Calcio e cronaca

“Le Regioni si sono interrogate sulla possibile chiusura dei confini nazionali per evitare che il nostro pubblico vada a sciare in Svizzera, Slovenia o Austria”. Lo ha affermato il presidente della Regione Liguria Giovanni Totial termine della Conferenza delle Regioni.
In attesa del confronto con il Governo sul nuovo Dpcm le Regioni hanno inoltre valutato la possibilità di “riaprire gli impianti sciistici per i soli ospiti degli hotel e proprietari di seconde case, in modo da dare una parziale compensazione agli impianti di risalita e alle località sciistiche”.

Il divieto di assembramento dovrà essere il “principio cardine” sul quale poi incentrare il nuovo Dpcm, che potrebbe anche prevedere la chiusura dei confini sulle Alpi. E’ questo il senso della lunga riunione delle Regioni che si sono trovate, in collegamento streaming, per cercare l’intesa sulle linee guida da portare sul tavolo del governo domani quando incontreranno il ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia, quello della Salute, Roberto Speranza, il commissario Domenico Arcuri e il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli. La conferenza è servita per fare il punto sulle nuove misure in vista delle ferie natalizie, dagli spostamenti alle aperture, dai divieti al coprifuoco. E se qualche governatore spinge per timide riaperture, come quello della Valle d’Aosta che – nonostante la regione sia considerata ‘zona rossa’ – ha deciso di riaprire i negozi di prossimità, altri, come quello del Lazio, Nicola Zingaretti, considerano “diabolico” ripetere l’errore di questa estate, quando sentimento comune era quel “liberi tutti” diventato concausa della nuova, pesante, ondata della pandemia. Dalla Conferenza è arrivato, inoltre, l’invito al governo ad autorizzare gli spostamenti interregionali tra zone con lo stesso colore, anche se l’intenzione di palazzo Chigi sembra essere quella di vietarli dal 19 o 20 dicembre fino alla Befana.

Le Regioni Veneto, Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e le Province Autonome di Bolzano e Trento, hanno presentato al Governo una proposta di mediazione per evitare un completo tracollo del settore turistico invernale: prevede, in sintesi, la possibilità di aprire gli impianti di risalita dello sci in occasione delle prossime festività natalizie per gli ospiti degli alberghi e delle seconde case. Lo indica una nota sottoscritta dai rappresentanti delle Regioni e delle Province. Si tratta, spiegano le Regioni alpine italiane, di una idea di “vacanze di Natale diverse, con la possibilità di sciare solo per chi pernotta almeno una notte nelle diverse destinazioni o per chi possiede o affitta una seconda casa nelle zone sciistiche”. La proposta è stata formulata dagli Assessori delle Regioni alpine per evitare gli assembramenti nelle località turistiche. “Concedere lo skipass a chi ha pernottato in una struttura ricettiva e a chi possiede o prende in affitto una seconda casa consente di controllare al meglio l’afflusso all’impianto sciistico. Il pendolarismo può infatti essere un problema in certe giornate” affermano gli assessori di Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Provincia di Bolzano, Provincia di Trento, Veneto e Friuli Venezia Giulia.

“La soluzione che proponiamo al Governo Conte – proseguono – permette di avviare la stagione invernale con gradualità, in questo modo si potranno applicare i protocolli di sicurezza che abbiamo approvato lunedì scorso e metterli alla prova”. Secondo gli assessori delle 5 Regioni e delle due Province autonome, se si consente l’acquisto degli skipass solo a chi ha pernottato in una struttura ricettiva o in una seconda casa “si sarà in grado di sapere con precisione il numero degli avventori per ogni giorno e in questo modo potremo gestire al meglio l’afflusso e il deflusso agli impianti di risalita. Si tratta di una soluzione ragionevole, da adattare alle esigenze di ciascun territorio. Il Governo ci ascolti, consenta l’apertura degli impianti di risalita con questo criterio e permetta la mobilità regionale”. Permettere la mobilità regionale durante le festività è infatti, sostengono le aree alpine, un requisito necessario per il settore: “se il Comitato Tecnico Scientifico e il Governo intendono vietarla per evitare feste e momenti di aggregazione, consentano perlomeno la mobilità tra Regioni per chi ha prenotato in una struttura ricettiva almeno una notte”.

