Notizie di calcio e di cronaca

Continua a tenere banco il futuro di Dries Mertens, in scadenza al 30 giugno. Il Corriere dello Sport racconta il che il Napoli si attende la firma, dopo il pranzo del primo marzo con ADL ed un’offerta da 2,5mln di euro subito più 4,5mln per due anni oltre a bonus per gol e piazzamenti. Oltre all’Inter ed al Monaco, però, ADL ha intuito che potrebbe esserci anche il Chelsea che saluterà Giroud e quindi avrà un attaccante in meno e già a gennaio aveva pensato al belga che ha avuto una forte tentazione. Il Napoli resta in attesa, avendo messo sul tavolo una cifra considerevole (18mln lordi per due anni) più 5mln extra ad obiettivi.-tuttonapoli.net-

 

La Juventus è su Arek Milik, scrive quest’oggi il quotidiano Tuttosport, vicino alle vicende bianconere, con tanto di apertura in prima pagina. Sarri conosce benissimo l’attaccante classe ’94, che ha esperienza in serie A ed in Europa, e soprattutto non ha intenzione di rinnovare il contratto in scadenza nel 2021. Per questo i dirigenti juventini hanno iniziato a sondare l’opportunità. Quello per il polacco però è più di un sondaggio, anche se l’emergenza sanitaria non permette di incontrarsi.

IL NAPOLI TRATTERA’ CON LA JUVE? – Si capirà più avanti se l’affare può andare in porto, anche perché – a differenza di quanto accadde con Higuain con la clausola – Milik è in scadenza ma non è un parametro zero e bisognerà accordarsi col Napoli. L’unica certezza – si legge – è che la pista è concreta e la Juve vorrebbe affiancare una punta Under 30, abile di testa e nelle sponde, a Cristiano Ronaldo, ma comunque capace di incidere anche dalla panchina alternandosi con Dybala e più facile da raggiungere rispetto ad Icardi e Gabriel Jesus.-tuttonapoli.net-

 

Il Napoli è già attivo sul prossimo mercato. Proseguono i contatti con l’agente di Sardar Azmoun, classe ’95 dello Zenit e tra le rivelazioni internazionali di questa stagione. Per l’iraniano – scrive quest’oggi il Corriere del Mezzogiorno – la concorrenza è agguerrita, essendosi già mosse Atletico Madrid e West Ham. Per arrivare all’attaccante potrebbe bastare un’offerta da 25-30mln di euro, ma andrebbe liberato anche uno slot da extra-comunitario.-tuttonapoli.net-

 

A piccoli passi, verso la ripresa. L’edizione odierna della Gazzetta dello Sport racconta che oggi il governo riceverà il documento prodotto dalla Commissione medica della federazione con il contributo di esperti del settore. Un protocollo definito ‘rigido e attento ma flessibile’ che i ministri Spadafora (Sport) e Speranza (Salute) dovranno approvare.

PRIMA FASE – Vengono definite nel dettaglio le modalità della ripresa riservata al gruppo-squadra: oltre ai giocatori, vanno considerati tecnici, medici, fisioterapisti e altro personale necessariamente coinvolto. Dalle 50 alle 70 persone. L’obiettivo è quello di un gruppo “negativizzato” e costantemente monitorato con un gruppo per volta, ma in pochi giorni, se gli esiti degli accertamenti saranno quelli sperati, si potrà tornare alle sedute collettive.

SECONDA FASE – Un altro protocollo con cui verrà “rotto” il gruppo-squadra e verrà spiegato come ognuno dovrà comportarsi una volta rientrato a casa. Nel nuovo quadro verranno definiti anche i dettagli relativi a trasferte e spostamenti. Nel frattempo i contatti con l’esterno devono essere praticamente azzerati e sarà come vivere in una bolla.

