Fra Cronaca e calcio

La curva è in decrescita anche se la situazione in Italia è un po’ a metà. Così il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, alla conferenza stampa sull’analisi dei dati del Monitoraggio Regionale della Cabina di Regia. “Il Natale avarà una sua unicità” ma questo è il tempo di “abbassare la curva. Con questi numeri è molto difficilie immaginare qualsiasi tipo di spostamento di massa, aggregazioni e raduni” in particolare di persone che provengono da quadri epidemiologici diversi”. Così il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità.

“Sara’ un Natale diverso, il primo e auspicabilmente l’ultimo grazie ai vaccini. Tutto quello che eravamo abituati a vedere a Capodanno non potra’ avere corso, e’ inimmaginabile e incompatibile. Va detto con assoluta chiarezza come la celebrazione religiosa dovra’ essere compatibile con le misure concordate gia’ con la Cei per quello che riguarda la fede cattolica per evitare focolai e trasmissioni”: lo ha detto il presidente del Consiglio Superiore di Sanita’ Franco Locatelli in conferenza stampa sui dai del monitoraggio.

Gli attuali numeri “non sono compatibili con l’apertura degli impianti sciistici”, ha aggiunto Locatelli sottolineando che un messaggio forte “sono sicuro che lo daranno anche i Paesi Ue”.

La curva relativa all’occupazione dei posti letto e di terapie intensive va verso l’appiattimento. Mentre il segnale dei decessi è ancora molto elevato. “Non ci si può rilassare”, ha spiegato Brusaferro.

“L’età mediana” dei casi di Covid in Italia è “intorno a 48 anni”. Questo indica che sono sempre più anziani a contrarre l’infezione. Da qui l’importanza di proteggere queste categorie, ripete Brusaferro. Per i deceduti l’età media supera gli 80 anni.

Diretta della conferenza stampa con il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, il Presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli e il Direttore Generale della Prevenzione del Ministero della Salute, Gianni Rezza, sull’analisi dei dati del Monitoraggio Regionale della Cabina di Regia.ANSA

 

Una riunione fiume, lunga una giornata intera. E distanze che faticano ad accorciarsi su uno spettro di temi che vanno dalle restrizioni per il prossimo Natale, alla cabina di regia del Recovery fund.
Il premier Giuseppe Conte prova a stringere sui tanti dossier che agitano la sua maggioranza. Ma sul coprifuoco per il cenone e sul divieto di spostamento tra le Regioni, non è convinto dalla linea “durissima” sposata dai ministri Pd e da Roberto Speranza.

E sul fronte economico, se rinuncia all’idea di un bonus natalizio per i lavoratori in cig, non cede alla richiesta dei Dem di collocare non a Palazzo Chigi ma al ministero dell’Economia il cuore operativo del meccanismo di gestione dei 207 miliardi attesi da Next Generation Eu. Più in generale, dai dossier Aspi ed ex Ilva, dai tavoli sul programma al Mes, il tentativo in corso è quello di imprimere una spinta e respingere l’immagine di un governo nel pantano. Ma le mediazioni con gli alleati di governo, mentre tra le ‘truppe’ cresce la voglia di rimpasto, in queste ore appaiono tutt’altro che facili.

“Al di la del mio coinvolgimento, fintanto che c’è questa crisi credo sia un po’ strano parlare di poltrone”, risponde la ministra dei Trasporti Paola De Micheli su Radio Capital ad una domanda sul possibile rimpasto di governo nel quale si ipotizza il suo cambiamento. “Io vado avanti a lavorare con grande tranquillità e con grande determinazione nel ministero che ho il piacere, l’onore e l’onere di guidare”. La ministra ha sostenuto che il suo lavoro “è sotto gli occhi di tutti” e “credo che abbiamo dato grandi risultati e che il governo debba andare avanti con questa determinazione”. “Mi concentro sul mio lavoro, che è il mio dovere assoluto – ha aggiunto – anche il sabato e la domenica”.

