Gerd Muller

In Florida all’inizio degli anni Ottanta, Gerd Müller si accorge che insieme all’alcol c’è qualcos’altro che lo consuma dentro, una specie di oscurità, a molti atleti accade di colpo, altri ne prendono coscienza più lentamente. Gerd Müller sta covando la sua depressione e , come succede agli uomini in questi momenti, compie una specie di errori: investimenti fallimentari, cattivi amici, soldi sperperati. Si accorge che le persone si allontanano da quello che è diventato perchè in verità non vogliono stare con lui, ma con quello che era un tempo. Qualche vecchio compagno prova a tirarlo fuori : al Bayern gli trovano un posto di allenatore del settore giovanile e quel lavoro sembra riportarlo alla luce. Gli piace stare con i ragazzi, alcuni di loro sanno che il maestro con la barba brizzolata e gli occhiali tondi era il più forte attaccante del mondo.
Una sera del 2001 è con i suoi ragazzi a Trento, in Italia, per un torneo. Ma all’improvviso qualcuno annuncia: è sparito mister Gerd Müller. E’ uscito alle tre di notte . Lo ritrovano molte ore dopo , mentre vaga per la città. E’ il primo segno dell’Alzheimer.
Per anni , l’uomo dei piccoli gol fisserà il vuoto, seduto sulla poltrona di una clinica. Perderà la nozione degli altri e di sè, forse dentro quel vuoto ha smesso di soffrire , forse invece dimenticare è una pena atroce, non un’anestesia.
M. Crosetti

Pubblicato da Alessandro Lugli

Alessandro Lugli è nato a Napoli e ivi residente. Poeta, giornalista pubblicista e cantante. Direttore di vari blog da lui creati.