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C_29_articolo_1114423_upiImgLancioOrizSe la luna gigante s´è accostata tanto alla Terra per guardare Italia-Germania più da vicino, sarà rimasta soddisfatta solo a metà. Perché a San Siro la storia del calcio c´è, la rivalità pure, ma la partita un po´ meno. Si anima soprattutto nel finale, quando gli azzurri potrebbero vincerla. Invece l´amichevole che può dispiegare otto Mondiali sul prato finisce 0-0: equilibrio, un palo di Belotti, tanta voglia di non farsi male e di non minare la fiducia nei progetti di squadra in divenire.

FISCHI ALL´INNO — Si comincia nel peggiore dei modi, coi fischi all´inno tedesco. Buffon e gli azzurri applaudono per dare il buon esempio al pubblico, ma intanto la figuraccia è fatta. Poi si gioca. E la prima osservazione è per il sistema di gioco scelto da Löw: come nell´amichevole pre-Europeo dominata a Monaco, il c.t. campione del mondo oppone al 3-4-3 azzurro uno schieramento sostanzialmente simile. L´unica differenza è che l´Italia tiene il trio difensivo (Rugani-Bonucci-Romagnoli) e quello offensivo (Eder-Belotti-Immobile) molto compatti, mentre Hummels e Höwedes sono larghi, distanti dal centrale Mustafi. Accanto a Müller (bersagliato dai milanesi, perché guai a chi tocca San Marino…), ci sono Gundogan e Goretzka in posizione leggermente più arretrata. Il talento del Manchester City in realtà gioca ovunque, in puro stile Guardiola.

PRIMO TEMPO SPENTO — Di occasioni vere, fino all´intervallo, neanche l´ombra. C´è un tiro impreciso di Immobile, imbeccato da De Rossi che ha la patente esclusiva di “verticalizzatore” azzurro. E un bel salvataggio di Zappacosta su conclusione a botta sicura di Müller. La Germania vuole dimostrare a se stessa che anche le seconde linee della rosa possono imporre i ritmi a San Siro, ma non affonda, limitandosi a fraseggiare sulla trequarti per tentare il filtrante di tanto in tanto. E l´Italia vorrebbe ripartire più spesso di quanto riesca a fare, nonostante la coppia d´oro Belotti-Immobile venga a prendersi il pallone anche a centrocampo.

VAR IN AZIONE — La ripresa si apre con Donnarumma, beniamino di casa, al posto di Buffon in porta. Dentro anche Astori per Romagnoli. Dall´altra parte Tah per Hummels, perché il Bayern ha il Borussia Dortmund all´orizzonte e Mats va preservato. La prima fiammata è al 10´: Belotti sguscia tra Mustafi e Tah, va giù in area ma non c´è rigore. Soares Dias non fischia, ma qui la moviola in campo non c´entra. Brivido anche dall´altra parte: Volland, subentrato a Müller, tocca in rete ma è in fuorigioco. E qui Busacca a fine partita rivelerà che è stata la tecnologia a suggerire all´arbitro di annullare la rete.

CHI HA FATTO PALO? — Le migliori chance azzurre coincidono con l´ingresso in campo di Bernardeschi, che si ritrova sul piede un pallone da scaraventare in rete a cento all´ora, invece di consegnarlo al tuffo di Leno. Niente da fare. Prima della fine, ne arriva una ancora più chiara per Belotti, che salta Mustafi in area: diagonale sul palo e l´urlo del Meazza si strozza sul più bello. E per poco Mustafi non si rifà, beffandoci di testa nel recupero. Al fischio finale, San Siro applaude gli azzurri: missione compiuta per Ventura, almeno da questo punto di vista. Ci si rivede a marzo, con l´Albania di De Biasi a contenderci punti mondiali e l´Olanda ad attenderci ad Amsterdam per un altro test di crescita. Sarà primavera, magari l´Italia sboccerà del tutto.

