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Il Torino non va oltre lo 0-0 in casa del Parma nell’anticipo della 31esima giornata di Serie A e vede allontanarsi forse definitivamente il sogno Champions League.

 

Al termine di una gara nervosa con ben nove ammoniti e poche occasioni, i granata di Walter Mazzarri portano a casa un punto che serve a poco. Toro che sale a 49 punti, sempre in sesta posizione, a -3 dal Milan quarto che ha però una gara in meno. Belotti e compagni restano però in piena corsa per l’Europa League.

 

Con il punto conquistato oggi, invece, il Parma interrompe una serie di tre sconfitte consecutive e si porta a +7 sulla quota salvezza. Viste le tante e pesanti assenze, per la squadra emiliana è un risultato molto importante.Nel Parma, D’Aversa deve ancora fare a meno di Gervinho ed Inglese, in attacco il tecnico schiera Sprocati, Ceravolo e Gazozla. Nel Toro, Mazzarri conferma gli stessi 11 che hanno battuto la Sampdoria con Baselli e Berenguer a supporto dell’unica punta Belotti.

 

Dopo venti minuti di sostanziale equilibrio in mezzo al campo, è del Toro la prima occasione degna di nota con un destro dal limite di Baselli non troppo lontano dal palo destro della porta di Sepe. Ci prova poi Berenguer dal limite, tiro fermato dal portiere. Con il passare del tempo, i granata provano a prendere il sopravvento contro un Parma rimaneggiato e che fatica a proporsi in avanti se non con qualche tentativo di rapida ripartenza.

 

Decisamente più vivace il secondo tempo, con il Parma che parte meglio tanto da rendersi pericoloso subito con un sinistro in area di Dimarco bloccato a terra da Sirigu. La partita si accende all’improvviso, con il Toro pericoloso due volte con Berenguer. Dall’altra parte è Gagliolo ad avere una ottima occasione su calcio d’angolo di Dimarco e sponda di Sierralta. Mazzarri sa che deve vincere questa partita se vuole restare in corsa per il sogno Champions, così getta nella mischia Parigini e Zaza al posto di Rincon e Ansaldi per uno schieramento ultra offensivo.

 

Il Toro prova il forcing ma senza riuscire a scalfire la difesa ducale, nel finale poi gli animi si surriscaldano per qualche fallo di troppo e il gioco risulta spezzettato. L’occasione migliore capita sui piedi del neo entrato Parigini che con una fuga di oltre cinquanta metri arriva in area di rigore ma invece di servire al centro Zaza e Berenguer, calcia debole fra le braccia di Sepe.

 

A cinque dal termine ci prova infine Belotti con un sinistro potente ma alto da ottima posizione in area. Al triplice fischio dell’arbitro, mastica amaro il Torino mentre il Parma torna a respirare. (raisport.it)

 

Il commento di Carlo Nesti a Radio Sportiva sul primo tempo di Juventus-Milan (0-1): “Mancato rigore concesso al Milan? Con l’applicazione del Var di quest’anno doveva essere assegnato, il tocco di braccio di Alex Sandro c’è. Nella Juventus sopra la sufficienza Mandzukic (6.5), sotto invece Bonucci, Alex Sandro, Spinazzola, Bentancur e Dybala. Nel Milan si sono distinti Reina e Piatek (entrambi 7), nessun giocatore insufficiente”. Il divario è psicologico e tattico, rossoneri più determinati e ordinati”. (radiosportiva)

 

Nel Bar Sport di Radio Sportiva è intervenuto il critico cinematografico Boris Sollazzo, grande tifoso del Napoli:

 

