Fra calcio e cronaca

L’emergenza coronavirus cambia anche gli scenari del mercato europeo, scrive il Corriere del Mezzogiorno raccontando che in questi giorni era previsto un appuntamento tra De Laurentiis e Ramadani, procuratore di Maksimovic ma anche di Koulibaly. L’incontro ovviamente potrà tenersi solo quando la situazione sanitaria lo permetterà. De Laurentiis e Koulibaly ne hanno parlato – si legge -, il difensore senegalese si è convinto che se non arriveranno offerte congrue (almeno di 70-80mln) può prendere corpo l’ipotesi della permanenza in maglia azzurra.-tuttonapoli.net-

 

Tutto bloccato per i rinnovi di contratto. Nikola Maksimovic doveva essere il primo, visto che sembrava tutto fatto già a Natale 2019 per la firma fino al 2025, anche per la volontà comune di proseguire insieme. La firma però non è ancora arrivata nell’ultimo incontro col suo agente Ramadani, prima del blocco per il Coronavirus. Tutto in standby in attesa della normalità, compresi Mertens, Fabian, Allan, Milik, Hysaj, Callejon e Insigne. I casi più urgenti restano i due in scadenza, anche se col belga ADL ha già avuto l’incontro ritenuto molto positivo. Per Milik, invece, la situazione era bloccata già prima dell’emergenza: il polacco ha voglia di una nuova esperienza ma è difficile valutare adesso perché anche il mercato europeo non sarà più lo stesso. Stesso discorso per Allan, legato fino al 2023 ma che vorrebbe pure lui cambiare aria. La nona situazione da mettere a posto, invece, è quella di Zielinski, probabilmente anche la priorità per il club visto che è un punto fermo per il futuro ed con una scadenza 2021. La sua volontà è di andare avanti e quella del club di evitare un Mertens bis l’anno prossimo. Il nodo resta quello della clasuola, con la richiesta di un ingaggio più alto per fissare un importo di 100mln.-tuttonapoli.net-

 

L’assemblea di ieri dei presidenti di Serie A è stata la più cupa di sempre, scrive quest’oggi la Gazzetta dello Sport raccontando che la discussione sulle proposte da rimandare al governo ha sostituito quella sulle eventuali date di ripartenza che restano indecifrabili. Anche ai calciatori verrà chiesto di contribuire per contenere i danni: l’idea della sospensione degli stipendi – si legge – è diventata una delle prime. Ogni club ha documentate le rispettive perdite e inviato alla Lega delle proposte che permetterebbero di assorbire meglio il colpo. La proposta all’attenzione dell’AIC riguarda la sospensione degli ingaggi relativi ai giorni di inattività dal giorno dell’ultima gara fino a quando si riprenderà. L’idea è di trovare una contrattazione collettiva, per evitare che ogni presidente agisca singolarmente, ed estendere gli sviluppi agli altri campionati europei.-tuttonapoli.net-

 

Tra i club di serie A tiene banco l’idea di sospendere il pagamento dello stipendio di marzo. Una reazione – scrive quest’oggi il Corriere dello Sport – alla preoccupazione che la stagione possa saltare definitivamente. I club avvertono sempre in maniera più concreta questo rischio – si legge – ed infatti per una volta i dirigenti non hanno avuto litigi o tensioni come in passato, ma per circa 90 minuti più che di date o allenamenti s’è parlato di una serie di percorsi per evitare il collasso in caso di mancata ripresa. Lunedì verrà consegnato in federazione un documento con le stime delle possibili perdite e delle richieste indicate al governo per sostenere il calcio, come sgravi, agevolazioni e correzioni di alcune legge come quella Melandri per i diritti tv, quella sugli stadi, sul professionismo ed il contratto collettivo dei calciatori.-tuttonapoli.net-

 

