News Cronaca e Calcio

“Il Napoli è pronto a scendere in campo nel mese di luglio”. Musica e parole di Mattia Grassani, legale della SSC Napoli, che si esprime così sulla situazione che sta vivendo il calcio italiano, tra l’emergenza Coronavirus e l’impossibilità di stabilire una data per la ripresa dei campionati, che potrebbe scivolare nel tempo e, di conseguenza, costringere i club di Serie A a giocare in piena estate, andando anche oltre le scadenze dei contratti (30 giugno 2020) di qualche calciatore: “Le deroghe rappresentano un passaggio obbligato, il tema è molto complesso e non riguarda soltanto la FIGC e le leghe. Coinvolge tutte le associazioni di categorie, i sindacati sportivi, ma anche l’Inps e l’Inai per quanto riguarda i versamenti previdenziali”.

GUARDIAMO AL FUTURO – “Il problema va risolto già ad aprile e maggio. Un sistema lungimirante che abbia preso coscienza di questo sforamento deve interrogarsi già adesso sugli scenari. Bisogna raggiungere un protocollo d’intesa con l’assenso di tutte le parti in causa. Non possiamo ridurci all’ultimo giorno o magari tentare di risolvere la questione il 30 giugno. Oltre alla conclusione fisiologica dei campionati entro il 30 giugno, dobbiamo preparare anche un piano B. Se si riparte, è giusto farlo senza lasciare un’opera incompiuta. Necessaria una stabilità contrattuale di tesseramento”.

SCADENZE CONTRATTI – “Se ci sono giocatori in scadenza e hanno già sottoscritto un contratto con un altro club potrebbero in linea teorica rifiutarsi di scendere in campo dopo il 30 giugno. Ricordiamoci che attorno al calcio ruota una vera e propria galassia. Mi riferisco a medici, massaggiatori, team manager che naturalmente vanno tutelati, qualora si giocasse a luglio. Siamo sempre nel campo delle ipotesi perché speriamo che l’emergenza Covid-19 possa migliorare nelle prossime settimane”.

TAGLIO STIPENDI – “Una decurtazione sarebbe doverosa. Ogni club sta subendo dei danni economici di un certo rilievo. UI calciatori devono prendere in considerazione n el periodo in cui non si sono allenati o che non hanno giocato di rinunciare alla retribuzione. Sicuramente ci sono i contratti, ma se non recito su un palcoscenico oppure se non canto non posso pretendere nulla. Sono fermi pure gli allenamenti quasi certamente fino al 4 aprile. I calciatori potrebbero recuperare a luglio, qualora ci fosse l’estensione della stagione oltre il termine del 30 giugno. Giocare sarebbe ossigeno per le casse dei club che rischiano una perdita da 70 milioni di euro a salire”.-tuttonapoli.net-

 

Gianluca Gaetano ha lasciato Napoli per la prima volta nel mese di gennaio, direzione Cremona, per sei mesi di prestito alla Cremonese. Il giovane regista azzurro si è soffermato sull’emergenza Coronavirus lontano da casa in un’intervista concessa al Corriere del Mezzogiorno: “Non metto il naso fuori da casa da quindici giorni, spesa on line e allenamenti mattina e pomeriggio. A Cremona è stato un dramma, ho sempre cercato di mantenere la calma, di attenermi scrupolosamente alle regole. Ma confesso che ci sono stati momenti di grande sconforto. La città si è data da fare subito, la Cremonese ha anche sostenuto economicamente la costruzione di un ospedale da campo. Io ho aiutato il Cotugno, l’ospedale della mia città. Il momento è difficile anche in Campania, l’ho fatto con il cuore”.
CAOS CADETTO – In Serie B, tra l’altro, c’è stato anche un po’ di caos a causa dei rinvii arrivati in ritardo, quando addirittura i calciatori erano già in campo. Il centrocampsita classe 2000 spiega: “Ero anche arrabbiato, avevamo già raggiunto lo stadio, la concentrazione era a mille. Volevo scendere in campo per la mia squadra e poi il dietrofront. In quei giorni il Coronavirus ci veniva raccontato come un’influenza. Una emergenza da tenere sotto controllo. Nessuno credo immaginasse la portata che avrebbe avuto. Abbiamo continuato ad allenarci con tutte le precauzioni del caso: sedute all’aperto senza utilizzo di palestra e di mensa. Poi lo stop e tutti a casa. Per fortuna, la mia fidanzata Maria è con me ed è u grandissimo sostegno psicologico. Cremona è il cuore dell’emergenza”.
FUGA DA CREMONA? – Tanti sono i lavoratori che dal Nord si sono spostati subito verso il Sud ad emergenza già cominciata e anche divampata. Tra questi non c’è però Gaetano, che è rimasto a Cremona: “Se ho mai pensato di rientrare a casa? Confesso di sì. Ma è stato soltanto il pensiero di un momento. Con la mia fidanzata ci siamo detti che sarebbe stato pericoloso, per noi e soprattutto per le persone che avremmo incontrato. Il momento è difficilissimo, nessuno dovrebbe muoversi di casa. Soltanto così, secondo me, è possibile vedere la luce in questo tremendo buco nero”.-tuttonapoli.net-

