Fra calcio e cronaca

Due anni fa, alle 11:36, crollava il Ponte Morandi, a Genova. Oggi la cerimonia per ricordare le vittime della tragedia.

Commemorazione del secondo anniversario del crollo di ponte Morandi nella Radura della Memoria, sotto il nuovo ponte Genova San Giorgio. E’ un momento privato, riservato ai familiari delle vittime, caratterizzato da un balletto di bambini, chiuso a telecamere e giornalisti.

Il premier Giuseppe Conte è nella Radura della Memoria per partecipare alla commemorazione delle 43 persone che hanno perso la vita nel crollo del viadotto ‘Morandi’ avvenuto il 14 agosto 2018.

Con la proiezione di un filmato titolato ‘Per non dimenticare’ che mostra i volti, i nomi e l’età delle 43 persone morte il 14 agosto del 2018 a causa del crollo di ponte Morandi è cominciata la commemorazione ufficiale delle vittime. L’inizio è avvenuto in estremo silenzio. E’ stato il Comitato dei familiari delle vittime a scegliere il filmato per l’avvio della commemorazione.

“Le 43 vittime del crollo del ponte non potremo mai dimenticarle”: così il premier Conte durante la commemorazione delle vittime del crollo del Ponte di Genova. “A nome del governo garantiamo l’impegno di non lasciare Genova sola. Abbiamo creato le premesse affinchè Genova possa rinascere. Ci sono le premesse per farlo”.

Poi la benedizione della ‘Radura della Memoria”, con i suoi 43 alberi uno diverso dall’altro, che ricordano le vittime, da parte dell’arcivescovo Marco Tasca, i discorsi del sindaco Bucci, del governatore Toti, del premier Conte e di Egle Possetti, presidente e portavoce del Comitato, dell’imam Husein Salah.

Alle 11:36 il silenzio accompagnato dal suone delle campane delle chiese della città e dalle sirene delle navi in porto.

Alle 9 la cerimonia religiosa.

In una lettera al Secolo XIX, e riportata anche da La Stampa, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha invitato a “sviluppare e ricostruire una affidabile cultura della sicurezza, di adeguata manutenzione e del controllo che coinvolga e responsabilizzi imprese, enti pubblici, istituzioni locali e nazionali, università, mondo della ricerca”. “La loro giusta richiesta di verità e giustizia per i propri cari, inghiottiti dal crollo del Ponte, è stata accompagnata dalla forte e sofferta esortazione che vengano in ogni modo evitati in futuro disastri simili con nuovi lutti e nuove vittime”, spiega il presidente della Repubblica ricorda l’incontro con “alcuni rappresentanti dei famigliari delle vittime” poco prima dell’inaugurazione del nuovo Ponte.

Una “tragedia del genere” non si deve ripetere più, dice il premier Conte intervistato da La Stampa. “La partecipazione dello Stato in Autostrade va in questa direzione – osserva – perché contribuirà ad assicurare più controlli e sicurezza sulla nostra rete”. “Le nostre infrastrutture sono un bene pubblico prezioso – sottolinea -, non consentiremo più che questo principio venga calpestato”. Ai famigliari delle vittime dice: “Garantisco l’impegno a una più scrupolosa attenzione per le infrastrutture pubbliche”.

“Oggi la giornata sarà tutta per il ricordo delle vittime del crollo del ponte Morandi, anche la targa che scopriremo a Tursi ha questo significato, ma da Genova oggi deve partire un altro messaggio, un monito, affinché si trovino le risorse umane, finanziarie e tecnologiche per fare sì che le infrastrutture non siano solo belle ma anche sicure”, ha detto il sindaco di Genova e commissario per la ricostruzione del viadotto, Marco Bucci, prima di partecipare alla messa di suffragio per le vittime del ponte.

