NEWS SPORTS

Cattura.CORRIEREPNGBARCELLONA (SPAGNA) – All´indomani del poker rifilato al Manchester City del vecchio mentore Pep Guardiola, il Barça al completo accorre all´Antica Fabbrica Estrella Damm di Barcellona per festeggiare Luis Suarez, che riceve la Scarpa d´Oro come massimo cannoniere europeo della scorsa temporada. Si tratta del secondo successo per il Pistolero, che aveva già conquistato il prestigioso titolo individuale nella stagione 2013/´14, quando insaccò 31 reti in Premier League, con la casacca del Liverpool.

Trofeo condiviso, quell´anno, con Cristiano Ronaldo. Stavolta, invece, il premio è tutto suo grazie ai 40 gol siglati nell´ultimo campionato completato con i blaugrana, che gli hanno permesso di sbaragliare l´agguerrita concorrenza del napoletano Gonzalo Higuaín, che ha chiuso con il record di 36 marcature in Serie A, oltre a quella dell´habitué CR7, che si è fermato a quota 35.

QUANTI GRAZIE – Dopo aver riassaporato le sue 40 perle raccolte in un video introduttivo e aver versato qualche lacrima per le parole di stima del maestro Oscar Washington Tabarez che lo felicita a distanza, un commosso Luis Suarez prende il microfono per i ringraziamenti. “Ringrazio i protagonisti del video introduttivo, perché sono stati fondamentali agli inizi della mia carriera”, l´esordio del bomber uruguaiano. “Ringrazio, poi, il Barcellona mi ha dato l´opportunità di compiere il mio sogno di essere qui. Ringrazio i compagni, che mi permettono di segnare tanto. Il merito dei miei gol è soprattutto loro. Grazie al Mister e a tutto lo staff che mi ha dato fiducia fin dall´inizio. Quando sono arrivato qui non credevo che avrei segnato tanto. Ero qui per vincere titoli”. Si chiude con il grazie più sentito “Grazie alla mia famiglia, che mi rende la vita meravigliosa”. È tempo di ricevere il trofeo, con i figlioletti Benjamin e Delfina che salgono sul palco, per abbracciare il papà goleador”.

Fonte: corrieredellosport.it

ROMA – “Siamo stati un po´ faciloni…” Luciano Spaletti spiega così la brutta rimonta subita nel finale dalla Roma contro l´Austria Vienna. “Peccato perché nel complesso abbiamo fatto una buona partita. L´abbiamo condotta bene e potevamo anche sfruttare qualche situazione di più ma quando la gara è tranquilla si diventa approssimativi e si fa un metro di meno. E quel metro lì, quando hai avversari che stanno sul pezzo e si giocano la vita, lo paghi”.

A VOLTE CI METTIAMO TROPPO COMODI – Il risultato rovina psicologicamente quanto di buono la squadra aveva fatto dopo la prova convincente di Napoli. “Quando facciamo qualcosa di buono, subito ci mettiamo un po´ troppo comodi. Pensiamo che la partita dopo sia la conseguenza di quella precedente e non ci si impegna a fondo come in quella di prima. Fino al 3-1 abbiamo retto bene ma non siamo stati cattivi a portarla in fondo perché il risultato sembrava acquisita. Ora bisogna alzarsi sui pedali e pedalare”.

LE SOSTITUZIONI? ERANO QUELLE GIUSTE – Per il resto Spalletti non ha molto da rimproverarsi. “In casa si può mantenere di più la pressione davanti sui difensori e non farli iniziare, loro sono fortissimi quando recuperano palla ma in generale non li avevamo subiti molto. Non ho nemmeno sbagliato le sostituzioni, facendo entrare Dzeko ho dato l´impressione di voler fare ancora la partita e invece ora ci siamo complicati la vita”. Per fortuna della Roma, l´Astra ha vinto a Plzen. “Ma con la fortuna si fa poca strada”, conclude Spalletti.

Fonte: repubblica.it/sport

La Fiorentina vince per 3-1 e mette una seria ipoteca sul passaggio del turno in Europa League: il successo in casa dello Slovan Liberec vale il primato in solitaria nel girone e un break sulle inseguitrici: la doppietta di Kalinic e il gol di Babacar firmano il successo viola.

