Calcio 10-12-2019

Alex Meret ha detto la sua, in conferenza stampa, per uscire dal momento negativo che sta attraversando il Napoli; per lui si deve rimanere uniti nello spogliatoio.

Il portiere del Napoli Alex Meret ribadisce il suo concetto per superare il momento negativo. Per lui è importante tenere tutto quello che c’è all’esterno al di fuori e restare uniti nello spogliatoio.
Di seguito le sue parole:
“Dobbiamo estraniarci da tutto quello che c’è all’esterno, restando uniti dentro lo spogliatoio. Non dobbiamo farci condizionare.“ -100per100Napoli-

Il Napoli ha concluso la seduta di allenamento prevista per questo primo pomeriggio, alla vigilia della sfida contro il Genk. Di seguito il report ufficiale.

Seduta pomeridiana per il Napoli al Centro Tecnico. Gli azzurri preparano il match contro il Genk per la sesta giornata di Champions League in programma domani al San Paolo alle ore 18.55.
La squadra, sul campo 2, ha iniziato la sessione con riscaldamento e serie di torelli. Successivamente esercizi di reattività e lavoro tecnico tattico. Chiusura con partita a campo ridotto.
Allan ha svolto allenamento completo con il gruppo. Ghoulam e Tonelli continuano nel loro lavoro personalizzato.-100per100 Napoli-

Conferme su conferme. L’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport fa sapere che c’è stato un incontro segreto tra De Laurentiis e Gattuso, scelto come sostituto di Carlo Ancelotti. I due si sono incontrati domenica mattina alla Filmauro. Il risultato di questa sera col Genk rischia di essere relativo. Il presidente del Napoli ha già fatto la sua scelta. Il rischio era di compromettere ulteriormente la stagione. Per questo ha puntato su Gattuso che, salvo sorprese, diventerà il nuovo allenatore entro questa settimana o subito dopo la gara di sabato contro il Parma. -tuttonapoli.net-

Ormai sembrano non esserci più dubbi: Rino Gattuso, tra poche ore, sarà il nuovo allenatore del Napoli. Sarà lui a prendere il posto di Carlo Ancelotti che lascerà dopo la gara contro il Genk. L’edizione odierna del Corriere dello Sport fa sapere che in un mese e mezzo è stato bruciato il rapporto tra squadra, società e l’attuale tecnico. Ancelotti paga gli ultimi risultati, decisivo l’ultimo pari di Udine che ha convinto De Laurentiis a cambiare. Da quel momento contatti costanti con Mendes e accordo per un contratto fino al 2021, della durata dunque di diciotto mesi. Questo perché Gattuso non si sente traghettatore e voleva garanzie. Che ha ottenuto. Poche ore e sarà tutto ufficiale, salvo clamorose sorprese. -tuttonapoli.net-

 

“Cosa vuoi? Cosa fai?” urla Gennaro Gattuso a Marek Hamsik, un ragazzo di ventuno anni – era il 2008 – che si limita a rispondere senza alzare la voce dopo aver commesso un normale fallo. Arriva Paolino Cannavaro a sfidare Rino, lo seguono Gargano e Contini, interviene Rocchi a raffreddare la temperatura. Il Meazza fischia. Sono tutti con Gattuso. Che si sente forte ed esagera. Ne approfitta perché Hamsik è poco più di un ragazzino con volto fanciullo e sguardo innocente.
“Ero giovanissimo e lui un giocatore importante. Preferii stare zitto per evitare l’ammonizione” spiegò Hamsik cinque anni dopo. Un episodio storico, manifesto del suo dna. Non è mai stato timido, Marek, solo rispettoso. Quella volta accettò la sfida, restò fermo, per nulla intimorito. Non indietreggiò. Non serve alzare la voce per farsi sentire. Qualcuno gli rimproverava il carattere, altri ne hanno elogiato la signorilità. Lo stile. Merce rara. Hamsik è stato un orgoglioso capitano del Napoli. Un esempio di comportamenti e mai solo di parole. Non è per forza leader chi urla.
Stasera, undici anni dopo, Gattuso e Hamsik si ritrovano. Pur senza incontrarsi: il primo è accostato alla panchina del Napoli, il secondo tornerà al San Paolo. Due sguardi (di allora) che fisseranno una notte speciale. Contraddittoria. Hamsik e Gattuso si sono affrontati tante altre volte, sorridendo di quell’episodio, scherzando e battendosi in ogni affascinante duello. Gattuso, nel 2011, commentò così il possibile arrivo di Marek al Milan: “Piace ad Allegri ma non so se arriverà. Sento parlare di una richiesta di 40 milioni, una cifra inarrivabile per il calcio italiano di oggi. Hamsik è un centrocampista di qualità, il suo acquisto ci renderebbe più competitivi, ma per vincere la Champions ci vuole altro”. Per il Milan, neppure ogni ‘altro’ è bastato per tornare a vincerla. Buon per il Napoli: s’è goduto altri otto anni di Marek. -tuttonapoli.net-

