Sinisa Mihajlovic

I dirigenti del Bologna licenziano in tronco l’allenatore Sinisa Mihajlovic perché ha raccolto la miseria di tre punti in cinque partite e la prima reazione, figlia di questi tempi ipersensibili, è: guarda come ci siamo ridotti, non portano più rispetto nemmeno a un malato.
Mihajlovic combatte da anni contro la leucemia e il Bologna finora gli era sempre stato vicino, per cui l’esonero diventa una pugnalata alle spalle, una scelta cinica che espelle definitivamente la poesia da uno sport dominato dai freddi numeri degli ingaggi e dei risultati.
Però la si può raccontare anche in un altro modo. Mihajlovic non ha mai praticato il vittimismo né sopportato il pietismo. (Come politico avrebbe scarso successo).
Dal giorno in cui si è ammalato, ha chiesto di essere giudicato in base al suo lavoro e non al suo stato di salute. Ora, è un dato di fatto che il suo lavoro stesse andando piuttosto male. Sicuramente non sarà dipeso solo da lui, ma nel calcio l’allenatore è il primo a pagare, non foss’altro perché è più economico sostituire il tecnico che la squadra intera.
Si potrà non essere d’accordo con questo andazzo, ma qui non stiamo mettendo sotto processo i riti del calcio. Stiamo discutendo se Mihajlovic dovesse essere trattato diversamente da chiunque altro, in quanto colpito da leucemia. A un uomo con il suo carattere non si manca di rispetto mandandolo via nonostante sia malato, ma rinunciando a mandarlo via soltanto perché è malato.
Massimo Gramellini
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(fonte: corriere )
Sinisa Mihajlovic è stato esonerato .
Si può giudicare Sinisa Mihajlovic come allenatore, ma nessuno può permettersi di giudicare Sinisa Mihajlovic dal punto di vista medico, delle energie a disposizione , della lucidità. A meno che a farlo non sia una persona in grado di valutare la malattia. Le voci di tanti che non lo ritengono in condizioni di allenare dovrebbero essere corredate da laurea in medicina e specializzazione . In caso contrario, dovrebbero lasciare decidere a lui .
Qualora ci fosse uno scollamento nel rapporto tra mister e squadra oppure un rendimento al di sotto delle attese, sarebbero stati motivi più che sufficienti per lasciarsi , ma le condizioni di salute vanno lasciate fuori dai giudizi e dalle sentenze .
E poi ci si può chiedere se negli ultimi due anni Tomyasu, Theate , Hickey e Svanberg siano stati rimpiazzati adeguatamente …
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Pubblicato da Alessandro Lugli

Alessandro Lugli è nato a Napoli e ivi residente. Poeta, giornalista pubblicista e cantante. Direttore di vari blog da lui creati.