Fra Cronaca e calcio

Il tempo scorre e Dries Mertens non firma. Non c’è ancora accordo sul rinnovo di contratto. De Laurentiis ha offerto un biennale da 5 milioni di euro a stagione, ma le pretese del belga – spiega La Gazzetta dello Sport – riguardano le multe richieste dal presidente per l’ammutinamento del 5 novembre scorso dopo la gara di Champions con il Salisburgo. E pare che questo sia il vero ostacolo che sta allontanando le parti dalla firma dell’accordo fino al 2022, oltre ad alcune proposte che potrebbero arrivare dalla Premier League: Arsenal, Manchester United e Chelsea sarebbero pronti a trattarlo.-tuttonapoli.net-

 

L’ultima idea della Lega per la ripresa del campionato è quella di costruire un maxi ritiro per quasi 1500 persone che durerà 3 mesi. Una sorta di bolla dentro la quale vivrebbero, isolati e al sicuro, tutti gli operatori del calcio, non solo i calciatori ma anche ogni membro di una squadra, i medici, i fisioterapisti, per un totale di circa 70 membri a club. L’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport svela questa ipotesi alternativa parlando di sedute individuali, test e tamponi frequenti, un modo per restare vigili e controllare la salute di tutti. Oggi riunione in Figc e potrebbe essere una giornata decisiva per la svolta. In attesa di novità. -tuttonapoli.net-

 

“La scelta Raiola è stata come un classico tiro a giro fuori mira”. Antonio Corbo, firma storica di Repubblica, editorialista col suo Graffio, commenta così la notizia del divorzio di Lorenzo Insigne dal noto agente campano. “Affidarsi a lui è stato un errore che solo chi conosce il mondo di Insigne può comprendere”.

Perché parlare di gol mancato? “Perché questa sua ansia di arrivare gli ha tolto equilibrio, saggezza e realismo. Dopo aver coraggiosamente meritato un lodevole contratto, al termine di un campionato straordinario in cui ha dimostrato grande tenacia e disponibilità alla fatica, Insigne doveva confermarsi e non l’ha fatto, proprio come un colonnello appena promosso che prova ad arruolarsi con un altro esercito per fare carriera. Insigne doveva consolidare il suo prestigio, ma il suo volo di fantasia lo ha tradito e lo ha portato a sbandare”.

Ora il divorzio. “Per quanto io sappia, nella sua scelta sono stati decisivi anche una serie di incontri con Gattuso. L’allenatore gli avrà spiegato che occorre una linea dritta. Bisogna essere sempre coerenti. Insigne, se vuole restare a Napoli, deve consolidare il suo rapporto con la società, la città e se stesso”.

L’addio da Raiola è un ‘assist’ per il rinnovo a vita, per un futuro alla Totti? “Glielo auguro, ma deve sbrigarsi. Le carriere sono brevi e bisogna cogliere gli attimi decisivi. Totti a 14 aveva due strade: giocare nella Roma realizzando il suo sogno oppure fare il benzinaio. Anche Insigne, ora, è dinanzi a una scelta per inseguire il prestigio che noi tutti gli auguriamo. Affettuosamente mi ripeterò…”.

In che senso? “Invece di andare a perdere tempo dal barbiere, gli suggerivo, perché non cominciare a studiare l’inglese, a migliorare il modo di porsi magari leggendo di più, vivendo la società. Insigne ha rincorso orpelli di divismo che sono frequenti ad una certa età, ma ora deve imporsi una maturità e una nuova serietà. I napoletani non vedono l’ora di stimarlo come hanno stimato Juliano e Bruscolotti. Fare il capitano del Napoli è una cosa importante”.-tuttonapoli.net-

 