Anche l’Abruzzo si accoda alle richieste delle regioni alpine per la riapertura delle piste da sci. “Mi sono confrontato con i miei colleghi delle Regioni Alpine definendo una strategia comune che vede come via maestra l’apertura degli impianti di risalita a Natale solo per chi pernotta almeno una notte nelle diverse destinazioni sciistiche abruzzesi o per chi possiede o affitta una seconda casa”. Ad annunciarlo è infatti l’Assessore Regionale al turismo Daniele D’Amario, che conferma come la Regione da domani disciplinerà la concessione di 3 milioni di euro di ristori al settore. ANSA

 

I nuovi casi di coronavirus in Italia sono 16.377, mentre le vittime sono 672. Lo si apprende dal nuovo bollettino del ministero della Salute. Gli attualmente positivi diminuiscono di 7.300 mentre i guariti sono stati 23.004.

I tamponi effettuati nelle ultime 24 ore sono stati 130.524, con un rapporto con i positivi (16.377) pari al 12,5% (+0,9% rispetto a ieri).

Salgono, per la prima volta dopo quattro giorni, il numero di pazienti ricoverati per il Covid negli ospedali italiani. Oggi sono 33.187, contro i 32.879 di ieri, con un incremento di 308 unità. Scendono ancora, invece, le terapie intensive, con un calo di 9 unità. Il totale dei dimessi o guariti raggiunge 757.507, mentre quello dei morti invece 55.576.

Intanto è da poco iniziata la Conferenza delle regioni convocata in video in sessione straordinaria per discutere delle proposte da portare al governo in vista del prossimo Dpcm con le misure anti-Covid, secondo quanto si apprende.

La pandemia ci accompagnerà ancora un anno e mezzo. Parola di Silvio Brusaferro, presidente dell’Iss, l’Istituto superiore di Sanità, in un Forum all’ANSA. Quello causato dalla pandemia “è uno stress che non è stato puntiforme, come un terremoto o un’alluvione, è uno stress che si prolunga per oltre un anno e ci accompagnerà per un anno e mezzo circa, e stiamo mettendo in atto strategie di adattamento che lasceranno il segno in futuro, alcune probabilmente in maniera permanente”. “Certamente – ha affermato Brusaferro – quello che abbiamo imparato è che la prevenzione è il momento cruciale del sistema: una volta questo concetto veniva più declinato come visione ma non si facevano investimenti specifici, oggi è molto chiaro che il concetto di prevenzione è fondamentale, se non investiamo su questo livello il rischio è elevato. La prevenzione ha il vantaggio di evitare a priori che determinati scenari si manifestino, ha lo svantaggio che quando funziona molto bene non si vede, e questo è un elemento critico che da sempre la caratterizza. Oggi questo è percepito da parte di tutti, come è percepito che investire su salute e benessere è un modo per garantire la ricchezza dei nostri paesi e delle nostre comunità”. La sanità del futuro, ha spiegato Brusaferro, vedrà insieme tecnologie e relazioni sociali. “Sappiamo che possiamo vivere bene anche con disabilità o quando diventiamo anziani grazie a un insieme di tecnologie e relazioni che ci aiutano a recuperare quel margine di autosufficienza che perdiamo. La sanità del futuro ci vedrà immersi in una serie di relazioni e tecnologie per accompagnarci dove perdiamo di autosufficienza, quindi fortemente ancorata a una tecnologia che ci aiuti a fare scelte ma anche a un’interazione forte con le persone. La sfida è dare a questa sanità la possibilità di essere fruita in tutte le parti del Paese in maniera uniforme, se riusciremo a garantirlo sarà una grande evoluzione del sistema sanitario nazionale che anche oggi ci consente di avere età media più avanzata ma che ha margini di miglioramento sulla vita media priva di disabilità. In questo senso credo che anche l’opportunità del recovery fund sia una grande opportunità che dobbiamo sfruttare al meglio”.

Sono 800.953 i casi di infezione da Sars-Cov-2 registrati negli ultimi 30 giorni in Italia, di cui 22.712 tra gli operatori sanitari, e, nello stesso arco di tempo, sono stati ben 12.904 i deceduti e 304.531 i guariti. E’ quanto mostrano i Dati della Sorveglianza integrata Covid-19, pubblicati dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss) e aggiornati al 29 novembre.

