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Piccolo antipasto della domenica sportiva all’interno del Tg Sport della Rai. L’esperto di mercato Ciro Venerato svela alcuni dettagli della trattativa per James Rodriguez con riferimento, in particolare, all’inserimento deciso dell’Atletico Madrid. “L’Atletico Madrid – dice Venerato – è pronto a chiudere con il Real per James Rodriguez. Il direttore sportivo Berta ha superato l’offerta del Napoli arrivando a 42 milioni e Jorge Mendes ha già informato il Napoli che difficilmente, però, pareggerà l’offerta. L’ultima parola, comunque, spetta al calciatore che sembra però ben disposto verso la nuova destinazione”. Nel corso della Domenica Sportiva dovrebbero arrivare – annuncia Venerato – nuovi dettagli sulla trattativa. (tuttonapoli.net)

“Le parole di Marotta sono un assist per De Laurentiis, che nei suoi 15 anni di attività calcistica ne ha capito benissimo le strategie: è in una sorta di attesa che anche Icardi si decida a mollare un po’ la priorità Juventus”. Lo dice il giornalista della Gazzetta dello Sport Mimmo Malfitano intervenendo a radio Sportiva. “Il Napoli e Ancelotti potrebbero restituire a Icardi quell’entusiasmo che ha perso nello scorso inverno. De Laurntiis ha la volontà di garantire al giocatore un ingaggio da top, da 8 milioni all’anno con un bonus milionario in caso di scudetto”, ha detto ancora Malfitano che conclude: “De Laurentiis è un genio e sa trovare le motivazioni giuste per chiunque: in questo caso, la sua attività cinematografica potrebbe essere un richiamo per Wanda Nara”. (tuttonapoli.net)

Partirà dalla panchina Allan nella finale di questa sera della Copa America tra il suo Brasile e il Perù. Queste le formazioni ufficiali della sfida che avrà inizio alle 22.
Brasile (4-2-3-1): Alisson; Alves, Marquinhos, Silva, Alex Sandro; Arthur, Casemiro; Gabriel Jesus, Coutinho, Everton; Firmino. All. Tite
Perù (4-2-3-1): Gallese; Advincula, Zambrano, Abram, Trace; Tapia, Youth; Carillo, Cueva, Flores; Guerrero. All. Gareca (tuttonapoli.net)

Non solo il Real Madrid, anche l’atletico di Diego simeone ora pensa a Fabián Ruiz. Il centrocampista spagnolo, fresco campione d’Europa Under 21 con la sua nazionale, ha acceso su di sé i riflettori della critica europea e le attenzioni dei principali club del continente. Tra questi, anche i colchoneros che, secondo quanto riportato da Diario As in Spagna, avrebbe anche contattato il Napoli nelle ultime ore.Andrea Berta, dirigente dell’Atletico Madrid, avrebbe già parlato con Carlo Ancelotti, ma l’allenatore azzurro non ha voluto saperne di cedere alle richieste. Il calciatore è per il Napoli incedibile e addirittura il club azzurro pensa ad un pronto rinnovo di contratto per lui nelle prossime settimane. (ilmattino.it)

Prima conferenza stampa in nerazzurro di Antonio Conte. «Sappiamo che dovremo lavorare molto e meglio degli altri», la sfida del tecnico nerazzurro.

La scelta dell’Inter. «Ho scelto i nerazzurri ed è stato semplice. Ci siamo trovati ad avere la stessa visione. Ed è stato molto importante per me. Abbiamo le stesse ambizioni e la stessa voglia di costruire qualcosa di importante, ben sapendo che dovremo fare un percorso. La presenza di Beppe Marotta è stato un incentivo, ci conosciamo molto bene».

Club. «Società con una grande tradizione. Per me è stato semplice accettare la loro proposta».

Competitività. «Non mi pongo limiti e non voglio che altri se li pongano. Se mi creo limiti, creo alibi a tutto l’ambiente e non deve accadere. Negli ultimi anni gap enorme con due squadre, Juventus e Napoli. Sappiamo che dobbiamo lavorare tanto e meglio degli altri. Dobbiamo partire con ambizione».

Differenza. «I top player noi dobbiamo averli in campo. Penso che l’Inter abbia una buona base di partenza. Dovrò dare un apporto importante, come credo di avere sempre fatto nelle mie precedenti esperienze. Mi sento addosso queste responsabilità e sono pronto a prendermele e dividerle con i miei giocatori. Ora è il periodo delle chiacchiere. Noi dobbiamo parlare poco e lavorare tanto. Dovremo essere molto bravi e feroci e concentrati sul nostro obiettivo. Quello di avere e dare stabilità. Ogni domenica dovremo uscire dal campo con la maglia sudata».
Percorso. «Con l’io non si può andare da nessuna parte. Non ho la presunzione di pensare di poter portare 10 punti in più alla mia squadra. Ragioniamo con il noi per essere gruppo coeso. Io dovrò indicare la strada, quello sì. Questo mi compete. Dovrò essere molto attento affinché tutti i calciatori seguano questa strada. Arrivare a vincere è un percorso fatto di fatica, sudore, sofferenza».

