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Sweden vs PortugalDopo il tonfo del Psg, ecco quello del City. Certo, gli inglesi non partivano da un comodo 4-0, ma il 5-3 dell´andata era comunque un risultato rassicurante. Solo che la storica rimonta del Barcellona ha almeno ispirato il Monaco che passa il turno grazie alla sua gioventù ribelle, con i gol del 18enne Mbappé, del 23enne Fabinho e del 22enne Bakayoko. E pure senza Falcao, infortunato dell´ultima ora. Guardiola così esce di scena, lui che in Champions, da allenatore, era sempre arrivato almeno in semifinale, dove si era fermato il City lo scorso anno.

SPETTACOLO — E proprio ieri in conferenza stampa, il tecnico catalano aveva invitato tutti ad accomodarsi in poltrona per godersi lo spettacolo. Messaggio diretto a tifosi e appassionati, ma colto soprattutto dai suoi giocatori che il primo tempo l´hanno vissuto da spettatori, guardando il Monaco dettare gioco e ritmi. E bucando due volte la porta di Caballero. Inevitabile visto l´atteggiamento della squadra di Jardim, subito aggressiva e velenosa con Mbappé che già al 7´ sfiora il gol. L´azione spiega bene l´attitudine dei monegaschi. A recuperare palla sui trenta metri è Germain, di tackle sul lento Fernandinho. Bakayoko raccoglie e lancia in profondità il 18enne che entra in area e spara sicuro. Caballero si salva deviando in angolo. E´ solo il preludio. Un minuto dopo, ecco lo scatenato Mendy che entra a sinistra, tenta il tiro, respinto, ma su Silva che crossa forte. Mbappé tocca di destro e gira dentro. Uno a zero e City paralizzato. Lo si vede nell´incapacità di costruire, di liberarsi dal pressing totale dei padroni di casa, di portarsi anche solo vicino all´area del Monaco. E quando ci prova, al 29´, ci pensa Raggi ad anticipare De Bruyne in scivolata, innescando un´azione di contrattacco feroce. Un rovesciamento di fronte che si riversa ancora sulla sinistra, condotto da Mbappé, Lemar e ancora con Mendy che serve un altro cross rasoterra per Fabinho che a centro area, tutto solo, di piatto mette dentro. Insomma, il primo tempo restituisce la sensazione di un City totalmente in balia del Monaco, neutralizzato in ogni settore, ammutolito in attacco, dominato a centrocampo, demolito in difesa. Soddisfatto pure il Principe Alberto, in tribuna.

SOFFERENZA — In tribuna c´è pure Balotelli, ma per tifare la sua ex squadra di Premier. Il City in ogni caso cambia partitura nella ripresa. Guardiola alza il baricentro, impone il pressing e lascia più libero De Bruyne a muoversi tra le linee. Accorgimenti che costringono il Monaco ad arretrare e a soffrire. Le ondate offensive inglesi si moltiplicano. Al 12´ ci vuole l´esperienza di Raggi per anticipare Aguero che al 16´ alza alle stelle il buon servizio da sinistra di Sané. Al 20´, tocca a Subasic chiudere ancora su Aguero. E 2´ dopo, Sané spara sull´esterno della rete. Al 24´, Raggi esce per infortunio al polpaccio e il City passa. Con Sané appunto che raccoglie sotto porta la respinta di Subasic sulla conclusione di Sterling, incuneatosi dalla destra. Il City a questo punto è qualificato, anche perché il Monaco sembra aver perso la sicurezza del primo tempo. Solo che al 32´, ecco una punizione per tirare fiato a una trentina di metri dalla porta inglese che i ragazzi di Jardim trasformano in storia. Lemar calcia forte e preciso, in area svetta su tutti Bakayoko che mette di nuovo in rete. Un gol vale il passaggio ai quarti di una squadra che sarà la mina vagante dei sorteggi.

