Fra cronaca e calcio

Due donne sono state uccise a coltellate dai loro partner, nel Veneto e in Calabria, proprio mentre si celebra oggi la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Un uomo di 40 anni ha ucciso la moglie con una coltellata al petto a Cadoneghe, in provincia di Padova. L’omicida si chiama Jennati Abdefettah, ha 40 anni, è marocchino e fa il magazziniere. I tre figli che abitavano con la coppia sono stati affidati a un’amica della madre che abitava vicino a loro.A chiamare i carabinieri è stato proprio l’omicida nella notte. La donna è stata trovata distesa nel suo letto. La donna sembra che avesse denunciato il suo comportamento violento, ma poi aveva ritrattato. Sul posto i carabinieri del nucleo investigativo, il pm di turno Marco Brusegan, il medico legale Antonello Cirnelli.

In Calabria, un uomo è stato sottoposto a fermo del pm perché ritenuto l’autore dell’omicidio della donna di 51 anni il cui cadavere è stato trovato nascosto tra gli scogli a Stalettì, sulla costa ionica catanzarese. Si tratta di un 36enne di Badolato che, secondo le indagini dei carabinieri del Comando provinciale di Catanzaro e della Compagnia di Soverato aveva una relazione extraconiugale con la donna.

“La ricorrenza di oggi induce a riflettere su un fenomeno che purtroppo non smette di essere un’emergenza pubblica. Le notizie di violenze contro le donne occupano ancora troppo spesso le nostre cronache, offrendo l’immagine di una società dove il rispetto per la donna non fa parte dell’agire quotidiano delle persone, del linguaggio privato e pubblico, dei rapporti interpersonali”. Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in una dichiarazione in occasione della Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne.

“Le istituzioni – sostiene Mattarella -hanno raccolto il grido di allarme lanciato dalle stesse donne e dalle associazioni che da decenni sono impegnate per estirpare quella che è, ancora in troppe situazioni, una radicata concezione tesa a disconoscere la libertà delle donne e la loro capacità di affermazione. Per questo resta fondamentale, per le donne che si sentono minacciate, rivolgersi a chi può offrire un supporto e prevenire la degenerazione della convivenza in violenza”.ANSA

 

Sono 91 le donne vittime di omicidio nei primi dieci mesi del 2020, ancora una ogni tre giorni. Sono i dati del rapporto Eures sul femminicidio in Italia: segnala una leggera flessione rispetto alle 99 vittime dello stesso periodo dell’anno precedente.
A diminuire significativamente sono tuttavia soltanto le vittime femminili della criminalità comune (da 14 ad appena 3 nel periodo gennaio-ottobre 2020), mentre risulta sostanzialmente stabile il numero dei femminicidi familiari (da 85 a 81) e, all’interno di questi, il numero dei femminicidi di coppia (56 in entrambi i periodi), mentre aumentano le donne uccise nel contesto di vicinato (da 0 a 4).

Sono 3.344 le donne uccise in Italia nel XXI secolo. Lo rileva il rapporto sul Femminicidio. Le 3.344 le donne uccise in Italia tra il 2000 e 31 ottobre 2020, pari al 30% degli 11.133 omicidi volontari complessivamente censiti ed elaborati dall’Istituto di Ricerca Eures, anche grazie alla preziosa collaborazione del Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale della Polizia Criminale del Ministero dell’Interno. L’incidenza della componente femminile registra negli anni una costante crescita, per effetto di una marcata flessione degli omicidi in alcuni ambiti come la criminalità comune e organizzata dove le vittime sono soprattutto uomini, e una flessione assai più attenuata degli omicidi familiari (dove le vittime sono principalmente donne). Tale dinamica raggiunge il suo apice nel 2020, quando si attesta sul 40,6% dei casi censiti, ovvero la percentuale più alta di sempre. Analogamente i femminicidi familiari (che negli ultimi 20 anni presentano un’incidenza progressivamente crescente), registrano il valore più elevato proprio nell’ultimo anno (89%), a fronte di una percentuale media del 73,5% (pari a 2.458 femminicidi familiari dal 2000 ad oggi). La coppia continua a rappresentare il contesto relazionale più a rischio per le donne, con 1.628 vittime tra le coniugi, partner, amanti o ex partner negli ultimi 20 anni (pari al 66,2% dei femminicidi familiari e al 48,7% del totale delle donne uccise) e 56 negli ultimi 10 mesi (pari al 69,1% dei femminicidi familiari e a ben il 61,5% del totale delle donne uccise). Gli autori sono “per definizione” nella quasi totalità dei casi uomini (94%), con valori che nel corso dei singoli anni oscillano tra il 90% e il 95%.