Fonte: gazzetta.it

Mi piace la nazionale di Ventura? Parzialmente, perché credo che il modulo di gioco sul quale sta lavorando non dia ampie garanzie: mi riferisco principalmente al centrocampo. Secondo me va organizzato in modo tale che si giochi con più centrocampisti, per proteggere la difesa e migliorare la fase di rilancio. Vedo, attualmente, un affollamento sulle fasce laterali, che frena la fluidità delle azioni offensive.
Mario Marra
Caro Mario, faccio subito mia la sua prima domanda: mi piace la nazionale di Giampiero Ventura? L´ultima edizione, vista nel primo tempo di Vaduz, e non avvistata nel secondo, sì. E mica per il risultato (4-0), a immagine e somiglianza del nemico, il Lichtenstein, da sempre nei sobborghi più remoti del ranking Fifa (indirizzo al numero 183). Ma perché può essere l´inizio di un nuovo cammino, di una rivoluzione piuttosto della solita evoluzione.
Dal primo minuto, c´erano sul prato cinque ragazzi nati dal 1992 in poi: Zappacosta, Romagnoli, De Sciglio, Verratti, Belotti. Non è tutto, ma non è neanche poco, per una nazione, e una nazionale, come la nostra. Sempre pronta a parlare (di giovani) e quasi mai a rischiare.
Dopodiché, è palese che la necessità s´è fatta virtù: con la generazione d´oro del 2006 sul Sunset Boulevard, non ci resta che tentare. L´azzardo, e il coraggio, stanno pure nel modulo, quel 4-2-4, di cui tante volte si parla e raramente si vede. E qui veniamo all´altro suo quesito, sull´affollamento del centrocampo: che non ci può essere e mai ci sarà, semplicemente, perché lì nel mezzo abbiamo i pezzi contati. Volendo provare con il 4-2.4, s´intende. Di livello europeo c´è Verratti, mentre De Rossi, che è stato un grande centrocampista, in futuro potrà essere solo un ottimo difensore. A centrocampo, di più se a due, serve altro passo, quello che potrà dare Marchisio, quando tornerà. Verratti-Marchisio non sarebbe male, lo dice anche il domicilio dei due: Paris Saint Germain e Juve, casate da Champions. Una coppia di lotta e di governo, come si diceva una volta, perché dovranno proteggere la difesa e armare le ripartenze. O la fase di rilancio, diceva Lei: quella che però, nei piani di Ventura, dovrebbe passare soprattutto sulle corsie, tra tagli e sovrapposizioni.
Per questo, il ct si affiderà agli esterni d´attacco, o agli attaccanti esterni, di cui pare esserci più abbondanza, stando a quel che sta offrendo il campionato: da Candreva a El Sharawy, da Bonaventura a Berardi, passando per Insigne, Sansone e Politano. Basteranno? Basterà? Può essere. Anche se la vera domanda, è fino a quale livello tecnico potremo competere. Le offro però una consolazione: tanto di meglio, non c´è.
Massimiliano Nerozzi.

Fonte: lastampa.it

LONDRA – Una Spagna irriconoscibile raddrizza nel finale a Wembley un´amichevole cominciata malissimo con l´Inghilterra. La nazionale di Southgate si porta avanti nel primo tempo: Reina sbaglia l´uscita bassa su Vardy e lo stende in area di rigore. Dal dischetto Lallana non sbaglia e porta avanti gli inglesi al 9´. Il portiere del Napoli conferma il suo momento negativo nella ripresa, quando sbaglia altre uscite basse arrivando sempre fuori tempo. Sul secondo gol, però, le colpe non sono sue, ma di Inigo Martinez, che si addormenta sull´inserimento di Vardy che in tuffo – di testa – fa 2-0 al 48´. Del Bosque prova a dare maggior peso all´attacco inserendo Morata per Aduriz e da un´iniziativa dell´ex Juve nasce all´89´ il golazo di Iago Aspas, all´esordio, con un sinistro magico che sbatte sul palo e si spegne alle spalle di Heaton, subentrato nella ripresa ad Hart. Sembrerebbe troppo tardi per una rimonta, ma non è così, perché in pieno recupero, al 96´, arriva il pari di Isco: stop e tiro a volo che batte il portiere inglese. Finisce 2-2, la Spagna si salva sul filo di lana.