In casa Napoli non si riesce a trovare alcuna mediazione per la vicenda del 5 novembre. ADL chiese multe pesantissime che ancora sono lì sospese, perché i relativi Collegi arbitrali, per varie pastoie burocratiche, secondo la Gazzetta dello Sport non si sono nemmeno formati e col blocco della giustizia civile che deve nominare i presidenti si può scivolare a settembre-ottobre, oltre la fine dell’attuale stagione. La Gazzetta poi paventa un altro strascico: “Magari quei due milioni e passa richiesti ai giocatori, con un accordo sarebbero potuti finire in beneficenza, con un applauso a tutti e una chiusura dignitosa di una brutta pagina, senza cancellare le responsabilità. Ma siccome il presidente ha intenzione di andare oltre, con una causa civile per danni di immagine, ecco che ogni transazione diventa impossibile”.
Per questo il Napoli potrebbe decidere di sospendere il pagamento delle ultime mensilità “per cautelarsi sia sulle multe, sia sulle azioni civili successive, che si preannunciano su cifre notevoli, che valgono il 25/30% dello stipendio annuale”.-tuttonapoli.net-

 

“Questo è il cuore del piano anti-crisi partorito dalla Serie A: tagliare stipendi e ritenute; rivedere la Melandri (con ricavi tv a rischio picchiata); legge sugli stadi (quelli che dovrebbero fare da almeno 15 anni); ripristino sponsor betting. Innovazione, questa sconosciuta!”, così su twitter il giornalista del Sole 24 Ore, Marco Bellinazzo, in merito alle richieste dei club di serie A al Governo, maturate nella riunione informale di ieri.-tuttonapoli.net-

A Radio Marte nel corso della trasmissione “Si gonfia la rete” è intervenuto Andrea Carnevale, ex calciatore del Napoli e attuale capo dello scouting dell’Udinese: “Quando riprenderà il campionato? Spero che questa emergenza possa finire quanto prima, ma la mia percezione è che la Serie A non possa iniziare di certo il 4 di aprile. Mi sembra strano, ci spero ma non ci credo. A Maggio? Potrebbe essere possibile. Siamo al 20 marzo e non abbiamo ancora raggiunto il picco, la gente continua ad uscire. Quella di maggio resta una prospettiva possibile per la ripresa, me lo auguro ma non saprei. E’ un virus che ha fregato tutto il mondo, non riesco a capire.

I grandi della terra dov’erano? C’è un po’ di rabbia, credo sia sorprendente che nel 2020 non si sia riusciti a trovare subito una contromisura. Teniamo duro! Io continuo a lavorare da casa. Un’oretta fa mi ha chiamato il Presidente, stiamo preparando le liste di mercato sia per l’Udinese che per il Watford. Noi siamo già pronti per il mercato sia in uscita che in entrata”.

Musso al Milan? C’è sempre il mio Presidente che si occupa di queste operazioni. Posso dire che come Meret diventerà uno forte anche lui. Magari ora l’azzurro è sottotono ma ritornerà il portiere che conosciamo noi. Musso è un portiere della Nazionale argentina, ne diventerà presto il titolare. Le grandi squadre fanno bene a metterci un occhio, perché è innanzitutto un bravo ragazzo, molto professionale e che secondo me diventerà come Handanovic”.-tuttonapoli.net-

 

In epoca di coronavirus diventa difficile anche gestire il trasporto pubblico, utile per chi lavora ma anche mezzo di trasmissione del virus, dal momento che lo spazio tra una persona e l’altra non può essere rispettato, soprattutto sui pullman. Ieri l’amministratore unico di Anm, Pascale, ha firmato una polizza assicurativa per i dipendenti, esigenza venuta fuori dopo il primo caso di contagio da COVID 19 in azienda. Inoltre l’amministratore ha chiesto maggiori controlli al Prefetto soprattutto su determinate linee di superficie. Un’ulteriore riduzione del servizio è stata chiesta dal Presidente della Commissione Trasporti, Nino Simeone, per tutelare dipendenti e innanzitutto gli utenti. I sindacati, invece, chiedono la dotazione delle mascherine, la pulizia e sanificazione dei mezzi alla fine di ogni corsa, durante il cambio turno degli autisti, e che ci siano più controlli per garantire la distanza di sicurezza sugli autobus e sugli altri mezzi di trasporto.-radiomarte-