Fonte: gazzetta.it

L´Atletico Madrid è la terza squadra spagnola ad accedere ai quarti di finale di Champions League. Dopo la vittoria dell´andata per 4-2 sul campo del Bayer Leverkusen, al Vicente Calderon agli uomini di Simeone basta amministrare e chiudere sullo 0-0, anche per merito del portiere Oblak autore, a metà ripresa, di tre parate consecutive nella stessa azione. L´Atletico è tra le prime 8 squadre d´Europa per il quarto anno consecutivo.

LA PARTITA
Il Cholismo continua ad aggirarsi per l´Europa: per il quarto anno consecutivo, infatti, l´Atletico del condottiero Simeone si siede al tavolo del G8. Gli spagnoli accedono ai quarti con uno 0-0 che non trasuda entusiasmo ma il 4-2 strappato al Bayer a Leverkusen nella gara di andata è stato, a quanto pare, motivo sufficiente per condurre una gara di controllo, senza cercare di alzare i ritmi ma nemmeno senza correre troppi pericoli. Ai tedeschi, falcidiati dalle assenze, non è bastata la buona volontà per sbloccare la gara e provare, se non a mettere in discussione la qualificazione, quanto meno a vendere cara la pelle. I “Cholisti” si sono limitati a una gestione tranquilla con i due portieri comunque protagonisti, e migliori in campo, visto che Leno nel primo tempo e Oblak nel secondo hanno dovuto indossare l´elmetto per difendere il proprio fortino. Pareggio giusto, con le occasioni migliori capitate sui piedi degli spagnoli, dotati di maggior qualità e sempre granitici in difesa e che ora, di nuovo, viaggiano al pari delle grandi d´Europa, di nuovo al cospetto delle migliori. Il Cholismo è vivo e continuerà la sua lotta in giro per il Vecchio Continente.

Il “Cholismo” è soprattutto autentica resistenza ma le euro-rimonte di Barcellona e Leicester dovrebbero impedire ai Colchoneros di dormire sonni tranquilli, di limitarsi a osservare il nemico da lontano aspettandolo dietro le barricate. Simeone alla vigilia è stato chiaro: “Niente è scontato”. Al Vicente Calderon, che più che uno stadio è un autentico grido di battaglia, vietato, dunque, rilassarsi troppo pensando al 4-2 strappato in terra di Germania. L´Atletico, privo di Gabi e Felipe Luis, prende forma con un 4-4-2 con capitan Godin a guidare la retroguardia e la coppia d´attacco Correa-Griezmann a cercare di piazzare i colpi del definitivo ko. Letteralmente decimato, invece, il Bayer che rispetto alla gara d´andata non ha più Schmidt ma Korkut in panchina. Per i tedeschi, a cui serve un autentico miracolo, la lista degli indisponibili è impressionante partendo dallo squalificato Calhanoglu, passando per Topral, Tah, Kiessling, Bender e Henrichs per finire con il giovanissimo Havertz rimasto a casa per preparare un esame universitario.

Il campo dice però che il Bayer prova subito a dare un senso alla partita e dopo 5 minuti la prima palla gol è sua con Volland che incrocia di poco a lato. I tedeschi, con molto possesso ma idee un tantino confuse, provano a condurre il match: l´Atletico non pressa, si limita a chiudere i corridoi di passaggio e fare, insomma, il minimo sforzo. Lo dimostrano i tanti errori. Il Bayer, con mezza squadra fuori, fa quello che può ma è sul pezzo e cerca la conclusione ogni volta che gli spagnoli non escono rapidamente con la palla. La buona volontà e il coraggio del Bayer non producono però occasioni davvero pericolose perché i Colchoneros, per quanto condizionati dal risultato e poco reattivi, dietro restano comunque composti e non concedono molto, se non qualche tiro dalla distanza. E quando i madridisti decidono di timbrare il cartellino di presenza e iniziare a produrre giocate all´altezza della loro qualità, al Bayer, che fatica a coprire le vie centrali, tocca aggrapaprsi all´uomo mascherato, un Leno in formato super che nel giro di due minuti, dal 38´ al 40´, compie due parate prodigiose prima su Correa poi su Koke allungandosi e deviando in corner. Con Carrasco e Greizmann praticamente mai protagonisti, il primo tempo fatica a decollare: il fatto che questi due tocchino pochissimi palloni spiega i tanti errori in fase di disimpegno appena i ritmi accennano ad elevarsi e sui portatori di palla sale la pressione. Gli spagnoli sbagliano perché distratti, i tedeschi perché meno dotati.