INGHILTERRA-SPAGNA 2-2: STATISTICHE E TABELLINO

MANDZUKIC GOL – Nelle altre amichevoli della serata, la Croazia vince 3-0 in Irlanda del Nord. Rog gioca titolare, così come Badelj e Mandzukic. Proprio quest´ultimo segna il gol del vantaggio al 9´. Raddoppia l´ex Cagliari Cop al 35´, mentre nel secondo tempo arriva la rete di Kramaric che chiude definitivamente la partita. Finisce 0-0, invece, l´amichevole tra Francia e Costa d´Avorio (Evra resta in panchina). La Serbia perde 2-0 in Ucraina, pari senza reti anche tra Austria e Slovacchia (senza Hamsik). La Svezia vince in Ungheria 2-0, 1-1 tra Repubblica Ceca e Danimarca.

Fonte: tuttosport.com

L´Argentina vince 3-0 contro la Colombia di Cuadrado e tira un sospiro di sollievo: il successo della notte italiana allontana lo spauracchio dell´esclusione dai Mondiali del 2018 perché l´Albiceleste ora è quinta e torna in corsa per un posto tra le qualificate.

La partita nel segno di Messi
Tutto comincia al 10´, quando Lionel Messi regala al pubblico di casa il primo assaggio di spettacolo: punizione perfetta e palla che si insacca nella porta senza repliche. Gli altri due gol portano la firma di Pratto al 22´ e Di Maria all´83, ma in entrambe le reti c´è ancora lo zampino del capitano, che dopo la defaillance post Copa America sembra aver finalmente ripreso in mano le redini della leadership di squadra dimostrandosi il vero trascinatore di un gruppo con tanta qualità e altrettante potenzialità.

Albiceleste in silenzio stampa
Al termine della partita, la Pulce fa valere ancora di più la sua posizione di capitano guidando la squadra al completo davanti ai giornalisti. Nessuno parla, tranne lui, per un annuncio che sicuramente avrà delle conseguenze: i giocatori dell´Albiceleste sono in silenzio stampa.
“Siamo qui per comunicarvi che abbiamo preso la decisione di non parlare più con la stampa. Abbiamo ricevuto molte accuse, molte mancanze di rispetto, però abbiamo passato il limite: le accuse che sono state mosse al Pocho (Lavezzi ndr) sono molto gravi, perché se non diciamo niente la gente poi dice che è giusto così e a questo punto preferiamo darci un taglio. ”

