60′, poi abbiamo iniziato a sbagliare – commenta Spalletti -. Non capisco perché si commettano errori in alcune fasi di gestione del pallone, non vedo perché si debba far bene per 60-70 minuti e poi smettere dando vantaggio a una squadra già forte. Può pesare il fatto che abbiamo giocato due giorni fa”.

Spalletti è nel complesso soddisfatto: “Per la squadra questa è una vittoria importante perché i ragazzi vengono da un campionato con risultati non positivi. Aver trovato avversari di alto livello poteva crear loro qualche apprensione, il fatto che invece abbiano giocato con personalità e sicurezza mi rende molto felice. Abbiamo fatto tutto bene per un’ora di gioco, poi non siamo riusciti più a gestire palla per il pressing forte del Chelsea che ci ha creato problemi ad uscire. Comunque i ragazzi hanno fatto una buona partita, anche se per merito dei londinesi siamo stati un po’ sulla difensiva e abbiamo perso qualche palla banale, evitabile”.

Un bilancio generale sul lavoro svolto in questi giorni e sull’esperienza in Cina e Singapore: “Sono soddisfatto della serietà dei calciatori nel cercare di apprendere e della professionalita’ e disponibilità che dimostrano. Va migliorato qualcosa, ci vuole un po’ più di equilibrio e personalità nella gestione del pallone e dei momenti difficili, ma abbiamo giocato tante partite ravvicinate quindi i ragazzi sono ampiamente scusati sotto questo aspetto: faccio loro i complimenti anche al di la’ del risultato. E’ stato un torneo molto bello, una splendida esperienza. Complimenti anche all’amministrazione di Singapore per la bellezza del posto, per la vivibilità e la pulizia, siamo tutti rimasti molto impressionati”.

Si parla anche dei singoli, a cominciare da Jovetic, autore del primo gol: “Ha avuto un problema al piede nei giorni scorsi ma oggi ha giocato molto bene e la cosa certo non mi sorprende. Trattative di mercato per Candreva? Assolutamente no, in quel ruolo non possiamo sostituirlo anche se questo mercato è imprevedibile”. Si chiude con Perisic: “E’ un giocatore dell’Inter ma la cosa più importante è la squadra, non un solo giocatore”.

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Cosa farà Neymar? Se lo chiede Iniesta, se lo chiedono tutti al Barcellona, la dirigenza in primis. In realtà, tutti aspettano che il brasiliano esca allo scoperto e comunichi la sua decisione ufficiale: secondo il ‘Mundo Deportivo’, Neymar avrebbe già detto ai compagni che lascerà il club blaugrana per andare al Psg dopo la lite in allenamento di venerdì con Semedo. Secondo ‘Marca’ per il dopo Neymar l’obiettivo è Griezmann.

Indiscrezioni. Nulla di certo. Al momento, infatti, né Neymar né il suo entourage ha rilasciato dichiarazioni sul possibile pagamento della clausola rescissoria da 222 milioni da parte del Psg. E sempre secondo gli ultimi rumors provenienti dalla Spagna, il Barcellona avrebbe già scelto il suo bomber. Niente Coutinho, niente Dybala ma Griezmann. Secondo ‘Marca’, il club blaugrana sarebbe pronto a pagare per intero la clausola rescissoria di 100 milioni di euro che lega il centravanti francese all’Atletico Madrid. Agli inizi di giugno Griezmann ha rinnovato con i Colchoneros fino al 2022, allontanando le voci di un suo trasferimento al Manchester United. Ma ora ecco un’altra minaccia per il Cholo Simeone.

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Da almeno una settimana Geronimo Rulli aspetta di diventare un giocatore del Napoli. Il portiere argentino ha deciso: vuole sbarcare in Italia. C’è però un grosso “ma” a bloccare il tutto, un “ma” certificato dalle parole del presidente della Real Sociedad Jokin Aperribay: “So dell’interesse per il giocatore, ma il Napoli non ci ha mai presentato un’offerta. Non ci ha mai chiamato nessuno”. In realtà il ds azzurro Giuntoli ha dato mandato all’agente del giocatore di sondare il terreno con il club basco, cercando di abbassare la richiesta molto elevata per il portiere, classe ’92: poiché il 30% dell’eventuale vendita di Rulli andrà al Manchester Ciy, la Real Sociedad chiede 22 milioni. Ma il Napoli non si discosta dalla prima proposta, 15 milioni.

Il filo diretto Napoli-Manchester City c’è ed è stato annodato da tempo. Gli inglesi hanno anche un diritto di recompra sul portiere e il ds Giuntoli aveva spinto, in passato, affinché questo diritto venisse esercitato, per poi trattare proprio col City. Questo perché la Real Sociedad per Rulli chiede 22 milioni di euro, mentre il Napoli, per il ruolo di vice-Reina non ha intenzione di spendere più di 15 milioni.

E mentre vanno avanti i sondaggi per il portiere argentino, il Napoli ha chiesto al City informazioni su un altro profilo, questa volta per l’attacco. Si tratta di Oleksandr Zinchenko, ucraino classe ’96. Esterno d’attacco, mancino, rapido e ricco di fantasia: nell’ultima stagione ha giocato in prestito al Psv, senza brillare particolarmente. Ma Giuntoli aveva già messo gli occhi da un paio di stagioni sul giovane. L’idea è quella di strapparlo a prezzo di saldo, oppure, ancora meglio, in prestito con diritto di riscatto. L’eventuale arrivo di Zinchenko va incastrato, però, con un’uscita: quella di Giaccherini, sempre più vicino allo Sparta Praga di Stramaccioni.

