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coppa-italia-fiorentinanapoli-13_1032416sportal_newsTonfo del Frosinone nella 36esima giornata di Serie B. I ciociari perdono 3-2 in casa contro il Novara (doppietta di Macheda) e vengono raggiunti dal Verona al secondo posto in classifica con 62 punti, 5 in meno della Spal capolista. L´Hellas regola 2-0 il Cittadella al Bentegodi con il 22esimo gol stagionale di Pazzini. Il Benevento cade 1-0 a Brescia mentre il Carpi batte 2-0 il Bari. La Pro Vercelli vince 1-0 a Vicenza, Perugia-Ascoli 0-0.
Pasquetta amarissima per il Frosinone che, al Matusa, subisce la terza sconfitta casalinga della stagione. Per il Novara doppietta di Macheda e rigore di Galabinov mentre i ciociari vanno in gol con Ciofani (penalty) e Mokulu nel finale. Successo importante per i piemontesi che salgono a quota 50 portandosi a ridosso della zona playoff mentre gli uomini di Marino restano secondi a meno 5 dalla Spal ma vengono raggiunti a quota 62 dal Verona. Al Bentegodi l´Hellas ci mette 16´ per sbloccare il derby veneto con uno splendido destro di Bessa mentre a chiudere i conti ci pensa il solito Pazzini, capocannoniere della Serie B con 22 reti.

Il Cittadella rimane così in quarta posizione a 54 punti insieme al Benevento che subisce a Brescia la seconda sconfitta consecutiva. A regalare tre punti preziosissimi in chiave salvezza alle Rondinelle è una goffa autorete di Lucioni. Il Perugia (in 10 tutta la ripresa per il doppio giallo a Belmonte) non va oltre lo 0-0 in casa con l´Ascoli e si porta a quota 53, una lunghezza in più sull´Entella che pareggia 1-1 al Comunale di Chiavari con la Ternana: l´ex di Lazio e Sampdoria Diakité risponde al primo gol tra i professionisti del giovanissimo Dany Mota Carvalho, lussemburghese classe 1998.

Sale a 51 punti anche il Carpi che affonda 2-0 il Bari con un autogol di Tonucci e la rete di Mbakogu. A rischio la panchina di Colantuono dopo il secondo ko consecutivo dei Galletti. Resta ultimo il Latina che perde 2-1 all´Arechi con la Salernitana: i nerazzurri, dopo il vantaggio iniziale di De Giorgio, subiscono la rimonta dei padroni di casa firmata da Rosina e Sprocati. La Pro Vercelli mette nei guai il Vicenza imponendosi 1-0 al Menti con una rete di Comi: biancorossi in zona playout con 37 punti.

Nel match delle 18 vittoria dal profumo di salvezza quella ottenuta dall´Avellino sul campo del Pisa: gli irpini sbancano l´Arena Garibaldi battendo 1-0 la squadra di Gattuso che rimane al penultimo posto con 32 punti, uno in più del Latina. A decidere l´incontro è un gol di Laverone, siglato in apertura di ripresa su un clamoroso errore di Di Tacchio che si fa rubare la sfera in area. I ragazzi di Novellino, alla terza affermazione nelle ultime quattro gare, salgono a quota 44.
Nel posticipo serale il Cesena sconfigge 1-0 lo Spezia e vola a 42 punti, più 4 sulla zona playout. Al Manuzzi i romagnoli si impongono grazie al rigore trasformato da Ciano al 53´ e concesso dall´arbitro Ghersini per un fallo di mano in area di Migliore. I liguri restano in 10 quattro minuti dopo per il doppio giallo estratto ai danni di Sciaudone. Nonostante l´inferiorità numerica, gli ospiti sfiorano il pari nel finale con un destro del neo-entrato Okereke che, deviato, termina di un soffio a lato della porta di Agliardi. Lo Spezia resta così in settima posizione insieme a Entella e Carpi a quota 51.

Fonte: sportmediaset.mediaset.it

Tempo di verdetti in Champions League: martedì e mercoledì è in programma il ritorno dei quarti di finale. Nelle gare del martedì, si riparte con Madrid messa piuttosto bene per la doppietta: Real e Atletico, le finaliste del 2016, partono dal vantaggio maturato all´andata. Ma i giochi sono tutt´altro che fatti.

