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Il saluto all’azzurro del Napoli, la prima foto con il nuovo azzurro, quello del Dalian. Marek Hamsik è in Cina ormai da diversi giorni ed in queste ore arriverà anche l’ufficialità del trasferimento in Oriente da parte del club cinese.

 

Dopo dodici anni di Napoli, dunque, lo slovacco si sposta nel campionato cinese. Marek potrà conservare anche il numero tanto caro negli anni napoletani: come si evince dalla prima foto con la nuova maglia, il 17 lo accompagnerà anche negli anni cinesi. (ilmattino.it)

 

Dopo quasi tre mesi (0-0 con il Chievo il 25 novembre) Napoli senza gol al San Paolo. Tante occasioni e zero reti nello stadio vuoto, scivolando a -13 dalla Juve: la sfida del 3 marzo con la capolista a Fuorigrotta varrà solamente per l’onore.

 

C’è da riflettere su questa negativa fase degli attaccanti perché nelle ultime quattro partite vi sono stati tre 0-0: non è un caso. Tre gol (e tre punti) soltanto contro la Samp, oltre a quelli segnati a Zurigo contro il primo modestissimo avversario di Europa League. Questione di sfortuna ma anche di poca freddezza e precisione in un campionato che non ha nient’altro da raccontare. Gli stimoli ci sono pure, ma i gol no. Si è spenta da tempo la luce di Mertens, che verrà probabilmente congedato a fine stagione; Insigne raramente efficace e Milik non fa compiere il salto di qualità. Verdi non è stato un valore aggiunto e non soltanto per i frequenti infortuni. Sul materiale a disposizione ci sarà da interrogarsi in estate. L’eventuale avvicinamento alla Juve – molto complicato per i capitali che il club bianconero investe – deve essere pianificato da De Laurentiis più che da Ancelotti, che in questi mesi ha sfruttato le risorse a disposizione. Il tema degli investimenti da fare, e assicurati dal presidente pochi giorni fa a Zurigo, verrà presto messo sul tavolo anche se le linee programmatiche sono già chiare, perché ispirate ai percorsi del passato: calciatori giovani, anche con un costo del cartellino elevato ma dallo stipendio contenuto per non squilibrare il monte-ingaggi.

L’approccio con il Torino di Mazzarri è stato vigoroso. Ma, come a Firenze otto giorni prima, è stato all’insegna dei frequenti errori sotto porta: in particolare Milik ha sbagliato tutto quello che poteva. A spingere la prima linea c’erano tutti gli azzurri, perfino Malcuit (brillante sulla fascia destra) e Koulibaly (eccellente in tutte le zone del campo). Nella ripresa il copione non è cambiato: attacchi a testa bassa, con il Torino che seguendo la dottrina mazzarriana si chiudeva a riccio. Un tiro al bersaglio, i palloni respinti da Sirigu e dal palo (quello di Insigne, che si è prodotto in una serie di tiri a giro sul secondo legno per provare a beffare il portiere), una pressione costante che non ha prodotto l’auspicato effetto. Ancelotti le ha provate tutte, ha inserito Verdi e Mertens, però al termine di questo travaglio di oltre novanta minuti non è arrivato il gol.

 

Vuota la porta di Sirigu, vuote le tribune del San Paolo. La sollecitazione di De Laurentiis dopo le scarse presenze registrate al San Paolo nelle prime partite del 2019 – meno di 20mila spettatori per Lazio e Sampdoria – non è stata raccolta perché a Fuorigrotta si sono presentati in 21mila. Desolante per Ancelotti, abituato a dirigere le sue squadre in stadi esauriti, e per gli azzurri, che hanno tentato di opporsi finché è stato possibile alla furia della Juve in campionato. Si è aperto il dibattito su queste assenze ed è stato riproposto il tema del sofferto rapporto tra il presidente e una parte della tifoseria. Ma, se è tale, lo è anche nei momenti belli e in questi anni ne sono vissuti tanti in uno stadio pieno. E allora il problema qual è? La lettura più corretta e semplice è questa. Il campionato che non offre prospettive pesa su questo allontanamento, che è fisico e non affettivo perché resta solido il feeling con un gruppo di giocatori che è stato escluso dalla Champions per la differenza di un gol e ha blindato il secondo posto in classifica. Risultati senz’altro significativi ma che non riescono a spingere, a prescindere, la gente a Fuorigrotta. (ilmattino.it)