La riunione fiume di Conte con i capi delegazione inizia alle 11 del mattino e va avanti fino a notte, tra molte interruzioni.

E’ una riunione a ‘geometrie variabili’, perché se Speranza, Alfonso Bonafede, Dario Franceschini e Teresa Bellanova restano sempre al tavolo, sui singoli dossier vengono invitati a unirsi i diversi ministri competenti. La giornata parte in salita: Conte “brucia” la candidatura di Agostino Miozzo per il ruolo di commissario alla Sanità in Calabria, perché non lo convincono la richiesta di uno staff autonomo e poteri in deroga. I ministri, quando trapela la notizia, ne sono spiazzati perché non informati: il dossier lo gestisce in prima persona il premier.
Che però questa volta trova una mediazione in poche ore, sul nome del prefetto Guido Longo. Ma non risolve tutti i problemi: i Dem, per dire, chiedono che ora il prefetto, garante di legalità, sia affiancato da una squadra che abbia competenze specifiche sulla sanità.
Da qui al 3 dicembre va affrontato e risolto però un nodo ben più grande: bisogna trovare una sintesi sulle misure anti contagio per il Natale e sulla data di riapertura delle scuole.

La tendenza emersa dall’incontro con le Regioni, che propongono a gennaio la fine della didattica a distanza, non mette d’accordo tutti: non solo tra i governatori il Dem Stefano Bonaccini spinge per la ripresa a dicembre, ma anche nel governo il M5s e Iv remano in questa direzione. Quanto alle misure per il Natale, tutti d’accordo sulla necessità che sia “più sobrio” e non un gigantesco focolaio per la terza ondata. Il confronto con la Cei sulle funzioni religiose è in corso. Ma Conte, come i renziani, sarebbe convinto che non si possa tenere anche a Natale e Capodanno il coprifuoco alle 22: vorrebbe fissarlo alle 23 o alle 24. Una decisione è rinviata a dopo un nuovo confronto con gli esperti del Cts. Ma anche sugli spostamenti tra Regioni: non un liberi tutti né la possibilità di andare fuori in vacanza, ma i più “aperturisti” vorrebbero trovare un modo per permettere ai parenti stretti di stare insieme, sia pur in numero limitato (anche qui: quanti a tavola? Raccomandare un numero, ci si chiede, o evitarlo?). Quanto allo sci e ai viaggi all’estero, è aperto il confronto con gli altri Paesi Ue e in campo l’ipotesi di una quarantena per chi rientri.

Su tutt’altro fronte, il Recovery fund, il braccio di ferro è durissimo: Conte è deciso a tenere la cabina di regia a Palazzo Chigi, il Pd la vorrebbe al Mef (in stretto raccordo con la Ragioneria). Circolano ipotesi ‘intermedie’, di affidare la regia al ministro agli Affari Ue Enzo Amendola o creare una squadra “mista”, tra Palazzo Chigi, ministero dell’Economia e ministero dello Sviluppo economico. “E’ evidente a tutti che ministeri, amministrazioni e burocrazia non sono adeguati, bisogna coinvolgere ingegneri, urbanisti, sociologi”, dice dal Pd Andrea Orlando. Una nuova riunione di governo potrebbe tenersi comunque nel weekend, perché non si è neanche d’accordo su quali dovrebbero essere i soggetti attuatori (figure più tecniche o politiche?) e su come allocare i fondi, al di là dei vincoli europei a destinare il 37% all’ambiente e il 20% al digitale. Il tema si intreccia con quello del Mes, su cui restano altissime le tensioni nella maggioranza, nonostante si lavori tutti insieme per far passare il via libera alla riforma in Ue. E si intreccia con quello programma di governo: i tavoli di lavoro dovrebbero consegnare ai leader i risultati del loro lavoro sull’agenda di legislatura entro la prima settimana di dicembre, ma il lavoro non decolla. Si registrano dissensi su temi come la scuola. E sulle riforme ci si è impantanati: su quali portare avanti e con quali tempi fare la legge elettorale dovranno decidere i leader. Conte li dovrebbe convocare nei prossimi giorni: prima, cercherà di trovare una sintesi sui dossier aperti con i ministri. ANSA

 

Sarebbe stato investito da una vettura e abbandonato sul posto l’uomo trovato morto questa mattina davanti all’ospedale Fatebenefratelli di Milano, in via Castelfidardo. Questa è l’ipotesi più accreditata da parte della polizia che inizialmente pensava potesse trattarsi di un pestaggio.

