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Cattura.CORRIEREPNGMagari la Juve riuscirà ad andare molto avanti in Champions. E lascerà più di qualcosa in campionato. Ma il sospetto, già più che fondato prima dela sosta natalizia, è che la corsa al primo posto sia già esaurita nella sostanza. Subito dietro alla corazzata bianconera, è battaglia vera per i due posti Champions. Tutto merito di Lazio e Milan, ben al di sopra delle più rosee aspettative. E in grado di dare fastidio a Roma e Napoli, le due candidate da podio in tutti i pronostici. Vediamo come stanno le quattro in lizza alla vigilia dell´ultimo turno prenatalizio, o della Supercoppa italiana nel caso dei rossoneri.

ROMA (PUNTI 35) — Molto dipenderà da come sarà assorbita la botta dello Juve Stadium. I giallorossi non ne sono usciti troppo ridimensionati, anche se il successo della Juve è stato indiscutibile. La rivale più credibile non è ancora al livello della più forte. Ora sarà importante ripartire subito col Chievo, prima della partenza di Salah per la Coppa d´Africa, che impone un intervento importante sul mercato di gennaio. Ma i valori della Roma restano migliori di quelli della concorrenza.
LAZIO (34) — Forse a causa delle mille polemiche prima del via (tifosi contro Lotito, il caso Keita), si è colpevolmente ignorato il valore di una squadra che, negli undici titolari, ha davvero poco da invidiare alle rivali. De Vrji, Biglia, Milinkovic, Parolo, Anderson, Keita e Immobile: sono giocatori di livello e spessore europeo. Il capolavoro di Inzaghi è stato nel riuscire a motivare Keita, passato da ammutinato a imprescindibile. Con 5 gol ha già eguagliato il primato personale in A. Ora purtroppo il senegalese se ne andrà in Coppa d´Africa. Perdita pesante, ma la squadra ha nuove certezze.
NAPOLI (34) — In attesa dei veri nueve (Milik dall´infermeria e Pavoletti dal mercato), Dries Mertens ha deciso di regalare due domeniche al massimo di un potenziale di livello assoluto, che in serie A non si è mai visto del tutto. Il miglior attacco del campionato (37 gol) è sostenuto da un gioco brillante con lampi di rara bellezza. Anche per Sarri c´è il problema Coppa d´Africa: senza Koulibaly gli azzurri hanno preso tre gol dal Toro, e il centralone se ne andrà a giocare per il Senegal per tutto gennaio. Gli altri difensori in organico sono bravini, ma non al suo livello. Il doppio scontro col Real in Champions rischia di portare via qualcosa a febbraio, specie se Sarri continuerà ad essere così restìo ad allungare le rotazioni.
MILAN (33) — Un punto in due partite per una squadra che probabilmente era già andata oltre le sue possibilità. Ma che non avrà le coppe europee. Venerdì i rossoneri si giocano molto in Supercoppa: battere la Juve farebbe azzerare la crisetta prenatalizia. Anche se, organici alla mano, per i rossoneri sarà difficile competere fino alla fine per la coppa più prestigiosa.

Fonte: gazzetta.it

Cristiano Ronaldo nel 2016 ha portato a casa tutto, con e senza il suo Real Madrid. «Ho vinto Champions League, Supercoppa, l´Europeo, ora il Mundialito (Coppa Intercontinentale, ndr) e pochi giorni fa, il Pallone d´Oro: tra tutti questi trofei la scelta sarebbe difficile ma dovendo farlo dico l´Europeo perchè ha un sapore speciale, dato che era la prima volta»

Con la vittoria di Yokohama si è chiuso l´«anno perfetto, da sogno» di CR7 «Abbiamo sofferto molto, ma per vincere devi soffrire, e abbiamo chiuso l´anno nel migliore dei modi. Non mi aspettavo di finire l´anno così bene, con tre gol, vincendo la finale e aiutando il Real. Sono molto felice».

Il Real Madrid ha preso per la quinta volta il Mondiale, nota ai più come Coppa Intercontinentale ma faticando molto più di quanto dica il risultato di 4-2 per battere i giapponesi del Kashima Antlers, inattesi sfidanti nella finale di Yokohama e risultati tutt´altro che una squadra materasso.

Ai Blancos sono serviti i supplementari per festeggiare il terzo trofeo dell´anno, dopo la Champions League e la Supercoppa europea, grazie ad una tripletta di Cristiano Ronaldo che con un perfetto rigore e quindi due colpi ravvicinati nell´overtime ha ribaltato l´1-2 che segnava il tabellone dopo pochi minuti della ripresa. Il Real ha portato così a casa il suo 21/o titolo internazionale e il Kashima ha chiuso a testa alta, risultato quasi altrettanto importante per i giapponesi.

Fonte: quotidiano.net/sport

Il Palermo, che ha sempre perso in casa propria, chiederà alla Lega Calcio di giocare tutte le gare al Ferraris. Dove, contro la Sampdoria, aveva ottenuto il suo ultimo punto, il 2 ottobre scorso. Da allora 9 sconfitte consecutive, prima della folle vittoria di ieri: 4-3 nei minuti finale, rimontando clamorosamente da 3-1 per il Genoa. Che butta via un´occasione enorme, perdendo l´imbattibilità interna e la possibilità del grande balzo in classifica. Dopo i pareggi con Pescara, Empoli e Udinese, la sconfitta con i rosanero. Magari da chiedere alla Lega, qui, di non giocare con le “piccole”. Dubbio il 3-3, Rispoli in posizione sospetta (altri dubbi su gol annullato a Izzo), poi è il Grifone che si fa del male concedendo un assurdo contropiede, fatale con il gol di Trajkovski. E pure l´espulsione di Perin: si chiude con Edenilson in porta. Enrico Preziosi se la prende con i suoi: «Non eravamo noi. Avevamo la partita in pugno contro una squadra modesta. Abbiamo sbagliato tanti gol, perso tanti palloni. Si è visto quanto manca Veloso, ne avrà per un mese. Brutta sconfitta, cose da manicomio».

Non basta Simeone. Un gol alla Inzaghi, a cui lo accosta Juric, scappando in profondità sul filo del fuorigioco, su una palla sporca, e randellando davanti al portiere, tipico di Superpippo quando non rapinava in area. E un gol alla Pavoletti, che sostituisce e sostituirà. Seconda doppietta, sesta rete in A. A cui aggiungere l´assist del 3-1 di Ninkovic. Non è sufficiente per battere il Palermo e tutte le difficoltà (già assenti gli “uomini-mercato” Pavo e Rincon, presto si fa male pure Veloso). Harakiri genoano.