LA CRONACA – La Fiorentina di Paulo Sousa scende in campo con un inedito centrocampo a rombo dove Borja Valero supporta Kalinic e Babacar e gli uruguagi Vecino e Cristoforo scortano Badelj davanti alla difesa. In campo lo Slovan tenta di difendersi tenendo la Fiorentina il più lontano possibile dalla propria porta ma una linea difensiva tutt´altro che impeccabile si perde puntualmente i tagli alle spalle. Così arriva la prima occasione per Kalinic che spreca una buona palla gol ma che avrà comunque l´occasione di rifarsi. Il gol del vantaggio porta proprio la firma del croato con un filtrante di Babacar deviato che diventa improvvisamente buono per il numero 9 viola bravo a scaricare con violenza in gol. Poco più tardi arriva anche il raddoppio: un lancio in profondità porta al pasticcio tra il centrale Karafiat e il portiere Dubravka che regalano a Kalinic una palla solo da spingere in rete. Nel finale di primo tempo si vede lo Slovan che si rende pericoloso con qualche tiro dalla distanza di Breite, sempre respinto da Tatarusanu.

In avvio di ripresa viene premiato lo sforzo dello Slovan che dopo un paio di buone chance trova il gol della speranza: Karafiat di testa costringe al miracolo Tatarusanu che nulla può sulla ribattuta di Sevcik. La Fiorentina però rimane vigile e assorbito il momento di amnesia si riversa in avanti e la vince con i cambi: in contropiede ottima la trama con Borja Valero che serve il neo entrato Tello bravo a mettere Babacar a porta vuota dove sbagliare era impossibile.

Nel finale si spegne lo Slovan che non crede più nella rimonta e deve arrendersi al verdetto del campo. Grazie al risultato di Qarabag-Paok la Fiorentina adesso conduce con 3 punti di vantaggio sulle due seconde.

SPOGLIATOI – Sousa: “I gol mancano sempre per vincere ed oggi ne abbiamo fatti a sufficienza. Il cammino è molto lungo ma saper soffrire significa essere ad un buon punto. E´ una questione di intensità e quando è bassa permetti al tuo avversario di creare ma siamo riusciti a conquistare i tre punti e siamo primi del girone. Bernardeschi centravanti alla fine? Lui ha iniziato come esterno perché loro portavano molte persone lì e quando Babacar ha accusato i crampi abbiamo messo un centrocampista come Sanchez importante sulle palle alte e avanzato Federico”.

Fonte: quotidiano.net

Inter-Southampton 1-0. Decide un gran gol di Candreva a metà della ripresa, un gol tanto bello quanto prezioso. L´Inter torna in corsa in Europa League, rimette un po´ d´ordine in questo ottobre tinto di nero e De Boer allontana, quanto basta, le voci di panchina in bilico. Espulso Brozovic al 32´ st per doppia ammonizione e un mare di brividi nel finale. Handanovic e Miranda hanno provveduto.

