News sul calcio 15-12-2019

Dygualdo fu. E in una gelida domenica di dicembre Juve sarrista fu. La squadra che insegue l’utopia senza perdere la realtà, che domina con il soft power come “garba” al tecnico toscano: contro una Udinese tenera, anzi tenerissima, la Signora usa un palleggio stordente e azzanna con i tre assi davanti, finalmente schierati insieme senza paura. I dubbi sulla tenuta tattica del “tridente da bar”, il cosiddetto “Dygualdo”, scompaiono davanti all’evidenza: Dybala è un 10 fantastico in ogni pezzo di verde, Higuain ha il 21 sulla schiena ma è un 9 e mezzo che rifinisce e calcia in porta, Cristiano è il Re Mida che trasforma in oro quasi tutto ciò che tocca. Il tempo dirà se è un lampo di futuro questo 3-1 potente, confezionato dai bianconeri nel primo tempo: doppio Cristiano e guizzo di Bonucci. Poi arriverà pure il gol inutile di Pussetto al 94esimo che non compromette il temporaneo sorpasso a Conte.
Primo Tempo-Ad aprire il match è un pensiero rapido e verticale al 9° minuto appena: un lancio di Bonucci è docile per Dybala che tenta la giravolta più complicata del pianeta. E quando la palla si ferma, ecco il destro da purissimo Ronaldo: improvviso, radente, angolato. In gol. Ma è tutto lo svolgimento del primo tempo a dare a una idea di cosa potrebbe succedere con quei tre diavoli davanti: la Juventus è un tamburo che batte e i gol potrebbero essere grappoli. Non solo il tridente combina a occhi chiusi, ma Dybala dimostra di saper mettere il piedino anche in copertura. L’atteggiamento arrendevole dell’Udinese, con una linea a 3 che si schiaccia perennemente a 5, facilita di parecchio il compito, ma è Madama ad avere tutt’altra luce negli occhi rispetto alle ultime uscite domestiche. Semmai la squadra ha il difetto è di concretizzare poco, anche se nel finale della prima frazione, si aggiungono due palline nel pallottoliere: un sinistro di Cristiano su assist illuminante di Pipita e una scorribanda offensiva di capitan Bonucci che segna di testa il 3-0 su assist di Demiral. Proprio il turco è un’altra delle note liete: se questa spaventosa esuberanza fisica troverà misura, la Juve avrà pescato un centrale coi fiocchi.

RIPRESA— L’Udinese di Gotti (ex vice di Sarri), troppo brutta per essere vera, nel secondo tempo abbandona le timidezze anche perché da perdere c’è ormai poco: De Paul entra nella partita assieme all’ex Mandragora, Okaka riesce a tenere qualche palla in più e allora anche Buffon, schierato al posto di Szczesny out per un fastidio alla spalla, è costretto a impegnarsi: una manona di istinto su tiro di Lasagna è il miglior regalo per aver raggiunto Del Piero come numero di presenze bianconere in A. Gigi si sporca i guanti qualche altra volta, segno che i suoi compagni hanno abbassato la soglia dell’attenzione, anche se quel trio fotonico avrebbe sempre l’occasione per brindare: si va da un lob di Dybala che accarezza la tripletta a un destro a botta sicura di Higuain, fino alle accelerazioni di Cristiano che cerca la tripletta personale ma trova Musso e poi un palo. Solo al 75’ Sarri toglie Dybala per mettere Bernardeschi (entrerà pure Douglas Costa) e finisce l’incanto del Dygualdo. Ma, più che il gol della bandiera di Pussetto, conta il messaggio precedente: questo Juve-Udinese potrebbe valere quel Juve-Lazio del 2017 quando Max Allegri mostrò al mondo le cinque stelle. Una invenzione a effetto, una svolta di stagione: allora la Juve vinse in campionato e stupì l’Europa fino a Cardiff. Dove potrà arrivare adesso Sarri dotata di Dygualdo? -gazzetta.it-

Gli spalti colorati dalle sciarpe rossonere, le stelle del passato in tribuna e poi sul campo a sfilare, un bel Milan affamato di punti e ispirato palla al piede: le premesse perché la festa del 120° compleanno del Diavolo fosse perfetta erano ideali, ma è mancato il gol. Con il Sassuolo finisce 0-0, Pioli si ferma a due vittorie di fila, prosegue a braccetto con il Torino e aggancia il Napoli a 21 punti. Il risultato però non è mai stato così bugiardo come in questo pomeriggio, perché dalle parti di Pegolo si è scatenato un tiro al bersaglio neutralizzato solo dalle grandi parate del portiere emiliano e dai legni che hanno fermato Leao: traversa e palo in quattro minuti, roba da non crederci.
San Siro-Il primo tempo si chiude tra i fischi dello stadio verso l’arbitro Manganiello, “colpevole” per i tifosi rossoneri di aver indirizzato la gara su binari poco consoni alla festa apparecchiata nell’intervallo con la sfilata delle vecchie glorie. Almeno tre le decisioni contestate dai 58mila sugli spalti: il gol annullato a Theo Hernandez al 31’ per fallo di mano di Kessie (azione rivista alla Var e corretta), il cartellino giallo allo stesso Hernandez per un brutto fallo su Berardi (il francese, diffidato, salterà il match di Bergamo con l’Atalanta) e un’azione in area neroverde interrotta per un presunto fallo del solito Kessie, poi ammonito per proteste. Più che per i fischi arbitrali, però, il Milan deve recriminare per l’occasione colossale che Bennacer sciupa al 41’: dopo aver sfruttato un pasticcio della difesa del Sassuolo, l’algerino si invola tutto solo in campo aperto, salta Pegolo ma anziché tirare a porta vuota cerca un passaggio per Calhanoglu e trova sulla sua strada Kyriakopoulos.