“Alcuni dati mostrano che qualcosa comincia a funzionare meglio che in passato ma siamo consapevoli che il Codice Rosso non è la panacea. I dati sui dati dei femminicidi ci dicono che il percorso da fare è ancora lungo”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte in un messaggio per la presentazione del rapporto “Un anno di Codice Rosso”. “Il Codice è solo un tassello fondamentale importantissimo che riguarda il momento in cui la violenza è già avvenuta: non basta. Un intervento serio richiede tempo, un approccio sinergico e la consapevolezza che la strada per invertire darà i suoi frutti nel tempo ed è questa la strada che come governo, insieme ai ministri, ci impegniamo a percorrere”.

“A causa delle misure limitative” durante l’emergenza Covid “abbiamo involontariamente creato profondo disagio” che ha contribuito ad un aumento dei fenomeni di femminicidio, “triplicati durante il lockdown”, arrivando ad “un caso ogni due giorni. Anche a fronte di un calo degli omicidi”, ha spiegato il premier Conte durante un incontro al Senato sui centri antiviolenza.ANSA

 

Riportare tutti gli studenti a scuola in presenza il 9 dicembre: è l’ipotesi per la quale sarebbero in pressing il M5s e Iv. Una decisione non è ancora presa e di scuola, assicurano più fonti, non si è parlato ieri nel governo: il tema potrebbe essere affrontato – ma non è detto – nel vertice dei capi delegazione in programma per oggi.

Lunedì il premier Giuseppe Conte non ha escluso la possibilità di riaprire tutti gli istituti a dicembre e non è un mistero che la ministra Lucia Azzolina spinga in questa direzione: il 9 dicembre sarebbe la prima data utile.Ma il confronto nel governo è in corsIn corso un confronto all’interno del governoo e i ministri più prudenti non escludono che il via libera arrivi solo a gennaio: tutto dipenderà dall’evoluzione della curva nelle prossime settimane.

“Fare squadra” sulla riapertura, mantenendo aperte le scuole che hanno continuato a lavorare in presenza: questo l’obiettivo di una riunione convocata sempre per oggi
dalla Azzolina coi sindaci della città metropolitane.

“Faremo il possibile per riaprire le scuole in dicembre, dobbiamo vedere il quadro epidemiologico, valutandolo giorno per giorno. Le scuole sono e restano una priorità assoluta per il governo”. Lo ha detto il ministro della salute Roberto Speranza intervenendo alla trasmissione di ‘Di martedi’. “Valutazioni in questo senso – ha concluso Speranza – sono previste nei prossimi giorni.ANSA

 

E’ iniziata oggi la sesta edizione della Conferenza Rome MED- Mediterranean Dialogues, promossa a partire dal 2015 dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dall’Ispi, che si tiene quest’anno in formato digitale e prevede oltre 40 eventi virtuali dal 25 novembre al 4 dicembre 2020.

L’intera area del Mediterraneo allargato registra una “preoccupante fragilità per gli equilibri politici, economici e sociali. Lo scenario regionale, da sempre complesso, esprime oggi un elevato tasso di polarizzazione.Essa è il prodotto dell’interazione tra crisi di lungo periodo, alimentate anche dalla cronica frammentazione interna, e l’evoluzione nella competizione geopolitica e ideologica, tra potenze globali e regionali, attori arabi e non-arabi”, con “rinnovate spinte concorrenziali per la sovranità su porzioni di mare e sulle loro risorse, specie quelle energetiche”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio aprendo la sesta edizione della Conferenza Rome MED- Mediterranean Dialogues, promossa a partire dal 2015 dal Ministero degli Affari Esteri e dall’Ispi, che si tiene quest’anno in formato digitale. “Di questa eterogenea miscela di instabilità sono visibili tracce evidenti in ciascuno degli attuali scenari di crisi con cui ci confrontiamo nella regione”.

“Il contributo italiano è indispensabile per mettere ordine nelle molteplici contese” del Mediterraneo ha aggiunto Di Maio sottolineando che “la strategia italiana parte dal presupposto che l’interazione tra i Paesi di entrambe le sponde del Mediterraneo debba svolgersi tra partner a pieno titolo”. L’ambizione italiana, in qualità di co-presidente del CoP26 e di presidente del G20, “è di fare del Mediterraneo il laboratorio che ripristini la centralità delle persone, accordi precedenza alla salvaguardia del pianeta e ponga le basi per una prosperità condivisa”.

“È molto probabilmente finita l’epoca in cui era possibile speculare sull’interventismo salvifico statunitense e confidare in una sorta di delega permanente agli Usa anche per la risoluzione di tutte le questioni che riguardano Mediterraneo e Medio Oriente. Questo non significa affatto che bisogna lasciar spazio ad altre potenze esterne. Possiamo invece provare a percorrere la strada della cooperazione, ma servono impegno e strumenti di governance adeguati” ha proseguito il ministro precisando che “proprio la pandemia ci abbia ricordato in modo inequivocabile il valore di un approccio cooperativo per fronteggiarne le conseguenze dirette e indirette”.