Già al primo minuto della ripresa, Griezmann dà confortanti segni di vita calciando però malissimo alla sua prima vera occasione. Quando il ritmo aumenta è l´Atletico a sfiorare il gol perché ha piedi migliori e ottime capacità di attaccare gli spazi: nei primi dieci minuti i due attaccanti di Simeone costruiscono occasioni di livello: dopo un contropiede travolgente di Thomas, Correa in area si libera di due uomini, mira il secondo palo ma calcia largo. Poi la premiata ditta Carrasco-Griezmann finalmente inizia a creare con il primo che lancia il francese, il quale di sinistro sfiora l´eurogol con un pallonetto fuori di poco. L´Atletico sembra in grado di controllare e colpire quando però Gimenez perde palla sull´attacco di Brandt e stavolta tocca a Oblak vestire i panni del super eroe compiendo qualcosa di incredibile: prima parata su Brandt, poi sulla ribattuta doppio intervento su Volland prima dell´utlimo tentativo a lato del Chicharito con cui svanisce l´occasione più clamorosa del match. Il Cholo Simeone è condottiero che sa fiutare il pericolo (oltre che l´umore dei suoi soldati) e decide di dare più copertura alla sua resistenza levando dal campo uno spento Carrasco per Savic e andando a disegnare un prudente 4-1-4-1. Per tenere al fresco lo 0-0, però, non basta un centrocampo più consistente ma serve un altro intervento in allungo di Oblak su Kampl. Il trascorrere dei minuti suona come una condanna per il volenteroso Bayer che non riesce a sfondare e conclude la sua avventura europea sul campo di quella che ormai, in Champions, è una vera corazzata. Stasera poco brillante ma il risultato comodo ha permesso ai fedeli uomini di Simeone di portare a casa pelle e passaggio del turno senza sfiancarsi in logoranti battaglie. Per quelle, ci sarà tempo.
LE PAGELLE
Oblak 7,5: In una serata in cui i compagni decidono di viaggiare a passo lento, tocca a lui fare gli straordinari: se nella prima frazione si limita alla normale amministrazione, nella ripresa, al minuto 68, una palla persa di Gimenez lo costringe a un incredibile triplo intervento per sbarrare la porta prima a Brandt poi a Volland. Si allunga anche su Kampl e tiene lo 0-0.

Leno 7: Come il collega si prende buona parte dei meriti dello 0-0. Le maniche se le deve arrotolare soprattutto nel primo tempo quando nel giro di due minuti si stende a deviare in corner le conclusioni velenose di Correa e Koke. Anticipo provvidenziale, nella ripresa, su Correa.

Carrasco 5,5: Simeone lo leva a metà ripresa per andare a disegnare un 4-1-4-1 più prudente ma il numero 10 si era visto o poco o nulla. Una fiammata nel primo tempo, un paio di bei filtranti per Griezmann nella ripresa. Troppo poco per uno dotato del suo talento.

Brandt 6,5: Grande qualità, lancia Volland con una gran giocata poi si procura l´occasione migliore del match soffiando palla a Gimenez, ma Oblak lo ipnotizza .

Griezmann 6,5: Il voto se lo guadagna tutto nel secondo tempo perché il primo lo trascorre praticamente da spettatore non pagante. Calcia male alla prima occasione, sfiora un gol da antologia con un bel pallonetto e tenta di schiodare lo 0-0 con un paio di conclusioni finite però alte. Insomma, anche quando non è in serata di grazia, il folletto francese è sempre il più pericoloso.

