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Nel posticipo domenicale della 21a giornata di Serie A, la Juventus batte 2-1 in rimonta la Lazio e spedisce il Napoli a -11. All’Olimpico i padroni di casa giocano meglio per lunghi tratti, Szczesny tiene in piedi i bianconeri ma nulla può sull’autorete di Emre Can (59′). Allegri inserisce Bernardeschi e Cancelo che cambiano il match: il portoghese prima pareggia (74′), poi si procura il rigore trasformato da Ronaldo (88′).

La Juve vince anche nella serata più difficile, quando la squadra non gira e il primo vero tiro importa arriva solo al minuto 74, spedisce il Napoli a -11 e può cominciare il countdown scudetto. Perché se gli uomini di Allegri sono riusciti a raddrizzare una partita come quella di stasera all’Olimpico, allora è chiaro che alle rivali possono restare solo le briciole e nulla più. Con l’infermeria piena, a cui si è aggiunto Bonucci (problema alla caviglia destra) e con Dybala e Ronaldo appannati, Allegri pesca dal cilindro i cambi vincenti, Cancelo e Bernardeschi, che in pratica da soli ribaltano una bella Lazio che ha accarezzato a lungo la grande impresa da raccontare a figli e nipotini. Soprattutto l’ingresso del portoghese ha dato la sveglia a una squadra lenta e prevedibile, in cui le geometrie e i tempi di gioco di Pjanic sono mancati come l’ossigeno. E quando i tre di centrocampo vengono sovrastati dai rivali, ecco che i bianconeri riescono a rimettersi in carreggiata grazie alla fasce. La velocità di gamba di Bernardeschi ha mandato in tilt la fascia destra capitolina, mentre l’ex Inter dall’altra parte è stato una continua spina nel fianco per i 20′ in cui è stato in campo. Un Ronaldo abulico si è fatto perdonare l’errore con il Chievo e non ha sbagliato dal dischetto, unica nota positiva della serata probabilmente più difficile da quando gioca in Italia.

A Inzaghi rimangono solo i complimenti e un grande rammarico, quello di non aver superato la Roma e messo nel mirino il Milan. Immobile (imperdonabile il suo errore sull’1-0) e compagni non riescono a sfare il tabù che non li vede mai vincenti contro le grandi del campionato. Ma se non porti a casa almeno un punto quando giochi una gara del genere, le cicatrici di questa sconfitta rischiano di rimanere aperte per un bel po’ di tempo. Giovedì in Coppa Italia contro l’Inter la prima occasione di riscatto…

 

Durante il microfono aperto, il direttore di Radio Sportiva Michele Plastino ha risposto alle domande degli ascoltatori. Ecco le principali considerazioni:

SUL MILAN – “Le prospettive per il Milan ci sono, anche come è stato gestito l’affare Higuain e l’arrivo di Piatek mi è piaciuto, io sarei fiducioso. Piatek mi piace, con lui e con Cutrone il Milan può essere micidiale perchè sono due predatori. Piatek e Paqueta possono dare un contributo al Milan per arrivare in Champions League, anzi Piat.

 

L’ex presidente del Bologna Giuseppe Gazzoni Frascara è intervenuto a Radio Sportiva per parlare della crisi del Bologna.

“C’è molta tristezza, Saputo ha chiesto scusa ai tifosi impegnandosi a rimediare però non so cosa voglia fare perchè ho un ottimo rapporto con lui ma non vengo coinvolto nella gestione. C’è molto da fare sia nella conduzione della squadra sia sui giocatori. Inzaghi a Venezia ha fatto bene ma un conto è fare bene in B un conto in A, non so cosa sta succedendo e se i ragazzi abbiano problemi di accettazione. Mihajlovic è uno tosto, potrebbe essere utile al Bologna, io so solo che i due giocatori che hanno preso sono buoni. Anche l’anno scorso c’erano problemi di classifica ma non come questi, il Bologna ha solo 14 punti e la salvezza è ancora molto lontana. La squadra forse non è da retrocessione ma non riesce a fare un passaggio smarcante: c’è qualcosa che non funziona, il Frosinone sembrava il Real Madrid. Saputo sa benissimo cosa deve fare, purtroppo secondo me dovrà fare una rivoluzione”