E’ di 48 anni l’età mediana dei casi negli ultimi 30 giorni, aumentata dopo il calo dell’estate. Il 48,3% dei contagiati sono maschi e il 51,7% femmine; l’11% ha sotto i 18 anni, il 15,5 è over 70, il 29% ha tra 51 e 70 anni e la maggior parte, il 44,3%, ha tra 19 e 50 anni. ANSA

 

L’Istat rivede al ribasso le stime di crescita del terzo trimestre del 2020. Tra luglio e settembre il Pil, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato del 15,9% rispetto al trimestre precedente contro il +16,1% indicato il 30 ottobre scorso.
Nei confronti del terzo trimestre del 2019 l’economia italiana si è invece contratta del 5% contro il calo tendenziale del 4,7% rilevato ad ottobre. Ad essere rivista al ribasso è anche la stima del cosiddetto Pil acquisito, quello che si otterrebbe con una variazione nulla nel quarto trimestre. Dal -8,2% calcolato ad ottobre, l’Istat è passato a -8,3%. La variazione acquisita del Pil italiano per il 2020 è pari a -8,3%. Lo calcola l’Istat che, in base alla revisione al ribasso del terzo trimestre, ha corretto anche la stima sulla fine dell’anno, precedentemente a -8,2%. Il dato acquisito è quello che si otterrebbe in presenza di una variazione congiunturale pari a zero nel quarto trimestre.

Ocse: Pil Italia crescerà al 4,3% in 2021 e 3,2% in 2022 – Dopo il brusco calo nel 2020, il Pil dell’Italia “dovrebbe crescere al 4,3% nel 2021 e al 3,2% nel 2022”: è quanto si legge nelle Prospettive Economiche dell’Ocse pubblicate oggi a Parigi. Il tasso di disoccupazione dell’Italia crescerà dal 9,4% del 2020 all’11% del 2021 e “resterà elevato”, al 10,9%, nel 2022: è quanto si legge nella scheda consacrata all’Italia delle Prospettive Economiche dell’Ocse pubblicate oggi a Parigi.

“La ripresa sarà lenta e disuguale”: questo l’avvertimento lanciato dall’Ocse nella scheda consacrata all’Italia delle Prospettive economiche pubblicate oggi a Parigi. L’organismo internazionale per la cooperazione e lo sviluppo economico insiste sul fatto che le restrizioni legate al coronavirus e l’incertezza peseranno sull’attività economica, gli investimenti e l’occupazione “fino al raggiungimento dell’immunità generale”, quando un vaccino efficace sarà stato distribuito ampiamente, stimolando il consumo e facilitando il risparmio”. Per l’Ocse, la crescita dei consumi dovrebbe ripartire, ma la propensione delle famiglie al risparmio “resterà elevato”. Gli investimenti dovrebbero trovare nuova linfa nel 2022, “poiché gli investimenti pubblici aumenteranno e le imprese in settori più resilienti” inizieranno a intraprendere “investimenti sostitutivi”. Al contrario, avverte l’Ocse, il settore dei servizi “si riprenderà più lentamente poiché la domanda interna e il turismo rimarranno deboli fino a quando un vaccino efficace non sarà ampiamente diffuso”. “Questo – sottolinea l’organismo – aggraverà il mercato del lavoro e le disuguaglianze regionali”.ANSA

 

Le Messe di Natale si svolgeranno “nella piena osservanza delle norme”. Lo ha detto mons.
Mario Meini, pro-presidente Cei, introducendo il Consiglio permanente. “Se le liturgie e gli incontri comunitari sono soggetti a una cura particolare e alla prudenza, ciò non deve scoraggiarci – ha chiarito – in questi mesi è apparso chiaro come sia possibile celebrare in condizioni di sicurezza, nella piena osservanza delle norme. Siamo certi che sarà così anche nella prossima solennità del Natale e continuerà ad essere un bel segno di solidarietà con tutti”.ANSA

 

L’emergenza dettata dalla pandemia da Covid-10 non deve “portare a ridurre i tempi della sperimentazione, indispensabili sul piano scientifico, bioetico e biogiuridico, per garantire la qualità e la protezione dei partecipanti”. È questo il pensiero del Comitato nazionale di bioetica (Cnb), contenuto nel parere “I vaccini e Covid-19: aspetti etici per la ricerca, il costo e la distribuzione” appena pubblicato.
Il Comitato vuole proporre “una riflessione etica sui vaccini con particolare riferimento alla ricerca, produzione e distribuzione, partendo dalla consapevolezza delle condizioni di incertezza sul piano scientifico ed epidemiologico sul virus”.
Perchè il vaccino anti-Covid sia accettato dai cittadini, si legge nel documento, è indispensabile “una informazione e comunicazione trasparente, chiara, comprensibile, consistente e coerente, basata su dati scientifici sempre aggiornati” e identificare “le fonti di disinformazione e falsa informazione”.
Il Cnb rivolge un monito anche alle aziende farmaceutiche a riconoscere “la propria responsabilità sociale in questa grave condizione pandemica” ai fini della produzione e distribuzione del vaccino. ANSA

