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internuovamA volte basta dimenticarsi una pillolina, per mandare all´aria tutta una terapia, e tornare nella malattia. L´Inter supera gli ottavi di finale, ma ci riesce col fiatone, alla fine di una partita che fa temere che la “cura-Pioli” non sia sufficiente. I nerazzurri avanti 2-0 e apparentemente in controllo si fanno infatti rimontare due reti dal Bologna: sul Meazza ricompaiono i fantasmi di qualche mese fa, prima che il solito Candreva, su cross di Icardi, all´8´ del primo supplementare, trovi il gol qualificazione (deviazione decisiva di Oikonomou). L´andamento del match, curiosamente, ripercorre in tutto e per tutto quello dell´ultimo incrocio delle due squadre in coppa, datato 2012-13: ottavo di finale, doppio vantaggio Inter, pareggio Bologna e gol decisivo (allora di Ranocchia) nei supplementari. L´allenatore dell´Inter era Stramaccioni, quello del Bologna… Pioli.

DOPO LA PAURA — Insomma, è tutto un déjà vu: l´Inter almeno riesce a raddrizzare la barca in corsa e a guadagnarsi la sfida casalinga contro la vincente di Lazio-Genoa. Qualche amnesia difensiva (nonostante il rientro nel reparto di Medel) e un netto calo fisico nella ripresa sono le noti dolenti di una squadra che a lungo però domina un Bologna compatto ma poco intraprendente: doveva essere la partita di Gabigol, la decide il suo sostituto Candreva. la serie di vittorie consecutive formalmente si interrompe, ma Pioli fa un altro passo (col passaggio del turno) verso un futuro più solido. E Gagliardini continua a impressionare.

GABIGOL E MERAVIGLIE — Il fiducioso pubblico di San Siro, ma anche dei divani nerazzurri, non aveva occhi che per lui: Gabriel Barbosa in arte Gabigol. Il gol non è arrivato, gli occhi sono stati rapiti da qualche giocata, qualche fuga sulla destra, 7 dribbling tentati, un paio di tiri deboli, ma anche da errori proprio “basici”. In compenso, mentre aspettavano la fiammata del brasiliano su cui Suning vuole/voleva costruire il marketing futuro, è arrivata una perla di Jeison Murillo. E´ il 33´ di una partita che stenta a decollare quando il colombiano su un corner di Joao Mario si inventa una rovesciata perfetta, andando a incocciare la palla altissima e spendendola alle spalle di Da Costa. Seguiranno altri gol, ma l´highlight della serata è quello: un gol bellissimo, da Puskas Award, come si dice da qualche anno, se non fosse che ci sono già Giroud e Carroll a contenderselo (e siamo solo a gennaio).

PADRONI O NO? — La partita sembra trovare un padrone fra il minuto 33 e il 39: dopo il gol stratosferico di Murillo arriva quello “geometrico” di Palacio, che taglia bene in area, viene pescato da Joao Mario e trova il diagonale vincente sul secondo palo. Due assist per il portoghese, autore di una buona gara, impiegato fra le linee nel 4-2-3-1 di Pioli, che conferma la coppia Gagliardini-Kondogbia davanti alla difesa. Il Bologna, che ha 6 uomini diversi rispetto all´ultima di campionato, pur restando sempre compatto non sembra nemmeno crederci troppo: impegnerà raramente Carrizo per tutta la gara, ma trova due gol con due sortite quasi estemporanee. La prima arriva sul finire del primo tempo, con un tiro di Dzemaili, su cross di Di Francesco, deviato da Kondogbia. La seconda premia il migliore degli ospiti, il volenteroso Donsah: al 28´ della ripresa, quando sono appena entrati Icardi e Candreva, si fa trovare solo sul secondo palo sul cross di Masina. Il colpo di testa vale il 2-2 i supplementari e la fine della striscia vincente nerazzurra (6 incontri). Non basterà ai rossoblù in giallo: Donadoni può godersi almeno la prestazione in crescita fino all´ultimo minuto di Di Francesco, mentre Destro la vede poco e quando ha la palla pare pensarci sempre un po´ troppo. Lo rimpiazza Okwonkwo, 18 anni: era molto atteso, bisognerà aspettarlo ancora.