Fonte: it.eurosport.com

Riecco Novak Djokovic! Il serbo, in versione decisamente più confortante rispetto a quella, pallida, vista nelle ultime settimane, piega nel secondo match del gruppo Lendl delle Finals alla O2 Arena di Londra un Milos Raonic che ha cercato di far fruttare al massimo il servizio (14 ace) contro un avversario che stavolta ha gestito molto, ma molto meglio, sia fisicamente, sia mentalmente il match. Almeno per un´ora e mezza, quando è crollato, riuscendo a portare a casa il match giocando sui nervi. In un primo set finito fatalmente al tie break, Raonic s´è ritrovato avanti 3-1, ma nulla ha potuto contro la voglia infinita del serbo di risalire, fino a conquistare due palle per il set e chiudere 8-6 il parziale in un´ora e 5 minuti. Nel secondo set un Djokovic scatenato strappava subito un break, incassava il controbreak al 4° gioco e brekkava immediatamente il canadese andando sul 4-2.
Tremarella — Poi, improvvisamente, si spegneva la luce per Nole, che sul 4-3 30-0 incassava un parziale di 8-1 e si ritrovava sotto 5-4. Djokovic andava al servizio per rimanere nel set, regalava errori banali, ma in qualche modo, con Raonic che a quel punto giocava colpi splendidi per chiudere gli scambi, andava sul 5-5. Il canadese non perdonava al servizio e costringeva il rivale ad andare a servire di nuovo per salvare il set. E qui arrivava il primo doppio fallo della partita per il serbo, che valeva il 15-30, recuperato vincendo uno scambio infinito e con tanti, tanti rischi, mentre iniziava la terza ora di gioco. Ma a seguire, arrivava un erroraccio di rovescio che valeva il set point per Raonic, annullato da un errore non forzato del canadese. Djokovic recuperava fiducia e con due punti meravigliosi portava anche il secondo set al tie break. Raonic mazzolava con una violenza inaudita e si portava sul 2-0, Djokovic giocava sui nervi, palesemente terrorizzato. Trasfigurato rispetto all´inizio del match. Il secondo doppio fallo della partita per Nole valeva il 4-3 per Raonic che era al servizio. Djokovic andava a servire sotto 5-4 in un momento delicatissimo con la prima di servizio che non entrava più ormai da tempo. Ma che meraviglia la serie di giocate di Djokovic, che con un ace andava sul 6-5 e portava a casa il match point, quello che chiudeva la pratica! Novak Djokovic vola così in semifinale portando a casa l´ottava vittoria in otto confronti con Raonic (che ha vinto col serbo solamente un set in carriera).
riscatto thiem — In attesa del match serale è arrivata la vittoria di Dominic Thiem, battuto soffrendo da Nole al debutto e oggi bravo a piegare il francese Gael Monfils, ormai a un passo dall´eliminazione. L´austriaco, che aveva vinto anche l´unico precedente col rivale (nel 2015 a Umago), ha vinto il confronto in tre set col punteggio di 6-3 1-6 6-4 al termine di un match durato un´ora e mezza.

Fonte: gazzetta.it

C´è un ospite molto atteso, in tribuna d´onore, a San Siro: «Ci sarò per tifare Italia». Balotelli spingerà gli azzurri contro la Germania, nell´amichevole che però non lo vede ancora tra i convocati: «Oggi sono qua per l´evento Puma e ho la serata libera quindi andrò a San Siro -ha detto a Mediaset Premium- perché sono un tifoso della Nazionale, lo sono sempre stato. Mi fa piacere vedere dal vivo come giocano i giocatori. Voglio capire la mentalità di questa squadra. Se ho parlato con Ventura? Ancora no…». Ma ha già la risposta pronta in caso di una telefonata: «Non sono uno che parla, dovrò dimostrargli in campo il mio valore. Dovrò giocare come Mario sa giocare».

SOGNI – Gli chiedono di quello che potrebbe accadere nel caso in cui la “favola” del Nizza dovesse concludersi con una vittoria del campionato: «Se vinco la Ligue 1 prendo un elicottero e volo sopra Nizza». Alcuni retroscena rivelati sul mercato: «Prima del passaggio al Milan dovevo andare alla Juve ma poi ci furono alcuni problemi e non si realizzò il trasferimento. Ha ragione Mihajlovic, l´ultimo anno non sono esploso solo per problemi fisici». Infine una battuta sull´Italia (Paese) e le nostalgie canaglie: «Amo Napoli e i napoletani, lì vive mia figlia ma per il momento tornare in Italia non rientra nei miei piani. Penso solo al Nizza e alla Francia».

STORIE – «Con Moratti ho avuto un rapporto speciale. Ero più piccolo e mi ha trattato come un figlio, gli voglio bene e lo seguirò sempre. Berlusconi è stato il primo rapporto freddo. Ha avuto delle uscite un po´ scomode, ma da giocatore del Milan sono stato zitto perché non volevo creare problemi e neanche adesso parlo perché non ho voglia». Mario Balotelli, in un´intervista a Sky Sport, racconta così il rapporto istaurato con i presidenti di Inter e Milan. «Berlusconi – aggiunge – non sempre è stato un signore. Su Moratti non ho niente da dire, fantastico”. Infine una considerazione sull´ad rossonero Adriano Galliani, vicino a lasciare il Milan dopo trenta anni: “Il Milan perde il personaggio più grande della sua storia ma non se ne rendono conto. Berlusconi a livello calcistico è grande perché c´era Galliani».