“Non siamo così poco smaliziati da non sapere che il cambio di procuratore avrebbe portato a un’intervista del genere da parte di Insigne: siamo dispiaciuti ma sorpresi no. È un capitano che non è stato scelto, è stato investito durante la stagione perchè quello scelto se n’è andato: è una fascia di cui non si sente investito e si vede, nello spogliatoio del Napoli c’è una diarchia con Mertens. Nessuno degli altri capitani del Napoli ha utilizzato la piazza mediatica per dare messaggi in un momento sbagliato, De Laurentiis però è uno che reagisce. Io fossi il presidente farei un battuta alla Marotta: ‘Se se ne va Insigne prenderò Icardi’. Vero o non vero darebbe un bel segnale a Insigne. La scelta di Ancelotti è stata questa, il presidente ha detto alla piazza che dopo Sarri non finisce il mondo ma si va avanti. Insigne sa di non essere a Napoli quello che Totti era a Roma, è più criticato che amato e lo ritiene ingeneroso: secondo me Insigne è il talento più brillante che l’Italia ha avuto in quest’ultima generazione. Secondo me il Chelsea o il Manchester City potrebbero essere adatte a lui, ma non credo che in quel ruolo i top club abbiano bisogno di Insigne: forse sta sopravvalutando il suo peso, credo che l’offerta irrinunciabile non ci sarà, poi spero che rimanga ma dovrà imparare a fare il capitano” (radiosportiva)

 

“Voglio una squadra che osi”. Cesare Prandelli alla vigilia della trasferta di Napoli e dopo due sconfitte consecutive non ha dubbi. “La squadra è sul pezzo. Poi puoi giocare bene o male o fare errori ma l’importante che tutti abbiamo senso di appartenenza e senso di responsabilità, questa è la cosa che conta di più. In questo momento non dobbiamo creare alcun tipo di tensione interiore, tutto l’ambiente deve essere unito. Tutti possono contribuire al raggiungimento di un obbiettivo, obbiettivo che da quando sono arrivato ho sempre detto essere la salvezza. Non facciamo mai più pensieri che vadano oltre il nostro obiettivo”.

 

Alla terza gara in nove giorni Prandelli non vuole dare vantaggi agli avversari nascondendo le scelte tattiche anche in virtù delle squalifiche di Romero e Zukanovic. “In certi momenti devi solo pensare di poter mettere i giocatori nei ruoli giusti. Non parlo di formazione ma parlo di attitudine”. (raisport.it)

 

Il Cittadella entra in zona playoff di Serie B battendo 4-0 il Livorno nella 32.a giornata. A segno Finotto nel primo tempo, nella ripresa Porcino prende un rosso ingenuo e il Cittadella chiude la gara con Schenetti e la doppietta di Moncini. Il Carpi lascia l’ultimo posto al Padova, battuto 2-1 con Concas e Arrighini che ribaltano il gol dell’ex Mbakogu. Il Foggia arriva in zona playout con l’1-0 sullo Spezia firmato Iemmello.

 

Cittadella-Livorno 4-0

Il Cittadella vince senza affanni contro un Livorno che resta in zona playout, raggiunto anche dal Foggia. La squadra di Venturato, invece, entra nella zona playoff della classifica. Gara che si anima al 20’ quando Schenetti colpisce il palo su un pallone perso con leggerezza da Dainelli. Cittadella che spinge e passa al 38’, bella azione da destra, Settembrini con il tacco trova Finotto che arriva in corsa e segna la rete del vantaggio. Il Livorno si fa vedere in avanti con la traversa di Di Gennaro, ma a inizio ripresa resta in 10, con Porcino che al 50’ prende il giallo, prosegue nelle proteste e viene espulso. Toscani che crollano e incassano due gol in un minuto: Schenetti raddoppia al 56’, al 57’ ecco la terza rete di Moncini che fa doppietta su rigore al 78’.