 

“Siamo qui a ricordare che le famiglie delle 43 vittime del ponte Morandi meritano rispetto – ha scritto il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, su Facebook -. Per questo si è raggiunto un accordo per allontanare i Benetton dalla gestione di Autostrade. Ma se qualcuno pensa di tornare sui propri passi troverà sempre la nostra resistenza. Vigileremo costantemente, quotidianamente. La revoca rimane sul tavolo, non è mai stata esclusa. Giustizia sarà fatta definitivamente solo quando i Benetton saranno totalmente fuori da Aspi. Lo Stato ha il dovere di tutelare i propri cittadini, ha il dovere di mettere in sicurezza il Paese. Lo stato deve dimostrare di esserci. Sempre”. ANSA

 

 

Chi entra in Italia da Croazia, Grecia, Malta o Spagna e che è stato lì nell’arco dei 14 giorni antecedenti (non solo per un soggiorno ma anche per un semplice transito), deve fare il test tampone per accertare o meno il contagio da Sars-Cov-2. E’ quanto contenuto nell’Ordinanza firmata dal ministero della Salute Roberto Speranza per le misure di contenimento del Covid-19. I passeggeri hanno l’obbligo di presentare al vettore (o comunque a chiunque sia deputato a fare i controlli sulle attestazioni), 72 ore prima dell’ingresso in Italia, i risultati di un test (molecolare o antigenico), effettuato attraverso un tampone e che deve risultare negativo. Inoltre, nel caso in cui ce ne sia la possibilità, c’è l’obbligo di effettuare il test al momento dell’arrivo in aeroporto, nel porto o nell’area di confine, oppure, entro 48 ore dall’arrivo in Italia, presso l’azienda sanitaria locale di riferimento. In attesa del test è necessario sottoporsi a un isolamento fiduciario. “Nessuno ha numeri e dati precisi, in Italia non esiste un monitoraggio preciso né rispetto agli arrivi e né rispetto alle partenze, nemmeno l’Enit ha numeri aggiornati se non alla fine dell’anno. Possiamo fare una stima molto approssimativa e dire che in questo momento circa diecimila italiani sono all’estero per turismo. Si dividono principalmente tra Spagna e Grecia e a seguire in Croazia e a Malta (più piccola e raggiungibile sono in aereo)”. Lo dice interpellata dall’ANSA Ivana Jelinic, presidente della Fiavet, Federazione Italiana Associazioni Imprese Viaggi e Turismo.

Tutti coloro i quali arrivano da Croazia, Grecia, Malta o Spagna sono obbligate a comunicare, una volta in Italia, il loro arrivo al Dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria competente per territorio. Nel caso in cui insorgano sintomi riconducibili al Covid-19 c’è l’obbligo di segnalarlo alle aziende sanitarie attraverso i numeri telefonici dedicati e di sottoporsi, secondo le determinazioni all’isolamento.

Le Regioni dunque si attrezzano e arrivano le ordinanze dei governatori. Tamponi obbligatori per chi rientra dalle mete individuate da Speranza per i calabresi da oggi fino al 7 settembre. L’ordinanza di Iole Santelli prevede anche “l’obbligo dell’uso delle mascherine o altre protezioni idonee, in tutti i luoghi chiusi e all’aperto accessibili al pubblico, nelle circostanze in cui la distanza interpersonale non possa essere rispettata, fermo restando in ogni caso il divieto di assembramento”.

Tamponi obbligatori anche in Sardegna, Liguria, Campania,Piemonte e Veneto dove il governatore Zaia ha annunciato: ‘Stiamo predisponendo di attivarci nei punti di arrivo come porti e aeroporti con tamponi rapidi’.

Nel Lazio “da oggi sono attivi tutti i drive-in per eseguire i test su chi rientra dalla Grecia, Croazia, Spagna e Malta. Chi rientra nel Lazio deve fare due cose: comunicarlo al numero verde 800.118.800 o attraverso la app ‘Lazio Doctor Covid’ e recarsi al drive-in con tessera sanitaria e documento di viaggio. Se va con ricetta del medico velocizza le operazioni di tracciamento. I drive-in sono aperti tutti i giorni dalle 9 alle 18 ad eccezione della domenica (Il drive del San Giovanni è aperto anche la domenica). per ogni informazione contratta il numero verde 800.118.800 o segnala il tuo rientro attraverso l’app ‘lazio doctor covid'”. Lo comunica l’Unità di Crisi COVID-19 della Regione.

