Calcio e cronaca

Tutta Italia zona arancione oppure tutta Italia in zona rossa come in lockdown? E soprattutto, da quando a quando? Oggi il Governo decide le misure restrittive per il Natale, misure chieste anche dal Comitato tecnico scientifico, oltre che dal coronavirus…

Le ipotesi sulle chiusure sono ancora diverse. Conte non vorrebbe chiudere tutto ma soluzioni intermedie secondo gli esperti sono rischiose. Si deciderà se fare tutta Italia zona rossa, oppure zona arancione (più morbida ma di poco), oppure la misura estrema, ovvero il lockdown.Italia zona rossa o arancione, ma quando?
La questione importante sono le date. Capire da quando a quando l’Italia chiude. Le ipotesi in questo caso sono due. La prima è quella che va dal 24 dicembre al 6 gennaio. Due settimane intere di chiusura, senza giorni intermedi in cui invece si riapre.

La seconda è quella dei festivi e dei pre festivi. Ovvero chiudere il 24, 25, 26, 27, 31, 1, 2, 3, 5, 6. Lasciando aperto i giorni feriali. Il rischio però è che si crei anche confusione. Ad ogni modo si deve decidere e dirlo il prima possibile perché Natale è la settimana prossima e ristoratori e cittadini vogliono sapere cosa fare.

Zona rossa? Cosa chiude
Se il Governo decidesse per la zona rossa nazionale chiuderebbero negozi e ristoranti. Zona rossa chiude negozi e ristoranti, di fatto impedendo alla folla di assembrarsi per le vie dello shopping. Zona rossa però non vieta di uscire di casa, quello lo fa il lockdown. Ecco perché il Governo sta decidendo quale possa essere la soluzione migliore.

Insomma, se da una parte con la zona rossa si risolve il problema degli assembramenti per strada, dall’altra non si risolve quello dei cenoni, dei veglioni e delle tombolate. Quello si risolve con certezza (e forse neanche troppa, solo con il lockdown che di fatto vieta di uscire di casa. Potrebbe risolversi anche con un coprifuoco alle 18, ma il Cts spinge per misure più rigide e così potrebbe essere. (Fonte Il Messaggero).

 

Una fila sterminata di quasi 4 mila persone, ma stavolta non c’entra nulla lo shopping natalizio. Accade a Milano, dinanzi ai cancelli del Pane Quotidiano, onlus che da 120 anni distribuisce un pasto caldo a chi ne ha bisogno.

Anche qui, nel weekend, si sono assembrati migliaia di nuovi poveri. C’erano anziani, disoccupati, giovani, clochard, ex muratori, ex camionisti, pensionati ridotti in miseria che attendevano in coda per accaparrarsi un pacco di Natale.Qualcuno ha filmato il lungo serpentone che si snodava da viale Toscana costeggiando l’università Bocconi, e lo ha postato su Twitter. Immagini che hanno fatto impressione anche agli stessi volontari del Pane Quotidiano.

“Fa impressione, quel video effettivamente fa impressione anche a noi”, dice il presidente Pier Maria Ferrario. Sabato, spiega al Corriere della Sera, nel centro di viale Toscana sono stati distribuiti 1.700 pasti e lo stesso, o forse di più, è stato fatto nel centro di viale Monza.

“È così tutti i giorni – aggiunge – i nuovi poveri stanno aumentando, c’è qualcosa che proprio non funziona. Abbiamo una grande fortuna noi, decine e decine di aziende ci aiutano con prodotti di primissima qualità. Dopo 120 anni c’è molta fiducia in noi. Abbiamo roba per tutti. L’unico problema – ha concluso – è che non abbiamo sovvenzioni pubbliche. Ma per ora reggiamo”. (Fonte: Corriere, Twitter).

 

Antonino Speziale esce dal carcere e il mondo ultras si mobilita. Da Messina a Bergamo, passando per Napoli, tanti striscioni per Speziale. Per un giorno, anche curve nemiche si uniscono per solidarizzare contro quella che chiamano “infamità“.