REAL MADRID-BAYERN (ANDATA 2-1) — Stati d´animo diversi per le squadre capolista di Liga e Bundesliga: il Real Madrid è in gran forma, il Bayern appare appannato. Ancelotti, l´ex più atteso al Bernabeu dove ha portato la decima Champions, può aggrapparsi a due speranze, che s´intrecciano l´una con l´altra: il ritorno di Lewandowski, infortunato la scorsa settimana, e l´assenza di Pepe e Varane nella difesa dei blancos. Ai campioni di Germania servono gol, ma hanno problemi a loro volta nel reparto arretrato, essendo incerta la presenza di Hummels e Boateng. Zidane ammonisce i suoi: “Servirà un´altra grande prestazione, guai a sottovalutare gli avversari”. In casa, il Real Madrid non perde da 12 partite. E allora “ci vorrà la partita perfetta – dice Ancelotti alla vigilia -. All´andata abbiamo giocato bene per 60 minuti, qui dovremo farlo per 90”.

LEICESTER-ATLETICO (ANDATA 0-1) — Tutto farebbe pensare ai Colchoneros di nuovo in semifinale, ma davvero vogliamo azzardarci a scommettere contro il Leicester? Le Foxes avevano faticato e limitato i danni anche a Siviglia, naturale che cerchino il bis contro un´altra rivale spagnola. Shakespeare ha le idee chiare: “L´Atletico è favorito, per la sua storia nelle coppe e per il risultato dell´andata, ma troverà un ambiente caldo e ci proveremo fino all´ultimo – assicura -. Il rigore dell´andata? Tutti hanno visto che non c´era, ma bisogna dimenticarlo ed essere pronti alla gara di domani”. E quando gli fanno notare che la vittoria del Leicester è data 1 a 10, il tecnico replica con un sorriso: “Abbiamo già sorpreso i bookmaker e speriamo di farlo ancora”. Simeone si concentra sul presente, mentre le voci di mercato sul suo futuro (anche in chiave Inter) hanno ripreso vigore: “Il Leicester per certi versi ci somiglia – riflette il Cholo – e ha ritrovato la forma della scorsa stagione. Sarà una sfida dura, decisa dai dettagli”.

Fonte: gazzetta.it

MONTECARLO – Parte male l´avventura italiana al torneo di Montecarlo. Subito fuori infatti Andreas Seppi nel ´Monte Carlo Rolex Masters´, torneo Atp Masters 1000 dotato di un montepremi di 4.273.775 euro in corso sulla terra rossa del Country Club di Monte-Carlo, nel Principato di Monaco. Il tennista azzurro, numero 75 Atp, in tabellone principale grazie a una wild card, ha ceduto in due set al tedesco Alexander Zverev, numero 20 del ranking mondiale: 6-1 6-2 il punteggio, in un´ora e 8 minuti, in favore della stella Next Gen, che compirà 20 anni fra tre giorni.

ESCE ANCHE FOGNINI – Dopo Seppi anche Fabio Fognini è stato eliminato: il 29enne ligure, numero 29 del ranking, ha ceduto allo spagnolo Pablo Carreno Busta, numero 19, con il punteggio di 7-6(0) 6-7(4) 6-3, dopo due ore e 23 minuti di gioco. In tabellone c´è anche Paolo Lorenzi, che domani affronta l´altro spagnolo, Marcel Granollers.

Tra i più attesi di giornata, Tomas Berdych approda al secondo turno. Il ceco, testa di serie numero 9, ha sconfitto all´esordio il russo Andrey Kuznetsov per 4-6 6-3 6-4.

