Fra calcio e cronaca

Ci sono due consiglieri regionali della Lega e il vicepresidente della giunta del Veneto tra coloro che hanno chiesto il bonus autonomi all’Inps. Si tratta dei consiglieri Riccardo Barbisan e Alessandro Montagnoli e del vice presidente della giunta Gianluca Forcolin. Lo confermano fonti interne al Carroccio veneto. A presentare la domanda per il bonus, non concesso peraltro, per Forcolin, sarebbe stata, sulla base delle sue dichiarazioni, la sua socia. Barbisan ha invece ottenuto il bonus ma ha prodotto documenti che attestano che ha immediatamente devoluto la somma in beneficenza.

Tra minacce di querele e tutele della privacy, è aperta la “caccia” ai nomi dei parlamentari che avrebbero fatto richiesta del bonus da 600 euro per i titolari di partite Iva. E’ su di loro che si concentra il branco di “segugi” messi sulle tracce dei “benestanti” percettori del bonus con indennità parlamentare assicurata, anche se a finire nel mirino c’è pure il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, sotto accusa per la presunta “soffiata” alle alte cariche del Movimento. Di ufficiale ancora non c’è nulla e quello che filtra è ancora è solo il numero dei deputati coinvolti: in 5 avrebbero fatto richiesta ma solo in 3 avrebbero ottenuto il bonus. Dal conteggio si tira fuori Italia Viva che, anzi, minaccia querele contro chi osasse ancora coinvolgerla nell’affaire. “Questo modo di fare servizio pubblico da parte dell’Inps è barbaro” commenta il presidente di Iv Ettore Rosato che annuncia: “Nessun nostro parlamentare ha ricevuto il bonus. Sarà nostra cura difenderci in tutte le sedi da chi sostiene il contrario”. Restano quindi accesi i riflettori sugli eletti della Lega e del M5s, sui consiglieri regionali mentre escono allo scoperto numerosi consiglieri comunali per rivendicare la congruità della richiesta di fronte all’esigua indennità che percepiscono rispetto a quella dei parlamentari. Si vocifera pure che siano coinvolti governatori.

“I nomi devono essere resi pubblici” tuona Luigi Di Maio che già ieri aveva duramente commentato il caso che riguarderebbe anche un esponente dei 5 Stelle. “Non mi importa da quale forza politica provengano” avverte il ministro che appoggia l’iniziativa del capo politico M5s Vito Crimi che ha scritto ai parlamentari pentastellati di rinunciare alla privacy sottoscrivendo “una dichiarazione per autorizzare l’Inps a fornire i dati di chi ha usufruito del bonus”. “Facciano lo stesso tutti i parlamentari di ogni forza politica. Il mio è un appello rivolto a tutti i leader dei partiti” dice il titolare degli Esteri. Matteo Salvini dopo aver gridato allo scandalo e paventato espulsioni oggi ha dato ordine di fare chiarezza.

“Abbiamo chiesto ieri a tutti i parlamentari di dire se abbiano percepito il bonus o, se non lo sanno, di verificare col loro commercialista se non sia stata fatta la domanda. Finora non ho riscontri di deputati leghisti che abbiano preso il bonus” dice il capogruppo Riccardo Molinari. Tra i deputati del Carroccio si tira fuori Mario Lolini che nega di essere uno dei deputati che hanno percepito il bonus da 600 euro e aggiunge che neppure le sue aziende hanno mai fatto richiesta del bonus da mille euro per le imprese agricole. Fa lo stesso l’ex M5s, attore, Nicola Acunzo: “Mi spiace che si possa anche solo pensare che sia io” afferma il deputato ora al Misto che si dice favorevole alla proposta di Crimi di rinunciare al vincolo della privacy.