 

Carpi-Padova 2-1

Il Carpi si prende tre punti fondamentali al Cabassi contro il Padova e sorpassa la squadra di Centurioni che ora è da sola sul fondo della classifica. Il pomeriggio inizia però in maniera complicata per il Carpi che al 12’ deve rincorrere per il gol segnato in diagonale dall’ex di giornata Mbakogu che poco dopo va vicino al raddoppio. Padova che prima dell’intervallo subisce il pari, con il tiro di prima di Concas che al 42’ sbatte due volte sulla traversa battendo Minelli. Nella ripresa gli ospiti spingono, ma Piscitelli tiene il risultato sul pareggio e al 78’ Arrighini ribalta la partita con una conclusione precisa sul primo palo. Per il Carpi ci sono festa e speranza, per il Padova la sensazione di essere quasi arrivati al capolinea delle speranze salvezza.

 

Foggia-Spezia 1-0

Pietro Iemmello si lascia alle spalle un periodo complicato, torna a segnare e regala una vittoria molto importante al Foggia in casa contro lo Spezia. L’ex Sassuolo decide la sfida all’84’, con un tocco a porta vuota sul secondo palo, finalizzando il cross di Gerbo. Foggia che aggancia a 30 punti il Livorno e il Venezia in zona playout. Partita che fa fatica a prendere ritmo nel primo tempo, padroni di casa pericolosi nel finale con Kragl e Mazzeo. Anche nella ripresa solo il finale è vivace, Leali manda il pallone sulla traversa e Okereke si vede annullare un gol per una dubbia posizione di fuorigioco. Alla fine risolve Iemmello e tutto lo Zaccheria può liberare la propria gioia.

(Sportmediaset)

 

Nell’anticipo del 32esimo turno di Serie B, il Brescia batte 2-0 il Venezia al “Rigamonti” e compie un altro passo importante verso la promozione. La squadra di Corini fatica a imporre il proprio gioco ma sblocca il risultato al 45′ con un colpo di testa di Torregrossa. I lagunari vanno vicini all’1-1 nella ripresa ma Tonali all’80’ realizza il gol della sicurezza. Il Brescia, primo, va a +3 sul Lecce e a +7 sul Palermo. Venezia 16esimo, in piena lotta salvezza.

“Ce ne andiamo in Serie A”, urlano al Rigamonti di Brescia. E in effetti, il 2-0 al Venezia profuma di promozione per le rondinelle. La squadra di Eugenio Corini disputa una partita saggia, senza mai forzare l’assalto ai lagunari guidati da Serse Cosmi, ex di turno. Dopo 14′ il Brescia va vicino già per due volte al vantaggio: prima una traversa di Bisoli su cross di Donnarumma, poi il capocannoniere, cercato da Torregrossa, è anticipato da un tempestivo Vicario. Il Venezia non scende in campo per il pareggio: ai lagunari – 16esimi – servono punti-salvezza, in caso di sconfitta potrebbero essere raggiunti dal Foggia e staccati dal Livorno. Garofalo prende la traversa su punizione, Alfonso sventa un autogol di Romagnoli, Lombardi spreca un tre contro due tirando debolmente: Cosmi può essere soddisfatto soprattutto dell’atteggiamento dei suoi ragazzi, il 4-3-3 ospite leva respiro alle fonti di gioco avversarie e il Brescia, miglior attacco del torneo, fatica a produrre soluzioni offensive. Le trova su regalo di Suciu, ma il tiro di Donnarumma trova pronto Vicario. Al 45′ l’episodio che sblocca il match: cross perfetto di Martella, terzo tempo di Torregrossa che sovrasta Garofalo e trova l’angolino. Il Brescia passa in vantaggio appena prima di tornare negli spogliatoi.