 

Nelle scorse settimane Aurelio De Laurentiis ha incontrato Alvaro Torres, agente di Fabian Ruiz, per fare il punto della situazione sul futuro. Stando a quanto riferito dal Corriere dello Sport, le parti si riaggiorneranno a fine stagione e ovviamente al centro della discussione c’è un eventuale rinnovo quinquennale del centrocampista spagnolo, appetito da tre top club in Europa: Real Madrid, Barcellona e Manchester City.

DETTAGLI – Il quotidiano fa sapere che la volontà del Napoli è quella di tenere lontane le pretendenti o costringerle ad investire in maniera massiccia sull’ex Real Betis. Si discuterà della clausola di risoluzione del contratto e le cifre che fa il patron azzurro sono esagerate: 180 milioni di euro, solo con questo prezzo si sentirà al sicuro. La controparte gioca al ribasso, chiede una clausola più umana, sugli 80-90 milioni. Seguiranno aggiornamenti, ma a fine stagione.-tuttonapoli.net-

 

Renzo Ulivieri, presidente dell’Associazione Italiana Allenatori è intervenuto come ospite su TMW Radio in merito alla possibile ripresa del campionato: “Annullare il campionato è l’estrema soluzione. Probabilmente si andrà a tappe forzate e si concluderà in maniera regolare giocando tutte le partite anche dopo il 30 giugno. Si comincerà a porte chiuse ma bisogna cercare di finirlo rispettando sempre la sicurezza”.-tuttonapoli.net-

 

“Ma quale ripresa, ma quale stagione da concludere, io penso all’anno prossimo, solo a quello”. Chiara, chiarissima la posizione di Massimo Cellino, presidente del Brescia, che dopo le varie riunioni di questa settimana per decidere il futuro del campionato di Serie A (e non solo) ha rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport: “La coppa, lo scudetto… Lotito lo vuole, se lo prenda. È convinto di avere una squadra imbattibile, lasciamogli questa idea. Da Brescia ricevo continuamente notizie, e sono tutte pazzesche, eppure la città sta affrontando la tragedia con una dignità che imbarazza.

[…] E mi volete parlare di campionato, di scudetto? Non me ne frega un cazzo… Ho paura ad uscire di casa, mi sta venendo la depressione. Non bisogna pensare a quando si ricomincia, ma se si sopravvive. E se parliamo di calcio, tutto deve essere spostato alla prossima stagione. Realismo, signori. Questa è la peste. E poi avete letto o no il comunicato dei tifosi della Lombardia? Non vogliono che si riparta. Lo vietano loro, non la federazione. Prima la vita. La vita, cazzo. Ci sono ultrà che portano l’ossigeno agli ospedali, altri che piangono i loro morti, altri ancora intubati. Non si può più giocare quest’anno. Si pensi al prossimo”.

Il patron ex Cagliari e Leeds lancia poi una proposta per chiudere questa stagione, non disputando il campionato, senza un enorme danno economico: “Si è giocato un terzo del campionato. La stagione è andata, se qualcuno vuole questo scudetto maledetto se lo prenda pure. Chiuso. Finito. E non parlo così perché il Brescia è ultimo in classifica. Siamo ultimi perché ce lo meritiamo. Io per primo lo merito. Facciano quello che vogliono. Penso a quelli che perderanno il posto di lavoro, a quelli che stanno morendo… Il calcio è un’azienda che occupa tante persone ma è anche in grado di superare la crisi. Semplicissimo: si è bruciato un terzo del campionato, e allora si taglino un terzo dello stipendio ai calciatori, un terzo dei diritti televisivi e un terzo delle tasse. È il modo più facile per aggiustare le cose. La testa delle istituzioni, federazione e lega, deve proiettarsi a settembre, a ottobre, a quando sarà. Ho letto con attenzione quello che ha detto Galliani al tuo giornale e sottoscrivo tutto, Adriano è il migliore, il più lucido. Ma temo che non ci sia più il tempo per contrastare il dissesto in modo strutturato”.-tuttonapoli.net-

