Fra cronaca e calcio

“Sullo spostamento tra regioni a Natale, ci stiamo lavorando ma se continuiamo così a fine mese non avremo più zone rosse. Tuttavia, il periodo natalizio richiede misure ad hoc.
Si rischia altrimenti di ripetere il ferragosto e non ce lo possiamo permettere: consentire tutte occasioni di socialità tipiche del periodo natalizio non è possibile. Non possiamo concederci vacanze indiscriminate sulla neve. Anche per gli impianti da sci, il problema del protocollo è un conto ma tutto ciò che ruota attorno alle vacanze sulla neve è incontrollabile. E con Merkel e Macron in Europa stiamo lavorando ad un protocollo comune europeo. Non è possibile consentire vacanze sulla neve, non possiamo permettercelo”: così il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo su La7.

“Non c’è un orientamento per l’obbligo del vaccino, ma lo raccomandiamo. L’obbligo è scelta forte. Io lo farò senz’altro perché quando sarà ammesso sarà sicuro e testato. Sarà disponibile prima per le categorie vulnerabili ed esposte. Penso che il vaccino ci sarà da fine gennaio”.

“Abbiamo stanziato 2 miliardi aggiuntivi ed è previsto uno scostamento di 8 miliardi, sappiamo quanto vale il Natale. Abbiamo messo sul tavolo consistenti ristori. Continueremo ad intervenire per i lavoratori rimasti fuori dal primo intervento, anche con dei decreti per le città turistiche. Dobbiamo intervenire per la cultura, lo spettacolo e il turismo e interverremo anche per partite IVA e autonomi. Lo scostamento che abbiamo chiesto è dedicato a loro”.

“Il Consiglio europeo di dicembre sarà decisivo per trovare l’accordo sul Recovery fund. C’è un problema, un veto politico di Polonia e Ungheria. L’ostacolo è questo. Ma c’è grande senso di responsabilità e confido che i paesi che hanno posto il veto sullo stato di diritto rivedano la posizione – ha detto ancora Conte -. È giusto che lo facciano perché altrimenti danneggeranno le loro stesse economie”.

“Cercheremo di aprire le scuole prima di Natale, stiamo lavorando per questo”, ha affermato il presidente del Consiglio.

“Domani abbiamo un Consiglio dei ministri, domani dobbiamo chiudere questa partita”, ha detto poi Conte rispondendo ad una domanda sul commissario alla Sanità in Calabria.

“Uno stato libero e democratico non puo’ entrare nelle case e dire quante persone siedono a tavolo. Vogliamo ridurre la socialità ma consentire la tradizione a noi molto cara dei doni. In questo senso è controproducente limitare gli orari dei negozi”, ha detto Conte a Otto e mezzo spiegando che il governo cercherà di “dilatare” gli orari dei negozi.ANSA

 

Ha rischiato la vita per le complicanze determinate dall’infezione da Coronavirus: a salvare un dodicenne è stato il lavoro di una equipe multidisciplinare dell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze. Ora, dopo 14 giorni in rianimazione e una degenza in pediatria, il piccolo è tornato a casa.

Lo rende noto lo stesso ospedale spiegando che è la prima volta, dall’inizio della pandemia, che i sanitari del Meyer si trovano “a fronteggiare un caso di tale gravità. Di solito, infatti, il virus colpisce in modo più lieve bambini e adolescenti. Nel caso del dodicenne, invece l’infezione ha scatenato un gravissimo quadro infiammatorio, che in termini tecnici è definito Pims: una sindrome di infiammazione multi-sistemica correlata all’infezione da Sars-CoV-2 identificata nell’età pediatrica”. ANSA

 

I carabinieri del Nas hanno sequestrato, con facoltà d’uso, due interi padiglioni del Policlinico di Bari – Chini e Asclepios – perché “infetti da batteri di legionelle”. Il decreto di sequestro preventivo è stato disposto nell’ambito di una indagine sui decessi di quattro pazienti, avvenuti tra il 2018 e il 2020, morti dopo aver contratto il batterio.

Nell’inchiesta sono indagati cinque dirigenti del Policlinico, per i reati di omissione di atti d’ufficio e morte come conseguenza di altro delitto, tra i quali il direttore generale Giovanni Migliore.

I dirigenti del Policlinico di Bari, dopo il primo decesso causato da una infezione da legionellosi il 10 giugno 2018, non avrebbero adottato “alcuna misura di controllo e bonifica per l’eliminazione del batterio, la cui presenza era stata accertata”, già all’epoca, “nell’acqua prelevata dai rubinetti del reparto di Medicina interna Frugoni”, nel padiglione Chini dove il paziente era stato ricoverato dal 5 al 15 maggio 2018. E’ quanto emerge dall’indagine che ha portato oggi al sequestro con facoltà d’uso dei padiglioni Chini e Asclepios.ANSA

 

A 11 mesi dall’inizio dell’emergenza, l’Italia supera la soglia delle 50mila vittime per Covid. Secondo i dati del ministero della Salute il numero dei morti è arrivato a 50.453, con un incremento rispetto a ieri di 630. Sabato l’aumento era stato di 562.

