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ImageMediumashx_zps7ab0d4bcNicky Hayden non ce l´ha fatta. È deceduto il campione di motociclismo statunitense, rimasto gravemente ferito il 17 maggio in un incidente stradale a Misano Adriatico, mentre si allenava in bicicletta. All´Ospedale Bufalini sono in corso le pratiche di accertamento del decesso.

L´INCIDENTE — Il 35enne iridato MotoGP del 2006 si stava allenando in bicicletta da corsa quando intorno alle 14, sulla strada provinciale Riccione-Tavoleto (la dinamica è ancora da accertare, ma è emerso un video che chiarirebbe parecchie cose), è stato investito da una Peugeot 206 CC, guidata da un 30enne di Morciano di Romagna, rimasto illeso. Il corpo del pilota è finito sul cofano e ha sfondato il parabrezza dell´auto. Subito soccorso, il 36enne del Kentucky era stato prima portato all´Ospedale di Rimini e poi trasferito al Bufalini di Cesena, sempre in condizioni molto gravi. Dagli Usa sono arrivati la mamma Rose e del fratello Tommy. Poi la notizia della morte.

LA CARRIERA — Hayden nel Motomondiale ha disputato 218 GP con tre vittorie in MotoGP e 28 piazzamenti sul podio. Ha debuttato nella MotoGP nel 2003, con la Honda, e dopo una lunga militanza nella classe regina, che lo ha visto conquistare il Mondiale nel 2006 ai danni di Valentino Rossi, e gareggiare anche con la Ducati, nel 2016 è passato in Superbike con Honda, concludendo con il quinto posto in classifica generale. Confermato anche per quest´anno, l´americano era reduce dal 12° posto conquistato nel weekend passato in gara-2 del GP di Italia.

Fonte: gazzetta.it

Smaltito il terzo e ultimo giorno di riposo, il Giro apre la settimana delle montagne con il tappone alpino più atteso: 222 km da Rovetta e Bormio con circa 5400 m di dislivello. Dopo una prima parte in leggera salita fino a Edolo, si scala il Mortirolo da Monno, versante sud, (unico precedente nel 1990) che presenta 12,6 km al 7,6% di pendenza media con punte, nel finale, anche del 16%. Discesa stretta e molto impegnativa fino a Grosio, dove si risale la valle dell´Adda fino al primo passaggio a Bormio. Quindi si scala per la prima volta il Passo dello Stelvio (Cima Coppi), su fino a 2758 metri con 21,7 km al 7,1% di pendenza media e punta del 12%: da lì parte un´altra discesa molto impegnativa per giungere a Prato allo Stelvio e Glorenza, sconfinare in Svizzera e affrontare un versante quasi inedito e durissimo, l´Umbrail Pass (Giogo di Santa Maria), lungo 13,5 km con pendenza media attorno all´8,4% e punte del 12%, che rientra in Italia a soli 3 km dalla vetta dello Stelvio per poi ridiscendere a Bormio (che annovera già otto partenze e sei arrivi nella storia del Giro). Gli ultimi 20 chilometri, infine, sono sostanzialmente in discesa. Giunti a Bormio, poco dopo l´ultimo km prevista una svolta a “U” da cui prendono il via i mille metri conclusivi. In cima allo Stelvio, la cima più alta di questo Giro a 2758 metri, prevista una temperatura di zero gradi. Negli scorsi giorni ha addirittura nevicato sia sul Mortirolo che sullo Stelvio. L´asfalto sarà perfettamente pulito e percorribile, ma proprio sullo Stelvio i corridori saliranno con un metro di neve depositata a bordo strada.

Fonte: gazzetta.it

Arrivano conferme anche da Giampaolo Pazzini sull´interesse del Verona per Antonio Cassano.
Ospite a “Tiki Taka”, il capitano dell´Hellas a precisa domanda risponde: “Sapevo che mi avreste chiesto di Cassano, con lui il Verona ha avviato i contatti già lo scorso gennaio”.
Nulla di nuovo, dunque, rispetto alla notizia comparsa sulla Gazzetta dello Sport un mese fa. Prima di Pazzini, anche il presidente dell´Hellas Maurizio Setti, nel giorno della promozione a Cesena, aveva spiegato: “Con Cassano c´è stato un abboccamento, ora vedremo…”