 

Dalla Cina è nata, in Cina è tornata. L’emergenza Coronavirus arriva anche nel campionato cinese, dove si conta oggi il primo contagiato. Si tratta di Marouane Fellaini, centrocampista dello Shandong Luneng, trovato positivo a un tampone fatto lo scorso 20 marzo. Il dipartimento sanitario da sapere che il giocatore, in quella data, era appena sbarcato in treno a Jinan, cittadina nella provincia cinese di Shandong a 500 chilometri dall’Hubei (la provincia da cui è partita la diffusione del virus).-tuttonapoli.net-

 

In diretta a ‘Punto Nuovo Sport Show’,in onda su Radio Punto Nuovo, è intervenuto il giornalista di Sport Economy Marcel Vulpis in merito al grande danno economico che sta subendo l’industria calcio: “Non credo che lo Stato potrà erogare denaro ai club, potrà esserci l’introduzione di un pacchetto di misure di agevolazioni fiscali per ridurre la perdita minima di 200 milioni o la perdita massima di 720 milioni di euro, nell’ipotesi di annullamento di un campionato”.

PRESA DI COSCIENZA – “C’è bisogno di una presa di coscienza da parte dei giocatori che sono stati fin troppo osannati fino ad oggi, gli stipendi che oggi stanno guadagnando non possono più essere assicurati da nessuno. L’economia che ritroveremo post emergenza, sarà molto simile ad una post periodo bellico, i calciatori devono fare una grande dieta economica”.

SE FOSSERO TUTTI COME ADL – “I presidenti devono rendersi conto di avere una gestione oculata, come Aurelio De Laurentiis, se tutti fossero come lui, anche il contenimento delle perdite sarebbe stato nettamente inferiore. Invece si cresce nel fatturato, ma anche i costi e se i costi superano i fatturati, si va in rosso e sono 10 anni che i club continuano ad indebitarsi. Il fatto che la Filmauro non abbia conti stratosferici non è colpa di De Laurentiis ma del fatto che la gente non fruisce più del cinema come anni fa. Tutti dicono che questo campionato sarà salvato, ma ho forti dubbi con tutti questi dati che arrivano ogni sera tramite Borrelli”.-tuttonapoli.net-

 

ROMA – Il premier Conte ha annunciato una nuova stretta sulle attività produttive con lo scopo di contenere i contagi e i decessi da coronavirus che nella giornata di sabato 21 marzo hanno toccato la nuova cifra record di 793 con un incremento del 19,7%.

Il provvedimento con le nuove misure restrittive annunciate dal premier sarà in vigore da lunedì 23 marzo. Ma quali sono le attività considerate essenziali?

Nel settore del commercio, fino a oggi decreti ed ordinanze hanno ovviamente risparmiato la distribuzione di generi alimentari, sia quelli al dettaglio sia i supermercati. Aperte anche le farmacie e le edicole, oltre a tutta una serie di attività di supporto alla vita quotidiana dei cittadini costretti a stare in casa, dai ferramenta ai venditori di prodotti informatici fino alle lavanderie. Garantiti anche i trasporti.

 

Sul fronte della produzione, in base ai codici Ateco che servono all’Istat a classificare le attività economiche, sono 80 le attività ritenute essenziali che continueranno ad operare. Si va dall’agricoltura all’alimentare, dalla farmaceutica alla chimica, dall’industria tessile (escluso l’abbigliamento) ai trasporti, fino alle attività di magazzinaggio. E ancora: in funzione resterà il comparto dell’energia e degli acquedotti, la raccolta e smaltimento dei rifiuti, l’installazione di impianti elettrici e idraulici a tutte le attività di manutenzione e riparazione di apparecchi e macchinari vari. In funzione anche i call center.

Come spiega Paolo Baroni su La Stampa, ci sono settori le cui produzioni sono considerate indispensabili. Si tratta di chi produce carta, plastica e vetro, prodotti che servono per confezionare cibi, bevande e medicinali. La lista comprende anche le coltivazioni agricole e della produzione di animali, la pesca e l’acquacoltura, le industrie alimentari e le industrie delle bevande.

