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Fiorentina-Roma 7-1 è una partita che va oltre il passaggio del turno di Coppa Italia. Le proporzioni del disastro della squadra di Eusebio Di Francesco sono infatti tali da pensare che nella Capitale possa succedere qualcosa di diverso anche dopo il 90′. Indipendentemente dalla serata magica di Federico Chiesa (alla prima tripletta in carriera).

La prima occasione della partita è di marca giallorossa, con Zaniolo che va al tiro mancando però la porta. Sin da subito la Fiorentina mostra però di voler fare sul serio, con Chiesa che dopo 4 minuti fa tremare Olsen puntando la porta e sfiorando il palo con la conclusione di destro. Ma è solo questione di tempo: al 7′ infatti Pastore perde palla, ne approfitta Benassi che trova Mirallas solissimo a sinistra, il cross taglia fuori i centrali della Roma Fazio e Manolas (che addirittura scivola) e Chiesa ha tutto il tempo di segnare l’1-0.

La Roma reagisce e Cristante colpisce il palo, ma dietro sbaglia tutto. E ne approfitta ancora una volta Chiesa, che al 18′ scatta sulla destra sul filo del fuorigioco (in ritardo Kolarov) e raddoppia con un delizioso scavetto a tu per tu con Olsen. Gli ospiti reagiscono e dimezzano il divario al 28′, quando Pezzella e Veretout non si intendono e Kolarov ha tutto il tempo e lo spazio per prendere la mira e battere Lafont con il sinistro. Già al 33′ però la Fiorentina riporta a due le reti di distanza dalla Roma, quando Biraghi sfonda a Florenzi sulla sinistra e trova al centro Muriel, il colombiano tira e fa 3-1, in mezzo a quattro giallorossi immobili.

Nella ripresa Di Francesco prova a correre ai ripari, mandando in campo Pellegrini e Dzeko al posto di Nzonzi e Pastore, ma non cambia nulla e anzi la sconfitta della Roma si tramuta in un tracollo: solo uno squillo di Zaniolo per gli ospiti, poi dopo due occasioni fallite da Muriel arriva il 4-1 di Benassi al 66′, frutto di un altro errore della Roma, con Cristante che regala palla ai viola.

A questo punto la Roma perde la testa: al 72′ viene espulso Dzeko (rosso diretto per proteste), al 74′ Chiesa, dimenticato da Kolarov, completa la prima tripletta della sua carriera. Non è ancora finita: al 79′ un solissimo Simeone servito da Gerson fa il sesto e dieci minuti dopo completa la doppietta. E per la Roma si completa una serataccia da dimenticare e che difficilmente non avrà conseguenze.

SPORTAL.IT | 30-01-2019 20:25

30/01/2019

La Juventus, vincitrice delle ultime 4 edizioni, esce ai quarti di Coppa Italia. L’impresa riesce all’Atalanta, che vince 3-0 e vola in semifinale dove trova la Fiorentina. La gara viene decisa nel giro di due minuti tra il 37′ e il 39′: prima Castagne ruba palla a Cancelo e fulmina Szczesny, poi Zapata raddoppia con un destro dal limite. Al gol del colombiano, che fa tris all’86’, Allegri perde le staffe e viene espulso da Pasqua.

IL TABELLINO

ATALANTA-JUVENTUS 3-0
Atalanta (3-4-1-2)
: Berisha; Toloi, Djimsiti, Palomino (44′ st Masiello); Hateboer, de Roon (46′ st Gosens), Freuler, Castagne; Gomez; Ilicic (27′ Pasalic), Zapata. A disp.: Gollini, Rossi, Reca, Piccoli, Pessina, Mancini, Kulusevski, Barrow. All.: Gasperini
Juventus (4-3-3): Szczesny; De Sciglio, Rugani, Chiellini (27′ Cancelo), Alex Sandro; Khedira (26′ st Pjanic), Bentancur, Matuidi; Dybala (16′ st Douglas Costa), Ronaldo, Bernardeschi. A disp.: Pinsoglio, Perin, Caceres, Spinazzola, Emre Can, Kean. All.: Allegri
Arbitro: Pasqua
Marcatori: 37 Castagne (A), 39′ e 41′ st Zapata (A)
Ammoniti: Djimsiti (A), Freuler (A), Hateboer (A), Pjanic (J)
Espulsi:
Note: Espulso l’allenatore della Juventus Allegri per proteste al 39′

Mediaset

 