LA PARTITA
E´ dura. Ma si sapeva. Perché questi inglesi sono tosti e pure in un buon momento. E perché gli interisti, si sa, convivono con questa crisi/malessere/complesso che li ha resi vulnerabili. Dappertutto. Non ci sono novità di formazione, rispetto alle attese attorno a De Boer, c´è Brozovic/2-il ritorno, e il croato è l´uomo guida di un´Inter che nel primo tempo, la prima mezz´ora, soffre la prepotenza tecnico-tattica del Southampton.
Niente fischi addosso a Icardi, ovviamente capitano. Incoraggiamenti al gruppo nerazzurro che di tutto ha bisogno, fuorché di malelingue. E questa prima mezz´ora di grande sofferenza totale, che pure si apre con un errore difensivo di Yoshiba che mette Icardi, dopo 3 minuti, a tu per tu col gol: sventa il portiere. Da lì in poi il monologo dei Saints trova persino imbarazzanti confronti col modo di stare in campo dell´Inter, incapace di tenere palla oltre i dieci secondi.
Possiamo contare tre palle-gol sprecate dalla squadra di Puel, un salvataggio di Nagatomo sulla linea, momenti di grande disagio interista. Poi, scavalcata la mezz´ora senza danni, trascinata da Brozovic, che ha coraggio, e sorretta da Medel, Santon e Nagatomo sulle fasce, l´Inter prova a mettere il muso nella metà campo inglese, anche se Candreva è troppo fuori dai giochi e Gnoukouri mostra eccessivi disagi. Icardi sgomita, lavora, aspetta e spera.
Si spezza sul più bello un contropiede di Eder, poi è lo stesso italo-brasiliano a tentare dal limite: palla appena fuori. Ma è un segnale di risveglio che chiude un primo tempo senza gol. Ma lo 0-0 può servire a rianimare la classifica europea dell´Inter? No.
Ripresa. Gli incubi di quella prima mezz´ora del primo tempo si possono dire svaniti, sono gli inglesi a volersi tenere campo e pallone, ma gli spunti reattivi dell´Inter ci sono e dopo una palla-gol di Rodriguez c´è Icardi, al 9´, che spreca la prima, vera occasione interista, col contraltare di Austin -appena entrato- che mette i brividi ad Handanovic.
Quel che occorre, a questo punto, è liberarsi dagli impacci, approfittare del calo fisico degli inglesi e agire. Magari con l´aiuto di un colpo di genio: che arriva, il colpo di genio, dal giocatore che più è rimasto in ombra, Candreva. E´ lui al 22´ che raccoglie un perfetto invito rasoterra da destra di Santon e al volo trova l´incrocio dei pali. Imparabile esecuzione, magnifica. Inter in vantaggio. De Boer, non solo De Boer, respira.
Il resto cos´è? C´è anche da soffrire, fin troppo, visto che al 32´ Brozovic raccoglie il suo secondo cartellino giallo. Espulso, Inter in dieci. E il finale, appunto, è una baraonda con due parate decisive di Handanovic, una di mano, una di faccia, un salvataggio sulla linea di Nagatomo e altre cose. La partita si allunga di ben 6 minuti, all´ultimo c´è un pallone che sibila a dieci centimetri dal palo alla sinistra di Handanovic, ma questa è la serata buona per gli interisti. Da tenersi stretta.
La classifica di Europa League è rimessa a nuovo, e l´Inter adesso ci sta benino. E sulla panchina di De Boer tre giorni di silenzio. Fino a domenica.

LE PAGELLE
Handanovic 8 – Il finale di partita esalta le sue acrobazie fra i pali. Fondamentale.
Santon 7 – Partita dopo partita, ritrova lo spessore dei suoi vent´anni, ovvero com´era a vent´anni. Suo l´assist per Candreva.
Miranda 7 – Ha rimediato ai vuoti di memoria di qualcuno dei suoi e alle insolenze inglesi.
Murillo 6 – Tre-quattro errori da matita blu, nel primo tempo. Poi va meglio.
Nagatomo 6,5 – Ripescato dopo un mese di anticamera. Yuto corre e difende. Quel che serve.
Gnoukouri 6 – Si nota poco, palloni puliti e sacrificio. Questo gli ha chiesto De Boer.
Medel 6 – Davanti alla difesa, sa quel che deve fare. Lo fa soffrendo, com´è da lui.
Brozovic 6,5 – Rieccolo, dopo un mese di castigo. E la sua partita è piena: nei momenti di buio collettivo è quello che si prende responsabilità e iniziative. Nel finale spreca il secondo cartellino giallo per fermare un avversario.
Candreva 7 – Per un´ora è parso fuori dai giochi, incapace di essere Candreva. Poi, all´improvviso, quel magnifico gesto che vale il gol, ovvero oro.
Icardi 6 – Corre molto, aspetta palloni che non riesce a trattenere, combatte, sbaglia un gol. Non è notte per farsi bello.
Eder 6,5 – I chilometri percorsi sono oltre la media. Fa l´attaccante, il difensore, il centrocampista, l´interditore e va pure vicino al gol.

INTER-SOUTHAMPTON 1-0
Inter (4-3-3): Handanovic 8; Santon 7, Miranda 7, Murillo 6, Nagatomo 6,5 (46´ st D´Ambrosio sv); Gnoukouri 6, Medel 6, Brozovic 6,5; Candreva 7 (36´ st Ansaldi sv), Icardi 6, Eder 6,5 (41´ st Perisic sv). A disp.: Carrizo, Yao, Banega, Palacio. All. De Boer 6
Southampton (4-3-1-2): Forster 6; Martina 7, Yoshida 6, Van Dijk 6,5, McQueen 6,5; Hojbjerg 6, Romeu 7, Ward-Prowse 6,5; Tadic 6,5 (28´ st Boufal 6); Long 6,5 (3´ st Austin 6,5), Rodriguez 7 (33´ st Davis sv). A disp.: McCarthy, Clasie, Fonte, Stephens. All. Puel 6
ARBITRO: Mazeika
MARCATORI: 22´ st Candreva (I)
AMMONITI: Brozovic, Medel (I), Hojbjerg (S)
ESPULSI: Brozovic al 32´ st per doppia ammonizione
NOTE: —

