Fra cronaca e calcio

Conte e Di Maio in Libia per liberare i pescatori di Mazara. I membri dei pescherecci italiani prigionieri da ormai 108 giorni. Finalmente il governo si muove per una storia su cui l’Italia è sembrata ferma. Finalmente invece i pescatori sono liberi e stanno tornando in Italia.

Cento giorni di prigionia sono tanti. I parenti degli italiani fermati in Libia si erano mobilitati più volte davanti ai palazzi del Potere. E nel frattempo Haftar aveva liberato un equipaggio turco. Una notizia che sapeva di beffa per la diplomazia italiana.

Dopo oltre tre mesi, finalmente si sono mossi presidente del Consiglio e ministro degli Esteri. Mentre in Italia qualcuno già invocava l’intervento dei corpi speciali.

Conte e Di Maio volano in Libia
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio sono volati per Bengasi. Proprio a Bengasi, roccaforte del generale Khalifa el-Haftar sono trattenuti da inizio settembre gli equipaggi di due pescherecci italiani di Mazara del Vallo. In totale 18 persone, tra cui 8 italiani, 6 tunisini, 2 indonesiani e 2 senegalesi.

I pescatori di Mazara sono liberi
“E’ arrivata la prima notizia. I nostri pescatori sono a bordo dei pescherecci e aspettano l’ok per togliere la cima e fare rotta su Mazara del Vallo. Arriveranno da quello che abbiamo capito con le barche… E’ una notizia che aspettavamo da 108 giorni. Una trattativa lunga. Ringraziamo il governo per l’esito e i giornalisti che hanno tenuto alto il livello di attenzione. Abbiamo sofferto tutti per quanto successo”. Lo ha detto il presidente del Consiglio comunale di Mazara del Vallo, Vito Gangitano.

Pescatori di Mazara in Libia, 108 giorni di sequestro
Era il primo settembre, oltre cento giorni fa. Per 108 lunghi giorni diciotto pescatori – otto tunisini, sei italiani, due indonesiani e due senegalesi – sono stati trattenuti in Libia. Erano a bordo di due pescherecci di Mazara del Vallo, “Antartide” e “Medinea“, sequestrati dalle motovedette libiche.

L’accusa è di avere violato le acque territoriali, pescando all’interno di quella che ritengono essere un’area di loro pertinenza. In base a una convenzione che prevede l’estensione della Zee (zona economica esclusiva) da 12 a 74 miglia. Nei giorni seguenti al sequestro le milizie di Haftar hanno contestato, in modo infondato, anche il traffico di droga.

Inoltre nel corso delle trattative sarebbe stata avanzata la richiesta di uno “scambio di prigionieri”. Cioè l’estradizione di quattro calciatori libici condannati in Italia come scafisti di una traversata in cui morirono 49 migranti.

Il caso dei calciatori scafisti
Uno strano caso questo dei calciatori-scafisti. Condannati a 30 anni di carcere dalla giustizia italiana, ma conosciuti in Libia come giovani promesse del calcio. Sono stati condannati dalla corte d’assise di Catania e poi dalla corte d’appello etnea. L’accusa per loro era di aver fatto parte del gruppo di scafisti responsabili della cosiddetta “Strage di Ferragosto” del 2015. Strage in cui morirono 49 migranti.

La notte della strage di Ferragosto
Quella notte, secondo l’accusa, avrebbero contribuito con “calci, bastonate e cinghiate” per bloccare i migranti nella stiva dell’imbarcazione. Nel corso del processo, la loro vicenda era stata monitorata dall’ambasciata libica in Italia, partecipando anche ad alcune udienze al Tribunale di Catania.

I quattro raccontarono ai giudici di aver pagato per quel viaggio, ricostruendo la loro versione. Come Al Monsiff che disse di “giocare a calcio nella serie A” e “aveva deciso di andare in Germania per avere un futuro, impossibile in Libia a causa della guerra”.

Durante il dibattimento i legali dei quattro imputati sollevarono anche alcune anomalie nel loro riconoscimento. Avvenuto attraverso delle interviste ai 313 sopravvissuti di quel viaggio, giunti a Catania a bordo della Siem Pilot il 17 agosto 2015.