L’ex attaccante del Parma Tino Asprilla ha rilasciato un’intervista a La Gazzetta dello Sport: “Negli ultimi anni abbiamo assistito al dominio assoluto della Juventus, la situazione era diventata noiosa. E pure in Colombia, onestamente, si stava perdendo un po’ di interesse verso l’Italia. Quest’anno era tutto diverso: se si dovesse riprendere, punterei sulla Lazio. Meriterebbe lo scudetto. Kulusevski vale 44 milioni? Bel talento, ma considerando il denaro che gira non mi sorprendo del prezzo. Se lui costa così tanto, allora Asprilla ne valeva 300”.-tuttonapoli.net-

 

Nel corso dell’intervista rilasciata a Repubblica, il presidente FIGC, Gabriele Gravina, ha anche aperto alla possibilità di giocare nell’ambito dell’anno solare. In particolare, non c’è deadline per far ripartire la stagione 2019/2020, che va conclusa a prescindere: “Se ci faranno partire a inizio giugno possiamo terminare a fine luglio. Altrimenti, se ripartiremo a settembre, possiamo chiudere a novembre e poi tornare in campo a gennaio”.

A quel punto si cambierebbe formula?
“Consideriamo tutte le ipotesi, ma bisogna coordinarsi con le altre federazioni. In alternativa, dovremmo chiudere la prossima stagione prima dell’Europeo, giocando il campionato in 5 mesi. Ci sono diverse ipotesi, con più gironi e playoff per esempio”.-tuttonapoli.net-

 

Vera e propria rivoluzione quella che attende l’attacco del Napoli alla prossima riapertura del mercato: Callejon e Mertens sono in scadenza di contratto e non è detto arrivi la firma, soprattutto per lo spagnolo il destino sembra ormai segnato; Milik è destinato ad andar via perché non ha ancora rinnovato il suo contratto con scadenza nel 2021; Lozano ha deluso le aspettative. Quattro giocatori, dunque, che potrebbero lasciare Napoli a fine stagione. Con Younes e Llorente sei. Resterebbero solo Insigne e Politano, seguiti da Petagna. Una vera e propria rivoluzione che coinvolgerebbe gli acquisti per una nuova e inedita strategia. Alla ricerca dei profili giusti per ripartire.-tuttonapoli.net-

 

Settimana decisiva, questa, per la possibile ripresa del campionato con annuncio su eventuali date e modalità. L’edizione odierna di Repubblica fa sapere che De Laurentiis sta pressando Coni e Figc, con Lotito è tra i presidenti più attivi per la ripresa dei giochi. Non solo: il patron del Napoli è convinto di spuntarla, crede che alla fine il calcio ricominci, così si è sbilanciato nei colloqui telefonici col ds Giuntoli, con Gattuso e col medico sociale Raffaele Canonino. De Laurentiis ha sollecitato tutti: tenetevi pronti. Entro due settimane, dunque, potrebbero riaprirsi le porte di Castel Volturno. -tuttonapoli.net-

 

ROMA – Più di un milione di lavoratori autonomi hanno ricevuto oggi (15 aprile) l’accredito del bonus da 600 euro sul loro conto corrente. L’Inps conta di accreditare il bonus entro questa settimana, entro il 17 aprile, anche per gli altri circa tre milioni di autonomi che ne hanno fatto richiesta. Sospiro di sollievo quindi per i tanti – tra partite Iva, commercianti, artigiani, stagionali, agricoli, cococo, lavoratori dello spettacolo – scottati dalla falsa partenza dell’Inps della settimana scorsa quando il sito dell’ente andò immediatamente in tilt.

Oggi bonus da 600 euro sul c/c di un milione di autonomi
E per fare domanda sul sito dell’Inps c’è ancora tempo (la stima della’intera platea di beneficiari è di 5 milioni di soggetti).

Il ministro Gualtieri: “Verosimile bonus a 800 euro”
Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, annunciando lo sblocco dei versamenti del sussidio, ha parlato di un bonus più consistente, 800 euro. E’ così, sono 600 o 800? Il ministro ha usato l’aggettivo “verosimile” per quello da 800 euro. Significa che oggi e fino alla fine della settimana, l’accredito resta quello iniziale, 600 euro.