Daniele Fortunato, ex calciatore di Atalanta e Juventus, è intervenuto nel ‘Processo di Sportiva’ per parlare del match di ieri sera: “Allegri ha fatto la formazione per passare il turno, ma i giocatori non l’hanno seguito al 100%. De Sciglio ad esempio è un terzino, non un centrale. Non era il suo ruolo. Il tecnico ha comunque messo in campo i migliori e secondo me si è tolto il peso della Coppa Italia, con serenità. Non mi sembrava poi così scontento della sconfitta. Credo che la Juve punti solo alla Champions e il Campionato è diventato quasi un ‘allenamento’. Adesso potrà far rifiatare quelli che non sono più ‘ragazzini’. L’addio di Benatia? Di solito alla Juve ha pronto il sostituto ma in questo caso si è trovata spiazzata. Ieri però aveva difronte un’Atalanta molto forte, la squadra ad oggi più pericolosa del campionato. La Juve di oggi non sta attraversando un gran periodo ma ha grandi margini in campionato che gli consentono di stare tranquilla. In queste ultime ore di calciomercato l’innesto in difesa ci sta, ma ci vuole un profilo di alto livello. Credo che i migliori giocatori devono giocare, Ronaldo compreso”.

 

Enzo Ghinazzi, in arte Pupo, è intervenuto nel ‘Processo di Sportiva’ in quanto tifoso viola: “Chiesa? Fa già gol a parecchie squadre e Roberto Mancini che era allo stadio ha potuto visionarlo bene. Firenze è una piazza particolare, sono un tifoso a prescindere da chi gioca nella Fiorentina. La squadra penso sia ben gestita dai Della Valle e dai tecnici. Da qui sono passati tanti calciatori importanti, quando noi arrivavamo da campionati dilettantistici. Capisco i tifosi che vorrebbero di più ma non ci possiamo lamentare di come sono state gestite anche le vendite dei campioni. Anche sul 5-1 vedevo quella voglia di vincere, di giocare, quella cinicità. Mi veniva da piangere, sono momenti impagabili per un tifoso come me. La Coppa Italia è un obiettivo alla nostra portata. Certo, l’Atalanta è forte ma dopo aver visto ieri questa Fiorentina, mi godo il momento e questo attacco meraviglioso, magari con la speranza di alzare al cielo un trofeo dopo tanti anni”

 

Luca Valdiserri del Corriere della Sera è intervenuto nel ‘Processo di Sportiva’ per parlare della squadra giallorossa: “La Roma quest’anno ha perso molte partite, non è la singola sconfitta 7-1 che brucia. La situazione mi sembra compromessa per Di Francesco. Il problema è che il suo stipendio è di 3 milioni all’anno ed ha ancora un anno di contratto. Prendere adesso un altro allenatore per 6 mesi non la vedo una buona soluzione, col rischio poi di avere 2 o 3 allenatori a libro paga. A questa Roma manca un gruppo ed il tecnico non è stato in grado di crearlo. Ha una comunicazione molto schietta ma sbagliata, dicendo che non capisce cosa hanno i giocatori per la testa. E’ proprio la gestione che è riuscita male. Inoltre dalla società è passato un messaggio sbagliato, “Non affezionatevi ai calciatori”. Non puoi pretendere che nei momenti di difficoltà poi sìano dei calciatori-tifosi. Il rischio è che pensano solo a se stessi piuttosto che alla squadra. Piatek? Bravissimo, ma Cutrone fa un sacco di lavoro e Gattuso infatti lo ha elogiato”.

 

Così Sandro Sabatini nel ‘Microfono Aperto’: “Chi doveva giocare ieri centrale al posto di De Sciglio? Caceres non gioca da 6 mesi e non era pronto. De Sciglio è un terzino forte. La verità è che chi gioca accanto a Chiellini vive di luce riflessa e l’assenza di Benatia si farà sentire. Allegri? Il centrocampo di Conte non c’è più. Ma se tu confronti il centrocampo di oggi con Vidal Pirlo e Pogbà dei tempi d’oro, è chiaramente inferiore. L’anomalia comunque è vincerle tutte, non perdere una partita. Nell’arco di una stagione ci sta di perderne 5/6. Inoltre da agosto ad oggi quanti gol ha fatto su punizione? Zero. E le tira tutte Ronaldo. Quest’anno mancano i gol su punizione di Pjanic e Dybala. Gasperini? L’Atalanta gioca bene e ieri l’ha fatto con intelligenza, giocando 11 contro 11, facendo pressing ed un ottimo giro palla. Roma? Pensavo fosse da quarto posto, ma è già un miracolo se va in Europa League. Quello che è successo ieri significa che non c’è un giocatore che ragiona e c’è uno scollamento evidente con Di Francesco. Inter? Per me è una buona squadra, da terzo posto. Non è una Ferrari né un’utilitaria, ma una via di mezzo. Chiesa? Si è sbloccato ed ha trovato situazioni a campo aperto che prima non aveva trovato. Ha raccolto i meriti suoi, dell’allenatore e dell’inserimento di Muriel. Il figlio è più forte del padre, ma Enrico giocava contro grandi campioni e nella sua miglior stagione si fece male. Dimissioni? In Italia è una pratica che non fa nessuno. Quando c’è qualcosa che non va, si da la colpa a qualcuno perché l’ammissione delle colpe non riesce mai a nessuno”.