HOTEL – La Gazzetta racconta anche della situazione in serie A in termini di camere nei centri sportivi. Le 138 camere della Juve saranno tutte per il gruppo bianconero. Altre squadre possono seguire l’esempio e sono Milan, Lazio, Napoli, Inter, Atalanta, Roma, Cagliari, Parma mentre il Torino potrebbe cambiare centro, il Verona s’è organizzato a Peschiera del Garda mentre Bologna, Udinese, Fiorentina e Genoa hanno solo il ristorante e non hanno camere mentre Samp, Sassuolo Brescia e Spal sono sprovvisti di mensa e camere.-tuttonapoli.net-

 

Kostas Manolas torna a parlare in un momento molto delicato per il calcio italiano. Dalle ore 13 il difensore greco sarà ospite di Radio Kiss Kiss Napoli per raccontare come sta vivendo questo isolamento forzato e quali sono le sue idee sulla ripresa del campionato. Potrete seguire la diretta testuale dell’intervista alla radio ufficiale su Tuttonapoli.net.

13.04 – Arriva adesso Manolas ai microfoni della radio ufficiale: “Abbiamo grande voglia di tornare in campo, si vede anche da come stiamo seguendo il programma che ci hanno dato. Tutti sono pronti a tornare per continuare questo grande lavoro”.

Dicci come va la tua quarantena. “Io, come tutti, sto facendo il programma che ci hanno dato i preparatori. Io ho un fisioterapista che mi segue quando sono senza attività per rimanere sempre in forma. Sto facendo normalmente il programma, ma aggiungo anche cose che servono a me personalmente per stare al livello di forma che voglio”.

Sei soddisfatto della tua carriera finora? “Sono arrivato a 28 anni, ho giocato quasi 450 partite ufficiali. Adesso sono un giocatore maturato. Posso migliorare, come tutti. Sto lavorando per diventare sempre migliore e aiutare la squadra a raggiungere gli obiettivi”.

Con Gattuso avevate ricominciato a fare risultati. “Avevamo ripreso il nostro cammino. Il Napoli stava giocando di nuovo come erano abituati tutti i tifosi. Peccato che ci siamo fermati, il virus ha penalizzato tutto il mondo. Gattuso sta facendo un gran lavoro. Era un gran lavoratore in campo e lo è anche in panchina, anzi forse anche di più. Non si ferma mai a chiamare i giocatori, a restare in contatto con noi. Questo ci dà lo stimolo per continuare a lavorare in casa, che è più complicato che farlo al centro sportivo. Noi riusciamo a tenerci in forma”.

Magari lo fa solo con te che sei un guerriero come lui. “Penso che lo faccia con tutti. Io lo sento spesso, abbiamo un rapporto speciale. Abbiamo caratteri simili. Mi chiama spesso e mi spinge, mi dà forza a fare questo lavoro. E credo lo faccia con tutti”.

Che rapporto avete? “Io ho un rapporto bellissimo con lui. Sono il primo che minaccia in allenamento, ma lo fa per stimolarmi a diventare un giocatore migliore. Ma lo fa con tutti. Vuole il massimo dai suoi calciatori e credo sappia farlo. Io non lo conoscevo prima, ma l’ho visto al Milan e credo che abbia fatto miracoli”.

Ti sta forgiando come leader? “Non mi piace questa parola, tutti devono essere leader. Insigne è il capitano, Mertens quello che segna di più, Koulibaly quello che costa di più. ;Ma questo non conta. Siamo tutti uguali, non c’è un leader solo, siamo tutti leader”.

Quant’è forte Koulibaly? “Io lo vedevo anche quando non ero a Napoli che era un giocatore straordinario. Ha fatto cose incredibili, con Ancelotti e con Sarri. Io sono stato sfortunato quest’anno perché ho giocato davvero pochissimo con lui. Tutti dicono che questa coppia non funziona, ma guardate quanto poco abbiamo giocato insieme… E’ difficile trovare un’intesa quand’è così, con Koulibaly ho giocato pochissimo. Nel calcio si tende a criticare invece che analizzare la realtà. Io ho giocato pochissimo con Koulibaly. E’ difficile raggiungere un’intesa speciale. Poteva esserci, perché sia io che Koulibaly possiamo formare una coppia eccezionale. Anche con gli altri ragazzi. Maksimovic e Luperto sono due giocatori di grande livello, sono ragazzi che non mollano mai, si allenano bene, posso spendere solo buone parole per loro”.

Potete giocarvela col Barcellona? “Sì, l’abbiamo visto nella prima partita. Il risultato è stato penalizzante, il Barcellona ha segnato alla prima occasione mentre noi abbiamo sbagliato qualche chance. Il Barcellona è tra le migliori squadre del mondo, ma rispetto per tutti e paura per nessuno”.