ALTRI RISULTATI 1^ TURNO
Bautista Agut (Esp, 12) b. Basilashvili (Geo) 1-6 6-3 7-5
Ramos-Vinolas (Esp, 15) b. Olivo (Arg) 6-2 6-3
Cuevas (Uru, 16) b. Troicki (Srb) 6-3 6-0
Almagro (Esp) b. Klizan (Svk) 4-6 6-3 6-1
Edmund (Gbr) b. Evans (Gbr) 7-5 6-1
Mannarino (Fra) b. Garcia-Lopez (Esp) 1-6 6-3 6-4
Schwartzman (Arg) b. Tomic (Aus) 6-1 7-6(3)

Fonte: repubblica.it/sport

TORINO – «Mi sono allenato con la squadra, probabilmente contro il Barcellona sarò al 100%». Sono le parole che i tifosi della Juventus volevano sentire perché a dirle è Paulo Dybala nel corso di un´intervista a Estudio Fútbol. «Il rinnovo è stata una mia scelta – ha proseguito la Joya -. Questa squadra non ha nulla da invidiare a Real, Bayern o Barça. Ho detto che volevo rimanere, qui sto molto bene». Qualche parola anche sull´Argentina: «Non vedo l´Albiceleste fuori dal Mondiale. Come tutti gli argentini anche io voglio salire sul tetto del mondo. Non siamo stati fortunati, considerando pure le defezioni. Sono cose che succedono. Con Messi ce la metteremo tutta per raggiungere l´obiettivo».

Fonte: tuttosport.com

Oggi la verità su Carlao. Lo sfortunatissimo difensore arrivato nel mercato di gennaio, che solo due settimane fa Cagliari era riuscito ad esordire in granata dopo un´attesa di due mesi e mezzo a causa della lussazione del gomito sinistro, si è di nuovo bloccato. Questa volta il guaio è al ginocchio sinistro che nel primo tempo della sfida contro il Crotone ha subito una torsione innaturale. Un problema che lì per lì non aveva destato grosse preoccupazioni tanto che il brasiliano è riuscito a chiudere in campo il match. Negli spogliatoi però si è capito che qualcosa non stava andando per il verso giusto.

«Mi fa male – le parole dell´ex Apoel Nicosia -, il dolore mi è aumentato quando la partita è finita. Adesso sarò sottoposto ad esami per capire l´entità dell´infortunio». Oggi intanto il Torino riprenderà la preparazione in vista dell´appuntamento contro il Chievo in programma domenica a Verona: alla Sisport l´allenamento sarà visibile a tutti a partire dalle ore 15. Sinisa Mihajlovic recupera uno dei più in forma dell´ultimo periodo, cioè Afriyie Acquah che ha scontato la squalifica. Ma continuerà ad avere tra gli inutilizzabili Castan (che oggi si è allenato da solo per anticipare il rientro), Molinaro e Obi.

Fonte: lastampa.it

Per trovare qualcosa che non funziona nel calciatore più in forma del campionato, cioè Dries Mertens, bisogna forse aggrapparsi ai suoi improbabili tentennamenti sul rinnovo del contratto con il Napoli. Effettivamente, ora sta esagerando. Ma tutto il resto è perfetto. Ventisette gol in stagione, record personale eguagliato (era al Psv nel 2011/12), ma non solo: è il terzo giocatore più decisivo (tra gol e assist) d´Europa. In pratica solo Mbappé e Messi sono più «produttivi» del belga che, in pratica, o fa un gol o fa un assist ogni 71 minuti.

De Laurentiis pensa di portare a termine prima della sua partenza per gli Stati Uniti, prevista nei prossimi giorni, una trattativa decisamente più estenuante del previsto. L´accordo economico con gli agenti di Mertens, piombati a Napoli nel weekend pasquale per discutere della faccenda, è stato virtualmente raggiunto. Anche perché la coppia di legali ha preso atto della posizione di De Laurentiis e del suo preciso diktat: se non firma il rinnovo, resta un altro anno e poi va via a parametro zero. Il pugno duro del presidente del Napoli ha spinto Mertens a mettere da parte i problemi familiari con la moglie Kat, che continua a spingere per un addio, e ad avvicinarsi al Napoli. Le parti discutono solo sull´entità della clausola rescissoria del contratto. Che, in ogni caso, sarebbe valida solo a partire dall´estate del 2018 quando, magari, si dedicherà a un´avventura lontano. C´è ottimismo ma qualcosa va ancora limato. È un modulo che presenta un´infinità di clausole e vincoli.