 

Pioggia di critiche sul Napoli, non si salva nessuno dalla furia dei tifosi dopo questo pareggio amaro: «Sogno nel cuore a -13, lo abbiamo preso N’Koulou», «Campionato ormai finito, ci resta solo la speranza Europa League», «Terzo 0 a 0 su 4 partite, ma che sf…», «Partita scandalosa, troppe occasioni sciupate», si legge sotto i profili social del club azzurro.

 

Come al solito i passionali supporters azzurri si fanno trasportare dalle emozioni del momento senza guardare con razionalità e giusto distacco il cammino della squadra. E basta un risultato mancato per far esplodere lo sdegno. In tanti imprecano contro un attacco assente: «Ma lo sanno che non basta dominare le partite? Lo scopo è buttare la palla in rete», «Abbiamo avuto in attacco Cavani e un certo Higuain che segnò 36 gol. In questa stagione non siamo riusciti a fare neanche un gol contro Samp, Stella Rossa, Chievo, Liverpool, Inter, Milan. Fiorentina, Torino. C’è da risolvere un problema», «Milik non segna un gol manco se il portiere avversario si scansa», «Togliete Insigne che non sa segnare, azzecca un gol su 800 tiri», «Mertens è già in Cina?», «Hanno perso tutti il senso del gol».

 

Se l’attacco è quello preso più di mira per le difficoltà in fase di realizzazione nonostante le tante occasioni create, dopo Mertens, Milik e Insigne che dal trio delle meraviglie si sono trasformati nel triangolo delle Bermude dove ogni azione da gol svanisce nel nulla, anche gli altri compagni sono parecchio bersagliati: «Ma come fa Hysaj a giocare in Serie A?», «Fabian Ruiz deve mangiarne di pane prima di poter sostituire Hamsik», «Si salva solo Allan in questa gara». E a proposito del brasiliano anche Mazzarri ha detto la sua: «Sembra di un altro pianeta, a fine partita correva ancora». L’unico salvato dal rogo della rabbia azzurra, ma è il momento del pessimismo cosmico per i napoletani: «Si è ripreso ed è tornato il solito guerriero, l’unico a lottare…ma tanto fra poco andrà via», si legge fra i commenti.

Certamente il pareggio al San Paolo è un buon risultato per i granata: «Un toro d’acciaio anche a Napoli», lo hanno definito. E nel contempo aumentano i fantallenatori in disaccordo con le scelte tecniche di Ancelotti: «Dovrebbe tornare al 4-3-3», «Ma non vede che la squadra così non si sblocca? Neanche si inventa qualcosa?», «Rivoglio l’uomo in tuta», commenta il web. E alcuni ci vanno giù pesante: «Aziendalista pezzente», «Senza di lui questi ragazzi sono stati in grado di fare 91 punti, Ancelotti ha rovinato il Napoli», «Vai via, Carlo».

 

E poi si aggiunge anche la sfortuna: secondo i dati Opta il Napoli ha colpito 18 legni nella serie

A 2018-19, record stagionale nei maggiori cinque campionati europei, definendo tale situazione su Twitter

«malasorte». Ma i tifosi controbattono: «Si chiama imprecisione», «Si alleneranno a centrare i pali e le traverse, non c’è altra spiegazione», «Altro titolo in bacheca», ironizza qualcuno.

 

Non mancano neanche le solite critiche al presidente, che diventano sempre più insistenti non appena si perde un match, e in questo caso anche dopo un pareggio. «Il pappone non ha comprato nessuno e ha venduto pedine importanti col campionato in corso: pensa solo a guadagnare», «Non vinceremo mai niente finché c’è De Laurentiis», «Caccia i soldi invece di pensare a cedere il nostro capitano senza rinforzare la rosa», «Una panchina composta da 2 portieri, 3 difensori 2 centrocampista e un attaccante: arriveremo allo scontro diretto con la Juve schierando la primavera perché il presidente doveva far soldi subito», sono gli sfoghi dei tifosi delusi.