Fonte: gazzetta.it

Un solo gol ed emozioni con il contagocce nella prima giornata del Girone D di Coppa d´Africa. A deludere è soprattutto l´Egitto di Hector Cuper che, all´esordio contro un intraprendente Mali, non va oltre uno scialbo 0-0. In ombra Salah. Parte con il piede giusto, invece, il Ghana di Avram Grant che non brilla ma batte 1-0 l´Uganda conquistando il primato solitario in classifica: decisivo un calcio di rigore trasformato da André Ayew.

Da una parte l´Egitto, ovvero la squadra più titolata della Coppa d´Africa con 7 vittorie. Dall´altra il Mali che invece il torneo non l´ha mai vinto. Sulla carta non c´è partita ma la sfida di Port-Gentil dice l´esatto contrario: i Faraoni di Hector Cuper steccano e ai punti vincono le Aquile di Alain Giresse, cui lo 0-0 forse sta persino stretto. Il Mali si vede negare la gioia del gol al 13´ quando El-Shennawy si supera per deviare in corner un colpo di testa di Lassana Coulibaly. Nell´azione il portiere si infortuna e lascia il posto al leggendario El-Hadary, 44 anni compiuti la scorsa domenica, determinante nel finale quando in uscita chiude lo specchio a Marega. L´Egitto è poca cosa e paga la serataccia di Mohamed Salah: l´attaccante della Roma, mai pericoloso, viene ammonito al 66´ per una brutta entrata su Sylla e pochi minuti più tardi, forse per evitare guai peggiori, Cuper decide di sostituirlo. La chance migliore per i Faraoni arriva al 54´ con un gran colpo di testa in tuffo di Mohsen alzato in corner da Sissoko.

Pronostico rispettato invece nella partita pomeridiana del Girone D dove il Ghana, una delle favorite per il successo finale, non incanta ma piega di misura l´Uganda. Episodio decisivo della sfida al 32´ quando il difensore ugandese Isinde perde palla goffamente e stende in piena area Asamoah Gyan (ex Modena e Udinese) causando l´inevitabile rigore. Sul dischetto si presenta André Ayew che col sinistro spiazza Onyango e festeggia la sua settima rete complessiva in Coppa d´Africa superando di un gol, nella classifica all time, suo papà Abedi Pelé.

Fonte: sportmediaset.mediaset.it

ROMA – Sassari e Avellino regalano ai loro tifosi una notte di coppa da incorniciare. La 13esima e penultima giornata dei gironi di Champions League si apre nel migliore dei modi per le italiane, con due successi esterni davvero preziosi. La Dinamo passa 75-78 in Germania, sul campo di Ludwigsburg e tiene totalmente aperto il discorso qualificazione, in attesa dell´ultima sfida del gruppo E, in programma mercoledì prossimo contro il Partizan Belgrado. La Scandone, invece, espugna il parquet di Tenerife (66-78) e blinda il secondo posto nel girone D, lasciando ancora intatta la possibilità di strappare il primato proprio agli spagnoli.

SASSARI INCONTENIBILE NEL TERZO QUARTO – Coach Pasquini aveva chiesto ai suoi uomini una prestazione su ritmi elevati e il Banco di Sardegna non delude le aspettative, piazzando lo strappo decisivo in un terzo quarto straripante, chiuso con l´eloquente parziale di 25-9. Dopo due frazioni all´insegna dell´equilibrio – le squadre vanno all´intervallo con il Riesen avanti di una sola lunghezza (33-32), Sassari mostra la faccia cattiva al ritorno sul parquet e, trascinata da un sontuoso Rok Stipcevic, alla fine autore di 22 punti e 5 assist, prende il largo chiudendo il terzo periodo sul 42-57. Nell´ultimo quarto la Dinamo deve solo amministrare, anche se un pericoloso calo di tensione permette ai padroni di casa di riavvicinarsi fino al 75-78 con il quale si chiude la gara. Una vittoria preziosissima, con la quale il Banco riscatta anche la sconfitta a fil di sirena incassata nella sfida d´andata.

