Vincenzo Montella

“Ho cominciato a giocare a calcio appena sono entrato nell’età del comprendonio.
I miei scenari di calcio primordiale sono quelli delle generazioni che hanno preceduto le scuole calcio, quelli dei figli di genitori che non potevano pagare le costose iscrizioni, quelli di chi andava a giocare
con le magliette della scuola, non con le riproduzioni delle divise acquistate nei punti vendita delle squadre.
Mio padre faceva due lavori per sostenere una famiglia di cinque figli. Il giorno era operaio all’Alfa Sud di Pomigliano d’Arco, principale bacino di occupazione della zona, e quando non era alla catena di montaggio faceva il falegname.
Ricordo che lavorava sempre, anche la domenica, anche in agosto. Non ricordo di aver mai fatto una vacanza, da piccolo.
Era stare a casa con i genitori, la mia vacanza preferita. Quando avevo tredici anni mi fecero partire per Empoli.
Mia madre piangeva e ancora oggi non si perdona di averlo fatto, ma vollero che io potessi inseguire il mio sogno. E, grazie a loro, ho potuto toccarlo, quel sogno.
Ricordo che a diciott’anni cominciò il mio calvario.
Mi fratturai il perone e mi ruppi i legamenti. Sei
mesi fermo. Come se non bastasse mi venne anche una miocardite e per un anno non ebbi l’abilitazione per scendere in campo. Fu un periodo durissimo.
Mi crollò il mondo.
Avevo fatto tanta fatica e ora mi trovavo con un pugno di mosche.
Poi la miocardite, come era arrivata, andò via, inspiegabilmente e improvvisamente. E la luce si riaccese.
La festa scudetto della Roma una gioia immensa. Fino all’ultima giornata, con il Parma, avevamo paura
di perdere lo scudetto.
Quella notte magica la ricordo con quel misto di sensazioni, gioia e malinconia. Poi io, per carattere, gioisco dentro di me, più che all’esterno.
Ma se dovessi scegliere un evento da rivivere opterei per quella notte. E la vivrei certamente in modo più libero.
Se dopo il mio successo, ora, mio padre va finalmente in vacanza?
Mia madre sì, mio padre no. La sua vita è il lavoro.”
C’era una volta in Serie A un aeroplanino che volava, a suon di gol, sui cieli di Roma e Genova.
Vincenzo Montella, un grande attaccante… ❤️
Fonte: La vita in 90 minuti – Walter Veltroni

Pubblicato da Alessandro Lugli

Alessandro Lugli è nato a Napoli e ivi residente. Poeta, giornalista pubblicista e cantante. Direttore di vari blog da lui creati.