SPORT-NEWS DI ALESSANDRO LUGLI

Sassuolo - Rapid ViennaIl pareggio nel recupero, la rimessa laterale contestata, lo spagnolo che fa gridare a tutti “Jesus”, tre grandi gol. I rossoneri che vedono il secondo posto, l´allenatore esordiente che porta a casa un pareggio all´ultimo respiro. Il primo derby della stagione butta ingredienti nel pentolone a manciate: a volte non sembrano stare bene insieme, a volte sembra un pastrocchio, ma alla fine Milan-Inter è un 2-2 che lascia entrambe le tifoserie con qualcosa da ricordare, e da apprezzare.

SUPERSUSO — L´Inter sembra dominare per 40´, poi si scolla e si allunga sotto i colpi rossoneri. La squadra di Montella sembra avere più birra, più voglia, più convinzione e forse anche più favori divini. E invece nel finale, sull´ultimo corner, incassa un gol da due passi da Perisic, con il giovane Locatelli che lo tiene in gioco. Un recupero che cancella il secondo posto solitario del Milan. Non cancella però la seratona di Suso, primo spagnolo a segnare in un derby da Luis Suarez, a lungo vero mattatore. Dopo i suoi gol lo speaker continua a urlare “Jesus!”. Il pubblico a rispondere “Suso”. E non sai più se è un´esultanza, un´espressione di stupore o un´estasi mistica collettiva. Lo spagnolo folgora San Siro nel derby della Madunina. Aggiungeteci l´incauta promessa (o il voto?) della vigilia (“Se segno due gol vado a casa a piedi”) e avrete anche il pellegrinaggio. I due gol non bastano per i tre punti, ma garantiscono un po´ di immortalità nella storia della partita.

I GOL — Anche perché sono parecchio belli: il primo arriva in contropiede, come da spartito rossonero, dopo un doppio capovolgimento di fronte. Donnarumma, balbettante fin lì nei rinvii coi piedi, trova il corridoio giusto con le mani, Bonaventura gode di una certa libertà e se la prende tutta, portando palla fino alla trequarti. Poi scarica per Suso, che dalla sua mattonella inventa un gran sinistro a giro sul secondo palo. Il secondo personale è anche meglio, dopo uno scambio con Bacca e un dribbling nello stretto che fa fuori Miranda (non l´ultimo venuto). In mezzo, c´era stato il pareggio di Candreva. Brutto? Non proprio, una bomba nel sette. Anche se, mentre gli interisti guardano i replay ammirati, i rossoneri si lamentano per una rimessa-assist che forse spettava a loro. Insomma, episodi da moviola, grandi gol, protagonisti, c´è tutto.

MILAN LEICESTER — A livello di tattica il Milan dell´Aeroplanino ormai si muove con un certo agio nei panni di un Leicester nostrano (quello dello scorso anno, eh): squadra raccolta, baricentro basso, iniziativa all´avversario (faccia pure) e poi ripartenze in verticale, possibilmente esplosive. Nel ruolo di Mahrez, quella qualità che aiuta, ecco Jesus Suso. Probabilmente non vincerà la “Premier”, questo Milan, però intanto, zitto zitto, sale. Mostra un Bonaventura tuttocampista, una difesa che tiene anche con i metodi spicci di Gustavo Gomez, una costante compattezza fra i reparti e un´idea molto interiorizzata di verticalità.

PIOLI NON MALE — Sull´altro fronte Pioli rischia una punizione oltremodo severa: lo svantaggio del primo tempo è una beffa, l´ex Lazio è tradito da due-tre chiare occasioni mancate da Perisic e nella ripresa la controfigura di Icardi completa l´opera fallendo il pareggio. Il tecnico azzecca le scelte: da quel Medel centrale che esce a ringhiare sui contropiede di Niang, all´assetto 4-2-3-1, che si compatta in fase difensiva e trova sfogo sulla sinistra con Perisic. Persino Kondogbia sembra più attivo del solito. L´infortunio del Pitbull cileno complica i piani, la forma fisica rischia di fare il patatrac, ma la voglia di pareggiare non manca.

Fonte: gazzetta.it

E sono 8. L´Olimpia Milano vince il derby lombardo in casa di Cremona e si aggiudica l´ottava vittoria in altrettante partite. Ma tutte le avversarie restano in scia: dopo il successo all´ora di pranzo di Avellino sul campo di Sassari, vincono in casa Reggio Emilia (settimo successo consecutivo) e Caserta contro Pesaro e Capo d´Orlando. Vincono ai supplementari Pistoia in casa contro Trento e Venezia sul parquet di Torino.