 

Sergio Porrini, ex calciatore di Atalanta e Juventus, è intervenuto nel ‘Buongiorno Sportiva’ per commentare l’impresa dell’Atalanta: “Non dico che ieri sera ci si potesse aspettare una partita di questo tipo, ma a Bergamo l’Atalanta fa un calcio spettacolare ed il pubblico è il 12esimo giocatore in campo. Conosco chi ha avuto la fortuna di lavorare al fianco di Gasperini e tutti mi hanno detto che è un grandissimo allenatore, molto preparato ed in grado di far esprimere ogni giocatore al 100%, esaltandone le caratteristiche. Credo che l’Atalanta possa ambire ad un posto in Champions e Gasperini merita davvero una grande occasione. La difesa della Juve? Quando ti vengono a mancare i 2 giocatori più forti, gli altri non sono in grado di rimpiazzarli perché Bonucci e Chiellini sono la coppia centrale più forte in Italia e forse in Europa. L’ottavo con l’Atletico? E’ il crocevia della stagione. Per essere un ottavo è la partita più difficile che potesse capitare. La Juve a questo punto vincerà il Campionato, l’obiettivo quindi è la Champions ed il mercato è stato fatto per vincerla. C’è da dire che quando la Juve trova una squadra aggressiva va in difficoltà, è stato così a Roma con la Lazio e a Bergamo con l’Atalanta”.

 

Claudio Onofri parla a Marte Sport Live: “Ho visto Milan-Napoli e non credo che il problema sia il turnover. Finora è stato un pregio della gestione Ancelotti. Non mi sento di dare una colpa in questo senso: la formazione di ieri era molto importante con tanti titolari. Ieri mancava il regista vero e proprio, i due esterni erano più delle mezz’ali, quindi sono state scelte diverse rispetto a quelle di sabato, ma credo che Ancelotti abbia scelto per gestire al meglio la rosa. Piatek è stato decisivo e ha fatto la differenza. Quando tira in porta, è un fenomeno. Gli mancano alcune cose, come la tecnica, che Milik ad esempio ha. Ovviamente deve crescere ancora”.

 

Il Napoli ha ripreso gli allenamenti stamattina dopo la sconfitta di San Siro col Milan in Coppa Italia. Da valutare le condizioni di Albiol e Hysaj per la Sampdoria: saranno decisivi i prossimi due giorni.

 

Il Napoli è irriconoscibile e saluta la Coppa Italia nel peggiore dei modi. Per Carlo Ancelotti era uno degli obiettivi da provare a conquistare, ma l’approccio della sua squadra è stato completamente sbagliato. Al Milan è bastata mezz’ora per chiudere i conti con la doppietta di Piatek. Il polacco è scatenato e vince il derby con il connazionale Milik, mai realmente pericoloso come tutti gli azzurri. Deludono Maksimovic, ma anche Allan e Diawara, incapaci di creare ritmo in mediana. Sottotono pure Insigne. Il copione non cambia nella ripresa con gli ingressi di Ounas e Mertens. Il Napoli è inconcludente.

MILAN (4-3-3): G. Donnarumma; Abate, Musacchio, Romagnoli, Laxalt; Kessie, Bakayoko, Paquetà (40’ st Rodriguez); Castillejo, Piatek (33’ st Cutrone), Borini (15’ st Calhanoglu). All. Gattuso.

NAPOLI (4-4-2): Meret; Malcuit (40’ st Callejon), Koulibaly, Maksimovic, Ghoulam; Fabian, Allan (1’ st Ounas), Diawara (13’ st Mertens), Zielinski; Milik, Insigne. All. Ancelotti.

Radio Sportiva e Radio Marte

Pubblicato da Alessandro Lugli

Alessandro Lugli è nato a Napoli e ivi residente. Poeta, giornalista pubblicista e cantante. Direttore di vari blog da lui creati.