Fonte: sportmediaset.mediaset.it

Il maltempo ha condizionato la prima giornata di prove libere della MotoGP a Phillip Island. In Australia la pioggia battente e il freddo hanno prima costretto a ritardare l´inizio della seconda sessione e poi hanno portato alla sua cancellazione. Così, con un solo turno valido, il venerdì “aussie” si è chiuso con Cal Crutchlow davanti a Petrucci, Miller, Marquez, Dovizioso e Vinales. Solo 20° Rossi, a cui sono stati tolti tutti i giri più veloci.
Le libere 2 sono durate meno di un quarto d´ora, il tempo di vedere in pista una manciata di piloti, tra cui Valentino Rossi, Danilo Petrucci, Hector Barbera e Aleix Espargaro. Poi bandiera rossa e tutti ai box per un´altra oretta, in attesa di un miglioramento del meteo, Che non c´è stato e il turno è stato definitivamente annullato. Così, al termine della giornata, la classifica ha visto al comando Cal Crutchlow, che al pomeriggio non si era nemmeno messo la tuta per salire in moto. Alle sue spalle, Danilo Petrucci e Jack Miller, che hanno approfittato della piogiga per mettersi alle spalle i “big”. Capitanati dal fresco iridato Marc Marquez, con Andrea Dovizioso e Maverick Vinales alle sue spalle. Bene le due Aprilia, con Alvaro Bautista ottavo e Stefan Bradl decimo, divisi dal rientrante Nicky Hayden, che ha preso il posto di Pedrosa sulla Honda ufficiale.
Capitolo a parte per Valentino Rossi. Il pilota della Yamaha aveva chiuso alle spalle del solo Crutchlow, ma la direzione gara ha deciso di togliergli quasi tutti i tempi. Il motivo è presto spiegato: Vale ha percorso 11 giri con la gomma supersoft rain, che, per regolamento, non può compierne più di 10 (8 cronometrati più 2 di ingresso/rientro). Per questo Rossi si è visto cancellare i rilevamenti fatti con quegli pneumatici, lasciandogli solo quelli finali (e decisamente più lenti). Un bel problema per lui, soprattutto perché adesso dovrà ottenere nelle libere 3 la qualificazione diretta al Q2. Discorso identico, ma per motivazioni differenti, per Jorge Lorenzo. Lo spagnolo è andato ancora una volta in crisi con il freddo e si è ritrovato 19° in classifica, giusto davanti al pesarese e a Bradley Smith. In difficoltà, tempi alla mano, anche Aleix Espargaro ed Hector Barbera.

Fonte: sportmediaset.mediaset.it

Missione compiuta. Il Sassuolo rientra dalla trasferta austriaca con un punto in più in classifica, figlio di un 1-1 di qualità contro i padroni di casa del Rapid. In svantaggio già nei primi minuti di gara (Schaub al 7´), evita il tracollo, si rialza e comanda il gioco nella ripresa, fino a raggiungere il meritato pareggio grazie a un autogol di Schrammel (66´). Ritmo da musica techno, ben oltre il cadenzato valzer viennese, quello messo in campo dalle due squadre: il risultato è una partita tutta da gustare, da assaporare. Quasi quanto la celebre Sacher torte, fiore all´occhiello della pasticceria locale.

A CACCIA DI GOL — Per sconfiggere il mal di trasferta (una vittoria, due pareggi e quattro sconfitte quest´anno lontano dal Mapei Stadium), Eusebio di Francesco si affida all´esperienza di Alessandro Matri, affiancato da Matteo Politano (già tre gol nella manifestazione, preliminari compresi) e Antonino Ragusa. Gli austriaci rispondono con il consueto 4-2-3-1 in cui il brasiliano Joelinton apre gli spazi per Louis Schaub (9 reti in stagione di cui 4 nelle qualificazioni europee) e Stefan Schwab (7 gol e 6 assist per lui fino a questo momento).