I nomi dei soggetti coinvolti potrebbero però presto venire alla luce, anche per evitare che l’unico a pagare il conto del caos mediatico provocato dalla notizia sia proprio il presidente dell’Inps Pasquale Tridico. Per evitare di violare le garanzie di privacy il responsabile dell’Istituto potrebbe essere chiamato a riferire in Parlamento, nell’ambito di una audizione secretata in Commissione Lavoro. La presidente Debora Serracchiani per ora assicura che non risultato richieste di convocazione dell’organismo ma già il deputato di Italia Viva, Gianfranco Librandi ha annunciato la sua intenzione di farlo.
“Sarà in quell’occasione che chiederò apertamente le dimissioni di Tridico per la grave falla di credibilità che ha provocato” afferma.
La vicenda ha pure sollevato un polverone politico in chiave referendaria. L’opposizione sospetta che la notizia, che doveva essere nota da tempo trattandosi di bonus arrivati in primavera, sia stata rilanciata per animare un sentimento anticasta volto favorire il Sì al referendum sul taglio dei parlamentari. ” Io mi limito a commentare strani tweet che confermano questi sospetti, come quello di Manlio Di Stefano, che lega strumentalmente le due cose” commenta Simone Baldelli, vicepresidente azzurro della Camera ed animatore del gruppo dei deputati per il No al referendum del 20 settembre.ANSA

 

 

Potrebbe slittare di alcune ore o anche al pomeriggio l’autopsia disposta dalla Procura di Patti sulla salma della dj Viviana Parisi, il cui corpo è stato trovato tre giorni fa nelle campagne di Caronia dopo cinque giorni dalla scomparsa con il figlio Gioele di quattro anni, che non è stato ancora trovato. Il procuratore Angelo Cavallo, che coordina le indagini della squadra mobile della Questura di Messina, nell’ambito dell’inchiesta aperta sul caso ha nominato come periti di parte il medico legale Elvira Spagnolo e un entomologo forense, non siciliano, che è un esperto dei cicli vitali degli insetti che, sviluppandosi sui resti umani in decomposizione, sono utilizzabili per capire data e cause della morte. L’esame sarà eseguito nell’obitorio dell’ospedale Papardo di Messina e servirà a chiarire le cause del decesso e quando è avvenuto. Non si fermano intanto nella zona del ritrovamento del cadavere della donna le ricerche del piccolo Gioele. Nelle battute sono impegnanti volontari, protezione civile, vigili del fuoco e forze dell’ordine.
Un giallo dalle mille ipotesi, reso complicato da numerose domande senza risposte a cui cercherà di darne l’autopsia, che sarà eseguita nell’obitorio dell’ospedale Papardo di Messina. E’ una storia da ‘Sliding doors’, porte che si aprono e chiudono di un percorso investigativo al momento senza apparente approdo finale. La morte di Viviana Parisi, Dj con voglia di vivere, e la scomparsa di suo figlio Gioele di 4 anni restano un mistero. Erano scomparsi sette giorni fa sull’autostrada Palermo-Messina: lei è stata trovata due giorni fa morta a un chilometro e mezzo da dove aveva abbandonato la sua auto dopo avere lievemente tamponato un autocarro, fermandosi sulla corsia di emergenza. Gli autotrasportatori, gente esperta del settore, hanno prima provveduto a fermare il traffico per evitare che altri automezzi fossero coinvolti nell’incidente e poi si sono voltati verso la vettura: ed è in quel momento che hanno visto una donna andare via di spalle dopo avere scavalcato il guard rail. Nessuno di loro, dopo essere stato sentito, ha potuto confermare la presenza del bambino: “non ci abbiamo fatto caso, non lo ricordiamo….”, avrebbero ribadito.