Tutto in discesa, invece, il discorso per la permanenza in azzurro di Lorenzo Insigne che ha potuto esaudire il suo desiderio: resterà al Napoli fino al 2022, guiderà la squadra della sua vita, chiuderà in bianconero la sua carriera italiana. Ogni momento potrebbe essere quello buono per la firma: la trattativa per il rinnovo del contratto si è sbloccata venerdì scorso, dopo un incontro lungo tre ore tra i procuratori di Insigne (e papà Carmine) e De Laurentiis, affiancato dall´uomo dei conti, Chiavelli. L´intesa sui soldi è stata raggiunta: guadagnerà infatti circa 4,5 milioni e sarà il giocatore più pagato della rosa. L´ultimo ostacolo, che ha resistito fin quasi al punto di rottura, è stato superato su esplicita richiesta di De Laurentiis: i diritti di immagine, per il Napoli, non sono negoziabili. Il club li terrà per sé al cento per cento. La convocazione in sede potrebbe arrivare già nelle prossime ore: all´incontro ci sarà anche Insigne. Il che vuol dire che la firma è davvero questione di piccoli dettagli. E potrebbe arrivare in settimana.

Fonte: sport.ilmattino.it

Lunga intervista a La Stampa per Marcello Lippi. L´allenatore parla della Juventus, sua ex squadra. L´ex tecnico bianconero vinse al Camp Nou nel 2003: “Serve una grande partita, sanno come annullarli. All´andata la Juve ha fatto una buona partita, nella quale ha usato le tante armi di cui dispone e le tante cose che conosce. Così ha prevalso nettamente.”

REMUNTADA – “Penso che ci proveranno, 90 minuti davanti a 90 mila persone. Il tutto supportato dall´ultima remuntada, fantastica, ma faccio fatica a pensare che la Juve si faccia rimontare”.

MANDZUKIC – “Allegri ha fatto una cosa intelligente e l´ha fatto perché aveva la certezza che questi giocatori avrebbero messo le loro qualità al servizio della squadra.”

DYBALA – “La prima volta che l´ho visto mi ha ricordato Sivori. Per quel modo di giocare, il dribbling, con questi calzettoni un po´ più calati. Le orme sono quelle.”

Fonte: itasportpress.it

Morire allo stadio ucciso dagli ultrà tra l´indifferenza e il plauso dei tifosi della curva. Verrebbe da rievocare il Colosseo, se non fosse per il fatto che lì si uccidevano gladiatori, schiavi, prigionieri, cristiani, animali, ma non gli spettatori. È successo in Argentina a Cordoba sabato notte, durante il match di Primera Division tra il Belgrano, la squadra locale, e il Talleres poi «regolarmente» disputato e finito 1-1.

La storia
Emanuel Balbo, 22 anni, era un tifoso del Belgrano e aveva deciso di andare allo stadio per sostenere la sua squadra. Con lui il padre. All´ingresso nella curva del Belgrano incrocia lo squadro con un uomo che non avrebbe mai pensato di trovare lì. È Oscar Eduardo Gomez, 30 anni, lo riconosce. È un volto che non avrebbe potuto scordare mai. È l´uomo che ha ucciso suo fratello.
La mente ritorna ad una sera di novembre del 2012 quando suo fratello Augustin Balbo, 14 anni, è in sella ad un motorino con Enrique Diaz, 15 anni. Vengono travolti e uccisi da un´auto impegnata in una corsa clandestina, vettura guidata proprio da Oscar Gomez. L´incidente, come viene poi derubricato nelle indagini, provoca una rivolta nel quartiere. Inutilmente, 4 anni dopo Oscar Gomez gira libero. E con uno sguardo riconosce Emanuel Balbo. Temendo una vendetta si mette a gridare agli amici ultrà che uno del Talleres è entrato nella loro curva. E indica Emanuel Balbo. È un attimo e un gruppo di tifosi lo circonda, lo picchia e lo scaraventa dal parapetto sul terreno distante 10 metri di altezza. Per lui la diagnosi è terribile: morte cerebrale. Ma quel che sorprende (o che forse non dovrebbe sorprendere nell´epoca dei social), è che mentre viene commesso un omicidio decine di presenti fotografano e filmano con i telefonini per poi postare tutto sul web. Sono prove schiaccianti che hanno portato finora in carcere tre dei presunti autori del delitto. Altri forse seguiranno. L´unico mistero che resta da risolvere è se siano peggiori coloro i quali hanno buttato di sotto Emanuel Balbo o coloro che hanno assistito indifferenti o compiaciuti.