PEGOLO SUPER— Il resto lo fa Pegolo, che protegge il Sassuolo dalla pioggia di tiri che si abbatte nella sua area dall’inizio della ripresa al 95’: il portiere emiliano vola su un colpo di testa di Piatek, poi su un piazzato di Calhanoglu dal limite e ancora su un tocco ravvicinato di Paquetà, entrato al 56’ per Kessie e sulla doppia occasione Calha-Bonaventura a 20’ dalla fine. Lo spartito è lo stesso eseguito già nella prima parte della gara: la banda Pioli tiene palla e cerca di sfondare con le incursioni delle mezzali (bene Piatek, spesso rifinitore per i compagni); il 4-3-3 di De Zerbi, che diventa un 4-2-1-3 iperoffensivo in fase di possesso, si accende sulle fiammate di Boga, che più di una volta mette i brividi a Conti e Musacchio senza tuttavia finalizzare. Molto più cattivo il piede di Rafael Leao, entrato nel finale al posto di Piatek: i due regali che il portoghese confeziona per il Milan restano però impigliati su traversa e palo, per oggi non li scarterà nessuno.-gazzetta.it

 

Terminano tutte le sfide delle 15 della sedicesima giornata del campionato di Serie A. Sopresa Atalanta che esce sconfitta dal Dall’Ara.
Milan-Sassuolo 0-0
Juventus-Udinese 3-1
Bologna-Atalanta 2-1 100per100 Napoli

Momento complicato per il Napoli. Dopo l’avvicendamento sulla panchina azzurra, con l’esonero di Ancelotti e l’arrivo di Gattuso, gli azzurri sono incappati contro un’altro risultato negativo, al San Paolo sconfitti contro il Parma. Della situazione ne ha parlato anche l’attaccante Arek Milik con un post su Instagram: “E’ difficile trovare le parole giuste in questo momento, un momento molto brutto. Ma e’ soprattutto in questi momenti che dobbiamo stare tutti insieme, tutti uniti. Si vince insieme e si perde insieme . Quindi silenzio, lavoro e forza Napoli”.-tuttonapoli.net-

 

Sconfitta amara per l’Atalanta, dopo la qualificazione Champions conquistata in settimana. Sconfitta che lascia la Dea al sesto posto in classifica a 28 punti. Il Napoli resta, dunque, a sette lunghezze dalla zona Europa. La Juve, invece, scavalca l’Inter in attesa del match di stasera tra la Fiorentina ed in nerazzurri. -tuttonapoli.net-

Tutto come da programma per la Juventus di Sarri che all’Allianz Stadium supera l’Udinese per 3-1 grazie alla doppietta di Ronaldo e la rete di Bonucci a pochi secondi dall’intervallo, con Pussetto che ha firmato il gol della bandiera allo scadere. Cade, invece, l’Atalanta al Dall’Ara: vince il Bologna che si impone con le reti di Palacio e Poli, alle quali ha risposto Malinovskyi che ha tenuto in piedi il match. Scialbo 0-0, invece, per il Milan a San Siro contro il Sassuolo.
Juve-Udinese 3-1 (9′, 37′ Ronaldo, 45′ Bonucci, 90′ Pussetto)
Milan-Sassuolo 0-0
Bologna-Atalanta 2-1 (12′ Palacio, 53′ Poli, 60′ Malinovskyi)

E’ successo di tutto allo stadio Bentegodi dove si è giocato Hellas-Torino, match in programma alle 12.30, anticipo della 17^ giornata di Serie A. Granata che hanno costruito un vantaggio largo nel corso della prima ora, trovando il vantaggio al 36′ con Ansaldi, il raddoppio al 55′ con Berenguer e poi il tris al 61′ ancora con Ansaldi. Partita chiusa? Non proprio: i padroni di casa si sono rimessi in carreggiata, pareggiando i conti in un quarto d’ora! Pazzini ha riaperto i conti al 69′, poi al 76′ Verre ed il pareggio all’84’ di Stepinski! Clivensi che hanno anche rischiato di vincerla con un assedio finale che non ha fruttato, però, il gol vittoria. tuttonapoli.net-