Per chi rientra in Emilia-Romagna da Croazia, Grecia, Malta e Spagna non ci sarà quarantena nel tempo di attesa per il tampone e nemmeno per l’attesa dell’esito. Confermato l’obbligo di informare le autorità sanitarie dell’arrivo da quei Paesi per essere sottoposti al test. Lo chiarisce Raffaele Donini, assessore regionale alla Salute, a proposito dell’ordinanza del ministro della Salute emanata ieri che regolamenta l’ingresso in Italia da parte di chi ha soggiornato in Paesi nei quali sta salendo l’indice dei contagi da Covid-19. “Sul tema relativo ai rientri da Croazia, Grecia, Malta e Spagna, questa mattina abbiamo fatto il punto con il Ministero della salute su alcuni aspetti dell’ordinanza emanata ieri – spiega in una nota Donini – Naturalmente condividiamo l’impianto del provvedimento, che avevamo discusso, e per certi aspetti anticipato, insieme ieri. Abbiamo convenuto con il Ministero che, per quanto ci riguarda, i test che verranno fatti all’arrivo dai Paesi citati nell’ordinanza del ministro sono da considerarsi come una indagine epidemiologica. Per questo, non si prevede l’isolamento fiduciario della persona né per quanto riguarda il periodo di attesa per essere sottoposto a tampone, né per quanto riguarda l’attesa di ricevere l’esito del test. Resta confermato l’obbligo di informare le autorità sanitarie dell’arrivo da quei Paesi, per essere poi sottoposti al test. Faccio ancora un appello all’osservanza di tutte le norme di prevenzione – sottolinea l’assessore – dal distanziamento, all’uso della mascherina, al lavaggio frequente delle mani”.

Il presidente del Veneto, Luca Zaia, firma una nuova ordinanza valida fino al 6 settembre per “mettere in sicurezza il territorio” e che, rispetto al Dpcm del Governo, “implica comportamenti a cui obbligatoriamente deve sottostare – puntualizza – chi viene da alcuni Paesi considerati ‘a rischio o che fa parte di specifiche categorie'”. Tra i soggetti individuati, ai quali viene richiesto il test Covid, vi sono i lavoratori nelle case di riposo e delle strutture per i non autosufficienti. Costoro al rientro in Veneto dall’estero dovranno chiamare il proprio medico di base o le strutture sanitarie e dovranno sottoporsi obbligatoriamente al tampone, che saràgratuito: chi si sottrarrà andrà incontro ad una sanzione di mille euro. Obbligo eguale per gli operatori sanitari di ospedali e ospice, per le badanti o quanti svolgono assistenza domiciliare ad anziani e disabili. Tra le altre categorie coinvolte direttamente nell’ordinanza rientrano pure i lavoratori stagionali del settore agricolo e chi compie una trasferta di lavoro all’estero. L’attenzione particolare riguarda chi rientra da Paesi in cui vige la quarantena. Nell’ordinanza si fa esplicito riferimento, fa sapere Zaia, a chi proviene da Romania e Bulgaria e rientra in Veneto con pullman o bus turistici. Per chi giunge nella Regione da nazioni in cui non vige la quarantena, come Croazia, Malta, Grecia e Malta, è fatto obbligo di effettuare il test Covid. Presi in considerazione anche “i gruppi target, che rivestono particolare interesse epidemiologico” come i pakistani. Infine, per i cinema, le attività sportive o gli spettacoli dal vivo, continua ad applicarsi la distanza di sicurezza e l’obbligo di indossare la mascherina ANSA

 

ANSA-Nuovo record del debito pubblico, che a fine giugno era a 2.530,6 miliardi, 20,5 miliardi in più rispetto a maggio a fronte di un fabbisogno del mese di 20,6 miliardi. Lo rende noto Bankitalia nella pubblicazione “Finanza pubblica: fabbisogno e debito”.
A giugno le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono scese di 6,5 miliardi (-19,9%) rispetto a un anno prima a 26,2 miliardi, con un calo nei primi sei mesi del 2020 di 19,4 miliardi (-10,3%) a 169,9 miliardi. Pesano – spiega Bankitalia – la sospensione dei versamenti fiscali disposta dai decreti anti-Covid e il peggioramento del quadro macroeconomico.
Le disponibilità liquide del Tesoro si sono leggermente ridotte (-0,8 miliardi) a 60,7 miliardi. (ANSA).

 

Un nuovo lockdown nazionale “è decisamente improbabile”. Ma le chiusure locali “possono diventare inevitabili se la situazione sfugge di mano, se il controllo del territorio e degli infetti sfugge di mano”. E il rischio esiste, perché “c’è sempre una festa danzante o un barbecue da fare, un funerale da celebrare”. Così il coordinatore del Cts, Agostino Miozzo, sottolineando che “400 casi al giorno non sono tanti né pochi. Dicono che il virus c’è ed è presente in tutto il paese. Siamo ancora in una situazione governabile. Però è una situazione precaria e il passaggio, il salto quantitativo, può essere molto veloce, questo è il rischio vero”.