IL TABELLINO
ATLETICO MADRID-BAYER LEVERKUSEN 0-0
Atletico Madrid (4-4-2): Oblak 7,5; Vrsaljko 6,5, Godin 6,5, Gimenez 5,5, Lucas Hernandez 6; Koke 6,5, Saul Niguez 6, Partey 6, Carrasco 5,5 (26´ st Savic 6); Griezmann 6,5, Correa 6 (19´ st Gaitan 6). A disp.: Moya, Juanfran, Juan Moreno, Cerci, Torres. All.: Simeone 6,5
Bayer Leverkusen (4-4-2): Leno 7, Hilbert 6, Jedvaj 5,5, Dragovic 6, Wendell 6; Brandt 6,5 (32´ Bailey sv), Baumgartlinger 5,5, Kampl 6, Bellarabi 5,5; Hernandez 6 (35´ st Mehmedi sv), Volland 6 (43´ Aranguiz sv) st. A disp.: Ozcan, Da Costa, Yurchenko, Pohjanpalo. All.: Korkut 6
Arbitro: Karasev (Russia)
Marcatori: –
Ammoniti: Jedvay (B), Gimenz (A), Baumgartlinger (B)

Fonte: sportmediaset.mediaset.it

TORINO – Un mare di affetto per Joe Hart. Centinaia di tifosi granata hanno accolto così, festanti, il portiere del Torino al Kappa store, nel centro della città. Per lui anche un regalo consegnato da Hiroshi Kawamura: la Suzuki Vitara S. E al coro “chi non salta juventino è”, l´inglese ha seguito la gente, divertito. Mai banali, poi, le sue parole. «Belotti è un grande campione, ma non solo: ha personalità, è una grande persona e cerca sempre di migliorarsi. Non si accontenta mai. Ovviamente non sono a conoscenza di quello che sarà il suo futuro ma lui adesso è concentrato sul campo. Se è pronto a palcoscenici internazionali? Sicuramente sì!». I tifosi sono in ansia per il suo futuro, lo vorrebbero ancora in maglia granata. Dipende da lui e dal Manchester City che lo ha mandato a Torino in prestito pagandogli gran parte dello stipendio da 4 milioni l´anno. «Mi sto godendo Torino, il calcio italiano, i tifosi del Toro, la nuova cultura. Sono davvero felice per la fantastica accoglienza. Sono molto grato ai tifosi per quello che mi stanno dando. Il calcio italiano? Non c´è nulla che non mi piaccia: allenatore, campionato, tifosi. Sono molto grato a loro e li apprezzo molto. Per la scelta sul mio futuro considererò anche questo fattore molto importante. La mia scelta in ogni caso terrà conto di tutto ma adesso sono concentrato sugli ultimi match da affrontare. Ho un sacco di cose positive da portarmi dietro da questa esperienza» Sul big match in arrivo. «Sabato incontreremo l´Inter: è una grande squadra in ottimo momento di forma. Noi in casa siamo molto forti e i risultati lo dimostrano. I nerazzurri sanno che gli daremo del filo da torcere. Ci sono dieci partite da giocar, faremo del nostro meglio e alla fine faremo i conti. Qualsiasi sarà la posizione finale, sarà quella che avremo meritato». E la folla lo acclama: «Resta con noi, kamoooon».

Fonte: tuttosport.com

Lo aveva già sconfitto 13 giorni fa ad Acapulco, quando lo aveva incrociato per la prima volta in carriera. Ora l´australiano Nick Kyrgios ha concesso il bis, eliminando il numero due del mondo Novak Djokovic dagli Indian Wells. Il campione uscente è stato sconfitto per 6-4, 7-6. Un successo, quello di Kyrgios, costruito anche grazie ad un servizio eccezionale che gli ha permesso di portare in carniere 14 ace e una percentuale di primi servizi vincenti dell´86 per cento. E ora l´australiano affronterà Roger Federer nei quarti di finale. Lo svizzero ha infatti superato Rafa Nadal nel big match degli ottavi: 6-2, 6-3 il risultato finale di una sfida che stavolta non è mai stata in discussione, con Federer che doppia il recente successo contro lo spagnolo agli Australian Open.

Nelle altre gare degli ottavi, Stan Wawrinka (Svizzera) batte Yoshihito Nishioka (Giappone) 3-6 6-3 7-6; Pablo Cuevas (Uruguay) batte David Goffin (Belgio) 6-3 3-6 6-3; Pablo Carreno (Spagna) batte Dusan Lajovic (Serbia); Kei Nishikori (Giappone) batte Donald Young (Usa) 6-2 6-4; Jack Sock (Usa) batte Malek Jaziri (Tunisia) 4-6 7-6 7-5.