INIZIO DA INCUBO — Sono due i messaggi inviati dai ragazzi di Buskens agli emiliani nei primi minuti di gara: innanzitutto gioco maschio, favorito dal tipo di direzione di gara deciso dall´arbitro Miguel. In secondo luogo ritmo alto e pressing a tutto campo: il primo squillo di Joelinton, entro lo scoccare dei 120 secondi iniziali, è un avviso. Il gol di Schaub al 7´, una sentenza. La stoccata, fuori di un soffio, del nazionale austriaco, avrebbe potuto scrivere la parola “the end” al match. E il cronometro aveva appena battuto l´undicesimo minuto. La gara del Sassuolo inizia qui: Ragusa (16´) e Politano (21´) si trovano a tu per tu con il portiere di casa ma, in nessuna delle due situazioni, vincono lo scontro diretto. Chiusura di tempo da applausi con la traversa accarezzata da una spettacolare rovesciata di Joelinton.

INVERSIONE DI ROTTA — Piede schiacciato sull´acceleratore per gli ospiti sin dai primi minuti della ripresa. Il Rapid Vienna fatica a uscire dalla sua metà campo senza però mai rischiare veramente di capitolare. Qualcosa, tuttavia, è cambia nelle dinamiche del match. L´ingresso di Defrel al posto di Ragusa aumenta il tasso di pericolosità offensiva: al 59´ è proprio il francese a impegnare Strebinger con un tiro al volo dal limite dell´area. Il pareggio del Sassuolo è nell´aria e arriva al 66´ con una goffa autorete di Schrammel che deposita nella sua porta, di testa, un cross di Peluso.

Fonte: gazzetta.it

TORINO – Il biglietto da visita del Toro per invitare i propri tifosi domenica allo stadio, è di quelli da non sgualcire e tenere nel portafoglio con cura: Torino-Roma-3-1 e Torino-Fiorentina 2-1. Queste le ultime due esibizioni della squadra di Mihajlovic davanti alla curva Maratona che nona caso da giorni è già esaurita per la sfida domenica, calcio d´inizio alle ore 15, contro la Lazio che ha gli stessi punti dei granata ma un organico, sulla carta leggermente superiore. E quest´anno si è visto che quando c´è aria di impresa il Toro si scatena. Lo dicono i risultati e ci credono i tifosi che si sono già mossi in maniera significativa per assicurarsi un posto al Grande Torino. A ieri sera, tra abbonati e chi ha già comprato il biglietto, si superava quota 18 mila tifosi presenti. La prevendita proseguirà attraverso i consueti canali anche nei prossimi giorni e c´è ancora disponibilità in tutti i settori dello stadio ad eccezione della Curva Maratona. Il tecnico subito dopo la vittoria di Palermo aveva auspicato la possibilità di vedere uno stadio esaurito, in maniera tale che il suo Toro possa beneficiare della spinta massima che i tifosi sono in grado di dare. E in effetti un Torino aggressivo e deciso così fa venire voglia di vederselo e goderselo dal vivo.

I PREZZI – I prezzi dei biglietti sono i seguenti: 20 euro in Curva Primavera (10 euro per gli Under 16),. 30 euro nei Distinti Granata (15 euro per gli Under 16), 35 euro in Tribuna Granata (15 euro per gli Under 16), 70 euro nelle Poltroncine Granata (35 euro per gli Under 16), 190 euro in Tribuna Grande Torino (100 euro per gli Under 16).

Fonte: tuttosport.com

AUSTIN – Aria da santone. Orecchino, enorme crocefisso al collo, occhialini da intellettuale e la solita smodata passione per i social, visto che davanti ai giornalisti non riesce proprio a resistere e invece che ascoltare le loro domande preferisce dilettarsi con il telefonino oppure porgerlo a Grosjean, per farsi immortalare in una foto ricordo assieme a Vettel a beneficio dei suoi tanti fan. Hamilton sembra avere la testa fra le nuvole, ma nel momento in cui gli si ricorda che il titolo mondiale sta scappando via torna prepotentemente sulla pista e con i piedi ben collocati dentro alla sua Mercedes. Sa di non poter più sbagliare, di dover spingere forte, di essere obbligato a confermare la sua legge ad Austin, circuito dove ha vinto tre delle quattro edizioni. Sa che per la rimonta, trentatré punti su Rosberg, c´è bisogno di un miracolo, ma ci crede fermamente. “Sono consapevole – dice – che non tutto dipende da me, che ho bisogno anche di qualche errore del mio rivale o di qualche problema con la sua macchina. Mancando quattro gare alla fine, per aggiudicarmi il titolo non mi basterebbe vincere sempre. Ma io non posso mettermi ulteriore pressione in testa, per cui il mio approccio è sempre lo stesso. Andare veloce, dare il massimo, battere tutti, a cominciare da Rosberg. Sono arrivato ad Austin con largo anticipo, il circuito mi piace, un disegno fantastico, la pista è eccitante ed è adatta alle mie caratteristiche. Intanto cominciamo a vincere qui. Se ci riesco, sono convinto che si possa riaprire ogni discorso”.

