“Spesso mi dicono: “Kouli, se avessi puntato sulla Francia, avresti potuto essere campione del mondo”.Forse, ma io credo nel destino.
Sono molto orgoglioso di essere francese ma per me rappresentare il Senegal è sempre stato il progetto di Dio. Ricordo che quando Aliou Cissé prese in mano la squadra nel 2015, mi chiamò e mi disse: “Kouli, stiamo per iniziare un nuovo ciclo e abbiamo bisogno di te. Devi venire con noi”.
Ha puntato e rischiato su un 24enne che non era nemmeno titolare nel Napoli.
Credeva in me. Quindi io ho dovuto credere nel Senegal.
Quando ho chiamato i miei genitori per comunicare la mia decisione, è stata l’unica volta in vita mia che li ho visti entusiasti di qualcosa che riguardava il calcio.
Conoscono molto bene le difficoltà della vita reale per interessarsi a un gioco. Ma quando ho detto a mio padre che avrei rappresentato il Senegal, ho visto la luce brillare nei suoi occhi.
Vi sto parlando di un uomo che ha lavorato ininterrottamente 7 giorni su 7 per anni in una fabbrica tessile per poter dare ai suoi figli una vita migliore in Francia. Ci vuole tanto per entusiasmare papà.
Per me, rappresentare il mio Paese non è solo calcio. Si tratta del mio sangue, della mia storia e dei sogni dei miei genitori. Per me, questo è il significato di essere senegalese. Rispettare la nostra storia e i nostri anziani.
Quando abbiamo vinto la Coppa d’Africa nel 2021, è stata una delle sensazioni più belle della mia vita. Quando siamo atterrati a Dakar, migliaia di persone gridavano i nostri nomi, ballavano e sventolavano le bandiere. Ricchi, poveri, sostenitori di partiti politici diversi: tutti insieme sotto un’unica bandiera.
Sì, qualcuno potrebbe dire che è “solo la Coppa d’Africa”.
Per me è ancora più significativo che vincere una Coppa del Mondo con la Francia. Quando nella tua storia hai subito molte delusioni, l’emozione è diversa.”
[Kalidou Koulibaly]
Applausi… 
Fonte: The Players Tribune