Vi trovate meglio con il gioco di Gattuso che di Ancelotti? “Solo belle parole per Ancelotti. Non possiamo criticare una persona che ha avuto successo dal primo giorno che allena e che ha allenato grandi squadre. E’ un grande mister, una grande persona”.

Parlavamo solo di modulo: meglio il 4-3-3 che il 4-4-2 per questo Napoli? “Il 4-3-3 è il modulo che il Napoli ha usato negli ultimi anni, sono più abituati a farlo. Per me però se giochi 4-4-2 o 4-3-3 contro una squadra piccola non è che cambia molto quando hai la qualità del Napoli. E’ un alibi dire che non abbiamo fatto bene per colpa del modulo, dobbiamo guardare ai nostri errori individuali, tanti giocatori non erano in forma. Non è solo il modulo. Certamente anche il mister, dopo le prime 3-4 partite, ci ha fatto capire la sua filosofia e abbiamo vinto, rischiando anche poco”.

Puntate anche alla Coppa Italia? “Un titolo è sempre un titolo. E’ così che cresce la mentalità in un gruppo. Ogni vittoria ti dà autostima, fiducia. Così si lavora con maggiore serenità”.

Come valuti la tua stagione? C’è un modello a cui ti ispiri? “Non voglio giudicarla io, chiedete al direttore o ai tifosi. Io mi giudico da solo, ma lo tengo per me. Mio zio per 20 anni è stato il miglior difensore della storia greca e mi sono ispirato a lui”.

Avrete più fame al ritorno in campo? “Sì, avremo più fame perché in campionato siamo ancora indietro. Non abbiamo la classifica che meritiamo perché abbiamo fatto male nella prima parte, ma tutti noi abbiamo fame e lo si vede da come seguiamo le indicazioni dello staff di Gattuso”.

Com’è la situazione al tuo paese? “La situazione in Grecia è molto migliore che in Italia. Meno contagi e meno morti, ma anche meno tamponi. Sono molto contento che anche a Naxos, il mio paese, non ci sono casi. Per questo sono sereno per la mia famiglia. Ovviamente anche loro sono chiusi in casa come noi”.

Un appello ai tifosi per quest’emergenza Coronavirus. “Vista la situazione e tutti quelli che hanno perso i propri cari, dico a tutti di avere un altro po’ di pazienza. L’abbiamo fatto finora, continuiamo fin quando servirà. Ci sono ancora contagi, per questo vi prego di restare a casa. Per il bene di tutti, del mondo. Per tornare a vivere la nostra vita, adesso abbiamo capito quant’era bella. Quando perdi una cosa, cominci ad apprezzarla. Dobbiamo fare un ultimo sforzo per tornare alla normalità”.

13.23 – Termina qui l’intervista a Kostas Manolas.-tuttonapoli.net-

 

Arturo Diaconale, portavoce della Lazio, è tornato a scrivere sulla sua pagina Facebook, stavolta per replicare al presidente del Livorno, Aldo Spinelli: “Inutilmente sgarbate e violente. Si tratta delle dichiarazioni del presidente del Livorno, Aldo Spinelli, dedicate al presidente della Lazio, Claudio Lotito, invitato a non “rompere più i coglioni” con la ripresa del campionato e, di fatto, ad accettare passivamente l’annullamento dei campionati di serie A e di serie B con la conseguente cristallizzazione delle attuali classifiche.

Che bisogno c’era di investire Lotito quando il reale interesse di Spinelli, che sta trattando per la vendita della propria squadra, è di evitare una ripresa che potrebbe provocare una retrocessione del Livorno con la conseguente difficoltà a chiudere positivamente la trattativa di vendita in atto?

Attaccare Lotito e la Lazio (come Spinelli anche il presidente del Brescia, Massimo Cellino) è però diventato un comodo modo usato da alcuni presidenti per accendere facilmente l’attenzione dei media distogliendo quella dei propri tifosi dalle delusioni per il campionato non soddisfacente delle rispettive squadre.

