CALCIO-NEWS

Jindong Zhang si è mosso in prima persona per conoscere Antonio Conte, chiamato sulla panchina dell’Inter per tornare a vincere subito e riportare la squadra “sul tetto del mondo”. E a Madrid, teatro del trionfo della squadra nerazzurra nella finale di Champions League del 22 maggio 2010, il numero uno di Suning ha avuto il primo contatto con il nuovo tecnico. Sullo sfondo José Mourinho e alcuni eroi del Triplete, presenti nella capitale spagnola. Un simbolico passaggio di consegne, si augurano in casa nerazzurra.
Jindong Zhang, accompagnato dal figlio Steven, presidente dell’Inter, è arrivato dopo le 15.30 nell’hotel di Madrid dove ad attenderlo c’era Conte con Ausilio, Marotta, Antonello, Baccin, Zanetti. Un primo summit al completo – preceduto da un pranzo del tecnico con la dirigenza – per cominciare a programmare il futuro per costruire una squadra vincente sia in Italia che in Europa. “E’ stato molto importante avere questo confronto, per conoscere anche Antonio – ha detto il vicepresidente nerazzurro Zanetti all’uscita dalla riunione prima di raggiungere il ‘Wanda Metropolitano’ per assistere alla finale di Champions tra Tottenham e Liverpool – Felicissimo di questo incontro, ora si riparte con la nuova stagione”. Nessuna dichiarazione di Conte al termine del vertice. (mediaset)

“Saranno due gare difficili: la Grecia è una squadra forte tecnicamente, non è tanto conosciuta, ma sta producendo un buon calcio. Nella Bosnia ci sono giocatori che conosciamo bene e possono essere decisivi. E’ un momento importante. Abbiamo il compito di vincere per alzare la posizione nel ranking e per essere qualificati. Sono le due squadre che ci potrebbero creare difficoltà nella qualificazione”. Lo ha detto il ct dell’Italia Roberto Mancini, nel corso della conferenza stampa al Centro tecnico federale di Coverciano, dove gli azzurri hanno iniziato la preparazione in vista del doppio impegno delle qualificazioni all’Europeo del 2020, sabato 8 giugno ad Atene contro la Grecia e martedì 11 giugno a Torino contro la Bosnia. Parlando di come ha trovato i 33 azzurri che ha convocato, Mancini ha spiegato che “ho lasciato ai ragazzi 6 giorni per togliersi un po’ di scorie del campionato, li ho visti tranquilli e rilassati”. Nel gruppo azzurro è rientrato il bomber del Torino Andrea Belotti, un’arma in più per affrontare queste sfide: “Belotti ha fatto un ottimo girone di ritorno e si è meritato la convocazione”.Fuori invece Mario Balotelli, ancora escluso dalle convocazioni: “Non entriamo neanche nel merito dell’intervista che ha rilasciato Balotelli a ‘Canal Plus’, ho parlato con lui e gli ho spiegato le motivazioni della sua esclusione: ha tempo per rientrare, è solo una questione tecnica, viste le qualità che ha dipende da lui. Sa che non deve farsi espellere e puntualmente si è fatto espellere e ha preso 4 giornate di squalifica. Lo conosco bene e a 29 anni può fare molto di più di quello che sta facendo. Se giocasse al 100% farebbe 4 gol a partita. Si accontenta di giocare a un livello basso”.In generale, però, è un buon momento per l’Italia: “Pensando a quando abbiamo iniziato e tutti credevano fosse difficile trovare 15 giocatori da Nazionale, oggi ce ne sono 33 e 5 o 6 che hanno le qualità per rientrare: una quarantina di giocatori importanti e tra questi 15/20 giovani per iniziare un ciclo di lunga durata. E’ difficile – ha aggiunto il ct – che in Italia non vengano fuori giocatori bravi per la Nazionale. In questo anno ne sono cresciuti in fretta alcuni che non pensavamo crescessero così. E’ un buon momento”.Ed è un momento invece delicato per quanto riguarda le panchine delle Serie A: “La professione può portarti ovunque e se Conte ha deciso di andare all’Inter significa che ci avrà pensato bene e che crede possa essere per lui la soluzione giusta. La rabbia di alcuni tifosi della Juve (c’è anche una petizione per togliere la stella di Conte allo Stadium, ndr) dice che il clima non è bello. Conte è stato un giocatore della Juve importante e un allenatore della Juve importante, non credo verrà tolta la stella. Oriali al su fianco? Spero che rimanga con noi perché quando si crea un feeling sarebbe meglio non toccare niente. Cercherò di convincerlo poi non so cosa farà. Per noi è una persona importante che ha un ottimo rapporto con tutti i giocatori. Spero che rimanga, non penso che abbia già deciso. Quella di Vialli è una situazione a prescindere da cosa farà Oriali. Gravina ha parlato con lui tempo fa e spero che possa avere la possibilità di arrivare”. L’Inter a Conte e la Juve… a Sarri. Quella Juve che, se non ci fosse stata la chiamata dell’Italia, magari oggi sarebbe potuta essere proprio di Mancini: “No, non c’è mai stata l’opportunità di allenare la Juventus dopo l’Inter. Sarri alla Juve non mi preoccupa, sinceramente (ride, ndr). C’è un bel giro di allenatori, mi sembra, e c’è ancora la finale di Champions League…”. (mediaset)