C’è anche il Napoli su Zlatan Ibrahimovic. C’è sempre il Napoli. Oltre al Milan. Alfredo Pedullà, sul Corriere dello Sport oggi in edicola, fa sapere che Raiola, in un summit col Napoli, ha chiesto 4 milioni fino a giugno, con la possibilità di estendere il contratto fino al 2021. De Laurentiis aveva pensato a Ibra in tempi non sospetti, il quotidiano spiega che “è la valvola di sfogo per ammortizzare l’eventuale partenza di un attaccante o una speranza di dare una scossa in un momento di calma troppo piatta”. Ibra, intanto, adora Napoli e vorrebbe chiudere a Napoli la sua carriera. Vedremo…-tuttonapoli.net-

L’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport anticipa quelle che potrebbero essere le scelte di formazione in vista della sfida contro il Genk. Per il Napoli sarà 4-4-2 con Mertens e Lozano attaccanti, Callejon che torna a desta, Mario Rui a sinistra in difesa e Allan che prende il suo posto in mediana accanto a Fabian e Zielinski (a sinistra). Una formazione ‘tipo’ per quella che potrebbe essere l’ultima partita in panchina di Ancelotti. Serve almeno un punto per gli ottavi di finale. -tuttonapoli.net-

Se non ora, quando? Aurelio De Laurentiis prosegue la sua riflessione su Carlo Ancelotti. Riflessione che lo starebbe portando a decidere per la svolta in panchina. Il prescelto è uno soltanto, Rino Gattuso, che domenica pomeriggio ha detto “no” alla Fiorentina e che aspetta il Napoli. Ma quando? Questo lo deciderà De Laurentiis, che in queste situazioni è imprevedibile al 100%. Aspetterà la partita di questa sera per fare le ultime conclusioni. Ovviamente un’improbabile debacle del Napoli porterebbe all’esonero di Ancelotti senza se e senza ma, ma la decisione del presidente non è legata al risultato di questa sera.
De Laurentiis è sicuro del passaggio del turno, ma il suo pensiero è al campionato. Voleva delle risposte contro Milan, Bologna e Udinese: non le ha avute. In più teme che il famoso 5 novembre non sia la causa di quanto sta accadendo al Napoli, ma l’effetto. L’effetto di un rapporto difficile tra l’allenatore e i calciatori, a causa di un modulo e idee di gioco mal digerite, e soprattutto dell’utilizzo di tanti calciatori utilizzati fuori ruolo, finiti poi travolti dalle critiche. In più la situazione dei contratti non rinnovati, che ha portato alcuni senatori a un malessere che ha contagiato tutta la rosa fino a esplodere nell’ammutinamento del 5 novembre. Una ribellione che Ancelotti non ha saputo gestire, finendo mestamente con l’andare in ritiro da solo dopo Napoli-Salisburgo di Champions League. Lì che De Laurentiis ha capito che l’allenatore aveva perso il controllo dello spogliatoio. Approccio morbido nei confronti dei calciatori, che pian piano hanno finito col diventare troppo “capuzielli”. De Laurentiis ha lasciato ad Ancelotti esprimere tutte le sue doti di conciliatore, ma sul campo si è riversata la grande quantità di problemi che si è accumulata nei mesi scorsi. Senza una reazione, il presidente teme che il Napoli possa uscire fuori dalla prossima Champions League e anche fuori dall’Europa League. C’è uno spogliatoio scollato che non può che aggravare la situazione.