MHP RIESEN LUDWIGSBURG – BANCO DI SARDEGNA SASSARI 75-78
(6-19, 33-32, 42-57)
Ludwigsburg: Hammonds 16, Cotton, McGray 4, Martin 2, Crawford 8, Breuning 2, Thiemann 13, Toppert 10, Loesing 11, Cooley 9. All. John Patrick.
Sassari: Bell 7, Lacey 8, Devecchi, D´Ercole 3, Sacchetti 5, Lydeka 8, Savanovic 13, Carter 10, Stipcevic 22, Lawal 2, Ebeling, Monaldi . All. Federico Pasquini.
AVELLINO, CHE RIMONTA – Ha il sapore dell´impresa il successo esterno di Avellino sul campo dell´Iberostar Tenerife, reduce da cinque vittorie consecutive in Champions League e dall´affermazione in campionato contro il Barcellona. Un successo frutto di una prestazione tutta grinta e carattere, con gli uomini di Sacripanti bravi a restare mentalmente in gara dopo una prima parte di assoluta sofferenza. Tenerife inizia forte e piazza subito un parziale di 7-0. Nella frazione d´apertura gli spagnoli sono padroni incontrastati del campo e scappano addirittura sul 25-11. La Sidigas rosicchia punti importanti e va all´intervallo lungo sotto la doppia cifra di svantaggio (44-35). Al ritorno sul parquet Avellino è completamente trasformata e a 3´10″ dalla fine del terzo periodo la tripla di Green regala il primo sorpasso biancoverde (52-53). In un crescendo inarrestabile la Scandone, guidata da un Ragland da 19 punti e 5 assist, piazza lo strappo decisivo nell´ultima frazione e gestisce il finale di gara con grande autorità. Ottima anche la prova di Thomas, autore di 17 punti, mentre Fesenko mette a referto una doppia doppia, con 13 punti e 14 rimbalzi.

Fonte: repubblica.it/sport

TORINO – «Allegri si avvicina sempre di più all´Arsenal». In Inghilterra sono sicuri: il tecnico della Juve è il candidato numero uno alla panchina dei Gunners. Secondo il Sun, infatti, Wenger sta per lasciare la guida della squadra dopo 21 anni. Gli agenti di Max sarebbero già in contatto con la dirigenza del club inglese. L´allenatore è chiamato a prendere una decisione entro marzo. Il tabloid parla di rapporti non ottimali tra il tecnico e qualcuna delle stelle della Juve, motivo in più per pensare all´addio. Inoltre Allegri è convinto di poter vincere con l´Arsenal anche grazie alle sue conoscenze tattiche. In caso di addio a Torino arriverebbe Paulo Sousa.

LA JUVE: «RESTA» – Questo è quello che scrivono in Inghilterra. Apparentemente senza prendere in considerazione le parole di Marotta, che anche in una recente intervista ha dichiarato: «Il futuro della panchina della Juve? Ne parlano solo i media. Allegri è al terzo anno con noi: è un allenatore vincente e non capisco come si possa pensare che ci sia la necessità di cambiare».

Fonte: tuttosport.com

Da Palazzo Vecchio, dove ieri si è tenuta la Hall of Fame della FIGC, il commissario tecnico Giampiero Ventura ha lanciato un forte messaggio che sicuramente è stato recepito, visto che il destinatario si trovava a pochi chilometri. “Chiesa? Me lo avevano già segnalato. L´ho visto di persona ed è stato una piacevole sorpresa. Al prossimo stage, se non succede niente, sarà convocato, se le prestazioni continuassero ad essere queste”. Parole di stima, che non possono inorgoglire il ragazzo e la Fiorentina, che ha il merito di aver cresciuto il classe ´97, lanciato in prima squadra da Paulo Sousa in questa stagione.

