Kuba Błaszczykowski

“Ho visto mio padre uccidere mia madre, avevo 10 anni. Sono stato cinque giorni a letto, ho avuto gli incubi ogni notte.
Rivedevo sempre quella maledetta scena.
È un episodio che non dimentico e che non dimenticherò. Fa parte di me.
Quel giorno la mia vita è cambiata, è stata stravolta, ma credo di aver acquisito molta forza.
Ho affrontato tanti problemi nella mia vita, cose che altre persone avrebbero percepito come tragedie.
Io invece non mi sono fatto sconvolgere.
So che qualsiasi cosa accadrà, ho già vissuto di peggio.
Ripartire non è stato facile. Fino ai 15-16 anni ero alto solo 155 cm, poi improvvisamente sono arrivato a 175.
Intanto mia nonna. Ha cresciuto me e i miei fratelli come fossimo figli suoi. E poi ovviamente mio zio (Jerzy Breczek, ndr), anche lui è stato un calciatore e un nazionale polacco, mi ha plasmato.
Dopo quell’episodio per anni non ho accolto nessun amico in casa, volevo restare solo.
Oggi, a distanza di tanto tempo, sono rimasto in contatto con un amico d’infanzia. So che si alza alle 6 di mattina per andare a lavorare e non può permettersi molto.
Io invece gioco a calcio, la cosa che più amo al mondo, vivo emozioni intense. Sì, nonostante tutto, mi sento fortunato”.
Capitano del Wisla Cracovia, è il secondo giocatore con più presenze della nazionale polacca.
Otto anni passati, da protagonista, nel Borussia Dortmund.
Una stagione con la maglia della Fiorentina.
Ogni volta che scende in campo ha un pensiero fisso:
“E’ per mia madre, ogni volta che segno lo dedico a lei”.
Buon compleanno Kuba Błaszczykowski. ❤️
Fonte: quotidiano tedesco “Die Welt”

Pubblicato da Alessandro Lugli

Alessandro Lugli è nato a Napoli e ivi residente. Poeta, giornalista pubblicista e cantante. Direttore di vari blog da lui creati.