Sono 22.930 i nuovi casi di coronavirus individuati in Italia nelle ultime 24ore, circa 5.400 meno di ieri, che portano il totale dei contagiati dall’inizio dell’emergenza a 1.431.795.

Per la prima volta dall’inizio della seconda ondata, calano gli attualmente positivi: secondo il bollettino del ministero della Salute sono 796.849, 9.098 in meno rispetto a domenica quando erano 805.947.

Tornano a calare i ricoveri in terapia intensiva: secondo il bollettino del ministero della Salute sono 9 i nuovi ingressi nelle ultime 24 ore mentre ieri erano 43, per un totale arrivato a 3.810. Sale invece l’incremento dei pazienti ricoverati nei reparti ordinari degli ospedali: ad oggi ci sono 34.697 persone, con un incremento rispetto di 418, quasi il doppio di domenica (+216).

La curva dell’epidemia di Covid-19 in Italia è ormai molto vicina al picco, previsto fra il 26 e il 27 novembre con circa 830.000 casi positivi che potrebbero dimezzarsi per Natale, anche se il numero resterà comunque molto alto e richiederà la massima attenzione. Lo indicano i calcoli eseguiti dal fisico Roberto Battiston, dell’Università di Trento, e basati sui dati forniti dalla Protezione civile. I calcoli indicano inoltre che è stato raggiunto il picco delle ospedalizzazioni, con un totale di oltre 38.200 ricoveri compresi quelli nelle unità di terapia intensiva. Queste ultime potranno invece raggiungere il picco nei prossimi tre o quattro giorni.

“In questo momento la pressione in tutta Italia sugli ospedali è terribile: solo in un mese si sono contagiati in 27.000 contagiati tra medici e infermieri, 900 al giorno, se continua questa pressione non solo rende impossibile curare i pazienti ma sguarnisce la prima linea”. Quindi “è assolutamente necessario limitare al massimo la mobilità e fare solo le cose che veramente servono, tutto il resto per il prossimo mese deve essere assolutamente limitato”. Lo ha detto Walter Ricciardi, professore di Igiene dell’Università Cattolica e consulente del ministero della Salute, durante la trasmissione Agorà, su Rai 3.

“Le misure stanno funzionando perché sono in funzione delle diverse situazioni epidemiologiche” ma “dobbiamo perseverare”, ha detto poi Ricciardi, sottolineando che “abbiamo invertito l’aumento, ci aspettiamo ora l’appiattimento” della curva, ma solo “quando ci sarà una vera e propria diminuzione dei casi, potremo parlare di riaperture o ritorno a una situazione di maggiore normalità”. “Quello che è veramente preoccupante”, ha precisato Ricciardi, “è un aumento importante dei ricoveri in pronto soccorso e in terapia subintensiva, e i morti: quelli sono i dati principali che dobbiamo guardare e che ancora mostrano che dobbiamo almeno per un mese essere tranquilli, razionali e lucidi e sapere che dobbiamo affrontare tutto questo”. In Italia oggi, ha precisato, “non siamo in una seconda ondata ma in seconda fase della prima ondata perché, a differenza della Cina, non abbiamo mai azzerato i contagi”. Sui 21 indicatori per il monitoraggio della situazione regionale afferma: “tutto è migliorabile, è una guerra e le armi vanno adattate”. Quello sui cui dobbiamo investire è ora “un testing e tracciamento aggressivissimo per limitare i focolai e un lockdown quando perdiamo il controllo”.

“Dobbiamo aspettare che le aziende presentino ufficialmente i dati all’Ema e alla Fda e i loro dati spero siano confermati dall’autorizzazione ufficiale”. Ma “non c’è dubbio che il vaccino contro il Covid sarà valutato come tutti i vaccini nel passato, in primis per sicurezza e poi per la capacità protettiva”, ha aggiunto Ricciardi. Per la catena di distribuzione, “le regioni sceglieranno, a seconda di dimensioni e logistica, la via migliore. Quelle più piccole potrebbero prevedere un unico hub e poi le strutture dove si vaccina, per quelle più grandi saranno di più. Ma l’Italia ha tutta la capacità di fare bene questo piano di distribuzione”.

Rispetto all’obbligatorietà del vaccino contro il Covid “per il momento ho consigliato al ministro di prevedere la volontarietà per gli adulti” ma “se capissimo che serve il 90-95% di copertura per ottenere l’immunità di gregge, senza la quale ci troveremmo di fronte alla necessità di dover bloccare la produttività e la mobilità per il Paese, si potrebbe, per cause di forza maggiore, valutare anche l’obbligo”, ha detto Ricciardi. “Credo che – ha concluso – se viene adeguatamente spiegato che questo vaccino è sicuro e che è l’unico modo per tornare alla normalità, la gente si convinca”.ANSA

 

“Ribadisco che sulle basi delle conoscenze che abbiamo oggi non mi farei il vaccino. Se dovessero rendere pubblici i dati e la comunità scientifica ne validasse la bontà me lo farei, non ho alcun dubbio su questo”. Così a Buongiorno, su Sky TG24 Andrea Crisanti, direttore del laboratorio di microbiologia dell’Università di Padova. “È una questione di trasparenza: se si vuole generare fiducia – ha aggiunto – bisogna essere trasparenti”.