Fonte: hellas1903.it

Dopo aver conquistato Coppa Italia e campionato, alla Juventus non resta che vincere la finale di Champions League contro il Real Madrid per arrivare al ´Triplete´. Sicuramente l´impresa non è delle più semplici per la squadra di Massimiliano Allegri, ma in molti credono in un gran risultato dei campioni d´Italia. Tra questi c´è Gianluca Vialli. L´ex attaccante bianconero, vincitore dell´ultima Coppa dei Campioni del club torinese nel 1996 a Roma contro l´Ajax, ha rilasciato un´intervista al quotidiano ´La Stampa´: “I sei scudetti consecutivi? Vent´anni fa era molto difficile se non impossibile. Ma nemmeno oggi è facile: mi tolgo il cappello di fronte alla Juve. Società, giocatori, allenatore. Il club in questi anni non ha sbagliato una mossa, ha preso i giocatori giusti al momento giusto e dato loro quello che serve per rendere al meglio. Il gruppo ha risposto alla grande e i sei ragazzi che hanno vinto tutti gli scudetti, Buffon, Barzagli, Bonucci, Chiellini, Lichtsteiner e Marchisio, meritano di entrare nella hall of fame del calcio italiano”.

ALLEGRI – “Il suo è stato un lavoro complicatissimo, quando è arrivato dopo Conte aveva tutto da perdere. È bravissimo ad analizzare ogni situazione. Ha saputo gestire il gruppo in maniera fantastica, perché vincere per tanto tempo e avere più fame di chi nel frattempo non ha vinto niente è la cosa più complicata. Ma alla Juve i giocatori soffrono di più per le sconfitte di quanto non gioiscano per i trionfi”.

SIMILITUDINI – “Il tridente con Del Piero e Ravanelli come Dybala, Higuain e Mandzukic? Lo stesso spirito di sacrificio, Mandzukic trascina gli altri con l´esempio. Giocano di squadra, nessuno è egoista. Forse noi correvamo di più ma questa squadra ha più qualità”.

BUFFON – “Un punto di riferimento, uno che vorresti avere sempre al tuo fianco. Rappresenta tutto quello che vuol dire essere Juve: fame, umiltà, cattiveria, senso di appartenenza. Anche a 39 anni. Il Pallone d´Oro? C´è anche Ronaldo, conterà chi vince la Champions. E siccome vincerà la Juve…”.

HIGUAIN – “Gli mancava un passettino per arrivare al top e l´ha fatto, la Juve aveva bisogno di lui ma anche lui della Juve. Si sono completati. E ora Gonzalo è tra i primi cinque, forse tre bomber del mondo”.

Fonte: itasportpress.it

Arrivati insieme in estate, uno per 30 milioni l´altro per 45, “insieme” hanno lasciato la panchina contro la Lazio nell´ultimo match, vinto, dall´Inter. Gabigol e Joao Mario, acquisti più onerosi della campagna estiva nerazzurra, dovevano essere il simbolo del nuovo corso interista. Ed effetivamente lo sono diventati, ma in negativo.

MULTA IN ARRIVO – Come scrive la Gazzetta dello Sport, nella sfida contro i biancocelesti, tutti si sono accorti dell´uscita del brasiliano, andatosene dalla panchina una volta esauriti i cambi, nessuno però ha notato che il compagno portoghese ha fatto lo stesso, contrariato per le ultime esclusioni. Ieri Gabigol si è scusato tramite i social, nessun messaggio invece dall´ex Sporting Lisbona, campione d´Europa in carica con il Portogallo. Come per il compagno, e amico, brasiliano, anche per Joao Mario è in arrivo una multa.

Fonte: calciomercato.com

TORINO – Corre l´anno 2017. E ancora c´è chi proprio non se ne fa una ragione del dominio della Juve. Sei scudetti consecutivi, sei scudetti leggendari, che segnano un solco sempre più ampio tra i bianconeri e tutte le rivali o presunte tali. C´è ancora chi ha parlato e straparlato di episodi arbitrali, ignorando che in questa stagione la Juve a conti fatti è stata pure penalizzata. C´è chi ha saputo alludere ad avversarie troppo arrendevoli, come se la Juve non fosse semplicemente in grado di vincere contro chiunque tenendo alto il volume dell´intensità. C´è chi invoca il demonio del fatturato ad alibi estremo, come se non fosse un merito e come se pure la Juve sei anni fa non fosse scivolata problematicamente in basso prima di ripartire di slancio, trionfo dopo trionfo. Corre l´anno 2017 e c´è ancora chi non se ne fa una ragione, del fatto che questa Juve stia scrivendo e riscrivendo la storia del nostro calcio. Accumulando in sei campionati un vantaggio complessivo di quasi cento punti di distanza sulle rivali: praticamente uno scudetto intero.