CREMONA-MILANO 72-76
(17-24, 38-39, 53-51)
L´Olimpia trova subito buone soluzioni in attacco, prima con Pascolo, poi con Hickman, due ganci di Macvan e infine è Gentile ad attaccare l´area di Cremona. Il vantaggio però non scollina oltre i quattro punti del 18-14 perché anche la Vanoli ha buone esecuzioni e quando la tripla di Paul Harris viene duplicta da TaShawn Thomas rientra a meno uno, 18-17. La risposta, che coincide con il primo giro di cambi, arriva con due conclusioni in post-up, di Pascolo e Macvan. Così alla fine del primo quarto, con schiacciata di McLean, Milano ha sette punti di margine, 24-17. Rakim Sanders con una tripla allenta la pressione all´inizio del secondo periodo che viceversa è favorevole a Cremona. Quando rientra a meno due con sette minuti da giocare (Gaspardo dalla media), Cancellieri brucia il suo primo time-out dal quale la squadra esce forte. McLean segna da sotto, Cinciarini stoppa, Sanders in entrata deposita il canestro del 31-25 forzando il time-out ma questa volta di Coach Pancotto. Qui c´è una pausa che Cremona sfrutta per ritornare da meno sette a meno due. Il parziale è interrotto da una correzione di Cinciarini e un libero di McLean. All´intervallo è 39-38 Olimpia. L´Olimpia cerca di innescare Macvan all´inizio del terzo sfruttando il mismatch ma il serbo rispetto al primo tempo è meno efficace nel finire al ferro. Cremona ne approfitta, sorpassa con Harris dalla lunetta (risponde Simon in gancio), poi con Mian in contropiede (McLean replica in entrata) e di nuovo con Biligha su assist di Amato andando a più due per la prima volta nella partita. Milano risponde la prima volta con un rimbalzo offensivo di Pascolo ma non la seconda volta così Cremona chiude un terzo periodo orrendo in vantaggio 53-51. Nell´ultimo quarto il massimo vantaggio della Vanoli tocca i sette punti a metà del periodo. Sul 61-54, McLean mette due liberi, segna a rimbalzo d´attacco, imitato poco dopo da Sanders. Poco dopo sempre Sanders completa un parziale di 10-0 che porta Milano avanti di tre. Macvan e Hickman dalla lunetta scavano sei punti di margine. Dopo il time-out di Pancotto, Holloway attcca la difesa biancorossa, Biligha mette due liberi, Holloway fa altrettanto e genera la nuova parità a quota 70. Al rientro, Hickman segna in entrata, Milano ruba palla e manda a canestro Dragic per il più quattro a 13 secondi dalla fine. Harris fa 2/3 dalla lunetta e l´Olimpia controlla per il 76-72 conclusivo. E´ l´ottava vittoria in altrettante gare.
VANOLI CREMONA: Jovanovic ne, Amato 2, Mian 6, Gaspardo 6, Harris 15, Boccasavia ne, Wojciechowski, Biligha 14, Turner 4, Thomas TaShawn 10, Holloway 15. Allenatore: Pancotto.
EA7 EMPORIO ARMANI MILANO: McLean 11, Fontecchio ne, Gentile 6, Hickman 9, Kalnietis, Dragic 4, Macvan 14, Pascolo 10, Cinciarini 2, Sanders 12, Abass 2, Simon 6. Allenatore: Repesa.
ARBITRI: Aronne-Rossi-Caiazza.Tiri liberi: Cremona 19/23, Milano 15/22. Uscito per cinque falli: nessuno.

REGGIO EMILIA-PESARO 87-80
(23-26, 48-39, 56-60)
´Settebellò per la Grissin Bon, che vince 87-80 conquistando la settima vittoria consecutiva (record societario in A) e confermandosi al secondo posto in classifica. In casa reggiana decisivo Needham, sulla sponda marchigiana buone prove di Jones e Thornton. La difesa della Grissin Bon è insolitamente molle e Pesaro ne approfitta nel primo quarto, che si chiude 23-26. Nella fase iniziale del secondo periodo sul parquet si parla reggiano. La differenza tecnica emerge nitidamente e la squadra di casa va all´intervallo lungo 48-39. Al ritorno sul parquet i biancorossi commettono lo stesso errore del primo quarto e la truppa di Bucchi si riporta a contatto. Da quel momento si viaggia punto a punto fino a che, negli ultimi secondi, gli ospiti trovano un ottimo spunto e si presentano agli ultimi 10′ in vantaggio: 56-60. La frazione si apre con un fulmineo 10-2 pro Reggio, ma Consultinvest tiene la linea e ad un minuto dalla fine lo score recita 80-80. Mancano 30″ quando Neehdam, dopo una serie di azioni sconclusionate su entrambi i fronti, infila la ´bombà che vale il +3 per i suoi. E´ la giocata decisiva prima che Aradori dalla lunetta metta al sicuro il risultato.
GRISSIN BON REGGIO EMILIA: Aradori 18, Needham 17, Polonara 11, James 2, Della Valle 16, De Nicolao, Strautins 2, Cervi 5, Lesic 14, Gentile 2. Allenatore: Menetti.
CONSULTINVEST PESARO: Fields 7, Gazzotti 2, Cassese ne, Thornton 18, Jasaitis 6, Ceron 3, Bocconcelli ne, Jones 22, Serpili ne, Nnoko, Zavackas 6, Harrow 16. Allenatore: Bucchi.
ARBITRI: Filippini-Grigioni-Weidmann. Tiri liberi: Reggio Emilia 25/28, Pesaro 8/12. Usciti per cinque falli: Needham, Thornton.