Juric, dopo pretattica e ballottaggi, sceglie la stessa formazione della Fiorentina. Corini, nel 3-4-2-1 che facilmente tramuta la difesa a 5, sceglie Jajalo anziché Diamanti, alzando Henrique. E anche se è a 5 uomini, la linea siciliana non si sfalsa, peccato grave. Ninkovic prova subito a sorprenderla con un taglio simile a quello che ha portato al gol di Lazovic ai viola, non va l´assist dell´ex Rigoni a Simeone. Il quale però, al 4´, non sbaglia: una contro-respinta di Burdisso coglie la retroguardia siciliana di nuovo colpevolmente piatta, sfera in zona Rigoni e filtra, Gio attacca la profondità ferocemente e segna di potenza.

Simeone sfiora il raddoppio su assistenza a palombella di Laxalt. Lo stesso Gio ha una terza opportunità dopo rifinitura di Lazovic, girata fuori. Così come il sinistro di Laxalt. Il 2-0 manca e arrivano complicazioni. Dopo la partenza a razzo, un po´ di rilassamento. Quaison su distrazione da rimessa laterale ha palla sul destro, a lato. Ancora, da leggerezza in palleggio, Henrique prova la penetrazione in area e va a terra: non c´è rigore, ma nell´azione si fa male Veloso, che esce in barella. Rincon non è nemmeno in panchina. Al 28´ entra Ntcham, mediana d´emergenza insieme a Cofie. E da una palla persa a metà campo parte l´infilata centrale con cui il Palermo arriva al pari, al 42´, con Quaison.

Nella ripresa Ninkovic spostato a destra e Grifone che torna a spingere. Tuttavia, da errore di Munoz, Henrique divora. Risponde Lazovic per Simeone, non inquadra lo specchio, ma il centravanti c´è, presenza costante. Prova a rifarsi in progressione, laccio californiano di Goldaniga: giallo per Pairetto. Ed è sempre SuperGio che la risblocca, torsione aerea su traversone di Izzo.

Ammonito Rigoni, salterà il Torino, grana ulteriore a centrocampo. Simeone fa spazio a Ninkovic che si presenta a tu per tu con Posavec, ma non è freddo. Comunque c´è il bis: Gio crossa da sinistra, Ninko spizza di testa e realizza il 3-1. Stavolta è chiusa? Macché, da punizione svetta Goldaniga. Poi Rispoli da corner e Trajkovski in contropiede. Prima sconfitta interna del Grifone, doccia fredda. Una secchiata di assenze per l´ultima del 2016 giovedì e un mare di rabbia.

Fonte: ilsecoloxix.it

La Lazio supera la Fiorentina, sale a 34 punti e aggancia il Napoli al terzo posto. Quanta fatica però per i biancocelesti per avere la meglio sui viola, dopo un primo tempo chiuso in vantaggio per due a zero grazie alle reti di Keita (23´) e di Biglia su rigore nel recupero! Nella ripresa in campo c´è solo la Fiorentina che prima sbaglia un penalty con Ilicic e poi accorcia con Zarate (65´). Ma Radu chiude i conti al 90esimo col 3-1 definitivo.

LA PARTITA
Un tempo per proiettarsi verso la zona Champions, un altro per cercare di non compromettere quanto di buono fatto in precedenza. Ecco la Lazio double-face che mette sotto la Fiorentina nei primi 45 minuti e puntella il terzo posto in classifica in coabitazione col Napoli, giusto una lunghezza sotto la Roma, e che poi rischia tantissimo nella ripresa, soffre, va in affanno e può tirare il fiato solo al 90esimo.

La cronaca ci parla di una Lazio che, dunque, parte forte, spinge subito sull´acceleratore – si fa vedere dopo tre minuti con Bastos che impegna Tatarusanu – e schiaccia così la Fiorentina nella propria metacampo. La velocità di Keita, l´atletismo di Milinkovic, la corsa di Lulic e le geometrie di Biglia: sono le armi migliori dei biancocelesti al cospetto di una Viola che senza Rodriguez in difesa e Badelj e Borja Valero a centrocampo perde inevitabilmente punti di riferimento importanti. La vivacità del solo Bernardeschi non basta, prevale così la concretezza dei padroni di casa che dopo aver sfiorato il vantaggio con Immobile al 23esimo, passano un minuto più tardi con Keita: assist di Milinkovic e diagonale vincente per la punta biancoceleste, al quinto gol in stagione.

Paradossalmente, però il vantaggio cambia l´inerzia del match: la Fiorentina si rianima e spegne sulla corsia occupata da Bastos costruisce ripartenze pericolose: su una di queste ne fuoriesce un cross per Bernardeschi che impegna Marchetti. Ma è all´alba del riposo che la squadra di Inzaghi mette l´ipoteca sul successo: protagonista ancora Milinkovic che atterrato in area da Tomovic (costretto poi a uscire per una botta alla testa rimediata pochi minuti prima) consegna a Biglia il rigore del raddoppio.

Protagonista dunque l´argentino a fine primo tempo, protagonista ancora – in negativo però – ad inizio ripresa. Poco più di due minuti ed è proprio lui ad atterrare in area Cristoforo (in campo per l´infortunato Tomovic) per il penalty che Ilicic si incarica di trasformare: lo sloveno però si fa respingere la conclusione da Marchetti (secondo rigore sbagliato su tre sinora calciati) che intuisce l´angolo e tiene “pulita” la propria porta.

Sousa a questo punto cambia anche lo sloveno con Zarate. La mossa è giusta, perché al 19´ l´ex di turno sfrutta un rimpallo in area e batte Marchetti e ricambia i fischi dell´Olimpico facendo il gesto dell´orecchio verso la curva Nord. Inzaghi si copre con Kishna e Wallace al posto di Keita e Felipe Anderson. La Fiorentina ci crede e spinge, sfiora più volte il pareggio – lo trova anche con Sanchez ma Irrati giustamente annulla perché il giocatore viola colpisce chiaramente il pallone con la mano – ma la Lazio sa reggere l´urto – pur soffrendo – e allo scadere trova in contropiede il 3-1 con Radu, chiudendo finalmente la partita.

A conti fatti, dunque, buona Lazio, tutto sommato, e più che discreta Fiorentina. Con una sola grande pecca per parte: per i biancoelesti l´incapacità di amministrare il risultato, per i viola qualla di essersi svegliati troppo tardi.

LE PAGELLE
Biglia 6.5: ha sulla coscienza – in negativo – il rigore che avrebbe potuto riaprire il match subito a inizio ripresa. Ma questo non inficia oltre-misura una prestazione ordinata e intelligente supportata anche dal penalty del 2-0.
Ilicic 5: fuori partita già prima del rigore sbagliato
Marchetti 7.5: sulla vittoria biancoceleste c´è anche la sua firma. Non solo per il rigore parato a Ilicic.
Keita 6.5: un gol e tanto movimento, Se ne andasse veramente, la Lazio perderebbe un giocatore di peso.
Zarate 6.5: mani sulle orecchie per festeggiare il gol dell´ex. Entra in partita bene e contribuisce alla crescita della Fiorentina nella ripresa
Radu 6.5: chiude i conti con una galoppata da applausi.