“Le discoteche – ribadisce Miozzo – devono rimanere chiuse perché, checché se ne dica, con migliaia di ragazzi ammassati non c’è nulla da fare.Le aggregazioni di massa sono devastanti – aggiunge – impossibili da gestire”. Ci sono però degli interessi economici e migliaia di lavoratori da tutelare. “Ci rendiamo perfettamente conto – dice – e per questo servono delle compensazioni. Il lavoratore del settore va tutelato come e forse anche più degli altri, perché parliamo di un settore troppo a rischio”.

Tenere le discoteche aperte “è un serio rischio”, sottolineano fonti di governo ricordando alla Regioni che l’esecutivo, anche nell’ultimo Dpcm, “ha sempre ribadito che le aperture non erano e non sono previste”. Proprio per tentare di trovare una soluzione condivisa e dopo l’incontro di mercledì al quale hanno partecipato i ministri Speranza, Boccia e Patuanelli, secondo quanto si apprende, il ministro degli Affari Regionali potrebbe riconvocare i governatori. Le Regioni, dicono ancora le fonti, hanno deciso “in autonomia di aprire a certe condizioni” ma in questa fase “è necessaria la massima responsabilità e il massimo scrupolo per le condizioni di sicurezza e la reale tutela della salute”. Quei governatori che in queste ore stanno decidendo di chiudere i locali da ballo e le discoteche seguendo le indicazioni del governo, concludono le fonti, “non vogliono colpire un settore ma ritengono un serio pericolo l’apertura di spazi dove il contagio può correre”.

Intanto salgono ancora i contagi per coronavirus e per la prima volta da settimane superano i 500 in 24 ore: sono 523 i nuovi casi registrati in un giorno, secondo i dati del ministero della Salute, mentre mercoledì erano stati 481 ieri. Complessivamente sono 252.235 le persone che hanno contratto il virus. In calo invece il numero delle vittime: 6 in più rispetto a mercoledì che portano il totale a 35.225, mentre mercoledì l’incremento era di 10.Tra le regioni solo la Valle d’Aosta non fa registrare nuovi casi mentre i maggiori incrementi si registrano in Veneto (+84), Lombardia (+74), Liguria (+63) e Sicilia (+42).

Test rapidi nei prossimi giorni negli aeroporti – Nei prossimi giorni, nei principali aeroporti, nei porti e linee di confine, in via sperimentale si potranno trovare postazioni per eseguire i test rapidi per chi è sprovvisto dell’attestazione del test eseguito prima della partenza e risultato negativo. Per ogni informazione è possibile chiamare il Ministero della Salute: dall’Italia al numero gratuito 1500, mentre dall’estero ai numeri +390232008345, +39.02.89619015, +39.02.83905385. Lo rende noto il ministero della Salute.

Monitoraggio, situazione in progressivo peggioramento – Una situazione di “transizione con tendenza ad un progressivo peggioramento”: e’ quanto si legge nel rapporto di Monitoraggio del Ministero della Salute e dell’Iss sulle infezioni da Covid in Italia nella settimana dal 3 al 9 agosto. Le infezioni contratte nella seconda metà di luglio 2020, mostrano “importanti segnali di allerta per un possibile aumento della trasmissione”. “È essenziale mantenere elevata l’attenzione e continuare a rafforzare le attività di contact tracing (ricerca dei contatti) in modo da identificare precocemente tutti i potenziali focolai di trasmissione e continuare a controllare l’epidemia, si legge.

Nell’ultima settimana di monitoraggio sono stati riportati 925 focolai di Covid di cui 225 nuovi, entrambi in aumento per la seconda settimana consecutiva. Le Regioni con valore Rt maggiore di 1 sono 9. Lo indica il monitoraggio del Ministero della Salute e dell’Iss. “Il forte impegno dei servizi territoriali nelle attività di ricerca dei contatti si sta dimostrando efficace nel contenere la trasmissione locale del virus come dimostrato da valori di Rt pari o inferiori a 1 nella maggior parte delle Regioni/PPAA. Si osservano, pertanto, negli ultimi 14 giorni stime medie pari o superiori ad 1 in nove Regioni dove si sono verificati nelle ultime 3 settimane recenti focolai ma senza comportare un sovraccarico dei servizi assistenziali”.