Ma serve un decreto entro la fine di aprile
Per elevare di 200 euro l’importo del bonus bisognerà aspettare un nuovo decreto. Entro aprile, in modo da coprire (serve una legge per finanziare i provvedimenti) i mesi di aprile e maggio. Se, come ha promesso il ministro del lavoro Nunzia Catalfo, entro la settimana tutte le pratiche saranno chiuse, e se il Governo avrà effettivamente varato entro fine aprile il decreto, il bonus di aprile sarà di 600 euro, a maggio sarà “verosimilmente” di 1000 euro. E cioè l’accredito mensile più il conguaglio a favore del lavoratore dei 200 euro non accreditati ad aprile. (fonte Ansa)

 

ROMA – Concedere un aiuto economico alle famiglie per trascorrere qualche giorno di vacanza al mare o in montagna, dare un po’ di respiro a un settore agonizzante, quello del turismo, tra i più colpiti dagli effetti della pandemia e che vale introno al 15% della ricchezza nazionale. Un bonus vacanze, dunque, a questo pensa il Governo che al momento sta cercando una piattaforma operativa comune di concerto con le Regioni.

Assegno da 300 euro, o sconto fiscale da 500 euro?
Sarà un assegno, si parla di 300 euro? O prenderà la forma di uno sconto fiscale, si parla di 500 euro da detrarre nella dichiarazione dei redditi del 2021? Oppure basterà potenziare un sistema di voucher da spendere in alberghi e strutture vacanziere convenzionate?

Di sicuro varrà solo per chi sceglie una destinazione di villeggiatura solo in Italia e solo per coprire i costi di prenotazioni alberghiere (allo studio anche convenzioni per sostenere i costi degli spostamenti). Se intervento ci sarà dovrà essere compreso nel pacchetto di misure di contrasto alla crisi economica contenute nel decreto da varare entro aprile.

Cabina di regia al ministro del Turismo Franceschini
Di questo si è parlato ieri in una lunga videoconferenza che ha visto protagonisti il ministro di cultura e turismo Dario Franceschini e il sottosegretario Lorenza Bonaccorsi insieme con gli assessori regionali al turismo, in vista del decreto di Aprile che il governo sta mettendo a punto in questi giorni.

E che – spiegano dal Mibact – “superando l’approccio intersettoriale finora adottato terrà conto delle peculiarità del comparto con misure ad hoc”. Tra i temi discussi, il cosiddetto “bonus vacanze” da destinare al sostegno del turismo interno. “Verificandone la portata, la durata e le modalità di erogazione alle famiglie. E al contempo vagliando le possibili sinergie virtuose con eventuali iniziative già avviate dalle regioni a favore di soggiorni in strutture alberghiere, campeggi, stabilimenti balneari e termali”.

Stop alla tassa di soggiorno
Sono state valutate le esigenze espresse dalle regioni, riferiscono ancora dal ministero di via del Collegio Romano, tra cui la creazione di un fondo speciale europeo dedicato al turismo e l’ammanco delle risorse derivanti dalla tassa di soggiorno, parte integrante del bilancio di molte amministrazioni comunali. (fonti Ansa e AdnKronos)

 

ROMA – Sanità piemontese travolta dall’espandersi del contagio, la situazione si sta rivelando altrettanto drammatica che in Lombardia. Sanità piemontese nell’occhio del ciclone anche per la gestione dell’emergenza. In questi giorni sono andate perse centinaia di mail inviate dai medici di famiglia alle Asl. In pratica sono andate perse decisive informazioni sui contagiati, persa la possibilità di tracciare il numero dei casi, le zone di diffusione e tanti altri dati cruciali per allestire il contenimento.