Giura di aver smaltito il piccolo problema al piede che gli ha impedito di sottoporsi ai test Pirelli per la stagione 2017. “Il mio fisioterapista mi ha detto che è tutto okay e io mi fido. Non sento dolore, sono in forma, pronto a combattere. Quest´anno molte gare sono andare storte, sono convinto che se non avessi avuto problemi con la macchina, ora la classifica sarebbe completamente diversa. Nonostante questo sono pronto a comportarmi da uomo e ad applaudire Rosberg, dovesse essere lui a vincere il Mondiale. Ogni pilota crede di essere il più forte e io non posso fare eccezione, ma ammetto che se a trionfare fosse lui, sarei il primo a dire che se lo merita. Poi volterei pagina e sarei pronto a ricominciare, per tornare in pista l´anno prossimo ancora più forte. Ho sentito dire in giro che vorrei prendermi un anno sabbatico: non è vero niente. Se dovessi decidere di fermarmi, lo farei per sempre. Ma non è ancora giunto il momento”.

Vorrebbe invece che fosse giunto il momento con la Ferrari di tornare alla vittoria Sebastian Vettel, ma anche ad Austin non pare nutrire grandi speranze. Piuttosto fa effetto una sua risposta su un possibile imminente allungamento del contratto, che scade a fine 2017. “Non è una priorità, né per me, né per la squadra. In questo momento il team ha tante cose a cui pensare, le ultime quattro gare, la macchina del 2017. Non ne abbiamo parlato e non credo che lo faremo adesso o in tempi brevi. C´è tempo, in un anno possono accadere tante cose”. Frasi che fanno pensare ad un raffreddamento dei rapporti. Un anno fa di questi tempi Vettel sbandierava amore profondo per la rossa, e, di fronte ad una domanda simile, avrebbe probabilmente replicato: “Non vedo l´ora di firmare”. Anche il team stravedeva per lui, mentre ora il capo squadra Arrivabene, interrogato sull´argomento, dice: “Tutti devono meritarsi il rinnovo”. Quindi anche Vettel, che quest´anno ha totalizzato cinque punti in meno di Raikkonen ed è andato sul podio solo sei volte su 17 gran premi. A parole il matrimonio è ancora molto solido, ma l´impressione è che non ci sia smania di protrarlo. Può essere che si aspetti l´anno prossimo e che l´inizio del Mondiale risulti decisivo. Intanto Vettel pensa ai miglioramenti visti in Giappone, “ci serviranno anche per la macchina del 2017”, e al podio ottenuto negli Usa l´anno passato. “Mi aiutò il clima, la pioggia. fu una gara fantastica, con tante bandiere rosse sugli spalti, perché negli Stati Uniti la passione per la Ferrari è enorme. Spero di ripetere quel risultato. Chissà che la lotta fra Rosberg e Hamilton non possa favorirci”.

Fonte: repubblica.it/sport

ANSA-Rocambolesco 3-3 della Roma e pareggio 1-1 in rimonta del Sassuolo nelle partite serali di Europa League con le italiane in campo. All’Olimpico la Roma si è ritrovata in svantaggio al 16′, punita dal gran sinistro al volo di Holzhauser, propiziato da un errore di Juan Jesus. In appena 3 minuti è arrivato il pari firmato da El Shaarawy, su gran suggerimento di Gerson. Al 34′ il sorpasso, sempre di El Shaarawy, servito da Totti. Tra le due reti romaniste infortunio al portiere austriaco Almer, che si procura una distorsione al ginocchio ed esce in barella. Al 24′ della ripresa il 3-1 di Florenzi, servito da un esterno destro di Totti. Sembra finita, ma gli austriaci approfittano del black out nel finale per accorciare con Prokop e pareggiare con Kayode.
A Vienna, contro il Rapid, il Sassuolo soffre nel primo tempo un avversario veloce. In vantaggio al 7′ con Schaub, gli austriaci non riescono però a trovare il colpo del ko. Ed al 21′ della ripresa ecco l’1-1 su clamoroso autogol di Schrammel.

Pubblicato da Alessandro Lugli

Alessandro Lugli è nato a Napoli e ivi residente. Poeta, giornalista pubblicista e cantante. Direttore di vari blog da lui creati.