Con ogni probabilità, poi, con il suo linguaggio Spinelli ha cercato di mettersi in sintonia con i dipendenti delle cooperative di scaricatori del porto di Livorno. Dimenticando, però, che questi lavoratori sono toscani astuti che sanno perfettamente come spesso chi parla troppo di coglioni lo faccia per nascondere di non averne abbastanza”.-tuttonapoli.net-

 

 

Bruno Giordano, ex ataccante del Napoli, ha parlato dei temi del momento a Maracanà, su TMW Radio. Di seguito alcuni estratti: “Il protocollo che porterebbe ad un lungo ritiro? Per il calcio di oggi è un problema, perché non sono abituati ai ritiri che facevamo noi. L’ultimo anno alla Lazio abbiamo fatto praticamente un ritiro lungo un anno. Oggi non è più così. Forse una volta c’era voglia anche di fare gruppo, cosa che forse manca attualmente. Un ritiro di 30 giorni per riprendere il campionato ci sta tutto”.

Milik è in bilico al Napoli. “Mi piace molto, ha struttura, gran tiro, sa tirare i piazzati, ha forza, è bravo di testa. Deve trovare continuità e fiducia. Ha superato due momenti difficili, sa giocare ovunque, da prima o seconda punta come nella Polonia dietro Lewandowski. E’ un giocatore importante ma deve giocare con continuità e deve avere la fiducia dell’allenatore perché c’è anche Mertens e diventa difficile per entrambi”.-tuttonapoli.net-

 

Il Napoli non s’allena a Castel Volturno da 36 giorni, ma Rino Gattuso – scrive il Corriere del Mezzogiorno – è riuscito a tenere tutti sul pezzo per quanto riguarda il lavoro da casa. Contatti diretti e quotidiani con i calciatori e Rino – si legge – è contento della risposta dei suoi ragazzi, come confida spesso ai suoi amici, e non vede l’ora che possa riprendere la stagione.-tuttonapoli.net-

 

“Da quando sono alla Juventus, due cose mi hanno colpito: il grande amore e l’altrettanto diffuso odio nei nostri confronti. Queste cose si cominciano a capire per davvero solo quando si vive il mondo Juve. E quando dall’esterno sei odiato quasi da tutti, ti attacchi all’interno e diventi gobbo…”. Così Maurizio Sarri, nella diretta social ‘A casa con la Juve’, a cura del canale Jtv bianconero.

“Si dice che la Juve sia sempre favorita dagli arbitri – osserva poi il tecnico bianconero – Poi, guardi i numeri e ne vengono fuori di impressionanti in un’altra direzione”.

In questa stagione Sarri è tornato a Napoli per la prima volta da ex. “Mi hanno fischiato nella città in cui sono nato e ho dato tutto. E se non ho vinto, è solo perché sono scarso. A Torino, invece, i tifosi della Fiorentina hanno insultato mia madre: questo fa capire quanto odio ci sia nei riguardi della Juve, ma è altrettanto vero che in qualunque parte si vada a giocare, c’è sempre una parte dello stadio che tifa per noi”.

Come sta vivendo Sarri l’epoca del coronavirus? “Questo – risponde l’allenatore – è il momento di staccare con la testa: guardo qualche vecchia partita ma, soprattutto, leggo, gialli in particolare, perché, quando torneremo a giocare, speriamo prima dell’estate, comincerà un periodo di 14-15 mesi consecutivi di attività senza praticamente soste”.

“Il primo luogo che mi piacerebbe visitare dopo la fine del lockdown? Roma, per la finale di Coppa Italia, e per secondo qualsiasi città europea per la finale di Champions!”.ANSA

 

ROMA – Fase 2: tra idee, suggerimenti, ipotesi della ventina di task-force e comitati e cabine di regia (senza contare quelli regionali e comunali), il tutto moltiplicato per l’orecchiare spesso approssimativo di giornali, radio e tv (senza contare la fantasia letteralmente senza freni che corre sui social) una anticipazione di quel che sarà vale l’altra, cioè nulla o quasi.

Alcune però appartengono almeno alla sfera del plausibile e del logico. Tra queste il possibile, logico divieto di spostarsi tra una Regione e l’altra. Per qualche settimana, diciamo per maggio/giugno, dopo che il lockdown sarà finito (diciamo il 4 di maggio) non si potrà viaggiare tra Regione e Regione. L’obiettivo è evidente: evitare il mescolarsi e sovrapporsi di popolazioni finora esposte in misura diversa al contagio, evitare che da aree a forte incidenza del contagio soggetti probabilmente asintomatici vadano in altre zone d’Italia. E viceversa evitare, impedire che cittadini di Regioni a basso contagio vadano nelle aree dove circola più coronavirus e tornando poi a casa lo esportino nel resto d’Italia.