CASERTA-CAPO D´ORLANDO 91-86
(25-19, 47-37, 58-59)
La Pasta Reggia Caserta soffre ma vince 91-86 contro la Betaland Capo d´Orlando e tiene il passo delle prime tre della classe. Decisive nel finale le triple di Giuri e Cinciarini (12/24 le bombe realizzate dai casertani), cui prova a rispondere un Drake Diener (18 punti e top scorer del match) che però inizia troppo tardi a giocare. Caserta scappa a metà tempo (22-14), Capo d´Orlando, con due giochi da tre di Stojanovic e Iannuzzi si riavvicina (22-20). Nel secondo quarto il team di Di Carlo rialza la testa e torna in parità (34-34); la Juvecaserta torna sul +8 (44-36) e all´ultimo respiro del tempo è Jackson a subire fallo sulla tripla e a realizzare tre liberi per il 47-38 finale. Al ritorno sul parquet si sveglia Drake Diener, che con tre triple tiene Capo d´Orlando sulla scia. Ad inizio ultimo quarto sicliani in testa (64-59); i locali rispondono con Watt e la tripla di Sosa. Sul 69-68 per gli ospiti a fare la differenza sono le triple (due a testa) di Giuri e Cinciarini, che chiudono in pratica il match.
PASTA REGGIA CASERTA: Sosa 21, Cecere ne, Cinciarini 12, Putney 17, Gaddefors 5, Jackson 3, Giuri 12, Bostic 4, Cefarelli ne, Metreveli 2, Czyz, Watt 15. Allenatore. Dell´Agnello
BETALAND CAPO D´ORLANDO: Galipò ne, Munafò ne, Pepic 8, Fitipaldo 12, Iannuzzi 14, Laquintana 6, Perl ne, Nicevic ne, Delas 11, Diener 18, Archie 13, Stojanovic 4. Allenatore. Gennaro Di Carlo
ARBITRI: Mattioli-Bartoli-Ranaudo. Tiri liberi: Caserta 21/28, Capo d´Orlando 14/16. Uscito per cinque falli: Delas, Archie

PISTOIA-TRENTO 84-78 DTS
(13-14, 33-36, 55-52, 73-73)
Partita combattuta a partire dal primo quarto caratterizzato da basse percentuali di realizzazione: le due squadre non trovano il modo di mettere più di tre punti di vantaggio nei confronti l´una dell´altra. Nel secondo periodo Trento tocca in un paio di circostanze +4 (21-17 al 13′) ma l´esito della sfida resta su binari di grande incertezza, con gli ospiti che vanno al riposo avanti 36-33. Dopo l´intervallo la Flexx Pistoia entra in campo più determinata e piazza un parziale che le permette di raggiungere anche il +9 (50-41) al 26′. La Dolomiti Energia recupera dal -8 del 36′ (64-56) al -1 del 38′ (64-63), prima di un finale palpitante. Pistoia sembra potercela fare, ma tre tiri liberi di Baldi Rossi portano la sfida al supplementare dove Petteway, autore di 43 punti, porta i suoi compagni al successo aiutato dalle triple di Moore e Boothe.
THE FLEXX PISTOIA: Petteway 43, Cournooh 5, Antonutti, Solazzi, Di Pizzo, Lombardi 7, Crosariol 6, Roberts 8, Moore 6, Boothe 9. Allenatore: Esposito.
DOLOMITI ENERGIA TRENTINO: Craft 11, Jefferson 8, Baldi 9, Moraschini 2, Forray 6, Flaccadori 22, Gomes 2, Hogue 10, Lighty 8, Lechthaler. Allenatore: Buscaglia.
ARBITRI: Lanzarini-Martolini. Tiri liberi: PISTOIA 13/19, Trentino 19/26. Uscito per 5 falli: nessuno.

