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Mostruoso e straordinario lo è da più di 10 anni, visto che aveva vinto fino ad oggi 14 Slam, ma la ‘Decima’ vittoria al Roland Garros, dodici anni dopo la ‘prima volta’, proietta Rafa Nadal anche nei libri di storia e nel mito tennistico. Il mancino maiorchino c’è riuscito ‘distruggendo’ – è proprio il caso di dirlo – Stan Wawrinka in poco più di due ore, lasciando al 32enne svizzero la miseria di 6 game: 6-2 6-3 6-1 il punteggio per Nadal, da domani nuovo n.2 del mondo, che incassa il 15mo Slam di una carriera straordinaria, a meno tre da Roger Federer, in cima all’Olimpo del tennis con 18 titoli. Un match a senso unico quello dominato dal fuoriclasse spagnolo, 31 anni da una settimana, che ha lasciato le briciole a Wawrinka, n.3 Atp, tornato in finale a Parigi due anni dopo il trionfo del 2015 e che finora in carriera non aveva mai perso una finale Major, dopo le vittorie in Australia 2014, Parigi appunto e US Open 2016. La fatidica ‘Decima’ al Roland Garros per il mancino di Mancor arriva tre anni dopo il successo su Novak Djokovic, e si tratta della quarta affermazione del 2017 dopo i trionfi a Montecarlo, Barcellona e Madrid, tutti sulla terra rossa: sono adesso 73 i trofei vinti da Rafa, 53 dei quali sulla terra, staccando definitivamente l’argentino Guillermo Vilas con 49.

“Roland Garros un torneo unico per me” – “Il Roland Garros è un torneo speciale che preparo in modo speciale, e dunque grazie di tutto. In particolare alla mia famiglia e a mio zio, insieme abbiamo lavorato tanto e senza il suo apporto non avrei vinto nessuno di questi dieci trofei”: così Rafa Nadal ha salutato e ringraziato il pubblico di Parigi dopo la vittoria, la decima in carriera, al Roland Garros. “Questo torneo è quello che mi ha regalato le maggiori emozioni in carriera e l’adrenalina che provo su questi campi è qualcosa di speciale, che difficilmente riesco a descrivere a parole”, ha aggiunto lo spagnolo visibilmente commosso. “C’è poco da dire, sei stato troppo forte oggi Rafa – gli rende merito lo sconfitto, Stan Wawrinka – sei un autentico esempio e per me è stato un onore misurarmi con te in questa finale”.

ANSA

 

 

 

Tim precisa “di non avere mai neppure ipotizzato né discusso una partecipazione assieme ad altri soggetti ai bandi per i diritti della Serie A, essendoci peraltro un pacchetto dedicato alla banda ultralarga”. E’ quanto si legge in una nota. “La società ha più volte ribadito nei mesi scorsi, anche direttamente all’Ad di Infront, che i pacchetti per il digitale, per come erano strutturati dal punto di vista dell’offerta e dei costi, non erano interessanti per Tim. I risultati dell’asta confermano la sproporzione della richiesta”.
La società, prosegue la nota, ricorda inoltre di avere più volte dichiarato il proprio interesse per i diritti sportivi in un’ottica di sostenibilità economica – tenuto conto che ai costi dei diritti stessi si aggiungono, fra gli altri, quelli di segnale e di produzione – e coerentemente con l’avanzamento della copertura del Paese in fibra ottica, pari oggi al 65%.

Tim non farà offerte per la Champions – Tim non farà offerte per l’asta dei diritti tv della Uefa per la Champions League. E’ quanto si apprende da fonti vicine alla società. La società, è la ragione già sottolineata, è interessata ai diritti sportivi solo in un’ ottica di sostenibilità economica. Inoltre la Uefa non ha strutturato la sua offerta con pacchetti dedicati alla diffusione via internet.

Contropiede Cairo “Siamo in botte di ferro” – “Siamo in una botte di ferro, quello che è accaduto ieri sui diritti del calcio potrebbe essere per la Lega una benedizione”. Il contropiede di Urbano Cairo, uno che di Tv e di calcio se ne intende, arriva con un’intervista all’Ansa: tutti vedono il pallone sgonfio, lui rilancia. “E’ il momento della svolta, o individuiamo una nuovo sistema di vendita o ci facciamo un nostro canale. E comunque un dato e’ certo: il calcio italiano vale molto di più. Non solo di quello che e’ stato offerto ieri, anche di quello che prendevamo”.