Sul tema della migrazione poi Di Maio ha ricordato che l’Italia “fa fino in fondo la sua parte”, ma chiede in cambio una “limpida collaborazione e impegno concreto” da parte dei paesi di transito e di origine. “Siamo rimasti in prima linea nelle operazioni di soccorso e di accoglienza dei migranti. Abbiamo fondato sulla tutela della dignità di ogni essere umano la ricerca di un equilibrio tra diritti individuali e sicurezza della nostra collettività nazionale”, ha detto Di Maio, sottolineando che “il buon esito di questa difficile conciliazione esige però che siano responsabilizzati e coinvolti in un dialogo paritario ma franco non solo i Paesi di destinazione dei flussi migratori, ma anche quelli di transito e d’origine, sostenendone le strutture istituzionali e di controllo”. “Questa stessa attitudine da parte di tutti i partner della regione – ha rilevato – è indispensabile anche per contenere e marginalizzare il fenomeno terroristico. Rimuovere le cause profonde di minacce ibride e transazionali è fondamentale per promuovere pace, stabilità e sviluppo nel Mediterraneo allargato”.

L’ambizione dell’Italia ha detto il ministro, è “giungere a una condivisione delle risorse energetiche che sia equa e vantaggiosa per tutti. L’energia resta evidentemente un tema centrale per l’intera regione MENA, che include molti dei maggiori esportatori mondiali di idrocarburi. Su tale terreno si giocherà la competizione per rimodulare gli equilibri locali e globali nel medio-lungo periodo”. “Cresce, sotto questo profilo, la rilevanza dei giacimenti di gas naturale nel Mediterraneo orientale, e con essa il rischio che qui si allarghi rapidamente una nuova faglia di conflittualità regionale. La nostra ambizione, invece, è di giungere a una condivisione delle risorse che sia equa e vantaggiosa per tutti. Per questo, non faremo mancare il nostro sostegno alle occasioni di dialogo e di coordinamento settoriale tra gli attori coinvolti”.

Sulla crisi libica “rimane essenziale conseguire l’obiettivo di assicurare l’unità, l’integrità e la sovranità del Paese, attraverso una soluzione politica complessiva dell’attuale impasse e a beneficio di tutta la popolazione libica”. Secondo il ministro”abbiamo una road-map verso una soluzione complessiva della crisi, con la creazione di una nuova autorità esecutiva, rappresentativa di tutte le regioni della Libia, e un traguardo fissato al 24 dicembre 2021 in libere elezioni parlamentari e presidenziali nel Paese. Si tratta di sviluppi indubbiamente positivi, ed è importante che siano affiancati e sostenuti da analoghi avanzamenti nel campo della sicurezza”, ha aggiunto. “Alla comunità internazionale tutta – sottolinea il ministro – resta l’obbligo di rispettare e proteggere da interferenze straniere e interne lo spazio di dialogo che i libici, anche grazie all’iniziativa di UNSMIL, sono riusciti a crearsi in questo cruciale passaggio. Ma è chiaro che per l’Italia la stabilizzazione della Libia e il ripristino dello stato di diritto su tutto il suo territorio riveste un’importanza assoluta e prioritaria”.

 

La conferenza si apre con un intervento sulla piattaforma web di Luigi Di Maio, ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, e di Giampiero Massolo, presidente Ispi. Chiuderà i MED Dialogues venerdì 4 dicembre il presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte. I giornalisti che intendono seguire i lavori devono accreditarsi, compilando entro il 25 novembre alle ore 9.00 il form al seguente link: https://join.med.ispionline.it/media-accreditation.

Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio © ANSA
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Redazione ANSA
ROMA
25 novembre 2020
11:33
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E’ iniziata oggi la sesta edizione della Conferenza Rome MED- Mediterranean Dialogues, promossa a partire dal 2015 dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dall’Ispi, che si tiene quest’anno in formato digitale e prevede oltre 40 eventi virtuali dal 25 novembre al 4 dicembre 2020.

L’intera area del Mediterraneo allargato registra una “preoccupante fragilità per gli equilibri politici, economici e sociali. Lo scenario regionale, da sempre complesso, esprime oggi un elevato tasso di polarizzazione.

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Essa è il prodotto dell’interazione tra crisi di lungo periodo, alimentate anche dalla cronica frammentazione interna, e l’evoluzione nella competizione geopolitica e ideologica, tra potenze globali e regionali, attori arabi e non-arabi”, con “rinnovate spinte concorrenziali per la sovranità su porzioni di mare e sulle loro risorse, specie quelle energetiche”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio aprendo la sesta edizione della Conferenza Rome MED- Mediterranean Dialogues, promossa a partire dal 2015 dal Ministero degli Affari Esteri e dall’Ispi, che si tiene quest’anno in formato digitale. “Di questa eterogenea miscela di instabilità sono visibili tracce evidenti in ciascuno degli attuali scenari di crisi con cui ci confrontiamo nella regione”.

“Il contributo italiano è indispensabile per mettere ordine nelle molteplici contese” del Mediterraneo ha aggiunto Di Maio sottolineando che “la strategia italiana parte dal presupposto che l’interazione tra i Paesi di entrambe le sponde del Mediterraneo debba svolgersi tra partner a pieno titolo”. L’ambizione italiana, in qualità di co-presidente del CoP26 e di presidente del G20, “è di fare del Mediterraneo il laboratorio che ripristini la centralità delle persone, accordi precedenza alla salvaguardia del pianeta e ponga le basi per una prosperità condivisa”.