E’ la prima porta che si apre su diversi scenari: Gioele era con la mamma o no? Se non c’era dove era? Altra porta: affidato a qualcuno o che altro? Ma perché e a chi avrebbe consegnato il piccolo e perché questa persona non si sarebbe presentata alle forze dell’ordine per evitare anche una denuncia per sottrazione o sequestro di minorenne? E se non era con la madre dove è stato lasciato? Forse a Sant’Agata di Militello dove Viviana è uscita dall’autostrada per una ventina di minuti per farvi dopo rientro? All’ipotesi del suicidio della donna non credono i suoi familiari. Meno che mai il marito e la cognata. Neppure che possa, anche involontariamente, fatto del male al piccolo: “lo amava, era la sua vita”, ripetono i vicini di casa e i conoscenti. Ma allora cosa è successo sull’autostrada Palermo-Messina sette giorni fa? Si aprono altre porte: Viviana, scossa per motivi personali o per uno choc momentaneo, ha avuto l’incidente vicino Caronia ed è scesa in fretta dall’auto. Ha imboccato un sentiero scosceso e pericoloso. Aveva con sé il figlio, come avrebbero raccontato a persone del posto dei testi rimasti però senza volto, ma nel correre è caduta e ha sbattuto violentemente la testa per terra, perdendo i sensi in una zona che è frequentata da maiali selvatici e cinghiali. Uno scenario terribile, che coinvolgerebbe anche il piccolo che si sarebbe perduto. Se fosse stato lì con lei. Resta un dato certo: di Gioele a sette giorni dalla scomparsa e da due dal ritrovamento del corpo della madre non c’è ancora alcuna traccia. Eppure la zona è stata ‘battuta’ palmo a palmo, per un’aria di oltre 500 ettari da protezione civile regionale, vigili del fuoco, anche con squadre Saf e droni, polizia, carabinieri e guardia di finanza.

A Messina in Prefettura è stato fatto il punto sulle attività di ricerca cercando di capire dove ampliarle o spostarle. Anche in questo caso saranno importanti le risposte che arriveranno dall’autopsia. Intanto le porte continuano ad aprirsi e chiudersi delineando soltanto scenari, ma senza la soluzione. Che la squadra mobile di Messina sta continuando a cercare, coordinata dalla Procura di Patti che sulla vicenda ha concentrato tutti i suoi sforzi ribadendo che tutte le piste sono possibili, ma lavorando nel più stretto silenzio per rispetto delle indagini e dei familiari della donna. Anche oggi sono stati risentiti testimoni, amici e familiari per avere elementi utili a ricostruire la vicenda. L’obiettivo è la ricerca della verità, ma la priorità per tutti, per il momento, resta una sola: trovare Gioele, e il tempo non è un amico. ANSA

 

 

“Dobbiamo andare avanti, non ci sto ad apparecchiare la tavola per far mangiare quelli di prima”. Dopo settimane passate ad evitare l’argomento Virginia Raggi scioglie la riserva e annuncia ai consiglieri della maggioranza capitolina in una videoconferenza che si ricandiderà.
Una decisione presa nel segno della continuità amministrativa e arrivata dopo la certezza che il MoVimento tutto la sosterrà. L’annuncio è infatti arrivato dopo incontri sia con Luigi Di Maio che con Alessandro Di Battista, è stato preceduto dal sonetto in vernacolo sul blog di Grillo che è apparso come un bizzarro endorsement ad un Raggi bis e soprattutto dall’apertura fatta del capo politico di M5s Vito Crimi ad una riflessione ampia sulla permanenza del vincolo del doppio mandato per chi amministra.

“Virginia Raggi ha dichiarato che si candiderà a sindaca di Roma. Conoscete la mia posizione riguardo alla regola del doppio mandato, sono contraria alle deroghe. Ma guardando all’operato di Virginia, so che la scelta più giusta è sostenerla in questa sua decisione, per una ragione ben precisa: Roma ha bisogno di continuare sulla strada del cambiamento che lei ha iniziato, perseguendo nonostante accuse infondate, linciaggi mediatici, continue minacce che però mai hanno scalfito la determinazione e la volontà di rendere Roma la capitale che merita di essere. Un percorso che può continuare solo se alla guida ci sarà lei. Ci sarà una votazione online perché l’ultima parola spetta sempre agli iscritti. Intanto, da parte mia, forza Virginia Raggi!”. Lo scrive su Facebook la senatrice M5s Giulia Grillo.