 

Ieri la Roma si è fatta rimontare tre gol dall’Atalanta. Ne abbiamo parlato a Radio Sportiva con l’ex giallorosso Roberto Scarnecchia

“La Roma sta cercando di migliorare su alcuni fronti su cui è più debole, tipo quello caratteriale: sono andati via giocatori di carisma, a centrocampo in questo senso manca De Rossi ed è un problema, anche se i giovani stanno crescendo bene. Forse il gol subito da Castagne prima dell’intervallo ha condizionato un po’ la Roma a livello psicologico, dando invece adrenalina all’Atalanta. Sicuramente la Roma deve dare più continuità e farsi sorprendere meno da squadre come l’Atalanta che in casa sono devastanti. Roma-Fiorentina di Coppa Italia sarà un’altra prova per capire se i ragazzi stanno crescendo: è sempre complicato gestire una squadra, a volte vorresti entrare in campo tu allenatore, ma credo che Di Francesco trasferirà ai ragazzi tutta la sua esperienza e tutta la sua rabbia per la partita di ieri. In tanti comunque prima della partita avrebbero firmato per un punto con l’Atalanta. La Roma in questo momento non ha grandissime necessità di modificare la rosa, ha più che altro l’esigenza di svegliarla”

 

Il giornalista della Gazzetta dello Sport Davide Stoppini ha parlato a Radio Sportiva dei grandi temi di casa Inter
“L’Inter ieri ha dato una netta sensazione di confusione, come se davvero le vicende di mercato come quella di Perisic avessero condizionato la prestazione della squadra: in campo si sono visti 4 moduli in 90 minuti, continui cambi che poi non hanno prodotto una vera reazione al gol del Torino. L’Inter nel secondo tempo non ha tirato in porta, Sirigu non ha fatto parate e questo è indicativo sul momento che vive l’Inter: la classifica comincia a complicarsi, l’Inter sembrava in una comfort zone e adesso invece, pur non correndo tantissimo le rivali dietro, Milan e Roma si avvicinano. Marotta è abituato a gestire situazioni delicate anche se forse alla Juventus non ne ha vissute troppe: la grana Perisic si risolve cedendolo, vedo poche altre strade. Lui ha fortemente chiesto la cessione, la trattativa con l’Arsenal procede a fari spenti ma c’è stata anche l’ammissione di Emery: io credo sia una trattativa destinata a chiudersi da qui a giovedì. Martinez e Icardi pur avendo caratteristiche diverse finiscono per occupare la stessa zona di campo e poco amano condividere gli spazi: il dialogo tra di loro ieri, a parte i primi venti minuti, è stato nullo”.

 

Paolo Mengoli, cantante e tifoso rossoblu, è intervenuto al ‘Bar Sport’ per parlare del Bologna: “Ieri (sconfitta in casa 0-4 dal Frosinone) è come aver avuto una tranvata in faccia. Il pubblico è stato molto corretto e la mossa di Saputo è stata intelligente, ma è arrivato un po’ lungo. Essere presidente di una squadra di calcio in Italia non è come esserlo in Canada. Speriamo che la lezione sia servita, siamo sempre in tempo a salvarci. Speravo molto in Spinazzola ma capisco che la Juve è la Juve. C’è bisogno anche di una vera punta, di un centrocampista incontrista e di un centrale. Mihajlovic? Avrei puntato più su un allenatore alla Guidolin o a Colomba, pratico di salvataggi in extremis, per cui sono rammaricato di questo. Non vorrei che entrasse in contrasto con i giocatori, che non stanno a guardare per il sottile. Spero che Mihajlovic motivi molto Destro. Donadoni? Da tifoso rossoblù non mi interessa se l’allenatore è simpatico o no. Non è un grande parlatore e affabulatore, ma è pratico. Per la salvezza ci vuole un miracolo, e che i giocatori si mettano in testa che la maglia che indossano è gloriosa. Sarebbe un peccato retrocedere, soprattutto considerando il progetto del nuovo stadio, che è un gioiello”