Fonte: repubblica.it/sport

“Per chi tiferò in Champions? Per l´unica italiana rimasta, perché sono italiano ed è giusto che il calcio italiano si faccia notare anche in Europa. Ho giocato nel Napoli, tifo Napoli e non Juve, ma sono italiano, spero vada avanti e riesca a fare bene. L´eliminazione del Napoli? Peccato, ha giocato come sa, ha messo in difficoltà una squadra di campioni, non meritava di uscire: ha subito gol sfortunati”.
Così Manolo Gabbiadini, centravanti del Southampton, parlando di Champions. “Il Napoli ha dimostrato che c´è, ma si sapeva già questo – aggiunge -. In futuro se ne vedranno delle belle. Il rapporto con Sarri? Non è successo niente, è un grandissimo allenatore, come ho sempre detto, ed è merito suo se il Napoli gioca in questo modo”.

Fonte: ansa.it

Ci vorrà la migliore Roma della stagione per centrare l´impresa e accedere ai quarti di finale dell´Europa League. Il 4-2 dell´andata ha lasciato l´amaro in bocca soprattutto per la rimonta subita nella ripresa e la rete di Lacazette a tempo scaduto, che ha ulteriormente complicato le cose. Il Lione è un avversario ostico da affrontare e lo ha dimostrato già nel girone di Champions, dove ha fatto sudare la Juventus, ma i giallorossi non possono lasciarsi intimorire e dovranno giocare un match d´attacco, cercando però di mantenere un certo equilibrio. Il ribaltone è possibile. L´arbitro del match dell´Olimpico sarà l´ungherese Viktor Kassai.

COME ARRIVA LA ROMA – Luciano Spalletti ritrova Rudiger dopo la squalifica e avrà a disposizione anche Peres, Emerson e Perotti, ma solo l´ex Genoa dovrebbe partire dal primo minuto, nel trio di trequartisti alle spalle di Dzeko. L´assenza dell´ex terzino del Torino comporta un cambio di modulo: sarà difesa a quattro, con Rudiger, Manolas, Fazio e Mario Rui a comporre il pacchetto arretrato davanti ad Alisson. De Rossi e Strootman giocheranno in mezzo, mentre Salah, Nainggolan e Perotti agiranno alle spalle di Edin Dzeko.

COME ARRIVA IL LIONE – Bruno Génèsio ha fatto riposare diversi uomini nell´ultimo turno della Ligue 1. Per questa delicata sfida torneranno titolari Diakhaby, Tolisso, Tousart, Lacazette e Valbuena. In difesa, davanti a Lopes, giocheranno Jallet, Mammana, Diakhaby e Morel, mentre a centrocampo agiranno Tolisso, Gonalons e Tousart. Il tridente sarà formato da Fekir, Lacazette e Valbuena.

PROBABILI FORMAZIONI

Roma (4-2-3-1): Alisson; Rudiger, Manolas, Fazio, Mario Rui; De Rossi, Strootman; Salah, Nainggolan, Perotti; Dzeko. Allenatore: Luciano Spalletti.

Lione (4-3-3) : Lopes; Jallet, Mammana, Diakhaby, Morel; Tolisso, Gonalons, Tousart; Fekir, Lacazette, Valbuena. Allenatore: Bruno Génèsio.

Fonte: tuttomercatoweb.com

Le magnifiche otto: arrivarci è di per sé un traguardo, obbligato per le big d´Europa, da festeggiare per le novità come Leicester o quasi novità come il Monaco. Arrivati qui, però, non ci si può dichiarare soddisfatti: il bersaglio grosso, Cardiff, sembra già più vicino. Questo è il ranking Champions di Gazzetta.it, in attesa dei sorteggi dei quarti.

