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Soccer: Italy Cup quarter final soccer match Juventus-MilanChe partita incredibile! È successo di tutto: rimonte, contro-rimonte, doppiette, papere, goffaggini difensive, rigori segnati, falliti e non concessi. Per i neutrali una goduria, per i tifosi di Manchester City e Monaco un rollercoaster incredibile, sempre con il cuore in gola, senza un attimo di sosta. Alla fine il City s´impone per 5-3, ma francamente questa sfida sarebbe potuta finire con qualunque punteggio. El Kun Agüero, che non assaporava il gusto del gol dal 6 gennaio, si prende il centro della scena guidando il comeback dei padroni di casa (che erano sotto prima per 2-1 e poi per 3-2) con due reti e un assist. Guardiola sceglie la trazione anteriore e schiera De Bruyne e Silva a supporto del tridente. Non c´è posto per Fernandinho a centrocampo e allora il brasiliano si ricicla da laterale sinistro. Tra i monegaschi Raggi recupera ed è nel cuore della difesa, mentre a fianco di Falcao Mbappé è preferito a Germain. Il Monaco parte forte e prova a inchiodare i padroni di casa nella propria metà campo, ma le ripartenze del City sono fulminanti. Gli uomini di Jardim hanno due eccellenti occasioni per passare: al 18´ il tiro-cross dalla sinistra di Mendy, servito da Mbappé, è mal negoziato da Caballero, ma il fuori gioco di Falcao ferma tutto. Sessanta secondi più tardi, sul calcio d´angolo di Lemar, Gilk è sul palo lontano ma la sua deviazione di testa non trova lo specchio.
EL TIGRE RISPONDE A STERLING — Al 23´ risponde il City ma Agüero ha le polveri bagnate: ben imbeccato da De Bruyne l´argentino non riesce a toccare il pallone per metterlo alle spalle di Subasic. La partita è apertissima: il gol è maturo, ma stabilire da che parte arriverà è come vincere un terno al lotto. E infatti nel giro di sei minuti giunge una rete per parte. Al 26´ Sané semina il panico sulla sinistra e, dopo che un rimpallo permette a Silva di servire ancora il tedesco, il centro di quest´ultimo è convertito in rete da Sterling, in sospetta posizione di fuorigioco. Sei minuti più tardi Caballero sbaglia il rinvio, Fernandinho non raccoglie e Fabinho s´invola sulla destra, concludendo la sua cavalcata con un cross. Falcao dimostra al calcio inglese che quello che si era visto al Manchester United e al Chelsea non era il vero El Tigre e in tuffo di testa fa gonfiare la rete.
MBAPPÈ FA GODERE IL MONACO — Al 35´ l´Etihad già esulta: Agüero si scontra con Subasic e i tifosi dei Citizens si attendono rosso e rigore. L´arbitro propende invece per il giallo al Kun per simulazione: da rivedere. Il Monaco riprende forza: Mbappé sfrutta un rilancio di Subasic per provare a battere il portiere del City ma mette alto e a lato. Al 40´, però, il giovane gioiello francese non sbaglia: liberato da un colpo di testa di Fabinho s´invola alle spalle dei difensori centrali del City e punisce Caballero. C´è ancora tempo per un tentativo di Falcao, che si spegne sull´esterno sulla rete, prima che il signor Lahoz metta termine a 45 meravigliosi minuti di calcio.
FALCAO, CHE BRUTTO RIGORE — Si riparte e le emozioni ricominciano immediatamente. Otamendi tocca Falcao in area sul centro di Mendy: dopo un minuto buono, a seguito del consulto con il giudice di porta, il direttore di gara assegna il rigore e ammonisce il difensore argentino: un´altra decisione che poteva andare in una direzione o nell´altra. Corre il 50´ quando Falcao batte un penalty inguardabile che l´estremo difensore del City riesce a rintuzzare. Pericolo scampato per l´undici di Guardiola.
ORRORE SUBASIC, RISCATTO FALCAO — Al 58´ i padroni di casa riagguantano il Monaco, ma devono ringraziare il portiere avversario. Sterling pesca Agüero e sul rasoterra dell´argentino, il numero uno del Monaco lascia incredibilmente sfilare il pallone alle sue spalle. Il City non ha nemmeno tempo di assaporare il pareggio e il Monaco è di nuovo avanti. Falcao si avventa su un lungo lancio, si mangia un indeciso Stones e pennella il pallonetto del 3-2 alle spalle di Caballero.
DOPPIO CORNER, VOLA IL CITY — Gli azzurri di Manchester reclamano un rigore, che probabilmente non c´era, su Sterling e si aggrappano poi al loro bomber, Sergio Agüero. Il numero dieci risponde presente al 71´: è sua infatti la meravigliosa conclusione al volo su corner di Silva che fissa il punteggio sul 3-3. Non c´è un istante di respiro, è partita a porte aperte. Al 77´ altro angolo per la formazione inglese: questa volta Touré svetta più alto di tutti, devia la palla sul palo lontano dove Stones è libero e può appoggiare in rete. L´Etihad alza il volume e Agüero prova a regalarsi una tripletta, ma Subasic questa volta è vigile.
SANÈ E FANNO CINQUE — Agüero si trasforma allora in assist-man e sul suo tocco Sane´ completa l´incredibile comeback del Manchester City. Cinque a tre: Guardiola salta come una cavalletta, felice di gioia, a bordocampo. Partita finita? Manco per sogno, il Monaco ci crede eccome. E allora ci prova ancora una volta Falcao, ma Caballero mette il piede e dice di no. Udire il triplice fischio finale è un colpo al cuore perché una partita così vorresti non finisse mai. La notizia meravigliosa è che fra neanche un mese – il quindici di marzo – si ricomincia e fossimo negli inglesi non saremmo così tranquilli che le due reti di scarto bastino.