 

“Dobbiamo ripartire dai primi 50′ di campionato, mettendo la stessa personalita’. Negli ultimi 30 minuti abbiamo smesso di palleggiare e ci siamo allungati, cosi’ sono venute fuori tutte le caratteristiche del Napoli. Dobbiamo avere voglia di giocare e di farsi vedere, palleggiando bene”. Alla vigilia di Milan-Napoli, gara a eliminazione diretta valida per i quarti di finale di Coppa Italia e in programma domani alle 20.45 a San Siro, il tecnico del Milan Rino Gattuso ha parlato in esclusiva ai microfoni di Milan TV.

L’ex centrocampista ha detto di non aver parlato con Ancelotti dopo il match di sabato sera (“Mi piace passare il post-gara parlando insieme al mio staff, ma Carlo lo sento sempre, non manca mai il confronto e lo rispetto molto”) e spiega la sua vicinanza alla squadra in questo momento.

“E’ un momento cosi’, mi sento di stare vicino ai ragazzi e di fargli sentire la mia voce. In questo momento voglio stare vicino alla squadra, anche durante il riscaldamento. Lavoriamo sempre sulla linea difensiva e sul lavoro del vertice basso di centrocampo. Crediamo molto in quello che stiamo facendo”.

Manca ancora qualcosa, pero’, per ridurre il gap con Juventus e Napoli. “Ci vuole esperienza. Siamo una squadra giovane e abbiamo bisogno di questo tipo di partite. Per tornare competitivi bisogna avere continuita’ nelle prestazioni, nel gioco e nella mentalita’. In questo periodo a tratti lo stiamo dimostrando, ma abbiamo ancora troppi alti e bassi” .

Gattuso ha parlato anche del neo arrivo Piatek. Mi ricorda Tomasson, ha caratteristiche ben precise: Jon non si risparmiava mai in allenamento e ci dava una grandissima mano anche quando giocava dall’inizio. Piatek e’ arrivato da poco ma mi piace, e’ un ragazzo curioso che guarda le foto a Milanello: gli piace osservare, parlare e vivere la struttura. Questo e’ qualcosa di bello. Titolare domani? Se la giocano lui o Cutrone”.

Gattuso ha anche parlato di Bakayoko: “Un giorno un giocatore e’ un bidone, un giorno e’ un fenomeno. Oggi sento tante voci ma lui deve mettere le sue caratteristiche a disposizione della squadra. E’ giocatore che salta l’uomo, tecnico, e ci sta dando una grande mano”.

Quindi, alla vigilia del match contro il Napoli, Gattuso fa il punto sugli infortunati. “Caldara e Biglia ieri hanno lavorato una piccola parte con noi, stanno lavorando a livello fisico. Penso che entro una settimana saranno a disposizione. Siamo molto contenti, hanno grandissima voglia di rientrare e lo dimostrano per l’impegno che ci stanno mettendo negli ultimi giorni”.

Infine, alla domanda su come vede il Milan tra cinque anni, Gattuso ha concluso: “Pensiamo ad adesso, al presente, perche’ ci stiamo giocando tanto. Da qui a cinque anni possono cambiare tante cose, il mercato e’ sempre piu’ globale e difficilmente puoi trattenere giocatori che non hanno molta voglia. Dobbiamo riuscire a diventare squadra il piu’ presto possibile, facendo crescere i nostri giovani: siamo un gruppo sano e con grandi individualita’, ma dobbiamo ancora diventare concreti e forti”.

Radio Sportiva e Rai Sport e Mediaset

Pubblicato da Alessandro Lugli

Alessandro Lugli è nato a Napoli e ivi residente. Poeta, giornalista pubblicista e cantante. Direttore di vari blog da lui creati.