“È molto probabilmente finita l’epoca in cui era possibile speculare sull’interventismo salvifico statunitense e confidare in una sorta di delega permanente agli Usa anche per la risoluzione di tutte le questioni che riguardano Mediterraneo e Medio Oriente. Questo non significa affatto che bisogna lasciar spazio ad altre potenze esterne. Possiamo invece provare a percorrere la strada della cooperazione, ma servono impegno e strumenti di governance adeguati” ha proseguito il ministro precisando che “proprio la pandemia ci abbia ricordato in modo inequivocabile il valore di un approccio cooperativo per fronteggiarne le conseguenze dirette e indirette”.

Sul tema della migrazione poi Di Maio ha ricordato che l’Italia “fa fino in fondo la sua parte”, ma chiede in cambio una “limpida collaborazione e impegno concreto” da parte dei paesi di transito e di origine. “Siamo rimasti in prima linea nelle operazioni di soccorso e di accoglienza dei migranti. Abbiamo fondato sulla tutela della dignità di ogni essere umano la ricerca di un equilibrio tra diritti individuali e sicurezza della nostra collettività nazionale”, ha detto Di Maio, sottolineando che “il buon esito di questa difficile conciliazione esige però che siano responsabilizzati e coinvolti in un dialogo paritario ma franco non solo i Paesi di destinazione dei flussi migratori, ma anche quelli di transito e d’origine, sostenendone le strutture istituzionali e di controllo”. “Questa stessa attitudine da parte di tutti i partner della regione – ha rilevato – è indispensabile anche per contenere e marginalizzare il fenomeno terroristico. Rimuovere le cause profonde di minacce ibride e transazionali è fondamentale per promuovere pace, stabilità e sviluppo nel Mediterraneo allargato”.

L’ambizione dell’Italia ha detto il ministro, è “giungere a una condivisione delle risorse energetiche che sia equa e vantaggiosa per tutti. L’energia resta evidentemente un tema centrale per l’intera regione MENA, che include molti dei maggiori esportatori mondiali di idrocarburi. Su tale terreno si giocherà la competizione per rimodulare gli equilibri locali e globali nel medio-lungo periodo”. “Cresce, sotto questo profilo, la rilevanza dei giacimenti di gas naturale nel Mediterraneo orientale, e con essa il rischio che qui si allarghi rapidamente una nuova faglia di conflittualità regionale. La nostra ambizione, invece, è di giungere a una condivisione delle risorse che sia equa e vantaggiosa per tutti. Per questo, non faremo mancare il nostro sostegno alle occasioni di dialogo e di coordinamento settoriale tra gli attori coinvolti”.

Sulla crisi libica “rimane essenziale conseguire l’obiettivo di assicurare l’unità, l’integrità e la sovranità del Paese, attraverso una soluzione politica complessiva dell’attuale impasse e a beneficio di tutta la popolazione libica”. Secondo il ministro”abbiamo una road-map verso una soluzione complessiva della crisi, con la creazione di una nuova autorità esecutiva, rappresentativa di tutte le regioni della Libia, e un traguardo fissato al 24 dicembre 2021 in libere elezioni parlamentari e presidenziali nel Paese. Si tratta di sviluppi indubbiamente positivi, ed è importante che siano affiancati e sostenuti da analoghi avanzamenti nel campo della sicurezza”, ha aggiunto. “Alla comunità internazionale tutta – sottolinea il ministro – resta l’obbligo di rispettare e proteggere da interferenze straniere e interne lo spazio di dialogo che i libici, anche grazie all’iniziativa di UNSMIL, sono riusciti a crearsi in questo cruciale passaggio. Ma è chiaro che per l’Italia la stabilizzazione della Libia e il ripristino dello stato di diritto su tutto il suo territorio riveste un’importanza assoluta e prioritaria”.

 

La conferenza si apre con un intervento sulla piattaforma web di Luigi Di Maio, ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, e di Giampiero Massolo, presidente Ispi. Chiuderà i MED Dialogues venerdì 4 dicembre il presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte. I giornalisti che intendono seguire i lavori devono accreditarsi, compilando entro il 25 novembre alle ore 9.00 il form al seguente link: https://join.med.ispionline.it/media-accreditation.

 

La Conferenza vede la partecipazione di esponenti delle maggiori organizzazioni internazionali, accademici, imprenditori nonché studiosi ed esperti da tutto il mondo, con oltre 40 leader politici tra presidenti, primi ministri e ministri di diverse realtà internazionali. Partecipano tra gli altri: Sergey Lavrov, ministro degli Affari Esteri, Russia; Paolo Gentiloni, commissario Ue per gli Affari Economici e Monetari; Ylva Johansson, commissario per gli Affari Interni; Mohammad Javad Zarif, ministro degli Affari Esteri dell’Iran; il principe Faisal Bin Farhan Al Saud, ministro degli Affari Esteri saudita; Ahmed Maitig, vice-presidente del Consiglio presidenziale libico.