Fonte: sportmediaset.mediaset.it

ROMA – La Lube rimane la squadra più continua della SuperLega. Al termine della seconda giornata di ritorno conferma la propria leadership in campionato passando a Piacenza. Dietro c´è bagarre. La settimana scorsa frena Trento (sconfitta a Vibo Valentia), che nell´anticipo di venerdì ritorna a correre contro Sora, e nell´ultimo turno Modena vince in casa a fatica contro Milano: sotto due a zero solo una grande rimonta evita la debacle contro Milano penultima della classe. Il successo al quinto set dei canarini consente a Trento di affiancare Modena al secondo posto. Corre veloce, invece, Perugia quarta della graduatoria, ma ormai a un solo punto dalle due seconde. A Padova settimo successo consecutivo di Zaytsev e compagni. C´è ancora confusione in casa Verona, via Giani si aspetta la conferma dell´arrivo di Grbic in panchina. Intanto sul campo un altro ko netto a Molfetta che allontana la Calzedonia dalle prime quarto, conferma il quinto posto e riduce a una lunghezza lo svantaggio da Monza, sesta forza. Infatti i brianzoli piegano Vibo e fanno la voce grossa. Ravenna si ferma a Latina e consente ai pontini di fare un grosso balzo in avanti: da ultimi (14esimi) risalgono fino all´undicesima posizione e cominciano a sognare i playoff. Si torna in campo lunedì 26, giorno di Santo Stefano.

La capolista Lube vince grazie alla gestione dei finali, piazza la zampata nel primo, secondo e quarto set proprio nel momento più caldo, quando Piacenza sembra riuscire a mettere le mani sul parziale. Momenti decisivi che hanno spostato l´ago della bilancia dal lato Lube, in un match che mette in luce numeri abbastanza simili tra le due squadra, con otto ace Lube contro i sette di Piacenza, dodici muri Lpr a fronte dei dieci di Civitanova. Nel complesso Civitanova si affida ai soliti noti: Sokolov (17 punti, tre muri) Juantorena (13 punti, quattro ace) e Stankovic (11 punti, tre muri). La Lpr ci prova con 21 punti di Hernandez, 14 punti di Clevenot e Yosifov che con cinque muri e 12 punti non riesce a mettere il bavaglio all´esperienza e alla qualità di Civitanova. Modena si addormenta, soffre nei primi due set e deve rimettere in piedi una partita che aveva quasi gettato al vento. Merito pure di Milano che nei primi due set ha giocato meglio e imposto il proprio gioco. L´Azimut si affida a Ngapeth che con 24 punti, quattro ace e un muro trascina i campioni d´Italia nella seconda parte del match. Vettori (21 punti, cinque ace e due muri) e Petric (15 punti, quattro ace) fanno il resto. Il fondamentale che, senza dubbio, ha dato la svolta è stato il servizio: dalla linea dei nove metri è cominciata la risalita gialloblù. Milano, con Starovic che realizza 16 punti e Hoag 15 punti, sfiora l´impresa senza riuscire a chiudere la gara. Perugia infila il settimo sigillo consecutivo in campionato e fa sorridere i tifosi umbri. Una squadra rigenerata dalla cura Bernardi che passa anche a Padova. E purtroppo questa sconfitta acuisce il momento negativo (quinta sconfitta di seguito) della squadra più giovane della SuperLega che in avvio di stagione aveva illuso. Perugia anche quando va sotto di un set non rallenta e macina sempre pallavolo con un gioco vincente e aggressivo.

Con Atanasijevic fermo ai box, mister secolo tira fuori dal cilindro la voglia e la grinta di farsi notare di Berger (20 punti), proprio contro la sua ex squadra. Risponde presente pure Russel (15 punti) e Podrascanin (13 punti, tre muri). Bene la regia di De Cecco che ha messo in moto tutto il suo potenziale offensivo. A Padova non bastano i 17 punti del canadese Maar. Dopo il netto ko in casa contro Sora nell´ottavo di finale in coppa Italia, la Calzedonia Verona replica. Un´altra serata negativa per una squadra e un club che erano partiti con ben altre ambizioni. I veneti crollano a Molfetta sotto i colpi del sestetto pugliese, l´Exprivia ritrova Sabbi autore di 20 punti e in tre set chiude i conti e si rilancia in classifica. Alla formazione allenata per l´occasione dal secondo allenatore De Cecco (con Andrea Giani dimissionario) in evidenza Djuric (18 punti) e Kovacevic (16 punti), però non basta. Ma il futuro è ormai alle porte e si chiama Nikola Grbic, atteso a ore l´annuncio ufficiale. Quindi per il prosieguo della stagione la Calzedonia affiderà la squadra all´attuale ct della Serbia. Proprio alla guida della nazionale del suo paese l´ex palleggiatore ha vinto l´oro nell´ultima World league ripagando solo in parte la delusione per la mancata qualificazione olimpica. Per lui si tratta di un ritorno in Italia, l´ultima volta lo abbiamo visto seduto sulla panchina della Sir Safety Perugia. Grbic, che ha giocato tanto in Italia (ex Cuneo, Piacenza e Trento), appare pronto alla sfida e intenzionato a proseguire pure il rapporto con la federazione serba.

La società guidata dal presidente Magrini dà così una grossa scossa all´ambiente gialloblù e fa capire di voler puntare ancora in alto. E a leggere i nomi della rosa fa bene perché attaccanti come Djuric e Kovacevic, un regista del calibro di Baranowicz e al centro Zingel e Anzani hanno le carte in regola per tentare la scalata in classifica verso l´altro. Si tratta di rimettere a posto qualche ingranaggio e capire che cosa è successo negli ultimi periodi sotto rete. Comunque su un quotidiano serbo Grbic si lascia sfuggire: “Per me è una grande sfida che accetto volentieri”. La sfida che assegnava punti per restare attaccate alle prime della classe premia la Gi Group Monza e lascia indietro la Tonno Callipo. I brianzoli vincono la quinta sfida casalinga. Dopo una partenza contratta nel primo set, complice anche l´ottimo impatto sulla gara della Tonno Callipo, guidata dalle accelerazioni di Michalovic (18 punti), dai servizi di Barreto Silva (11 punti e 2 ace) e dall´ottima regia di Coscione, Monza si riprende nel secondo gioco, spinta dai servizi di un Verhees scatenato (mvp del match con 15 punti, 4 ace e 4 muri) e dalle giocate di Fromm e Hirsch, ben serviti dal preciso Jovovic. L´entusiasmo supporta i brianzoli anche nel terzo gioco quando, col turno di servizio di Botto (11 punti totali e 2 ace), sprintano in modo decisivo. Serata positiva per Latina. Ottiene un prezioso successo contro la Bunge Ravenna e ritrova il sorriso. In campo il sestetto laziale è spinto dalla classe e dell´esperienza di Fei autore di 26 punti. Mentre al centro Gitto fa la differenza con 14 punti, tre muri e un ace. In casa romagnola bene Torres (24 punti, cinque ace e due muri).