Fonte: corrieredellosport.it

Non è ancora maggiorenne e non può firmare il rinnovo contrattuale già promessogli col Milan, ma del futuro più lontano di Donnarumma si parla già in continuazione. A mettere benzina sul fuoco ci ha pensato l´agente Mino Raiola: “Non escludo nulla sul suo futuro, nemmeno che possa andare altrove. Per la porta è il Maradona e il Pelé insieme e ha un mercato universale”. Su Donnarumma c´è la Juventus, ma anche diversi club esteri.
Parole dell´agente, quelle riportate dal Corriere della Sera, che altro non fanno che tenere alto il polverone di voci e ipotesi sul futuro del gioiello del Milan che dal canto suo ha dichiarato pubblicamente la voglia di pensare solo ai rossoneri. Avendo a che fare con Raiola però la società rossonera che si prepara al passaggio di proprietà sa che non dovrà stare tranquilla e per questo sta preparando un´offensiva per difendersi dagli assalti dei vari club interessati. Secondo il Corriere dello Sport la risposta è un contratto da 4,5 milioni a stagione, un vero e proprio record per un giocatore appena maggiorenne al momento dell´eventuale firma.
Se dall´Inghilterra si registra l´interesse del Manchester City di Guardiola, Tuttosport insiste sulla strategia studiata a tavolino dalla Juventus per farne l´erede di Buffon. Insomma, niente è da escludere come ha detto Raiola ma saranno mesi di fuoco dalle parti di Casa Milan.

Fonte: sportmediaset.mediaset.it

Quando è nera… è nera. Pepe Reina protagonista non proprio in positivo anche nell´amichevole di ieri tra Inghilterra e Spagna: dopo appena 7 minuti, infatti, esce precipitosamente (troppo) su Vardy lanciato a rete e lo atterra procurando il rigore che poi Lallana trasforma. Incolpevole sul secondo gol inglese, poi è bravo in almeno un paio di circostanze. Pepe Reina è tornato titolare con la Spagna, ieri sera nel mitico Wembley: non giocava dall´inizio con la sua nazionale da più di due anni: era la terza gara del mondiale brasiliano del 2014 e le Furie Rosse, ormai eliminate affrontarono e batterono per 3-0 l´Australia, con Reina tra i pali. Non era la prima volta di Reina a Wembley: ci aveva già giocato il 12 novembre del 2011. Prese il posto di Casillas nell´intervallo e dopo appena 4 minuti prese gol da Lampard. Finì 1-0. La storia di Reina e della Spagna è lunga 11 anni: il suo debutto risale all´agosto del 2005, con l´Uruguay. Quella di ieri è la presenza numero 34.
Serata di gloria anche per Marko Rog, che il ct Antic piazza alle spalle di Mandzukic e lo fa giocare fin al primo minuto nella gara amichevole con l´Irlanda del Nord. Sconfitta in amichevole per la Serbia, che cade 2-0 sul campo dell´Ucraina: in campo Maksimovic per pochi minuti, a segno Yarmolenko. I due si rivedranno mercoledì al San Paolo.
E grande soddisfazione per Omar El Kaddouri: non solo un posto nel suo Marocco (e questa non è una novità) ma anche per la prima volta la fascia da capitano. Oggi tutti rientreranno a Napoli.

Fonte: sport.ilmattino.it

Il Milan è in ansia in attesa di conoscere i risultati degli esami a cui si è sottoposto Alessio Romagnoli questa mattina, e aspetta di sapere se il difensore della Nazionale potrà essere uno dei protagonisti domenica sera nel derby a San Siro. Le prime indicazioni, però, spingono al pensiero positivo: comincia a filtrare un cauto ottimismo sul recupero in tempo utile per Milan-Inter.
LEGGERA CONTRATTURA? — Il difensore è stato sostituito alla fine del primo tempo dell´amichevole di ieri tra Italia e Germania per un dolore nella zona inguinale. Alla fine della partita ha lasciato San Siro con una fasciatura stretta alla parte alta della gamba destra. Camminava regolarmente, più che un dolore aveva un fastidio. Una sensazione che conferma le parole di Ventura di ieri sera: “Alessio ha sentito qualcosa e lo abbiamo fermato subito”. E´ presto per arrivare a conclusioni ma c´è un vago ottimismo: una delle prime ipotesi è che potrebbe trattarsi di una leggera contrattura, superabile prima del derby di domenica sera.