 

Il campione del mondo di Formula Uno Lewis Hamilton è risultato positivo al test per il Covid-19. Salterà per questo il GP a Sakhir nel Bahrain after testing positive for coronavirus. il prossimo weekend.
Lo ha reso noto la Mercedes.
Nel comunicato la scuderia ha fatto sapere che Hamilton è stato sottoposto tre volte a test la scorsa settimana e in tutti e tre i casi è risultato negativo, e così pure al tampone effettuato domenica, giorno della gara. Ieri mattina nuovo test, dopo che il campione del mondo ha avvertito alcuni sintomi sospetti ed è stata così accertato la positività al covid. Il pilota ha sintomi lievi ed è già in isolamento; non potrà partecipare al prossimo gran premio di F1 che si terrà ancora sulla pista di Sakhir in Bahrein. La Mercedes non ha ancora reso noto il nome del pilota che sostituirà Hamilton in gara domenica, penultima prova del mondiale 2020. ANSA

 

Con una doppietta di Gervinho il Parma passa sul campo del Genoa nell’ultimo incontro della nona giornata di Serie A. La prima rete dell’ivoriano arriva già al 10′.

L’attaccante raddoppia a 2′ della ripresa. Il Genoa accorcia e distanze con Shomunrodov. Il Parma sale a 9 punti e scavalca la Fiorentina, ora quart’ultima. Geonoa penultimo con 5 punti. (ANSA).

 

(ANSA) Torino e Sampdoria hanno pareggiato 2-2 in un posticipo della nona giornata del campionato di serie A, risultato che interrompe la striscia negativa dei liguri, undicesimi in classifica con 11 punti, e non migliora la situazione dei granata, terz’ultimi a quota 6. Belotti ha aperto le marcature al 25′ del primo tempo, ma nella ripresa i blucerchiati hanno ribaltato la situazione con Candreva e Quagliarella, prima della rete del definitivo 2-2 di Meitè al 32′.

 

Un altro muro che cade nel calcio: la francese Stephanie Frappart sara’ la prima arbitro donna di una partita di Champions League maschile. La 37enne direttrice di gara e’ stata designata per la partita tra Juve e Dinamo Kievo in programma a Torino mercoledì sera.

La Frappart ha gia’ stabilito altri ‘record’: prima donna ad arbitrare in campionato francese, ha diretto la finale di Supercoppa europea nel 2019 e lo scorso ottobre ha esordito in Europa League.

Intanto Sara Gama diventa la prima donna vicepresidente dell’Associazione Italiana Calciatori. La 31enne capitana della Juventus e dell’Italia femminile è stata infatti eletta oggi durante l’assemblea generale svoltasi in videoconferenza, diventando la prima donna a ricoprire un ruolo apicale all’interno dell’Assocalciatori. Insieme a lei, in qualità di vicepresidente vicario, ci sarà Davide Biondini, ex giocatore di Cagliari e Sassuolo. ANSA

 

Si è spento nella notte a Roma il giornalista e portavoce della Lazio Arturo Diaconale. Aveva 75 anni e da diversi mesi lottava contro una grave malattia che lo aveva anche costretto a un intervento d’urgenza alla testa lo scorso maggio.ANSA

 

Il fronte giudiziario legato alla dinamica della morte di Diego Armando Maradona continua ad infoltirsi di preoccupanti novità. Oggi è stata la volta dell’avvocatp Rodolfo Baqué, che difende gli interessi dell’infermiera Dahiana Madrid, il quale ha rivelato che due mercoledì fa, il ‘pibe de oro’ è caduto nella villa dove era stato trasferito ed ha sbattuto la testa sul lato destro, opposto a quello da dove era stato estirpato un ematoma subdurale.

In dichiarazioni alla tv TN, Baqué ha dichiarato che “giorni prima di morire, Maradona è caduto ed ha sbattuto la testa.Non è stato un colpo molto forte, ma ha riguardato il lato destro, contrario a quello dell’operazione. Lo hanno fatto rialzare subito. Nessuno ha chiamato una clinica. Forse per scelta dello stesso Maradona. Ma lui non poteva decidere una cosa del genere”.