Scrive Baroni: “Quindi ci sono una serie di attività dalla produzione di carta alla confezione di camici e divise alla produzione di spago e corde alla manutenzione e riparazione di macchinari agricoli e trattori funzionali al settore primario e all’agroindustria. Ma in parte anche alla farmaceutica, che a sua volta è un settore essenziale e (come l’alimentare) non può fare a meno di camici e carta e dei macchinari per il confezionamento ma anche delle industrie che producono articoli in gomma, articoli in materie plastiche e vetrerie”.

Essenziale è anche la produzione chimica, quella della raffinazione del petrolio, la fabbricazione di refrattari e la lavorazione e produzione dell’alluminio. Comprese nella lista le forniture di energia, la raccolta e il trattamento della fornitura di acqua, la gestione reti fognarie, raccolta, trattamento e smaltimento rifiuti, risanamento e altre attività servizi di gestione dei rifiuti. Comprese anche alcune attività trasversali che vanno dalla riparazione di autoveicoli al commercio all’ingrosso di carta e cartone e di articoli anti incendio e anti infortunistici, fino all’installazione di impianti di vario tipo.

C’è poi il comparto dei trasporti che prevede taxi, attività di magazzinaggio, corrieri e servizi postali; c’è il comparto dell’informazione e della comunicazione e la ricerca scientifica e ci sono servizi finanziari e assicurativi. Nella pubblica amministrazione sono classificati essenziali le attività legate all’assicurazione sociale obbligatoria erogata dall’Inps, l’istruzione che in questo momento è però ferma ed opera, dove può, a distanza, e ovviamente l’assistenza sanitaria, i servizi di assistenza sociale residenziale e l’assistenza sociale non residenziale.

Fonte: La Stampa

 

ROMA – Omicidio la notte tra sabato 21 marzo e domenica 22 alla periferia di Roma. Un ragazzo di 20 anni al culmine di una lite ha ucciso la madre colpendola ripetutamente al collo con un coltello e decapitandola. E’ accaduto in via James Joyce in zona Laurentino 38: il ragazzo si è poi scagliato contro la sorella 15enne che si è rifugiata dai vicini di casa e ha dato l’allarme al 112. Si occupano delle indagini i Carabinieri della compagnia Eur. Il ragazzo è stato fermato. Sono in corso accertamenti per chiarire se abbia problemi psichici e se sia in cura.

Tra le ipotesi emerse quella che alla base della lite ci fossero motivi legati alla separazione dei genitori. All’arrivo dei Carabinieri il ragazzo era in casa. La porta era chiusa dall’interno e quando ha aperto aveva i vestiti sporchi di sangue. Ritrovato e sequestrato anche il coltello con cui ha ucciso la madre. A dare l’allarme la sorella 15enne che si è rifugiata dai vicini. A quanto ricostruito, la ragazza ha provato a fermare il fratello e non riuscendoci è scappata. Sarebbe rimasta lievemente ferita.

Fonte: Ansa

 

ROMA – Coronavirus contagi: è notte fonda in Italia, quasi 54 mila contagiati e appena ieri 4.821 contagiati in più rispetto al giorno precedente. Che sia picco raggiunto o tsunami ancora in corso nessuno sa, si azzardano solo speranze. Speranze, non previsioni.

Una minima speranza forse può venire dalla sequenza, dalla sequenza del numero di nuovi contagi relativi all’ultima settimana.

Primo giorno della sequenza, contagiati 2648. Secondo giorno, contagiati 2989. Incremento giorno su giorno circa il 10 per cento. Terzo giorno della sequenza, contagiati 2470. Sembra un calo ma non è, non sono affluiti e quindi conteggiati tutti i dati. Quarto giorno infatti contagiati 2853. Incremento sul giorno precedente di circa il 18 per cento.

 

Quinto giorno della sequenza, quello del boom, dell‘onda alta: contagiati 4480. Incremento sul giorno precedente circa il 70 per cento. Sesto giorno della sequenza, contagiati 4670. Incremento del 4 per cento sul giorno precedente. Settimo e ultimo giorno della sequenza, ieri 4821 nuovi contagiati. Incremento sul giorno precedente del 2,5 per cento circa.