Piemonte 18mila contagi, 2mila morti
Il virus in Piemonte non rallenta che, con quasi 18mila contagi e 2mila morti, scala la triste classifica del coronavirus tra le regioni italiane. “Stiamo vivendo quello che Lombardia, Veneto ed Emilia hanno passato dieci giorni prima”, sostiene il governatore Alberto Cirio, che guarda al bicchiere mezzo pieno, il calo dei ricoveri in terapia intensiva. I sanitari continuano però a chiedere più tamponi, il Pd parla di “situazione fuori controllo”, i 5 Stelle scrivono a Conte per chiedere di commissariare la sanità regionale. E in serata spunta anche il mistero delle segnalazioni dei medici di famiglia di pazienti con sintomi riconducibili al coronavirus sparite nel nulla.

Sistema Asl cancellava diagnosi medici di famiglia
La Regione Piemonte ha chiesto all’Asl Città di Torino una relazione sulle comunicazioni dei medici di famiglia ai Servizi di igiene di pazienti con sintomi riconducibili al coronavirus, e relativa richiesta di test diagnostico, che sarebbero andate perse. Sembra che in automatico il sistema cancellasse le mail dopo 24 ore.

“Dalle prime informazioni sembrerebbe evidente che il problema sia stato causato da uno straordinario flusso di email. Se ci sono delle responsabilità, verranno accertate”, afferma l’assessore alla Sanità Luigi Icardi, che ha esteso la richiesta di chiarimento a tutte le Asl della Regione.

M5S: commissariare la sanità piemontese
Valutare la possibilità di commissariare la sanità piemontese di fronte all’emergenza Coronavirus. E’ la proposta rivolta da Francesca Frediani, consigliere regionale M5S, al Presidente del Consiglio dei ministri e al ministro della Salute. “La gestione della crisi in Piemonte – afferma Frediani – non è all’altezza dell’importante momento di crisi che ci troviamo ad affrontare. I dati del contagio nella nostra regione continuano a peggiorare a differenza di altre realtà del nord Italia. Occorre intervenire subito”. (fonte Ansa)

 

ROMA- Dopo gli attacchi della Lazio, per mano di Diaconale e De Martino, Rezza ha deciso di rispondere alla società biancoceleste nel corso di una intervista rilasciata a Radio Punto Nuovo.

Rezza aveva parlato dell’impossibilità di riprendere a giocare a calcio in queste condizioni, poi aveva aggiunto: “Da romanista spero che vada tutto a monte, in fondo siamo quasi a fine stagione…”.

Diaconale, portavoce della Lazio, gli aveva risposto dicendo:

“Invece di fare il tifoso della Roma, pensa a trovare il vaccino…”.

Poco dopo, De Martino, responsabile della comunicazione della Lazio, ha rincarato la dose:

“La battuta di Rezza è puerile e infelice. Avrebbe dovuto scusarsi…”.

Rezza ha spiegato le sue ragioni a Radio Punto Nuovo. Le dichiarazioni del dirigente di ricerca dell’Istituto Superiore di Sanità sono riportate da corrieredellosport.it.

“La mia è stata una battuta per sdrammatizzare il momento drammatico che stiamo vivendo – dice a Radio Punto Nuovo – Non pensavo intervenissero Diaconale, la Lazio per dire di non fare il tifoso, ho fatto una semplice battuta.

Quella sulla ripresa del campionato era una domanda seria e ho risposto in maniera seria, oggi c’è lockdown totale, come si può pensare alla riapertura del campionato ora?

E’ chiaro che se in qualche modo si pensa di riaprire, allora verrà valutato e si applicheranno protocolli di sicurezza sanitaria.

Molto dipenderà anche da ciò che verrà deciso a livello europeo, penso alle coppe europee. Abbiamo vissuto momenti drammatici in alcune parti d’Italia.

Evitare lo scudetto per la Lazio? Ho tantissimi amici laziali, la mia è stata veramente una battuta per il momento complicato – prosegue Rezza – in questo momento non si può pensare a partite che si svolgano con assembramenti, partite a porte chiuse hanno un punto interrogativo perché c’è un lockdown.

Ovviamente si pensa ad una fase 2, quindi alla riapertura di determinate attività, come quelle produttive.