 

La situazione coronavirus in Campania si aggrava. Ieri il presidente della Regione, De Luca, ha parlato di situazione paragonabile alla guerra e ha detto che “resterà aperto solo chi serve”. Il Governatore, inoltre, ha firmato un’ordinanza con la quale, unico caso in Italia, chiude uffici comunali e cantieri edili. I contagiati della Campania, intanto, sono saliti a 837 e la situazione più drammatica sembrerebbe quella irpina. A ieri si contavano 10 morti tra Ariano Irpino e Avellino.-radiomarte-

 

Nuova vittima con coronavirus a Napoli. Così come apprendiamo dal profilo social del sindaco di Crispano, in provincia di Caserta, Michele Emiliano, è deceduto nella notte il 74enne che era ricoverato all’ospedale Cotugno di Napoli. L’uomo ha lasciato moglie e figli, i quali si sono messi in quarantena. Il 74enne dal 5 marzo non usciva per precedenti problematiche di salute. Il primo cittadino di Crispano ha scritto di stringersi al dolore della famiglia ed ha aggiunto che “Questo lutto ancora di più deve spingerci a restare a casa. Questo virus é imprevedibile e fino a quando non saremo usciti dalla grave fase di crisi continueremo ad essere tutti fortemente esposti”.-radiomarte-

 

In questo periodo nel quale non si possono celebrare messe a causa dell’emergenza coronavirus, a Napoli ieri, dal tetto di una chiesa, è accaduto qualcosa di simile. La parrocchia in questione è quella di S. Maria della Salute, dove il parroco era sul tetto per provare l’altoparlante per il Rosario. Dal momento che, come riportato dall’agenzia Ansa, sui balconi c’erano parecchie persone, don Francesco, questo il nome del parroco, ha pensato bene di recitare l’Angelus. Alle 18, poi, è stata recitata una preghiera di avvicinamento alla Pasqua seguita da numerosissimi fedeli affacciati ai balconi, tra i quali diversi bambini. Il cardinale Sepe, ha raccontato don Francesco, ha approvato l’esperienza e la cosa ci ha incoraggiati, tanto che domani sarà celebrata messa.-radiomarte.it-

 

ROMA – Coronavirus, attività motoria: queste le due parole che usa il Ministero della Sanità, queste e non altre le due parole che sono nel testo della ordinanza emessa dal governo e da oggi in vigore, cioè obbligatoria, in tutta Italia.

Attività motoria praticata da soli (altrimenti la distanza di uno, due metri tra una persona e l’altra va a farsi benedire) e nei pressi della propria abitazione (cioè senza raggiungere giardini, luoghi verdi, piste ciclabili e senza trasformarla in un passeggiare da una piazza all’altra, men che mai da un quartiere all’altro).

Attività motoria in solitudine e nei pressi della proprio abitazione, questo l’ordinanza consente, il resto lo vieta.

 

Attività motoria c’è scritto nel testo, la totalità dell’informazione, di sua iniziativa, ha tradotto sport all’aperto. Traduzione sbagliata e ingannevole. Traduzione che confonde. Una confusione che stavolta non va accollata al governo e alla sua comunicazione ma alla pigrizia routiniera della catena della titolazione (quotidiani, televisioni, radio, siti web). Attività motoria non è sport all’aperto.

Attività motoria è due passi sotto casa, è muovere e muoversi sotto casa. Non è mettersi a correre facendo il giro dell’isolato. Attività motoria e non sport perché l’obiettivo dell’ordinanza (e di combatte l’epidemia) non è di limitare lo spazio o il circuito in cui si corre, è togliere, escludere, vietare un motivo, una attività e una scusa per uscire da casa. Quelle appunto che vanno sotto la dizione sport all’aperto.