Ecco perché sta riflettendo (non avrebbe ancora deciso) se chiamare Ancelotti per concordare un addio “soft” (non si parlerebbe di esonero, ma di addio consensuale) e affidare alla grinta di Gattuso uno spogliatoio ribelle e tendente all’anarchia. L’ex allenatore del Milan porterebbe in campo il suo collaudato 4-3-3 che ben si adatta ai calciatori del Napoli, e soprattutto porterebbe un po’ di aria nuova e una guida che dovrebbe entrare in empatia coi giocatori. Soprattutto, Gattuso cercherà un modo per aiutare i giocatori a gestire la questione multe, proponendo un patto con il presidente: se a fine anno il Napoli raggiungerà il piazzamento Champions tutto sarà annullato, o alla men peggio i giocatori saranno rimborsati con dei premi. Un compito difficile per Ringhio, che intanto non vede l’ora: dovrebbe annunciare un incarico di sei mesi con opzione “verbale” per un altro anno di contratto in caso di piazzamento Champions. In più, Gattuso potrebbe convincere De Laurentiis a prendere Ibrahimovic per “regolare” definitivamente lo spogliatoio, soprattutto se Mertens e Callejon non rinnoveranno. Quando accadrà? Presto, forse già in queste ore. O magari prima del Parma, oppure dopo. Deciderà De Laurentiis.-tuttonapoli.net-

Emergono ulteriori dettagli sullo stipendio proposto dal Napoli a Gennaro Gattuso. Le ultime sui social col tweet del giornalista de La Gazzetta dello Sport Nicolò Schira: “Intesa per stipendio da 3 milioni (18 mesi) tra Rino Gattuso e il Napoli. L’ex tecnico del Milan è pronto a subentrare dopo la sfida col Genk ad Ancelotti, che potrebbe però non restare fermo a lungo. Carletto infatti è nei pensieri dell’Arsenal…”.-tuttonapoli.net-

 

Il terzo, che ormai stava inseguendo, avrebbe dovuto avere in sé tutto ciò che apparentemente serve a questa squadra: una tendenza al 4-3-3, la fama del «duro», qualcosa che lo legasse – fosse anche la storia incrociata del loro passato – al predecessore. E così, all’improvviso, ma mica poi tanto, Aurelio De Laurentiis ha smesso di telefonare, ha archiviato le chiacchierate con Allegri e con Spalletti, ed ha virato, decisamente e definitivamente, decidendo per Rino Gattuso: d’altro canto lo chiamano «ringhio», da sempre, e ora gliela farà vedere lui, da domani, con quella faccia un po’ così e quell’espressione un po’ così, cosa significhi «abbandonare» un gentiluomo che in quarant’anni ne ha viste tante e magari ha già avvertito, proprio sulla sua pelle, a Monaco di Baviera, cosa voglia dire sentirsi sfiorato dal sospetto di un esonero, quando sta per cominciare una partita. Ma questo è il calcio, guai stupirsene, e gli spifferi che a un certo punto hanno «trapanato» anche le mura di Castel Volturno non sono riusciti neanche a scuotere quel sopracciglio, dinnanzi alla prospettiva inquietante ed amara di un esonero che è annunciato, vada come vada. Ci sarà da onorare il contratto con Ancelotti, o da trovare una transazione, ma questi diventano gli argomenti che verranno.Gattuso a Roma per incontrare De Laurentiis?
E’ arrivata la soffiata che ne avessero appena riparlato De Laurentiis e Gattuso e qualcuno s’è pure spinto oltre, sembra abbiano intravisto la sagoma dell’ex mediano di Ancelotti aggirarsi per la Capitale, certo non per andare a godersi la Cappella Sistina. Ma questi sono dettagli che restano ai margini d’una storia che avvita il Napoli su se stesso, bruciando l’idea di un Progetto ch’è divenuto incurante del passaggio del turno agli ottavi di fi nale di Champions e si concentra esclusivamente sulla ricerca d’una svolta secca, rapidissima, da avviare domattina.