“La Raggi ha annunciato la sua ricandidatura promuovendo il suo operato. Nulla di personale ma noi diamo un altro giudizio. Roma merita di più e qualcosa di molto diverso da questi anni. Per questo il Pd lavora per costruire un progetto alternativo”. Lo scrive su Twitter il vicesegretario del Pd Andrea Orlando.ANSA

 

 

Attimi di paura alla Casa Bianca. Donald Trump viene allontanato dalla sala stampa pochi minuti dopo aver iniziato la conferenza stampa della task force per il coronavirus a causa di una sparatoria fuori dal perimetro di Pennsylvania 1600.
Un agente del Secret Service ha infatti sparato e colpito un sospettato armato che, secondo quanto riferito dal presidente Usa, è stato trasportato in ospedale. Le indagini sono in corso.
Tutto è accaduto in un brevissimo lasso di tempo. Arrivato con qualche minuto di ritardo sul podio, il presidente aveva da poco iniziato a parlare quando un agente del Secret Service lo ha interrotto e gli ha intimato di lasciare la stanza. Con calma Trump ha chiesto scusa ai giornalisti presenti e si è allontanato scortato.
Nella stanza è subito scoppiata la confusione per cercare di capire cosa fosse accaduto e il perché la Casa Bianca fosse improvvisamente in lockdown. Pochi minuti dopo la porta della sala stampa si è riaperta e Trump è salito nuovamente sul podio. ANSA

 

 

Assalto a un furgone portavalori lungo l’autostrada 14, esattamente due chilometri dopo l’uscita di Cerignola Est, in direzione sud. A quanto si apprende da fonti di polizia, il commando avrebbe esploso numerosi colpi di arma da fuoco e avrebbe lasciato sull’asfalto molti chiodi, per forare gli pneumatici. L’autostrada è bloccata anche da alcune vetture date alle fiamme lungo la carreggiata tra Cerignola e Canosa di Puglia.

Ad essere preso di mira è stato un furgone della ‘Sicuritalia’, finito di traverso sulla carreggiata. Non è chiaro se il colpo sia stato portato a termine, oppure se si tratti di un tentativo fallito o se, come pare – a quanto trapela dalle indagini di polizia – i banditi abbiano portato via solo pochi spiccioli. Sul posto sono intervenuti anche Guardia di Finanza e Carabinieri.

Autostrada per l’Italia ha diffuso una nota precisando che l’A14 è stata temporaneamente chiusa “tra Foggia ed il bivio con la A16 in entrambe le direzioni a causa di una tentata rapina ad un portavalori, avvenuta all’altezza del km 591,700.

Sul luogo dell’evento sono intervenute le pattuglie della Polizia Stradale, dei Vigili del fuoco, i soccorsi meccanici, oltre al personale della Direzione di Tronco di Bari di Autostrade per l’Italia. Si registrano 3 Km di coda. Per gli utenti diretti verso Bari si consiglia di uscire a Foggia e di rientrare in A16 a Cerignola ovest per poi raggiungere la A14, il percorso inverso per chi è diretto a Pescara”.