TORINO-VENEZIA 90-93 DTS
(24-15, 44-44, 67-65, 84-84)
L´Umana Reyer Venezia espugna il PalaRuffini di Torino 90-93 dopo un tempo supplementare, degna conclusione di una partita emozionante. Successo concretizzato da una tripla di Haynes nel tempo aggiuntivo. I gialloblù hanno avuto due tentativi per la tripla del pareggio, rifiutati in entrambi i casi dal ferro. Partita che sarebbe potuta finire anche al 40´, quando Venezia si è vista stoppare il tiro vincente di Ejim da un grande gesto atletico del torinese Wilson, con il tiro in evidente parabola discendente. Canestro quindi da convalidare ma non assegnato dalla terna composta da Seghetti, Attard e Calbucci. Miglior realizzatore di Venezia il croato Peric che ha chiuso con 23 punti e 11 rimbalzi, doppia cifra anche per Haynes (15), Ejim (12), Filloy (12) e Viggiano (11). La risposta di Torino ha avuto il volto di Washington, strepitoso in alcuni frangenti della partita con 22 punti e 16 rimbalzi, e DJ White, che ha chiuso con 23 punti. Venezia mantiene il quinto posto portando il bilancio a 5 vittorie e 3 sconfitte, Torino resta a un passo dalla zona playoff con un record inverso.
FIAT TORINO: Wilson 7, Harvey 12, Wright 7, White 23, Parente ne, Alibegovic, Poeta 12, Washington 22, Okeke ne, Fall ne, Mazzola 7, Vitale ne. Allenatore: Vitucci.
UMANA REYER VENEZIA: Haynes 15, Ejim 12, Peric 23, Bramos 5, Tonut ne, Visconti ne, Filloy 12, Ress, Ortner 6, Viggiano 11, McGee 9. Allenatore: De Raffaele.
ARBITRI: Seghetti-Attard-Calbucci. Tiri liberi: Torino 14/16, Venezia 21/26. Usciti per 5 falli: nessuno.

Fonte: repubblica.it/sport

Tra i due litiganti il terzo gode. Questo proverbio è la sintesi esatta di quanto successo in vetta alla classifica della SuperLega di volley al termine dell´undicesima (terzultima) giornata del girone di andata. Nello scontro diretto tra Modena e Trento vincono i canarini al tie break, ne approfitta la Lube che batte nettamente Verona in un´altra sfida ad alta quota e dopo una sola settimana ritorna al comando del massimo campionato. La Diatec insegue a un punto e l´Azimut si conferma, per il momento, terza forza. La sconfitta di Verona e il concomitante successo di Piacenza a Padova lanciano la Lpr al quinto posto in classifica. Sorridono pure Monza, vincente nell´anticipo di venerdì su Molfetta, la Bunge Ravenna, che piega Milano e Sora. I laziali passano a Vibo Valentia al quinto set e abbandonano l´ultima posizione della graduatoria.

Mantiene le promesse di spettacolo la supersfida tra Modena e Trento. Due squadre che a fasi alterne conducono il gioco e alla fine i padroni di casa riescono a ottenere il maggior numero di punti. I campioni d´Italia possono contare su Earvin Ngapeth (18 punti, due muri e un ace) di nuovo a tempo pieno e sulla spinta offensiva di Vettori (18 punti, tre ace, due muri, 54 per cento in attacco). Non solo. Al centro Holt e Le Roux alzano la voce: l´americano piazza 11 punti con tre ace, tre block vincenti e il 63 per cento in attacco, il transalpino 10 punti con quattro stampate sopra la rete e due ace. Proprio la battuta con 11 servizi vincenti dà una grossa mano all´Azimut. Meno presente la battuta di Trento, però a muro con quindici block vincenti i dolomitici alzano la loro fortezza. Protagonisti del fondamentale Mazzone, con cinque muri, il 64 per cento in fase offensiva e anche 12 punti complessivi migliore realizzatore tra i vice campioni d´Europa e il palleggiatore Giannelli altri cinque muri e per lui e la bellezza di 10 punti personali con tre ace. Solè realizza altri tre muri, 10 punti e il 54 per cento in attacco. Nelli e Lanza con 11 punti a testa provano di cambiare il corso della gara. Una sconfitta che lascia comunque Trento davanti a Modena.

Nell´altro big match della serata la Lube domina e schiaccia in tre set la Calzedonia Verona (poco precisa in ricezione e battuta). Alla squadra allenata da coach Blengini bastano un´ora e dodici minuti per archiviare la pratica. Basti pensare che la Calzedonia supera i venti punti in un set solo nel terzo parziale. Per il resto monologo di Juantorena (16 punti, top scorer della sfida) e compagni. L´opposto Sokolov chiude con 12 punti e il centrale Stankovic con 10 punti. Il migliore dei marchigiani, però, è Denis Kaliberda, autore di 8 punti, 83 per cento di positive in ricezione su 15 palloni, con il 58 per cento di perfette, 83 per cento in attacco, 2 ace e un muro sono le cifre del giocatore tedesco. Per i veneti a questo punto è possibile parlare di crisi: quattro sconfitte consecutive di cui tre contro le corazzate Modena, Trento e Civitanova e in mezzo una partita persa in casa al tie break contro la Tonno Callipo. E non bastano i 15 punti (tre muri e due ace) di Kovacevic e i 16 di Djuric. In pratica lo schiacciatore mancino serbo ha realizzato da solo tre dei quattro muri complessivi di squadra e gli unici due ace messi a segno.