La protesta dei familiari dei pescatori di Mazara
I familiari hanno protestato più volte a Mazara, in piazza. E poi anche davanti alla casa del ministro alla Giustizia, a Montecitorio. Incatenandosi, chiedendo anche l’intervento dei corpi speciali, e si riteneva possibile una soluzione proprio a ridosso del Natale. (Fonti: Ansa e Agi)

 

Piano vaccini anti-Covid: prima il personale sanitario e gli anziani e poi gli altri, magari nei “fiori” pensati da Stefano Boeri. Simbolicamente già dopo Natale e massicciamente da gennaio. E’ il chi, dove e quando del piano
vaccini anti-Covid che dovrebbe in poco meno di un anno portarci fuori dalla pandemia, verso una vita “normale”.

Dopo Gran Bretagna e Usa, anche l’Europa aspetta il suo V-Day, che nulla ha a che fare con quelli pensati da Beppe Grillo e dal suo Movimento. Aspetta il Vecchio Continente il giorno in cui saranno somministrati ai suoi cittadini le prime dosi di vaccino contro il Covid-19. La data non è stata stabilita ma il Vaccine-Day sarà già a dicembre.

La settimana prossima è atteso il via libera dell’Agenzia Europea del Farmaco e a strettissimo giro quello delle varie agenzie nazionali. Tra Natale e Capodanno quindi Italia, Belgio, Francia, Germania, Lussemburgo, Olanda, Spagna e Svizzera partiranno, insieme, con i primi vaccini.

Piano vaccini anti-Covid, gennaio il mese decisivo
Un appuntamento “simbolico” come lo ha definito lo stesso commissario Domenico Arcuri più volte e ribadito nell’ultima intervista al Corriere della Sera. Pochi vaccini da fare a favor di telecamere e verosimilmente ai rappresentati delle categorie più a rischio. Poi, per la partenza vera, attenderemo gennaio, subito dopo le feste, quando cominceranno le vaccinazioni di massa. Sempre, è evidente, compatibilmente con il numero di dosi che via via verranno consegnate al nostro Paese.

I primi saranno i sanitari, medici ed infermieri. Poi ci saranno gli ospiti delle Rsa e tutta la popolazione anziana, a scalare dagli ottantenni sino ai sessantenni. Questa sarà la prima fase a cui ne seguirà una seconda. “Nella seconda fase di vaccinazioni dovranno rientrare anche i lavoratori che svolgono servizi essenziali che li mettono a rischio: forze dell’ordine, scuola, trasporto pubblico e anche le carceri”.

Vaccini anti-Covid, quando si vaccineràm la restante parte di popolazione?
Giovani in età scolare compresi. Fino ad un completamento atteso per subito dopo l’estate, con Arcuri che ha indicato settembre come data di raggiungimento dell’obiettivo finale. Perché non cominciare dai giovani, che sono veicolo di contagio in quanto con maggiori relazioni e contatti sociale, invece che dagli anziani? Una domanda che si sono posti in molti, medici, virologi ed epidemiologi compresi, e una domanda dalla risposta più facile di quel che si pensi. Noi, la scienza sa che il neonato vaccino è efficace contro la malattia.

I soggetti vaccinatati cioè, entrando in contatto con il virus, non sviluppano sintomi né conseguenze. Quello che ancora non sappiamo però, è se è anche in grado di fermare il contagio. Non siamo cioè sicuri, allo stato attuale delle conoscenze, che chi si è vaccinato non possa essere veicolo del virus e trasmetterlo ad altri. Questa è la ragione per cui si è scelto di privilegiare e di proteggere prima chi rischia di ammalarsi. (Fonti Ansa e Il Corriere della Sera).

 

Il presidente francese Emmanuel Macron è risultato positivo al coronavirus. “Il presidente della Repubblica (Emmanuel Macron ndr) – si legge in una nota diffusa dall’Eliseo – risulta ad oggi positivo al Covid-19”.

“Questa diagnosi – prosegue il comunicato – è stata stabilita in seguito ad un test RTCPR realizzato dalla comparsa dei primi sintomi. Conformemente alle indicazioni sanitarie in vigore applicabili a tutti, il presidente della Repubblica si isolerà per sette giorni. Continuerà a lavorare e a garantire le sue attività a distanza”.

Anche il premier francese Jean Castex è in isolamento precauzionale e non andrà come previsto in Senato: lo riferisce il suo servizio stampa. Il primo ministro è stato in contatto con il presidente francese, Emmanuel Macron, risultato appunto positivo al coronavirus.