Emozione. «Per me è una bellissima avventura, sono molto emozionato. Riprendo da un club con grande tradizione. I trofei di questa società devono essere incentivo in più di tornare dove si era un bel po’ di tempo fa».
Vincere al primo anno. «Devo avere la percezione dell’1% della possibilità di poter vincere. Vuol dire avere il 99% della possibilità di perdere. A me piace lavorare su quell’1%. Da otto anni c’è una squadra che fa un campionato a parte e c’è il Napoli. Sono squadre collaudate. Noi dovremo essere bravi a cercare di costruire qualcosa. In Italia c’è questa situazione da anni. Per due anni di fila l’Inter si è qualificata in Champions all’ultima giornata. Nessuno ha la bacchetta magica. Il gap esiste, ma non deve essere un alibi. Nulla è impossibile, ma c’è da lavorare tanto. Sul mercato, in campo, sulla mentalità».

Promesse. «Daremo tutto noi stessi affinché si possa costruire qualcosa di importante».

Champions League. «Dovremo fare il massimo in ogni competizione. Partendo con l’obiettivo che niente è impossibile. Sappiamo che ci saranno delle difficoltà enormi, ma dovremo lavorare con la voglia di fare qualcosa di straordinario. Che si può fare con uomini straordinari e noi cerchiamo questo». (ilmattino.it)

A tre anni dalla finalissima del MetLife Stadium, valida per l’edizione del Centenario, Argentina e Cile si ritrovano a San Paolo per la “finalina” che vale il terzo posto della Copa América 2019. Fra espulsioni, risse, proteste e un rigore, finisce con la vittoria dell’Albiceleste, che può consolarsi per aver battutto il Cile dopo due edizioni della Copa perse ai rigori. Scaloni cambia il minimo indispensabile: Lo Celso e Dybala sostituiscono gli squalificati Acuña e Lautaro Martinez. Rueda, invece, conferma il rombo che vede Vargas alto, Vidal basso e Sanchez e Aranguiz laterali. Dopo 11’ Aguero firma il vantaggio argentino. Messi batte rapidamente una punizione a centrocampo imbeccando il Kun, che dribbla Arias e dà inizio al valzer delle polemiche. I cileni protestano per la natura del calcio piazzato e perché Messi ha battuto con il pallone in movimento. Nel frattempo Rueda è costretto a rinunciare a Sanchez dopo solo quindici minuti. Il raddoppio di Dybala al 21’, possibile grazie a un intelligente filtrante di Lo Celso, scalda ancora di più gli animi. Come nelle ultime due finali, seppur per motivi differenti, Messi non ha modo (e sopratutto tempo) di incidere come potrebbe. La sua partita termina al 38’ del primo tempo, dopo uno scontro con l’ex interista Gary Medel. Il pretesto per la litigata è piuttosto futile, ma gli animi sono già rodati da confronti incrociati come quello fra Dybala e Vidal, con il cileno che rifila un buffetto alla Joya. Medel protegge palla sul fondo, Messi fa pressione, ma all’uscita del terreno scatta il confronto fra capitani. Il cileno sfida l’argentino, che cerca di fermarlo con una spallata. Il paraguayano Mario Díaz de Vivar decide subito per il doppio rosso. I tifosi brasiliani, che hanno pagato caro per veder giocare Messi, protestano dagli spalti, ma il Var conferma le espulsioni. Alcuni cominciano ad abbandonare lo stadio, altri rimangono nonostante l’attrazione principale sia ormai sotto la doccia.Il rientro in campo non attenua la tensione fra le due squadre. Dopo un paio di volate della coppia Dybala-Aguero, il Cile accorcia le distanze su rigore. Lo Celso arpiona Aranguiz al limite dell’area di rigore. L’arbitro, dopo un consulto al Var, assegna il rigore trasformato da una bomba centrale di Vidal: 2-1. Scaloni prosegue la sua tradizione di cambi criptici, optando per l’entrata di Di Maria al posto di Dybala, fra i migliori in campo, che lascia il campo con il muso lungo e qualche mugugno. Aguero, in contropiede con Di Maria, sfiora il 3-1. Rueda se la gioca fino all’ultimo mandando dentro Castillo per Aranguiz. Il giallo a Tagliafico, il sesto della partita, segna la fine di un match teso e piacevole solo nei primi trenta minuti. (ilmattino.it)

Pubblicato da Alessandro Lugli

Alessandro Lugli è nato a Napoli e ivi residente. Poeta, giornalista pubblicista e cantante. Direttore di vari blog da lui creati.