E, per la Calzedonia, arriva il sorpasso in classifica da parte di Piacenza. Gli emiliani passano in casa della Kioene Padova. La giovane formazione patavina non riesce ad arginare l´esperienza del gruppo guidato in panchina da Alberto Giuliani. Gli ospiti piazzano undici muri vincenti e tarpano le ali dell´attacco di casa. In cattedra Marshall (14 punti, sei muri), bene pure Hernandez (14 punti, due ace, mvp del match). Si fa sentire a tratti Clevenot che realizza otto punti, due muri e un ace. A Padova non bastano i 17 punti di Giannotti per evitare una debacle così netta. Tre punti importanti per la Bunge Ravenna. I romagnoli fanno la voce grossa contro Milano e rilanciano le quotazioni in chiave qualificazione agli ottavi di coppa Italia. L´attacco della Bunge trova tre giocatori di riferimento con Torres (14 punti), Grozdanov (13 punti, due muri) e Van Garderen (10 punti, due muri). I meneghini tengono bene a muro (nove block vincenti di squadra contro i dieci avversari), piazzano pure cinque ace ma non sono sufficienti a scardinare le certezze degli ragazzi allenati da Fabio Soli. Tra i lombardi, finalmente al completo, da segnalare gli 11 punti di Starovic e i tre muri e testa di Sbertoli e Tondo. Partita dai due volti a Vibo Valentia: prima domina Sora che ottiene un doppio vantaggio, poi cresce la Tonno Callipo e nel tie break decisivo rispunta Sora.

Alla fine i laziali espugnano il palazzetto calabrese ma dividono la posta in palio. Il successo, comunque, permette alla Biosì di proseguire nella serie positiva che muove la classifica da tre turni. A spingere la squadra allenata da Bruno Bagnoli le prodezze di Mattia Rosso (25 punti) e Miskevich (20 punti, tre ace). Bene Gotsev che piazza quattro muri vincenti, due ace e 12 punti complessivi. Tra i giallorossi Rejlek con 24 punti ottiene il bottino più alto seguito da Barreto con 19 punti. Infine ricordiamo che nell´anticipo del venerdì è arrivato il successo pieno di Monza in casa contro Molfetta. Mentre la Sir recupererà la sfida dell´undicesimo turno contro la Top Volley Latina mercoledì alle 20.30. A proposito della formazione umbra, i ragazzi allenati da Bernardi si qualificano alla fase a gironi della Champions league. Battono in casa tre a zero gli svizzeri del Volley Amriswil nella gara di ritorno, dopo aver vinto il match di andata.

Risultati undicesima giornata – Azimut Modena-Diatec Trentino 3-2, Lube Civitanova-Calzedonia Verona 3-0, Tonno Callipo Calabria Vibo Valentia-Biosì Indexa Sora 2-3, Kioene Padova-Lpr Piacenza 0-3, Gi Group Monza-Exprivia Molfetta 3-1 (giocata venerdì), Bunge Ravenna-Revivre Milano 3-0.
Mercoledì ore 20.30 Sir Safety Conad Perugia-Top Volley Latina
Classifica – Lube Civitanova 28 punti, Diatec Trentino 27, Azimut Modena 25, *Sir Safety Conad Perugia, Lpr Piacenza 21, Calzedonia Verona 19, Gi Group Monza 18, Kioene Padova 13, Tonno Callipo Calabria Vibo Valentia 12, Exprivia Molfetta, Bunge Ravenna 11, Biosì Indexa Sora 9, Revivre Milano 8, *Top Volley Latina 7.
*Una partita in meno.

Fonte: repubblica.it/sport

L´americano Andrè Ward ha conquistato i titoli mondiali Wba, Wbo e Ibf dei pesi mediomassimi battendo ai punti in 12 riprese il campione uscente Sergey Kovalev nel match disputato ieri notte sul ring della T-Mobile Arena di Las Vegas. Il verdetto a favore di Ward, che in passato era già stato campione del mondo dei supermedi, è stato unanime (e fischiato dal pubblico): 114-113 per tutti e tre i giudici. L´americano è stato bravo, nel corso dell´incontro, a ´riemergere´ dopo l´atterramento subìto nel corso del secondo round quando un gancio destro l´ha spedito al tappeto. Dopo la lettura del verdetto Kovalev si è lamentato dicendo che “tutti hanno visto ciò che è successo. Ho perso tre riprese in tutto e mi hanno dato sconfitto. Sono molto deluso per la decisione dei giudici, e voglio la rivincita”. Ovviamente Ward non è stato d´accordo. “Non so come fa il mio avversario a dire queste cose – ha commentato il nuovo campione -. Fin da prima dell´incontro sapevo che avrei vinto, e così è stato”.

Fonte: ansa.it

“La violenza negli stadi va punita severamente e dopo gli scontri di alcuni ultras della Roma con le forze di polizia, a cui va tutta la mia solidarietà, l´unico modo per mandare un segnale forte a tutte le tifoserie d´Italia e´ far giocare il campionato alla Roma a porte chiuse”. E´ quanto afferma, in una nota Stefano Pedica del Partito Democratico. “Non si puo´ restare inermi davanti a un calcio malato – sottolinea Pedica -. Serve tolleranza zero e una societa´ come la Roma non puo´ accettare di avere al seguito tifosi che si comportano con una violenza inaudita. A queste persone e a tutti i tifosi violenti d´Italia bisogna mandare un segnale forte. E l´unico modo per farlo e´ di chiudere le porte dello stadio per tutto il campionato. O si usa il pugno duro, o la violenza e´ destinata a crescere a dismisura”.