Fonte: corriere.it/sport

Il quarto posto, per il Milan, non è più soltanto un sogno. I risultati delle ultime tre giornate hanno riaperto per la squadra di Montella un obiettivo che, soltanto un mese fa, sembrava pura utopia: con l´Atalanta distante due punti (e lo scontro diretto da giocare) e la Lazio a tre lunghezze (e gli scontri diretti favorevoli) i rossoneri possono aspirare a qualificarsi direttamente per la fase a gironi della prossima Europa League. Uno scenario che farebbe felici sia i nuovi proprietari cinesi (la tournée estiva in Cina, già programmata, vale 3 milioni di euro), sia Montella, che non sarebbe costretto a variare la preparazione per i turni preliminari di luglio e agosto, previsti in caso di sesto o quinto posto (nel caso in cui la Lazio dovesse arrivare oltre il sesto posto e vincere la Coppa Italia).
CALENDARIO AMICO — Le ultime sei giornate del campionato del Milan si possono dividere in tre blocchi concettualmente simili di due partite. E, come spiega Marco Pasotto sulla Gazzetta dello Sport in edicola, il calendario sorride ai rossoneri.

Fonte: gazzetta.it

Quanto sia sveglio e attento Vettel, lo dimostra anche l´uso delle parole. Pochissime, in uno sport dove l´acustica è dominata dai motori. Utilizzate come perle sparse su una domenica felice. «Buona Pasqua», certo, e via con una frase coniugata in un italiano più che decente, prima di accompagnare l´inno di Mameli sul podio del Bahrein. Abbastanza per suggellare senso di appartenenza alla Ferrari e, nel contempo, per attribuire italianità a un trionfo internazionale.

Dunque, forte in pista, furbo e seduttivo dopo. Capace di abbinare la ferocia che serve per tenere la testa in un ambito estremo, alla tenerezza del ragazzino che vuole essere «dei nostri». Niente a che vedere con le frasi rabbiose sibilate in inglese, via radio, nel gramo 2016. Seb, ritrovato l´oro rosso, splende. E spande un´armonia che credevamo perduta.

Ben sapendo che il tema «pilota tedesco e lingua italiana» ha rappresentato un tormentone lungo quanto l´avventura Ferrari di Schumacher. Vettel ha già superato Michael. Il quale era così ossessionato dalla perfezione da evitare ogni possibile errore lessicale. Il fatto è che Seb ha imparato più in fretta e, di sbagliare un verbo, si preoccupa ben meno. Una volta considerati i vantaggi — in termini di popolarità e affezione — concessi allo sforzo patriottico. Di uno straniero, ma pensa te.

Fonte: corrieredellosport.it

Il 2-0 su Indiana dice che Cleveland ha riacceso la luce, ma i 109.5 punti di media subiti in casa e i parziali negativi nel 4° periodo (un 57-38 subìto nel quarto conclusivo dei primi due match) suggeriscono come la forma ideale sia ancora lontana. I Cavs hanno compiuto il proprio dovere difendendo il fattore campo nel primo turno ad Est contro gli insidiosi Pacers, e il 117-111 di gara2 ha mostrato il ritorno in grande stile dei Big Three: LeBron James, Kyrie Irving e Kevin Love hanno totalizzato 89 punti tirando con eccellenti percentuali (oltre il 60% su azione) tuttavia questa eccellente prova è bastata appena per un +6. Contraddizioni che gettano ancora qualche ombra sul futuro dei campioni in carica.

I dubbi di LeBron
In gara2, LeBron ha lasciato la ribalta ad Irving, che con 37 punti ha firmato tutti i migliori momenti dei Cavs, compresa l´accelerazione post-intervallo. King James si è dedicato a rimbalzi (10) e assist (7) ma, restando nell´ambito delle contraddizioni, è in preda ai dubbi legati alla propria meccanica di tiro ai liberi. Un punto chiave, considerando che James è uno dei giocatori che più spesso subiscono fallo e vengono chiamati in lunetta. Il leader dei Cavs, insoddisfatto del proprio 67% ai liberi (l´anno scorso era il 73%), ha chiesto al compagno Kyle Korver, uno dei migliori tiratori NBA, di aiutarlo a modellare lo stile di tiro. Un´evoluzione insidiosa da effettuare in corso d´opera.