MED Dialogues 2020 intende, pur in un’epoca di pandemia, mettere a punto “un’agenda positiva” per il Mediterraneo, elaborando possibili soluzioni condivise ai rischi sanitari, economici e politici che potrebbero dimostrarsi più gravi e pesanti rispetto al resto del mondo. Tra i temi strategici al centro del dibattito le principali sfide per la sicurezza, la difficile gestione del fenomeno migratorio in un periodo di pandemia, il destino delle giovani generazioni, la rivoluzione nel mondo dell’energia, le opportunità poste dalla transizione verso un’economia verde e sostenibile, il ruolo strategico delle donne nell’area mediterranea e il loro contributo alla crescita sociale ed economica. Strategica per l’area mediterranea è senza dubbio anche la riflessione sul partenariato euro-mediterraneo, sul ruolo della Nato nonché sulle strategie nell’area di Paesi come Stati Uniti, Paesi del Golfo, Russia, Cina, India e Giappone.
A rafforzare il contributo di idee e proposte sono stati organizzati nei mesi scorsi 28 incontri in modalità digitale con personalità internazionali di altissimo livello per discutere la realtà di Paesi chiave dell’area come Siria, Libia, Israele, Palestina, Yemen e Iran. Al centro del dibattito anche temi strategici come, tra gli altri, il ruolo dell’Europa, l’energia verde e le migrazioni. (ANSA).

 

“Sono giornate decisive per il negoziato col Regno Unito” sulle relazioni future, “ma ad oggi non posso dire se alla fine arriveremo ad un accordo. Si sono fatti progressi, abbiamo delineato un possibile testo definitivo”. Ma “ci sono tre questioni: level playing field, governance, pesca” che potrebbero creare difficoltà. Così la presidente della Commissione -Ue, Ursula von der Leyen, al Parlamento europeo. “Faremo tutto il possibile per trovare un accordo. Siamo disposti ad essere creativi ma non a mettere a rischio il mercato unico”.

Quanto al veto di Polonia e Ungheria su Bilancio Ue 2021-2027 e Recovery fund la presidente della Commissione europea ha detto che “a luglio i leader si erano accordati su un meccanismo di condizionalità per le violazioni dello stato di diritto, che potrebbero mettere a repentaglio il bilancio dell’Ue. Sono solo questi i casi” e la clausola “è una cosa corretta, necessaria, proporzionale. E’ difficile pensare che qualcuno abbia da ridire su questa soluzione. Ma se i dubbi restano, si può adire la Corte di giustizia europea, la sede dove risolviamo le differenze su testi giuridici”.

Sulle misure anti-Covid la presidente Ue ha commentato: “So che chi ha negozi, bar, ristoranti, vuole la fine delle restrizioni, ma dobbiamo trarre insegnamenti dall’estate evitando di ripetere gli stessi errori. Un rilassamento troppo celere ed eccessivo delle misure diventa un rischio per una terza ondata dopo Natale”. ANSA

 

Dei segnali positivi ci sono e la curva epidemica dei casi di Covid-19 in Italia tende a stabilizzarsi, ma la situazione resta fortemente critica soprattutto in relazione ad un parametro essenziale: il numero delle vittime, che ha segnato un rialzo facendone registrare 853 a fronte delle 630 di lunedì. A preoccupare maggiormente è infatti proprio l’andamento dei decessi, destinato a mantenersi alto ancora per circa due settimane. Ma il cauto ottimismo per i primi effetti delle misure restrittive è controbilanciato anche da un altro dato negativo, vale a dire la tenuta delle strutture sanitarie sulle quali permane un carico notevole. E’ un’analisi dell’andamento epidemiologico che spinge alla massima prudenza e cautela quella fatta dal presidente del Consiglio superiore di sanità (Css), Franco Locatelli, e del direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, in occasione della conferenza stampa organizzata dal ministero della Salute.

Illustrando i dati giornalieri del contagio, Rezza ha detto che sono 23.232 i nuovi positivi, con 188.659 tamponi eseguiti contro i 149.000 di lunedì: “C”è stato un leggero aumento del numero dei positivi”. Però, ha sottolineato, “c’è un brutto dato: ci sono stati 853 decessi, un fattore molto negativo”. Ciò anche alla luce del fatto che proprio i decessi rappresentano il parametro che che cala per ultimo. Questa situazione, dunque, potrebbe protrarsi per un periodo non brevissimo, come ha sottolineato Locatelli. “Credo – ha affermato – che ci sarà un numero di morti in questo ordine di grandezza ancora per 10-14 giorni, poi dovremmo vedere un calo”. Ed ancora: “Il numero dei nuovi infetti è troppo alto; quando saremo a 50 su 100mila saremo sollevati, finchè la situazione resta questa l’allerta rimane alta”, ha spiegato Rezza, sottolineando che attualmente siamo a 730 per 100 mila abitanti in una escalation che è andata da 50, poi a 200 per 100 mila abitanti e che ha continuato a salire. La conseguenza è che il carico sulle strutture sanitarie permane, e quindi “il cauto ottimismo è controbilanciato dal fatto che gli effetti di questa lunga scia si vedranno per diverso tempo”.