Non ci sono feriti nell’assalto a un furgone portavalori Sicuritalia affidato alla ditta specializzata in servizi di vigilanza ‘IVRI’, avvenuto nel pomeriggio poco dopo le 17 sull’autostrada A14 tra le uscite di Cerignola Est e Canosa di Puglia, in direzione sud. Il colpo non è stato portato a temine, ma non è chiaro cosa ha disturbato i banditi, che sono fuggiti scavalcando il guard rail dell’autostrada, facendo perdere le proprie tracce. A bordo del blindato viaggiavano tre guardie giurate. Ad agire – secondo fonti interne alla Polizia, alla quale sono affidate le indagini – un commando composto da almeno 8 malviventi, che hanno bloccato il traffico dando fuoco a tre autovetture messe di traverso e rovesciando a terra molti chiodi sull’opposta carreggiata, in direzione nord. Il commando ha esploso diversi colpi di arma da fuoco, verosimilmente con fucili kalashnikov. Sul posto sono intervenute le pattuglie della Polizia stradale e del Commissariato di Cerignola, che hanno interrotto il flusso di traffico sull’A14 nel tratto interessato, poi i Vigili del fuoco, personale di Autostrade per l’Italia e, in supporto, anche Guardia di Finanza e Carabinieri.ANSA

 

 

L’Inter batte 2-1 il Bayer Leverkusen nel quarto di finale di Europa League giocato a Dusseldorf ed accede alla semifinale.

LA CRONACA

Reti tutte nel primo tempo. A segno Barella e Lukaku per i nerazzurri, Havertz per la formazione tedesca. L’arbitro ha concesso due rigori all’Inter, uno per tempo, ma in entrambe i casi, dopo aver consultato il var, li ha poi convertiti in punizioni a favore del Leverkusen.

2-1 finale: i nerazzurri sprecano tanto ma sono qualificati.
2-1 fine pt: Barella 15′. Lukaku 21′, Havertz 24′. Occasioni: Barella, Lukaku. VAR nega rigore a nerazzurri.
2-1: al 24′ pt Havertz vince un rimpallo, scambia ed entra in area, e liberissimo puo’ battere Handanovic.
2-0: al 21′ pt Lukaku protegge palla in area, subisce fallo, e mentre cade insacca da terra in diagonale.
1-0: al 15′ pt dopo un tentativo di Lukaku respinto, Barella intercetta e con l’esterno destro la piazza.

Sulle spalle larghe e muscolose di Romelu Lukaku, l’Inter vola in semifinale di Europa League, lì dove non arrivava da dieci anni. A Dusseldorg il belga trascina i nerazzurri contro il Bayer Leverkusen in una prova di forza: tedeschi ko 2-1 e biglietto per il penultimo atto conquistato. Cuore e grinta nel segno di Antonio Conte, anche nei momenti di sofferenza, in una partita che Handanovic e compagni dominano più di quanto non dica il punteggio, con il solito problema di non riuscire a chiudere le partite. Ma c’è tanto di Lukaku, tra sportellate e falli subiti, nella prestazione nerazzurra, con il ritorno sugli scudi anche di Eriksen e Godin. E ora bisogna solo aspettare la sfida tra Shakhtar e Basilea per sapere chi sarà la rivale nella semifinale in programma lunedì 17 agosto sempre a Dusseldorf.

“C’è grande soddisfazione, abbiamo fatto una buonissima partita, non abbiamo mai fatto giocate tranquillo il Leverkusen grazie ad un grande pressing, ma i ragazzi sono stati bravi anche nella fase di possesso”. Antonio Conte può gioire, ai microfoni di Sky Sport, per il successo per 2-1 sul Bayer che ha portato l’Inter in semifinale di Europa League. “Potevamo stare più tranquilli perché abbiamo avuto tante occasioni del 3-1 e saremmo stati più sereni nel finale” il suo unico rammarico. “I giocatori hanno proprio dimostrato la voglia di far vedere che quello che hanno fatto in campionato è qualcosa di importante che può avere una prosecuzione in Europa – ha aggiunto Conte – Ora bisogna pensare al prossimo avversario perché vogliamo provare a fare il massimo, dobbiamo arrivare al massimo senza rimpianti”. Lukaku, autore del 2-0, è stato uno dei pilastri del successo: “E’ difficile parlare dei singoli dopo una prestazione di squadra come questa – ha commentato Conte – Romelu sta facendo una stagione importante, supportato dalla squadra che lo mette nelle condizioni di esprimersi al massimo, come forse mai gli è riuscito prima”.