Infamità la condanna di un uomo condannato con l’accusa di aver ucciso un ispettore di Polizia, Filippo Raciti. Perché il mondo ultras su questo non ha mai avuto dubbi. Sposando la tesi del fuoco amico e assolvendo, nel proprio tribunale mediatico, il tifoso del Catania. Il problema è che appare difficile tanto sposare una tesi di colpevolezza quanto l’altra. Troppi punti oscuri difficili da dimostrare. Troppo caos quel pomeriggio fuori dallo Stadio Massimino. L’unica cosa certa è che è morto un uomo. Un ispettore di Polizia, certo. Ma anche un marito e un padre. Forse almeno il suo ricordo meriterebbe un po’ più di rispetto. Meriterebbe un po’ di silenzio.

Speziale libero, striscione e cori degli ultras del Messina
Antonino Speziale ha scontato una condanna a 8 anni 8 mesi di reclusione per l’omicidio preterintenzionale di Filippo Raciti. Uscito dal carcere di Messina, è stato accolto dal padre, Roberto, e da un gruppo di tifosi della squadra giallorossa. Una dimostrazione fortemente simbolica, visto che si tratta di una tifoseria storica rivale di quella del Catania. I messinesi gli hanno anche dedicato uno striscione. “Speziale abuso senza precedente, da oggi libero, da sempre innocente’.

Speziale e la tesi del fuoco amico
Lui continua a proclamarsi “vittima di una sentenza sbagliata”. Ribadendo di “essere innocente”, ma di continuare ad avere “fiducia nella giustizia”. Sulla morte dell’ispettore Raciti ribadisce la sua posizione: “Mi è dispiaciuto, ma non sono stato io”. Con il suo legale, l’avvocato Giuseppe Lipera, spera nella revisione del processo.

La tesi che la difesa di Speziale riproporrà sarà quella del “fuoco amico“. Cioè che a ferire mortalmente al fegato l’ispettore Raciti, il 2 febbraio del 2007, fu un Land Rover della polizia mentre faceva retromarcia. E non il lancio contro le forze dell’ordine di un sottolavello in lamierino del bagno dello stadio Cibali mentre si giocava il derby di Catania contro il Palermo.

Sulla vecchia tesi si sono riaccesi i riflettori dopo che Le Iene, su Italia 1, hanno trasmesso la testimonianza di una donna. Una donna che ha detto di avere assistito all’istante in cui, durante il funerale di Raciti, dei poliziotti si avvicinavano al padre e alla sorella del Raciti. E gli avrebbero comunicato le proprie scuse perché “è morto a causa di una manovra accidentale da parte del collega”.

Su questa vicenda la Procura di Catania ha aperto un’inchiesta “per fare chiarezza in piena trasparenza” ed ha sentito il padre e la sorella di Raciti. Che hanno “smentito con fermezza” la ricostruzione della donna che hanno detto di non averla riconosciuta.

Lo striscione degli ultras del Napoli per Speziale
“Caso Raciti: tutti sanno la verità. Oggi è finita un’infamità, bentornato Antonino”. Questo l’enorme striscione affisso dagli ultras del Napoli sul ponte della Sanità.

Lo striscione degli ultras dell’Atalanta per Speziale
Gli ultras della Curva Nord dell’Atalanta hanno issato uno striscione a favore di Antonino Speziale. “Doveva succedere 8 anni fa – Speziale bentornato in libertà”. Così recita il drappo appeso a due alberi fuori dal prefiltraggio della Curva Sud del Gewiss Stadium di Bergamo in viale Giulio Cesare all’angolo di via del Lazzaretto. La solidarietà a Speziale è stata pubblicizzata sulla pagina Facebook “Sostieni la Curva“, organo ufficiale delle iniziative del settore più caldo del tifo organizzato nerazzurro. (Fonti Ansa, Facebook)

 

Il sangue di San Gennaro non si scioglie. Il 16 dicembre di questo disgraziato 2020 nemmeno il miracolo di Napoli si è ripetuto. L’abate della Cappella di San Gennaro ha sentenziato: “E’ solido. Assolutamente solido”. Un segno del destino.