Nella sequenza dei nuovi contagiati giorno per giorno su scala nazionale si legge che i numeri assoluti crescono e continuano a crescere. Ma la velocità della crescita quella almeno declina. Il giorno in cui il numero dei nuovi contagiati, pur ancora alto, sarà pari o inferiore ai contagi del giorno precedente, meglio i due giorni di fila in cui migliaia ancora di contagi ma ogni giorno meno di quello prima, questo giorno, questi due giorni di fila dice la sequenza che forse non sono lontani. E’ questa la speranza in certa misura suggerita dai numeri, la speranza che possa cominciare un count down lungo molte settimane, ma almeno un conto alla rovescia su quanto ci manca per poter uscire dal lockdown delle nostre esistenze.-blitzquotidiano.it-

 

ROMA – Nuovo record di morti da coronavirus in Italia. E il premier Giuseppe Conte parla nella tarda serata di sabato 21 marzo in diretta su Facebook: “È necessario compiere un altro passo – dice – dobbiamo chiudere in tutto il territorio nazionale ogni attività produttiva non necessaria, non indispensabile a garantirci beni e servizi essenziali”.

Chiusura delle fabbriche dunque, come avevano chiesto le Regioni del Nord. Il premier assicura che “continueranno a restare aperti tutti i supermercati, i negozi di generi alimentari e di prima necessità. Non c’è ragione di fare code e corse agli acquisti. Resteranno aperte farmacie, servizi bancari, postali assicurativi, assicureremo tutti i servizi pubblici essenziali come i trasporti”.

Ma “al di fuori delle attività essenziali consentiremo solo il lavoro in modalità smart working e attività produttive rilevanti per il Paese. Riduciamo il motore produttivo dell’Italia, ma non lo arrestiamo”. Il presidente del Consiglio, che ha parlato della “crisi più grave dal secondo dopoguerra”, sottolinea che si tratta di una decisione “difficile ma necessaria. Lo Stato comunque c’è. Uniti ce la faremo”.

 

Il provvedimento con le nuove misure restrittive annunciate dal premier sarà in vigore da lunedì 23 marzo. Già circola però una lista provvisoria delle attività che verranno sospese e di quelle che, invece, sono risparmiate dal Decreto che sarà in vigore fino al 3 aprile.

Coronavirus, nuova stretta. La lista delle attività che restano aperte.
Nell’ambito delle aziende restano attive tutte le filiere ritenute essenziali, e quindi legate al settore alimentare, a quello farmaceutico e biomedicale e a quello dei trasporti. Netta, invece, la riduzione delle attività legate alla Pubblica amministrazione: restano di fatto aperte gli esercizi legati a sanità, difesa e istruzione. Continuano a operare, inoltre, edicole e tabaccai, oltre ai servizi d’informazione.

La lista, provvisoria, delle attività che resteranno aperte conta circa una settantina di voci. Restano attive l’industria delle bevande, le industrie alimentari, la filiera agro-alimentare e zootecnica, l’industria tessile solo legata strettamente agli indumenti di lavoro (escluso, quindi l’abbigliamento). Le produzioni gomma, materie plastiche e prodotti chimici non saranno interrotte, così come la fabbricazione della carta e raffinerie petrolifere.

“Salve” anche le attività legate all’idraulica, all’installazione di impianti elettrici, di riscaldamento o di condizionatori e la fabbricazione di forniture mediche e dentistiche. E, come attività legate ai servizi essenziali, restano attive anche le riparazioni della strumentistica utilizzata nella filiera alimentare, farmaceutica o dei trasporti. Questi ultimi, infatti, saranno assicurati anche da lunedì.

Il Decreto che il governo sta limando non includerà il trasporto ferroviario di passeggeri (interurbano), il trasporto ferroviario di merci, il trasporto terrestre di passeggeri in aree urbane e suburbane, i taxi e gli Ncc, gli autotrasportatori, il trasporto marittimo e quello aereo. Attive anche la gestione fognaria e quella della raccolta dei rifiuti, oltre alle attività bancarie, postali, assicurative e finanziarie. Non dovrebbero essere intaccati dal provvedimento neanche i servizi veterinari, i call center e i servizi di vigilanza privata oltre alle attività di pulizia e lavaggio delle aree pubbliche.

Nell’ambito della pubblica amministrazione restano “in vita” l’assicurazione sociale obbligatoria, i servizi legati alla difesa e, chiaramente, l’assistenza sanitaria. Esclusi, infine, i servizi di assistenza sociale residenziale e non residenziale.