CRESCITA COSTANTE – Dall´esordio in Serie A allo Juventus Stadium al primo gol, quello messo a segno in Europa League contro il Qarabag. Il figlio di Enrico è ancora alla ricerca del sigillo in campionato, solo sfiorato domenica contro la Vecchia Signora. Lui dice di averla toccata, anche se le immagini non sembrano dargli ragione e la rete infatti è stata attribuita a Milan Badelj. Chiesa però è stato fra i migliori in campo: costante spina nel fianco della BBC, non una difesa qualunque. Corsa, dribbling, spirito di sacrificio. Il numero 25 gigliato impressiona soprattutto per la maturità e il carattere con il quale affronta avversari più navigati di lui. Il suo rendimento in costante ascesa, tanto da essere stato preso in considerazione da Ventura.

INCONTRO COL TIANJIIN – C´è chi già parla di interessa da parte di diversi club per Chiesa, che tuttavia ha appena rinnovato fino al 2021 con la Fiorentina. La società dei Della Valle scommette forte sul proprio gioiello, ultimo prodotto del sempre florido settore giovanile. Chi invece potrebbe salutare la Viola è Nikola Kalinic, anch´egli grande protagonista contro la Juventus. Dopo la conferma arrivata da parte del proprietario del Tianjin Quanjian di volerlo acquistare, in giornata c´è stato un incontro fra Pantaleo Corvino e gli intermediari del club asiatico. Il pressing è sempre più insistente: i cinesi hanno rotto gli indugi degli ultimi giorni e sono pronti per affondare il colpo.

L´offerta per la Fiorentina oscilla fra i 38 e i 40 milioni, mentre quella all´attaccante è fissata a 10. L´ex Dnipro sembra intenzionato ad accettare, anche se non ha ancora dato una risposta definitiva. La società gigliata invece in attesa di un rilancio del Tianjin. Se dovesse arrivare, allora Kalinic sarebbe lasciato partire e si aprirebbe la caccia al sostituto. Altrimenti il bomber rimarrà in riva all´Arno, per la gioia di Sousa e dei tifosi.

Fonte: quotidiano.net/sport

Il Sassuolo, per trovare continuità di risultati dopo la vittoria di Palermo e cercare nella Coppa Italia qualche soddisfazione al cospetto di un campionato e di un´avventura europea piuttosto deludenti. Il Cesena, unica squadra di serie B rimasta in corsa, per raggiungere uno storico quarto di finale e ritrovare il ritmo dopo la lunga sosta della serie cadetta, a patto, però, di non sprecare energie in vista della sempre durissima corsa alla salvezza, a questo punto obiettivo imprescindibile per la squadra di Drago. Il derby emiliano-romagnolo (Sassuolo e Cesena saranno in campo stasera alle 17.30 al Mapei Stadium di Reggio Emilia) sarà l´ottavo di finale di Coppa Italia con meno blasone. Sicuramente non sarà un´occasione per rivedere in campo Domenico Berardi, di cui il Sassuolo si è privato per quattro mesi, da poco tornato in campo e già decisivo. Di Francesco ha infatti deciso di risparmiare il suo gioiellino, come pure il neoacquisto Aquilani.

Fonte: ansa.it

Un´occasione da non fallire. Il Genoa stasera scenderà in campo per gli Ottavi di Finale di Coppa Italia. Sfida secca in quel di Roma contro la Lazio, in caso di parità nei 90 minuti saranno necessari i tempi supplementari dopodiché i temutissimi calci di rigore.
Juric vuole il riscatto dopo le quattro sconfitte consecutive in campionato, niente turnover, l´appuntamento è troppo importante.