Fonte: gazzetta.it

Nella serata dei gol a grappoli, una squadra può dirsi – a meno di sorprese oggi non pronosticabili – praticamente qualificata ai quarti di finale di Champions League: l´Atletico Madrid, che va a banchettare sul campo del Bayer Leverkusen e vede la qualificazione vicina come non mai. Mai dire mai nel calcio, ma il 2-4 con cui i Colchoneros espugnano la BayArena sa tanto di sentenza definitiva. Più forte la squadra del Cholo Simeone, che ha soltanto il torto di non approfittare fino in fondo della sciagurata prestazione dei difensori di casa e di complicarsi la vita da sola, consentendo ai tedeschi di rientrare improvvisamente in partita in due occasioni. Non tutto va insomma per il verso giusto per l´Atletico, anche se lamentarsi di qualcosa dopo un poker esterno sarebbe un controsenso. E comunque il risultato, determinato dal golazo di Saul e dalle altre reti di Griezmann, Gameiro e Torres, è chiaramente uno spettacolo in vista del ritorno: mercoledì 15 marzo, il Bayer Leverkusen dovrà espugnare il Vicente Calderon con tre reti di scarto. Non impossibile, ma quasi.

La cronaca della partita
Dopo un avvio bloccato ed equilibrato, l´Atletico Madrid inizia pian piano a prendere in mano le redini dell´incontro. E a creare buone opportunità per passare. Come al 13´: Griezmann centra in pieno il corpo di Leno ma l´azione prosegue, con Filipe Luis che recupera e crossa e Wendell che rischia un clamoroso autogol, spedendo il pallone contro la propria traversa. La squadra di Simeone passa 4 minuti più tardi: Saul supera Kampl sulla destra, si accentra e con una pennellata mancina fantastica va a piazzare il pallone proprio sotto l´incrocio di casa. Lo 0-1 apre le acque all´Atletico, che raddoppia al 25´: Dragovic liscia a metà campo, Gameiro si invola verso l´area avversaria, aspetta e serve Griezmann e quest´ultimo fulmina Leno da due passi. Un disastro per il Leverkusen, che manca due volte l´1-2 (quasi autorete di Gabi, volo di Moyá su Kampl) ma rischia di beccare lo 0-3 già prima dell´intervallo: ancora Gameiro per Griezmann, ma stavolta Leno si supera sul sinistro ravvicinato dell´ex Real Sociedad.
3 minuti nel corso della ripresa e il Bayer Leverkusen accorcia: Henrichs al centro per Bellarabi, che gira col destro trovando impreparato Moyá. Il gol ravviva le speranze tedesche, ma dall´altra parte c´è un Gameiro scatenato: il francese prima colpisce la traversa e poi si guadagna un rigore (strattonata del solito, pessimo Dragovic), andando sul dischetto e battendo Leno per l´1-3. I tedeschi, comunque, non demordono. E a una ventina di minuti dalla fine trovano il secondo gol grazie a una papera di Moyá, che respinge addosso a Savic il cross di Brandt costringendo l´ex viola all´autogol. Simeone toglie Gameiro, arretrando troppo il baricentro dell´Atletico. E il Leverkusen nel finale sfiora due volte il pareggio: altrettanti tentativi di Hernandez vengono però salvati sulla linea prima da Savic e poi da Filipe Luis. Il definitivo 2-4, così, lo trova il neo entrato Fernando Torres all´86´: spizzata di testa dal cross di Vrsaljko e Leno è nuovamente superato.