Il calo dei positivi, con andamenti oscillanti fisiologici negli ultimi giorni, hanno rilevato gli esperti, è invece effetto delle misure di contenimento messe in atto. Nonostante il quadro che resta grave, qualche segnale di miglioramento, però, inizia ad evidenziarsi.

L’indice di contagiosità è attualmente pari a 1,2 e sta continuando a scendere: “è un segnale che va nella direzione giusta”, ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, nell trasmissione Di Martedì. “Da qualche settimana vediamo un segnale che nella direzione giusta: l’indice di contagio Rt si sta abbassando. Due settimane fa era 1,7, poi 1,4 ora è poco meno di 1,2 e sta ancora scendendo. Questo significa – ha rilevato – che le misure che abbiamo adottato iniziano a dare i loro effetti e che dobbiamo continuare a insistere su questa strada perché la curva è piegabile, lo abbiamo già visto in marzo. Stiamo un po’ alla volta riuscendo a ripiegarla, ma dobbiamo insistere con la massima attenzione e la massima prudenza”. ANSA

 

Juventus batte Ferencvaros 2-1 in un incontro della quarta giornata del gruppo G di Champions League, giocato a Torino, e si qualifica matematicamente agli ottavi di finale.

Juventus-Ferencvaros 2-1: 47′ st, Cuadrado da destra serve Morata che di testa, complice il portiere, trova il gol qualificazione.

Juventus-Ferencvaros 1-1: al 35′ pt Cuadrado dalla destra serve Ronaldo che si accentra e con un sinistro sul primo palo pareggia.

Juventus-Ferencvaros 0-1: 19′ pt la sblocca Uzuni, bravo ad anticipare Cuadrado con un tocco preciso che spedisce la sfera in rete.ANSA

 

Lazio-Zenit San Pietroburgo 3-1 in una partita della quarta giornata del gruppo F della Champions League giocata allo stadio Olimpico.

Lazio-Zenit 3-1: 10′ st, Immobile sigla il tris dal dischetto. Rigore concesso per un fallo sulla Scarpa d’Oro da parte di Barrios.

Lazio-Zenit 2-1: al 25′ pt Dzyuba riceve in area, Hoedt gli lascia troppo spazio sul sinistro, e il bomber accorcia le distanze.

Lazio-Zenit 2-0: 23′ pt, azione Luis Alberto-Correa a sinistra, si accentra l’argentino, serve Parolo che col rasoterra raddoppia.

Juventus-Ferencvaros 1-1: al 35′ pt Cuadrado dalla destra serve Ronaldo che si accentra e con un sinistro sul primo palo pareggia.

Lazio-Zenit 1-0: al 3′ pt Immobile riceve spalle alla porta da Lucas Leiva, si gira e con un destro lascia di stucco Kerzhakov.ANSA

 

Barcellona batte Dinamo Kiev 4-0 (3-0) in un incontro della quarta giornata del gruppo G di Champions League, giocato a Kiev I gol: nel pt 7′ Dest, 12′ e 25 (rig) Braithwaite; nel st 47′ Griezmann. La vittoria garantisce ai catalani, primi a punteggio pieno, l’accesso agli ottavi, insieme con la Juventus.ANSA

 

In casa Napoli sembra essere tornato il sereno dopo un forte momento di tensione seguito alla partita contro il Milan. Tra Gattuso e la squadra il confronto è stato sincero, dopo lo sfogo del tecnico anche attraverso i mezzi di comunicazione. E cosi la squadra ha parlato – come riporta l’edizione di oggi de Il Corriere dello Sport – mettendo sul piatto le proprie responsabilità. La dialettica di tre giocatori in particolare – si legge – ha provato a costruire un ponte con Gattuso, ammettendo con sincerità gli errori commessi durante l’ultima partita.
Ed ecco, allora, che si torna a sorridere tutti insieme, guardando avanti verso una stagione molto lunga. E cosi dopo l’allenamento – si legge – gruppo e tecnico hanno pranzato insieme, in un clima ristabilito e con due entità che si sono ritrovate sulla stessa lunghezza d’onda. -tuttonapoli.net-

 

Tre punti ed una prestazione convincente. E’ quello che Gattuso chiede alla sua squadra, dopo il ko interno col Milan, il terzo di fila in casa che mancava addirittura dall’era Mazzarri. Il Napoli non può sbagliare l’appuntamento contro la squadra più debole del girone, tra l’altro ridotta ai minimi termini da 8 casi Covid, per restare in vetta al girone al di là di cosa accadrà nell’altra sfida tra Real Sociedad ed AZ, con l’obiettivo magari di chiudere i giochi prima della visita degli spagnoli al San Paolo.