Ansa

 

 

Fabio Capello è il nuovo allenatore dello Jiangsu Suning, come confermato da una nota della società cinese che condivide la proprietà con l’Inter: “Lo Jiangsu Suning FC ha raggiunto formalmente un accordo con Fabio Capello, intesa che avrà effetto immediato”. L’ex allenatore di Milan, Roma e Juventus prende il posto del coreano Choi Yong-Soo e brucia la concorrenza di Paulo Sousa con cui lo Jiangsu non ha trovato nelle scorse ore l’accordo economico: trova una squadra al penultimo posto in classifica con 8 punti dopo 12 gare disputate. Capello ha già visitato le nuove strutture del centro sportivo e percepirà uno stipendio di 10 milioni a stagione per due anni. Nel suo staff, oltre a Ventrone e Tancredi, ci saranno anche Zambrotta e Brocchi.

Ansa

 

 

Marco Verratti vuole lasciare Parigi e il Psg. Lo scrive oggi ‘L’Equipe’ che parla di un incontro chiarificatore tra l’azzurro e il neo direttore sportivo del club, Antero Henrique, in cui il giocatore ha chiesto espressamente di essere ceduto. Una richiesta però che al momento ha trovato un ostacolo insormontabile nel presidente della società, Nasser Al-Khelaifi, che anzi ha proposto al giocatore un prolungamento de contratto (l’attuale scade nel 2021). Secondo ‘L’Equipe’, il vis-a-vis tra Verratti e Henrique si è tenuto a metà settimana all’Hotel ‘Peninsula’, primo di una serie di incontri che il neo manager ha avuto e avrà con i giocatori e nel corso del quale Verratti ha comunicato l’intenzione di lasciare il club francese, con Barcellona, Bayern e Juventus squadre gradite. L’Equipe fa anche il prezzo di mercato: 80 milioni, contro i 10 pagarti a suo tempo al Pescara.

Ansa

 

 

Gli azzurrini hanno battuto ai rigori l’Uruguay per 4-1 e conquistato il terzo posto ai mondiali under 20 disputato in Corea del sud. L’incontro, che si è disputato alle 8.30 ore italiane, si era concluso ai tempi regolamentari sullo 0-0. Subito si è passati ai rigori (per l’under 20 non è previsto si giochino i supplementari) dove si è distinto il portiere 17enne Plizzari, proveniente dal Milan, che ha parato il secondo e terzo rigore dei sudamericani, spianando così la strada per la vittoria degli azzurri.

Ansa

 

 

Ha 20 anni appena compiuti la nuova regina del Roland Garros: è Jelena Ostapenko (prima lettone di sempre) che in finale ha battuto in tre set la romena Simona Halep con il punteggio di 4-6 6-4 6-4, in un’ora e 59 minuti. Non aveva mai vinto un titolo la giovanissima tennista, ma al quarto tentativo ha fatto finalmente centro ed ora è la più giovane vincitrice di Parigi dai tempi di Iva Majoli (1997) e la più giovane trionfatrice in uno Slam dai tempi di Maria Sharapova (Us Open 2006) oltre che la prima vincitrice non compresa tra le teste di serie, e quella con la classifica più alta, ad imporsi sulla terra parigina nell’Era Open. “Non ci posso credere, è un sogno che si avvera” dice la Ostapenko, che per le venti candeline spente appena due giorni fa si è fatta il regalo più bello. Con la vittoria di Parigi, Ostapenko fa un bel balzo nel ranking mondiale, passando dal numero 47 al numero 12, scalando ben 35 posizioni. Sfuma invece per Simona Halep la possibilità di scavalcare Angelique Kerber al primo posto. La finale è un inedito tra le due tenniste che non si sono mai affrontate. Subito in evidenza la ventenne di Riga che strappa la battuta a zero nel gioco d’apertura. Immediata la reazione della rumena che mette a segno il contro-break e poi passa in vantaggio per 2-1. Nel quinto game ancora Ostapenko avanti di un break ed ancora immediato il contro-break della Halep che poi è di nuovo passata in vantaggio (4-3). Ritmo altissimo con le due tenniste che hanno continuato a tirare a tutto braccio – soprattutto Ostapenko – e ad avere problemi a vincere punti con la seconda di servizio. La svolta nel decimo gioco quando Halep strappa il servizio alla 20enne di Riga e si aggiudica il primo set per 6-4. In avvio di seconda frazione Halep recupera dallo 0-40 e di slancio ha strappa il servizio alla giovane lettone che – forse per la prima volta nel torneo – ha mostrato un pizzico di tensione e di inesperienza e poi ha allungato sul 3-0. Ma guai a dare per spacciata la Ostapenko che salva tre palle per il doppio-break e poi trova si porta sul 4-3 con un break di vantaggio. Immediato il contro-break da parte della Halep (4-4) che però ha problemi sul servizio consentendo a Ostapenko di pareggiare il conto dei set. Nel terzo set la Halep si porta fino al 3-1. Ma Jelena Ostapenko non si da’ per vinta e prima si porta sul 3 pari per poi passare in vantaggio 5-3 fino ad aggiudicarsi il match e diventare la nuova regina di Parigi.