Il legale ha aggiunto che Diego non stava “in un luogo appropriato (una villa nel quartiere residenziale ‘San Andrés’ di Tigre, ndr.)”, che non c’era un medico di base”, e che “la somministrazione dei farmaci era a carico della psichiatra”. E inoltre che la sua frequenza cardiaca superava i parametri normali. “Se non fosse stato là – ha assicurato – oggi probabilmente sarebbe ancora vivo”. Baqué ha ancora detto che prima dell’incidente “era stato rinchiuso per tre giorni nella sua stanza”, senza neppure guardare la tv. E’ arrivato ad avere 115 pulsazioni al minuto, ed il giorno prima di morire ne aveva 109, quando è noto che un paziente con problemi coronarici non può superare le 80 pulsazioni”.

Il suo corpo, ha concluso, “inviava segnali ma lui non è stato assistito con alcun farmaco. Maradona avrebbe potuto farsi ricoverare nella clinica più lussuosa del mondo, ma invece è stato tenuto in un luogo inadatto”.

Una squadra di magistrati sta indagando da giorni sulle cause della morte del ‘Diez’, e ieri pm e agenti hanno realizzato una perquisizione nella residenza e nella clinica del medico di fiducia dell’ex calciatore, il neurochirurgo Leopoldo Luque, implicato, anche se non accusato formalmente, nella causa che riguarda l’ipotesi di ‘omicidio colposo’.ANSA

 

Ferlaino risponde a Cabrini usando…Pessotto: “Alla Juve un giocatore si è suicidato”. Ma non è morto.
Corrado Ferlaino risponde ad Antonio Cabrini con l’esempio di Pessotto. L’ex presidente del Napoli ha detto che “alla Juve un giocatore si è suicidato”. Il riferimento è all’episodio del tuffo nel vuoto di Pessotto, che tentò appunto il suicidio ma alla fine si salvò.

Perché Ferlaino ha tirato fuori questo episodio? Perché Cabrini aveva detto qualche giorno prima che se Maradona fosse andato alla Juve non sarebbe morto. Un pensiero contorto che sottintendeva che alla Juve non ti permettono certi comportamenti fuori dal campo. Non serve spiegare a cosa si riferisse della vita privata di Maradona…Così l’eterna rivalità tra Napoli e Juve ha assunto toni da stadio, anche se a duellare non sono capi ultras. Ferlaino ha tirato fuori l’episodio di Pessotto, protagonista negli ultimi anni di molti cori da curva antijuventini. L’ex presidente si sente colpito nell’orgoglio, perché, come racconta chi lo ha visto da vicino, lui ha sempre tentato di difendere Maradona da “fattori esterni” che potevano danneggiarlo.

Poca eleganza da una parte, poca eleganza dall’altra. In confronto, fa quasi sorridere Cassano che disse di non essere andato alla Juve “perché lì vogliono soldatini”. All’epoca suscitò un mezzo caso diplomatico con molti giocatori e ex giocatori bianconeri.

Ferlaino risponde a Cabrini…con Pessotto
Questo ha detto Ferlaino a Rainews24: “Maradona non sarebbe morto se fosse andato alla Juve? C’è stato un giocatore della Juventus che si è suicidato, a Napoli non sarebbe successo. Cabrini dice sciocchezze”.

E poi ancora: “Maradona non sarebbe mai andato alla Juventus, è scappato dal Barcellona figuriamoci se andava alla Juventus. Cabrini dice sciocchezze, ognuno può dire quello che vuole”.

Cabrini: “Maradona sarebbe vivo se fosse andato alla Juve”
Questo aveva detto Cabrini qualche giorno fa a Irpinia Tv: “Maradona sarebbe ancora vivo se all’epoca fosse stato della Juve e non del Napoli“.

E poi ancora: “Una leggenda vivente e un avversario gentiluomo che, come tanti altri fuoriclasse, ha saputo dare nello stesso tempo il meglio e il peggio. Sarebbe ancora qui con noi se fosse venuto alla Juve perché l’ambiente lo avrebbe salvato, non la società ma proprio l’ambiente. L’amore di Napoli è stato tanto forte e autentico quanto, ribadisco, malato”.

Le tante critiche successive al suo intervento hanno costretto Cabrini a chiedere scusa. “Il mio non era un giudizio morale, ma sull’energia di una città che non poteva contenere tutta questa passione, le mie parole sono state travisat. Ho pensato che l’ambiente ovattato nel quale avrebbe vissuto alla Juve l’avrebbe protetto. Chiedo scusa a chi si è sentito offeso”. (Fonti: Rainews24, Ansa, Irpinia Tv).