“Misure necessarie e inevitabili. Finalmente!”è il commento del presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana.

Conte annuncia la stretta via Facebook.
Conte annuncia la stretta via Facebook. La cosa non è piaciuta a Italia Viva ed anche all’Associazione Stampa parlamentare. “Per un messaggio alla nazione in una fase così delicata, sorprende che Conte non utilizzi gli strumenti istituzionali come la sala stampa di palazzo Chigi, preferendo tenere tutta Italia (compresa la Rai) incollata alla pagina Facebook personale. Lo ricordi per il futuro” ha scritto su Twitter il deputato di Iv Marco Di Maio.

 

Sulla stessa linea l’Associazione Stampa parlamentare che, in una nota, ha scritto: “In una fase straordinaria, drammatica per il Paese, l’Associazione Stampa parlamentare chiede che sia assicurata la massima trasparenza e completezza sulle decisioni che il governo sta assumendo. Sono in ballo i valori fondamentali della nostra comunità nazionale, per questo è essenziale che venga garantita agli operatori dell’informazione la possibilità di lavorare al meglio, in modo da assicurare ai cittadini un servizio accurato e approfondito. Riteniamo indispensabile che ci sia una comunicazione istituzionale idonea a garantire tempestività e completezza informativa”.

Fonte: Ansa, Agenzia Vista /Alexander Jakhnagiev

 

TORINO – Terzo caso di coronavirus per la Juventus. Dopo le positività di Daniele Rugani e di Blaise Matuidi, ecco quella di Paulo Dybala.

Ad annunciarlo è lo stesso attaccante argentino attraverso un messaggio postato su Twitter e la Juventus attraverso un comunicato stampa.

Come nel caso di Rugani, quando è stata contagiata anche la compagna Michela Persico, anche in questo caso a risultare positivo non è solamente Dybala ma anche la fidanzata Oriana Sabatini.

 

Tutti i calciatori della Juventus sono a rischio perché si sono lasciati andare ad abbracci e festeggiamenti nello spogliatoio dopo il successo nella sfida scudetto contro l’Inter, ultima disputata prima della sospensione del campionato per il coronavirus.

Per questo motivo, la società ha messo tutti i suoi tesserati, della squadra maschile e della squadra femminile, in quarantena ma alcuni di loro sono “fuggiti” all’estero.

Hanno lasciato l’Italia Cristiano Ronaldo, Gonzalo Higuain, Rodrigo Bentancur, Miralem Pjanic, Sami Khedira e Douglas Costa per trascorrere questo periodo di isolamento in patria.

Dybala positivo al coronavirus, il suo annuncio sui social
“Ciao a tutti – ha scritto l’attaccante della Juventus su Twitter – volevo informarvi che abbiamo appena ricevuto i risultati del test Covid-19 e sia io che Oriana siamo risultati positivi. Fortunatamente siamo in perfette condizioni. Grazie per i vostri messaggi. Un saluto a tutti!”.

Il comunicato della Juventus sul terzo calciatore positivo al coronavirus.
“Il calciatore Paulo Dybala è stato sottoposto ad esami medici che hanno rivelato la sua positività al Coronavirus-COVID-19. Il calciatore, da mercoledì 11 marzo, in isolamento volontario domiciliare, continuerà ad essere monitorato e a seguire lo stesso regime. Sta bene ed è asintomatico”.Coronavirus, Paolo Maldini e il figlio Daniel positivi.
E il coronavirus coinvolge anche il Milan. Paolo Maldini e il figlio Daniel sono positivi al Coronavirus. Il direttore dell’area tecnica del Milan e l’attaccante della Primavera si sono sottoposti ieri al tampone per il Covid-19. “Paolo e Daniel – informa il Milan – sono in buone condizioni e, dopo aver già trascorso oltre due settimane nella propria abitazione senza contatti esterni, come previsto dai protocolli medico-sanitari prolungheranno la quarantena per i tempi necessari alla completa guarigione clinica”.blitzquotidiano.it

 

ROMA- Non sempre l’isolamento per evitare il contagio da coronavirus è noioso, basta sapersi organizzare.

A dimostrarlo è Amra, la moglie di Edin Dzeko, nel corso di una intervista rilasciata al magazine bosniaco Bonjour.
Le sue dichiarazioni sono riportate da corrieredellosport.it.