Maggio/giugno no spostarsi tra Regione e Regione, per settimane. Almeno fino a quando, si spera, il divario di circolazione del virus tra Nord, Centro e Sud, pur restando, non si sarà ridotto. Divieto di spostarsi da Regione a Regione: il problema sarà farlo rispettare. Già oggi, nonostante la retorica ufficiale su italiani gente ligia alle disposizioni e gente responsabile, ciascuno di noi ha notizia ed esperienza di gente che viaggia, in auto si sposta. Non mancano coloro che danno istruzioni al riguardo: non quella strada, l’altra…Consigliano come evitare la pattuglia facendo da spalloni al contagio.

Settembre: scuola con mascherina, guanti e gel. Mascherina, guanti e gel in classe e prima di entrare in classe. Sembra impensabile, anzi inattuabile ma diventa forzatamente plausibile e logico. La distanza di due metri tra alluno e alunno è impraticabile nelle e sulle scale e nei corridoi e in molti altri ambienti degli edifici scolastici. Quindi o mascherine e guanti e gel o niente scuola. O scuola via web. Ma anche qui retorica ufficiale che magnifica la scuola a distanza dimentica che circa il 30 per cento degli alunni italiani al web non accede o non ha gli strumenti per accedervi in modalità utilizzabile per una scuola a distanza. Che si fa? Si molla quel 30% al suo destino di dealfabetizzazione a vita?

Divieto di spostarsi da Regione a Regione, almeno fino a che non sarà estate piena e qualcosa bisognerà concedere a quel po’ di turismo e vacanze che riuscirà forse a sopravvivere in questo 2020. E scuola con mascherine e guanti a settembre. Ipotesi plausibili, logiche. Ve ne sono però altre che appartengono alla sfera delle impraticabili e cervellotiche.

Under 18, i giovani, i ragazzi che non potrebbero vedersi e stare insieme in gruppi superiori a tre unità. Niente muretto o piazzetta o simili. E chi controllerà, reprimerà, scioglierà il gruppo in strada o in piazza? Ovviamente nessuno perché non è e non può esservi una soluzione per via di ordine pubblico. Tra controllo delle stazioni, dei negozi, delle strade, delle fabbriche, mettiamoci anche controllo dei ragazzi e ci vogliono due, tre milioni di uomini in divisa. Tener chiuse discoteche, cinema, stadi e ogni altra occasione di pubblico ritrovo e ritardare ancora di qualche settimana la riapertura dei bar, questo si può fare e si dovrebbe fare, il resto: piantonare i ragazzi e contarli in strada, questo non sta in pedi neanche a dirlo.

Anziani. Tenerli in casa per altri mesi è tanto implausibile quanto inefficace: sopra i 65 anni in Italia ci sono circa 12 milioni di persone. Dichiarare che il 4 di maggio tutti gli altri liberi di uscire di casa e loro no è spingerli alla ribellione, alla disobbedienza o alla depressione e disperazione. E poi, sempre i soliti carabinieri e poliziotti a controllare anche le date di nascita? Altro è il consiglio medico e la vigilanza sanitaria sugli anziani con patologie. Questi andrebbero monitorati tramite medici di base e aiutati, se del caso, a restare in casa il più possibile. Ma il più possibile non può voler dire sempre.

E i negozi, i bus, la metro, il treno, l’aereo? Ci saranno i cosiddetti protocolli. Alcuni ovvi e praticabili: mascherina e gel all’entrata e uscita del negozio ad esempio. Altri più complessi: organizzare treni e arei i modo siano riempiti solo fino al 60% della capienza. Altri che rischiano di diventare immaginari: bus e metro con numero passeggeri contingentato (solo se ci sono i tornelli che al numero raggiunto si chiudono, solo così si può fare). Altri protocolli ancora francamente improbabili: in spiaggia gli ombrelloni distanziati, gli ombrelloni distanziati sì, la gente no, di sicuro dopo due/tre giorni andrebbe così.