Da stamane è in vigore una ordinanza che vuole toglierci un alibi per eludere il restare a casa: proprio la corsa, la corsetta, il farsi runner. L’ordinanza dice attività motoria e non sport, l’ordinanza e il suo senso sono, dovrebbero essere, un chiaro e netto: fatela finita di andare a correre fuori casa.

Dire sport all’aperto consentito sotto casa è indurre confusione, confusione nociva. A meno che non sia ancora peggio e cioè uno scivolo per barare, barare con noi stessi e far finta ci sia nell’ordinanza un diritto a correre per strada che non c’è.

Barando non poco in questa partita, barando con noi stessi, accade che a Milano la stretta ai movimenti, lo state a casa non è bastato: Milano è assediata dal contagio e coronavirus sta conquistando posizioni. Coronavirus che ha contagiato in misura inaspettata e massiccia le aree di Bergamo e Brescia. Forse anche perché, rispettivamente, 84 mila e 107 mila aziende operano nelle due aree, il 73 per cento di queste aziende (dati Associazione Industriali) lavora, a tutto ieri lavorava nel cuore dell’epidemia. Mezzo milioni di lavoratori che fanno su e giù quotidianamente nel percorso casa-lavoro.

Barando un po’ con noi stessi abbiamo aiutato coronavirus, oggi i contagi raggiungeranno o forse addirittura supereranno i 50 mila casi dall’inizio dell’epidemia, ieri la cifra mostruosa di 627 morti, l’Italia che si avvia a raggiungere e forse superare la cifra dei contagiati registrata in Cina. E’ coronavirus che ci aggredisce ma, barando con noi stessi (su e giù con la casa la mare, oppure in treno per tornare in famiglia al Sud anche avendo la febbre, o inventandosi runner per uscire di casa o andando al supermercato o in farmacia ogni santo e maledetto giorno e talvolta più di una volta al giorno) a coronavirus ha dato una mano.

Dopodomani arriva il tempo brutto e il freddo. Meno male, meno gente in giro. Quella gente che quattromila e passa morti non sono riusciti a convincere a non barare con se stessi, con la propria salute, quella del prossimo, barare con la vita e la morte.-blitzquotidiano.it

 

MILANO – Nuovo assalto ai supermercati a Milano, come già successo nei giorni immediatamente successivi al decreto del governo che trasformava la Lombardia in una zona rossa nel tentativo di contenere l’emergenza Coronavirus.

Questa volta è bastata l’ipotesi di misure più stringenti per scatenare nuovamente il panico. Proprio ieri sera, in diretta al Tg1, il sindaco di Milano Beppe Sala, ha annunciato le potenziali prossime misure sue, e della Regione, nella lotta al Coronavirus, che solo in Lombarida ha già fatto registrare oltre 22mila contagi e più di 2.500 vittime.

“Milano deve essere un fronte di resistenza per noi stessi, per la nostra salute, ma anche perché se carichiamo di più il sistema sanitario questo crolla – ha spiegato il primo cittadino -. Il tema è non portare altri contagiati in ospedale, bisogna pensare anche a dei sistemi di sorveglianza attiva a casa. Il punto è questo: io penso molto ai medici che stanno facendo un lavoro incredibile, ma non possiamo sovraccaricarli ulteriormente”.

 

E così, dopo le code di ieri, anche oggi, sabato 21 marzo, all’esterno dei punti vendita, la gente ha cominciato a mettersi in fila alle prime luci dell’alba, intorno alle 6.30. In coda tanta gente preoccupata, tornata con i trolley come non si vedeva dall’inizio dell’emergenza.

All’Esselunga di via Fuché, una delle più note, la coda si snoda già per quasi tutto l’isolato, e continuano ad arrivare persone. Esselunga, che ha ridotto di poco gli orari, ha annunciato ingressi prioritari per medici e infermieri.

Nel frattempo, proprio per “motivi di sicurezza” e per “offrire un servizio più efficace”, i supermercati iniziano a ridurre gli orari di apertura. Esselunga infatti ha deciso di “razionalizzare”.

