Eraldo Pecci

“Presto arrivò per me la chiamata in Nazionale Juniores allenata da Azeglio Vicini.
Ci saremmo dovuti radunare, per le ore 22 di una domenica, in un hotel di Napoli.
Era la prima volta che andavo sotto il Vesuvio. Presi il
treno per tempo ma per le ferrovie di allora la puntualità era un optional e arrivammo in stazione qualche minuto dopo l’orario della convocazione.
Assai trafelato salii su un taxi pregando l’autista di andare in fretta, mi dispiaceva arrivare tardi.
Dopo una ventina di minuti eccomi davanti
l’albergo.
Pagai la corsa aggiungendo mancia e ringraziamenti per la celerità. L’allenatore aspettava seduto nella hall.
«Scusi Mister, ho fatto del mio meglio per essere puntuale ma…»
«Non ti preoccupare, vai pure a riposare.»
Il mattino seguente mi svegliai proprio riposato, mi alzai e mi affrettai ad alzare la tapparella e aprire la finestra sperando di vedere anche il mare. Ed
ecco che davanti al mio balcone, proprio lì sotto, si palesò la stazione centrale in tutta la sua ampiezza. Non ci potevo credere, ma mi venne in mente il nome dell’albergo, hotel Terminus, che mi avrebbe potuto fare riflettere se non fossi stato così eccitato per la convocazione in maglia azzurra e preoccupato per il tempo che correva.
Comunque il tassista era stato un grande! E come si era preoccupato per il mio ritardo!
In futuro questo episodio mi è stato molto utile, per tutte le volte che, arrivato all’aeroporto di Capodichino, chiedevo al tassista di turno: «Quanto vuole per il centro?» e lui: «Settantamila lire», quindi io ribattevo: «Guardi che vengo spesso a Napoli» e a quel punto il tassista mi lanciava una occhiata complice e sentenziava: «Allora ventimila».
Dei veri fuoriclasse i tassisti a Napoli.”
[Eraldo Pecci]
Fonte: autobiografia “Ci piaceva giocare a pallone”

Pubblicato da Alessandro Lugli

Alessandro Lugli è nato a Napoli e ivi residente. Poeta, giornalista pubblicista e cantante. Direttore di vari blog da lui creati.