Infine l’ultima ma non ultima: dopo maggio che si torna fuori, se va male, se coronavirus conquista o riconquista terreno, si torna tutti chiusi in casa. Speriamo sia solo un deterrente per farci stare attenti e prudenti. Chi ci rimetterebbe in casa, chi si rimetterebbe in casa e con quale livello di disperazione di massa? Davvero al di là di ogni immaginazione.blitzquotidiano.it

 

ROMA, 18 APR – Un terremoto di magnitudo 3.7 è avvenuto a Poggio Imperiale, in provincia di Foggia, alle ore 4.57.

L’ipocentro è stato localizzato a una profondità di 24 km. La scossa è stata registrata dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Al momento non si ha notizia di danni a persone o cose.

Lo scorso 21 gennaio, una scossa di terremoto di magnitudo 3.6 era stata registrata a 4 chilometri da Carpino, sempre in provincia di Foggia. La scossa era stata avvertita anche a Manfredonia e San Severo ed era avvenuta alle 4:24 ad una profondità di 20 chilometri. Gli altri comuni più vicini all’epicentro sono Cagnano Varano e Ischitella: anche in questo caso non erano stati segnalati danni.

Più recentemente, un terremoto è stato registrato a Piacenza, quindi in un’altra area geografica del Paese, la sera di mercoledì 15 aprile. Il sisma ha avuto una magnitudo 3.5 della scala Richter, secondo i dati dell’Ingv, con epicentro nei pressi del comune di Ferriere, tra l’alta val Nure e la val d’Aveto sull’Appennino Ligure. Il terremoto è stato registrato alle ore 22.02.

Il terremoto ha avuto invece ipocentro a una profondità di circa 4 chilometri. Anche in questo caso, non sono stati segnalati danni a persone o cose (fonte: Ansa).

 

LIVORNO – Stavano portando in auto la loro figlia di 8 anni da Grosseto a Pisa per una visita di controllo dopo un trapianto di midollo osseo, quando una pattuglia della polizia stradale li ha fermati. E per gli agenti il motivo del viaggio, evidentemente, non è risultato sufficiente a giustificare lo spostamento.

Così i poliziotti li hanno sanzionati con una multa da 533 euro per il mancato rispetto delle normative anti contagio da coronavirus. L’episodio è accaduto lungo la statale Aurelia nei pressi del Romito, non lontano da Livorno.

Involontaria protagonista una coppia di Grosseto che stava accompagnando la bimba – accompagnata anche dal fratellino – all’ospedale Santa Chiara di Pisa dove, appunto, era in programma una visita di controllo prevista dopo un trapianto avvenuto la scorsa estate per curare una leucemia mieloide acuta.

“La madre non se la sentiva di guidare perché è neopatentata – racconta il padre in un filmato su Facebook che ha fatto già oltre 7.000 visualizzazioni – e la bimba vuole la mamma quando entra nel reparto di ospedale. Ecco perché eravamo tutti insieme. Ho spiegato questo alle forze di polizia che mi hanno fermato ma non c’è stato nulla da fare, hanno multato lo stesso”.

Tra l’altro, precisa il genitore, “siamo tutti negativi al Coronavirus, viviamo insieme e tutti siamo stati sottoposti a tampone proprio per la patologia di mia figlia”, come categoria fragile dove un eventuale cluster familiare da Covid potrebbe causare seri danni.

“Sono in cassa integrazione – racconta ancora il padre – e questo mese ho riscosso 590 euro, quasi quanto la multa. Quello che ci è accaduto ha dell’incredibile. Siamo stati trattati peggio dei ladri”.

A denunciare l’episodio è stato l’avvocato Simone Falconi che ha preannunciato ricorso spiegando che segnalerà l’episodio anche ai questori di Grosseto e Livorno e al prefetto di Grosseto affinché siano messi al corrente dell’accaduto. (fonte AGI)

 

ROMA – “Mi pare che la richiesta della Lombardia sia di riaprire il 4 maggio indipendentemente dalle condizioni epidemiologiche. Non se lo può permettere, anche perché in questo momento ha una condizione epidemiologica di particolare gravità. Certamente in miglioramento, ma di particolare gravità. Tra i paesi europei la Lombardia è la regione che in questo momento ha maggiori problemi. Non l’Italia, ma la Lombardia”.