Macron positivo al coronavirus, in Francia vaccino da fine dicembre
L’inizio della vaccinazione anti-Covid19 in Francia comincerà “dall’ultima settimana di dicembre, se ci saranno tutte le condizioni”. Lo ha detto il primo ministro, Jean Castex. Castex ha sottolineato che la precondizione per dare il via alla campagna di vaccinazione sarà l’autorizzazione di commercializzazione del vaccino da parte dell’Agenzia europea del farmaco, “attesa per il 21 dicembre”.

Il parere dell’Authority della Salute francese sarà annunciato “immediatamente”. Questa prima fase, ha precisato il premier davanti ai deputati in Assemblée Nationale, “sarà scaglionata su un periodo da 6 a 8 settimane, per tener conto della scadenza di 21 giorni fra la prima vaccinazione e il richiamo”. (Fonte Ansa).

 

Tu ti vaccineresti appena sarà possibile in Italia? Un sondaggio sul vaccino ci mostra le posizioni degli italiani. Circa 8 su 10 si vaccinerebbero. Anche se di questi la maggior parte aspetterebbe qualche mese prima di farlo. Invece il 19% dichiara di non volerlo fare per niente al mondo. Il 19%, cioè praticamente 1 su 5.

Il sondaggio, realizzato da Emg-Different per Adnkronos, può essere sintetizzato così. Alla domanda: “Tu ti vaccineresti?”, il 34% degli italiani ha detto “sì, subito”. Il 43% ha risposto “Sì, ma tra un po’”. E il 19% ha detto “No, mai”.

Sondaggio vaccino: obbligo o libera scelta?
Gli autori del sondaggio hanno poi chiesto agli intervistati se ritengono che il vaccino debba essere obbigatorio o facoltativo. Il 53% (quindi poco più della metà) ha detto che deve essere una libera scelta. Secondo il 37%, invece, dovrebbe obbligatorio per tutti. Il 10% non si è espresso.

Chi vuole che a decidere siano i singoli? Il 56% delle donne è a favore della libera scelta. Così come il 50% degli uomini. E per quanto riguarda le fasce di età? Il 62% ha meno di 35 anni, il 58% è nella fascia tra 35 e 54 anni, mentre solo il 44% ha più di 55 anni. E per quanto riguarda la geografia? Il 71% dei cittadini del Nordest è per la libera scelta. Il 61% di quelli che vivono al Sud, il 55% dei residenti nel Nordovest, il 46% nelle Isole, il 30% nel Centro Italia.

Sondaggio vaccino: quanti vogliono farlo e quanti no?
Il 19% degli intervistati ha detto che se il vaccino fosse disponibile oggi non lo farebbe. Il 77% è invece disposto a farlo, anche se in tempi dirversi. Infatti il 34% lo farebbe subito senza esitazioni, mentre il 43% aspetterebbe qualche mese. Il 4% degli intervistati non ha risposto.

Tra coloro che non vogliono fare il vaccino, l’82% degli uomini intervistati e il 73% delle donne. E in base alle fasce d’età? Favorevoli a vaccinarsi: il 63% è under 35. Il 71% nella fascia tra i 35 e i 54 anni. Il 90% ho più di 55 anni. Numeri alti tra i favorevoli al vaccino nel Nordest (con l’87%) e al Centro (85%). Al Nordovest il dato si attesta al 78%, in linea con il dato medio nazionale. Numeri più bassi invece nelle Isole (71%) e al Sud (65%). (Fonte AdnKronos)

 

Il tecnico del Napoli Gennaro Gattuso non ha preso per niente bene l’espulsione di Lorenzo Insigne in Inter-Napoli. “Solo in Italia si caccia per un vaffa…”, dice Gattuso. Parole destinate a far discutere.

Espulsione quella di Insigne avvenuta in occasione del rigore concesso dall’arbitro Massa all’Inter e poi segnato da Lukaku. Gol decisivo per la vittoria dei neroazzurri con gli uomini di Gattuso rimasti poi un dieci non riuscendo a recuperare il risultato.

Gattuso e l’espulsione di Insigne, social divisi
“Se dici ‘fuck off’ in Inghilterra nessuno ti dice niente. Il capitano del Napoli non può essere buttato fuori per questo…”. Queste le parole con cui Gattuso ha spiegato il perché della sua arrabbiatura al termine della gara persa contro l’Inter.

Parole dette col tono schietto e sincero, secondo Gattuso “chi ha giocato a calcio o fa questo lavoro deve capire il momento: ci stiamo giocando tanto e una parola può scappare”. Secondo Gattuso infatti “così si cambiano le partite perché sicuramente i giocatori si devono dare una calmata ma un ‘vaffa’ dopo un rigore ci può stare e uno deve avere l’intelligenza e il tatto di capire”.