Gattuso al Napoli non da traghettatore
Non ci saranno traghetti per arrivare sino a giugno e poi eventualmente orientarsi altrove, su Gasperini o su chiunque altro piaccia a De Laurentiis: a Gattuso non è mai interessato giocarsela sino a giugno e senza un paracadute che desse un senso alla propria «scommessa» personale, succedendo peraltro al «maestro» al quale si sente più vicino. La scelta, in quell’ondata di riflessioni, s’è registrata sabato notte, dopo il pareggio di Udine, la nona gara senza vittoria e la certificazione ulteriore d’una crisi di fatto, con il quarto posto distante otto punti e il pericolo di dover fronteggiare l’esistenza economicamente meno lussuriosa che consente la Champions: Gattuso è divenuto, e prepotentemente, per De Laurentiis la zattera sulla quale lanciarsi, il drastico uomo di polso per frenare una caduta rovinosa. Il contratto, a quel punto, dopo che Jorge Mendes, vicinissimo al tecnico calabrese ha negato qualsiasi possibilità «semestrale», s’è allargato a mo’ di lenzuolo sino ai diciotto mesi, scadenza 2021. -CDS-

L’ abracadabra di Ibra conterrà, presto, qualche altro depistaggio mediatico. Da re dei social qual è, distribuisce stupore come se fosse un pallonetto da 50 metri. Magari pubblicherà un’immagine con la maglia del Milan per poi andare al Napoli. O viceversa. Lui tiene le carte, le scopre come gli pare. Ama il bluff, adora pensare che tu gli stia dietro per portargliele via (le carte) in modo da leggere in anticipo se ha in mano ha tre assi di coppe (la Champions che gli manca) o qualche due di briscola. Geniale, diversamente sarebbe un banale attaccante come mille al mondo. Se pensi che un semplice annuncio debba materializzarsi presto, “io sono Zlatan” ti sorprende al contrario. Domani scade la deadline di Mihajlovic: «Non deciderà prima del 10 dicembre», aveva detto Sinisa alzando la tensione che diventa un brivido chilometrico quando l’ex idolo di Malmö, l’uomo della statua vilipesa, deve annunciare qualcosa. Bene, anzi male, per il Bologna: ieri Walter Sabatini ha spiegato al mondo intero che “Ibra non verrà da noi, ha fatto altre scelte”. […]

La triade rossonera (Maldini-Boban-Massara) freme talmente tanto che furbescamente svicola. Ha formalizzato l’offerta, 6 o 18 mesi fai tu che comunque non è un gran problema. I soldi, certo: se offri due milioni fino a giugno, forse Ibra ti guarda in faccia e ti regala una smorfia. Non puoi pensare che ti faccia un saldo; sei tu che hai bisogno di lui, non lui di te. Meglio: lui ha bisogno di te perché gli stai dicendo che qui bisogna dare personalità a un gruppo di bravi ragazzi, persino talentuosi, ma che hanno perso all’improvviso la rotta. E se io, Ibra, poche settimane fa ho detto che “in questo Milan è tutto sbagliato”, mettimi nelle condizioni di dimostrartelo. Ci penso io, ci sono io, fammi tornare da re. Ecco perché non può essere un esclusivo e volgare “quanto mi dai?”, soprattutto nel momento in cui il fondo, la proprietà o chi vi pare hanno sbugiardato il concetto base. Ovvero la volontà di non investire sugli ultratrentenni. “Ma come ti permetti? Io dentro ne ho 28”, è come se sentissimo Zlatan al semaforo sotto casa.