Lo afferma Walter Ricciardi, rappresentante italiano nell’executive board dell’Organizzazione mondiale della sanità e consulente del ministro della Salute per l’emergenza coronavirus, in un’intervista a ilcaffeonline.it.

Già nelle prime ore dopo la richiesta della Lombardia, esponenti del governo hanno espresso perplessità e criticato la presunta “fuga in avanti” del governatore lombardo Attilio Fontana. Anche il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha criticato Fontana accusandolo di dare messaggi confusi.

“Mi sembra non saggio – sottolinea Ricciardi – fare delle aperture a prescindere dalle valutazioni oggettive. I Paesi che come l’Austria e la Svezia stanno agendo senza tener conto di queste valutazioni penso che pagheranno un prezzo. Lo vedremo nelle prossime settimane”.

Fontana: “Riapertura solo con parere positivo degli scienziati”
Attilio Fontana, durante la diretta per comunicare il bollettino del contagio in Lombardia di oggi, 17 aprile, ha chiarito che ogni decisione sarà presa nel rispetto del parere degli esperti.

“Ovviamente la riapertura è subordinata al via libera degli scienziati, non ci assumiamo una responsabilità di questo genere senza la certezza che si possa fare”, ha detto, “dovrà avvenire rispettando la sicurezza dei lavoratori e dei cittadini lombardi. Sarà un nuovo modo di affrontare il lavoro e la quotidianità, bisogna prepararsi con un certo anticipo”.blitzquotidiano.it

 

ROMA – Lamar Odom, ex campione della Nba vincitore di due anelli con i Lakers, ha svelato dei numerosi retroscena sulla sua vita. Ai microfoni di Marca, l’ex compagno di Khloé Kardashian, ha raccontato della dipendenza dalla cocaina, ai tradimenti alle sue mogli, passando per il trucco del pene finto utilizzato per eludere un controllo antidoping alle Olimpiadi.

“Se dovessi dire quanto ho speso per la droga, direi circa 100 milioni di dollari. Tutti i dottori che mi vedono dicono che sono un miracolo ambulante . Ho usato la coca ogni giorno. Più o meno ogni secondo di tempo che avevo libero. Non riuscivo a controllarlo. Le droghe probabilmente mi hanno anche “aiutato” a finire la mia carriera prima perché ha ucciso il mio desiderio di allenarmi”.

“Sono un drogato, sono stato con più di 2.000 donne. Ho fatto se**o con sei donne in media a settimana e sempre senza protezione, quindi ho dovuto pagare molti aborti per tutta la vita”.

Un retroscena sulla relazione con Khloé Kardashian, con tanto di minacce di morte: “Ho infranto i miei voti con Khloé così tante volte che è semplicemente impossibile per me ricordare tutte le volte che l’ho fatto. Non so perché sia ​​rimasto con me”.

Odom infine rivela anche di aver fatto ricorso ad un pene finto per superare un controllo antidoping in occasione delle Olimpiadi di Atene del 2004, quando conquistò il bronzo con gli USA: “Volevo nascondere di aver consumato marijuana. Chiesi un pene finto, che poi ho estratto di fronte ai giudici che dovevano prendere il campione di urina. Il funzionario della NBA che mi ha testato ha misurato la temperatura delle mie urine per vedere che era mia”.blitzquotidiano.it

 

Ieri, all’età di 66 anni, è morto il sindaco di Saviano, Carmine Sommese. L’ex consigliere regionale e chirurgo, in servizio all’Ospedale Santa Maria della Pietà di Nola, rimase contagiato un mese fa circa. Il presidente di Anci Campania e sindaco di Caserta, Carlo Marino, ha dato il suo addio a Sommese scrivendo che era “un uomo e un amministratore che ha pagato in prima persona l’impegno accanto alla sua comunità, come sindaco e come medico, in questi tempi difficili scanditi dalla sofferenza del contagio”.-radiomarte-

 

Durante una conferenza per fare il punto della situazione sul coronavirus, il presidente della Regione, Vincenzo De Luca, ha detto che “la Campania chiuderà i suoi confini se dovessero esserci delle corse in avanti, in termini di riapertura, di regioni dove c’è un contagio molto forte”. De Luca ha aggiunto che se c’è “chi preme per affrettare la ripresa di tutto”, noi “dobbiamo avere grande senso di responsabilità”.-radiomarte-