Insomma, ha concluso l’ex campione del mondo, “so che è difficile fare l’arbitro però dico che un arbitro di livello europeo non può fare il permaloso”. (Fonte La Gazzetta dello Sport).

 

Una partita davvero surreale quella vissuta dal Papu Gomez contro la Juventus che prima canta l’inno dei bianconeri mentre si siede in panchina e poi on esulta con i compagni. Gomez sta vivendo questi giorni all’Atalanta da separato in casa dopo la lite con il tecnico Gasperini.

Ieri sera Gomez non ha giocato da titolare contro la Juventus, è stato messo in campo nel secondo tempo con l’Atalanta sotto di un gol. Alla fine la gara è terminata 1-1 ma il Papu non ha esultato con i compagni al gol del pareggio.

Papu Gomez canta l’inno della Juventus e parla con Dybala
La serata di Gomez, grande escluso per le conseguenze della rottura con Gasperini, è iniziata già nel riscaldamento pre Juventus-Atalanta. Fitto colloquio con l’amico e connazionale Dybala, per il Papu che si è coperto a più riprese le labbra per non svelare il contenuto delle sue parole. Poco dopo, il trequartista ha sorpreso tutti. Al momento di accomodarsi in panchina, Gomez è stato immortalato dalle telecamere mentre cantava l’inno degli avversari, con tanto di sorrisi. Una situazione che ha alimentato non poche polemiche, e che è sembrata quasi una provocazione. (Fonti La Gazzetta dello Sport e YouTube).

 

Un’Inter cinica batte il Napoli in dieci che spreca tante occasioni e si porta a un punto dal Milan che a Genova colleziona il secondo 2-2 consecutivo recuperando la doppietta di Mattia Destro. Il turno infrasettimanale si tinge di nerazzurro perche’ Juve e Atalanta danno spettacolo ma finiscono in parita’.
Al momento quindi la serie A vede in fuga le due milanesi e domani la Roma potra’ agguantare la Juve al terzo posto se superera’ il Torino. Cade il Verona in casa per mano di una Samp in grande ripresa mentre il Sassuolo pareggia a Firenze. Pari spettacolare tra Spezia e Bologna, incolore quello tra Parma e Cagliari.

Dopo il pari in recupero col Parma il Milan paga un po’ di stanchezza, mena la danza all’inizio, ma le motivazioni scatenano i liguri che difendono la panchina di Maran. Mattia Destro infila Donnarumma dopo una respinta su Shomurodov, ma il pari arriva presto con una stangata di Calabria. Poi Destro concede in bis di testa ripagando la fiducia del tecnico, ma il grande cuore milanista recupera nel finale con Kalulu, che rimedia all’errore nel gol genoano.

Molto tattica la sfida tra Inter e Napoli. Piu’ geometrici gli ospiti, a vampate i nerazzurri che sfiorano il gol con Lautaro. Grave infortunio alla caviglia sinistra di Mertens, che esce piangendo. Nella ripresa sale in cattedra il Napoli che sfiora il gol con un tacco di Insigne respinto da Handanovic, ma un episodio cambia tutto: Ospina stende Darmian, rigore che trasforma Lukaku e Insigne viene espulso per proteste. L’Inter gestisce e il Napoli in dieci sfiora il pari con Petagna e Di Lorenzo, poi prende un palo con Petagna. Per Gattuso un pari beffardo, per Conte tre punti d’oro.

Pari da applausi tra Juve e Atalanta, con Dybala e Gomez all’inizio spettatori (il Papu suscita un vespaio cantando l’inno degli ospiti). Squadre mature e in crescita con la Juve che passa con una bordata di Chiesa , Morata si mangia un gol e allora arriva il pari di Freuler. Poi giganteggia Gollini che vanifica anche un rigore di Ronaldo. Pirlo perde Arthur e medita sui sei pareggi in 12 gare. Resta da sbrogliare la grana Gomez.

Dopo tante prodezze stecca il Verona di Juric. Si rilancia la Samp di Ranieri che passa con un gran gol di Ekdal e una super azione in contropiede di Verre. I veneti reagiscono con un rigore di Zaccagni.

Nelle altre gare pari tra brividi alla Spezia. I liguri, per la prima volta sul suo campo, prendono il largo con Nzola e Agudelo. Ma il Bologna si avvicina con Dominguez, pareggia con un tiro da lontano di Barrow che poi sbaglia un rigore al 96′.