Carlo Ancelotti, che merita il rispetto riservato ai generali con un petto ricco di medaglie, ha svelato un altro retroscena su Zlatan. «L’ho sentito, è a Los Angeles, sta benissimo». Ma ci sono spifferi che vanno oltre le parole, i retroscena di mercato sono sale e pepe: un summit con Raiola per parlare di Ibra ha portato alla richiesta di quattro milioni fino a giugno, magari con la possibilità di estendere fino al 2021. Le mosse sotterranee servono, lontano da orecchie indiscrete, sapendo che poi strappare un impegno di 18 mesi non sarebbe un intoppo. Comportatevi come ritenete, il bello del calciomercato è che non esiste una sola chiave di lettura. Ma una cosa è sana e giusta: il Napoli aveva pensato a Ibra in tempi non sospetti, l’aveva ammesso De Laurentiis con quel “dipende da lui”. Se avesse voluto chiudere la porta in faccia, il presidente non ne avrebbe parlato. Era (è) una valvola di sfogo per ammortizzare l’eventuale partenza di un attaccante. Era (è) una speranza di dare una scossa in un momento di calma troppo piatta, sapendo che Ibra adora Napoli e ha ammesso di voler chiudere la carriera lì. Non ci siamo dimenticati del Milan, ci mancherebbe. Ma se pensate a Gattuso dietro l’angolo del Maschio Angioino, e avete memorizzato i suoi rapporti con Zlatan, per questa storia il miglior sceneggiatore al mondo avrebbe chiesto (chiederebbe) una settimana d’aria. -CDS-

NAPOLI – “A domani”. Marek Hamsik convoca il popolo del San Paolo per il saluto posticipato al Napoli e alla gente di Napoli, la sua gente: l’invito è partito ieri attraverso una storia pubblicata su Instagram, con tanto di emoji con la cresta che ricorda quella del capitano. L’ex, pardon, comunque mai dimenticato e anzi indimenticabile: il club azzurro ha dato appuntamento alle 18 di oggi, un’oretta prima della partita con il Genk, per il grande omaggio che prevede il trionfale ingresso in campo; un gioco di luci; l’immancabile giro di saluto e poi una premiazione molto romantica.
Sì: a omaggiare Marek sarà infatti Edy Reja, il suo primo allenatore nel Napoli e attuale ct dell’Albania. Quello con cui ha cominciato la scalata ai quattro record tuttora detenuti: presenze assolute (520), in campionato (408) e nelle coppe europee (80), nonché gol assoluti (121). La nota stonata? Al San Paolo sono attesi più o meno 25mila spettatori, qualcosa in meno considerando i dati della prevendita diffusi ieri (c’è però ancora tempo per acquistare un biglietto).-CDS-

TORINO – Juve in festa ieri per la tradizionale cena di Natale alle OGR di Torino. Il presidente, Andrea Agnelli, ha elogiato Maurizio Sarri: «Quest’estate quando andavamo in giro con Paratici e Nedved a cercare di capire quella che doveva essere la Juve del futuro, una persona ci ha ascoltato e creduto. E nella prima conferenza stampa ha ricordato la ferocia e volontà con cui l’abbiamo voluto. E’ la stessa ferocia e volontà con cui tu, Maurizio, hai voluto la Juve. Hai colto una sfida dura e difficile ma che insieme sappiamo di poter vincere».
Sarri ha sottolineato che la Juve è una società «che ha già vinto tutto, e che ritagliarsi una pagina importante è diffcile. La sfida è in corso, non è facile, però sono contento di essere qui e di averla accettata».-CDS-

Pubblicato da Alessandro Lugli

Alessandro Lugli è nato a Napoli e ivi residente. Poeta, giornalista pubblicista e cantante. Direttore di vari blog da lui creati.