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Termina a 29 anni la carriera di Andrea Catellani, costretto a dare l’addio al calcio a causa di un’aritmia che provoca problemi elettrici. Il difetto cardiaco è stato riscontrato durante le visite con l’Entella: “Inizio una nuova avventura e bisogna avere la forza di voltare pagina – dice in conferenza stampa -. Sapevo che prima o dopo il pallone si sarebbe sgonfiato e stavo lavorando da tempo per garantirmi un futuro. Questo futuro inizia ora”.

Catellani resterà comunque nell’Entella, entrando a far parte dello staff tecnico come consulente e osservatore. “Vorrei ringraziare mia moglie che è sempre stata al mio fianco e in questo momento più che mai – dice -. Saperla vicina in questi giorni difficili mi ha fatto capire al di là del calcio le cose importanti della vita. Poi un ringraziamento alla mia famiglia e anche alla famiglia che ho scoperto di avere che è l’Entella. Il presidente Gozzi è stato di una umanità incredibile. Ha dimostrato di tenere a me come persona. E questo non ha prezzo. Grazie anche ai direttori Matteazzi e Superbi che sono stati degli amici. E poi i due medici che mi hanno seguito, Galli e Saporiti. La mia battaglia era la loro battaglia. E questo mi ha dato tantissima forza”.

Lo staff medico ha precisato che questa aritmia estremamente rara, che riguarda la comunicazione elettrica atrioventricolare e che si manifesta solo sotto estremo sforzo, non era mai stata riscontrata finora e verosimilmente si è manifestata nel giocatore negli ultimi mesi. L’ormai ex attaccante racconta com’è andata: “Il 14 luglio, quando è stato riscontrato il problema, non si sapeva cosa fosse davvero. Dopo i primi esami, però, mi sono state date due notizie, una buona e una cattiva. Quando mi hanno detto che la mia vita non sarebbe cambiata ho fermato il professore. E gli ho detto che anche se mi stava per dire che non avrei più potuto giocare a calcio questo era secondario. Mi mancherà allenarmi, preparare la partita e anche la partita stessa, non mangiare venti grammi di pasta in più o bere un bicchiere di vino. Ma da oggi costruisco un nuovo capitolo della mia vita che sarà entusiasmante e soddisfacente”.

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James Pallotta ne ha per tutti, soprattutto per il Milan: “Non ho idea di cosa stia succedendo. Non ha senso. Non hanno i soldi in primo luogo per comprare la squadra, visto che hanno preso 300 milioni in prestito da persone che conosco a Londra, a un interesse piuttosto alto. E ora stanno spendendo ma la pagheranno” ha detto il presidente della Roma a SiriusXM FC. E sul nuovo stadio: “Se non si fa sono pronto a vendere il club“.

Ai microfoni dell’emittente newyorchese, il numero uno giallorosso non si tira indietro e parla soprattutto del mercato del Milan che ha riacceso l’entusiasmo dei tifosi ma che, secondo lui, nasconde delle insidie: “Stanno spendendo, o almeno facendo importanti anticipi, per giocatori e pagheranno le conseguenze a un certo punto. Loro dicono che è tutto per qualificarsi alla Champions League, ma non sarà abbastanza. Quando gli stipendi saranno uguali ai ricavi, non so che diavolo succederà. Sono gli unici in Serie A che stanno perdendo la testa! Forse loro hanno un grande piano che un giorno scopriremo, ma il resto delle squadre sono in qualche modo razionali. Se potete spiegarmi il Milan, perché io non lo capisco…”.

Sulla questione stadio, Pallotta è anche più deciso minacciando di vendere la Roma nel caso in cui il progetto dovesse saltare: “Non vogliamo vendere, pensiamo che ci sia una grande opportunità per noi di costruire una squadra competitiva con uno stadio e un centro di intrattenimento. Ma se non approveranno il progetto allora qualcun altro dovrà andare fino in fondo..”.

Una frecciatina anche per Walter Sabatini, passato dalla Roma all’Inter: “Il cambiamento che pensavo andasse fatto realmente perché avevo perso molta fiducia dopo i primi due anni nel mio direttore sportivo. Non solo il tipo di giocatori che stavamo comprando, ma un po’ di cose. I primi due anni sono stati ottimi, ma avremmo dovuto costruire su quelli e invece lui continuava semplicemente a fare scambi. Quindi ad agosto, parlando con Franco Baldini, ho detto che avremmo dovuto prendere un altro direttore sportivo”.

Pallotta affronta anche questioni legate al suo club e lancia una vera e propria carezza a Radja Nainggolan: “Ho parlato con lui, gli ho detto ovviamente di volerlo tenere e che lo staff e Monchi voleva altrettanto. Dal mio punto di vista, lui è uno dei più importanti sul campo. Non si ferma mai, è completo. C’è stato un periodo lo scorso anno in cui è stato molto importante per prendere punti, visto che ci siamo qualificati per la Champions League finendo un solo punto avanti al Napoli. C’è stato un periodo di sei partite di fila in cui le persone non si sono rese conto che Radja stava giocando con problemi muscolari, ma non ha lasciato il campo. È molto importante per noi”.

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Pubblicato da Alessandro Lugli

Alessandro Lugli è nato a Napoli e ivi residente. Poeta, giornalista pubblicista e cantante. Direttore di vari blog da lui creati.