L’uomo ha le gambe rotte, lesioni compatibili con l’impatto con un mezzo che andava a velocità sostenuta. La vittima è un clochard molto noto nella zona e, seppur senza documenti, è stato riconosciuto anche dagli agenti di polizia, dato che la Questura è nella stessa zona. Aveva circa 70 anni e dormiva proprio lì davanti all’ospedale, dove è stato trovato in un riparo con coperte e cartoni. E’ possibile, dunque, che l’uomo si sia trascinato al suo rifugio dopo l’impatto. In considerazione della probabile velocità del mezzo, non è escluso che l’incidente possa essere avvenuto lungo i Bastioni di Porta Nuova, sull’arteria principale. Sarà comunque l’autopsia a chiarire le cause del decesso. Intanto la polizia sta raccogliendo le immagini delle telecamere della zona, ben coperta da occhi elettronici anche in virtù dell’accesso all’area C. La sensazione è che il presunto pirata della strada possa essere individuato a breve.ANSA

 

Sono più di 400mila i decessi in Europa dovuti al nuovo coronavirus, secondo un conteggio dall’Afp sulle segnalazioni fornite dalle autorità sanitarie. L’Europa è la seconda area più colpita al mondo dalla pandemia con 400.649 morti in totale (per 17.606.370 infezioni), dietro all’America Latina e ai Caraibi (444.026 morti, 12.825.500 casi). Negli ultimi sette giorni sono stati registrati più di 36.000 decessi, il bilancio più pesante in una settimana dall’inizio della pandemia.

In totale, quasi due terzi dei decessi in Europa sono stati segnalati nel Regno Unito (57.551 decessi, 1.589.301 infezioni), Italia (53.677, 1.538.217), Francia (51.914, 2.196.119), Spagna (44.668, 1.628.208) e Russia (39.068, 2.242.633).

I casi di coronavirus in Russia sono cresciuti di 27.100 unità nelle ultime 24 ore, segnando un nuovo record, fino a raggiungere le 2.242.633 infezioni totali. Lo ha detto il centro di crisi anti-coronavirus. I decessi sono stati invece 510, rispetto ai 496 segnalati il giorno prima. In totale i morti sono dunque 39.068. Il numero dei decessi ha superato i 500 per la terza volta questa settimana. Lo riporta la Tass.ANSA

 

“Maradona sarebbe ancora vivo se all’epoca fosse stato della Juve e non del Napoli”. Così Antonio Cabrini, campione del Mondo nel 1982 e per tredici stagioni punto di forza bianconero, in un’intervista ad Anna Lo Calzo per l’emittente Irpinia Tv di Avellino.
“Una leggenda vivente e un avversario gentiluomo – dice Cabrini – che come tanti altri fuoriclasse ha saputo dare nello stesso tempo il meglio e il peggio. Sarebbe ancora qui con noi se fosse venuto alla Juve perché l’ambiente lo avrebbe salvato, non la società ma proprio l’ambiente. L’amore di Napoli è stato tanto forte e autentico quanto, ribadisco, malato”. Ma non passa molto tempo e Cabrini si scusa per le sue parole. “Il mio non era un giudizio morale, ma sull’energia di una città che non poteva contenere tutta questa passione, le mie parole sono state travisate”. Antonio Cabrini tiene a precisare all’Ansa il senso di quanto ha detto all’emittente Irpinia tv su Diego Armando Maradona. “Ho pensato che l’ambiente ovattato nel quale ha vissuto alla Juve l’avrebbe protetto. Chiedo scusa a chi si è sentito offeso” conclude l’ex giocatore bianconero.