Risultati seconda giornata di ritorno – Top Volley Latina-Bunge Ravenna 3-1, Exprivia Molfetta-Calzedonia Verona 3-0, Lpr Piacenza-Lube Civitanova 1-3, Kioene Padova-Sir Safety Conad Perugia 1-3, Azimut Modena-Revivre Milano 3-2, Gi Group Monza-Tonno Callipo Calabria Vibo Valentia 3-1, Diatec Trentino-Biosì Indexa Sora 3-1 (giocata venerdì)

Classifica – Lube Civitanova 38 punti, Diatec Trentino, Azimut Modena 35, Sir Safety Conad Perugia 34, Calzedonia Verona 25, Lpr Piacenza 24, Gi Group Monza 22, Tonno Callipo Calabria Vibo Valentia 18, Bunge Ravenna 16, Exprivia Molfetta 15, Kioene Padova, Top Volley Latina, 14, Revivre Milano 13, Biosì Indexa Sora 12.

Fonte: repubblica.it/sport

Dodicesima giornata nel massimo campionato italiano di pallacanestro arrivato ormai alle partite decisive in chiave qualificazione Coppa Italia. Nell´anticipo “isolano” di sabato sera Capo D´Orlando ottiene l´ennesima vittoria in casa ai danni del Banco Sassari che continua ad essere in crisi di risultati quantomeno in Serie A. La squadra di Di Carlo rimonta guidata da un gran Fitipaldo e mette una serie ipoteca sulla partecipazione alla manifestazione tricolore salendo a 14 punti, Sassari invece resta a 10 pienamente coinvolta in lotta qualificazione. Nell´anticipo di mezzogiorno arriva la prima sconfitta interna per la Pasta Reggia Caserta che, nonostante l´emozione ritorno al Palamaggiò del grande Campione brasiliano Oscar, cede ad un´ottima Consultinvest Pesaro che dunque trova il quarto preziosissimo successo della propria stagione. Caserta resta saldamente nelle zone alte della classifica, Pesaro può respirare. Continua il momento davvero positivo della Reyer Venezia che sconfigge al Taliercio anche Brescia grazie ad un´ottima prova del greco Bramos e si mantiene al secondo posto mentre Brescia resta pienamente in corsa per la Final Eight. Avellino torna alla vittoria in trasferta andando a sbancare il campo della Vanoli Cremona che, visti anche gli altri risultati, resta sempre più sola in ultima posizione. Successo fondamentale anche per Trento che grazie ad un Lighty stellare da 34 punti supera Varese e torna a muovere la sua classifica. Nel posticipo Milano si impone su una buona Brindisi capace di tenere partita alla pari per più di tre quarti di gioco prima di cadere nel finale. Domani chiudono la giornata le gare tra Torino e Reggio Emilia e Pistoia e Cantù

Betaland Capo D´Orlando- Banco di Sardegna Sassari 72-65 (Fitipaldo 15; Lacey 14)
Pasta Reggia Caserta- Consultinvest Pesaro 82-87 (Sosa 30; Jones 24)
Umana Reyer Venezia- Germani Brescia 78-70 (Bramos 21; Landry 19)
Vanoli Cremona-Sidigas Avellino 73-86 (Holloway 25; Ragland 24)
Dolomiti Trento-Openjobmetis Varese 84-68 (Lighty 34, Johnson 20)
EA7 Milano-Enel Brindisi 99-86 (Simon 19; Carter 19)
The Flex Pistoia- Red October Cantù lunedi ore 20,30
Fiat Torino-Grissin Bon Reggio Emilia lunedi ore 20,45

Fonte: sportnotizie24.it

Alla 100ª gara in carriera, a 32 anni, Florian Eisath confeziona il capolavoro della vita. L´altoatesino di Nova Ponente, tre anni fa messo fuori squadra, è finalmente sul podio di coppa del Mondo, terzo nel gigante sulla Gran Risa che ha regalato emozioni fino all´ultimo. Vince ancora Marcel Hirscher, al quarto centro nel gigante dell´Alta Badia, come Alberto Tomba. In 2´32″89 l´austriaco si è lasciato dietro le spalle il francese di turno, stavolta era Faivre, staccato di 71/100. E poi c´è Eisath, già terzo dopo la prima manche e perfetto nella seconda. “E´ incredibile per me dopo tutto questo tempo. Ho esordito qui nel 2004, ho dovuto lottare e battagliare, ma due settimane fa nell´ultimo allenamento qui con la squadra ho parlato con questa pista. Lei mi ha detto che non era così cattiva e che non mi avrebbe fatto del male… È andata proprio così, non ero mai riuscito a fare due manche di livello in una sola gara”.

CADUTE — Nella seconda manche è finito nelle reti Pinturault, che aveva dominato in Val d´Isere, Kristoffersen e Neureuther, quarto e quinto dopo la prima manche, non sono riusciti a migliorarsi e hanno chiuso sesto e ottavo. Tra loro c´è un altro azzurro, Luca De Aliprandini, bravo a rimontare dal 14° posto della prima manche e alla fine settimo a 2″15. “Sono soddisfatto della mia seconda manche, sono soprattutto contento per Florian. Due anni fa era stato messo fuori squadra, poi gli hanno dato la possibilità di gareggiare a Soelden e adesso è qui. Questo risultato aiuterà tutta la squadra”. Diciassettesimo è Moelgg a 3″69, 18° Nani a 3″94. “Ora ho un po´ di tempo per migliorare ancora – ha commentato Nani -, so di avere due marce in più di quelle che ho fatto vedere in gara”.

DIGIUNO — L´Italia torna sul podio dell´Alta Badia dopo cinque anni, l´ultimo a farcela era stato Max Blardone nel 2011, quando aveva vinto per la terza volta qui. E gli azzurri della specialità rompono un digiuno lungo 10 mesi, ancora Blardone era stato secondo in Giappone, terzo a Naeba.
Domani alle 18 in Alta Badia è in programma il gigante parallelo con De Aliprandini, Eisath, Moelgg e Paris.

Fonte: gazzetta.it

TORINO – Cento punti nell´anno solare. E 25 vittorie allo Stadium. La Juventus di Max Allegri anche meglio di quella di Antonio Conte. Ma sono sottigliezze. C´è una realtà che convince, come le vittorie nel derby e con la Roma. Nel segno di Gonzalo Higuain, l´investimento più importante della storia bianconera sotto la presidenza di Andrea Agnelli, con Beppe Marotta e Fabio Paratici i grandi manovratori del mercato e delle finanze. Clausola pagata (con lo… sconto: da 94 a 90 milioni) e Pipita devastante. Qualche passaggio a vuoto? Dimenticato, perché i suoi gol sono gol da tre punti. Pesantissimi. In totale 10 gol in campionato a fronte di 17 presenze, 3 reti in Champions con 5 gare.