Fonte: ansa.it

MILANO – “Il presidente Berlusconi è passato negli spogliatoi dopo la partita: era amareggiato per il risultato, proprio come noi, ma ha fatto i complimenti ai ragazzi”. Con queste parole Vincenzo Montella ha commentato la visita negli spogliatoi di Silvio Berlusconi a fine gara. Il presidente del Milan ha lasciato lo stadio e si è diretto verso un hotel del centro dove ha in programma una cena con alcuni sponsor.

LA STOCCATA – “Mi è piaciuta la voglia di vincere della squadra. Perché aveva voglia di vincere, nonostante la paura iniziale. Potevamo anche chiudere la partita, ma alla fine avevamo speso tanto. Non dimentichiamoci che siamo una squadra molto giovane e qualche piccolo calo di tensione a volte puoi pagarlo”. Così l´allenatore del Milan, Vincenzo Montella, dopo il 2-2 nel derby. “L´Inter non meritava di perdere, è vero, ma se avesse perso non si può dire che la vittoria sarebbe stata demeritata”, ha aggiunto ai microfoni di Premium Sport. “Io comunque il bicchiere non è che lo vedo mezzo pieno, lo vedo proprio pieno: la classifica è bella e ci deve essere un pizzico di soddisfazione nel vedere gli avversari, che hanno costruito una squadra per vincere lo scudetto, esultare al 92/o come se lo avessero vinto”.

Fonte: tuttosport.com

Nove gare nella notte Nba. Marco Belinelli registra la sua miglior partita con la maglia di Charlotte con 22 punti e 10 rimbalzi ma gli Hornets perdono dopo un supplementare sul campo dei New Orleans Pelicans di Anthony Davis. Bollenti i Golden State Warriors che passano a Milwaukee con 33 punti di Durant per la settima vittoria di fila. Vittorie anche per i Clippers sui Bulls, per i Rockets sui Jazz e per Boston in casa dei Pistons.

Un magico Marco Belinelli da 22 punti con 7 triple a bersaglio e 10 rimbalzi non è sufficiente agli Charlotte Hornets, battuti 121-116 in overtime a New Orleans dai Pelicans. Charlotte fa gara di testa ma nel finale spreca 10 punti di vantaggio: Kemba Walker, 25 punti, ha la palla per vincere nei regolamentari ma il suo tiro finisce sul ferro. Nel supplementare Jrue Holiday, 22 punti e 9 assist, e soprattutto Anthony Davis, 38 con 16 rimbalzi, fanno la differenza per i Pelicans che conquistano la seconda vittoria consecutiva.

Vittoria esterna per i Golden State Warriors che passano 124-121 a Milwaukee contro i Bucks, campo dove la scorsa stagione persero per la prima volta dopo 24 successi. La differenza la fanno Durant, 33 punti, e Klay Thompson, 29, che vanificano i 30 di Antetokounmpo e i 28 di Jabari Parker e confezionano il settimo successo consecutivo. Ritrova la vittoria Boston che passa 94-92 a Detroit contro i Pistons: decisivo Al Horford, 18 e 11 rimbalzi al rientro dall´infortunio. Il pivot ex Atlanta firma il canestro del sorpasso e poi la stoppata sul tentativo finale di Baynes.

Il solito James Harden, 31 punti e 10 assist, guida gli Houston Rockets di Mike D´Antoni al successo 111-102 sugli Utah Jazz. Prosegue il momento positivo dei Los Angeles Clippers che stoppano i Chicago Bulls 102-95 con 26 punti e 13 rimbalzi di Blake Griffin. Colpo esterno dei Miami Heat che passano 114-111 a Washington nonostante i 34 punti a testa di Wall e Beal per gli Wizards. Mavericks e Timberwolves cadono a Orlando e Memphis rispettivamente mentre i Philadelphia 76ers piegano 120-105 i Phoenix Suns con 26 punti in 20 minuti di un magico Joel Embiid.

Fonte: sportmediaset.mediaset.it

«Il closing è fissato per il 13 dicembre. Crediamo che non ci siano ostacoli a ottenere le autorizzazioni dallo Stato cinese. Pensiamo che avverrà nella data annunciata. Abbiamo assicurazioni molto precise e valide anche dalle banche che il 13 si chiuderà»: lo dice il presidente del Milan Silvio Berlusconi, al termine di una cena dopo la vittoria sfumata nel derby. «Se non si sarà concluso, vedremo cosa fare. È stata una decisione molto dolorosa. Ormai il calcio è come il Monopoli, dove i milioni non contano niente».