Countdown finito. A poche ore dal fischio di inizio di Tottenham-Liverpool, al Wanda Metropolitano è tutto pronto per l’ultimo atto della Champions League 2018/2019. Un derby da brividi che vede di fronte due filosofie di gioco diverse e tanti campioni. Da una parte c’è Klopp col suo 4-3-3 tutto rapidità, pressing, tecnica e fantasia. Dall’altra Pochettino, più sobrio e misurato del collega, ma anche più flessibile nei moduli e attento alla forza del gioco di squadra.Calcisticamente parlando, Tottenham e Liverpool sono due mondi differenti. City a parte, il meglio che il calcio inglese può proporre in questo momento sul piano dello spettacolo, del ritmo e dell’intensità di gioco. Due filosofie che a Madrid si scontreranno con un unico obiettivo: entrare nella storia. A 14 anni dal trofeo strappato al Milan, i Reds vogliono rimettere le mani sulla Coppa dalle grandi orecchie. Alla prima finale di Champions sempre, gli Spurs invece vogliono entrare nel gotha del calcio europeo dalla porta principale.Al Wanda Metropolitano, si attende un match per cuori forti. In Premier, nei due confronti di questa stagione, ha sempre vinto il Liverpool, ma la finale di Champions è tutta un’altra storia e il passato conta relativamente. Dopo aver fallito già due finali (2013 e 2018), Klopp cercherà disperatamente di evitare la terza beffa. E per farlo, dopo l’impresa col Barcellona, potrà contare sui suoi uomini migliori (portiere compreso). Dal tridente terribile Salah-Firmino-Manè ad Alisson, ultimo baluardo pronto a far dimenticare l’incubo Karius. Un undici stretto e compatto, aggressivo e votato al pressing alto, al palleggio in velocità e alle ripartenze fiammanti. Roba che “scotta”, insomma. Discorso diverso invece per Pochettino, che a Madrid dovrà fare i conti non solo col Liverpool, ma anche con la storia del club. In caso di vittoria, infatti, gli Spurs alzeranno la Champions per la prima volta. Una pressione in più da affrontare, che però potrebbe dare al Tottenham un ulteriore stimolo per dimostrare di essere pronto a fare il salto di qualità. Numeri alla mano, gli uomini di Pochettino partono sfavoriti, ma il tecnico argentino in questa stagione ci ha abituato a metamorfosi tattiche capaci di ribaltare ogni pronostico. Intuizioni che, con tanti fenomeni in rosa, potrà utilizzare anche al Wanda Metropolitano contro i Reds per provare a far saltare il banco. Dal jolly Lllorente a Lucas Moura, passando per Son, gli immancabili Dele Alli ed Eriksen e il recuperato Kane, pronto ad aiutare il gruppo nell’ultimo sforzo verso la gloria. A Madrid Tottenham e Liverpool si sfidano per un posto nella storia. (mediaset)