I GUERRIERI – La Juve del Pipita, la Juve dei guerrieri. Dietro Daniele Rugani sempre più bravo e in grado di annientare il centravanti avversario come Edin Dzeko, in mezzo Claudio Marchisio che dà l´esempio ai più giovani e davanti il monumentale Mario Mandzukic, l´uomo ovunque che recupera e aiuta la squadra in tutte le zone del campo, difesa compresa. Il Principino: «Ci vuole fame, ci vuole cuore, ci vuole sacrificio: 2016 con 100 punti su 114, questa è la Juve. Fino alla fine». Scrive Stefano Sturaro – paragonato dal tecnico ad Arturo Vidal e anche a Rino Gattuso – postando la foto con Giorgio Chiellini: «Ogni allenamento…ogni partita…non si molla mai @juventusfc @chiellini #FinoAllaFine». E´ questo lo spirito dei bianconeri che da oggi penseranno a Doha, alla sfida con il Milan alla Supercoppa naturalmente da vincere per il tris del 2016. Andrea Barzagli e Paulo Dybala inseguono il posto da titolare, e la forma top.

Fonte: tuttosport.com

Mentre il Real Madrid (capolista a quota 37 punti) trionfa nel Mondiale per club battendo ai tempi supplementari il Kashima Antlers, il Barcellona cerca di restare in scia tenendosi stretto il secondo posto grazie al 4-1 sull´Espanyol. Il Siviglia resta terzo a un punto di distanza dai blaugrana. Al Camp Nou a Luis Suarez bastano 18´ per spezzare l´equilibrio, l´attaccante uruguaiano si ripete al 22´ della ripresa e 2´ dopo arriva il 3-0 con Jordi Alba. L´Espanyol cerca di rientrare in partita al 79´ con David Lopez, ma è solo un´illusione: al 90´ Messi chiude la festa del Barça con una magia, mettendo il proprio sigillo su una vittoria mai in discussione.

Fonte: sport.sky.it

Una doppietta di Mario Balotelli assicura al Nizza la vittoria per 2-1 sul Digione nella 18/a giornata di Ligue 1, assicurandogli almeno un altro turno in vetta, visto che il Monaco, anche battendo stasera il Lione, rimarrebbe staccato di un punto. Se poi la squadra del principato perdesse, il Nizza diverrebbe matematicamente campione d´inverno. Il doppio centro di oggi porta a otto il bottino stagionale di Supermario, che tra un infortunio e l´altro risulta comunque ancora più decisivo di gente come Edinson Cavani, capocannoniere con 17 reti ma che non sa portare il Paris Saint Germain oltre per ora il terzo posto, a -7 dal Nizza. Balotelli ha segnato la prima rete poco dopo la mezzora, trasformando un rigore per fallo su Plea. Il neopromosso Digione ha pareggiato poco dopo, sempre dagli 11 metri, ma a inizio ripresa l´italiano centra ancora il bersaglio per la vittoria finale.

Fonte: ansa.it

Il Manchester City è guarito e prova a restare in scia del Chelsea. Nella 17.a giornata di Premier, la squadra di Guardiola batte 2-1 in rimonta l´Arsenal e, bissando la vittoria di quattro giorni fa col Watford, si mette definitivamente alle spalle le due sconfitte consecutive che l´hanno allontanata dalla vetta: Sané e Sterling ribaltano il gol Walcott e tengono i Citizens a -7 dalla vetta. Sorride anche il Tottenham, che supera 2-1 il Burnley.
Il City entra in campo con la maglietta di Gundogan, costretto all´ennesimo lungo stop della carriera per un grave infortunio, ma l´omaggio non impietosisce l´Arsenal che dopo appena 5 minuti passa in vantaggio: Walcott scappa alle spalle di un distratto Otamendi e trafigge Bravo sfruttando alla perfezione il filtrante di Sanchez. La reazione dei padroni di casa è immediata ma prima Sterling e poi Touré non trovano lo specchio da ottima posizione. Dall´altra parte sono Walcott e Bellerin a creare le chance per il raddoppio, ma Cech è attento e all´intervallo all´Etihad è 0-1. Negli spogliatoi Guardiola scuote i suoi uomini e i risultati arrivano subito: minuto 47, splendido lancio di Silva per Sané che va via in sospetta posizione di offside e beffa il portiere in uscita. I Citizens ingranano la marcia ma Cech è strepitoso quando al 61´, con una parata d´istinto, nega a Sané la gioia del raddoppio. L´estremo difensore ceco, però, non è altrettanto impeccabile al 72´ quando si fa infilare sul suo palo dal diagonale di Sterling, abile a penetrare in area da destra e rientrare sul mancino. L´Arsenal non ha la forza per andare all´arrembaggio, il City mette la freccia e festeggia.

Vittoria in rimonta anche per il Tottenham di Pochettino, che stende 2-1 il Burnley e resta al quinto posto, balzano a -1 dall´Arsenal. A White Hart Lane sono gli ospiti a passare inaspettatamente in vantaggio col gol di Barnes al 21´, ma fanno appena in tempo ad esultare perché gli Spurs pareggiano al minuto 27 grazie ad Alli, che sfrutta l´assist di Walker. La partita scivola via fino al 71´, quando i padroni di casa trovano il tanto sospirato gol vittoria grazie all´acuto di Rose che riceve in area il passaggio di Sissoko e insacca sul primo palo con un bolide mancino. Nella gara del pomeriggio, vittoria del Southampton sul campo del Bournemouth: 3-1, con Bertrand e Rodriguez (doppietta) che rispondo all´iniziale vantaggio firmato Ake.

Fonte: sportmediaset.mediaset.it

“Alla Juventus c´è un modello di riferimento che è fatto da una proprietà forte, un grande palmares, di competenze, in una struttura molto forte con un presidente che ha dato le giuste deleghe ai suoi collaboratori. Alla Juve si impara la voglia di vincere? Direi di si, è qualcosa che si percepisce quando sia arriva alla Juventus. Quando arrivi qui respiri un´aria diversa, di grande serietà, ambizioni e voglia di vincere che ti porta con più facilità a raggiungere gli obbiettivi. Cosa vorrebbe dire vincere il sesto scudetto consecutivo? E´ qualcosa che il nostro presidente Agnelli ha definito leggendario, storico, una cosa unica ed è un obbiettivo che ci stimola. Sarebbe una pagina che rimane incancellabile. Si sta trasformando in una realtà e speriamo di centrarla”. Sono le parole di Beppe Marotta, amministratore delegato della Juventus a Radio Anch´Io Sport, sul momento del club bianconero.