«Non dovrebbe cambiare stile: LeBron è già un discreto tiratore» ha ammesso coach Tyronn Lue. «Parliamo del miglior giocatore del Mondo, dovrebbe avere più fiducia in se stesso e meno dubbi». Dubbi alimentati, forse, anche dal preoccupante finale di regular season dei Cavs. Ma anche dai vantaggi sciupati nelle prime due sfide contro Indiana. James, però, ha cercato di prendere soltanto il lato positivo: «Siamo dove avremmo voluto essere. Abbiamo sprecato un buon vantaggio anche in gara2, è vero, ma prima eravamo saliti fino al +18. E nei finali di partita abbiamo sempre fatto le cose giuste».

George sgrida i Pacers
Gli interrogativi, però, restano: escludendo i Big Three, Cleveland ha avuto appena 28 punti dagli altri giocatori, e JR Smith si è fermato nuovamente per noie muscolari. Resta da vedere se, ora che la serie si trasferisce ad Indianapolis, la situazione cambierà. I Pacers sono sotto 0-2 e sentono di aver sprecato due occasioni: lo avverte soprattutto Paul George, che dopo una prova da 32 punti ha pubblicamente bacchettato i compagni. In gara1 si era arrabbiato perché il tiro per il sorpasso allo scadere gli era stato «strappato» da CJ Miles, in gara2 l´All Star ha sgridato Lance Stephenson e Myles Turner. «Stephenson è considerato un leader nel nostro spogliatoio, non può farsi prendere dalle emozioni. Turner deve sfidare Tristan Thompson, se segna 6 punti con il 30% non andiamo da nessuna parte». Giovedì a Indianapolis, gara3 fornirà le prime risposte.

Risultati della notte:
Est: Cleveland-Indiana 117-111 (serie sul 2-0). Ovest: San Antonio-Memphis 96-82 (2-0)

Fonte: lastampa.it

C´erano sei teste di serie in campo questo lunedì di Pasqua a Montecarlo e hanno vinto tutte, Berdych n.9 su Kuznetsov, Bautista Agut n.12 su Basilashvili, Carreno Busta n.13 su Fognini, Zverev n.14 su Seppi (dominato), Ramos-Vinolas n.15 su Olivo (il giustiziere di Bolelli nelle “quali”) e Cuevas n.16 su Troicki. Fra i seeded players che hanno vinto in tre set c´è – ed è una notizia dolorosa seppure in fondo prevedibile – quella dello spagnolo Carreno Busta su Fognini che, reduce dalla semifinale di Miami, e nato a mezz´ora dal Country Club di Montecarlo (Arma di Taggia) giocava praticamente in casa e aveva infatti tutto il tifo dalla sua parte. Invano. Se un giocatore perde cinque volte di fila da un altro si deve supporre che l´altro sia più forte. O quantomeno che abbia caratteristiche tecniche che gli consentono di uscire sempre da vittorioso. Però, però… a veder giocare Fabio Fognini contro Pablo Carreno Busta, che pure gli sta davanti 10 posizioni in classifica, questa superiorità dello spagnolo si fa fatica a scorgerla. Sembra più forte Fabio, anche se poi perde. È vero che Fognini dà spesso – e non solo contro Carreno Busta – la sensazione di avere più qualità tennistica, più numeri, del proprio avversario, ma poi alla fine quel che conta è tirare la palla al di là della rete più volte del proprio rivale e se uno non ci riesce perde. Rino Tommasi nelle sue rimpiante telecronache citava spesso il maestro Tellarini (mi pare si chiamasse così) il cui credo tennistico era: “Tu tira la palla di là una volta di più, può essere che non ritorni…”.