Non le decido io certe cose, ma qualora il governo decidesse di riaprire anche alcune attività ricreative, come quelle sportive, allora l’importante è che si facciano con la massima sicurezza.

La decisione spetta alla politica, grazie alla consulenza del comitato scientifico.

Il calcio è un settore sportivo tra i più ricchi e la gente è molto interessata, nel momento in cui si è chiuso il campionato, ognuno di noi si è sentito smarrito.

Però vorrei ricordare di Atalanta-Valencia che ci sono stati episodi che hanno drammatizzato la situazione, perciò parlo di massima sicurezza possibile per minimizzare i rischi.

Ripeto, la mia è stata una semplice battuta e poi ho espresso il mio parere. Se allora mi chiedessero cosa fare io al governo, direi di riprendere con sicurezza”.-blitzquotidiano.it-

 

BRESCIA – Show di Mario Balotelli durante una diretta su Instagram con Fabio Cannavaro.

Balotelli ha svelato di sognare di giocare al Napoli, poi ha raccontato un aneddoto su Zlatan Ibrahimovic che risale ai tempi dell’Inter.

Le dichiarazioni rilasciate da Super Mario durante la diretta social con Cannavaro sono riportate da tuttosport.com.

“Io c’ho provato (ad andare al Napoli, n.d.r.). Starei benissimo a Napoli. Farei diventare mia figlia capo ultrà, lei tifa Napoli.

Io le canto ‘Brescia, Brescia’, ma lei continua a tifare Napoli. E’ stata felicissima quando l’ho portata in campo al San Paolo, era ipnotizzata.

E’ sempre una bella emozione entrare al San Paolo. Anche se secondo me lo stadio più bello è San Siro.

Il rapporto con Zlatan Ibrahimovic ai tempi dell’Inter? Io lo guardavo – ricorda – e lui mi diceva che non mi sarei più allenato in prima squadra.

Mi diceva che ero troppo scarso, di lasciar stare il calcio. Poi però è andato da Mino Raiola dicendogli di prendermi perché ero più forte di lui.

Giocare in Cina nella squadra di Cannavaro? Ti aspettavo ma mi hai detto che ho chiesto troppi soldi…

Nazionale? Con Mancini ho un rapporto splendido, è un allenatore speciale. Sono contento che non mi convoca perché non vuole mettermi in panchina.

Se mi convocherà, lo farà solamente per mettermi in campo come titolare”blitzquotidiano.it

 

PECHINO (CINA) – Marouane Fellaini, primo e finora unico giocatore della Super League cinese ad essere risultato positivo al coronavirus, è stato dimesso dall’ospedale in cui era ricoverato, dopo tre settimane di degenza.

Lo ha reso noto lo Shandong Luneng, suo club con cui il calciatore belga ha un contratto ancora per un anno.

Ora Fellaini, che è guarito, dovrà stare 14 giorni in quarantena come previsto dal protocollo, prima di poter prendere in considerazione l’idea di tornare ad allenarsi.

Fellaini, la sua carriera in pillole.
Fellaini è un calciatore con una fisicità imponente, uno dei migliori al mondo nel gioco aereo, la maggior parte dei suoi goal sono stati di testa(70%) dunque un buon finalizzatore, in possesso di una buona tecnica di base abile con entrambi i piedi, viene spesso impiegato come centrocampista centrale.

A volte è stato schierato anche come difensore centrale, trequartista o prima punta, soprattutto durante la sua esperienza all’Everton.

Nel corso della sua carriera, Fellaini ha giocato con quattro club diversi. Ha iniziato in patria, nello Standard Liegi, poi ha giocato in Inghilterra tra Everton e Manchester United.

Dal 2019, gioca nel campionato cinese con la maglia dello Shandong Luneng. E’ un pilastro della Nazionale Belga di Calcio (fonti Ansa e Wikipedia).

Pubblicato da Alessandro Lugli

Alessandro Lugli è nato a Napoli e ivi residente. Poeta, giornalista pubblicista e cantante. Direttore di vari blog da lui creati.