 

Sugli oltre 2mila tamponi realizzati ieri soltanto 37 persone sono risultate positive al Sars Cov-2. Per tanto alle 22 di ieri il numero totale di contagiati in Campania era di 3.988. Sempre ieri l’Unità di Crisi regionale ha comunicato che a fronte di 7 decessi, sono state 148 le guarigioni. Il maggior numero di casi di COVID 19 è sempre a Napoli e in provincia. 826 sono i contagiati in città e 1.283 quelli in provincia.-radiomarte-

 

Prima vittima da Sars Cov-2 a Massa Lubrense, in penisola sorrentina. A perdere la vita, una 79enne che era ricoverata all’ospedale di Boscotrecase. Il sindaco di Massa Lubrense, Balducelli, ha spiegato al quotidiano Il Mattino che il virus ed alcune patologie da cui era affetta la signora hanno compromesso irreversibilmente il suo stato di salute. La donna deceduta questa mattina è la quarta vittima in penisola sorrentina.-radiomarte-

 

Dino Zoff parla a Marte Sport Live: “Sto come tutti. E’ un dovere stare a casa. Non c’è altro da fare. Spero che l’emergenza Coronavirus finisca presto. La ripresa del calcio? Se i tempi sono lunghi o meno dipende dalla pandemia, il calcio aiuta a passare in casa qualche giornata. E’ fondamentale ripartire in sicurezza. E’ ovvio che gli agglomerati dei tifosi vanno evitati. La valutazione andrà fatta tra una decina di giorni almeno. Non conta molto se un club o un altro vogliano o meno riprendere. Meret? Un portiere giovane così forte è importante che giochi e faccia esperienza. Non so cosa consigliare a lui. Meglio se giocasse a Napoli. Questa storia del gioco con i piedi ha un po’ stufato. Il portiere è decisivo quando para. La personalità si dimostra tra i pali e non fuori. Meret deve crescere nel guidare la difesa? Può darsi ma certe cose sono implicite. Il portiere tra i pali e sulla palle lunghe è padrone della sfera. Poi l’intesa con i compagni cresce giocando. Ospina-Meret? Non entro nel merito nelle legittime scelte che sta operando Gattuso”-radiomarte-

 

 

Ciro Borriello, assessore allo Sport del Comune di Napoli, parla a Marte Sport Live: “Il San Paolo sta bene. Abbiamo autorizzato la manutenzione del terreno di gioco che è stata fatta regolarmente. Si presenterà bello e accogliente, ma purtroppo senza pubblico. Sarà il leit motiv di tutto il 2020. I concerti di giugno? Slittano tutti di un anno. E’ impossibile farli a porte chiuse. La seconda semifinale di Coppa Italia al San Paolo? Non ci sarebbero problemi, eventualmente un accordo si troverebbe”.-radiomarte-

 

Daniele Sebastiani, presidente del Pescara, parla a Marte Sport Live: “Se c’è la possibilità di allungare la stagione con tutta una serie di assicurazioni, come allungare i contratti o i prestiti, non vedo perché non farlo. Potremmo giocare fino ad ottobre e il campionato successivo poi ricomincerebbe subito dopo. Non dobbiamo forzare i tempi, cosa succederebbe se poi ci fosse un altro intoppo? In questo momento ci sono ancora tante vittime per il Coronavirus, quindi forse servirebbe maggiore tranquillità. Sicuramente c’è la voglia di ripartire, ma bisogna farlo in tutta sicurezza. Il calcio deve lanciare un segnale importante anche all’esterno, dobbiamo ragionare in termini sistemici. Forse ne usciremo meglio a livello di immagine. Il divorzio di Insigne da Raiola? Ne ho già parlato. Quando un giocatore decide di staccarsi da un agente come Raiola che è uno dei migliori in circolazione, vuol dire che ha già preso una sua decisione. Probabilmente non ha più nemmeno bisogno di un agente così importante. Credo che l’idea di Lorenzo sia quella di rimanere a Napoli”.-radiomarte

Pubblicato da Alessandro Lugli

Alessandro Lugli è nato a Napoli e ivi residente. Poeta, giornalista pubblicista e cantante. Direttore di vari blog da lui creati.