Maradona si è preso Piazza Plebiscito. Il grande ritratto di Diego posizionato dai tifosi davanti all’ingresso di Palazzo Reale si è già trasformato in un nuovo altare alla memoria di Diego. Centinaia di napoletani si sono recati a visitarlo, portando fiori e disegni, accendendo candele. Moltissimi ricordano il dolore collettivo della città facendo delle foto davanti al ritratto di Maradona che è proprio al centro della galleria di statue dei re di Napoli, diventando idealmente il nono sovrano raffigurato. Tanti anche i bambini che vanno davanti all’immagine di Maradona con il pallone tra i piedi e si fanno fotografare, come a prendere un’investitura calcistica. E lo spazio davanti Palazzo Reale diventa anche luogo di chiacchiere fugaci sui ricordi, con alcuni che portano con sé vecchie foto della volta che hanno avuto l’occasione di incontrare Maradona.

Il pellegrinaggio dei napoletani continua anche davanti allo stadio San Paolo all’altare allestito davanti all’ingresso della curva B, dove ieri c’è stata la fiaccolata. Tanti fermano l’auto e scendono a depositare un fiore, a leggere le dediche affisse al cancello, a legare un sciarpa alle grate. Un ultimo saluto a Maradona avviene anche ai Quartieri Spagnoli, nella piazzetta di via De Deo, davanti al murales di Maradona, dove stanotte Dries Mertens è andato a depositare un mazzo di fiori dedicando un momento di silenziosa riflessione all’asso argentino.

La figlia Dalma: “ti difenderò tutta la vita” – “Ti amerò e ti difenderò tutta la vita. Mi manchi già pà”: sono le parole che Dalma, la prima figlia di Diego Armando Maradona e Claudia Villafane, dedica a suo padre, attraverso un lungo post su Instagram con una foto che la ritrae bambina con il papà. “Ho messo insieme i miei pezzi e non riesco a immaginare come sarà la mia vita senza di te … NON POSSO … – scrive – Ma eccomi qui con il miglior marito del mondo e una figlia che mi costringerà ad andare avanti! La vita è un po’ così a presto! Ti porto le margherite per decorare i tuoi calzini da giocatore e per favore guardami di nuovo con quell’amore che vedi nella foto! Ti amerò per sempre”.ANSA

 

Sassuolo-Inter alle 15 di sabato 28 novembre.

Ecco le probabili formazioni
Sassuolo (4-2-3-1): 47 Consigli; 5 Ayhan, 31 Ferrari, 2 Marlon, 3 Rogerio; 8 Maxime Lopez, 73 Locatelli; 25 Berardi, 10 Djuricic, 7 Boga; 18 Raspadori. (63 Turati, 17 Muldur, 77 Kyriakoupolos, 22 Toljan, 13 Peluso, 14 Obiang, 4 Magnanelli, 68 Bourabia, 23 Traore, 91 Schiappacasse).

All.: De Zerbi.
Squalificati: nessuno.
Diffidati: nessuno.
Indisponibili: Caputo, Chiriches, Defrel, Haraslin, Ricci, Romagna.
Inter (3-4-1-2): 1 Handanovic; 33 D’Ambrosio, 6 de Vrij, 95 Bastoni; 36 Darmian, 5 Gagliardini, 23 Barella, 14 Perisic; 22 Vidal; 9 R.Lukaku, 10 Lautaro. (97 E.Radu, 13 Ranocchia, 37 Skriniar, 2 Hakimi, 12 Sensi, 15 Young, 24 Eriksen, 44 Nainggolan, 77 Brozovic, 7 Sanchez, 99 Pinamonti). All.: Conte.
Squalificati: nessuno.
Diffidati: nessuno.
Indisponibili: Kolarov, Padelli, Vecino.
Arbitro: Irrati di Pistoia.ANSA

 

“Maradona è stato l’idolo di tutti noi ragazzi che volevamo giocare a pallone, è stato il Dio del calcio”: così Andrea Pirlo ricorda il Pibe de Oro, morto mercoledì. Il tecnico della Juventus svela anche un particolare aneddoto: “I primi mondiali di cui ho memoria sono quelli dell’86, ricordo che provavo a imitare il suo gol contro l’Inghilterra – racconta ai microfoni di Juventus Tv – e lo facevo in giardino, provando a scartare gli uomini come faceva lui.