Così Fognini ha perso ancora una volta dallo spagnolo che è certamente più regolare e solido di lui, perché regala meno e soprattutto non ha quelle pause che invece sono purtroppo una costante negativa della… discontinuità di Fabio. Costante nella discontinuità. Pare un ossimoro. Fabio pare più completo, sa fare più cose, ha certo un tennis più spettacolare. Ma, di nuovo, alla fine è lui che perde. Allo spagnolo Fabio aveva strappato soltanto due set in 4 match, uno all´Estoril e un altro a Mosca, ma oggi sembrava avere messo una seria ipoteca sul primo set quando, indietro 4-2, aveva infilato 3 games di fila e 12 punti su 16 sebbene lo spagnolo avesse servito sul 4-2 e sul 4-4. A quel punto, sul 5-4, il set pareva suo. Invece, complice un doppio fallo che non aveva troppo senso sul 15-15. I doppi falli hanno… senso quando gli avversari ti “montano” sopra alla seconda caricandola, ma Carreno Busta non l´ha quasi mai fatto, quindi esagerare con la “seconda” non era necessario e gli 8 doppi falli di Fabio alla fine sono quindi troppi. “Non sono stato fortunato in quei frangenti, un paio di miei possibili vincenti sono usciti di un nulla e c´è stato anche un net che l´ha favorito”. Fognini ha accusato la sfortuna anche nei primi punti del successivo tiebreak, ma quando lo si perde 7 punti a 0, c´è poco da recriminare. Una volta riscattatosi nel tiebreak del secondo set – cui peraltro Fognini non avrebbe forse dovuto ritrovarsi dal momento che è stato avanti di un break per due volte, sul 2-0 e 3-1 e poi sul 4-2 – “Ma io non sono uno che può contare troppo sul proprio servizio, non sono Karlovic…” – dopo aver strappato la battuta a Carreno Busta che ha servito per il match sul 6-5, Fognini non ha purtroppo mai risposto nel terzo set. E se si perde 6 volte il servizio, occorre almeno rispondere bene.

Ha perso i turni di battuta di Carreno Busta a 15, a 0, a 15, a 30, a 15. Così, dopo aver salvato due palle break dopo due doppi falli nel secondo game, il break patito nell´ottavo gioco gli è stato fatale. Ma quel che di Fognini non mi è piaciuta, soprattutto, è stata l´accettazione della sconfitta: “Ho giocato bene, sono molto contento del mio livello”. Secondo me non doveva invece essere contento, anche se Carreno Busta è un giocatore solido. Ha sbagliato troppo, soprattutto ha regalato un sacco di risposte. Lui ha spiegato di averlo fatto per “prendere dei rischi, di andare a prendere dei punto a rete visto che a rete gioco bene”, per seguire quel che gli raccomanda Franco Davin (il suo coach argentino che qui non c´è… a seguir Fabio c´è Alberto Giraudo, ex n.495 ATP come best ranking nel 2008, un suo vecchio compagno di doppio al torneo di Kitzbuhel 2015). Ma insomma anche Carreno Busta non è Karlovic. Al suo servizio si può rispondere molto meglio. Non fare solo cinque punti in cinque game. E sul 3-3 nel terzo Fognini si è trovato nell´insolita situazione di un 15-30 che poteva essere sfruttata molto meglio. Insomma Fognini può fare di più e di meglio. E io al suo posto non sarei stato così sereno. Mi sarebbero anzi girate le scatole, perché secondo me quello di oggi era una Carreno Busta battibile e una bella opportunità per arrivare al terzo turno contro Djokovic, visto che al secondo turno ci sarebbe stato il vincente di Mahut-Kachanov, insomma un match abbordabile. Questo lunedì di Pasquetta offriva pochi match davvero interessanti. Il martedì promette di più: in particolare la rentrée di Djokovic contro Gilles Simon, un giocatore che il serbo ha battuto 10 volte su 11, ma che lo scorso anno in Australia lo fece soffrire per 5 set e per 4 ore e 48 minuti. Un anno fa qui Djokovic perse qui da Vesely al suo primo turno. E quella fu una delle pochissime sconfitte di Nole nel primo semestre, fino alla sospirata vittoria del Roland Garros. Dopo quasi completo black-out.