NAPOLI – Comincia male l’avventura di Gennaro Gattuso alla guida del Napoli. Gli azzurri infatti perdono in casa per 1-2 contro un Parma che adesso vola a quota 24, al settimo posto solitario. Nel primo tempo colpisce subito Kulusevski. Nella ripresa il Napoli prende coraggio e assedia l’area ospite trovando il pari grazie a Milik. Ma proprio nel recupero il Parma riparte e Gervinho firma il gol da 3 punti per i crociati.
Kulusevski beffa Koulibaly
Gattuso comincia con un 4-3-3 con Callejon, Milik e Insigne in attacco. A centrocampo Fabian Ruiz, Allan e Zielinski. Di Lorenzo e Mario Rui terzini con Manolas e Koulibaly centrali di difesa. Medesimo schema per D’Aversa che davanti propone Kulusevski, Cornelius e Gervinho. In mezzo al campo Hernani, Brugman e Barillà; Iacoponi e Bruno Alves in difesa con Darmian e Gagliolo esterni. Dopo soli 4′ la gara si sblocca: clamoroso errore di Koulibaly che non controlla una rimessa laterale, se ne va Kulusevski che, una volta in area, col sinistro segna sul primo palo. E il difensore azzurro si fa anche male e deve uscire: dentro Luperto.
Insigne spreca, Meret salva sul palo
Il Napoli sembra in stato confusionale e Cornelius per poco non propizia il 2-0. Zielinski è l’unico a provarci ma senza fortuna, mentre Insigne ‘cicca’ una palla invitante di Di Lorenzo. Al 16′ tegola anche per D’Aversa: si fa male Cornelius e al suo posto entra Sprocati. Il nuovo assetto tattico emiliano favorisce il Napoli che comincia ad attaccare più convinto. Al 24′ grande occasione: lancio di Mario Rui per Zielinski che in area spreca calciando alto da ottima posizione. Al 33′ tocca a Insigne sbagliare clamorosamente: gran palla in area di Milik ma il numero 24 azzurro tutto solo davanti a Sepe in scivolata manda a lato. Piovono fischi per l’attaccante azzurro. Al minuto 42 si scatena Gervinho in contropiede, tiro dal limite e Meret salva sul palo. Proprio allo scadere del tempo, Di Bello concede un calcio di rigore al Napoli per un tocco di Hernani su Milik. Ma il direttore di gara viene chiamato al Var e corregge la sua decisione: è punizione dal limite che Insigne poi non sfrutta.
Assedio Napoli, Milik trova il gol
Nel secondo tempo il Napoli spinge alla ricerca del pareggio. Di fatto gli azzurri assediano l’area emiliana senza che il Parma riesca a controbattere per lunghi tratti del match. Al 58′ bella punizione di Insigne ma Sepe respinge alla grande e si ripete pochi secondi dopo su un tiro-cross di Milik. Al 61′ il polacco ci prova di testa, ma il portiere ospite è ancora una volta bravo. Gattuso fa entrare Mertens al posto di Allan e il Napoli trova il pari al 64′: perfetto cross dalla destra proprio di Mertens e colpo di testa di Milik che spiazza Sepe.
Beffa finale di Gervinho
Dopo l’1-1 però il Napoli perde spinta e continua a sbagliare molto soprattutto a centrocampo. Al 71′ ci vuole un super Meret per dire di no a Gervinho che sembra scatenato. D’Aversa ridisegna i suoi con Pezzella al posto di Sprocati per un 3-5-2, mentre Gattuso dà una chance anche a Lozano: fuori, tra molti fischi, Insigne. Mertens ci prova due vole con due belle conclusioni piazzate ma non trova la porta. Cominciano i 4′ di recupero e gli azzurri attaccano, ma perdono palla e Gervinho scatena l’ennesimo contropiede: sfera poi a Kulusevski che dalla destra penetra in area e serve di nuovo l’ivoriano che deve solo spingere la sfera in rete per il 2-1 finale.
Napoli-Parma 1-2 (0-1)
Napoli (4-3-3): Meret; Di Lorenzo, Manolas, Koulibaly (5′ pt Luperto), Mario Rui; Ruiz, Allan (17′ st Mertens), Zielinski; Callejon, Milik, Insigne (33′ st Lozano). (25 Ospina, 27 Karnezis, 23 Hysaj, 12 Elmas, 70 Gaetano, 34 Younes, 98 Leandrinho, 9 Llorente). All.: Gattuso
Parma (4-3-3): Sepe; Darmian, Iacoponi, Bruno Alves, Gagliolo; Barillà (21′ st Grassi), Hernani, Brugman; Kulusevski; Cornelius (16′ pt Sprocati, 32′ st Pezzella), Gervinho. (34 Colombi, 53 Alastra, 3 Dermaku, 16 Laurini, 88 Adorante). All.: D’Aversa
Arbitro: Di Bello di Brindisi
Reti: nel pt 3′ Kulusevski; nel st 19′ Milik, 48′ Gervinho
Angoli: 11-2 per il Napoli
Ammoniti: Gervinho, Mertens e Milik per gioco scorretto; Gagliolo per comportamento non regolamentare
Spettatori: 25 mila.-larepubblica-msn

Pubblicato da Alessandro Lugli

Alessandro Lugli è nato a Napoli e ivi residente. Poeta, giornalista pubblicista e cantante. Direttore di vari blog da lui creati.