Il mondo del calcio piange José Antonio Reyes. L’ex giocatore di Siviglia, Arsenal, Real e Atletico è morto infatti in un incidente stradale a Utrera, sua città natale. Il 35enne attualmente giocava in Segunda Division nell’Estremadura. Al momento non è ancora chiara la dinamica dello schianto. La notizia della scomparsa è stata confermata dal Siviglia su Twitter.L’attaccante andaluso è morto in un incidente stradale a 35 anni: in carriera ha vestito le maglie di Siviglia, Arsenal, Real Madrid, Atletico Madrid, Espanyol, Cordoba, Xinjiang Tianshan Leopard ed Extremadura UD. Deteneva il record come giocatore che ha conquistato più Europa League nella storia, ben 4, di cui 1 con l’Atletico e 3 col Siviglia.Soprannominato “Perla di Utrera”, nella sua carriera Reyes in patria ha esordito in Liga a 16 anni, vestendo le maglie di Siviglia, Real Madrid, Atletico, Espanyol e Cordoba. Fuori dai confini spagnoli, il centrocampista ha militato invece dal 2004 al 2006 nell’Arsenal, nel 2008 nel Benfica e nel 2018 in Cina allo Xinjiang Tianshan Leopard. In Nazionale, Reyes ha indossato la maglia delle Furie Rosse ai Mondiali di Germania 2006. In carriera col Real ha vinto una Liga, con l’Arsenal invece una Premier, un Community Shield e una FA Cup. Col Benfica ha trionfato invece in Coppa di Lega portoghese. I successi più prestigiosi a livello continentale li ha ottenuti con l’Ateltico e il Siviglia, conquistando quattro Europa League e una Supercoppa UEFA. Insieme a Beto, Kevin Gameiro e Vitolo condivide il record di vittorie di Europa League. Con le squadre di club ha totalizzato 93 gol, con la Spagna invece ha firmato 3 reticon l’Under 21 e 4 con la Nazionale maggiore. Tra i più colpiti dalla notizia Arsene Wenger, suo tecnico all’Arsenal: “Sono devastato nell’apprendere la terribile notizia su José – scrive -. Alla sua famiglia e agli amici, tutto il supporto possibile da ciascuno della famiglia dell’Arsenal. Rimarrà per sempre nei nostri cuori”.Prima della finale di Madrid verrà osservato un minuto di silenzio per José Antonio Reyes, il calciatore spagnolo morto in un incidente stradale.(mediaset)

Il Vicenza ha annunciato l’ingaggio di Mimmo Di Carlo per la sua panchina. “La bandiera biancorossa (ha giocato per nove anni con i biancorossi, ndr) ha sottoscritto un accordo sino al 30 giugno 2022 . Mister Di Carlo verrà presentato ai tifosi allo stadio Menti nella serata di martedì 4 giugno”, il comunicato del club che milita in Serie C. (mediaset)

Il Torino riscatta Ola Aina. Operazione chiusa e definita con il Chelsea, i granata hanno formalizzato la volontà manifestata nei giorni scorsi: l’ottima stagione di Aina ha convinto il club, che verserà nelle casse dei blues 10 milioni di euro, la cifra pattuita per acquistarne il cartellino. (mediaset)

Trippier non convince il Napoli. Nonostante una prima intesa sulla base di una valutazione di 26 mln per il cartellino e un ingaggio da 2,6 mln a stagione, il presidente De Laurentiis avrebbe deciso infatti di stoppare la trattativa col Tottenham. Sull’esterno degli Spurs c’è anche l’interesse della Juve. (mediaset)
Il futuro di Ounas potrebbe essere lontano da Napoli. Stando a Calciomercato.com, infatti, il giocatore azzurro sarebbe finito nel mirino di due club: Udinese e Parma. Ancora tutte da valutare le formule possibili. (mediaset)

Tempo di rinnovi in casa Napoli. In particolare a Castelvolturno tiene banco il prolungamento di Callejon. Stando al Corriere dello Sport , per lo spagnolo è pronto un biennale ad una cifra inferiore a quella attuale. Al momento la situazione è in stand-by e sono previsti nuovi incontri tra l’entourage del giocatore e il club per limare le rispettive esigenze. (mediaset)

Secondo il magazine turco Boxer, l’Inter avrebbe chiuso con il Fenerbahce per il giovane centrocampista macedone Eljif Elmas. Operazione da circa 11 milioni. A giorni visite mediche e firma. (mediaset)