Quest´anno il 2017 di Novak è stato da dimenticare. Questo martedì sarà un bel test, perché Simon non è un giocatore che si batte da solo, anche se è solo n.32 e non più un top 10. Anche gli occhi di Murray e Nadal, il Brit più incognita del maiorchino, saranno puntati su lui. Come i nostri. Beato Roger Federer che di queste cose non se ne cura. Non si cura nemmeno di Roma e di quel che ha detto Binaghi…

Fonte: ubitennis.com

Settimana decisiva
Prima il ritorno dei quarti di Champions League contro il Bayern Monaco dell´ex Ancelotti, poi lo scontro in campionato contro il Barcellona. Settimana decisiva per le sorti del Real Madrid di Zinedine Zidane, la stagione blanca potrebbe decidersi in pochi giorni. Cristiano Ronaldo e compagni ripartiranno domani sera dal 2-1 conquistato all´Allianz Arena la scorsa settimana per provare ad ottenere così il pass per le semifinali della competizione europea e cercare dunque di difendere il titolo di campioni in carica. Ma un successo domani sera al Bernabéu sarebbe fondamentale anche in vista del confronto con la squadra di Luis Enrique (che si giocherà ancora a Madrid domenica sera). I blancos arrivano al Clasico primi in classifica con una vantaggio di tre punti – e una partita in meno giocata – sui blaugrana e l´intenzione della squadra di Zidane è quella di chiudere i giochi per tornare così a vincere una Liga che manca dalla stagione 2011-2012.

“Zizou resta”
Molto del futuro dello stesso allenatore delle merengues, tra l´altro, dipenderà dall´esito dei prossimi fondamentali incontri. Secondo quanto raccolto dal quotidiano madrileno Marca – molto vicino agli affari di casa Real – il futuro del francese sarà ancora a Madrid. Dopo aver preso il posto di Rafa Benitez nel gennaio 2016 e aver portato la squadra a vincere la Champions a Milano e a sfiorare una rimonta incredibile in campionato, Zizou si era guadagnato la conferma anche per questa annata e ora la storia non dovrebbe cambiare, indipendentemente dai risultati raggiunti al termine della stagione. Marca aggiunge anche che il presidente Florentino Perez non avrebbe più dubbi e sarebbe propenso a confermare ancora Zidane alla guida della squadra. Lo stesso allenatore aveva detto in alcune interviste di non sapere con certezza quale fosse il suo futuro, ma che la sua unica intenzione era quella di pensare al presente e di centrare così gli obiettivi fissati dalla società.

“Il presidente ha cieca fiducia in lui”
Per Marca, però, non ci sono dubbi: “Zidane continuerà ad essere l´allenatore del Real Madrid anche dopo il 30 giugno, a prescindere da cosa accadrà in campionato e in Champions. Il tecnico ha tutta la fiducia di Florentino Perez e le cose non cambieranno. A differenza allenatori precedenti – si legge ancora sullo stesso quotidiano – il rinnovo del contratto di Zidane non è stato mai misurato sulla base dei risultati, il presidente ha una fiducia cieca nei suoi confronti, per come gestisce il gruppo e per il forte legame con lo staff, i dirigenti e i tifosi”. Lo stesso Zidane sarebbe già a conoscenza di questa decisione.

Fonte: sport.sky.it

Sarebbe una prima volta italiana incredibile e di prestigio, un modo per evitare qualunque polemica arbitrale e, tutto sommato, un´ennesima occasione di sperimentazione. La finale di Coppa Italia tra Lazio e Juventus potrebbe giocarsi con la Var. Questo, almeno, è quanto chiede il presidente dei biancocelesti Claudio Lotito che, scottato dagli ultimi errori arbitrali che hanno penalizzato la sua squadra – due rigori non concessi nel match contro il Genoa -, avrebbe già avviato i primi contatti con Nicchi, numero uno dell´Aia, e con la Juventus.
Per il verdetto definitivo si dovranno attendere alcune settimane. Innanzitutto perché sarà necessario mettere d´accordo le parti e la questione è tutt´altro che insignificante. Quindi perché l´eventuale anticipo del match al 17 maggio – nel caso in cui la Juve acceda alla finale di Champions – renderebbe infatti il tutto più complicato. I colloqui tra Lega, le due società e l´Aia sono già cominciati, ma il tempo, mai come questa volta, potrebbe essere tiranno.

Fonte: sportmediaset.mediaset.it

Pubblicato da Alessandro Lugli

Alessandro Lugli è nato a Napoli e ivi residente. Poeta, giornalista pubblicista e cantante. Direttore di vari blog da lui creati.