Sono nove le regioni con Rt maggiore di uno, tre in meno rispetto alla settimana scorsa quando se ne contavano 12, con la Sicilia che con 1.40 ha quello più alto a livello nazionale. Tre regioni, Basilicata, Calabria e Molise, hanno un valore pari a zero. La cifra ha superato il valore di soglia anche in Abruzzo, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia,Toscana e Veneto.

La Covid-19 “può tornare a rialzare la testa” e ciò potrebbe spingere il ministero della Salute a “variare l’elenco dei paesi da cui è obbligatorio fare il test sierologico al ritorno”. A precisarlo è il viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri, alla Vita in diretta su Rai Uno.

LA CALABRIA – E subito si fa sentire la governatrice della Calabria Santelli che ha firmato un’ordinanza con la quale dispone la chiusura di tutte le attività che hanno attinenza con il ballo, quindi sale da ballo, discoteche e locali assimilati come i lidi balneari, all’aperto o al chiuso. La decisione è stata presa ai fini del contenimento della diffusione del virus Covid 19 , riferisce un comunicato, “in accordo con il Governo nazionale e dopo aver interloquito con i ministri della salute e degli affari regionali, Francesco Boccia e Roberto Speranza”. Il divieto decorre dalla data di pubblicazione della presente Ordinanza e fino a tutto il 7 settembre 2020, ovvero a data antecedente qualora la curva dei contagi dovesse ritornare ad un livello compatibile con un rischio basso di trasmissibilità del contagio”.

LA PUGLIA – “Penso che i casi registrati fra luglio e agosto” in Puglia “rappresentino l’innesco di una seconda ondata. Lo stesso innesco che a febbraio, semplicemente, non abbiamo rilevato e che poi ha provocato la grande ondata”, ha scritto su Facebook l’epidemiologo Pierluigi Lopalco, capo della task force regionale pugliese per l’emergenza Coronavirus. Secondo Lopalco, però, “le onde di oggi sono quelle di una mareggiata. Se siamo bravi a contenerle, probabilmente non svilupperanno lo tsunami”. ANSA

 

 

L’anno scolastico è ricominciato lunedì scorso, e nel giro di meno di una settimana sono già diversi i contagi da Coronavirus, segnalati negli istituti di Berlino: c’è anche il caso di una prima scuola che ha deciso di richiudere i battenti. È la Berliner Zeitung, uno dei tabloid della capitale, a elencare le sette scuole (in quattro quartieri) in cui si sono registrati i casi (singoli a quanto si sa per ora) di infezione. Gli istituti hanno reagito per lo più mettendo gruppi di studenti o classi in quarantena.Intanto, proprio oggi in cancelleria, Angela Merkel incontra la leader dell’SPD Saskia Esken e diversi ministri dell’Istruzione dei Laender, per fare il punto della situazione. La gestione del settore fa capo alle regioni, e nella città-Stato di Berlino il senato locale ha deciso di far ripartire le lezioni, abolendo perfino la regola del distanziamento in aula. Gli scolari sono tenuti però a portare la mascherina negli edifici scolatici (ma non seduti ai banchi). La disinvoltura della politica locale ha sollevato pareri discordanti e polemiche. Il sindacato del settore GEW ha fatto presente che sarebbe stato meglio ripartire alternando lezioni in presenza e online, mantenendo la divisione in gruppi, come accadeva nel mese di giugno. In Germania, il Covid ha ricominciato a diffondersi in modo preoccupante, con oltre mille casi nuovi di infezione al giorno: oggi sono 1445, stando ai dati del Robert Koch Institut; mentre a Berlino sono stati riportati 125 positivi in più, rispetto al giorno precedente.

E mentre l’AFP segnala che ha superato la soglia dei 750 mila il bilancio dei morti per coronavirus nel mondo, 200.000, ben oltre i 166.038 conteggiati dalla Johns Hopkins University sarebbero nei soli Stati Uniti. A fare i conti e’ il New York Times, secondo il quale molti stati sono indietro di settimane se non di mesi nel riportare il numero dei morti.ANSA

 

 

Impresa del Lipsia che si è qualificato per le semifinali di Champions league. I tedeschi, nel quarto di finale giocato a Lisbona hanno battuto 2-1 l’Atletico Madrid. In semifinale il Lipsia affronterà il Paris Saint Germain.ANSA

 

 

 

“Lunedì 24 agosto parte ufficialmente la nuova stagione azzurra. Dal 24, infatti, comincia il ritiro estivo del Napoli a Castel di Sangro finalizzato alla preparazione del campionato 2020/21”. Arriva l’annuncio ufficiale da parte della SSC Napoli, che sul proprio sito ufficiale dirama le date del prossimo ritiro che si terrà nella cittadina abruzzese.