La statistica chiave
Gameiro-Griezmann, che coppia: tutti e 7 gli assist vincenti effettuati in questa stagione dall´ex attaccante del Siviglia sono stati per il suo gemello offensivo. L´ultimo, stasera.

Il tweet
Gianluca Magri @GianMagri90
Ma Dragovic era lo stesso giocatore che doveva prendere l´Inter un paio d´anni fa?
Ringraziamo Suning vita natural durante

Il migliore in campo
Gameiro. Un diavolo che i difensori del Bayer Leverkusen non riescono mai a tenere a bada. Uomo assist per il gemello Griezmann, con il quale si intende a meraviglia, colpisce una traversa per poi guadagnarsi e segnare meritatamente un rigore. La sua uscita dal campo l´hanno capita in pochi.

Il peggiore in campo
Dragovic. In poche parole: una delle prestazioni peggiori da parte di un difensore viste negli ultimi tempi. Fa tutto male, ma proprio tutto: lascia a Saul troppo spazio, svirgola a centrocampo, marca male, commette altre sciocchezze e completa il quadro commettendo fallo da rigore. Serata da bollino blu.

Il tabellino
Bayer Leverkusen (4-4-2): Leno; Henrichs, Dragovic, Toprak, Wendell; Aranguiz, Kampl; Bellarabi (66´ Pohjanpalo), Brandt (87´ Bailey); Havertz (56´ Volland), Hernandez. All. Schmidt
Atletico Madrid (4-4-2): Moyá; Vrsaljko, Savic, Gimenez, Filipe Luis; Saul, Gabi, Koke, Ferreira-Carrasco (78´ Torres); Griezmann (78´ Correa), Gameiro (71´ Thomas). All. Simeone
Arbitro: William Collum (Scozia)
Gol: 17´ Saul (A), 25´ Griezmann (A), 48´ Bellarabi (B), 59´ rig. Gameiro (A), 68´ aut. Savic (B), 86´ Torres (A)
Note: ammoniti Henrichs (B), Dragovic (B), Wendell (B), Aranguiz (B), Gabi (A), Filipe Luis (A)

Fonte: it.eurosport.com

LONDRA – Un anno fa finì 47-17 per l´Inghilterra, poi l´Italia evitò il cucchiaio di legno facendo l´impresa a Edimburgo contro la Scozia. Negli ultimi anni, però, le prestazioni del rugby azzurro sono state al di sotto delle aspettative con una nazionale capace di vincere partite assurde e perderne altre in maniera umiliante. Questa incostanza non è apprezzata nel Regno Unito a pochi giorni dalla sfida di Londra tra le due selezioni e l´ex ct dell´Inghilterra campione del mondo nel 2003 Sir Clive Woodward, ci va giù duro in un articolo pubblicato sul Daily Mail. Solo la possibile esclusione dal ricco e prestigioso 6 Nazioni potrà migliorare l´Italrugby, ormai “troppo fragile e autoindulgente”, orfana “delle motivazioni e dei guerrieri degli anni ´90”.