Il Sassuolo domina all’inizio a Firenze e passa con Treore’ imbeccato da Berardi, poi i viola reagiscono e trovano il pari con un rigore di Vlahovic per fallo su Ribery. Timidi segni di ripresa dei viola, tra gli ospiti si rivede Caputo.

Non ripete la gara di San Siro il Parma e si fa bloccare da un buon Cagliari: di Kurtic e Nandez le occasioni migliori.ANSA

 

Zona Rossa nazionale, cioè ognuno a casa sua. Resta da vedere se ognuno a casa sua per otto o per 14 giorni. Zona Rossa nazionale a singhiozzo che parte il 24 e smette il 28 e ricomincia il 31 per arrivare al 3 gennaio. Oppure Zona Rossa nazionale tutta di fila e senza interruzioni dal 24 dicembre fino alla mezzanotte dell’Epifania 6 gennaio.

Zona rossa: due parenti, due e non di più, per andare a far famiglia
Probabile resti la possibilità che due parenti stretti possano però muoversi durante i giorni della Zona Rossa per andare a far famiglia, famiglia a Natale, Santo Stefano, Capodanno. Famiglia, far famiglia, non far cenone e veglione. Parenti stretti, i genitori dai figli, i figli dai genitori. Due, non di più.

Senza inventare cugini e cavillar sugli zii e cognati. E nello stesso Comune, senza inventare bisogno di famiglia che fa da schermo a voglia di viaggi e gite. Il Dpcm in arrivo dovrebbe proprio lasciare questa possibilità. Non fosse altro che per l’impossibilità, impraticabilità materiale di negarla: un divieto di andare a Natale o Capodanno a casa dei figli o dei genitori verrebbe violato in massa. Ma non si faccia nel caso a non capire: non sarebbe cenone e veglione liberi e sicuri e non sarebbe disco verde a tavolate da dieci, dodici, quindici e venti commensali.

Conte non voleva: “Non abbiamo i soldi della Germania”
Conte non voleva la Zona Rossa nazionale. Non fosse altro perché costa, costa tanto. Germania è in lockdown per la fine dell’anno, tutto chiuso. Ma Germania ristora, rimborsa, risarcisce le aziende chiuse per il 90 per cento del loro fatturato perso. L’Italia, nessun governo italiano reale o immaginario, può fare altrettanto. Ristori al 90 per cento da noi i soldi per far questo non ci sono.

E non ci sono perché…ecco un’esperienza concreta e praticabile di cosa vuol dire avere il 135% del Pil (prima del Covid) e il 160% del Pil di debito pubblico. Ecco toccare con mano che Italia sta economicamente e socialmente in piedi perché qui e adesso la “cattiva e arcigna” Bce compra i titoli del nostro debito e li trasforma in soldi per sussidi, ristori, bonus, cassa integrazione.

Ma il moltiplicato non si abbassa
Conte non voleva, molta gente neppure. Ma il moltiplicato non si abbassa. E cosa è il moltiplicato? Il moltiplicato sono i 17 mila contagi di ieri. Moltiplicato per cosa? Per il moltiplicatore sicuro e certo della festività di fine anno. Il moltiplicatore sono le due settimane di viaggi, spostamenti, contatti, incontri, feste, luminarie, abbracci, file, strusci…Il moltiplicato, cioè il livello dei contagi, non si è abbassato: 15/20 al giorno sono il triplo di quanto sarebbe servito a reggere l’impatto del moltiplicatore.

E, se non si abbassa il moltiplicato, l’unica è abbassare il moltiplicatore, cioè le feste della fine d’anno. Conte non voleva, gente non voleva, nessuno voleva ma epidemia ha voluto. E senza popolazione vaccinata, fino a che non ci sarà vaccinazione di massa, saranno ancora epidemia e virus a decidere e comandare. -BLITZQUOTIDIANO.IT-

Il vaccino Pfizer è sicuro? Prima grave reazione allergica al vaccino Pfizer contro il coronavirus. Accade in Alaska in USA, al Bartlett Regional Hospital di Juneau, dove una operatrice sanitaria di mezza età è ora sotto osservazione dopo aver ricevuto la dose.

Secondo quanto riferito dal New York Times, la donna non avrebbe precedenti di allergie ai farmaci ma ha subito una reazione anafilattica che è cominciata 10 minuti dopo la vaccinazione.Il suo caso sarebbe simile alle reazioni subite la settimana scorsa da due operatori sanitari in Gran Bretagna che avevano ricevuto lo stesso siero, ma avevano una storia clinica significativa di allergie e che si sono al momento ripresi.