Gli azzurri svolgeranno il primo allenamento in Abruzzo nel pomeriggio. Saranno due i test amichevoli previsti nell’arco del raduno, le cui date verranno comunicate successivamente. Il ritiro terminerà venerdì 4 settembre.-tuttonapoli.net-

 

 

Cristiano Giuntoli, direttore sportivo del Napoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni sul mercato azzurro riportate dai colleghi di Sportitalia. Questo il contenuto della chiacchierata telefonica, espresso dalla redazione dell’emittente televisiva:

“Giuntoli ci ha confermato l’interesse per Sergio Reguilon del Real Madrid e ci ha detto che il club spagnolo ha però grandi pretese e c’è la concorrenza di Arsenal e Chelsea. Per il momento il Napoli punta al prestito”.-tuttonapoli.net-

 

Tiene banco in casa Napoli il futuro di Arek Milik e la voglia del calciatore di vestire la maglia della Juventus. L’edizione odierna di Tuttosport riassume così la situazione del bomber polacco con la Juventus che non vuole versare il denaro cash chiesto da De Laurentiis per prendere il classe ’94.

“Il caso più eclatante è quello di Arkadiusz Milik, da tempo separato in casa col Napoli e promesso sposo alla Juve, che non vuole accettare le condizioni del Napoli: 40 milioni cash oppure scambio alla pari con Bernardeschi. L’esterno bianconero, però, non ne vuol sapere di trasferirsi, nè di cedere i diritti d’immagine al club azzurro. L’alternativa sarebbe uno scambio alla pari con il cartellino dell’esterno sinistro Luca Pellegrini, 21enne che era al Cagliari: a Gattuso piace, al Napoli un po’ meno la valutazione eccessiva che gli dà la Juve”-tuttonapoli.net-

 

 

L’edizione odierna del Corriere dello Sport approfondisce il discorso relativo al possibile addio di Cristiano Ronaldo dalla Juventus. Come scrive il quotidiano, se dovessero maturare le condizioni, l’addio di CR7 arriverà sicuramente. Tra la Vecchia Signora e il portoghese è stato un matrimonio di convenienza. Ronaldo cercava un’ultima piazza dove vincere ancora e la Juventus sembrava il posto giusto. La Juventus, dal canto suo, cercava un campione per promuovere il suo marchio e provare a vincere finalmente la Champions. Ora entrambe le parti si stanno interrogando, chiedendosi se abbia davvero senso proseguire insieme. Dal canto suo, il neo allenatore Andrea Pirlo vorrebbe tenerlo, ma l’impressione è che se arriverà un’offerta importante il portoghese potrà partire. Sicuramente con Ronaldo il calcio italiano ha un fascino maggiore, ma il club bianconero dopo due anni ha compreso che CR7, per vincere solo il campionato, è un lusso extra budget.-tuttonapoli.net-

 

 

Secondo l’analisi dei giocatori in esubero effettuata questa mattina dal Corriere dello Sport, la Roma ha almeno 14 giocatori che potrebbero lasciare la capitale nel corso del prossimo calciomercato. Si parte da Under, che viene valutato non meno di 30 milioni di euro, passando per Kluivert e Schick, entrambi valutati 25, mentre Pau Lopez potrebbe essere venduto per 22 milioni. In uscita per una cifra di circa 10 milioni c’è anche Florenzi, mentre Pastore, Perotti, Olsen e Karsdorp potrebbero portare 5 milioni a testa nelle casse di Friedkin. Con valutazioni più basse sono in partenza anche Juan Jesus, Coric, Fazio e Santon. Se tutti questi addii dovessero andare in porto, i giallorossi potrebbero mettere insieme una cifra intorno ai 146 milioni di euro.-tuttonapoli.net-

Pubblicato da Alessandro Lugli

Alessandro Lugli è nato a Napoli e ivi residente. Poeta, giornalista pubblicista e cantante. Direttore di vari blog da lui creati.