“Più gli scienziati lamentano assenza di informazioni – ha detto ancora Crisanti – e più la pretendono, più la gente si fida. Possibile che non si capisca questo meccanismo? La trasparenza genera un bene inestimabile: la fiducia. Questa levata di scudi che c’è stata è assolutamente irragionevole, perché non ho detto che non mi farò il vaccino, ma semplicemente che è necessario che tutti nella comunità scientifica abbiano accesso ai dati grezzi. In questo modo facciamo il vaccino tutti quanti, senza nessun timore e alcun retropensiero”. Al direttore dell’Aifa Magrini, che ha detto che Crisanti ha parlato per stanchezza e dovrebbe chiedere scusa, il virologo ha ribattuto che “rispondo che loro dovrebbero chiedere scusa perché hanno approvato il Remdesivir in modo frettoloso. Chiedessero loro scusa di questo, che è molto più importante”.ANSA

 

Lesione al muscolo bicipite femorale della coscia sinistra: è la diagnosi dell’infortunio rimediato ieri sera da Zlatan Ibrahimovic nella sfida contro il Napoli, come fa sapere il Milan. Un esame di controllo verrà effettuato fra 10 giorni e quindi il trentanovenne attaccante svedese salterà almeno le prossime tre partite del Milan, le due di Europa League contro Lilla e Celtic Glasgow e quella di campionato con la Fiorentina.ANSA

 

“Fondamentale chiudere il discorso qualificazione per dare respiro a qualche giocatore per eventuali rotazioni future”: è ciò che si augura Andrea Pirlo, tecnico della Juventus, che contro il Ferencvaros cerca di strappare il pass per gli ottavi di finale con due giornate di anticipo. “In questo modo, avremmo due partite contro Dinamo Kiev e Barcellona da affrontare in maniera diversa – ha continuato l’allenatore bianconero – e avremmo più focus sul campionato”.ANSA

 

“Dopo il terzo sfogo pubblico di Gattuso in un mese, nello spogliatoio del San Paolo è andato in scena un confronto squadra-allenatore talmente intenso e pieno di botta e risposta, che a un certo punto Rino ha finanche paventato l’ipotesi di una separazione”. Questa la clamorosa notizia riportata dall’edizione odierna del Corriere dello Sport, che racconta di un tecnico che avrebbe detto alla squadra dopo la sfida al Milan: “O si cambia o vado via”.

Nella giornata di lunedì, poi, ci sarebbe stato un secondo faccia a faccia: “un chiarimento a mente fredda al centro sportivo di Castel Volturno. Ognuno ha detto la sua e alla fine la situazione è rientrata e tutto è tornato alla normalità: serenità, sorrisi e lavoro” si legge sul quotidiano.

Alla squadra non erano andate giù le accuse pubbliche del tecnico, mentre Gattuso aveva palesato il suo fastidio alla squadra per “alcuni atteggiamenti plateali; le proteste e le critiche in campo; la fragilità di alcuni rapporti interpersonali che si riflettono inevitabilmente sulla vita del gruppo e sul rendimento, soprattutto quando c’è da soffrire”.-TUTTONAPOLI.NET-

Nessuna lite tra Rino Gattuso e i giocatori del Napoli. Questo quanto emerso dal comunicato emesso dal club azzurro che ha smentito le notizie delle scorse ore. Questo il testo: “Nella giornata di ieri, su alcuni siti e oggi su alcuni quotidiani, è improvvisamente comparso il racconto, completamente inventato, di una presunta lite dai toni accesi tra i calciatori del Napoli e Rino Gattuso. Si tratta di una notizia destituita di ogni fondamento”.-tuttonapoli.net-

 

Paolo Del Genio, dagli stuidi di Tele A ha commentato le difficoltà del Napoli contro il Milan: “I problemi sono tecnico-tattici, il resto subentra dopo, non può esserci una problematica nel trovare il veleno o la concentrazione in sfide del genere da parte di giocatori di Serie A altrimenti possiamo già andarcene a casa. Il punto è che non si è capito ancora con quali interpreti Gattuso vuole fare certe cose, il 4-3-3 non produceva più e ci addormentavamo, sono d’accordo col 4-2-3-1 diretto e la profondità ma se non c’è Osimhen?

Se vuoi uscire dal basso e già non hai Ospina allora ti serve Maksimovic, da laterale destro poteva avere piede e facevi riposare anche Di Lorenzo. Quando non ti riescono le giocate e sei in difficoltà poi subentrano atteggiamenti, psicologia, veleno e quant’altro, deve essere chiaro che tutto viene dopo l’aspetto tattico e tecnico, mica perché arrivano lì deconcentrati fumandosi il sigaro”-tuttonapoli.net-

Pubblicato da Alessandro Lugli

Alessandro Lugli è nato a Napoli e ivi residente. Poeta, giornalista pubblicista e cantante. Direttore di vari blog da lui creati.