 

Il Venezia non accusa più di tanto il colpo e continua a restare in partita anche nella ripresa. I lagunari sfiorano il pareggio nella ripresa con una zuccata di Lombardi, tuttavia il tasso tecnico pende dalla parte del Brescia, che potrebbe raddoppiare con un sinistro di Torregrossa di poco a lato. Alla terza partita in sette giorni, dopo la vittoria con il Foggia e il derby pareggiato a Verona, la capolista chiude in crescendo e si affida a chi le tossine degli impegni riavvicinati può smaltirle meglio di chiunque altro per la giovane età: è il minuto 80 quando Viviani lancia Donnarumma, che controlla male ma, con intelligenza, serve di tacco Tonali, il cui sinistro si infila in rete. Azione aperta e chiusa dai classe 2000, che avevano undici anni quando il Brescia ha giocato l’ultima partita in Serie A. Erano bambini, adesso sono ragazzi terribili che vogliono veder volare di nuovo le rondinelle. (sportmediaset)

 

Insigne esce allo scoperto e spaventa il Napoli. Dalle colonne del Corriere dello Sport, Lorenzo ha fatto il punto della situazione della sua carriera, aprendo anche a nuove e clamorose soluzioni di mercato. Ben inteso, a Napoli il capitano azzurro sta benissimo, ma non si possono escludere colpi di scena questa estate. “Ho 28 anni, può capitare un’offerta irrinunciabile – ha spiegato il numero 24 azzurro -. Ho dimostrato ciò che valgo e in giro c’è gente che mi stima”. “La scelta di Raiola? E’ il migliore insimeme a Mendes”, ha aggiunto.

 

Messaggio forte e chiaro. Da una parte rivolto al Napoli e ai tifosi, dall’altra ai top club europei interessati alle sue giocate. Già, perché al momento Insigne resta sempre molto legato alla sua terra, ma l’impressione è che abbia deciso di volgere lo sguardo anche un po’ più lontano. “In questa fase non ci penso neppure a immaginarmi con un’altra maglia addosso – ha spiegato -. Però so bene che magari in giro possa esserci qualcuno che mi stimi”. “Ma non esistono squadre, né interessamenti – ha aggiunto -. Ho il dovere di pensare, senza essere immodesto, che in questi anni con il Napoli abbia già dato qualche dimostrazione di ciò che so fare”. In sostanza l’ennesima dichiarazione d’amore a Napoli, ma con una chiara apertura a diverse soluzioni per il futuro.

 

Del resto la scelta di Raiola sembra essere un segnale forte in questa direzione. Anche se Lorenzo minimizza. “Raiola per andare via? Niente di tutto ciò e siete liberi di non crederci – ha precisato -. Ma ritengo che Raiola, con Jorge Mendes, sia il più forte in circolazione e che rappresenti un’autorità in materia. Ma non c’è dietrologia”. “Finché starò qui darò sempre il 110 per cento e qua voglio starci a lungo – ha proseguito -. So anche che ho ventotto anni e che possa capitare, in carriera, di ritrovarsi dinnnanzi ad un’offerta, come dire? irrinunciabile. Questo sì, può succedere”. Un colpo al cerchio e uno alla botte, insomma. Con Lorenzo che strizza l’occhio alle big sulle sue tracce. “Mi scoccia assai arrivare ad un passo dal successo e poi ritrovarmi senza niente tra le mani, che so un trofeo da alzare al cielo – ha concluso Insigne -. E questo dà fastidio anche ai miei compagni di squadra di questo Napoli, che è fortissimo e meriterebbe di regalarsi una soddisfazione”. (sportmediaset)

La vittoria della Juventus contro il Milan ottenuta all”Alleanz Stadium” è stato il culmine dello squallore calcistico di questa squallida stagione. L’arbitro Fabbri di Ravenna ha sbagliato molto non assegnando tre rigori, di cui uno nettissimo ai rossoneri, per poi assegnarne uno molto dubbio ai piemontesi, laddove è stato Dybala a buttarsi su Musacchio. Tenendo in giusta considerazione, che, lo stop di petto dello stesso attaccante argentino è stato fatto con un spalla-braccio molto sospetto. Ma la ciliegina amara sulla torta del buon senso è come già detto la mancata assegnazione del rigore al Milan, per un fallo di mano, nettissimo in area di rigore di Alex Sandro (non nuovo a questi tipi di interventi) su cross di Romagnoli. Ma l’arbitro Fabbri di Ravenna, pur avendo rivisto al Var l’episodio, ha incredibilmente non assegnato il penalty ai rossoneri. Ugualmente Piatek, ha portato in vantaggio i lombardi. Ma un arbitraggio sconcertante, ha fatto crollare i nervi alla squadra di Gattuso e i due gol juventini, di cui uno, su rigore, hanno ribaltato risultato e tutto quanto. La juventus, ormai ha vinto il suo ottavo scudetto consecutivo, ma chi capisce di calcio, sa in che modo.