Già, perché nella capitale della superstizione cosa avranno pensato? Semplice, che nemmeno San Gennaro (che di solito può tutto) riuscirà a fare qualcosa in questo anno maledetto. Chissà quanti si saranno appellati al Santo (e non Sangue Blu di Gomorra) per chiedere che l’incubo Covid finisse. Invece, il virus Sars Covid-19 a quanto pare ha poteri ancora maggiori.

Il sangue di San Gennaro non si scioglie
Oggi, 16 dicembre 2020, non si è rinnovato il miracolo della liquefazione del sangue di San Gennaro. Il prodigio era atteso per oggi, ultima delle tre date nelle quali tradizionalmente si ripete. L’abate della Cappella di San Gennaro del Duomo di Napoli, monsignor Vincenzo De Gregorio, lo ha annunciato al termine della messa celebrata alle 9 sull’altare del Duomo. “Quando abbiamo preso la teca dalla cassaforte il sangue era assolutamente solido e rimane assolutamente solido”.

16 dicembre 2020, ore 9: l’abate prende la teca col sangue
Alle 9 l’abate della Cappella di San Gennaro, monsignor De Gregorio, ha preso dalla cassaforte della Cappella la teca con il sangue del Santo Patrono portandola sull’altare maggiore del Duomo per la celebrazione della messa. La teca, da tradizione, è riportata nella Cappella alle 12 per essere ripresa nuovamente alle 16.30. Alle 18.30 viene celebrata la messa, con la speranza dei fedeli di ricevere finalmente in quell’occasione l’annuncio dell’avvenuto miracolo. Cosa che quest’anno sembra difficile.

Il “miracolo laico” del sangue di San Gennaro
Il prodigio di dicembre è detto “miracolo laico” perché si svolge nella Cappella di San Gennaro, gestita dalla Deputazione di San Gennaro, istituzione laica nata il 13 gennaio 1527 per un voto della città e presieduta dal sindaco di Napoli. Quest’anno però le celebrazioni si svolgono sull’altare maggiore del Duomo in modo da garantire il necessario distanziamento previsto dalle norme anti Covid, difficile da garantire all’interno della Cappella. (Fonte AdnKronos)

 

Calcioscommesse, Signori, il popolare Beppe-gol dei tempi della Lazio, ha assistito oggi alla prescrizione definitiva del reato.

“Mi piaceva scommettere ma l’ho sempre fatto in modo leale e non ho mai truccato alcuna partita. Mi hanno rovinato la vita solo perché il mio nome garantiva interesse mediatico”, ha dichiarato questa mattina, in tribunale a Cremona.L’ex bomber di Foggia, Lazio e Bologna oltre che della nazionale, parla nel giorno in cui si è chiuso il procedimento sul calcioscommesse.

Calcio scommesse, Signori prescritto. Gli altri
Con il reato che è stato definitivamente dichiarato prescritto dai giudici. Oltre a Signori, erano imputati l’ex calciatore serbo Almir Gegic, l’ex capitano del Bari Antonio Bellavista, l’ex portiere della Cremonese Marco Paoloni e il corriere Valerio Giosafatte.

Che il processo non sarebbe arrivato a un verdetto di assoluzione o condanna era ampiamente previsto. La prescrizione non fuga i dubbi, un danno specie per i diretti interessati.

Quella per le scommesse è sempre stata una passione dominante per Signori. Preferiamo ricordare quella impossibile, dei 30 passi masticando un Buondì, mai nessuno ci è riuscito.

Giusto per ridere. Ma la prescrizione è anche l’occasione per ricordare un grande giocatore, forse sottostimato, anche per colpe tutte sue. Come quando non colse l’opportunità di giocare più partite e magari la finale del Mondiale Usa ’94. Lì sarebbe servito il suo piede, per quei maledetti rigori.