ITALIA SENZA FAME E AMBIZIONI – Il tecnico inglese attribuisce, quindi, alla certezza del posto tra l´elite continentale l´origine dei mancati progressi dell´Italia negli ultimi anni. “Non è colpa dell´Italia, ma (questa formula) sta arrecando un immenso danno e ha contribuito al declino italiano”, scrive Woodward che suggerisce una formula di play-off con la vincitrice del Rugby Europe International Championships, quasi sempre la Georgia. Secondo il tecnico inglese l´Italia negli anni ha smarrito “la fame e l´ambizione che l´avevano a lungo guidata”, “sperperando una tradizione che risale a Massimo Giovanelli, i fratelli Cuttitta, Carlo Checchinato, e la meravigliosa apertura Diego Dominguez”. Ma non solo la mancanza di traguardi e obiettivi. A penalizzare la crescita italiana sono anche le troppe responsabilità affidate al nuovo ct, O´Shea, che dovrebbe essere viceversa concentrato unicamente sulla nazionale per ricavarne il meglio. Senza essere distratto da compiti organizzativi per ristrutturare il movimento, “ruolo da affidare a qualcun altro”.

Fonte: repubblica.it/sport

Meno di 12 ore, e i Los Angeles Lakers di Magic Johnson hanno effettuato la prima mossa. Un movimento all´apparenza rischioso, perché si tratta della cessione a Houston del miglior realizzatore – il playmaker Louis Williams – in cambio di un gregario come Corey Brewer e di una prima scelta futura. Ma come ha spiegato Magic, i Lakers hanno bisogno di una rifondazione profonda: “E io amo prendere rischi” ha detto il 57enne presidente, che ha spodestato dal fronte office Jim Buss – che rimane come socio – e Mitch Kupchak. Voluto dalla proprietaria Jeanie Buss, Magic è chiamato a riportare i californiani fuori dalle sabbie mobili: per la prima volta nella storia, infatti, i gialloviola hanno vissuto tre annate di fila lontano dai playoff, e con ogni probabilità quella in corso, con il penultimo posto ad Ovest, sarà la quarta. “Ma se la situazione fosse stata buona, non sarei stato chiamato qui” ha detto Johnson nel corso della conferenza stampa di presentazione in qualità di presidente.

Il gm? Il braccio destro di Bryant!
Come promesso, il primo contatto del nuovo presidente è stato con Kobe Bryant. “Lo voglio con noi, è un vincente” aveva detto Magic ancora prima di essere nominato. In attesa di capire se e come Bryant potrà essere coinvolto, un primo effetto è già presente: Rob Pelinka, agente di Kobe negli ultimi anni di carriera, diventerà il nuovo general manager della franchigia californiana. Un ruolo che il 47enne non ha mai ricoperto, ma nel suo percorso Pelinka si è abituato ad affiancare grandi star: prima di diventare il procuratore di Bryant (e anche di James Harden), Pelinka giocò al college di Michigan, da riserva nella squadra dei travolgenti Fab Five (con Chris Webber, Juwan Howard e Jalen Rose) che disputarono due finali NCAA cambiando la cultura dei giocatori di basket, portando la cultura hip-hop sul parquet. Chiusa la breve carriera da giocatore, Pelinka è diventato agente, conoscendo il successo nell´ultimo decennio.

Spazio ai giovani
I primi Lakers di Magic ripartono senza Williams, giocatore che stava vivendo la miglior stagione della carriera (è il miglior realizzatore NBA tra i giocatori che non partono titolari). Ma con i suoi 30 anni, Williams non veniva giudicato funzionale per la ricostruzione di una squadra i cui cardini – D´Angelo Russell, Jordan Clarkson, Jerome Randle e il rookie Brandon Ingram – hanno poco più di 21 anni di media. La responsabilità, quindi, finisce nelle mani dei giovani. “Mi conoscete, sono stato un playmaker, l´uomo che dà gli ordini in campo, e anche in questo caso voglio essere io a dettare le strategie, a prendermi le responsabilità, dobbiamo diventare un esempio e ritrovare la cultura vincente” ha aggiunto il cinque volte campione NBA nonchè vincitore dell´oro a Barcellona ´92, che venerdì sera sarà a bordo campo ad Oklahoma City, per la prima gara dei Lakers da lui presieduti. “Voglio vedere come giocano, come si allenano, ci sono cose che non puoi capire dalla televisione”. Il lavoro di Magic è appena cominciato ma lui, con l´entusiasmo che l´ha sempre accompagnato in campo e nella lotta al virus HIV, è già concentrato sulla propria missione: riportare i Lakers al vertice.

Fonte: lastampa.it

Pubblicato da Alessandro Lugli

Alessandro Lugli è nato a Napoli e ivi residente. Poeta, giornalista pubblicista e cantante. Direttore di vari blog da lui creati.