il Milan, ha fatto e dato il massimo, ma non è bastato. In fin dei conti aveva ragione più di 30 anni fa Maradona nel dire: “Non si gioca solo contro la squadra avversaria, ma si gioca contro tutti quanti”.

Chi vuol capire capisca (Alessandro Lugli)

Un gol del solito Kean nel finale regala alla Juventus la vittoria contro un ottimo Milan che spaventa lo Stadium per buona parte della gara: andati in vantaggio nel primo tempo con Piatek, i rossoneri sono riusciti a stare davanti fino al 60′ quando i bianconeri hanno pareggiato con il rigore di Dybala. Nel finale la rete del giovane attaccante che, in caso di sconfitta domani del Napoli, potrebbe regalare alla Juve l’ottavo scudetto di fila. (ilmattino.it)

 

Il successo di Marassi lancia la Roma nella volata di fine stagione. Basta il gol di De Rossi, il 1° in campionato (l’ultimo in A addirittura 13 mesi fa al Torino) per battere la Sampdoria (0-1) e riprendere quota in classifica. Così, in attesa dei risultati dell’Atalanta e della Lazio impegnate rispettivamente a San Siro contro l’Inter e all’Olimpico contro il Sassuolo, i giallorossi si piazzano in scia del Milan, caduto allo Stadium nel pomeriggio contro la Juventus, rivedono il 4° posto (a 1 punto) e, a 7 giornate dal traguardo, rientrano insomma nella corsa per la zona Champions. Ranieri vince il 1° match esterno, l’ultimo il 23 febbraio a Frosinone con Di Francesco in panchina, e soprattutto Mirante esce dal campo senza prendere gol. Nel 2019 è successo solo il 16 gennaio all’Olimpico contro l’Entella in Coppa Italia (4-0) e l’8 febbraio al Bentegodi contro il Chievo (0-3)

OLIDITA’ RITROVATA

L’umiltà premia la Roma. Che aspetta la Sampdoria nel 1° tempo e conquista i 3 punti nel finale della ripresa. Nessun rischio davanti a Quagliarella, capocannoniere della serie A. Bene Manolas e Fazio nel 4-2-3-1 che in fase difensiva protegge la difesa con il prudente e scolastico 4-4-1-1. I giallorossi restano in partita. Mirante fa una parata sul tiro da fuori di Defrel e per il resto si dedica ai rinvii per Schick che parte centravanti.

 

INTERVENTO IN CORSA

All’inizio della ripresa si ferma Karsdorp: ennesimo infortunio muscolare (45° stagionale). Ecco Jesus, da terzino destro. Prezioso e concentrato. Quando Giampaolo decide di osare, con Gabbiadini per Saponara e Defrel abbassato da trequartista, Ranieri va oltre: Dzeko per Pellegrini ed El Shaarawy per Kluivert. E’ la doppia mossa che deciderà la sfida di Marassi. Schick arretra alle spalle di Dzeko che trascina i compagni, El Shaarawy è utile in copertura e quando riparte. Dal corner di Kolarov, la spizzata di Schick e la respinta di Audero. De Rossi, usando gli addominali, firma il gol per la vittoria, confermato dal Var: Gabbiadini tiene in gioco il capitano. Che spinge la Roma verso il 4° posto. (ilmattino.it)

Pubblicato da Alessandro Lugli

Alessandro Lugli è nato a Napoli e ivi residente. Poeta, giornalista pubblicista e cantante. Direttore di vari blog da lui creati.