“In attesa di eventuali disposizioni governative – si legge in una nota diffusa venerdì mattina dalla catena fondata da Bernardo Caprotti – Esselunga razionalizza gli orari di apertura dei suoi punti vendita per garantire ulteriore sicurezza alla clientela e ai suoi collaboratori e contribuire a ridurre il flusso delle persone fuori casa”.

“Da sabato 21 marzo fino a venerdì 3 aprile, nei negozi in Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Veneto, Liguria e Toscana nei giorni feriali verrà anticipata alle ore 20 la chiusura e la domenica l’orario di apertura sarà dalle 8 alle 15.” (fonti MILANO TODAY, ANSA)

 

MILANO – Le attuali misure per il contenimento del coronavirus “non bastano ancora”. Lo ha detto Massimo Galli, direttore del Dipartimento di Malattie Infettive dell’Ospedale Sacco di Milano a SkyTg24. “Le misure sono importanti e perché funzionino devono essere radicali perché altrimenti ce lo dimostra Wuhan che è riuscita ad uscire da questo disastro in un tempo ragionevole anche se lungo, altrimenti rischiamo che il nostro tempo diventi lunghissimo”, ha aggiunto Galli.

“Quando vado in ospedale o trovo le persone che dipingono le righe per terra mi chiedo se non sia un’attività che non può esser rimandata – si chiede il professore -. Stare a casa è fondamentale ma se si sta a casa in situazione in cui le licenze di uscita sono troppo numerose e non giustificate andremo avanti a continuare ad aver infezioni”. Secondo Galli in Lombardia ci sono molti più Covid positivi di quelli accertati che rischiano di diffondere ulteriormente il contagio andando al lavoro o in famiglia. “Non c’è alternativa alle misure radicali”, ha concluso Galli.

“Lo dico da giorni: è evidente che la battaglia Milano è fondamentale per riuscire a uscire per tempo, bene e presto da questa emergenza. Dobbiamo assolutamente riuscire a contenere l’infezione in città”. “Milano e l’hinterland contano oltre 3,5 milioni di persone e la concentrazione della popolazione è un fattore importante per la diffusione di qualsiasi virus che si trasmette come questo”.

 

Gli ultimi dati di crescita, ha aggiunto Galli, “non vuol dire che stanno fallendo le misure di distanziamento. Sono contagi avvenuti prima delle misure”. (fonte ANSA)

 

ROMA – “E’ impossibile che il calcio possa ripartire per questa stagione e bisognerà attendere la prossima, ricordandosi che questo sport ha avuto una forte incidenza sulla dinamica di diffusione del coronavirus“. Questo l’avvertimento lanciato dal virologo tedesco Jonas Schmidt-Chanasit dell’Istituto Berhard-Nocht di Amburgo, che esclude persino la disputa di partite a porte chiuse.

“Non è realistico pensare che questa stagione calcistica finirà”, ha dichiarato il 40enne studioso berlinese che collabora anche con l’Oms al canale tv tedesco Nrd.

“Non credo che ad aprile si possa parlare di tornare a giocare”, ha avvertito Schmidt-Chanasit, “neppure a porte chiuse perché potenzialmente le persone potrebbero riunirsi nelle loro case per guardare le partite”. “Il calcio ripartirà solo alla fine di tutto, perché ha avuto una forte incidenza sulla dinamica di diffusione” del coronavirus, ha insistito.

 

La Bundesliga ha sospeso la stagione fino al 2 aprile, ma viene data per scontata una proroga dello stop. L’amministratore delegato della lega tedesca (DFL), Christian Seifert, ha avvertito che le partite a porte chiuse sarebbero l’unica possibilità per salvare la stagione e per evitare il fallimento di alcuni club che rischiano la bancarotta. (Fonte Agi).

Pubblicato da Alessandro Lugli

Alessandro Lugli è nato a Napoli e ivi residente. Poeta, giornalista pubblicista e cantante. Direttore di vari blog da lui creati.