“Siamo soddisfatti della vittoria di cinque scudetti ma non è un dato che va dato scontato. E´ stato il risultato di un lavoro profondo che portiamo avanti da anni. Andrea Agnelli? E´ l´elemento più importante di tutti i risultati, rappresenta la proprietà ed ha grandi capacità”, ha aggiunto Marotta. “Non arrivare in semifinale di Champions sarebbe una delusione? Non deve essere una delusione, noi siamo stati sempre stati competitivi. E´ un obbiettivo stimolante che società e tifosi desidererebbero raggiungere, ma ci sono degli avversari. C´è differenza tra campionato e Champions. Nel campionato i valori assoluti emergono, in Champions ci sono elementi di imprevedibilità, come un sorteggio non favorevole, o giocatori infortunati nella partita importante, o condizioni climatiche avverse…nei primi posti però arrivano sempre quelle che squadre che hanno il ranking o il fatturato migliore”.

“Witsel e Bentancur? Stiamo lavorando sull´acquisizione di questi due giocatori. Su Bentancur abbiamo un diritto di prelazione, fino ad aprile 2017, sta facendo bene al Boca, ma non lo porteremo a gennaio ma a fine anno. Witzel è una opportunità visto che va a scadenza a giugno 2017, abbiamo avviato i contatti con lo Zenit per vedere se possiamo anticipare l´acquisizione, siamo in contatto con loro, eventualmente valuteremo attentamente quello che il mercato di gennaio può proporci”. L´ad della Juventus, Bebbe Marotta, parla anche del calcio mercato di gennaio e non solo con giocatori stranieri ma anche italiani nel mirino.

“Caldara e Gagliardini? Sono due nomi di giocatori molto interessanti, sotto gli occhi di diversi club italiani e stranieri. Noi abbiamo l´obbiettivo di monitorare e poi reclutare giovani italiani, perché significa avere meno problemi, più facilità di apprendimento -sottolinea Marotta-. Una delle componenti vincenti della Juve è il fatto di annoverare in rosa parecchi italiani che capiscono cosa vuol dire indossare la maglia della Juve, lottare sui campi di provincia, ci stiamo attivando su quello”.

L´ad della Juve si dice poi soddisfatto del mercato fatto in estate. “Higuain e Pjanic? Sono giocatori importanti, siamo soddisfatti. Pjanic sta avendo delle difficoltà di inserimento? C´è differenza tra l´ambiente romano e quello juventino, bisogna avere pazienza, ha un contratto pluriennale e sta assimilando le nuove situazioni, capisce cosa vuol dire indossare la maglia della Juve. Noi siamo pazienti lo aspettiamo, consapevoli del valore che ha”.

Fonte: adnkronos.com/sport

Sorridono gli ´italiani´ in Nba, mentre Golden State travolge i Blazers. Nella notte del basket americano non mancano le emozioni: Marco Belinelli segna 19 punti ed è decisivo nel successo degli Charlotte Hornets ad Atlanta 107-99. Bene anche Danilo Gallinari, che mette a referto 13 punti nella vittoria casalinga 127-114 dei Nuggets sui New York Knicks. Per Denver 25 punti per l´ottimo Faried, mentre ai newyorchesi non bastano i 29 punti di Carmelo Anthony. Golden State non ha problemi con i Portland Trail Blazers (135-90): 34 punti per Kevin Durant, 23 di Ian Clark; Lillard ne sigla 20. Houston mette a segno la nona vittoria di fila, superando in rimonta 111-109 i Minnesota Timberwolves. Karl-Anthony Towns chiude con ben 41 punti e 15 rimbalzi, ma negli avversari arrivano i 28 di Ryan Anderson e di James Harden.

Ok anche i Cavs, 119-108 sui Los Angeles Lakers: per i padroni di casa 27 punti per Love e 26 di Lebron James. Successo esterno per i Pacers in casa Pistons, con un super Paul George (26 punti e 7 rimbalzi). Russell Westbrook, sempre più in corsa per la poltrona di mvp, guida i Thunder alla vittoria sui Suns 114-101: per lui 26 punti e 22 assist, è la 50/a tripla doppia in carriera.