Fonte: gazzetta.it

L´ultima follia di Kim Jong-Un travalica i confini della politica: il ditattore della Corea del Nord, infatti, guarda al calcio con l´ambizione a dir poco utopistica di entrare nell´Olimpo del pallone: “Alleneremo i nostri giovani affinché diventino più forti di Messi” ha detto il leader supremo cui ha fatto eco Ri Yu Él, allenatore della neonata Scuola calcio di Pyongyang. “Per ora vogliamo dominare in Asia poi penseremo al resto del mondo”.

Il binomio tra il potere politico (spesso anche dittatoriale) e il calcio è affare noto da secoli. Le vittorie e i successi sul campo ben si sposano con il consenso popolare già dai tempi dell´Italia fascista di Mussolini (campione del Mondo nel 1934 e 1938) o dell´Argentina militare di Videla (vincente ai Mondiali del ´78). Potenti di tutto il mondo e di diverse epoche hanno cercato nelle prestazioni esaltanti dei giocatori un simbolo, quando non addirittura uno strumento, per le proprie affermazioni personali. L´ultimo in tal senso è Kim Jong-Un. L´ultima missione del dittatore della Corea del Nord, infatti, punta dritto al mondo del calcio con obiettivi che più che ambizioni sarebbe giusto definire utopistici. “Alleneremo i nostri giovani affinché diventino più forti di Messi”: questo l´ultimo diktat del leader supremo della repubblica Popolare Democratica di Corea. Di lui si sapeva di una spiccata passione per la pallacanestro ma la stampa asiatica non ha dubbi sul grande progetto che da qualche tempo occupa i pensieri del dittatore: proiettare la sua Nazionale, al momento 126° nel ranking Fifa, nell´Olimpo del calcio Mondiale. La prova di tutto ciò? L´apertura della Scuola calcio di Pyongyang. “Per ora vogliamo dominare in Asia poi penseremo al resto del mondo” ha detto Ri Yu Él, allenatore dell´accademia creata con lo scopo di formare i futuri campioni.

Il calcio dunque diventa la nuova priorità strategica di Kim Jong-Un, noto per le sue atrocità degne dei più sanguinari e spietati dittatori. Al momento, nell´accademia di Pyongyang si allenano 200 ragazzi tra i 9 e i 15 anni (comprese alcune femmine) con metodi alquanto bizzarri: oltre a tattica ed esercizi fisici, le future stelle del calcio mondiale vengono allenate a realizzare coreografie e controllo della palla a ritmo di musica.
I collaboratori di Kim Jong-un avranno il loro bel da fare considerando l´attuale posizione della Corea del Nord e la tradizione non proprio fortissima di questo Paese nel calcio: la Nazionale di Pyongyang ha fatto il suo esordio sulla scena internazionale nel 1964, ha partecipato a due campionati del mondo (tra cui quello del 2010 in Sudafrica) ottenendo come miglior risultato i quarti di finale del 1966. Sono 4 invece le partecipazioni alla Coppa d´Asia il cui 4° posto ottenuto nel 1980 rappresenta il miglior piazzamento. Ma guai a ricordarlo al leader supremo e soprattutto guai a ricordargli quanto meglio vadano le cose a pochi chilometri di distanza, dove gli odiati nemici della Corea del Sud occupano nel ranking Fifa una posizione decisamente migliore: la 50°. Ma la propaganda di regime non si fermerà per questo.

Fonte: tgcom24.mediaset.it

Pubblicato da Alessandro Lugli

Alessandro Lugli è nato a Napoli e ivi residente. Poeta, giornalista pubblicista e cantante. Direttore di vari blog da lui creati.