La carriera di questa giocatore ha davvero qualcosa di incredibile.Se ci fate caso negli 81 gol segnati nei club in cui ha giocato, ben 64 sono stati segnati in Eccellenza nel Renato Curi e in Serie C2 nel Chieti.
Si, perchè lui nasce come trequartista, poi al Perugia in Serie A, grazie all’intuizione di Serse Cosmi, che vede in lui un ottimo crossatore, lo sposta nel ruolo di terzino sinistro.
Sarà la scelta più azzeccata di sempre, che porterà presto il ragazzo a vestire la maglia della nazionale italiana.
Al mondiale 2006 ci arriva grazie alle belle prestazioni effettuate con la maglia del Palermo, ma nell’immaginario collettivo, nella spedizione tedesca i titolari restano Zaccardo e Zambrotta.
Sarà infatti così nelle prime tre partite del girone.
Dagli ottavi di finale in poi diventa praticamente l’uomo più determinante della nazionale.
Agli ottavi contro l’Australia si guadagna un prezioso calcio di rigore al ’94 che diventerà decisivo per la vittoria finale, grazie al gol di Francesco Totti.
In semifinale contro la Germania, segna un gran gol al minuto 119 che porta, di fatto, l’Italia in finale.
Contro la Francia poi sappiamo bene com’è andata.
Quel quinto rigore resta indelebile nella nostra mente e Marcello Lippi ha l’intuizione di farlo calciare al giocatore che in quel momento risulta essere il più decisivo.
Il resto è storia…
“E pensare che prima di quel rigore, non ne battevo uno da ben 5 anni: l’ultimo infatti avvenne in serie C2, quando giocavo nel Chieti.
Chi l’avrebbe mai detto che il rigore successivo sarebbe avvenuto in una finale della Coppa del Mondo”.
Un trequartista in Eccellenza che arriva in Serie A e diventa terzino a 25 anni e campione del mondo a 29.
La storia di Fabio Grosso è la dimostrazione che non conta essere figli d’arte o raccomandati per arrivare nell’olimpo del calcio. 
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