Fonte: lapresse.it

Nel 2006, per i 110 anni della Gazzetta, Alberto Tomba ci scrisse: Con me la Gazzetta non ha iniziato bene: non trovò il coraggio di scrivere nel titolo il mio nome quando vinsi il Parallelo di Natale a Milano, ma si è riscattata ampiamente. Ricordo quella prima pagina durante i Giochi di Albertville ´92, Re e Regina, quando io e la Compagnoni, vincendo lo stesso giorno gigante e superG riuscimmo per un giorno a fal sloggiare il calcio dalla prima pagina. Alla Gazzetta devo solo dire grazie, mi ha seguito sempre con attenzione e passione, non prestando poi tanta attenzione al gossip. Un giornale serio che ha in sé la cultura dello sport vero.
Ora siamo noi a rendergli omaggio con questo blob che riassume le dichiarazioni di una carriera entrata a pieno titolo nella leggenda dello sport, italiano e mondiale. La sua prima apparizione sulla Gazzetta risale a lunedì 24 dicembre 1984, dopo la vittoria a sorpresa nel parallelo sulla Montagnetta di San Siro.
GREASE — Ecco come Gianni Merlo tratteggiò al pubblico quel diciottenne di San Lazzaro (Bo): “Tomba sta facendo privatamente il quinto anno di ragioneria. Ha iniziato a sciare a Cortina, dove il padre, commerciante di stoffe, lo portava quando era ragazzino. E´ iscritto al Cai di Modena, cioè è emigrato per fare l´agonismo più spinto. In squadra lo chiamano Grease, perché ha una certa passione per la brillantina. E´ un ragazzo curato, cittadino fino alla radice dei capelli”. (24 dicembre 1984)
SACRIFICI — “Non ho mai sopportato la monotonia. In fondo se d´inverno faccio sacrifici, poi in aprile e maggio, quando è finita l´attività posso sfogarmi. Ho voglia di fare qualcosa di diverso, di speciale. Voglio fare qualcosa da poter raccontare un giorno ai miei figli. Fino a 28-30 anni posso continuare su questa strada, vivendo emozioni ed esperienze che non tutti possono fare”. (31 dicembre 1986)
SVEGLIA — “Ringrazio quel paletto che mi ha picchiato forte in testa poco prima della fine della prima manche, mi ha dato la sveglia” (30 novembre 1987)
DIETA/1 — “Anni fa mangiavo molto di più: una volta feci fuori sei bistecche, una dietro l´altra. Adesso mi contengo. Ma quello della tavola resta uno dei miei momenti preferiti. Sono alto 1,82 e peso 90 chili: se non mi nutro cado svenuto. Anzi, non mangio da due giorni e avverto dei crampi allo stomaco”. (1 dicembre 1987)
DISCESE — “E´ dura riuscire a vincere la Coppa perché non faccio le discese (la mamma non vuole) e per vincere la coppa occorrono molti punti”. (Telefonate in Gazzetta 2 dicembre 1987)
DONNE E POLPACCI — “Secondo me le donne possono fare atletica leggera, pattinaggio, tennis, pallavolo, perché così possono ancora essere attraenti. Non certo le sciatrici o quelle che giocano a pallone con quei polpaccioni…” (15 dicembre 1987)
CUORE DI MAMMA — “Da bambino gli piaceva disegnare. Ed era anche parecchio bravo, abbiamo fatto incorniciare alcuni suoi disegni e nessuno crede che li abbia fatti lui. Disegnava quello che vedeva: gli alberi, le case, la campagna, andava matto per i fumetti e per i film di Tarzan. Poi era ingegnosissimo con i giochi elettronici, a Milano Marittima nella sala giochi radunava attorno a sé mucchi di persone sbalordite perché riusciva a fare cose difficilissime, capiva subito come manovrare quelle macchinette infernali. Ed era vincente anche lì. Pure a scuola se la cavava egregiamente (i salesiani l´hanno educato bene….); si è fermato al quinto anno di geometria ma dice che prima o poi prenderà il diploma e io ne sono sicura” (Mamma Maria Grazia, 22 gennaio 1988)
PISCINA — Cosa si regala in caso di oro? “Una piscina nel parco di casa”. (vigilia del superG ai Giochi di Calgary, 21 febbraio 1988)
PILOTA PRUDENTE — – “Con le auto e le moto non si scherza. Quando si è giovani non si possono capire certe cose. Penso che sia meglio aspettare un poco prima di essere alla guida di auto importanti. La Ferrari mi piace da matti, ma è prematura per la mia età. So che questa confessione vi stupirà, ma la penso così”. (21 aprile 1988)
IL SOGNO — “Diventare il più grande del mondo. Riuscire a conquistare talmente tanto, che la gente che per ora non mi conosce tanto, potrebbe riconoscermi dappertutto anche vestito in borghese. Essere noto come il Papa, Reagan, Gorbachov o Stallone. No ma forse Stallone in Africa non lo conoscono”… (31 dicembre 1988)
POPOLARITA´ — “Questa grande estate è cominciata alle Hawaii dopo le Olimpiadi di Calgary, in febbraio, quando gli americani si sono accorti di me. Ero la Bomba. Adesso odio questo paragone, per favore lasciate stare tomba la Bomba, io mi chiamo solo Alberto. Molti si sono poi sorpresi per le mie vittorie dopo i Giochi, me lo hanno confermato in tanti. Col caldo, pochi mesi fa, al mare a Milano marittima, che è praticamente casa mia, mi son preso conto che appena andavo in giro, li avevo tutti addosso. La stessa cosa è successa quando sono stato in Calabria in allenamento, e prima di allora nei cinque giorni di relax a Vulcano. C´era confusione ovunque. Forse solo l´Africa mi avrebbe salvato… “(inverno 1988)
RITARDATARIO — La calma è la virtù dei forti… Non mi faccio prendere dalla fretta… importante è essere puntuali all´arrivo!” (inverno 1988)
MARADONA — “Maradona è venuto in Italia e tanti si inginocchiano davanti a lui. Fanatici nel calcio ce ne sono più che nello sci. No, non lo invidio, mi sta bene così. Ma lo voglio sfidare perché al calcio non sono male, voglio vedere lui sugli sci… Ecco, Maradona ti sfido” (31 dicembre 1988)
DIETA/2 — “Continuate a rompermi l´anima con la storia che sono grasso. Ma vi volete rendere conto che l´unico momento in cui ci sarà da preoccuparsi sarà quando mi vedrete magro, sottile… Allora sì che vorrà dire che qualcosa non va. Per questo non credo proprio che sia il caso di prendersela se ho qualche chilo di salute in più! Volete forse vedermi intristire? Ma vi rendete conto che sono giovane, che ho ancora tanto tempo davanti a me per invecchiare? (1989)
Alberto si fa conoscere dai tifosi e dagli addetti ai lavori lontano da Alpi e Dolomiti. Lui che è nato a Bologna, ben distante dagli scenari classici del circuito bianco, appare per la prima volta sulla Gazzetta vincendo il parallelo della Montagnetta di San Siro a Milano. E’ il 23 dicembre del 1984 (Omega)
SOLDI — “Leggo che guadagno cinque miliardi qui, otto miliardi là… Tutto facile. Sono qui con gli amici a prendere il freddo, quando invece potrei andare a godermi tutta quella grana altrove. La realtà è ben diversa. Esistono delle regole che devo rispettare e che rispetto, quindi non parliamo di cifre, non è proprio il caso, soprattutto perché non rispecchiano la realtà. In questi giorni vedete il mio faccione su tante pubblicità? Bene, quasi tutte sono aziende del pool dello sci e quei denari vanno alla federazione innanzitutto”. (1989)
SALTO DEL CARABINIERE — “Ero a Milano Marittima e ho fatto il tuffo del carabiniere… Salto mortale in piscina senz´acqua… No, scherzo, l´acqua c´era, ma era troppo bassa per il mio peso. Fossi stato un fuscello, non mi sarei fatto nulla, ma sono un carabinierone e ho picchiato secco con il tallone sinistro. Un male bestiale. Ho perso un mese per curarlo” (spiega così l´infortunio a un tallone, 10 agosto 1989)