1
BARCELLONA
Come si traduce in classifica l´onnipotenza? Non può valere che un primo posto, che strappa in tanti piccoli pezzettini quel 14° che gli assegnavamo dopo l´andata, quando serviva davvero tanta tanta fede per immaginare che una rimonta fosse possibile. Dopo aver spostato più in là i limiti di una squadra, come in un record di atletica, ora Messi e compagni sanno di poter contare su un vantaggio ulteriore, quello della paura di chiunque metterà piede al Camp Nou (meglio farlo all´andata, per le avversarie). Il fatto che abbiano triturato il Psg senza nemmeno toccare le loro migliori vette estetiche fa ancora più paura. La Liga conferma che la macchina non è perfetta e ha passaggi a vuoto, ma in una doppia sfida trovarsi di fronte Leo, la “fame atavica” di Suarez e la nuova consapevolezza di Neymar non è mai auspicabile.

2
BAYERN MONACO
E´ vero, l´Arsenal non fa testo: i Gunners vivono il loro psicodramma da anni e l´addio di Wenger è un´ombra che aleggia su Londra da tutta la stagione. Un doppio 5-1, però, è un biglietto da visita che fa sudar freddo al resto della concorrenza. Stanno bene i senatori Robben e Ribery, Lewandowski è una garanzia, Lahm non sbaglia una partita da vent´anni, Vidal è l´uomo delle missioni speciali… e anche Muller sta dando qualche segnale di ripresa. Praticamente già campione di Germania, Ancelotti va a caccia dell´unica cosa che interessa al Bayern: la Champions che Carletto ha già alzato con Milan e Real Madrid.

3
REAL MADRID
Sono i campioni in carica, non hanno meccanismi da oliare, hanno una tremenda convinzione nei propri mezzi e una marea di soluzioni. In questa Champions sembrano utilizzare più quella “colpo di testa di Ramos” che il solito gol di Ronaldo: le difese di mezzo mondo non hanno ancora trovato contromisure alla prima, mentre sul prolungarsi del digiuno del portoghese non scommetteremmo un euro. Il bis in Champions resta un tabù, ma se qualcuno deve sfatarlo, non è impensabile che si prenda l´incarico il club che ne ha vinte di più, proiettando il predestinato Zidane nella storia alla seconda stagione (nemmeno completa) da allenatore.

4
JUVENTUS
La freccia in basso vicino al quattro è sfrutto dell´inserirsi della supernova Barça e della maggiore impressione fatta da Ancelotti e Zizou. Ma la gestione col Porto ha confermato che la squadra di Allegri ha tutte le armi per fare strada e nessuna delle avversarie accoglierà con un “fiuuu” l´accoppiamento con i bianconeri. La miglior difesa della Champions (2 gol subiti), 6 vittorie e 2 pari in Europa da agosto (più “punti” di tutti), la crescita europea di Dybala, l´impressione che il meglio di Higuain debba ancora venire, l´ampio bagaglio di scelte solide dietro e di qualità da metà campo in su: tutte cose che fanno sperare Allegri che la strada possa essere ancora lunga.

5
ATLETICO MADRID
L´Atletico ha sfiorato la conquista della Champions League, nell´epoca recente. Lo ha fatto per ben due volte, vedendo il sogno sfumare in finale. In più il campionato per i Colchoneros ha poco da dire, se non alla voce “blindiamo la prossima Champions”. Avversario difficilissimo per tutti, sebbene il Cholo in questa stagione conceda più gol del solito: è il prezzo da pagare per la maggiore propensione alla ricerca del gol, come dimostrano i 4 gol di Leverkusen. Al ritorno si è limitata ad amministrare, mettendo in mostra però un´altra sua arma letale: le parate del numero 1 Oblak: quella tripla contro i tedeschi vale tutta la partita.

6
MONACO
Pep Guardiola era sempre arrivato almeno in semifinale, prima di incontrare questa banda di giovani francesi che vanno come un TGV e che hanno uno degli strateghi emergenti in panchina. Fedeli all´immagine che il mondo ha di Montecarlo giocano d´azzardo, rischiano tutto e poi si crogiolano sulle vincite, con pause a volte drammatiche che rischiano di compromettere tutto il lavoro precedente. Mbappé in estate farà impazzire i contabili monegaschi, per ora fa saltare le difese, così come le discese sulla fascia di Mendy e le giocate di Bernardo Silva. Imprevedibili: possono farsi rincorrere invano da chiunque, o pure implodere con errori difensivi.