SENZA STORIA – A una giornata dal termine, ecco che la Juve si trova con la bellezza di 539 punti conquistati nelle ultime sei stagioni: in caso di vittoria a Bologna, abbatterebbe il muro dei 90 punti di media. Distanti anni luce le più dirette inseguitrici di questi anni: Napoli con 445 punti, Roma con 437. Abbondantemente sotto la soglia dei 400 punti il Milan (381), la Lazio (372) e l´Inter (353).

Fonte: tuttosport.com

ROMA – Ritmi blandi e poche emozioni all´Adriatico. Non poteva essere altrimenti per una partita che non valeva nulla. Il Pescara batte 2-0 il Palermo nel posticipo del lunedì della 37ª giornata di campionato. Senza alcuna posta in gioco (entrambe le squadre sono già retrocesse) e quindi libere di giocare sgombe di testa, Pescara e Palermo hanno dato vita ad uno spettacolo appena sufficiente solo nel primo tempo. Non per nulla il primo gol della partita è arrivato proprio nella prima frazione con il croato Muric al 15´.

Una fiammata che arriva alla prima palla gol costruita dagli ospiti dopo che il Palermo al 6´ aveva sfiorato il vantaggio con Rispoli. Sotto di un gol e colpito nell´entusiasmo, il Palermo si affida all´orgoglio per provare a riequilibrare la partita ma con Nestorovski al 20´ spreca una facile palla gol. Zampano e Muric prima dell´intervallo sfiorano il doppio vantaggio trovando però sulla loro strada l´attento Fulignati.

Nella ripresa Zeman toglie il match winner Muric per inserire Mitrita. Al 61´ Chochev sfiora il pari di testa (miracoloso l´intervento di Fiorillo), dieci minuti dopo è Cerri a divorarsi il gol del 2-0 calciando alto a due passi da Fulignati. L´assalto finale del Palermo non porta a nulla, anzi sono i padroni di casa a trovare il raddoppio con Mitrita (primo gol stagionale per lui) all´86´. Zeman si toglie la soddisfazione di centrare il secondo successo da quando è tornato sulla panchina del Pescara dopo il 5-0 all´esordio contro il Genoa dello scorso 19 febbraio.

Fonte: corrieredellosport.it

ROMA- La volata salvezza di domenica prossima, ultimi 90´ del campionato, che vede di fronte Empoli e Crotone separate da un solo punto a favore dei toscani, rischia di essere avvelenata dal “paracadute”: il tesoretto di 60 milioni deciso dalla Lega di serie A per le squadre che retrocedono e di cui ci si accorge solo in queste circostanze. Ecco cosa prevede il calendario per l´ultima giornata: Palermo-Empoli e Crotone-Lazio. Se l´Empoli vince a Palermo, retrocede il Crotone: in questo caso il Palermo (già matematicamente in B) prende 25 milioni di euro dal paracadute, Crotone e Pescara 10 a testa. Gli altri 15 milioni andrebbero al Palermo se il prossimo anno non fosse subito promosso in A. Se invece domenica dovesse vincere il Palermo e dovesse vincere anche il Crotone, retrocede l´Empoli e i soldi del bonus sarebbero così divisi: 25 al Palermo, 25 all´Empoli (che da più di tre anni sta in A) e 10 al Pescara. I siciliani perderebbero così la garanzia di ulteriori 15 milioni nel caso dovessero fallire la promozione il primo anno.

Lo scorso anno una situzione simile fra Verona e Palermo suscitò analoghe polemiche. Insomma, domenica prossima che quote faranno le agenzie di scommesse? L´errore è a monte, questo paracadute che ai club di A sta bene, e difatti l´hanno votato quasi tutti: solo quando succedono incroci come quello descritto, allora qualcuno si lamenta. In realtà, l´unico che si oppose fu Andrea Abodi, come presidente della Lega di serie B, parlando di una soluzione poco etica. Ma Abodi si sa non è stato voluto dai presidenti di A, ha perso contro Tavecchio e ora diventerà presidente dell´Istituto di Credito Sportivo.

Fonte: repubblica.it/sport

Pubblicato da Alessandro Lugli

Alessandro Lugli è nato a Napoli e ivi residente. Poeta, giornalista pubblicista e cantante. Direttore di vari blog da lui creati.