Lui li tirava da fermo, infallibile. Ha dato lezione anche a Neymar, quando il Barcellona lo chiamò per una consulenza. “Ma quello è talmente forte che non ha bisogno dei mie consigli”. (fonte Ansa)

 

Benevento-Lazio, ovvero Inzaghi contro Inzaghi. Nella sfida tutta in famiglia alla fine non festeggia nessuno: termina in parità, 1 a 1, l’incontro del ‘Vigorito’, con le due squadre che devono così rinviare ancora l’appuntamento con il ritorno al successo.
L’undici biancoceleste, chiamato a riscattare il passo falso contro il Verona, si presenta al ‘Vigorito’ con l’intento di conquistare l’intera posta in palio. Il Benevento di SuperPippo subisce l’iniziativa veemente dei laziali ma il primo pericolo dell’incontro è proprio di marca giallorossa. Al 6′, sugli sviluppi di un calcio d’angolo calciato da Schiattella, la palla arriva a Lapadula, appostato sul secondo palo: il colpo di testa del peruviano è diretto in rete ma Reina si supera e respinge. Sulla ribattuta ci prova anche Glik ma l’estremo difensore spagnolo si salva coi piedi.

Scampato il pericolo, la Lazio riprende in mano il pallino del gioco, il Benevento aspetta l’avversario, chiude ogni varco per poi ripartire in contropiede così come al 12′ quando sempre Lapadula mette in apprensione la retroguardia ospite. E’ proprio a questo punto che la Lazio spinge sull’acceleratore e prima sfiora il vantaggio con Luis Alberto (palo al 22′) e poi trova il gol al minuto numero 25: azione prolungata, Milinkovic Savic pennella un perfetto traversone all’interno dell’area giallorossa: Immobile ruba il tempo a Tuia e al volo trafigge Montipò. La reazione del Benevento al 43′: Caprari si fa largo al limite dell’area e lascia partire una conclusione che costringe Reina a rifugiarsi in corner. Sugli sviluppi dello stesso Schiattarella ci prova prima col tacco, la difesa laziale libera male l’area e lo stesso centrocampista giallorosso, al volo e di sinistro, trafigge un incredulo Reina.

Nella ripresa le due squadre si allungano, il Benevento riesce anche a conquistare un buon possesso palla ma di occasioni mancano, dall’una e dall’altra parte. I cambi due tecnici provano a vivacizzare il match ma solo allo scadere si annota una nitida palla gol per il Benevento con Iago Falque che va alla conclusione chiamando Reina alla respinta. La Lazio è sbilanciata ed il Benevento per poco non colpisce: al 93′ rapido contropiede, conclusione di Improta e Reina ancora chiamato in causa. Nel concitato finale, il match si accende: ne fa le spese Schiattarella che viene espulso per una brutta entrata a centrocampo su Correa. E’ l’ultima emozione della sfida tutta in famiglia tra i fratelli Inzaghi che si abbracciano a fine gara. Il Benevento, dopo aver fermato sul pari la Juventus, riesce a frenare anche la voglia di risalita della Lazio. Per il team biancoceleste quello del ‘Vigorito’ è il primo pareggio stagionale, una magra consolazione per una squadra che punta a tutt’altra classifica-ANSA-

 

Finisce 0-0 Udinese Crotone, uno degli anticipi della 12/a giornata del campionato di serie A.

Udinese (3-5-2): Musso; Becao, Bonifazi, Samir; Molina (35 st Stryger Larsen), De Paul, Arslan, Pereyra, Zeegelaar; Pussetto, Nestorovski (20′ st Deulofeu). (95 Scuffet, 66 Carnelos, 6 Makengo, 11 Walace, 15 Lasagna, 18 Ter Avest, 38 Mandragora, 64 Palumbo, 65 Rigo, 99 Coulibaly) All.Gotti

Crotone (3-5-2): Cordaz; Cuomo, Marrone, Golemic; Pereira, Molina, Petriccione (37′ st Zanellato), Messias (37′ st Dragus), Reca; Riviere (10′ st Eduardo), Simy (16 Festa, 22 Crespi, 13 Luperto, 14 Crociata, 20 Rojas, 26 Djidji, 28 Siligardi, 46 Ranieri, 77 Vulic) All. Stroppa Arbitro: Di Martino di Teramo. Angoli: 9-1 Recupero: 1′ e 3′ Ammoniti: Samir, Petriccione, Messias, Eduardo, Dragus.ANSA

Pubblicato da Alessandro Lugli

Alessandro Lugli è nato a Napoli e ivi residente. Poeta, giornalista pubblicista e cantante. Direttore di vari blog da lui creati.