James Rodriguez è la più grande suggestione per l’attacco del Napoli. Non si tratta soltanto di chiacchiere, il tema è stato affrontato persino da Aurelio De Laurentiis e Carlo Ancelotti. C’è tanto di concreto, dunque. A riferirlo Carlo Alvino, giornalista TvLuna, intervenuto ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli: “Ancelotti ha parlato con Jorge Mendes, il procuratore del ragazzo. Entrambi hanno detto di sì, l’ipotesi Napoli affascina, Ospina poi ha speso belle parole sull’ambiente e sul club azzurro. Non ci sarebbe nessuna remora da parte di James a sposare la causa Napoli e già questa è una bella base”.
STIPENDIO OK – “Per lo stipendio (circa 6 milioni di euro, ndr) Ancelotti e De Laurentiis si sono parlati, non è un problema. Il vero scoglio da superare è quello del costo del cartellino (oltre 40mln di euro secondo la stampa spagnola, ndr). E’ per questo che ho pensato all’ipotesi prestito con riscatto o formule particolari. D’altronde Zidane non ama particolarmente il colombiano, che è in una parte importante della sua carriera. Magari si può trovare la formula giusta, anche Mendes lavora per questo. Al Napoli piace, ho fatto un giro di telefonate per capire se c’era o meno l’interesse. Tutto confermato, James verrebbe al Napoli. La stessa fonte non mi conferma invece Diego Costa, mentre per Rodrigo sì”. (tuttonapoli.net)

Ora che sembra fatta, o quasi, per il passaggio di Maurizio Sarri alla Juve, molti tifosi non dimenticano i tre anni del toscano in azzurro e le sue frasi celebri contro il club bianconero. Tra queste, una relativa alla sua prima stagione alla guida del Napoli. La riflessione del giornalista era la seguente: “L’impressione è che il Napoli per avere un rigore.. li debbano proprio fucilare”. Pronta la risposta ironica di Sarri: “O si devono fare maglie a righe…”. Chiaro, anche se non esplicito, il riferimento alla Juventus dopo la vittoria del Napoli per 1-0 contro l’Udinese nel novembre del 2015. (tuttonapoli.net)

Rafa Benitez, ospite dei microfoni di Sky da Madrid, parla così della finale di stasera tra Liverpool e Tottenham: “La mia famiglia vive a Liverpool, sono sempre felice quando vedo i tifosi Reds, così come sono felice nel tornare a Madrid. Pochettino? Ha fatto ottime cose, cambiando il modo di giocare in semifinale, anche grazie a Llorente. Klopp? E’ il suo momento, alla terza finale può farcela. Il Liverpool sarà aggressivo, mi aspetto un Tottenham in ripartenza, credo sarà una finale simile a quella di Europa League”.
FUTURO – “Ho visto qualcuno di Milano e Napoli, dove ho ottimi ricordi. Adesso penso al Newcastle, dove c’è ancora tanto da fare. Ancelotti? Ha fatto bene, il presidente è intelligente e ha scelto una garanzia. Sarri? E’ al Chelsea, vediamo cosa succede”. (tuttonapoli.net)

«Mario non è qui solo per una questione tecnica e perché è stato espulso all’ultima giornata, lui lo sa, gliel’ho detto personalmente. Così Roberto Mancini commentando quanto ha detto Balotelli a Canal+ secondo il quale la perdurante esclusione dalla Nazionale sarebbe da imputare a motivi di razzismo e ritenendo che siano in molti a considerare inopportuno un suo ritorno in azzurro.
«Non entriamo in merito a quelle dichiarazioni – ha continuato il ct a Coverciano per il primo giorno di raduno – e comunque a me non le ha detto. Le ragioni per cui Mario non è qui le sa, ci ho messo qualche giorno per cercarlo perché ha 8-9 numeri diversi, per le doti tecniche che ha può tornare qui e vale anche per altri giocatori attualmente esclusi. Lui sa che non deve farsi espellere e invece è successo, se non è qui è per colpa sua e riprendersi l’azzurro dipenderà quindi solo da lui. L’ho allenato da quando ha 17 anni, può fare molto di più, quando gioca al 100% vale per quattro giocatori invece si accontenta di farlo a livelli bassi. Ha 12 mesi per cercare di tornare in Nazionale». (ilmattino)

Pubblicato da Alessandro Lugli

Alessandro Lugli è nato a Napoli e ivi residente. Poeta, giornalista pubblicista e cantante. Direttore di vari blog da lui creati.