QUI GENOA: Simeone al centro dell´attacco, anche se Pinilla scalpita per una maglia. Ai suoi lati Ocampos e Ninkovic, con Rigoni che potrebbe essere retrocesso in mediana. A centrocampo confermato Cataldi, mentre in difesa dovrebbe riposare uno tra Munoz e Izzo. Lazovic torna dal primo minuto al posto di Edenilson.

QUI LAZIO: Inzaghi mischia le carte, dovrebbe toccare a Murgia, Strakosha e Wallace con De Vrij che dovrebbe partire dalla panchina. Sulla sinistra si rivede Lukaku, Djrordjevic e Kishna in attacco.

LE PROBABILI FORMAZIONI
Lazio: Strakosha; Basta, Wallace, Hoedt, Lukaku; Leitner, Murgia, Milinkovic; Lombardi, Djordjevic, Kishna. All. Inzaghi.
Genoa: Lamanna; Burdisso, Izzo, Gentiletti; Laxalt, Cataldi, Rigoni, Lazovic; Ocampos, Ninkovic, Simeone (Pinilla). All. Juric.
Arbitro: Damato.

Calcio d´inizio: questa sera ore 21.00, stadio Olimpico.

Fonte: genovatoday.it

NAPOLI – Ma come si rinforza una squadra ch´è già forte, che ha la meglio gioventù, che sembra non racchiuda in sé nessun difetto di costituzione, che può guardare al futuro con simpatia e persino ottimismo? E dove s´interviene su un Napoli che ha difensori ancora in tenera età (calcistica), centrocampisti appena maggiorenni e attaccanti di uno spessore così rilevante e nel pieno della loro maturità? Il mercato è un desiderio di massa, talvolta l´insana voglia di assaporare il gusto del nuovo: tentazioni dalle quali il Napoli non s´è lasciato contagiare, perché comprare per il semplice piacere di farlo non rientra nei piani della società. Però verrà giugno e si ripartirà e nessuno potrà prevedere cosa accadrà, nel prossimo semestre – ed anche in questi quindici giorni scarsi che restano.

DIFESA – Ricapitolando, semplicemente: Reina è una certezza, e fa niente se ha qualche annetto sulle spalle; semmai s´intravede una sagoma alle sue spalle, per garantirsi poi la successione: Casteels (25) del Wolfsburg è una idea che rimane lì, vibra, viene valutata, studiata. Ma l´organico è ridondante, ha molto più di un quinquennio davanti a sé (tranne in Albiol, che però ne ha 32): poi ci sono Hysaj (23), Maksimovic (26 a novembre, ma a novembre), Koulibaly (26 a giugno), Chiriches (28 a novembre), Ghoulam (26), Tonelli (27), Strinic (30 a luglio) e Maggio (35). C´è dunque un´esigenza, anagrafica, d´intervenire sulle corsie, per assicurarsi «longevità»: Andrea Conti (23 a marzo) è stato individuato come fluidificante di talento e di fisico, di corsa e di interpretazione tattica. Il Napoli e l´Atalanta hanno avuto modo di parlarne in epoche non sospette e lo faranno ancora, perché i rapporti tra De Laurentiis e Percassi sono di stima reciproca e il dialogo è sempre stato fertile.

Fonte: corrieredellosport.it

Il Milan ha prolungato di un anno, fino al 30 giugno 2020, il contratto di Giacomo Bonaventura. Il club ha ufficializzato l´intesa, già definita prima di Natale con il benestare della cordata cinese in procinto di completare l´acquisto del Milan. In base al nuovo accordo è stato ritoccato l´ingaggio del centrocampista che ora guadagnerà circa due milioni di euro a stagione.

Fonte: ansa.it

Pubblicato da Alessandro Lugli

Alessandro Lugli è nato a Napoli e ivi residente. Poeta, giornalista pubblicista e cantante. Direttore di vari blog da lui creati.