Problema muscolare per Alexis Sanchez, attaccante dell’Inter, nella sfida contro il Bayer Leverkusen in Europa League. Il cileno si è fermato all’88’ per un risentimento al flessore della gamba destra, come spiegato dal club nerazzurro, rimanendo in campo negli ultimi minuti con una fasciatura e zoppicando vistosamente. Le condizioni dell’ex United saranno valutate nei prossimi giorni: a rischio la semifinale di lunedì.

Inter (3-5-2): Handanovic, Godin, De Vrij, Bastoni (39′ st Skriniar), D’Ambrosio (14′ st Moses), Barella, Brozovic, Gagliardini (14′ st Eriksen), Young, Lukaku, Lautaro (19′ st Sanchez) (27 Padelli, 12 Sensi, 13 Ranocchia, 20 Valero, 30 Esposito, 32 Agoumé, 34 Biraghi, 87 Candreva). All.: Conte.
Bayer Leverkusen (4-2-3-1): Hradecky, L. Bender (40′ st Bellarabi), Tah, Tapsoba, Sinkgraven (23′ st Wendell), Palacios (14′ st Bailey), Baumgartlinger (23′ st Amiri),Havertz, Demirbay, Diaby, Volland (40′ st Alario) (28 Ozcan, 36 Lomb, 6 Dragovic, 23 Weiser, 27 Wirtz). All.: Bosz.
Arbitro: Carlos del Cerro Grande (Spa).
Reti: nel pt 15′ Barella, 21′ st Lukaku, 25′ Havertz. Angoli: 3-6. Recupero: 1′ e 6′. Ammoniti: D’Ambrosio, Sinkgraven, Eriksen, Tapsoba, Barella per gioco falloso, L. Bender e Conte per proteste.

Il Manchester United ha battuto 1-0 il Copenhagen nel quarto di finale di Europa League giocato a Colonia ed accede alla semifinale. La rete decisiva l’ha segnata Bruno Fernandes su rigore, al 5′ del primo tempo supplementare, penalty fischiato per un fallo su Martial. Greenwood e Bruno Fernandes avevano colpito i pali nella ripresa.ANSA

 

Il Pescara ha battuto il Perugia 2-1 (0-1) nell’andata dei play out di serie B. Ospiti in vantaggio al 40′ del primo tempo con Kouan. Nella ripresa la rimonta degli abruzzesi a segno prima con Galano al 13′ st e poi con Maniero al 23′ st su rigore. La gara di ritorno è in programma venerdì 14 agosto. (ANSA).

 

 

Non ci sarà a breve il rinnovo di contratto di Rino Gattuso col Napoli, il problema principale è relativo alle clausole, ma col presidente c’è piena sintonia sul mercato. Lo racconta l’edizione odierna del Corriere dello Sport che fa anche i nomi di quelli che sono i calciatori individuati dai due per rinforzare il Napoli: in difesa tutto su Gabriel del Lille, sostituto naturale di Koulibaly, a centrocampo Veretout per sostituire Allan, in attacco Under e Boga per rinforzare le corsie laterali. -tuttonapoli.net-

 

Sette milioni da dare al presidente se volesse andar via prima del 2023, anno della nuova scadenza. Questa la penale che De Laurentiis vorrebbe inserire nel contratto di Rino Gattuso, penale che l’allenatore non vuole. Per questo non c’è accordo sul rinnovo, racconta La Gazzetta dello Sport, nonostante ci sia piena sintonia tra i due, dal progetto al mercato. Per il rinnovo se ne riparlerà in primavera, ora non è il momento, anche se l’obiettivo del patron azzurro resta quello di blindare Ringhio. -tuttonapoli.net-

Pubblicato da Alessandro Lugli

Alessandro Lugli è nato a Napoli e ivi residente. Poeta, giornalista pubblicista e cantante. Direttore di vari blog da lui creati.