“Pensereste che ci stiamo annoiando in quarantena, ma in realtà il tempo passa. È importante per i bambini trascorrere del tempo insieme 24 ore su 24, 7 giorni su 7 – ha ammesso Amra al magazine bosniaco Bonjour -.

Cerchiamo di trasformare le attività quotidiane in piccoli rituali speciali. Abbiamo anche un coniglietto, recentemente lo abbiamo messo in giardino, dove è più felice.

Prendiamo una carota o della lattuga ogni mattina e gli diamo da mangiare insieme. Questo è un rituale per noi.

Cerchiamo di far diventare quelle cose ordinarie, che potremmo non notare nelle nostre vite quotidiane e turbolente, più significative e importanti per la loro giornata.

Allo stesso tempo cerchiamo di mandare dei messaggi importanti, insegniamo ai bambini a prendersi cura degli altri, insegniamo loro l’amore per gli animali, per l’ambiente, per tutto quello che li circonda, e in questi giorni, soprattutto per la famiglia.

Ci alleniamo sempre insieme, lo adorano e basta. Anche loro si preparano per l’allenamento e hanno anche delle attrezzature.

Ieri siamo rimasti in giardino per mezza giornata e ci siamo allenati. Facciamo alcuni ostacoli anche per loro: devono saltare, fare una pausa, tra l’altro anche allenarsi e giocare.

È un bene per loro e per me, e papà si unisce. Cuciniamo abbastanza insieme, abbiamo preparato anche un sano gelato alla fragola. Ho preso quegli stampi per gelato da Ikea un paio di anni fa.

Nel mixer, abbiamo mescolato fragole, un po’ di latte di mandorle e una banana. Facciamo anche frittelle. Prendono il massimo da tutto questo ed è così che li diverto mentre cucino.

Sofia ha molti obblighi, ci ha persino detto che è più difficile per lei ora che quando va a scuola: tiene lezioni online e ha costantemente i compiti che deve presentare in un determinato momento.

Ad esempio, ieri non ha lasciato la stanza perché aveva così tanto da imparare, e dopo ore ha dovuto finire un po’ di studiare e rivedere alcuni tutorial e quindi partecipare a una videochiamata con la classe e il professore.

Il tempo è bello, quindi ci sono molte opzioni per giocare all’aria aperta e nel cortile.

Abbiamo anche due cani, quindi giochiamo con loro. Cerchiamo di trovare qualcosa di nuovo interesse ogni giorno senza troppi sforzi.

Vedo che significa così tanto per i bambini che stiamo tutti insieme 24 ore.

A volte ci alziamo tardi, giocare o cerchiamo di passare la serata come al cinema. L’altra sera ci siamo addormentati sul divano durante il film”.blitzquotidiano.it-

 

MILANO – Il centravanti dell’Inter Romelu Lukaku è in quarantena come gli altri compagni di squadra dopo la positività al coronavirus di Rugani e Matuidi, ultimi avversari dei nerazzurri in campionato.

Durante questa fase di isolamento precauzionale, il gigantesco centravanti belga è stato intervistato dal sito americano Bleacher Report tramite Skype. Le sue dichiarazioni sono riportate dal Corriere dello Sport.

“Non direi che sono spaventato. Però è come vivere in una bolla, cerchi di capire cosa stia succedendo e allo stesso tempo sai di essere nel Paese maggiormente colpito in Europa.

 

In alcune città senti solo le sirene delle ambulanze che vanno avanti e indietro. Io sapevo già che era solo questione di tempo prima che qualche giocatore contraesse la malattia.

Sfortunatamente è successo, adesso la lista si sta sempre più allungando. È difficile perché ti manca lo sport che ami ma la salute generale è molto più importante del calcio adesso.

Allenamenti? Per me, prima di ricominciare, la salute pubblica dovrebbe essere al sicuro. Se dobbiamo giocare in una situazione in cui la salute generale non è sicura, perché dovremmo giocare?

C’è ancora il rischio che dei giocatori possano ammalarsi. La famiglia in Belgio? Abbiamo una grande chimica di gruppo. Abbiamo una chat WhatsApp con la quale ci parliamo ogni giorno”.blitzquotidiano.it

Pubblicato da Alessandro Lugli

Alessandro Lugli è nato a Napoli e ivi residente. Poeta, giornalista pubblicista e cantante. Direttore di vari blog da lui creati.