LE ULTIME SUL NAPOLI – Gattuso deve fare a meno di Hysaj positivo, Osimhen e Ospina ancora non al meglio e – nei ruoli in cui è possibile – farà ruotare gran parte degli uomini che hanno giocato col Milan in vista della Roma. Spazio a Maksimovic con Koulibaly, con Ghoulam al ritorno da titolare a sinistra mentre Di Lorenzo (con Malcuit out dalla lista Uefa) non ha un sostituto. A centrocampo Bakayoko, squalificato con la Roma, probabilmente con Lobotka visto che Demme dovrebbe affiancare Fabian con la Roma. In attacco i maggiori dubbi: possibile spazio per Elmas a sinistra, Zielinski sottopunta ed uno tra Politano e Lozano a destra dietro Petagna.

LE ULTIME SUL RIJEKA – Formazione tutta da ricostruire per Rozman dopo gli 8 casi di positività riscontrati oggi. Il club per la privacy non ha svelato i nomi, ma l’allenatore ha anticipato che dovrebbe trattarsi per gran parte di centrocampisti e difensori. L’elenco dei convocati permetterà di risalire ai nomi dei positivi.

NAPOLI (4-2-3-1): Meret; Di Lorenzo, Maksimovic, Koulibaly, Ghoulam; Bakayoko, Lobotka; Politano, Zielinski, Elmas; Petagna. All. Gattuso
Ballottaggi: Lobotka-Demme 55%-45%, Politano-Lozano 51%-49%

RIJEKA (5-4-1): in attesa dei convocati

ARBITRO: Halis Ozkahya (Turchia)

Diretta Tv su Sky Sport e diretta radiofonica su Kiss Kiss Italia/Napoli e diretta testuale su Tuttonapoli.net con ampio pre e post-partita-tuttonapoli.net-

 

Si respira tensione palpabile in casa Napoli, e non è soltanto il campo ad essere oggetto di discussione nell’ambiente azzurro. E cosi che finisce sul banco degli imputati anche una questione extra calcistica, legata agli stipendi dei calciatori e il fatto che questi non vengano pagati da inizio stagione. Eventualità che, bisogna continuare a ricordare, è prevista dai regolamenti legati all’emergenza Covid-19.

Ma, al tempo stesso, il clima di tensione di sicuro non tiene questo aspetto in secondo piano. La Gazzetta dello Sport, nella sua edizione odierna, prova a mettere ordine anche con questa questione, andando a sviscerare il tema: “Il tecnico, il suo staff e i giocatori non hanno ancora percepito un solo stipendio dall’inizio della nuova stagione. Una condizione che ha creato qualche malcontento nell’ambiente, ma è una situazione che riguarda gran parte del pianeta calcio come conseguenza dell’epidemia di Covid-19”.-tuttonapoli.net-

 

La Stampa nell’edizione odierna dedica uno spazio al suo interno ai bianconeri con il titolo seguente: “Juve, che fatica con Ferencvaros! Avvio carico di supponenza”. Obiettivo centrato con due turni di anticipo. La squadra di Pirlo è agli ottavi di finale, tutto previsto, tranne l’enorme fatica con gli ungheresi. In avvio la Juve è lenta, prevedibile, deconcentrata, gioca con supponenza, molle. Il vantaggio avversario punisce la superficialità bianconera: su rimessa. Una responsabilità dell’intero reparto difensivo che, per la prima volta in 123 anni di storia, non ha nemmeno un italiano tra portiere e difensori.-tuttonapoli.net-

 

Quello degli stipendi è un tema che è stato rimarcato in queste ore in casa Napoli ma che, ovviamente, non riguarda soltanto la squadra azzurra. A causa dell’emergenza sanitaria, infatti, le nuove norme prevedono un lasso di tempo dilatato per il pagamento delle mensilità. Tutto questo, però, sta per scadere ma pare il Napoli rispetterà i tempi previsti per legge. Come riportato da Marco Giordano, collega di Radio Punto Nuovo, se le società non pagassero gli stipendi entro il 1 dicembre, si andrebbe incontro ad una penalizzazione di -2 in classifica Un aspetto al quale il Napoli non vuole assolutamente andare incontro, ed ecco perchè entro il 1 dicembre gli stipendi di luglio, agosto e settembre verranno erogati. -tuttonapoli.net-

 

Giocare o non giocare, questo è il dilemma. Empoli-Brescia, match valido per il quarto turno di Coppa Italia che riguarda anche il percorso del Napoli nella competizione, al momento rimane in dubbio: la compagine lombarda non è ancora partita – il club è in attesa dei tamponi dopo la positività di 4 componenti del gruppo squadra – e al momento non sono stati richiesti spostamenti sull’orario previsto per il calcio di inizio, fissato alle ore 14.30. I programmi in casa Empoli non cambiano, la squadra dopo il pranzo raggiungerà lo stadio per farsi trovare pronta all’orario stabilito.