PARTENZE — “Io credo che sarà necessario, in futuro, cambiare la norma che regola le partenze. Mi spiego. Ora più che mai il numero di partenza è diventato un fattore determinante. Infatti avete visto che con l´uno o altri numeri bassi si ha già mezza vittoria in tasca. Quindi sarebbe giusto permettere ad esempio ai primi cinque della classifica a punti stilata dalla Fis, cioè i migliori in assoluto nella specialità, di scegliere il pettorale di partenza per equilibrare meglio la lotta” (24 dicembre 1990)
PIONIERE — “Adesso le vittorie sono più difficili. Perché rispetto a tre o quattro anni fa ho tante cose cui pensare che prima non avevo. In compenso sono più maturo e ho più esperienza. Prima andavo giù a tutta e basta. Adesso ragiono di più le gare. So che quando non faccio errori è quasi sicuro che vinco o che ci vado vicino. Dal punto di vista tecnico, la novità che ho portato io in gigante è il casco. Le botte in testa fanno male ed ero stufo di prenderne. Ora lo usano in tanti e si fa una linea diversa, che passa più vicino al palo. Poi ho introdotto l´abbigliamento da gigante anche nello slalom”. (26 novembre 1991)
SUPERSTIZIOSO — “Gli anni pari sono quelli buoni per me. Alle Olimpiadi sono sempre andato bene e sempre male ai Mondiali. Non vedo perché non dovrei credere in queste cose (7 ottobre 1993)
RIMONTA — “L´avevo detto ai miei uomini tra le due discese: vado un attimo in camera a riprendere il turbo che mi ero dimenticato prima. Certo è che se continuano a tracciare come questa prima manche nel Duemila andremo soltanto diritti. Abbiamo bisogno di piste più impegnative per creare interesse tra la gente, altrimenti il nostro rischia di diventare uno spettacolo monotono” (Nella 2ª manche rimonta del gigante di Tignes rimonta dal 21° al 4° posto finale, 4 dicembre 1994)
BILANCI — “Ventotto anni sono tanti o pochi. Non so. Fa male cominciare a contarli, perché ti guardi indietro e ti accorgi come il tempo è passato in fretta. Per ora sono destinato a vivere dei compleanni da zingaro. Fra una gara e l´altra. Non ho mai tempo per nulla di ufficiale, come quando ho fatto i 18 anni… Poi sono nato troppo vicino a Natale, così il regalo è sempre cumulativo” (19 dicembre 1994)
BABY DISCESISTA — Da piccolino facevo il discesista. Proprio qui, a Corno alle Scale, ho vinto la libera ai Giochi della Gioventù. Ma io ci tengo alla pelle. Ho cominciato a ragionare. E adesso che ti fanno mettere la firma… (28 dicembre 1994)
SPECIALISTI — “Non è più come una volta. I polivalenti sono finiti. Ci vuole specializzazione. Ed io mi sento bene nello slalom” (28 dicembre 1994)
TIFOSI VIP — “Senti ci hanno raccontato che con la pressa sei riuscito a spostare, spingendo con le gambe, 520 chili! Neanche due di noi sono riusciti ad arrivare a questo record, spingendo insieme. Hai due pistoni incredibili. Ma è tutto vero?” “E´ vero, ma erano lavori che facevo l´anno scorso, adesso abbiamo cambiato qualcosa, lavorando di più sulla rapidità, visto che la base di forza era ormai consolidata. Forse ti è andata bene, perché se quando ero ragazzino un portiere in uscita non mi avesse quasi assassinato un ginocchio forse adesso sarei in Serie A e magari in Nazionale, come bomber. Io giocavo sempre con un 1 sulla schiena, o portiere o ala sinistra” (Incontro con Vialli al Sestriere il 5 febbraio 1995)
BRACCATO — “E´ mai possibile che non abbia mai diritto a un briciolo di vita privata? Ogni cosa che faccio diventa uno scandalo? E´ una vita impossibile. Ho dovuto lasciare l´albergo di Porto San Giorgio in cui ero in questo periodo di allenamento atletico perché avevo sempre ad aspettarmi cinque paparazzi con le macchine fotografiche ed i flash pronti a scattare” (31 luglio 1995 dopo la denuncia di un paparazzo)
AVANCE — Agli inizi del ´97, alla vigilia dei Mondiali del Sestriere, la protagonista del film Il Ciclone, Lorena Forteza, scatena un gran polverone per le presunte avance di Tomba: “Se fosse stata davvero nota non le avrebbe fatte… Ma vicino a una grande avvenimento viene sempre fuori qualcuno. Inventano qualcosa. Io devo guardarmi davanti, di fianco, di dietro, da tutte le parti… (2 febbraio 1997)
IL POMPIERE — -“Cosa farò da grande? Il pompiere… Sono già grande. Ho tanti programmi. Questa primavera rimango di più negli Stati Uniti. Poi ad aprile dirò se andrò sul set o in pista. Vedremo” (2 febbraio 1997)
CAMPIONE FA RIMA CON — “Perché nessuno si mette mai nei miei panni? Non sono fatto di ferro. Io volevo fare una grande Olimpiade. Ci tenevo da morire. Sono arrivato qui come un campione e me ne vado come un …., la rima è facile. Adesso torno a casa e riscaveranno nel mio privato. So che cosa succederà… Secondo voi è giusto”. (23 febbraio 1998 dopo la delusione ai Giochi di Nagano)
RITIRO — “Comunico la mia decisione di terminare la carriera. lascio lo sci manifestando grande affetto per tutti coloro che, in questi anni, mi hanno seguito. un grazie va a chi ha creduto in me anche nelle difficoltà: amici, tifosi, stampa. anche grazie a loro ho potuto realizzare capitoli di una storia importante” (4 ottobre 1998)
FILASTROCCHE — “Ero un ragazzino, era tutto un gioco – racconta – e ad ogni vittoria inventavo una battuta. “Il tre vien da se´ “, “la sesta è una festa”, “l´ottava è la mia schiava”. Forse non mi rendevo conto di cosa stavo facendo, non sentivo che attorno a me crescevano attenzione ed interessi”. (28 dicembre 1998)
NOSTALGIA — «Sono in panchina, se qualcuno non se la sente, il vecchietto si alza e prende il suo posto… Gli sci corti? Li ho provati lo scorso anno al Sestriere mentre voi eravate all´ Olimpiade. Ho fatto 4 giri senza errori e mi sono divertito. Ma non avevo davanti un Rocca per capire quanto posso valere a cinque anni dal ritiro. Tornare? Beh, in giro ci sono ancora vecchietti come Aamodt e Kjus. Provate a parlare con la federazione internazionale: se non mi fanno partire con il numero 100…». (11 febbraio 2003)
MATRIMONIO — «Non sono un uomo da gossip, anche se ci sono finito spesso e non volontariamente… Il matrimonio è un passo importante, da valutare con attenzione. Ho visto troppe coppie naufragare. Io vorrei costruire una coppia vera, unica, che ha nella fiducia il suo cemento. Chiedo troppo?Sono antico? No, credo nei valori». (19 dicembre 2006)
INNO — «L´ inno di Mameli bisogna meritarlo, meglio quando si vince. Ma forse i più giovani li può caricare. Ma comunque da solo non basta, bisogna sentirsi italiani in ogni momento e soprattutto quando vesti una maglia della nazionale». (18 marzo 2011)

Fonte: gazzetta.it

Sulla parte finale della pista Gran Risa questa sera alle 18,15, alla luce dei riflettori, parte lo slalom gigante parallelo che chiude la trasferta altoatesina di Coppa del Mondo uomini di sci. L´Italia manda in pista cinque atleti e tra loro c´è pure il velocista Dominik Paris, per la prima volta impegnato su questo tracciato anche se nella sua parte finale è meno complicato. Gli altri sono Florian Eisath, reduce dal terzo posto nel gigante di ieri, Manfred Moelgg, Luca De Aliprandini e Roberto Nani.
Le ragazze sono invece già a Courchevel, in Francia, dove domani mattina si gareggia in slalom gigante: una occasione in più per le italiane di salire sul podio in questa stagione piena di soddisfazioni e soprattutto per Sofia Goggia per conquistare la sua prima vittoria.

Fonte: ansa.it

Pubblicato da Alessandro Lugli

Alessandro Lugli è nato a Napoli e ivi residente. Poeta, giornalista pubblicista e cantante. Direttore di vari blog da lui creati.