 

Manchester United, Cavani nei guai per una storia “razzista” su Instagram: rischia 3 turni di squalifica.
L’attaccante del Manchester United Edinson Cavani rischia una squalifica per tre partite a causa di un post “razzista” su Instagram.

L’ex attaccante del Napoli e Paris Saint-Germain, ha segnato due gol e ha portato il Manchester United al 3-2 dopo essere stato in svantaggio per 2-0 a Southampton.

Sul social i tifosi hanno innescato una polemica e nel rispondere a uno di loro che si congratulava per la vittoria, scrivendo in spagnolo “Ti amo, matador” Cavani ha risposto con il termine spagnolo:”Gracias negrito”, che molti utenti hanno bollato come razzista.

In seguito l’attaccante, 33 anni, ha rimosso il post. La sua risposta potrebbe comportare potenzialmente una squalifica come minimo di tre partite.

Il precedente
Nel 2011, l’ex attaccante del Liverpool Luis Suarez, ha ricevuto una squalifica di otto partite per aver usato la stessa parola durante uno scontro in campo con Patrice Evra dello United.

Secondo le nuove linee guida, la Federcalcio deve agire laddove è stato utilizzato un linguaggio “discriminatorio”. (Fonte: Sun)

 

Dpcm Natale, verso una serrata di 20 giorni. Alberghi chiusi? Coprifuoco anche a Capodanno
Alberghi di montagna chiusi, così come i ristoranti, anche a Natale e Santo Stefano: il nuovo Dpcm del Governo comincia a prendere forma e sembrerebbe prevedere una serrata di 20 giorni. Dal 20 dicembre al 10 gennaio infatti la linea del Governo pare sia quella di chiudere tutti i luoghi a rischio assembramenti. Saranno quindi un Natale e un Capodanno il più possibile a casa, visto che la sera poi scatta il coprifuoco alle 22, massimo le 23.Il governo infatti si è impegnato con le Regioni a ristorare le perdite degli albergatori, eppure la nuova chiusura è destinata a scatenare polemiche. La proposta di mediazione con cui Veneto, Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Friuli-Venezia Giulia e Province autonome di Bolzano e Trento volevano evitare il tracollo del settore sarà respinta: prevedeva la possibilità di aprire gli impianti di risalita delle piste da sci per gli ospiti degli alberghi e delle seconde case, perché “il pendolarismo può essere un problema in certe giornate”.
Le ipotesi sul tavolo per il nuovo Dpcm
Spostamenti tra le Regioni solo per i residenti in quella Regione, chiusura di bar e ristoranti alle 18, orari prolungati per i negozi per evitare assembramenti ma con coprifuoco rigido alle 22, anche nelle vigilie di Natale e Capodanno. I nodi da sciogliere sono ancora molti: da confermare l’idea di introdurre una quarantena di 15 giorni per chi, nel periodo natalizio, rientri dall’estero.

Capitolo Scuola
Sembra prevalere l’orientamento di chi vorrebbe riportare in classe anche le superiori da gennaio, ma il pressing della ministra Lucia Azzolina con M5s e Iv per smettere la didattica a distanza a dicembre è forte. E’ deciso invece che il Dpcm che sarà in vigore dal 4 dicembre confermerà la divisione del Paese in zone rossa, arancione e gialla. Ma la consapevolezza è che, se la curva dei contagi proseguirà il suo trend, a metà dicembre tutta l’Italia sarà gialla.

Dpcm Natale: ristoranti, negozi e coprifuoco
Non solo alberghi nel Dpcm Natale. Per i ristoranti infatti dovrebbe restare la chiusura dalle 18 e il blocco dovrebbe diventare totale a Natale e Santo Stefano. I negozi potranno restare aperti fino alle 21 o anche oltre, purché riescano a rispettare e far rispettare l’obbligo di coprifuoco alle 22.

Quanto al nodo degli spostamenti, una discussione è ancora in corso: la regola di base dovrebbe essere quella di vietare di muoversi anche tra Regioni gialle a partire da una certa data (da definire) ma gli ‘aperturisti’ spingono per deroghe per chi abbia domicilio in una regione diversa da quella di residenza e per i ricongiungimenti familiari. (Fonte: Ansa)

Pubblicato da Alessandro Lugli

Alessandro Lugli è nato a Napoli e ivi residente. Poeta, giornalista pubblicista e cantante. Direttore di vari blog da lui creati.