SCONFITTA A TAVOLINO? – Manca il tempo tecnico per lo spostamento, viste le tre ore di viaggio che separano Brescia dalla città toscana. Per il momento il club guidato da Massimo Cellino non si sbilancia e non rilascia comunicati ufficiali: il rinvio è impossibile, mentre uno spostamento d’orario sembra alquanto improbabile, almeno per il momento. Ore decisive per capire se si scenderà in campo al Castellani, ma c’è il rischio del 3-0 a tavolino in favore dei padroni di casa.-tuttonapoli.net-

 

Natale e Covid, cenone con i parenti, seconde case, spostamento tra Regioni: verso il Dpcm.
Sono molte le famiglie divise che non sanno ancora se riusciranno a trascorrere il Natale insieme a causa del Covid. Al momento la mobilità è libera nella zona gialla, di cui fanno parte Lazio, Sardegna, Veneto, Molise e la Provincia autonoma di Trento. Nelle zone arancioni e rosse, in cui rientrano tutte le altre Regioni, gli spostamenti sono vietati. In particolare, nelle zone arancioni è consentito spostarsi esclusivamente all’interno del proprio Comune.Difficile fare regole uniche per il Natale, ma il Governo col prossimo Dpcm vuole provarci, sperando che la curva dei contagi si abbassi e che si possano fare gialle tutte le Regioni. Cosa si farà a Natale quindi? Ecco tutte le ipotesi riportate dal Corriere della Sera, che stanno portando il Governo verso il nuovo Dpcm di Natale
Natale: parenti stretti e confini regionali
Durante le feste “saranno autorizzati soltanto gli spostamenti strettamente necessari” avverte il ministro Speranza, lasciando intendere che non sarà possibile spostarsi liberamente da una Regione all’altra. Scontata la chiusura delle piste da sci, si dovrà stabilire se permettere comunque il soggiorno nelle località di montagna e mare come chiedono gli albergatori. In ogni caso si stanno valutando alcune deroghe.

È possibile che alla fine, se la curva epidemiologica sarà davvero molto bassa, si consenta il ricongiungimento familiare per celebrare i giorni delle festività. Ma solo tra genitori e figli, coniugi e partner conviventi, anche a chi non è residente o domiciliato in quell’abitazione.

 

Natale e Covid, cenone con i parenti, seconde case, spostamento tra Regioni: verso il Dpcm.
Sono molte le famiglie divise che non sanno ancora se riusciranno a trascorrere il Natale insieme a causa del Covid. Al momento la mobilità è libera nella zona gialla, di cui fanno parte Lazio, Sardegna, Veneto, Molise e la Provincia autonoma di Trento. Nelle zone arancioni e rosse, in cui rientrano tutte le altre Regioni, gli spostamenti sono vietati. In particolare, nelle zone arancioni è consentito spostarsi esclusivamente all’interno del proprio Comune.

 

Difficile fare regole uniche per il Natale, ma il Governo col prossimo Dpcm vuole provarci, sperando che la curva dei contagi si abbassi e che si possano fare gialle tutte le Regioni. Cosa si farà a Natale quindi? Ecco tutte le ipotesi riportate dal Corriere della Sera, che stanno portando il Governo verso il nuovo Dpcm di Natale

Natale: parenti stretti e confini regionali
Durante le feste “saranno autorizzati soltanto gli spostamenti strettamente necessari” avverte il ministro Speranza, lasciando intendere che non sarà possibile spostarsi liberamente da una Regione all’altra. Scontata la chiusura delle piste da sci, si dovrà stabilire se permettere comunque il soggiorno nelle località di montagna e mare come chiedono gli albergatori. In ogni caso si stanno valutando alcune deroghe.

È possibile che alla fine, se la curva epidemiologica sarà davvero molto bassa, si consenta il ricongiungimento familiare per celebrare i giorni delle festività. Ma solo tra genitori e figli, coniugi e partner conviventi, anche a chi non è residente o domiciliato in quell’abitazione.

 

Natale: seconde case, negozi, bar e ristoranti
Rimane ancora da stabilire se sarà possibile raggiungere le seconde case dove non si è residenti proprio per trascorrere il periodo festivo. Sembra scontato che dal 4 dicembre i negozi possano chiudere alle 22 per consentire lo scaglionamento degli ingressi. Nei fine settimana e nei giorni festivi saranno aperti i centri commerciali e i grandi magazzini.

Al momento si continua invece ad escludere una riapertura di bar e ristoranti dopo le 18 come si era ipotizzato una settimana fa, quando il governo aveva promesso ai governatori di poter concedere alcuni allentamenti sui locali pubblici. Una marcia indietro dovuta ai timori di far aumentare i contagi che esclude anche le aperture a pranzo nelle zone arancioni. (Fonte Il Corriere della Sera).

Pubblicato da Alessandro Lugli

Alessandro Lugli è nato a Napoli e ivi residente. Poeta, giornalista pubblicista e cantante. Direttore di vari blog da lui creati.