L’ho incontrato qualche volta e ho una foto con lui che custodisco con affetto”. (ANSA).

 

“Quanto ero felice con te … non potevi nemmeno immaginarlo, solo guardandoti accanto a me mi sentivo invincibile !!!!”: comincia così il post su Instagram di Diego junior, il figlio napoletano di Diego Armando Maradona – riconosciuto dopo una lunga battaglia legale – a corredo di una foto che lo ritrae con il papà che lo bacia.

 

“Quanto mi mancherà questo abbraccio mia vita, né puoi nemmeno lontanamente immaginare quanto mi mancherà sedermi con te a guardare una partita del nostro amato Napoli!! – le parole di Diego junior – E i miei figli? Come faranno a meno di un nonno così affettuoso? Ti prometto che saranno sempre dalla tua parte, che ti difenderanno sempre e che si gonfieranno sempre il petto parlando del nonno!” “Capitano del mio cuore non morirai mai perché ti amerò fino all’ultimo respiro che avrò!! – scrive ancora Diego junior – Aspettami e trovami quando sarà il mio momento perché ti ho sempre voluto al mio fianco perché un figlio accanto a un padre non ha paura di niente! Buon viaggio 10 del mio cuore !! Ti amo”. (ANSA).

 

(ANSA) -In serie A Arthur Antunes Coimbra (per tutti Zico) e Diego Maradona hanno condiviso la stagione 1984-’85. Ed il brasiliano, allora stella dell’Udinese, parlando a Sky ha fatto un tuffo nei ricordi.
“Tanta gente voleva instaurare una rivalità tra me, Maradona o Platini, anche per via dell’antagonismo tra Brasile e Argentina, ma io non mi sono mai preoccupato di questa cosa – ha detto – Io credo che ognuno di noi ha quello che merita”.
L’ultima partita di Zico in bianconero fu proprio contro il Napoli di Maradona. E l’argentino segnò il gol del definitivo 2-2 con un tocco di mano. Il brasiliano si lamentò dell’arbitraggio in un’intervista post partita che gli costò cara. “Ho subito quattro partite di squalifica in quell’occasione, è stata la mia ultima partita in Italia – ha ricordato l’ex trequartista – È difficile che un guardalinee dal lato destro non veda che lui tocca con il pugno per fare gol, sembrava un grande campione di pallavolo. Successivamente scherzai tanto con Maradona sull’episodio. ‘Ti sei allenato bene per fare la ‘mano de dios’ al Mondiale in Messico’ gli dissi”.
Zico ha raccontato un altro aneddoto su El Pibe per spiegare il loro rapporto: “Ho avuto una grande amicizia con lui, è stato sempre troppo generoso con le parole e con i fatti. Io organizzo una partita di beneficenza alla fine dell’anno e il secondo anno Diego è venuto e ha dato prova di grande generosità. Dopo il match l’ho portato a casa mia per fare una cena. Ad un certo punto, mentre io ero assente, mio figlio gli ha fatto vedere i trofei che avevo conquistato in carriera e lui si è emozionato tanto. Veniva da un momento difficile. Non so se i suoi trofei li aveva ancora, li aveva regalati o cos’altro. Quella sera ha dato un forte abbraccio a mio figlio e gli ha detto ‘ricordati per sempre che questo è quello che tuo padre ha regalato a te e a gli altri figli’. Lui piangeva, è stato un momento indimenticabile e di generosità verso mio figlio”. (ANSA).

Pubblicato da Alessandro Lugli

Alessandro Lugli è nato a Napoli e ivi residente. Poeta, giornalista pubblicista e cantante. Direttore di vari blog da lui creati.