7
BORUSSIA DORTMUND
Rimonta poderosa sul Benfica e addio alle portoghesi in questa Champions. I gialloneri hanno dimostrato di potercela fare anche senza l´infortunato cronico Reus, e sono un ostacolo rognosissimo per chiunque. Come l´Atletico in Liga, n Bundesliga devono solo preoccuparsi di restare tra le prime 4, obiettivo ampiamente alla portata, quindi la priorità assoluta è la campagna europea. Occhio a Pulisic, in crescita costante: Aubameyang non è l´unico pericolo, in attacco. E Mario Gotze può tornare con calma.

8
LEICESTER CITY
Va bene, ci arrendiamo. Rinunciamo a ogni tentativo di chiudere le Volpi in qualsivoglia tipo di recinto, nel bene e nel male. A Siviglia, in una partita che sarebbe potuta finire 5-1, Ranieri ha fatto l´ultimo regalo: il 2-1 striminzito del Pizjuan ha tolto certezze a Sampaoli e ai suoi, tanto da rendere possibile l´impresa inglese al ritorno. Capitan Morgan, Albrighton, Schmeichel: sono loro gli eroi del King Power Stadium, come un anno fa, quando c´era da conquistare la Premier più imprevedibile che si ricordi. Tutti vorranno prendere il Leicester nell´urna dei quarti… ma poi, chissà che non se ne pentano per l´ennesima volta.

Fonte: gazzetta.it

Radiazione definitiva, senza più possibilità di appello. Undici anni dopo Calciopoli, la Giustizia ordinaria ha messo finalmente l´ultimo sigillo sulla carriera sportiva di Luciano Moggi. L´ex direttore generale della Juventus, dopo le sentenze emesse dalla giustizia sportiva che in ogni grado avevano confermato la radiazione, si è visto bocciare dalla quinta sezione del Consiglio di Stato anche l´ennesimo e ultimo ricorso per la sua riabilitazione.
Nella giornata di ieri, come viene riportato dal Corriere della Sera, il Consiglio di Stato ha emesso dunque la propria sentenza rendendo definitiva l´esclusione dal mondo del calcio dell´ex dirigente bianconero. Più specificatamente ha stabilito che la decisione della Corte federale della Figc (11 maggio 2012) resta insindacabile e per Moggi rimane così valida la “preclusione a vita alla permanenza in qualsiasi rango o categoria della Federazione calcio” poiché il ricorso presentato è “inammissibile per difetto di giurisdizione del giudice statale”.

Fonte: sportmediaset.mediaset.it

Una simpatia mai nascosta. Anzi, più volte sbandierata anche da chi ne cura gli interessi. Zlatan Ibrahimovic al San Paolo con la maglia del Napoli: Mino Raiola ha spesso ammiccato all´idea, ora lo stesso svedese si è lasciato andare a una mezza ammissione. Una palese apertura che può infiammare la passione napoletana: “Io al San Paolo? Perché no, non si sa mai. Con lo United ho firmato per un anno con opzione sul secondo. Vedremo…”
Parole che inevitabilmente aprono nuove clamorose prospettive di mercato. Ibra parla a Fox Sports e Napoli sogna: “Non si sa mai…Però sto bene qua”, riferendosi alla sua avventura con il Manchester United e a un contratto di un anno che scade a giugno con opzione sul secondo. Tutto possibile, dunque, anche perché sullo svedese c´è il forte interesse e ci sono i tanti dollari dei Los Angeles Galaxy. Ma, per ora, tanto basta per sperare e magari crederci, ricordando anche le parole di Aurelio De Laurentiis. Ibra al Napoli non è un´utopia.

Fonte: sportmediaset.mediaset.it

Pubblicato da Alessandro Lugli

Alessandro Lugli è nato a Napoli e ivi residente. Poeta, giornalista pubblicista e cantante. Direttore di vari blog da lui creati.