La donna americana ha ricevuto la prima dose di fronte alle telecamere l’11 dicembre, nell’ambito della campagna governativa per promuovere la “fiducia nei vaccini” tra i cittadini, accusando una gravissima reazione allergica al Vaccino.

Reazione al vaccino Pfizer, i sintomi
L’operatrice sanitaria, dopo l’iniezione del vaccino Pfizer ha avuto rush cutanei, tachicardia e una crisi respiratoria. Lindy Jones, direttore medico del dipartimento per le emergenze, ha riferito che la reazione è diminuita rapidamente dopo che la paziente è stata trattata con epinefrina (adrenalina). “Ora sta bene”, ha aggiunto.

La donna si è poi ripresa e ora sta bene ma resta sotto sorveglianza medica. La Pfizer ha fatto sapere che sta approfondendo quanto accaduto insieme alle autorità locali: non dispone ancora di tutte le informazioni dettagliate. Inoltre un secondo dipendente, vaccinato ieri, ha presentato sintomi allergici, ma si è ripreso velocemente.

Ma i dirigenti governativi si sono affrettati a saperne di più alla vigilia della riunione degli esperti della Food and Drug administration (Fda) che nelle prossime ore dovrà decidere se dare disco verde anche al vaccino di Moderna.

La sperimentazione del vaccino di Pfizer/BioNTech ha coinvolto oltre 40 mila persone negli Stati Uniti. Molti partecipanti sono stati colpiti da effetti collaterali ma nessuno in modo serio. (Fonte: New York Times).

Moderna, la prima dose protegge anche dalla trasmissione
Il vaccino contro il coronavirus di Moderna potrebbe ridurre con la prima dose le infezioni asintomatiche. Lo riporta il Wall Street Journal citando l’analisi di Moderna pubblicata dalla Fda), l’agenzia Usa per i farmaci.

Il vaccino contro il Coronavirus ci protegge dalla trasmissione?
Il quotidiano spiega che se questa scoperta dovesse essere confermata in ulteriori analisi, anche dopo la seconda dose, potrebbe significare che il vaccino di Moderna “non solo protegge gli individui dalla malattia, ma frena anche la trasmissione del virus da persona a persona”. (Fonte: Wall Street Journal).

 

Un grande Napoli domina a San Siro, ma esce sconfitto di misura e perde in un colpo solo Mertens (infortunio alla caviglia) e Insigne (espulsione). Va tutto storto agli azzurri a San Siro contro l’Inter. Dopo pochi minuti il belga deve lasciare il campo per infortunio – al suo posto Petagna – ma la squadra di Gattuso tiene bene il campo. Nella ripresa Insigne sfiora il gol (prodigioso Handanovic), poi un rimpallo su tiro di Sensi libera Darmian davanti a Ospina: è rigore. Insigne viene espulso per un “vaffa”, vero o presunto, percepito da Massa nei suoi confronti e il Napoli resta in dieci. Ma non s’arrende. Politano e Di Lorenzo esaltano ancora Handanovic, poi nel recupero Petagna coglie un palo clamoroso. Per gli azzurri un ko che fa rabbia, ma una prestazione che conforta.-radiomarte.it-

 

Gennaro Gattuso commenta la prestazione del Napoli in casa dell’Inter ai microfoni di Sky: “Solo in Italia vedo che gli arbitri buttano fuori il capitano di una squadra perché li manda a c…dopo un rigore dubbio. In Inghilterra non esiste una cosa del genere. Chi arbitra deve capire che una parola può scappare, non bisogna essere permalosi. Questo episodio ha cambiato la partita. Io avrei giocato una volta sì e l’altra no con questo metro di giudizio”. Quindi sulla prova degli azzurri: “La partita è stata molto tattica, solo al 70′ l’Inter è entrata in area e ha creato il rigore. Oggi per me abbiamo fatto una grandissima partita, provando a fare qualcosa di nuovo, costruendo a tre. Meritavamo di più, ma ora dobbiamo pensare alla Lazio. Ci resta la prestazione. L’Inter mette sotto tutti, noi abbiamo sofferto poco rispetto ad altre squadre. Mertens? Ha rimediato una distorsione alla caviglia”.-radiomarte.it-

Pubblicato da Alessandro Lugli

Alessandro Lugli è nato a Napoli e ivi residente. Poeta, giornalista pubblicista e cantante. Direttore di vari blog da lui creati.