Ansa

 

 

L’Inter è campione d’Italia Primavera: battuta 2-1 la Fiorentina nella finalissima del Mapei Stadium di Reggio Emilia. La squadra di Stefano Vecchi si impone grazie alle reti di Vanheusden nel primo tempo e di Pinamonti nella ripresa. Nulla da fare per i viola che accorciano le distanze al 71′ con un rigore trasformato da Sottil. I nerazzurri mettono in bacheca l’ottavo Scudetto di categoria a 5 anni di distanza dall’ultimo trionfo.

La Fiorentina di Federico Guidi scende in campo col tridente composto da Sottil, Mlakar e Perez. L’Inter di Vecchi risponde col 4-2-3-1 con Rivas, Awua e Rover alle spalle di Pinamonti. Il primo squillo è della squadra toscana con una sponda di Castrovilli per Diakhate che viene anticipato sul più bello da Di Gregorio.

Al 18′ l’Inter passa in vantaggio con Vanheusden che, lasciato tutto solo in area, mette dentro di testa il corner calciato da Awua. La Fiorentina accusa il colpo e torna a farsi vedere in avanti al 45′ con un rasoterra di Trovato che si spegne di un soffio a lato. Al 68’ l’Inter raddoppia con una straordinaria torsione di Pinamonti che infila in fondo al sacco il pallone servito da Bakayoko, subentrato a Rover.

Al 76′ i viola riaprono l’incontro con un rigore trasformato da Sottil e concesso dall’arbitro di Bello per fallo di Awua ai danni dello stesso numero 7 viola. Subito dopo Cerofolini salva la porta viola con uno straordinario intervento sul destro a giro di Pinamonti. La squadra di Guidi si sbilancia alla ricerca del pari e rischia di subire il 3-1 con il neo-entrato Danso che, a tu per tu con Cerofolini, lo supera ma calcia incredibilmente a lato.

Pinamonti sfiora poi l’eurogol con un tiro da metà campo che termina di un nulla a lato. All’88’ è il turno di Bakayoko che parte a campo aperto ma scarica il destro a pochi centimetri dal palo. Nonostante il forcing finale la Fiorentina non trova il pareggio e così l’Inter può far festa. I nerazzurri conquistano l’ottavo scudetto Primavera, eguagliano il numero di titoli della Roma e si portano a meno uno dal record del Torino. I viola, fermi a quota 3 nell’albo d’oro, non vincono dalla stagione 1982-83.

mediaset

 

 

Il ds del Napoli Cristiano Giuntoli resta con le forbici in mano per sfoltire una rosa che metterebbe in grande difficoltà Maurizio Sarri. L’allenatore ha detto chiaramente che in ritiro a Dimaro vuole lavorare senza esuberi. E così prima di chiudere per Berenguer, l’esterno duttile che il tecnico vuole soprattutto come vice Callejon il direttore sportivo deve vendere. Da piazzare Giaccherini, Pavoletti e Zapata.

Prima di definire Alex Berenguer per cui sono stati offerti 6 milioni più bonus contro i 9 della clausola si accelera per l’addio di Giaccherini. Giuntoli sta lavorando anche alla partenza di Pavoletti, sei mesi dopo i 15 milioni sborsati al Genoa. Lazio e Udinese hanno già chiesto informazioni. Da cedere poi c’è Duvan Zapata, valutato 25 milioni di euro e che non rientrerà nel riscatto di Maksimovic. Con le partenze in attacco si farebbe spazio anche a Ounas, talento del Bordeaux che può giocare a destra e sinistra.

Prosegue intanto la guerra fredda tra Aurelio De Laurentiis e Pepe Reina. La squadra continua a guardarsi attorno e secondo il Mattino, gli azzurri avrebbero individuato in Zoet, 26 enne del PSV, l’uomo giusto per raccogliere l’eredità dello spagnolo dopo un anno da secondo proprio dell’estremo difensore.

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Pubblicato da Alessandro Lugli

Alessandro Lugli è nato a Napoli e ivi residente. Poeta, giornalista pubblicista e cantante. Direttore di vari blog da lui creati.