Il nuovo ruolo
«I cinesi insistono con molta determinazione affinché io rimanga presidente del Milan. Ma restare presidente in una società di altri, era una cosa che non potevo tenere in considerazione. Mi hanno offerto la presidenza onoraria, senza la nomina di un altro presidente. Penso che potrebbe provarsi una situazione del genere», ha annunciato Berlusconi. E ha subito messo in chiaro: «Devo avere possibilità di intervento , ad esempio dire sì o no su acquisti e cessioni e sullo schema da tenere in campo. Se questa cosa mi sarà attribuita, proverò di accettare la presidenza honoris causae. La permanenza di Galliani è un´altra delle condizioni che metterò per accettare».

Il prestigio
«Io sono molto conosciuto in Cina. Un´ultima indagine ha mostrato come tra i politici i tre più conosciuti siano Obama, Berlusconi e Putin», ha poi continuato Berlusconi. «Come mai? Perché sono da 22 in campo nella politica, sono tantissimi, forse troppi… Sono il presidente che nel calcio ha vinto di più e sono stato anche oggetto di un attentato che ha portato la mia faccia insanguinata in tutti i telegiornali e nelle prime pagine dei giornali di tutto il mondo. Ovunque vada sono riconosciuto. L´ho visto anche a New York, camminare per strada mi era difficile perché venivo fermato con la richiesta di fotografie. Questo mi succede ovunque vada».

I «consigli» al mister
«A Montella ho fatto i complimenti per il secondo posto. Abbiamo alcune idee diverse sullo schema tattico: sono convinto che il modulo che ci ha portato a vincere per quasi trent´anni prevede le due punte e una mezz´ala dietro. Le due ali di ruolo, dotate di buon tiro, devono essere più centrali». Berlusconi ha speso elogi per l´allenatore rossonero, ma gli chiede di giocare con le due punte come spesso fatto dal Grande Milan del passato. «Questo derby si è chiuso con un risultato giusto, con l´equilibrio fra le due squadre. Peccato essere stati raggiunti negli ultimissimi minuti. Abbiamo sperato di poter portare via i tre punti e essere da soli al secondo posto. Invece siamo in coabitazione con la Roma ma non abbiamo giocato una brutta partita. Avevamo anche molti infortunati e in campo non c´era la squadra migliore».

Il futuro di Donnarumma
Berlusconi ha poi risposto a una domanda sul futuro di Donnarumma: «È un frutto del nostro vivaio, di nostri allenatori veramente capaci. Ha messo su molta massa muscolare e siamo contenti che sia arrivato in Nazionale. Dietro di lui, però, c´è anche un altro portiere che i preparatori mi dicono essere altrettanto bravo e questo vuol dire che bisogna credere nel vivaio». Poi Berlusconi ha spiegato quello che è il suo modello di Milan: «Se io non fossi riuscito o se non dovessi riuscire a concludere con questi soci cinesi avevo in mente una squadra tutta italiana di giovani del vivaio. Sono sicuro che i nostri tifosi accetterebbero una situazione di questo genere e avrebbero sostenuto questi ragazzi, che sarebbero andati in campo con una fame di gioco e di pallone e di successo che può rendere delle squadre giovani, capaci di superare le avversarie più quotate. Guardate l´Atalanta, che ha sette giovani degni di considerazione».

Fonte: corriere.it

C´è un momento, dopo il gol di Suso, in cui i tifosi nerazzurri si sono guardati e si sono chiesti se l´effetto Pioli fosse già finito. Se tutto fosse durato solo una quarantina di minuti scarsi. No, probabilmente no, al di là del punto strappato all´ultimo secondo.

ASSETTO E ALI — Qualcosa di positivo, qualcosa su cui costruire, si è visto anche in una partita contraddittoria come questo derby, che ha avuto tante vite diverse. Partiamo dall´assetto con cui Icardi e compagni hanno cominciato la gara: 4-2-3-1, con Brozovic e Kondogbia davanti alla difesa, e quei tre dietro al numero 9 più stretti, più intercambiabili, che davano meno punti di riferimento. In fase di copertura diventava un 4-4-1-1 compatto, in fase d´attacco Candreva risultava più pericoloso perché più centrale, Perisic poteva agire quasi da seconda punta, avendo più di una occasione.

UOMINI — Insomma, un modulo già usato ma con una nuova interpretazione. Anche Medel difensore si era già visto: sarà probabilmente il caso di proporlo ancora. Averlo lì permette di non perdere le sue doti, senza dover far passare dai suoi piedi la manovra. Anche Kondogbia, prima che si perdessero distanze e misure, è sembrato attivo, voglioso, persino pericoloso di testa.

PROBLEMI — I problemi, ovviamente, non si sono risolti di colpo: a un certo punto la squadra ha mostrato quella che con De Boer veniva definita “mancanza di equilibrio”: reparti lontani, buchi che si aprivano a centrocampo, errori dei singoli a livello difensivo e una certa sofferenza sugli esterni. In più aggiungeteci il difficile rapporto di Icardi con il derby, e avrete un buon bagaglio di cose sui cui lavorare per Pioli.

TESTA — Però per due volte l´Inter ha rimontato. In passato lo spogliatoio aveva sottolineato: “prendiamo gol e ci casca il mondo addosso”. Nel derby non è successo: se davvero è cambiata la testa, può essere la cosa più importante.