 

E con uno stadio incredibilmente semivuoto la squadra si spegne dietro uno 0-0 che non va giù ai napoletani. «Grazie che il San Paolo non si riempie più, già sappiamo di non poter vincere niente in serie A, il campionato per noi è già finito», «Con Sarri ci si divertiva, c’era passione nell’aria. Adesso c’è solo tanta noia e prime donne irritanti», «Cosa si dovrebbe vedere allo stadio se non si fa più manco un gol?», «Dobbiamo andare a Lourdes, non allo stadio», è la spiegazione in questo momento di delusione. Sugli spalti però ad osservare attentamente il match c’era anche Stefano De Martino, pronto a debuttare il prossimo 4 marzo in Rai nella nuova edizione di Made in Sud: «Bisogna sostenere sempre il Napoli, aldilà del risultato», ammette l’ex ballerino di Amici.

 

E il passo per ritrovare il sorriso è breve: con ogni probabilità giovedì si tornerà a far festa a Fuorigrotta dopo il match con gli svizzeri, sconfitti senza troppe difficoltà in trasferta. E così si riprenderà a sognare nella competizione europea, dove risiede il vero sogno della città: ottavi di finale ipotecati e già si immagina la grande sfida con il Chelsea di Sarri e Higuain. Le emozioni dunque non sono finite, anche se gli umori altalenanti dei napoletani vanno di pari passo con i risultati: e ora le aspettative sono sempre maggiori. La verità è che il Napoli è diventata una grande squadra e data la superiorità il pareggio contro le avversarie in campionato va stretto a tutti. Ma ci vuole lucidità per ammetterlo dopo una gara del genere: e il mal di pancia, guardando la partita, è venuto a tutti. (ilmattino.it)

 

Durante la puntata di “Quelli che il calcio” di domenica, in onda su Rai 2, Fulvio Collovati è intervenuto parlando di tattica e donne. L’ex campione del mondo del 1982 ha fatto un commento sessista che ha scatenato polemiche sui social. Ecco cosa ha detto Collovati: «Quando sento una donna, anche le mogli dei calciatori, parlare di tattica mi si rivolta lo stomaco. Non ce la faccio! Se tu parli della partita, di come è andata e cose così, bene. Ma non puoi parlare di tattica perché la donna non capisce come un uomo, non c’è niente da fare»

 

Incredulità in studio ma anche risate imbarazzate come quelle di Massimo Mauro, anche lui ex giocatore di calcio. Luca Bizzarri, conduttore dello show insieme a Paolo Kessisoglu e Mia Ceran, ha risposto a Collovati dicendo: «Sei uno sporco maschilista». L’opinionista ha poi concluso: «Mia moglie non si è mai permessa di parlare di tattica» (ilmattino.it)

“Se il Wanda Metropolitano ci dà motivazioni in più per arrivare in fondo? Sì, a noi e ai tifosi: c’è sempre un’atmosfera fantastica ed è ciò di cui abbiamo bisogno e che vogliamo come giocatori. Una finale qui sarebbe una festa per tutti coloro che amano l’Atlético. Il cammino sarà molto difficile, ma faremo del nostro meglio, e tutto il possibile per arrivarci. Poi si vedrà”.

 

All’antivigilia della sfida di Champions tra Atletico Madrid e Juve, la stella dei ‘colchoneros’ Antoine Griezmann parla dell’attesa.

 

“Qui c’è gente che ha già giocato in finali di Champions, Europa League e dei Mondiali – dice Griezmann -. Siamo più sicuri quando affrontiamo partite importanti, e penso che proprio in queste occasioni riusciamo a dare il meglio di noi stessi”.

 

Poi una battuta sulla scelta di restare all’Atletico. “Al momento mi considero parte fondamentale di questo progetto e ciò mi ha aiutato a decidere. So di avere un ruolo chiave qui e darò tutto per aiutare questo club ad andare lontano”.(raisport.it)

Pubblicato da Alessandro Lugli

Alessandro Lugli è nato a Napoli e ivi residente. Poeta, giornalista pubblicista e cantante. Direttore di vari blog da lui creati.