Fonte: gazzetta.it

La Juve rischia di volare a Siviglia senza Gonzalo Higuain. L´attaccante argentino non si è allenato, saltando la rifinitura a Vinovo alla vigilia della sfida di Champions. Il motivo? Una botta al piede destro rimediata contro il Pescara, con possibili ripercussioni sulla caviglia. Probabilmente si è trattata di precauzione: c´è la possibilità che il Pipita voli comunque a Siviglia. Le sue condizioni verranno monitorate nelle prossime ore.

Fonte: sportmediaset.mediaset.it

TORINO – Canta sempre il Gallo: 10 gol per il treno dei bomber di Serie A. Andrea Belotti ancora uomo decisivo per il Toro che sbanca Crotone sulla via dell´Europa. Una doppietta nella ripresa dopo aver… steccato. Sinisa Mihajlovic l´ha ripreso («Era moscio, pessimo, mi sono arrabbiato: non deve mai accontentarsi»), lui ha messo da parte la stanchezza per le gare con la Nazionale e ha colpito. A modo suo. L´anno passato, il primo in granata, aveva cominciato a segnare a fine novembre contro il Bologna, adesso è già in doppia cifra. Da applausi la sua sinfonia del gol. E il prezzo continua a salire: la clausola da 60 milioni non basta più.

LA PAROLE – Eccolo, il Gallo infinito. «Nel primo tempo il Crotone era molto chiuso e noi abbiamo faticato a trovare spazi. Facevamo girare palla ma non riuscivamo ad entrare ed essere pericolosi. Anche io non ero il solito e non ho giocato bene il primo tempo: nell´intervallo Mihajlovic e lo staff me lo hanno detto e mi hanno spronato. Da queste parole ho trovato dentro di me la grinta per ribaltare anche la mia prestazione.
Vivo un momento felice: tre gol con la Nazionale e due con il Toro, ma devo rimanere con i piedi per terra, continuare così. Il Toro sta continuando a mantenere un buon passo: la vittoria qui non era per nulla semplice. Occorre mantenere la continuità se vogliamo davvero puntare all´Europa». A Sky: «Sono uno che non si pone limiti. L´anno scorso nella prima parte, nel girone d´andata, ho trovato molte difficoltà, anche perché ero appena arrivato a Torino e, quindi, dovevo ancora capire tante cose. Poi, nella seconda parte cella stagione, quando sono riuscito a entrare bene nei meccanismi del mister e di tutta la squadra, sono riuscito a fare 11 gol nel girone di ritorno. Adesso sono già 10 e sicuramente sono felice e non voglio fermarmi. Diciamo che, soprattutto nelle giovanili, ho trovato molte difficoltà. Sinceramente, dovevo migliorare tanto, non solo tecnicamente, ma sotto tutti i punti di vista. Penso che il mio pregio sia stato quello di non mollare, anche quando le cose andavano male, grazie anche alla mia famiglia che, comunque, anche se mi vedeva, magari, in difficoltà e qualche volta piangevo a casa, ero disperato perché non giocavo, mi è sempre stata vicina e mi ha dato la forza per continuare. Adesso, finalmente, sono qui ed è un sogno anche per me, non solo per loro, e non voglio svegliarmi. È il campo che giudica, io posso dire di si, come posso dire di no. Bisogna prima dimostrarlo sul campo e, poi, se ne può parlare. Senza i fatti non si va da nessuna parte. Sto facendo bene e voglio continuare così e fare anche meglio, per me stesso, per la squadra, ma anche per la Nazionale. Sicuramente, Mihajlovic è bravo a caricare i giocatori. Nel primo tempo me ne sono accorto anche io, non ero il giocatore che si era visto nelle partite precedenti, non ero aggressivo come al solito, non avevo la stessa rabbia, la stessa cattiveria. A fine primo tempo è venuto a dirmelo, come sono venuti anche altri dello staff a dirmelo. All´inizio è stato calmo, però, si sa com´è, ogni tanto una pacca sulla spalla abbastanza forte. Sono anche solo piccole cose che, però, ti caricano. Mihajlovic fa gli shampoo come faceva Sir Alex Ferguson? Quando è particolarmente arrabbiato, ci ribalta tutti».

Fonte: tuttosport.com

(ANSA) – ROMA, 21 NOV – Sarà il romeno Ovidiu Hategan a dirigere Napoli-Dinamo Kiev, partita valida per la quinta giornata del gruppo B di Champions League e in programma al San Paolo mercoledì 23 novembre alle 20.45. Lo ha reso noto l’Uefa. Hategan sarà coadiuvato dagli assistenti Octavian Sovre e Sebastian Gheorghe. Addizionali d’area Radu Petrescu e Sebastian Colţescu, quarto uomo Radu Ghinguleac, anche loro romeni.

Pubblicato da Alessandro Lugli

Alessandro Lugli è nato a Napoli e ivi residente. Poeta, giornalista pubblicista e cantante. Direttore di vari blog da lui creati.